domenica 31 maggio 2020

Il coltellino è una buona arma difensiva?


No.


La lama di un coltellino è piccola, leggera, e raramente può essere bloccata. È meglio dei pugni nudi, certo, ma non la definirei una buona arma.
Ora non descriverei alcun coltello come una buona arma di difesa. I coltelli sono abbastanza corti per essere usati a questo scopo, ti troverai a una distanza di lotta, il che significa che se lui è più grande e più forte di te, avrai comunque dei momenti di difficoltà.
Un buon coltello da combattimento/pugnale avrà una lama fissa da qualche parte tra la lunghezza della mano e la lunghezza dell'avambraccio e avrà almeno un bordo completo. Come un baselardo.


Un coltellino, pur avendo un bordo pieno, in realtà non soddisfa questi requisiti nel complesso.
Qualcosa come un Gerber Evo è un po' meglio, con una lama leggermente più lunga che si blocca, ma ancora non la definirei una buona arma difensiva.


Una buona arma difensiva può fermare in modo affidabile una minaccia, ferirlo prima che possa ferirti, è facile da trasportare e non si basa sulla forza principale in modo che sia altrettanto efficace se usato da donne, vecchi e infermi così come da giovani in forma.



sabato 30 maggio 2020

Una katana giapponese è in grado di tagliare di netto un fucile della Seconda Guerra Mondiale?


Fortunatamente, i MythBusters (Coloro che combattono i Miti) hanno già fatto questo esperimento.

Eccoli i Mythbusters

Nel loro test, hanno provato a verificare il mito secondo cui i soldati giapponesi potevano tagliare le canne delle mitragliatrici americane con le loro katane.

Soldato giapponese con katana

Soldato americano con mitragliatrice

Ciò che hanno scoperto è che in nessun caso le canne di una normale mitragliatrice possono essere recise a metà solo con un colpo di katana.
Come loro consuetudine, hanno spinto il mito all'estremo, e hanno compiuto l'esperimento usando una pistola mitragliatrice Thompson, molto più piccola di una normale mitragliatrice

Pistola mitragliatrice Thompson

E quello che ottennero fu lo stesso esatto risultato.
Tieni presente che hanno provato tutte le possibilità, inclusa la simulazione del riscaldamento e del raffreddamento di una canna della pistola mitragliatrice facendo rapidamente fuoco.

Raffreddamento della pistola mitragliatrice dopo lo sparo

Ciò dimostra che non è possibile tagliare una canna di mitragliatrice a metà con una katana, anche con una canna piccola come quella di una mitragliatrice Thompson.
Ci sono diversi motivi per cui una katana non può tagliare un'arma da fuoco a metà.
Il primo motivo ha a che fare con la katana stessa.

Katana

Le Katane sono generalmente realizzate in acciaio di scarsa qualità, motivo per cui l'acciaio ha dovuto essere piegato più volte durante la produzione.

Katana in produzione

Questo le rende più dure, e anche più fragili, anche se in condizioni normali non si fratturano facilmente.
D'altra parte, le pistole sono realizzate con materiali molto più robusti poiché devono resistere a stress continui ed elevati.


Si sa che quando un materiale fragile incontra un materiale più duro, il risultato è che il materiale fragile viene fatto a pezzi.
Poi c'è il fatto che la maggior parte delle armi della Seconda Guerra Mondiale sono solitamente fresate, il che significa che hanno più materiale delle moderne armi da fuoco, che di solito sono stampate.

Fresato vs stampato

Ciò significa che mentre forse potresti tagliare a metà un'arma moderna, non puoi assolutamente tagliare a metà un fucile della Seconda Guerra Mondiale.
MITO…SMENTITO!


venerdì 29 maggio 2020

Perché le potenze imperiali Europee non conquistarono il Giappone, come fecero con tutte le altre nazioni del Pacifico e dell'Indo-Cina, tra il XVII ed il XIX secolo?


Le ragioni sono molteplici. Tra queste vi è che il Giappone era uno stato unitario, dotato di un proprio esercito e soprattutto la marginalità strategico-economica del Giappone nell'Asia dei secoli XVI-XIX. Perciò Olandesi , portoghesi E russi si limitarono al piccolo commercio con il GIAPPONE, che tra l'altro era un paese molto chiuso agli stranieri. Il colonialismo portoghese, olandese e russo era affidato a piccoli avventurieri che non avrebbero potuto conquistare un paese in armi contro di loro. Loro erano abituati a sopraffare piccoli regoli e sultani locali o popolazioni indigene primitive, come nel caso dei russi. Il Giappone attrasse l'interesse delle potenze coloniali solo verso la metà dell'Ottocento ( periodo bakumatsu.) e rapidamente si modernizzo, divenendo una potenza regionale, difficile da sconfiggere se non con alti costi per le nazioni Occidentali. Addirittura, già nel 1904-1905 riuscirono a sconfiggere, con estrema facilità l'impero russo, considerato all'epoca una potenza militare di media importanza, entrando così il Giappone nella lista delle potenze militari dell'era moderna.


