sabato 19 maggio 2018

Jinbō Yoshimune

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Jinbō Yoshimune (神保 慶宗; ... – 1520) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku. Jinbō Yoshimune divenne guida del clan Jinbō della provincia di Etchu nel 1501. Combatté numerose battaglie contro il clan Nagao, tra cui l'assedio di Shinjō nel 1520. In quella battaglia fu sconfitto da Nagao Tamekage e, con i suoi uomini in rotta, commise seppuku. Dopo la sua morte la guida dell'indebolito clan passò a suo fratello più giovane Jinbō Yoshiaki e poi a suo figlio Nagamoto.

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venerdì 18 maggio 2018

Periodo Sengoku

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Il periodo Sengoku (戦国時代 Sengoku jidai) o periodo degli stati belligeranti è un periodo di vasta crisi politica che il Giappone dovette fronteggiare dal 1467 e che si protrasse fino al 1603. Fu un'epoca in cui il Giappone era diviso in tanti piccoli feudi costantemente in guerra tra loro.

Gekokujō

Il Giappone era uno Stato amministrato dallo Shogun (il generale più forte, formalmente nominato dall'imperatore, e nei fatti più influente di quest'ultimo); da costui dipendevano i Daimyo, signori locali di rango militare, a cui dava in amministrazione vaste porzioni di terra appartenenti allo Stato. I feudi erano dei centri di potere autonomi: avevano propri emissari doganali e tributari, un proprio codice di leggi penali, economiche e finanziarie (conosciuti come "codici della Casa") e potevano contare solo su sé stessi per imporsi sui vicini più deboli. Solo una trentina di feudi, su circa 250, erano abbastanza potenti all'inizio del XVI secolo.
Sebbene lo Shogunato Ashikaga avesse ereditato la struttura politica e amministrativa dello Shogunato Kamakura, istituendo un governo di sovrani guerrieri in base agli stessi diritti e doveri sanciti dal codice Jōei nel 1232 e stabiliti dal potente clan Hōjō, esso non fu capace di guadagnarsi la fedeltà di gran parte dei daimyo, soprattutto di quelli più autonomi i cui domini erano molto lontani dalla capitale Kyōto; questi feudi, sebbene in passato non avessero goduto di grande potere, avevano ora iniziato ad esercitare una forte influenza politica e militare, tanto da minacciare la stabilità dello shogunato, chiamato anche Bakufu, e metterne in discussione l'autorità: il processo che portò a questo nuovo equilibrio di potere viene detto in giapponese gekokujo (下克上 gekokujō), che letteralmente significa "i subordinati prevaricano i superiori".

Storia del periodo Sengoku

Le origini

L'inizio dell'Era Sengoku si ebbe con lo scoppio della guerra di Onin (1467-1477) durante la quale le continue rivolte dei Daimyo assestarono duri colpi alle fondamenta del potere amministrativo del Giappone, fino allora detenuto dallo Shogunato Ashikaga. Ogni Daimyo fondò un proprio Stato, in guerra con tutti gli altri, armato con un proprio esercito, formato da migliaia di uomini, spesso contadini reclutati nei propri appezzamenti. Le guerre sempre più cruente e devastatrici aumentavano nel corso degli anni e alla fine del 1550, si arrivò ad avere un numero largamente ridotto dei daimyo ancora al potere, che passò da 300 a meno di 20.

