mercoledì 30 ottobre 2013

Tecniche di boxe - Tecniche di pugilato

Risultati immagini per Tecniche di boxe - Tecniche di pugilato


Ci fu un tempo, molto prima dei più rudimentali attrezzi in cui gli esseri umani si difendevano in base al proprio spirito di sopravvivenza utilizzando le proprie “armi naturali”: in questo post parlerò delle tecniche della boxe.
Nella boxe esistono fondamentalmente due diversi tipi di tecniche: il pugno singolo e la tecnica in combinazione.
Per pugno singolo intendo un pugno ad un bersaglio ben mirato, mentre i pugni in combinazione sono la naturale conseguenza del primo.
Per una corretta esecuzione delle tecniche di pugilato, il fighter deve imparare a colpire il target prefissato con le nocche delle mani.
Qualsiasi sia l’area che verrà colpita con il pugno, bisogna ricordarsi sempre che, non appena sferrato il colpo, il braccio deve immediatamente tornare in posizione di guardia a protezione degli organi vitali.
Se non lo si fa si diventa facile preda del nostro avversario.
La corretta esecuzione delle tecnica di boxe è il risultato della perfetta armonia e sincronizzazione tra la rotazione dei piedi che muoveranno le anche nel modo corretto, in modo da poter imprimere la forza necessaria per un pugno efficace.
Tenete sempre bene a a mente che ogni vostro movimento deve essere sincronizzato per ottenre il massimo effetto.
Per evitare spiacevoli slogamenti del polso o infiammazioni dei muscoli della mani, i pugni devono essere stretti con la fasciatura nella maniera corretta.
Molti praticanti di boxe soffrono di questo problema.
Ogni qualvolta un fighter colpisce il proprio avversario utilizzando una tecnica di boxe ha sempre un preciso bersaglio in mente.
Se la vostra tecnica non fosse eseguita in modo corretto, si andrà a mancare il bersaglio protetto dalla guardia del vostro avversario.
Le tecniche di boxe si suddividono in 5 tecniche:



Il jab

Il jab viene è prevalentemente utilizzato per irritare il proprio avversario o per trovare un favorevole spazio per l'attacco vero e proprio.
Una serie di jab ripetuti in modo accurato ed eseguiti nel modo corretto innervosiranno parecchio l'altro boxer.
Per arrivare a ciò è necessario un costante allenamento al sacco.
Il jab può essere eseguito in attacco, in difesa o quando si indietreggia.

Come difendersi da un jab?
Esistono 7 modi per difendersi efficacemente da un jab.
  • Bloccare il jab in arrivo con la mano o il palmo dei guantoni. Questo tipo di difesa non è di difficile esecuzione ma per poter bloccare un jab in arrivo dovrete avere un occhio molto vigile in grado di interpretare le mosse del vostro avversario.
  • Deviare la traiettoria del jab con un pugno. Per esempio il jab del vostro avversario è sinistro, utilizzerete un destro e sposterete il jab verso l’interno dell’area di scontro facendo perdere l’equilibrio al vostro avversario e rendendolo vulnerabile ai vostri attacchi.
  • Deviare la traiettoria del jab in arrivo verso il basso con il braccio opposto. Con il pugno libero è possibile sferrare un attacco, una cosiddetta combinazione.per evitare il jab. Questa tecnica consiste nello spostare il peso del corpo sul lato del jab in arrivo e sferrare un attacco con un montante. Ricordarsi sempre di tenere la guardia alta durante l’intera esecuzione altrimenti si potrebbe essere colpiti al viso.
  • Schivare il jab piegandosi verso il basso e colpendo l’avversario con un montante allo stomaco o un gancio al fegato.
  • Abbassarsi a tal punto da lasciare il jab sopra la propria testa di alcuni centimetri. In questo modo l’avversario, non centrando alcun bersaglio, perderà l’equilibrio e sarà molto più vulnerabile ai vostri attacchi.
  • Schivare il jab inclinando il busto all’indietro, in modo da trovarsi il pugno proprio di fronte senza però esserne colpiti. Con la gamba portata dietro avanzare e colpire lo stomaco dell’avversario in modo da bloccare il suo avanzamento.



