venerdì 17 settembre 2010

Niuquan

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Il Niuquan (牛拳, Pugilato del Bue) è uno stile di arti marziali cinesi classificabile come Nanquan; esso è anche inscrivibile negli stili imitativi (Xiangxingquan) in quanto tenta di riprodurre il modo di reagire del Bue, con corna e con le zampe. Secondo Gui Trenadiel questo pugilato è praticato solamente nella regione di Yongtaixian del Fujian. Altri segnalano l'esistenza del Guiniuquan (龟牛拳, Pugilato del Bue e della Tartaruga) con le medesime prerogative descritte sopra. Esso sarebbe stato creato agli inizi dell'epoca della dinastia Qing da un monaco del tempio Shuifusi (水福寺), nell'area amministrativa di Pingjiangxian (平江县) della provincia di Hunan.

Alcune forme
Questi alcuni nomi di Taolu dello stile: Tie niu xia shan (铁牛下山); Tie niu wan jiao (铁牛挽角); Tie niu xing bu (铁牛行步); Tie niu baiwei (铁牛摆尾); Tie niu po geng (铁牛破埂), ecc.


giovedì 16 settembre 2010

Wubei Zhi

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Il Wubei Zhi (in giapponese Bubishi), cioè il Trattato sugli Equipaggiamenti Militari (武備志T, 武备志S, wǔbèizhìP, wu pei chiW) è considerato il libro militare più completo nella storia cinese. Fu scritto nel 1621[1] da Mao Yuanyi (茅元儀, 1594-1640), un ufficiale della marina dell'epoca della Dinastia Ming. Questo libro contiene 240 volumi per un totale di 200.000 caratteri che ne fanno il libro più lungo mai pubblicato in Cina a proposito di argomenti militari.

Struttura
Il Wubei Zhi si compone di cinque sezioni:
  • 1- Bing Jue Ping, cioè Commento sui trucchi dei soldati (兵訣評T, 兵诀评S, bīngjuépíngP, ping chue p’ingW). Questa sezione descrive teorie militari dell'epoca della Dinastia Zhou Orientale;
  • 2- Zhanlue Kao, cioè Esame della strategia (戰略考T, 战略考S, zhànlüèkǎoP, chan lue k’ao W). Questa parte descrive oltre 600 specifici esempi di battaglie avvenute tra l'epoca della Dinastia Zhou Orientale e l'epoca della Dinastia Yuan. Tra queste alcuni esempi di scontri in cui un nemico più numeroso e meglio armato viene sconfitto: la Battaglia di Maling (馬陵之戰) avvenuta durante il Periodo dei regni combattenti tra lo stato di Qi e quello di Wei; la battaglia delle scogliere rosse, avvenuta tra il 208 ed il 209 a.C. tra Liu Bei e Cáo Cāo;
  • 3- Zhen Lian Zhi, cioè Sistema per allenare gli schieramenti di battaglia (陣練制T, 阵练制S, zhènliànzhìP, chen lien chi W). Questa sezione introduce differenti metodi di addestramento delle truppe inclusa Fanteria, Cavalleria e Carri da Guerra;
  • 4- Jun Zi Cheng, cioè Investire nei carri militari (軍資乘T, 军资乘S, jūnzīchéngP, chun ci ch’eng W). Questa sezione si divide in 65 categorie, che vanno a coprire vari contenuti come il Marciare, l'accampamento, la disposizione tattica delle truppe, la trasmissione degli ordini, l'attacco e la difesa delle città, l'approvvigionamento del cibo, delle armi, le cure ed il mantenimento della salute, i trasporti, solo per citarne alcuni;
  • 5- Zhan Du Zai, cioè Mettere in atto l'occupazione di un territorio (占度載T, 占度载S, zhāndùzàiP, chan tu cai W). In questa sezione , l'autore introduce gli aspetti delle condizioni del tempo e le caratteristiche geografiche che sono collegate alle metodologie di Guerra.


mercoledì 15 settembre 2010

Tsuki

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In giapponese col termine "Tsuki" viene indicata la tecnica di pugno.