Le battaglie e il processo di unificazione

Tra le numerose battaglie combattute sono da menzionare quella tra il clan Takeda e quello Uesugi, quelle di Tokugawa Ieyasu, che unificò la parte est del Giappone e le guerre di Oda Nobunaga (1534 - 1582), sotto il cui controllo il Giappone ritrovò la via dell'unificazione parziale ma non certo senza spargimenti di sangue.
Con l'assassinio di Nobunaga, per mano di Akechi Mitsuhide, Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi si spartirono le province, cosa che comportò l'inizio di una nuova guerra civile. Hideyoshi, che non poteva assumersi la guida totale del paese a causa delle proprie umili origini scelse per sé un appellativo meno altisonante ma di egual potere: "reggente dell'Imperatore" ossia kanpaku; intorno al 1590 Hideyoshi inizia le Campagne di Corea ufficialmente per ampliare l'impero ma in realtà con lo scopo di indebolire i propri avversari politici impegnandoli in una guerra all'estero. Inizialmente i samurai giapponesi ebbero la meglio ma quando la Cina iniziò ad impegnarsi nel conflitto il sogno di conquista svanì. Hideyoshi morì e fu formato il Consiglio dei Cinque Reggenti con lo scopo di consegnare l'impero al proprio erede quand'egli sarebbe stato maggiorenne. Il Consiglio dei Reggenti era in sostanza un senato speciale composto da cinque daimyo, i più potenti, reciproci avversari che non sarebbero mai stati d'accordo tra di loro e che non si sarebbero lasciati manovrare da altri sia interni che esterni al consiglio. Hideyoshi aveva calcolato bene la nomina dei cinque rappresentanti ma ne aveva sottovalutato uno: Tokugawa Ieyasu. Dopo mille peripezie, intrighi e colpi di scena nel giro di due anni dalla morte di Hideyoshi l'impero era nuovamente spaccato.

Tokugawa Ieyasu e la fine del periodo Sengoku

I rappresentanti delle due fazioni contrapposte erano Tokugawa Ieyasu con circa ottantamila samurai e Ishida Mitsunari, anch'egli membro del Consiglio, con centodiecimila uomini a disposizione. Nella storica e famosa battaglia di Sekigahara del 1600 persero la vita circa quarantamila samurai, prevalentemente di Ishida, e Ieyasu trionfante, essendo la forza politica predominante in grado di esercitare la propria autorità e controllo sui daimyo, pose fine al periodo più sanguinoso della storia dell'Impero. La carica di Shogun venne "concessa" a Ieyasu dall'imperatore Go-Yōzei nel 1603 dando così vita allo shogunato Tokugawa. Il 1603 è anche la data in cui, convenzionalmente, si conclude il periodo Sengoku e inizia il periodo Edo. I Tokugawa amministreranno il Giappone fino alla seconda metà del XIX secolo.
Oda Nobunaga, con Tokugawa Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi, sono tra gli eroi più famosi del Giappone, conosciuti anche come i tre unificatori; in particolar modo Oda è passato alla storia per la sua incredibile abilità militare, per le sue aperture alle correnti occidentali (compreso il Cristianesimo), ma anche per la sua grande ferocia e mancanza di pietà.

Battaglie principali

  • Battaglia di Tachigawara (1504)
  • Battaglia di Nyoigatake (1509)
  • Battaglia di Nagamorihara (1510)
  • Assedio di Arai (1516)
  • Battaglia di Arita-Nakaide (1517)
  • Tumulto Ningbo (1523)
  • Battaglia di Katsugarawa (1527)
  • Battaglia di Tatenawate (1530)
  • Guerra di Kyoroku (1531)
  • Battaglia di Daimotsu (1531)
  • Assedio di Iimoriyama (1532)
  • Assedio di Sakai (1532)
  • Assedio di Yamashina Hoganji (1532)
  • Battaglia di Un no Kuchi (1536)
  • Battaglia di Sanbuichigahara (1536)
  • Incidente Hanakura (1536)
  • Assedio di Musashi-Matsuyama (1537)
  • Battaglia di Kōnodai (1538)
  • Assedio di Koriyama (1540 - 1541)
  • Prima battaglia di Azukizaka (1542)
  • Assedio del castello di Toda (1542 - 1543)
  • Ribellione Utsuro (1542 - 1548)
  • Battaglia/assedio di Kawagoe (1545-1546)
  • Battaglia di Odaihara (1546)
  • Seconda battaglia di Azukizaka (1548)
  • Battaglia di Uedahara (1548)
  • Assedio di Toishi (1550)
  • Prima battaglia di Anegawa (1550)
  • Battaglia di Kaizu (1552)
  • Battaglie di Kawanakajima (1553-1555-1557-1561-1564)
  • Battaglia di Okehazama (1560)
  • Seconda battaglia di Anegawa (1570)
  • Primo assedio di Nagashima (1571)
  • Battaglia di Mikatagahara (1573)
  • Secondo assedio di Nagashima (1573)
  • Terzo assedio di Nagashima (1574)
  • Battaglia di Nagashino (1575)
  • Battaglia di Tedorigawa (1577)
  • Invasione di Shikoku (1585)
  • Assedio di Odawara (1590)
  • Battaglia di Sekigahara (1600)
  • Assedio di Fushimi (1600)
  • Battaglia del castello Gifu (1600)
  • Assedio di Ueda (1600)
  • Assedio di Osaka (1615)