I portoghesi arrivarono per primi in Giappone nel 1543. Mostrarono i loro archibugi esplosivi. Il daimyo locale li copiò immediatamente. Ma c'era una segreto per sigillare la culatta. Così hanno corrotto un armaiolo Portoghese con soldi ed una moglie per far insegnare agli armaioli giapponesi come rilegare le culatte. Nel giro di pochi anni le armi proliferarono nell'arcipelago Giapponese.
Dunque nel 1596, un galeone Spagnolo da Manila diretto ad Acapulco si fermò in terra Giapponese. L'equipaggio venne arrestato ma trattato bene. Il daimyo locale invitò gli ufficiali a cena, una volta servito il sakè, gli spagnoli non rimasero in silenzio. Si vantarono con i giapponesi di aver conquistato svariati paesi inviando prima i missionari a convertire il popolo, poi in seguito mandando soldati e burocrati.
I giapponesi trascrissero l'interrogatorio e lo sottoposero a Hideyoshi, il supremo signore della guerra del Giappone, che iniziò le persecuzioni dei cristiani. Successivamente la dinastia Tokugawa prese il potere e decretò la politica del Sakoku.


giovedì 28 maggio 2020

Com'è Tokyo


Tokyo è strana. Sembra una città costruita dagli alieni che hanno visto Londra e New York attraverso un telescopio sfocato. Per esempio.....
  • Le strade di Tokyo non hanno nomi. Per niente. I quartieri hanno nomi, ma le strade sono solo gli spazi tra i quartieri. E su ogni quartiere, gli edifici sono numerati non in ordine, ma nell'ordine in cui sono stati costruiti.
  • Quasi nessuno a Tokyo parla inglese. Il che è tanto più strano in quanto quasi tutti i negozi di alta gamma hanno nomi inglesi.
  • A Tokyo si può fumare nella maggior parte degli edifici pubblici. Quello che non si può fare, però, è fumare nei parchi, o per strada. Seriamente. Le strade hanno cartelli "No Smoking", e all'ingresso della maggior parte dei parchi vedrete gruppi di uomini in un'area designata che sbuffano via furiosamente prima che entrino.



  • Tokyo ha la rete di trasporto sotterraneo più trafficata al mondo. Non è d'aiuto il fatto che ogni linea sembra essere gestita da una compagnia diversa. Quindi sei in piedi accanto alla sbarra del biglietto e metti i tuoi soldi nella biglietteria automatica e prendi il tuo biglietto. Ma il biglietto non viene accettato, perché il biglietto in questa biglietteria automatica è per quella barriera laggiù, non per quella accanto.
  • Nessuno parla della metropolitana di Tokyo. Letteralmente. Anche gli annunci sono sussurrati.
  • C'è un uomo alla stazione di Shinjuku che sembra essere impiegato per inchinarsi ad ogni treno che entra nella stazione.

  • Lo spazio commerciale al piano terra è così costoso e con un'offerta così scarsa che la maggior parte delle aziende non può permetterselo. Ecco perché si vedono le insegne dei negozi che sono su tutti gli edifici principali, che stanno segnando i negozi di quel piano. Anche McDonald's tende ad essere di sopra.

  • Pachinko è un gioco d'azzardo molto popolare. Ognuna delle centinaia di sale di pachinko ha file e file di uomini che alimentano cuscinetti a sfera metallica in una slot machine. La loro mano destra poggia su un quadrante che gira frazionatamente a sinistra o a destra per guidare il percorso della palla mentre entra nella macchina. Il rumore di tutte queste sfere è assordante. Se vincono, vengono ricompensati con una cascata di cuscinetti a sfera, che mettono in un secchio sul pavimento. Ma il gioco d'azzardo è illegale a Tokyo. Fortunatamente, c'è un negozio vicino ad ogni sala di pachinko che compra cuscinetti a sfera.

  • Il design grafico a Londra è discreto e autorevole. Il design grafico a Tokyo sembra tutto come se fosse stato realizzato da uno studente di una scuola.
  • La pubblicità è ovunque ed estremamente invadente. Tutto urla per attirare l'attenzione ovunque tu vada. Nei grandi magazzini di elettronica la pubblicità pende dal soffitto, viene stampata sul pavimento, viene incollata tra i gradini delle scale mobili. E' travolgente.

  • E' risaputo che i giapponesi hanno difficoltà a distinguere tra L e R nel parlato. Questo si estende anche all'inglese scritto.

  • Una destinazione turistica popolare è il Robot Bar, un frenetico spettacolo al piano pieno di luci travolgenti, suoni, ragazze seminude e robot. Qui c'è il salone dove si aspetta l'ingresso.

  • Detto questo, Tokyo è eccitante, vibrante e affascinante. Ma sembra una città che è stata presa in mano dagli adolescenti. Fa davvero sembrare Londra come una città con storia, gusto e senso del decoro.


mercoledì 27 maggio 2020

Che cos’è il Krav Maga ?