Kendo
Nel Kendo. la parola Tsuki, corrisponde ad una delle cinque aree su cui attaccare. Esso è una spinta dal punto dello shinai alla gola, inteso a tagliare un'arteria carotide. Nel combattimento con la spada, l'avversario morrebbe dissanguato. Diversamente dalle arti marziali che usano questo termine, nel "kendo ", lo "tsuki "è un termine comprensivo per il movimento e l'obiettivo.

Karate
Nel karate e nelle sue varianti, il vocabolo "tsuki" è usato come una parte di una parola composta, generalmente usata per descrivere varie tecniche di pugno,(ad esempio: Gyaku zuki, Oi zuki..ect) e, virtualmente, non serve mai a descrivere una tecnica unica, (Da notare che in una parola composta, dove tsuki non viene prima, la sua pronuncia e scrivendo leggermente cambi a causa di il rendaku; questo è traslitterato come "zuki ").
Qualche esempio d'uso di alcune tecniche basilari include:
  • Choku-zuki (直突き), pugno dritto
  • Gyaku-zuki (逆突き), pugno opposto alla gamba in avanzamento
  • Oi-zuki (追い突き), pugno portato in avanzamento con la gamba corrispondente al braccio
  • Age-zuki (上げ突き), pugno portato dal basso verso l'alto
  • Ura-zuki (裏突き), pugno rovesciato (corto raggio)
  • Tate-zuki (立て突き), pugno verticale portato al centro del petto (corto raggio)
  • Morote-zuki (双手突き), pugno portato con due mani
  • Yama-zuki (山突き) or Rete-zuki, doppio pugno portato su due livelli (combinazione di ura-zuki e jodan oi zuki)
  • Kage-zuki (鉤突き), gancio
  • Mawashi-zuki (回し突き), pugno circolare
Kumite
Il combattimento nel Karate è chiamato kumite (組手:くみて). Si traduce letteralmente come: "incontro di mani." Il Kumite viene praticato sia come sport che come allenamento all'auto-difesa dove le tecniche di pugno vengono sviluppate ed eseguite insieme ad altre tecniche.
Il livello di contatto fisico nel combattimento varia notevolmente. Al Full contact karate sono stare apportate molte modifiche.Knockdown karate (such as Kyokushin) utilizza tecniche a contatto pieno per mandare a terra l'avversario. Nelle varianti del Kickboxing (per esempio K-1), si preferisce la vittoria per k.o. Sparring in armour (bogu kumite) permette di portare a piena potenza le tecniche con qualche protezione. Sport kumite in many international competition under the World Karate Federation is free or structured with light contact or semi contact and points are awarded by a referee.
Nella pratica dell'aiki-jō e di alcuni stili dell'aikidō (in particolare nell'Stile Iwama di Morihiro Saitō), lo tsuki è usato letteralmente come parte del nome di numerose tecniche di spinta con the short staff (jō).
Nel karate e nelle sue varianti, il gyaku-zuki è il termine utilizzato per indicare il pugno opposto. Un tradizionale pugno contrario straight punch eseguito da una posizione frontale, with the punching hand on the opposite side to the leading leg (e.g., left leg forward, punch with the right fist). In alternativa il gyaku-zuki può essere utilizzato come termine per qualsiasi pugno scagliato con la mano dello stesso lato della gamba posteriore. Gyaku-zuki, Shotokan karate's strongest punch, develops power through movement of the hips. The hips twist as the returning (non-punching) hikite arm is pulled back and the punching arm is pushed forward, the fist twisting at point of impact. Tensing of the whole body is synchronised as the punch makes contact and at this time the rear foot is pushed down.