Personaggi di rilievo

Daimyo

  • Oda Nobunaga
  • Toyotomi Hideyoshi
  • Tokugawa Ieyasu
  • Azai Nagamasa
  • Chōsokabe Motochika
  • Date Masamune
  • Hōjō Sōun
  • Imagawa Yoshimoto
  • Katō Kiyomasa
  • Maeda Toshiie
  • Miyoshi Nagayoshi
  • Mōri Motonari
  • Ōtomo Sōrin
  • Saitō Dōsan
  • Sanada Masayuki
  • Shimazu Yoshihiro
  • Takeda Shingen
  • Uesugi Kenshin
  • Ukita Hideie

Altri personaggi rilevanti

  • Kamiizumi Nobutsuna
  • Akechi Mitsuhide
  • Fukushima Masanori
  • Fūma Kotarō
  • Hattori Hanzō
  • Honda Tadakatsu
  • Ii Naomasa
  • Ishida Mitsunari
  • Ōtani Yoshitsugu
  • Katō Kiyomasa
  • Maeda Keiji
  • Miyamoto Musashi
  • Mori Ranmaru
  • Naoe Kanetsugu
  • Oda Nobutada
  • Saika Magoichi
  • Sanada Nobuyuki
  • Sanada Yukimura
  • Sasaki Kojirō
  • Shibata Katsuie
  • Shima Sakon
  • Nōhime
  • Oichi
  • Komatsuhime
  • Chikurin-in
  • Hosokawa
  • Kyoshiro Mizutawa

Il periodo Sengoku nell'arte e nei media

Le vicende del periodo Sengoku sono state fonte di ispirazione per moltissimi artisti e letterati sia contemporanei che vissuti nei secoli successivi fino all'epoca moderna e contemporanea.
Durante il periodo Sengoku sono stati ambientati alcuni celebri jidai-geki come I sette samurai, Kagemusha e Ran del regista Akira Kurosawa.
Le stesse vicende sono state d'ispirazione anche per molti autori di manga: è durante questa epoca che vengono ambientate le avventure narrate nei manga Inuyasha, Tenjo Tenge, Sengoku Basara, Brave 10, Keiji il magnifico ed altri.
Lo studio di sviluppo videoludico The Creative Assembly ha ambientato due dei sette capitoli usciti ad oggi della saga Total War nel Giappone dell'epoca Sengoku, intitolati Shogun e Shogun 2
In uno scenario del videogioco strategico a turni Civilization III Conquests ci si può immedesimare in uno dei tanti clan in lotta per il dominio sul Giappone.