Krav Maga: cos'è e come funziona: guida definitiva - Arti Marziali




Parto un attimo da lontano: Seconda Guerra Mondiale.
I commandos sono sempre esistiti, già gli antichi Romani usavano i batàvi in questo ruolo, ma è in questo conflitto che si sviluppano.
Gli Italiani sono i primi a creare commando di incursori di marina, con la Decima Flottiglia MAS, fondata da Teseo Tesei.
Difficilmente entrano in contatto ravvicinato con il nemico, colpiscono obbiettivi in acqua, a cui si avvicinano in immersione.
Gli Inglesi creano commandos molto spesso aviotrasportati, i Royal Marines Commandos. Dovendo colpire obbiettivi di terra, non è raro il contatto con il nemico, sia per quanto riguarda la neutralizzazione di sentinelle sia durante il ripiegamento.
Serve un metodo di lotta essenziale ed efficace, molte volte mirato ad uccidere l’avversario, ma spesso si preferisce non farlo, perchè, in caso di cattura, non saranno teneri se hai ucciso le sentinelle.
Molto spesso si usa un pugnale con punta molto aguzza, affilatissimo, doppio taglio, bilanciato anche per il lancio, definito appunto coltello da incursore.
Per l’ addestramento di questi uomini, nasce il close combact, ossia combattimento ravvicinato, fondamentalmente unisce la boxe inglese a tecniche di jujitsu e karate.
I vari eserciti lo modificano: i SEALS creano il kokkar, gli iraniani usano un tipo di kung fu, i vietnamiti tecniche di viet vodao o quan ki do…
Gli Israeliani hanno una particolare esigenza: addestrare agenti infiltrati nei territori arabi.
Creano il krav maga, che prevede anche tecniche di disarmo.
Certo, non è facile togliere la pistola di mano a uno e consideriamo che lui spara sempre, perchè ha già il dito sul grilletto, ma ci sono situazioni in cui non hai altra scelta che provare a farlo.
Per farsi sparare con le mani alzate, tanto vale farlo provando a disarmarlo.
Oggi, il 99,999999999999999999999999999999999% degli insegnati di krav maga sono buffoni che si sono improvvisati tali, perchè, non essendo una cosa codificata, io che ho esperienza di quasi 40 anni nelle arti marziali posso far passare per krav maga un sacco di tecniche che ho appreso in altri stili di lotta e così tantissimi altri artisti marziali in Italia, se gli interessasse farlo..
Concludo con un aneddoto curioso: 11 settembre, aereo che colpisce la torre Nord.
Uno dei dirottatori si alza, con un taglierino in mano e taglia la gola al passeggero seduto esattamente davanti a lui, è una hostess a comunicarlo, in una telefonata registrata.
Inizia il dirottamento.
L’ uomo sgozzato era un tenente colonnello delle forze speciali israeliane, espertissimo nel krav maga e lotta a mani nude.
I suoi superiori si diranno certi che avrebbe potuto, da solo, neutralizzare il commando di terroristi.
Come facevano i terroristi a sapere chi era e soprattutto ad avere il posto esattamente dietro di lui, per cui è stato facilissimo sopraffarlo?


martedì 26 maggio 2020

Qual è la principale differenza tra confucianesimo e taoismo?

Il Tao, Confucio e Laozi | laozi | Epoch Times Italia


Non so dire in dettaglio, ma so che Confucio volle rendere onore a Lao Tzu, fondatore del taoismo, andandolo a trovare. La visita finì con Confucio ritiratosi infuriato, schifato e atterrito dal quel maestro umile e schivo ma troppo sapiente per lui, il quale, come i maestri indoari originari, trasmise il sapere senza mai scrivere nulla e detto' i suoi 150 sutra del Tao De Ching quasi sotto tortura alla fine della sua vita.
Confucio era invece un cortigiano e sebbene il suo insegnamento infonda moltissima saggezza, è di gran lunga più "superficiale" di quello laotziano.
Il buddismo man mano che si espandeva in oriente, in primis tibet/cina, esportato dall'India da Bodhidarma, fu naturalmente contaminato dal consimile taoismo e diede luogo al buddismo zen che è considerato la sua massima vetta . Zen è infatti la deformazione linguistica estremo-orientale del termine Dhyāna (in pāli jhāna) che indica "meditazione" traslitterato Chan nell'area cinese e infine Zen in quella giapponese.
Non credo di aver risposto esattamente, ma collocato le due cose in una prospettiva che è bene considerare, indipendentemente da giudizi e preferenze personali.  