Choku zuki
Nel karate e nelle sue versioni, è il termine usato per indicare un "pugno diritto." La camera, o posizione preparatoria, di choku-zuki è con la mano impressionante ritirata all'anca o sulle costole, in un pugno, col palmo che affronta su. Il pugno viaggia direttamente in un percorso lineare verso l'obiettivo, col gomito dietro al pugno tracciando il percorso del pugno. La mano rimane tocca col palmo su fino a che gli ultimi due pollici del pugno, quando ruota affrontare in giù. Idealmente, l'inizio della rotazione del pugno coincide col contatto iniziale con l'obiettivo. Il gomito rimane sul fondo del braccio. Permettendolo per ruotare al lato o diretto verso l'alto lo mette in mostra a danno da entrambi hyperextension inflitto da sé, o da un blocco rigido dall'oppositore. Il contatto è fatto con nocche dell'anteriore-pugno. Un pugno diritto eseguito da una posizione anteriore (zenkutsu-dachi) viene chiamato gyaku-zuki (pugno inverso), se la gamba avanzata e pugno sono su lati opposti, od oi-zuki (pugno di affondo) se la gamba e pugno sono sullo stesso lato.


martedì 14 settembre 2010

Zenkutsu-dachi

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La Zenkutsu-Dachi (in giapponese Posizione Frontale) è una posizione presente nel Karate in stile Shotokan. La posizione prevede la concentrazione del 90% del peso corporeo sulla gamba anteriore e il 10% sulla gamba posteriore. Questa specifica distribuzione del peso può rivelarsi utile per avere un cambio di peso, per esempio, da Zenkutsu-Dachi a Kokutsu-dachi (Posizione basata sulla gamba posteriore) oppure nella stessa posizione.
La posizione si utilizza per compiere difese come il Gedan-Barai, la Jodan-Age Uke, Soto Uke, Chudan-Uchi-Uke.


lunedì 13 settembre 2010

Hara Toratane

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Hara Toratane (原 虎胤; 1497 – 1564) è stato un samurai e generale giapponese del periodo Sengoku. È anche conosciuto come uno dei ventiquattro generali di Takeda Shingen.
Guadagnò reputazione come uno dei più abili generali Takeda. È interessante notare che disertò brevemente Takeda nel 1553 per gli Hōjō, anche se ritornò poco dopo. Fu attivo nelle guerre del Takeda nella provincia di Shinano ed è morì per le ferite subite a Warikadake nel 1561. Ha la fama di essere stato ferito non meno di 53 volte nel corso di circa 30 battaglie. Ironia della sorte, dopo la sua morte il suo titolo di Mino no Kami è andato a Baba Nobuharu che fu altrettanto famoso per non esser mai stato ferito in battaglia una volta prima della sua morte.


domenica 12 settembre 2010

Minamoto no Yoshitsune

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Minamoto no Yoshitsune (源 義経; 1159 – 15 giugno 1189) è stato un militare giapponese, samurai e generale del clan Minamoto, vissuto tra la fine del periodo Heian e l'inizio del periodo Kamakura, uno degli ultimi morti prima che lo shōgun diventasse per quasi sette secoli il capo assoluto del paese.