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giovedì 17 maggio 2018

Shogunato Ashikaga

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Lo shogunato Ashikaga (足利幕府 Ashikaga bakufu, 1336—1573) è il nome dato all'epoca di dominio della dinastia di shōgun del Clan Ashikaga, che governarono il Giappone dal 1336, anno in cui Ashikaga Takauji ricevette tale titolo dall'Imperatore Kōmyō che egli stesso aveva messo sul trono al posto dell'Imperatore Go-Daigo, al 1573, anno in cui Oda Nobunaga cacciò definitivamente lo shōgun da Kyōto. L'epoca corrispondente allo shogunato Ashikaga è nota come periodo Muromachi, dal nome del quartiere di Kyōto in cui dal terzo shōgun (Yoshimitsu) in poi lo shōgun aveva la sua residenza.
In parte a causa del fatto che Ashikaga Takauji nel diventare shōgun aveva usufruito dell'appoggio dell'Imperatore Kōmyō contro lo shogunato Kamakura, gli Ashikaga condivisero molto del loro potere con gli imperatori rispetto ai loro predecessori. Perciò, lo shogunato Ashikaga è stato storicamente considerato molto più debole degli altri due. In effetti, molta della forza degli shōgun in questo periodo derivava dalla fedeltà dei daimyō provinciali, e questi erano spesso in lotta tra loro per l'egemonia regionale. Alla fine dell'epoca Muromachi, l'autorità degli shōgun era ormai solo nominale, e la sua presenza era considerata solo un baluardo contro la presa del potere da parte di un singolo daimyō: durante quello che divenne noto come periodo Sengoku (letteralmente "periodo degli stati combattenti", corrispondente all'ultima parte del periodo Muromachi), diversi generali marciarono in direzione di Kyōto e furono sconfitti da coalizioni di altri daimyō. Durante il periodo Sengoku lo shōgun era inoltre spesso manovrato dal kanrei del Kantō, una posizione simile a quella di vice-shōgun e che veniva generalmente concessa al daimyō che aiutava lo shōgun a insediarsi.
Lo shogunato Ashikaga cadde definitivamente quando Oda Nobunaga si rivoltò contro Ashikaga Yoshiaki, che egli stesso aveva aiutato a insediarsi, e lo cacciò da Kyōto. Yoshiaki ricevette la protezione del clan Mori e continuò a vivere isolato nel Giappone occidentale; in seguito Toyotomi Hideyoshi gli chiese di adottarlo e proclamarlo 16º shōgun Ashikaga, ma Yoshiaki rifiutò. Non considerata un pericolo dai successivi shōgun Tokugawa, la famiglia Ashikaga divenne un clan di daimyō di Kitsuregawa (l'attuale città di Sakura nella prefettura di Tochigi), ed i suoi discendenti esistono ancora oggi.

Lista di shōgun

  1. Ashikaga Takauji (1305–1358) (shōgun 1338–1358)
  2. Ashikaga Yoshiakira (1330–1368) (shōgun 1359–1368)
  3. Ashikaga Yoshimitsu (1358–1408) (shōgun 1368–1394)
  4. Ashikaga Yoshimochi (1386–1428) (shōgun 1395–1423)
  5. Ashikaga Yoshikazu (1407–1425) (shōgun 1423–1425)
  6. Ashikaga Yoshinori (1394–1441) (shōgun 1429–1441)
  7. Ashikaga Yoshikatsu (1434–1443) (shōgun 1442–1443)
  8. Ashikaga Yoshimasa (1436–1490) (shōgun 1449–1473)
  9. Ashikaga Yoshihisa (1465–1489) (shōgun 1474–1489)
  10. Ashikaga Yoshitane (1466–1523) (shōgun 1490–1493, 1508–1521)
  11. Ashikaga Yoshizumi (1480–1511) (shōgun 1495–1508)
  12. Ashikaga Yoshiharu (1510–1550) (shōgun 1522–1547)
  13. Ashikaga Yoshiteru (1536–1565) (shōgun 1547–1565)
  14. Ashikaga Yoshihide (1540–1568) (shōgun 1568)
  15. Ashikaga Yoshiaki (1537–1597) (shōgun 1568–1573)
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mercoledì 16 maggio 2018