lunedì 25 maggio 2020

Il punto principale del confucianesimo


È un sistema di pensiero cardine della filosofia cinese, nato dall'insegnamento di Confucio e dei suoi discepoli, cinque secoli a.C; le norme del Confucianesimo si imperniano sui principi etici, sull'arte del buon governo e su una saggezza pratica, applicata alla qualità delle relazioni sociali.
Il Confucianesimo influenzò il modo di vivere di molti secoli e offrì un fondamento teorico ad alcune teorie e istituzioni politiche radicate in Cina. Da qui si diffuse in Corea, Giappone e Vietnam, divenendo un elemento costante nella cultura dell'Asia orientale e stimolando l'interesse degli studiosi occidentali fin dal momento in cui venne introdotto in Occidente.
Benché sia stato a lungo l'ideologia ufficiale dello stato, il Confucianesimo non fu mai una religione istituzionalizzata con una chiesa e un clero. Confucio infatti non si proclamò mai una divinità, in nessun momento della sua vita.
Gli eruditi cinesi onorarono Confucio come un grande maestro e un saggio ma non lo venerarono mai, benché gli occidentali abbiano identificato a lungo questa venerazione con quel culto degli antenati che è parte integrante della religione cinese.
A differenza delle chiese cristiane, i templi eretti in onore di Confucio non erano luoghi in cui la comunità religiosa si riuniva per pregare, bensì edifici pubblici destinati a cerimonie annuali; la più importante delle quali si svolgeva nel giorno del compleanno del filosofo. I numerosi tentativi di divinizzare Confucio e di interpretare il confucianesimo come una religione, fallirono grazie anche alla natura essenzialmente laica di quella filosofia.
L'attenzione del Confucianesimo all'istruzione ha favorito lo straordinario sviluppo economico del Giappone, di Taiwan, della Corea del Sud e di altri stati dell'Asia orientale e ha contribuito al crescente senso di comunità negli stati asiatici che si affacciano sul Pacifico.
La vittoria del Comunismo cinese nel 1949 mise in rilievo l’incerto futuro del Confucianesimo; molte tradizioni che si basavano sul Confucianesimo vennero soppresse. Fu destituito di ogni importanza per esempio il sistema familiare tenuto in gran conto nel passato, quale fondamentale istituzione confuciana. Durante la rivoluzione culturale di Mao, vennero organizzate campagne ufficiali contro il Confucianesimo.
Nel corso degli ultimi anni, quando il dogma maoista aveva perso la sua presa, il Partito Comunista cinese tornò a sostenere la legittimità del Confucianesimo. Per molto tempo gli studiosi occidentali hanno ammirato il Confucianesimo per la sua sintesi di razionalismo laico e consapevolezza etica.
Più di recente è stato di nuovo considerato - alla luce della sua filosofia, per molti versi ancora moderna - in contrasto con la debolezza delle tradizioni filosofiche occidentali. Nel frattempo alcuni stati moderni dell’Asia, specialmente Singapore, hanno approvato una legislazione fedele ai princìpi confuciani, ispirandosi alla filosofia quale fonte di quei valori asiatici non occidentali che conferiscono maggior rilievo ad un’amministrazione di tipo paternalistico piuttosto che ad una democrazia di tipo pluralista e alla solidarietà sociale più che all’individualismo che caratterizzano il liberalismo e che tende a introdurre divisioni nel campo sociale.
I principi del Confucianesimo si trovano in nove antiche opere stilate da Confucio e dai suoi discepoli, che vissero durante la dinastia Chou, in un'epoca di grande fermento intellettuale. Questi scritti possono essere suddivisi in due gruppi: i "Cinque Classici" e i "Quattro Libri".
Wujing o Cinque Classici, scritti anteriormente all'epoca di Confucio e comprendono il:
Yijing o I Ching - Libro dei mutamenti
Shujing - Libro della storia
Shijing -Libro delle odi
Liji - Libro dei riti
Chunqiu – Annali - primavera-autunno.
Il Yijing o Ching, è un manuale di divinazione basato su 64 esagrammi, compilato probabilmente al tempo della dinastia Shang, prima dell' XI secolo a.C., e la cui sezione filosofica, contenuta in una serie di appendici, potrebbe essere stata scritta successivamente dalla scuola di Confucio.
Lo Shujing è una raccolta di antichi documenti storici.
Lo Shijing è un'antologia di poemi.
Il Liji si concentra sui principi della buona condotta, fra cui quelli che riguardano le cerimonie pubbliche e private. Sebbene sia stato distrutto nel III secolo a.C., molti degli argomenti ivi trattati sono stati salvati nella compilazione sopravvissuta fino alla nostra epoca, che risale alla dinastia Han.
Il Chunqiu, l'unica opera presumibilmente compilata da Confucio stesso, è una cronaca dei principali eventi storici svoltisi nello stato in cui nacque Confucio – Lu - e in altre zone della Cina feudale a partire dall' VIII secolo a.C. fino alla morte di Confucio, avvenuta all'inizio del V secolo a.C.
I Quattro Libri o Sishu, sono un compendio dei detti di Confucio e del filosofo Mencio e delle riflessioni dei discepoli sui loro insegnamenti e comprendono:
Il Lunyu, una raccolta di massime di Confucio che costituisce il fondamento della sua dottrina morale e politica.
Il Daxue o - grande sapere -
Lo Zhongyong - la dottrina del mezzo - che riporta alcune affermazioni filosofiche di Confucio stilate in forma sistematica insieme a commenti e osservazioni dei suoi discepoli.
Il Mengzi o Libro di Mencio, in cui si concentrano gli insegnamenti di uno dei più famosi discepoli di Confucio.
Secondo il filosofo, chiavi del buon ordine erano i riti – LI - e la musica, che, oltre alla fondamentale importanza per le cerimonie religiose e politiche possedeva il potere di muovere l'animo umano.
Egli tenne in grande considerazione anche i poemi dell'antica letteratura cinese, in gran parte musicati, per la loro influenza civilizzatrice ed edificante e il corretto uso dei nomi, che garantiva il mantenimento del rispetto delle distinzioni sociali e conoscitive - a condizione di applicare, per ciascuna di esse - il nome appropriato.
Uno stato provvisto dei riti e della musica più appropriata avrebbe reso automaticamente i suoi cittadini sia virtuosi che felici; in questo modo non ci sarebbe stata nessuna necessità di leggi dal momento che non sarebbero mai nate dispute.
Il motivo fondamentale dell'etica confuciana è il concetto Ren, variamente tradotto come amore, bontà, umanità e sensibilità.
Ren è la virtù suprema, che rappresenta le qualità umane migliori. All'epoca di Confucio venne riferita esclusivamente al ceto dirigente e assunse un significato più simile a "nobiltà", benché la sua accezione si fosse presto estesa anche tra il popolo.
La relazione tra due individui Ren si manifesta in Zhong: lealtà reciproca e in Shu: altruismo, espresso nel modo migliore dalla regola aurea confuciana: "Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te".
Altre importanti virtù confuciane sono: rettitudine, decoro, integrità e amore filiale. Dopo la morte di Confucio nacquero due scuole principali di pensiero confuciano, una rappresentata da Mencio, l'altra da Xunzi o Hsün. Merita particolare menzione in seno al Neoconfucianesimo, la Scuola Xin, che si riferisce a tutto ciò che attiene alla mente.
L'esponente principale della scuola Xin fu Wang Yangming, che concepì l'unità della conoscenza e della realtà. La sua affermazione più celebre fu: "Al di fuori della mente, né legge né oggetto".
Egli asserì che la mente racchiude tutte le leggi della natura e che nulla esiste indipendentemente dalla mente. Sforzo supremo di ognuno dovrebbe essere quello di sviluppare la "conoscenza intuitiva" della mente, non mediante lo studio o l'indagine di una legge naturale, ma mediante “una intensa riflessione e una pacata meditazione”.
La Corea - nell'epoca della dinastia Choson e il Giappone durante il dominio degli shogun della dinastia Tokugawa - adottarono il Neoconfucianesimo, che divenne presto una vera e propria ortodossia.
Tuttavia, durante la dinastia Manciù (1644-1912) in Cina si verificò una violenta reazione contro entrambe le scuole di pensiero neoconfuciano: Li e Xin. Gli eruditi dell'epoca Manciù invocarono un ritorno all'antico Confucianesimo del periodo Han, che non era stato ancora "corrotto" dalle concezioni buddhiste e taoiste.
Essi elaborarono una critica testuale dei classici confuciani ispirata ad un metodo scientifico che applicasse discipline come la filologia, la storia e l'archeologia.
Inoltre - studiosi come Dai Zhen - introdussero nella filosofia confuciana una prospettiva empirista o sperimentale.
Dopo il 1911, con la caduta della monarchia e della tradizionale struttura familiare - da cui derivò gran parte della sua forza e che fu il suo principale sostegno - il Confucianesimo perse la sua effettiva influenza sulla nazione.
In passato era riuscito a superare ogni tipo di avversità e contestazioni, rinascendo con rinnovato vigore, ma durante questo periodo di agitazioni sociali senza precedenti, non riuscì a ritrovare la capacità di adattarsi a situazioni mutevoli anche per l’influenza di altre forme di governo da parte dei paesi occidentali con i quali la Cina veniva pian piano in contatto.