Biografia
Yoshitsune fu il quarto ed ultimo figlio di Minamoto no Yoshitomo (源義朝), capo del clan Minamoto. Poco dopo la sua nascita, alla fine del 1159, scoppiò la ribellione di Heiji, nella quale suo padre e i suoi due fratelli maggiori persero la vita. Mentre suo fratello maggiore Yoritomo, ormai erede designato del clan, fu esiliato nella provincia di Izu, Yoshitsune fu affidato al tempio di Kurama, sulle montagne di Hiei, vicino Kyoto. Sul monte Kurama, imparò il kenjutsu (tirar di scherma con la katana) dal re dei tengu, Sōjōbō. Infine, fu preso in custodia da Fujiwara no Hidehira (藤原秀衡), capo del potente ramo settentrionale del clan Fujiwara (Fujiwara del Nord), e fu portato a Hiraizumi, nella provincia di Mutsu.
Nel 1180, Yoshitsune venne a conoscenza del fatto che suo fratello Yoritomo, ora capo del clan, aveva raccolto le armate dei Minamoto per affrontare quelle del clan Taira. Yoshitsune, insieme al suo fedelissimo amico Benkei, prese parte al conflitto. Nella battaglia di Awazu, nella provincia di Omi, all'inizio del 1184, sconfisse e uccise suo cugino Yoshinaka, il rivale di Yoritomo per il posto di capo clan, proclamandosi poi shōgun per un breve periodo. Un mese dopo, nella battaglia di Ichi-no-Tani, nell'odierna Kōbe, sconfisse i Taira e ripeté l'impresa, nel 1185, nelle battaglie di Yashima, sull'isola di Shikoku, e Dan-no-ura, nell'odierna prefettura di Yamaguchi.
Dopo la guerra di Genpei, Yoshitsune raccolse l'appello dell'Imperatore claustrale Go-Shirakawa a prendere le armi contro suo fratello Yoritomo. Sconfitto, dovette tornare a chiedere l'aiuto di Fujiwara no Hidehira. Lì, nella provincia di Mutsu, Yoshitsune fu tradito dal figlio di Hidehira, Yasuhira, e costretto a compiere il seppuku, insieme alla moglie e alla figlia. Nel 1192, tre anni dopo la sua morte, Go-Shirakawa e Yoritomo si riconciliarono, e Yoritomo ricevette il titolo di shōgun, fondando lo shogunato di Kamakura e diventando il 26 aprile di quell'anno, dopo la morte dell'ultimo vero sovrano assoluto, il governatore effettivo del Giappone.
Venne sepolto nel tempio shintoista di Shirahata Jinja, a Fujisawa, dove la sua salma è tuttora custodita.