Shogunato Kamakura

HISTORIA DE JAPÓN: La era y el Shogunato KAMAKURA - YouTube


Lo shogunato Kamakura (鎌倉幕府 Kamakura bakufu), o "di Kamakura", è il nome dato alla dinastia di shōgun del clan Minamoto che governarono il Giappone dal 1192, anno in cui Minamoto no Yoritomo ricevette tale titolo dall'imperatore Go-Shirakawa, al 1333, anno in cui Kamakura fu espugnata dalle truppe di Nitta Yoshisada, il reggente Hōjō Moritoki e il reggente claustrale Hōjō Takatoki si tolsero la vita, e l'ultimo shōgun della dinastia, il principe Morikuni, abdicò ritirandosi a vita monastica, e morendo poco dopo.
La dinastia prese il nome dalla capitale da loro scelta, Kamakura.

Shōgun

  1. Minamoto no Yoritomo (1147-1199) (shōgun 1192-1199)
  2. Minamoto no Yoriie (1182-1204) (shōgun 1202-1203)
  3. Minamoto no Sanetomo (1192-1219) (shōgun 1203-1219)
  4. Kujo Yoritsune (1218-1256) (shōgun 1226-1244)
  5. Kujo Yoritsugu (1239-1256) (shōgun 1244-1252)
  6. Principe Munetaka (1242-1274) (shōgun 1252-1266)
  7. Principe Koreyasu (1264-1326) (shōgun 1266-1289)
  8. Principe Hisaaki (1276-1328) (shōgun 1289-1308)
  9. Principe Morikuni (1301-1333) (shōgun 1308-1333)

Shikken

  1. Hōjō Takatoki 1303-1333 (shikken 1316-1326)
Durante lo shogunato, il ruolo di primo ministro (o meglio di capo del governo, il Mandokoro) era detto shikken (執権); il ruolo fu affidato alla famiglia Hōjō, imparentata con gli imperatori. Alla morte di Yoritomo, Hōjō Tokimasa detenne il potere per alcuni anni prima che Yoriie fosse investito shōgun, e alla morte di questi fu in grado di far eleggere Sanetomo, figlio di Yoritomo e di Hōjō Masako, come suo successore, rinforzando l'influenza del clan e assicurandosi l'ereditarietà della posizione di shikken, che spesso divenne più potente di quella degli shōgun.

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martedì 15 maggio 2018

Clan Hōjō

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Il clan Hōjō (北条氏 Hōjō-uji) fu una influente famiglia di reggenti (shikken) dello shogunato di Kamakura. Loro capostipite fu Tokiie, discendente del clan Taira, la cui famiglia prese poi il nome dal villaggio di Hōjō nella provincia di Izu, che verso la fine del periodo Heian era il feudo della famiglia.
Il clan trovò la sua fortuna quando nel 1160 Minamoto no Yoritomo, capo del potente clan Minamoto, fu esiliato a Hirugashima, parte della provincia di Izu, in seguito alla conclusione della ribellione di Heiji; Yoritomo fu accolto dal clan, e nel 1179 sposò Hōjō Masako, figlia del capo clan Hōjō Tokimasa. Il clan scese così in guerra al fianco di Yoritomo nella guerra Genpei, e lo supportò economicamente nel riarmo del clan Minamoto.
Dopo la guerra Yoritomo rimase il dominatore indiscusso del Paese, e venne nominato shōgun; istituì un governo shogunale, il cui consiglio, detto Mandokoro, era inizialmente il consiglio di famiglia del clan Minamoto. La posizione di capo del Mandokoro, o shikken, fu concessa da Yoritomo a suo suocero e alleato Hōjō Tokimasa.
Inizialmente un altro importante organo di governo dello shogunato era il Samurai-dokoro, con funzioni di tribunale e consiglio di guerra, la cui presidenza (別当 bettō) Yoritomo concesse ad un altro suo alleato, Wada Yoshimori; dopo la sconfitta del clan Wada nel 1180 la posizione di bettō fu assunta dallo shikken Yoshitoki, figlio di Tokimasa.
Già a partire dal successore di Yoritomo, Yoriie, lo shikken si dimostrò più potente dello stesso shōgun.
All'inizio il posto di shikken fu occupato dal tokusō, il capo del clan Hōjō; Hōjō Tokiyori separò i ruoli, ed il potere fu condiviso tra i due ruoli, sebbene generalmente il tokusō fosse più influente.
Dunque la famiglia Hôjô continuò a detenere la carica di shikken e di fatto esercitò il potere effettivo in Giappone per circa 130 anni finché Ashikaga Takauji, uno dei generali dello shogunato, finì per schierarsi con l'imperatore Go-Daigo e contro lo shogunato Kamakura, sostenendo Nitta Yoshisada nell'espugnare Kamakura e ponendo così fine allo shogunato e al governo degli Hōjō; durante l'assedio, nel 1333, Hōjō Takatoki, l'ultimo shikken si suicidò con la sua famiglia, mentre la città di Kamakura veniva incendiata.
In seguito una famiglia di samurai, imparentati con loro per via femminile, assunse il loro cognome divenendo un nuovo clan Hōjō (ovvero Go-Hōjō), detti anche Odawara Hōjō.