Il diretto

Questa tecnica di boxe è la diretta conseguenza del jab.
Normalmente il jab è una tecnica di pugilato che viene utilizzata per trovare il raggio d'azione per poter colpire e viene quindi seguito immediatamente da un diretto.
Quando l’avversario colpisce con un jab cercate di evitarlo utilizzando la mano o il braccio per deviarlo, dopodichè colpitelo con un diretto allo stomaco, al torace o alle costole.
Il diretto è una tecnica di boxe che può essere utilizzata anche quando il proprio avversario ha intenzione di colpirvi con uno swing.
Tenete bene a mente di stare ad una certa distanza quando colpite con un diretto.

Come difendersi da un diretto?
Anche la difesa da questa tecnica di boxe pu? essere eseguita in 7 modi diversi.
  • Quando il vostro avversario cerca di colpirvi con un diretto sinistro schivatelo e colpitelo con un montante sinistro all’altezza delle costole.
  • Quando il vostro avversario vuole colpirvi con un diretto destro schivatelo e colpitelo con un diretto sinistro al torace o allo stomaco. Ma se l’occasione è buona, un montante al mento porterebbe ad un sicuro K.O.
  • Schivate il diretto in arrivo spostandovi verso il lato libero, dopodichè colpite il vostro avversario con una gomitata all’altezza dei reni o, ancora meglio, sul viso.
  • Quando il vostro avversario cerca di colpirvi con un diretto sinistro per porre fine all’incontro, rispondete con un calcio agli addominali o al torace.
Esistono altri modi di difendersi dal diretto ma questi variano in base alle opportunità che si presentano durante l’incontro e alla velocità di reazione del thai boxer.

Lo swing

Di norma lo swing viene eseguito ad una distanza maggiore di quella coperta da un gancio.
I principali bersagli dello swing sono l'area intorno alla mascella o al di sotto delle costole.
Questa tecnica di boxe può essere utilizzata quando si presenta un’area scoperta nella guardia del proprio avversario.
Quando colpite il bersaglio con questa tecnica di pugilato assicuratevi di farlo con le nocche per il massimo del risultato.

Come difendersi da uno swing?
Esistono svariati metodi di difesa da questa tecnica di boxe.
  • Quando l’avversario avanza per sferrare uno swing all’altezza delle orecchie, alzate il braccio per bloccarlo ed attaccate con una gomitata diagonale al mento o al viso.
  • Per bloccare uno swing potete alzare il braccio in modo da pararlo, dopodichè, se possibile, attaccare con un montante al mento.
  • Bloccare lo swing con il braccio ed avanzare verso l’avversario attaccandolo con un diretto o con una gomitata, in base alle opportunità.
  • Quando l’avversario vi attacca con uno swing bloccatelo con le mani all’altezza delle spalle in modo da paralizzarlo.



Il montante

Per la maggior parte dei boxer questa tecnica di pugilato è una delle più efficaci per mandare K.O. il proprio avversario..
Per la corretta esecuzione di un montante la gamba in avanti deve essere piegata mentre quella dietro tesa.
Dopodichè tendere la gamba piegata sollevando l’intero corpo verso l’alto, il pugno stretto con il palmo verso di voi.
Se possibile, durante l’incontro, un passo di avanzamento durante l’esecuzione renderà questa tecnica di thai boxe molto più efficace.
I normali bersagli del montante sono il corpo, il torace ed il mento.

Come difendersi da un montante?
  • Da questa tecnica di boxe potete difendervi spostando verso il basso l’attacco dell’avversario con il vostro braccio. In questo modo l’altro fighter si troverà a guardia scoperta e potrete attaccarlo facilmente.
  • Per difendersi da un montante è anche possibile spostare l’intero corpo all’indietro in modo da evitare la traiettoria del pugno. Questa tecnica di difesa è possibile solo se il fighter è molto agile e reattivo.



Il gancio

Per attaccare con un gancio bisogna essere ad una distanza ravvicinata dal proprio avversario.
Questa tecnica di boxe è l’ideale infatti per gli scontri ravvicinati.
I target prediletti sono l’area attorno alle orecchie, al mento e alle costole.
I boxer professionisti combinano questa tecnica di boxe con il montante, per massimizzare gli effetti del proprio attacco.
Ricordate sempre che il pugno va eseguito con le nocche delle mani.