Presenza nella cultura di massa
La vita di Yoshitsune, nonostante il suo eccezionale talento militare, finì con una morte cruenta, che attira la compassione di molti, al punto che nella lingua giapponese l'espressione Hougan'biiki (判官贔屓), che vuol dire "compatire o accogliere nelle proprie grazie un debole", contiene il nome postumo di Yoshitsune, Hougan (判官) appunto, che gli spettava grazie al rango affidatogli dall'imperatore Go Shirakawa, un'altra pronuncia degli ideogrammi di Hougan è Hangan, che significa "magistrato". Inoltre, la vita di Yoshitsune è considerata eroica al punto da essere narrata. Le leggende e i racconti con questo tema si sono moltiplicate col tempo, delineando così una figura di Yoshitsune piuttosto lontana da quella storica. Tra le varie leggende è famosa quella in cui, grazie all'aiuto della figlia dello stregone Kiichi Hogen, riuscì a rubare i due leggendari volumi di tattiche belliche Rikuto e Sanryaku e a studiarli, o ancora quella dell'improvvisa morte in piedi di Benkei, monaco guerriero, fedelissimo servitore e amico di Yoshitsune, nella battaglia del fiume Koromogawa. Queste sono state rese famose presso un vasto pubblico circa duecento anni dopo la morte di Yoshitsune, all'inizio dell'era Muromachi, grazie alle "Cronache di Yoshitsune". Compare come protagonista nella terza sezione dell'Heike Monotogari, il classico della letteratura giapponese che racconta degli eventi della guerra di Genpei e che ispirò molte opere posteriori, soprattutto di teatro Nō e Kabuki. In particolare, si narra che l'aver studiato il "Libro della Tigre", contenuto nel Rikuto, sia stato la causa della sua vittoria a Sunaga, e che da quel momento, il medesimo libro sia una lettura indispensabile per la vittoria. In epoche successive, il nome di Yoshitsune venne utilizzato per consacrare la gloria di una discendenza. Ad esempio, esiste una scuola di arti marziali che avrebbe ereditato delle tecniche da Yoshitsune stesso o da quello che viene ritenuto il suo maestro, Kiichi Hogen.
Tra le rappresentazioni più vicine nel tempo:
  • Il film in bianco e nero con soli uomini di Akira Kurosawa, Gli uomini che mettono il piede sulla coda della tigre, creato nel 1945, porta in scena una delle leggende su Yoshitsune, basata sull'opera di kabuki Kanjincho.
  • Una delle leggende su Yoshitsune è che si allenasse tagliando con la spada le foglie che cadevano dagli alberi. Innumerevoli opere contemporanee giapponesi riprendono questo mito. Talvolta i personaggi tentano di ripetere l'impresa per paragonarsi a Yoshitsune, come all'inizio del manga L'immortale. Nel manga One Piece invece Zoro impara a tagliare l'acciaio, perché riesce a fermare una foglia che cade con la spada senza tagliarla. In Hajime no Ippo, il protagonista deve prendere al volo le foglie che cadono dall'albero per essere ammesso in una palestra.
  • Nella serie di videogiochi Mortal Kombat, il nome di Liu Kang era in origine Minamoto Yo Shin Soo, ma John Tobias dichiarò che dovettero cambiarlo.
  • Nella versione per Nintendo DS del gioco Age of Empires II: The Age of Kings, Minamoto Yoshitsune è il protagonista di una campagna con cinque missioni, che lo vedono vincere nella battaglia di Ichi-no-Tani e sconfiggere il clan Taira.
  • È il protagonista del romanzo di Leonardo Vittorio Arena, Il coraggio del samurai (Piemme Edizioni, Milano 2011).
  • Nell'episodio 16 dell'anime Samurai Champloo, tre uomini cantano a ritmo di rap la storia del "fantasma di Yoshitsune" che infesterebbe le montagne, anche se Jin osserva che hanno apparentemente confuso le leggende.
  • Nel gioco per PlayStation 2 Genji: Dawn of the Samurai si racconta la storia di Yoshitsune e Benkei.
  • Nel videogioco arcade della Namco Genpei Tōma Den, Taira no Kagekiyo del can Taira è il protagonista mentre Yoritomo, Yoshinaka, Yoshitsune e Benkei sono i nemici.
  • Il film Gojoe, di Sōgo Ishii, racconta in forma molto romanzata l'incontro di Yoshitsune con Benkei sul ponte di Gojo (五条大橋 Gojō-ōhashi).
  • In Giappone, Kōdansha sta attualmente pubblicando un manga dal titolo Shanaou Yoshitsune, di Sawada Hirofumi, sulla vita del samurai.
  • Nel videogioco Shin Megami Tensei: Persona 4 è possibile evocare Yoshitsune come un "Persona", ovverosia una sorta di alter ego spirituale utilizzabile nei combattimenti. Il Persona Yoshitsune è considerata una delle più potenti, ed è la preferita di molti giocatori.
  • Il film Sukiyaki Western Django è un omaggio al film Django, storico western di Sergio Corbucci, coproduzione italiano/spagnola del 1966. Racconta dei combattimenti di due gruppi rivali, i due clan Taira (Heike) e Minamoto (Genji) durante la sanguinosa guerra Genpei
  • Nel videogioco per Nintendo Wii Ōkami è presente un personaggio di nome Ushiwaka (chiamato anche Waka)
  • Nel settimo film della serie anime Detective Conan, le vittime dell'assassino facevano parte di un'organizzazione criminale i cui membri portavano i nomi dei discepoli di Yoshitsune. Lo si vede spesso in flashback e il protagonista, Conan Edogawa, viene paragonato a lui per le sue grandi abilità.
  • Nell'anime e nel gacha di Fate/Grand Order compare sotto forma di servant con il nome di Ushiwakamaru.


sabato 11 settembre 2010

Nezumi Kozō

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Nezumi Kozō (鼠小僧), soprannome di Nakamura Jirokichi (仲村 次郎吉; 1797 – 1831) fu un leggendario guerriero ninja e bandito, vissuto nella capitale durante il periodo Edo.
Le sue imprese sono menzionate nel teatro kabuki, nella musica tradizionale, nei jidai-geki e nella cultura popolare.