Albero genealogico

Tokiie, discendente da Koretoki, del clan Taira
Tokimasa (+ 1215), primo Shikken, ovvero reggente [1203-1205]
Yoshitoki, reggente [1205-1224]
Yasutoki, reggente [1224-1242]
Tokiuji
Tsunetoki, reggente [1242-1246]
Tokiyori (+ 1262), reggente [1246-1256]
Tokimune, reggente [1268-1284]
Sadatoki (+ 1311), reggente [1284-1301]
Takatoki (+ 1333), ultimo reggente [1311-1333]
Munemasa
Morotoki, reggente [1301-1311]
Masako = Minamoto no Yoritomo (1147–1199), capo del clan Minamoto e shogun

Membri influenti del clan

  • Hōjō Masako
  • Hōjō Sanetoki
  • Hōjō Takatoki

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lunedì 14 maggio 2018

Bakufu

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Il termine Bakufu (幕府) veniva usato in Giappone per indicare il governo militare dello shōgun; è quindi sinonimo di shōgunato e significa letteralmente "governo della tenda", in omaggio alle tende in cui vivevano i militari durante le campagne militari.
La parola fu importata dalla Cina, dove indicava il Quartier Generale della Guardia Imperiale della dinastia Táng. In effetti, agli inizi del suo uso, intorno al X secolo, il termine fu utilizzato per indicare non lo shōgunato, ma la residenza dei comandanti della Guardia Imperiale Giapponese. Il termine fu poi applicato da Minamoto no Yoritomo al suo palazzo di Kamakura, e poi venne infine a significare il governo militare stesso.
I tre bakufu della storia giapponese sono:
  • Kamakura Bakufu (鎌倉幕府), noto come Shogunato Kamakura (1192-1333);
  • Muromachi Bakufu (室町幕府), noto come Shogunato Ashikaga (1336-1573);
  • Edo Bakufu (江戸幕府), noto come Shogunato Tokugawa (1603-1867)
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domenica 13 maggio 2018

Katanuki


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Katanuki (カタヌキ oo 型抜き), let. taglio del cubetto in italiano, è una festività giapponese in cui un cubetto zuccherato realizzato con farina di grano, zucchero e amido è scolpito con un aghetto o coltellino per dargli la forma di un animale o di un petalo di ciliegio () o altro. Chi meglio scolpisce una figura, tra i partecipanti, riceve un premio.

Visione

Il nome ufficiale del katanuki è katanukigashi (型抜き菓子), let. caramella cubettosa, ma è comunemente abbreviato in katanuki (カタヌキ) o ancor più semplicemente nuki (ヌキ). Sebbene sia detta caramella cubettosa, non la si può mangiare. Il materiale grezzo è ingrediente alimentare, ma non è buono da mangiare, offre pochissimi nutrienti ed è anche rischioso per la salute - si rischia di strozzarsi.
Katanuki un tempo indicava i beni portati dai tekiya (venditori ambulanti) negli ennichi (giorni di celebrazione Shinto auspiciosi), sebbene oggigiorno questa pratica sia meno comune. In tempi remoti, indicava una mostra di quadri storici (駄菓子屋).
Le statuine ricavate dai cubetti sono vendute in pasticcerie e negozi di dolcumi, ma raramente.