Come difendersi da un gancio?
  • Quando il vostro avversario cerca di colpirvi con un gancio nell’area del mento, alzate le braccia in modo da pararlo. Rispondete con un diretto al viso.
  • Se state per essere colpiti da un gancio alla mascella schivatelo colpendo l’avversario con un calcio agli addominali bassi.
  • Schivate il gancio con una torsione del busto. La potenza impressa dall’avversario al pugno non centrato gli farà perdere l’equilibrio e lo farà diventare vulnerabile ai vostri attacchi. Approfittatene!

Il gancio è una tecnica di pugilato molto utilizzata.
Per esempio, un caso classico di utilizzo di questa tecnica di boxe è quando ci si difende dal montante o dal diretto sinistro.
In entrambi i casi, dopo aver schivato il colpo dell’avversario, si risponde con un gancio.
Per concludere qui di seguito riportiamo alcune massime da tenere sempre a mente durante i vostri allenamenti o i vostri incontri di boxe.
  • Bloccare il pugno in arrivo parandolo con entrambe le braccia che si alzano a proteggere il viso
  • Combattere a distanza vi permetterà di schivare meglio gli attacchi avversari.
  • Un eccesso di sicurezza in sè stessi porta ad una non accuratezza degli attacchi sferrati.
  • Quando un boxer imprime tutta la sua forza su un attacco e manca il bersaglio perderà l’equilibrio e diventerà vulnerabile.
  • Quando un fighter sferra un attacco e viene bloccato, l’altro fighter può rispondere con un pugno.
  • Nella boxe, qualsiasi zona scoperta dalla guardia, deve essere protetta.
  • Se un un fighter attacca con un montante nel momento sbagliato e troppo lentamente, l’avversario può rispondere con un diretto sul viso.
  • L'opportunità di rispondere con una tecnica di boxe è possibile se il fighter avversario rimane scoperto.
  • Se il pugno del boxer non centra l’avversario, approffitate del momento e colpitelo subito al mento.










martedì 29 ottobre 2013

Wedung

Risultati immagini per Wedung



Il wedung (noto anche come wedoeng o wedong) è un coltello tradizionale indonesiano, usato principalmente da Giavanesi e Balinesi.

Descrizione
Il wedung è un'arma simile ad un corto machete (bendho). La lama ha il dorso diritto e il lato tagliente a forma di "S"; il dorso può occasionalmente essere affilato per circa un terzo della propria lunghezza. La base della lama è solitamente decorata con dentellature dette grengren o con un buco circolare detto kembang kacang. Inoltre possono essere presenti decorazioni ad intarsio che rappresentano il naga, un drago mitologico, o motivi floreali. Tra il manico e la lama è presente una ghiera in metallo a sezione pentagonale (metok). La corta impugnatura, che negli esemplari di provenienza giavanese ha anch'essa sezione pentagonale, forma un'estensione del metok. Il manico è solitamente in legno ma può essere realizzato anche con altri materiali come l'avorio. La sua parte superiore è appiattita. Gli esemplari di provenienza balinese hanno una forma più stretta e in genere sono decorati più riccamente. Il manico e il metok degli esemplari balinesi, inoltre, hanno sezione rotonda invece che pentagonale e possono presentare cesellature. Il fodero è in legno e solitamente ha una forma che ricorda quella della lama, ma può avere una parte rettangolare; l'imboccatura ha un bordo allargato. Nella parte posteriore il fodero ha una sorta di protuberanza a forma di corno, detta sangkletan, con cui l'arma può essere assicurata alla cintura. Questo uncino è attaccato al fodero con stringhe di rattan, corno o metallo. Negli esemplari più pregiati il fodero può presentare uno o due rilievi d'oro o d'argento di forma arrotondata o a forma di virgola.