domenica 24 maggio 2020

Perché Bruce Lee è considerato un combattente così grande anche se non ha precedenti di combattimento professionale?


Partiamo da un fatto, Bruce Lee è passato alla storia non tanto come artista marziale ma bensì come ICONA.
Esiste un bambino che non ha mai replicato le sue mosse urlando Uaaaa?
Quanti personaggi hanno avuto cosi tanto impatto sulla cultura pop? Bruce ha dettato mode, stile, ha introdotto milioni di persone alle arti marziali, e tutto questo non perché lui fosse il miglior combattente al mondo! Non mi fraintendete non voglio essere "blasfemo", ma è innegabile che gran parte del successo di Lee non sia dovuto alla sua maestria come lottatore ma bensì al suo carisma strabordante. Esso lo ha elevato a Mito, e come ogni mito che si rispetta intorno a lui sono nate innumerevoli leggende, ampliate dalla sua prematura morte.
Intendetemi bene, era anche un grande combattente, fu uno dei primi a svecchiare le arti marziali, mischiando la tradizione con tecniche occidentali, quali il pugilato il sollevamento pesi e la scherma, non ci scordiamo che le sue conoscenze erano tali da poter permettersi di creare una disciplina marziale tutta sua! Però tutto questo probabilmente sarebbe caduto nel dimenticatoio senza il suo carisma.