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sabato 12 maggio 2018

Stretching

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Stretching è un termine della lingua inglese (che significa allungamento, stiramento) usato nella pratica sportiva per indicare un insieme di esercizi finalizzati - sia come complemento ad altri sport che come attività fisica autonoma - al miglioramento muscolare.
Gli esercizi di stretching coinvolgono muscoli, tendini, ossa e articolazioni ed in gran parte consistono in movimenti di allungamento muscolare.
Sebbene molto diffuso, anche come pratica fai-da-te, lo stretching è considerato controverso: benefici e l'utilità sono molto dibattuti e perfino negati da alcuni esperti e studiosi di medicina sportiva, mentre la sua pratica è potenzialmente dannosa se non praticata in maniera corretta e costante.

Fisiologia dello stretching

I muscoli compiono la loro azione principalmente in due modi opposti: contraendosi e rilassandosi. Un muscolo adeguatamente stimolato si contrae, appena viene interrotta la stimolazione si rilascia. In relazione alla loro funzione quasi tutti i muscoli hanno una controparte complementare:
  • estensori e flessori
  • adduttori e abduttori
  • intrarotatori ed extrarotatori
Quando un flessore (ad esempio il bicipite brachiale) si contrae, il corrispondente estensore (il tricipite brachiale) si rilascia, e viceversa. A volte è vero, ma altre no.
Quando un muscolo raggiunge in un tempo troppo ridotto il massimo allungamento, reagisce con un meccanismo di difesa detto riflesso miotatico, che consiste in una contrazione muscolare non volontaria attuata al fine di proteggere il tessuto muscolare e connettivo da eventuali danni. Tanto più veloce sarà l'allungamento, tanto più intensa sarà la risposta del riflesso miotatico. Alla contrazione di un muscolo agonista, per effetto del fenomeno dell'innervazione reciproca o legge di Sherrington, corrisponderà un rilasciamento del suo antagonista e viceversa.

Tipi di stretching

A seconda della dinamica utilizzata si possono definire diverse tipologie di stretching:

Stretching balistico

È una tecnica di allungamento muscolare obsoleta, molto utilizzata negli anni '70 e '80 che consiste nel fare oscillare ripetutamente e in maniera incontrollata gli arti o il busto nel tentativo di forzare l'allungamento muscolare oltre il suo normale raggio di movimento. Questo movimento oscillatorio è del tutto controproducente in quanto attiva in maniera molto forte il riflesso miotatico, che nei casi più accentuati può portare a strappi e stiramenti.

Stretching dinamico

Questa tecnica assomiglia allo stretching balistico, ma differisce da essa nella modalità di esecuzione degli esercizi. Il concetto è sempre quello di far oscillare gli arti o il busto, ma in maniera controllata e lenta, quindi senza ricorrere a slanci e scatti come avviene diversamente invece nello stretching balistico.
Il movimento consiste nello slanciare in una determinata direzione gli arti in maniera controllata e lenta arrivando a sfruttare gradatamente tutta l'ampiezza concessa dall'articolazione, evitando l'effetto rimbalzo o il molleggio che causano l'attivazione del riflesso miotatico portando il muscolo a reagire contraendosi anziché distendersi.

Stretching statico passivo

Consiste nell'assumere una posizione ben precisa e mantenerla rilassando il muscolo interessato per un certo tempo, in genere dai 20 ai 30 secondi, mediante il supporto di un partner, senza quindi la contrazione dei muscoli agonisti (complementari a quelli che si distendono).