Cattura e tatuaggio
Nel 1822 fu catturato, tatuato e bandito da Edo. L'8 agosto 1831 fu nuovamente catturato e confessò il furto con scasso di oltre cento proprietà di samurai e l'impressionante furto di oltre 30.000 ryō durante i suoi quindici anni di carriera. Fu legato ad un cavallo e fatto sfilare in pubblico prima di essere decapitato nei campi dell'esecuzione di Suzugamori. La sua testa fu quindi esposta pubblicamente su un palo. Fu sepolto ad Ekō-in, nella sezione Ryōgoku di Tokyo.

Antefatto
Al momento dell'arresto, Jirokichi fu trovato con pochi soldi. Questo, combinato all'umiliazione pubblica impostagli dal daimyō, ha portato alla credenza popolare secondo cui consegnò i soldi ai poveri, trasformando il meschino ladro in un eroe popolare postumo simile a Robin Hood. La sua reputazione è stata accresciuta anche dal fatto che, prima della morte, distribuì fogli di divorzio alle sue mogli così da evitare a loro la condivisione della pena.

Soprannome
Il soprannome di Jirokichi, Nezumi Kozō, non è un nome. Nezumi è la parola giapponese che indica "ratto": un kozō era un giovane fattorino che lavorava in un negozio nel periodo Edo. Il soprannome può quindi essere approssimativamente tradotto come "ragazzo ratto". Poiché un soprannome contenente il termine kozō veniva spesso dato ai borseggiatori, che erano spesso giovani ragazzi e ragazze dato che la professione richiedeva dita agili, si ritiene che Jirokichi fosse un noto borseggiatore quando era più giovane.


venerdì 10 settembre 2010

Kenjutsu

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Il kenjutsu (剣術 lett. "arte della spada") è un'arte marziale giapponese costituita dall'insieme delle tecniche di katana utilizzate durante i combattimenti corpo a corpo; si differenzia dallo iaidō perché le tecniche vengono eseguite solo dopo l'estrazione della spada dal fodero, mentre nello iaidō tutte le sequenze di tecniche (kata) vengono eseguite fino all'estrazione dell'arma (Iai vuol dire infatti "estrazione" in giapponese).
Si può tranquillamente affermare che il kenjutsu si trova a livelli inferiori (in raffinatezza delle tecniche) rispetto allo iaidō, poiché utilizzato in guerra contro molteplici avversari (difatti le tecniche consistono in una serie di tagli dati verticalmente, orizzontalmente e diagonalmente al fine di annientare più "corpi" possibili nelle vicinanze del guerriero).
Bisogna fare molta attenzione nel non confondere il kendō con il kenjutsu. Infatti la differenza tra i due termini sta proprio negli ideogrammi che li compongono. Ken-Jutsu (剣術) sta per "Arte della spada" (da ken : spada, e jutsu : arte, tecnica) mentre Ken-Do (剣道) sta per "Via della spada" (da do: via, percorso, in senso spirituale), inoltre bisogna comprendere la vera differenza tra queste: il kenjustu è un'arte nata per combattere e uccidere i nemici sul campo di battaglia, sviluppata dalla classe guerriera giapponese nel corso dei secoli; il kendo è sempre un'arte marziale, ma il suo scopo non è più uccidere l'avversario per ottenere la propria sopravvivenza. Lo scopo del kendo è auto-disciplinare se stessi, il proprio corpo e la propria mente, e percorrere appunto "la Via" per migliorarsi e crescere come persone insieme agli altri praticanti con i quali si studia l'Arte. Senza addentrarsi nelle possibili interpretazioni spirituali e filosofiche, questo concetto può essere racchiuso in una frase: nel kenjutsu ci si addestra per sconfiggere il nemico; nel kendo ci si addestra per sconfiggere se stessi e i propri limiti.


giovedì 9 settembre 2010

Taḥṭīb

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Il taḥṭīb (in arabo: تحطيب) è un'arte marziale originaria dell'Egitto. Si basa principalmente sull'uso del bastone di legno per colpire, difendersi e schivare. Il bastone utilizzato è lungo circa 120 cm ed è chiamato Asa", "Asaya"/"Assaya o Nabboot. Ne esiste un'altra versione lunga 365 cm usata per la
scherma a cavallo.