Sul resto c'è poco da dire, non avendo mai effettuato sfide ufficiali non sappiamo quali fossero le sue reali abilità pratiche, mi sbilancio dicendo che avrebbe potuto dire la sua con avversari di pari peso, ma non credo avrebbe potuto molto contro sfidanti di mole maggiore, infatti per quanto allenato pesava solo 60kg, i suoi colpi per quanto ben assestati non potrebbero mai raggiungere la forza e potenza di avversari più pesanti, si dice che un pugno di Tyson "pesava" 600kg….. Per quanto allenato nessun essere umano di 60kg può reggere un impatto simile.


sabato 23 maggio 2020

Quanto erano bravi gli antichi guerrieri con le spade? Era davvero come lo interpretano i film?


Neanche lontanamente. Le scene di lotta a spade nei film sono coreografate con cura in modo che nessuno si faccia del male. Ciascuna mossa è anticipatamente pianificata, e spesso sono girate in spezzoni della durata che va da mezzo secondo a 2/3 secondi (tranne che nei vecchi film a cappa e spada). Se guardate attentamente, gli attori sferrano in continuo contro le spade e gli scudi gli uni degli altri, senza mai cercare di spezzare la guardia dell'altro. E tutti quei drammatici dietro-front per attaccare qualcuno dietro non vanno mai a segno. Facendo questo, dai la perfetta apertura a quello di fronte per pugnalarti nella schiena. Gli antichi lottatori facevano del loro meglio per tenere il nemico davanti a loro. Se un nemico ti raggiungeva da dietro, eri in guai seri. Preferivano ritirarsi che lasciar che il nemico li superasse.
L'altra cosa che i film non mostrano è il sangue. Ci sono un sacco di scene dove qualcuno taglia in due un nemico. Quello però che non vedete sono le loro budella fuoriuscenti e il sangue spruzzato ovunque. I guerrieri, nei brutali combattimenti a mani nude, ne sarebbero ricoperti.
Ecco qui il teschio di un soldato della battaglia di Towton, 29 marzo 1641. Non vediamo ferite come questa nei film.



venerdì 22 maggio 2020

Cosa ha reso nell'immaginario collettivo le katane giapponesi migliori delle spade europee?

La katana, l'arma dei samurai – Storia, forgiatura e ...


Nulla. Le spade giapponesi hanno moltissimi "fan" in giro per il mondo, tuttavia ciò è pura fantasia: il fatto che siano migliori delle spade europee è un falso mito pompato da hollywood e i cartoni animati in cui ladri-samurai tagliano barche a suon di fendenti.
Innanzitutto, bisogna sottolineare che le spade, giapponesi o europee che siano, non erano primariamente armi da battaglia. I campi di battaglia tra il 1000 ed il 1400 erano dominati dalle armi in asta: e laddove la Lancia si chiamava così, per i cavalieri europei, per i samurai si chiamava Yari, i samurai inoltre utilizzavano anche con una certa usualità lo Yumi (arco) e la Naginata (una sorta di falcione in asta). Le spade oltre ad essere armi secondarie in battaglia, erano armi da duello/torneo oppure impiegate nella difesa personale per la vita di ogni giorno.
Se vogliamo parlare di spade medievali, In secondo luogo, bisogna dire che gli acciai utilizzati in europa erano di gran lunga migliori e più resistenti, infatti i fabbri giapponesi dovevano ricorrere a tecniche di forgiature molto complesse e costose per riuscire a dare una solidità quantomeno accettabile alle loro Katane, che consisteva nell'unire due metalli differenti: un acciaio morbido per rendere il cuore ed il dorso della lama più elastico, ed un acciaio duro che abbracciava quest'ultimo.
Per il resto, hanno caratteristiche non troppo dissimili. Le spade europee (se escludiamo tutte le varianti curve come i messer, le sciabole, etc) con lo sviluppo di armature sempre più avanzate, divenivano sempre più orientate ai colpi di punta, mentre invece, essendo le armature giapponesi meno protettive (ma nemmeno troppo) e l'acciaio più difficile da lavorare, questo orientamento "pro punta" delle Katane era meno marcato (ma comunque esisteva) poiché era impossibile forgiare spade a doppio filo con quella tecnica. Pur essendo sempre più specializzate nei colpi di punta, comunque, ritengo che le spade europee - tolti alcuni casi specifici - abbiano comunque grandi potenzialità di taglio, oltre che leve migliori. Al contrario, le spade giapponesi pur essendo efficaci anche di punta, non raggiungono le spesse performance di quelle europee. Ciò in cui le spade giapponesi sono "migliori" è la facilità di taglio dovuta alla geometria della lama. Sostanzialmente, è molto più semplice tenere un buon allineamento del filo quando si vibra un fendente con una Katana. Ma questo non basta (a mio parere) a definirle migliori.



giovedì 21 maggio 2020

Le corde aiutarono davvero Muhammad Ali ad assorbire i pugni di George Foreman?

Il 30 ottobre di 45 anni fa Muhammad Ali metteva KO Foreman nel ...