Stretching statico attivo

Consiste nell'assumere e mantenere una posizione rilassando il muscolo interessato per un tempo di 20-30 secondi senza l'aiuto di un partner.
Questo tipo di allungamento prevede due fasi:
  • fase di pre-allungamento si assume la postura lentamente, inspirando prima del movimento ed espirando durante il movimento per assumere la postura voluta. Raggiunta la posizione, si mantiene per una durata massima di 10 secondi senza raggiungere l'allungamento massimo del muscolo interessato
  • fase di sviluppo - si porta il muscolo interessato al massimo allungamento, senza oltrepassare la soglia del dolore, inspirando prima del movimento ed espirando durante il movimento. Assunta la posizione di massima estensione si mantiene per un massimo di 20 secondi.

Stretching isometrico

  • PNF - Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation
Ovvero "facilitazione propriocettiva neuromuscolare". Questo sistema è composto da quattro fasi:
  1. Massimo allungamento graduale e lento del muscolo
  2. Contrazione isometrica per circa 15 - 20 secondi (in posizione di allungamento)
  3. Rilassamento di circa 5 secondi
  4. Ulteriore allungamento del muscolo contratto precedentemente per almeno 30 secondi
  • CRAC - Contract Relax Agonist Contract
Cioè "contrazione, rilassamento e contrazione dei muscoli antagonisti". Si differenzia dal PNF nella fase finale dell'allungamento. Prevede la contrazione dei muscoli antagonisti a quelli che si stanno allungando. In questo metodo si sfrutta il fenomeno della inibizione reciproca, che facilita il rilassamento del muscolo agonista.
  • CRS - Contract Relax Stretch
Cioè "contrazione, rilassamento e stretching". Questo sistema è basato su una contrazione isometrica del muscolo 10 - 15 secondi, seguita da un rilassamento di 5 secondi e un successivo allungamento.

Effetti dello stretching

In generale lo stretching (escludendo il tipo balistico) riduce la tensione muscolare, migliora la coordinazione e la propriocezione (cioè la presa di coscienza del proprio corpo), previene traumi muscolari e tendinei, e migliora l'escursione articolare.
Tuttavia, l'allenamento a mantenere un allungamento per lunghi periodi genera una assuefazione del fuso del muscolo, riducendo il segnale che genera il riflesso dell'allungamento. Riducendo la soglia del riflesso miotatico vi è la potenziale possibilità di favorire certi tipi di traumi, specialmente se si effettua lo stretching prima di una gara.
Secondo uno studio dell'esercito statunitense gli sportivi molto flessibili e quelli scarsamente flessibili hanno una probabilità più che doppia di incorrere in infortuni rispetto a chi ha una flessibilità nella media.
Dunque è ragionevole suggerire una moderazione nelle attività di allungamento, ed un controllo del programma di allenamento da parte di personale qualificato.
Per poter allenare correttamente la flessibilità è necessario sviluppare parallelamente FORZA e FLESSIBILITÀ. L'allenamento alla Forza finalizzato allo sviluppo di una buona flessibilità è realizzato mediante gli esercizi "dinamici di forza" che consistono in alte ripetizioni e bassi carichi di movimenti effettuati dal distretto muscolare che si vuole allenare con lo stretching e vanno sempre eseguiti al massimo grado di apertura concesso da ogni singola articolazione e in modo lento. Questo tipo di preparazione è necessaria per aumentare la resistenza muscolare e la forza del tessuto connettivo associato al muscolo diminuendo i rischi di sovrallenamento ed eventuali microlesioni che potrebbero derivare da un avventato utilizzo di esercizi di allungamento. Inoltre è importante, se non fondamentale, tener presente che per ottenere i migliori risultati da un allenamento di stretching è indispensabile rispettare una corretta sequenza negli esercizi; La sequenza che produce il miglior effetto allenante è:
  1. Esercizi di stretching DINAMICO;
  2. Esercizi DINAMICI DI FORZA (bassi carichi/alte ripetizioni);
  3. Esercizi di stretching PNF ISOMETRICO;
  4. Esercizi di stretching RILASSATO;

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