Etimologia
Il nome completo arabo del taḥṭīb è "Fann el Nazaha Wal Tahtib" che significa "L' arte, (Fann) della rettitudine e dell'onestà (Nazaha) attraverso l'uso del bastone". Il termine "Tahtib" deriva da "Hatab" che significa "boscaiolo" ; "Hatab" si riferisce a colui che compie, mentre taḥṭīb è riferito all'arte o al modo similare del "Karate" piuttosto del "Karate-Do" o "Aiki" piuttosto che "Aikidō".

Storia
Le origini di quest'arte risalgono al II millennio a.C., infatti alcuni gesti del taḥṭīb sono incisi in tre tombe fra quelle scavate nella roccia 39 nel sito archeologico Beni Hasan, lungo la sponda orientale del Nilo, vicino alla città di Minya. La necropoli comprende tombe di funzionari (nomarch dell'XI e della XII dinastia dell'Antico Egitto. Gli antichi egizi praticavano la scherma col bastone o il combattimento col bastone come forma di intrattenimento; quest'arte marziale non veniva impiegata nei veri combattimenti ma soprattutto come allenamento o sport. L'arte del combattimento col bastone durante la XXI dinastia doveva probabilmente essere simile al kenjutsu giapponese.
La scherma con il bastone continua ad essere praticata in Egitto durante le feste e i mesi del ramadan. Esibizioni vengono allestite durante le cerimonie matrimoniali. È attualmente conosciuta con il nome di taḥṭīb.


mercoledì 8 settembre 2010

Aniruddha

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Aniruddha o Anuruddha (pali: Anuruddhā; sinhala: අනුරුද්ධ මහ රහතන් වහන්සේ) è stato uno dei dieci discepoli principali nonché cugino del Gautama Buddha.

Primi anni
Aniruddha era il figlio di Amitodana e fratello di Mahanama. Poiché Amitodana era il fratello di Suddhodana, re dei Sakya a Kapilavastu, Anuruddha era cugino di Siddhartha (Gautama Buddha). Era un kshatriya dalla nascita, cosa che gli permetteva di crescere nell'agio. Gautama Buddha tornò nella propria città natale due anni dopo la sua illuminazione, predicando le sue idee nel regno sakyano. Insieme ai suoi 3 cugini Bhaddiya, Ananda e Devadatta e il loro servitore Upali, ricevette l'ordinazione dal Buddha nel Boschetto del Mango di Anupiya.

Vita religiosa
Anuruddha acquisì la "visione divina" (dibba-cakkhu) ed era considerato come il più avanzato tra coloro che ne avevano l'abilità. Sariputra assegnò otto pensieri di un grande uomo per Anuruddha da utilizzare come argomento di meditazione. Viaggiando nella Pacinavamsadaya nel paese di Ceti per esercitarsi, fu in grado di dominarne sette, ma non poté imparare l'ottavo, cosa che Buddha gli insegnò. Anuruddha sviluppò l'insight e poi raggiunse lo stato di arhat.

Raffigurazione
Anuruddha è raffigurato nel Canone Pali come un bhikkhu affezionato e fedele, che si trovava vicino al Buddha durante le assemblee. Ad un certo punto, quando il Buddha fu deluso dalle argomentazioni dei monaci a Kosambi, si ritirò a Pacinavamsadaya per stare con Anuruddha. In molti testi, anche quando è presente un gran numero di illustri monaci, Anuruddha è spesso il destinatario delle domande del Buddha e delle risposte a nome del sangha.