In questo incontro Alì batté nella strategia Foreman. Ma non dimentichiamo che anche nelle schivate Alì era largamente superiore a Foreman, possedendo una prontezza di riflessi ed una capacità di previsione che erano sconosciute al buon George, al quale di solito bastava incassare i colpi. Tecnicamente Alì era migliore, possedendo una velocità di mani impressionante per un peso massimo ed una gran varietà di colpi, cosa che Foreman non aveva, dato che di solito usava i colpi corti, montanti e ganci, oppure sventole. Ma Muhammad aveva sette anni in più di Foreman, che in quel momento era al massimo della sua forma fisica ed aveva sconfitto avversari molto forti, del calibro di Joe Frazier e Ken Norton, due pugili che avevano battuto Alì. Inoltre, soprattutto con avversari potenti come Foreman, Alì aveva dimostrato di avere una buona castagna, ma non sufficiente a buttare giù un avversario tosto come Big George. In condizioni normali. Quello che Alì fece nel "Rumble in the Jungle" fu appunto alterare queste condizioni e metterlo KO.
Foreman aveva una grande potenza, ma con uno stile da picchiatore (slugger) come il suo, bisogna avere modo di scaricare l'enorme forza che si possiede. Alì ed il suo allenatore Dundee gli tolsero questa possibilità anche con il rope-a-dope, il gioco alle corde.
La potenza di Foreman non si scaricava più su un bersaglio statico, ma su un bersaglio che trasferiva alle corde l'energia dei suoi pugni. In questo modo Alì non opponeva il proprio corpo rigido nella parata, ma opponeva la morbidezza nell'incassare i colpi micidiali di George. Facendo in questo modo, le energie di Foreman (frustrato per la mancanza di risultati) si esaurirono prima di quelle di Alì, che con il metodo delle corde, era riuscito a ridurre i danni delle sfuriate di George.
Inoltre, Alì nel rope-a-dope, precluse all'avversario la possibilità di centrarlo bene al volto e alla testa (uno dei punti migliori per il KO), adottando la guardia chiusa. In questa maniera, George era costretto a colpirlo al tronco, ma non aveva neanche modo di portare dei "body shot" come si deve, dato che i gomiti di Muhammad proteggevano bene il fegato e lo stomaco, altri punti molto adatti per un KO. Con questa tattica, le possibilità offensive di Foreman (normalmente molto alte) si ridussero di parecchio. Non è che Foreman non avesse colpito la testa o i reni di Alì, li aveva centrati eccome, ma non precisamente e con tutta la forza di cui era capace, proprio per la tattica di Muhammad.
Alì aveva capito che, se avesse incassato le bordate di Foreman senza l’ausilio delle corde, ben presto sarebbe stato sopraffatto in termini di pura forza fisica. La spaventosa e soverchiante potenza di George avrebbe logorato irrimediabilmente la resistenza fisica e ai danni di Muhammad. Un altro problema di Alì era che il suo stile di combattimento era movimentato e richiedeva un grande dispendio energetico. Presto o tardi, Alì sarebbe calato fisicamente nel match, favorendo un Foreman più giovane, più in forma e con una potenza in grado di abbattere Alì con pochi colpi. Quindi occorreva una strategia conservativa e vincente.
Nel clinch, poi, Muhammad si abbandonò ripetutamente e completamente su Foreman, scaricando tutto il suo peso sull’avversario, e assestando pugni poco potenti ma rapidi. Anche questo contribuì a stancare ulteriormente George.
Alì invece si era affidato anche alla sua maggior precisione ed abilità esecutiva, centrando Foreman sempre più spesso, combinando schivate al rope-a-dope, ed anche con un pò di provocazioni, che finirono per frustrare oltremodo Big George. Il quale, nel medio-lungo termine, risultò molto più stanco di Muhammad, che sfruttò un momento chiave nel quale George era sbilanciato, colpendolo con un gancio e poi un diretto, mandandolo al tappeto.
Praticamente, nel-rope-a-dope, Alì adottò lo stesso principio del Judo o del Jiu-Jitsu: davanti ad un avversario di maggior mole e forza, ritorcere quest'ultime contro di lui. La tattica della conservazione e del trasferimento di energia.




mercoledì 20 maggio 2020

Ci sono testimonianze di persone che sono in grado di maneggiare due katane


Non due katane.
Una katana e una wakizashi, o spada corta.
Questo era l'armamento preferito di Miyamoto Musashi, il famoso spadaccino giapponese medievale rimasto imbattuto in oltre 60 duelli.


Ma come ha scritto Musashi nella sua grande opera, Il libro dei cinque anelli - una serie di brevi e incisivi saggi sulla tecnica di combattimento e sulla filosofia marziale - non si dovrebbe mai essere così attaccati a un'arma particolare che uno diventa incapace con qualsiasi altra. È importante essere a tutto tondo.
Caso in questione, Musashi una volta sconfisse un avversario usando una spada di legno che aveva ricavato da un remo pochi minuti prima.


Ma ancor più importante della versatilità, ha sottolineato Musashi, era la propria mentalità. Musashi credeva fermamente che la propria mente fosse la sua arma più potente, e che una battaglia fosse vinta o persa nelle menti dei combattenti prima ancora che iniziasse.
Molte delle decantate tecniche a due spade di Musashi non erano in realtà tecniche, di per sé, ma sfacciata guerra psicologica e inganno. Il pragmatismo di combattimento originale - ecco cos'è Musashi.
Ricordo di aver letto di una mossa classica di Musashi. Stava in piedi con la sua spada corta sollevata di fronte a lui in una sorta di posizione di guardia, con la sua katana tesa dietro di lui.


