domenica 13 agosto 2017

Yari

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Lo yari () è un tipo di lancia usata nel Giappone feudale soprattutto dalla classe guerriera dei samurai. L'arte marziale dell'uso del yari è il Sōjutsu (槍術).

Storia

Si ritiene che lo yari derivi da un'antica lancia cinese, ma mentre quest'arma è presente fin dall'antichità giapponese, il termine "yari" non compare in testi scritti prima del 1334.
Nonostante il suo largo utilizzo lo yari divenne popolare solo durante le lotte per il potere fra clan nell'epoca Sengoku (戦国時代).
Durante il tentativo di invasione mongola del Giappone a partire dal 1274 le tattiche di combattimento cambiarono radicalmente. Su modello degli eserciti cinesi e coreani, composti da ranghi serrati di fanti armati di lance, in Giappone iniziarono ad essere utilizzate formazioni di ashigaru armati di armi in asta (yari e naginata compresi) affiancati da altre unità armate di armi da fuoco, rendendo quasi inutili le cariche di cavalleria e relegando la katana ad arma da fianco da usare solo in caso di emergenza.
Col tempo lo yari divenne popolare più dell'arco (yumi) tra i samurai e gli ashigaru.
Durante il periodo Edo lo yari cadde in disuso; in questo periodo pacifico le spade, le lance e gli archi finirono per non essere più considerate ma nonostante ciò lo yari continuò a essere fabbricato da fabbri esperti.
Lo yari finì col diventare un'arma cerimoniale per tutto il resto del periodo.

sabato 12 agosto 2017

Pradal Serey

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Pradal serey (ប្រដាល់សេរី) o Kbachkun Pradal Khmer (abbreviato in Khun Khmer) è uno stile cambogiano di arti marziali.
Tale disciplina è nata dallo sviluppo di alcune arti marziali come la muay Thai dalla Thailandia, il tomoi dalla Malesia, la muay Lao dal Laos e il lethwei dal Myanmar, alle quali è visibilmente similare. Originariamente utilizzato per la guerra, il pradal serey è oggi uno sport nazionale cambogiano. Le sue movenze furono leggermente modificate per poter essere praticato appunto come sport su un ring.
Il termine pradal serey in lingua khmer significa "combattimento libero", da pradal che significa "combattimento", mentre serey può essere tradotto come "libero".

venerdì 11 agosto 2017

Miko

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Il termine miko (巫女) indica le giovani donne che lavorano presso i templi shintoisti.

Tradizione

La tradizione delle miko risale alle antiche ere del Giappone. In tempi remoti, le donne che entravano in trance, dando voce alle parole del Dio, venivano chiamate miko (sacerdotesse), in maniera non dissimile alle sacerdotesse dell'Oracolo di Delfi.
Più avanti, "miko" diventò il termine per indicare le giovani donne al servizio di altari e templi shintoisti. Erano spesso le figlie dei sacerdoti incaricati di prendersi cura di uno dei santuari. I ruoli della miko includevano l'esibizione in danze cerimoniali (miko-mai) e l'assistere i sacerdoti in varie funzioni, soprattutto nei matrimoni. La tradizione continua, ed ancora oggi le miko possono essere trovate in parecchi santuari shintoisti. Nei tempi moderni, le miko sono soprattutto volontarie, oppure lavoratrici part-time. I loro doveri includono l'assistere alle funzioni del santuario, esibirsi in danze cerimoniali, offrire Omikuji (un genere di oracolo) e prendersi cura della vendita di tutti quegli oggetti associati al santuario stesso.
È piuttosto difficile dare una definizione precisa dell'equivalente occidentale alla parola giapponese "miko", comunque "vergini dell'altare", per quanto impropria, è quella usata più di frequente. Altri termini sono stati usati come succedanei, quali profetesse, medium, sacerdotesse, suore, streghe. C'è da sottolineare che, malgrado lo shintoismo comprenda sacerdoti donna, esse non sono miko. È anche importante notare che le miko non hanno lo stesso grado di autorità di un sacerdote, per quanto possano ricoprire gli incarichi di un chierico anziano se non c'è disponibile alcun sacerdote. Le uniche eccezioni a questa norma avvenivano in antichità, quando le profezie rivelate dalle miko erano considerate come ispirate dalla stessa voce del Kami (la divinità).
Teoricamente, requisito iniziale per essere miko era quello di essere vergine, però storicamente vennero fatte eccezioni a questa regola, in favore di donne dotate di grande carattere. È probabilmente vero che, quando una donna che stava servendo ad un santuario si sposava, abbandonava il suo ruolo di miko per occuparsi del marito e della nuova famiglia. Questa regola è stata pressoché completamente rimossa nei tempi moderni, anche se la maggior parte delle miko ancora oggi, quando si sposa, lascia il servizio al santuario o il corso di apprendimento per diventare sacerdotessa.
Il costume tradizionale, o veste, di una miko consiste di un hakama rosso, che può essere sia in foggia di pantaloni che di gonna, della tunica bianca del kimono con grandi maniche, spesso orlate di rosso ed è associato ai tipici calzari giapponesi, i tabi. Occasionalmente alcuni altari, come il Santuario di Tsurugaoka Hachiman a Kamakura, vestono le loro miko in altri colori. Per le miko è anche comune portare nastri e fiocchi ai capelli, o altri ornamenti, comunque colorati di rosso o di bianco.