Dopo il Buddha
Anuruddha era presente quando il Buddha morì a Kusinara. Era colui che più consolava i monaci e li ammoniva sul loro futuro corso d'azione, ricordando loro il decreto del Buddha di seguire il dharma. Mentre il Buddha si adagiava e attraversava i dhyana, Ananda disse ad Anuruddha: "L'Amato ha raggiunto il Nibbana finale, Venerabile Signore". Anuruddha, avendo una visione divina, affermò che il Buddha era assorbito nello stato di "cessazione", ma non era ancora morto. Anuruddha fu consultato dai Malla di Kusinara in merito alle ultime volontà del Buddha.
Successivamente, al Primo Concilio buddista, ebbe un ruolo notevole e gli fu affidata la custodia dell'Anguttara Nikaya. Anuruddha morì a Veluvagama, nel paese del Vajji, all'ombra di un boschetto di bambù. Aveva centoquindici anni al momento della sua morte.

Raffigurazioni nella Jataka
Anuruddha è spesso raffigurato nel Jataka, che descrive le precedenti reincarnazioni di figure buddiste. Ai tempi del Buddha Padumuttara, era stato un ricco capofamiglia. Udendo uno dei monaci dichiarati migliori tra i possessori dell'occhio celeste, desiderava un simile onore. Compì atti di merito, tra cui tenere una grande festa di luce davanti alla tomba del Buddha. Nell'era del Buddha Kassapa si era reincarnato ed era nato a Varanasi; un giorno mise ciotole piene di burro chiarificato intorno alla tomba del Buddha e le accese, circoscrisse la tomba per tutta la notte, portando sulla sua testa una ciotola illuminata.
Rinacque in una famiglia povera a Varanasi e si chiamava Annabhara. Un giorno, mentre lavorava per il suo maestro, il banchiere Sumana, diede il suo pasto a un Pratyekabuddha, Uparittha. Il banchiere, avendo saputo della pia azione di Annabhara, lo ricompensò aiutandolo a concludere un affare per lui. Il re, impressionato, gli diede un terreno per una casa e quando il suolo sottostante fu scavato, produsse molti tesori sepolti.


martedì 7 settembre 2010

Moraingy

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Il Moraingy è un'arte marziale tradizionale del Madagascar.

Storia
Il Moraingy ha avuto origine nella costa occidentale del Madagascar durante la dinastia Maroseranana (dal 1675 al 1896) del regno dei Sakalava. Con il tempo si è diffusa in tutto il Madagascar, prevalentemente nelle zone costiere, ma la sua popolarità ha sconfinato anche nelle vicine isole come Riunione, Comore, Seychelles e Mauritius.
Arte marziale riguardante unicamente l'uso delle mani nude, il Moraingy era inizialmente praticato solamente da giovani di ambo i sessi, generalmente con un'età compresa tra i 10 ed i 35 anni, mentre ora viene praticato da gente di ogni età: nonostante ciò tuttora i lottatori vengono chiamati kidabolahy (uomini giovani) o kidabo mpanao moraingy (giovani che praticano Moraingy).
Essere lottatore di Moraingy in alcune zone del Madagascar è anche uno status symbol e chi pratica tale disciplina ha generalmente il rispetto da parte della popolazione.

Caratteristiche tecniche
Il Moraingy generalmente riguarda scontri tra lottatori di differenti villaggi. Si combatte in ampi spazi all'aperto come campi da calcio e il combattimento è generalmente accompagnato da musica tradizionale come il Salegy.
Il Moraingy viene organizzato in competizioni a più incontri uno-contro-uno, e prima dell'inizio dell'evento i lottatori si radunano per scegliere ognuno il proprio avversario.
È un'arte marziale che prevede esclusivamente colpi, principalmente pugni ma è possibile anche calciare l'avversario. Le tecniche più utilizzate sono il pugno diretto (mitso), il gancio (mandraoky), il pugno basso (vangofary) e il montante (vangomioriky). In fase di difesa si tiene la guardia e si effettuano schivate.
L'incontro prevede un solo round e la vittoria può avvenire se una delle seguenti condizioni si avvera:
  • uno dei due lottatori esce dall'area di combattimento
  • svenimento di uno dei contendenti
  • impossibilità da parte di uno dei lottatori di continuare l'incontro per infortunio
  • manifesta inferiorità di un lottatore sull'altro.