Il suo avversario (probabilmente uno sciocco orgoglioso che era oltraggiato da questo trasandato scalpiccio di piedi di fronte a lui) avrebbe fatto oscillare la piccola spada nella mano di Musashi, con l'intenzione di farla mettere da parte.
Musashi avrebbe quindi lasciato cadere il wakizashi.
Il duro colpo del suo avversario si sarebbe infranto con nient'altro che con l'aria, facendo sbilanciare il suo avversario mentre la sua spada oscillava impotentemente in aria.
Musashi avrebbe quindi avvolto la sua mano libera attorno all'elsa della sua katana (che era stata tenuta, per tutto il tempo, in una posizione perfetta per un colpo mortale) e vi avrebbe tagliato l'avversario. La spada del suo avversario sarebbe stata troppo lontana per essere riportata per bloccare il colpo in tempo.
Questo è tosto.
Una cosa è sconfiggere un avversario. È tutt'altra cosa essere così bravi nel combattimento (e nella strategia di combattimento) da far sconfiggere il tuo avversario da se stesso.


Ricordi quando ho detto che Musashi una volta uccise qualcuno con un remo? Il duello si tenne su un'isola, all'alba. L'avversario di Musashi era un rinomato spadaccino con una forte reputazione. Musashi dormì a lungo intenzionalmente e si presentò tardi al duello, remando verso l'isola su una barca (e modellando la sua spada di legno lungo la strada). Quando Musashi arrivò sulla spiaggia, il suo avversario era praticamente schiumante alla bocca per la rabbia e caricò Musashi con furia cieca. Musashi non fece altro che fare un passo indietro e fracassare la testa dell'uomo con un solo colpo della sua spada di legno.


Musashi respinse gli stili di spada appariscenti, pretenziosi, simili a danze che all'epoca erano popolari nei dojo in tutto il Giappone. Invece, si concentrò su un approccio semplice e diretto: vincere, ad ogni costo, il più rapidamente e facilmente possibile. La vittoria è l'obiettivo finale, non l'ostentazione spettacolare. Era anche scettico sull'idea che fare cose stravaganti e superstiziose come meditare sotto le cascate o allenarsi con i più famosi maestri di spade in Giappone potesse renderti uno spadaccino migliore. La perfezione viene dall'interno, credeva Musashi. Come ha scritto in Il libro dei cinque anelli:
Non c'è niente al di fuori di te che possa mai permetterti di diventare migliore, più forte, più ricco, più veloce o più intelligente. Tutto è dentro. Tutto esiste. Non cercare niente al di fuori di te stesso.
Questo approccio è servito bene a Musashi. Grazie alla sua tecnica finemente affinata, profondamente psicologica, senza fronzoli, e alla sua eccezionale abilità con una lama, la vittoria è sempre stata sua.


Musashi rimase, come ho già detto, imbattuto in oltre 60 duelli. Alcuni furono combattuti contro spadaccini famosi in tutto il Giappone. Uno fu combattuto contro 50 avversari contemporaneamente (gli studenti oltraggiati di un maestro di spada che aveva sconfitto in precedenza). Alcuni non erano affatto combattuti contro spadaccini, ma maestri di strane armi come il kusarigama.
Il primissimo duello di Musashi (nel 1596) fu contro un compagno di nome Arima Kihei, un posatore pomposo che stava viaggiando in tutto il Giappone per sfoggiare la sua folle abilità con la spada. Un giorno si presentò nella città natale di Musashi, affiggendo proclami e sfidando chiunque pensasse di avere qualche abilità con una lama di incontrarlo nella piazza della città. Il tredicenne Musashi scrisse il suo nome su uno dei proclami. Quando venne fuori che era stato sfidato da un giovane teppistello, Kihei pretese scuse pubbliche. Musashi si presentò in piazza con un bastone da un metro e mezzo in mano. Caricò Kihei. Kihei schivò Musashi con la sua spada corta, ma Musashi lo buttò a terra e poi gli fracassò il cervello.
La prima di molte vittorie.
Musashi, alla fine della sua vita, finì al servizio di un signore sull'isola giapponese meridionale di Kyushu. Insolitamente per un uomo che viveva con la spada, morì per cause naturali (molto probabilmente il cancro toracico). Ha avuto il tempo, nella sua vecchiaia, di sedersi in una grotta vicino a Kumamoto e scrivere varie opere di filosofia, tra cui Il libro dei cinque anelli. La sua scrittura, proprio come la sua spada, era semplice e diretta, così semplice e diretta che il Libro dei cinque anelli viene spesso usato per insegnare il giapponese agli studenti alle prime armi. E fino ad oggi, il lavoro di Musashi è letto da uomini d'affari giapponesi che cercano di guadagnare un vantaggio rispetto ai loro avversari aziendali. (Dopotutto, come si dice in Giappone, "gli affari sono una guerra").

La tomba di Miyamoto Musashi a Kumamoto