Impiego
Il wedung è tradizionalmente portato da tutti i capi in presenza di un sovrano. È portato nel palazzo (kraton) come simbolo di sottomissione al sultano per svolgere lavori umili come tagliare arbusti o erba. È quindi usato non più come una vera arma ma piuttosto come uno strumento da lavoro e viene portato sull'anca sinistra anche per scopi decorativi. A differenza del kriss che è di appannaggio esclusivamente maschile, il wedung può essere portato anche dalle donne nel kraton.


giovedì 17 ottobre 2013

Difesa da coltello un mito da sfatare






Su un libro ho trovato scritto che un esperto di coltello può tenere a bada fino a sei aggressori contemporaneamente.
E’ vero che un vero esperto non da la possibilità di vedere il coltello. Non usa degli schemi!! I movimenti non hanno forma e quindi si può essere colpiti in qualsiasi parte del corpo!! Ovvio che con questa premessa si giunge all’unica conclusione ovvia molti disarmi che vengono insegnati non servono assolutamente a niente di fronte ad avversari del genere. Servirebbero anni e anni di allenamenti. Va da sé che il nostro avversario non sarebbe veloce solo con il coltello ma anche negli spostamenti (secondo schemi geometrici, a triangolo soprattutto) e perchè no! Anche nei calci e nei pugni. Senza contare che potrebbe maneggiare anche 2 coltelli, o saper fare delle leve o prese.
Ci sentiamo di dire che la difesa da coltello NON ESISTE.
Esiste semmai la "sopravvivenza da coltello"... quello sì!
Chiunque con in mano un coltello o un punteruolo diventa pericoloso... Questa è la realtà...
Chi propaganda un corso di difesa personale affermando cose del tipo "In sei mesi impari a disarmare uno con un coltello" o "se fai questa cosa non riesce a tagliarti"... sta mentendo sapendo di mentire e insegna tecniche kamikaze! Difese realmente valide contro una lama non esistono e qualunque "personaggio" che sostiene il contrario lo può fare solo perché si allena o con i coltelli di legno o di gomma dove tutto è permesso, anche un disarmo con doppio carpiato all'indietro.
Ci si chiede come nel 2013 si possa ancora credere a fantomatiche ed elaboratissime e complesse tecniche di difesa con lame di gomma o di legno e farle passare come soluzioni alle aggressioni da strada.
Molti purtroppo non hanno capito, iniziando da chi insegna, che talvolta determinate sequenze di difesa avvalendosi di un'arma (FINTA) servono più che altro a donare un'ulteriore esperienza motoria tutto qui. Questo è quello che parecchi non hanno ancora compreso nonostante pratichino arti che prediligano le armi.
Tante teorie, tanti bei nomi copiati e ricopiati dalle loro enciclopedie in libreria per sostenere l'insostenibile. Il discorso è sempre lo stesso: illudere la gente per fare soldi e forgiarsi un nome creando uno stile che assomigli a qualcosa tipo le arti marziali.
Non si può vedere un insegnante di arti marziali che dice: se il coltello arriva dall'angolo 1 tu devi fare così, se arriva dall'angolo 2 devi parare così e rispondere così. Semplicemente non esiste!!
E se l’aggressore attacca non usando "l'angolo 1 e 2" come si potrà parare per poi rispondere, cosà dirà in questo caso il maestro: se vi attacca da nessuno di questi angoli proposti ditegli che ha barato e che vi aspettavate l'angolo 1, ma da morti sarebbe difficile parlare..                                                                                                Siamo onesti nella società attuale non c’è la necessità di allenarsi con un coltello vero rischiando di procurarsi dei danni "quasi" certi durante l’allenamento.
Non si vive più di sole arti marziali ne tanto meno ci si deve preparare alla battaglia tra eserciti per garantirsi la sopravvivenza (infatti siamo tutti seduti comodamente a discutere di ciò) quindi la pratica con delle lame vere risulterebbe assai deleteria e potrebbe portare anche a subire danni irreversibili.
Però c'è da dire che non vedo neanche giusta la pratica "finta" che induce soprattutto i praticanti più inesperti, che imparano i disarmi su di un partner totalmente collaborativo, a credere di essere invincibili oltre al fatto che si potrebbero esporre a grossi rischi nel caso si trovassero coinvolti in qualche situazione off-limits.
Le persone che si iscrivono in palestra ancora non hanno capito che con le lame vere ci si può fare molto male e spesso i danni anche quelli apparentemente più banali possono essere irreversibili e l'allenamento in palestra con delle armi giocattolo è utile solo allo sviluppo di una maggiore padronanza della gestione del corpo ed un’esperienza maggiore come movimento.