Nella narrativa

Le miko sono personaggi comuni nella letteratura giapponese, nei manga e negli anime. Spesso sono personaggi secondari o che fanno da spalla ai primari, e si riconoscono facilmente grazie al loro costume caratteristico. Mediamente, la più comune descrizione di una miko è quella di un personaggio impegnato a spazzare il suolo di un santuario con una scopa di bambù. In alcune storie romantiche, specialmente bishōjo, videogiochi e visual novels, le miko sono di solito mostrate come ragazze attraenti, ma estremamente noiose o prevenute, una caratteristica spesso dovuta ad una conoscenza limitata o negativa dei ragazzi. Un grosso contrasto con lo stereotipo della suora cristiana, vista in molte storie come amichevole e riservata.
Nonostante la sua immagine mondana, i manga e gli anime generalmente dipingono la miko come un'eroina che combatte gli spiriti malvagi, demoni e fantasmi, spesso attraverso l'uso di poteri magici o sovrannaturali. In queste storie, le miko sono usualmente descritte come particolarmente abili nell'utilizzo di una o più arti marziali, specialmente nell'uso di armi tradizionali giapponesi come lo yumi (arco lungo), il tanto (pugnale), od una delle varie spade giapponesi quali le katana o i wakizashi.
Alle miko sono anche quasi sempre attribuite le capacità di fare magie di vario tipo, specialmente ofuda e varie forme di divinazione.
Nei giochi di ruolo occidentali, sono mediamente considerate alla stessa stregua di chierici, "streghe bianche" o paladini. A queste miko ci si riferisce mediamente come a Betsushikime. In alcuni casi, si crede che determinate miko storiche, come Izumo no Okuni, siano state Betsushikime.
Per quanto riguarda, invece, le kuro miko ("miko oscure", più spesso tradotto come "sacerdotesse oscure"), esse sono le controparti malvagie della miko tradizionale in anime e manga. Di solito servono sacerdoti rinnegati o demoni. La kuro miko è spesso molto sapiente nel campo della demonologia, e ha un grande controllo della magia nera. Veste di una versione oscura della divisa tradizionale (borgogna, oro o nero al posto del rosso), spesso con una maschera. Questo tipo di personaggi sono apparsi in Inuyasha e Asagiri no miko.

giovedì 10 agosto 2017

Hwarang

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Hwarang (화랑, 花郞) fu un gruppo di élite di giovani maschi del Regno di Silla in Corea.

Significato del termine

Per analizzare il significato di questo termine si possono innanzitutto prendere in considerazione le sue due parti componenti: "Hwa" (fiore) e "Rang" (cavaliere/uomo).
Spesso tale termine compare come Hwarang, che potrebbe leggersi "cavaliere in fiore" o "uomo che fiorisce", ad indicare il passaggio da adolescenza a maturità di un giovane guerriero. Nella tradizione storica coreana "Hwarang" è un titolo onorifico che veniva dato a selezionati giovani virgulti della nobiltà coreana nel Regno di Silla, i quali, anche prima dell'adolescenza, si vedevano orientati a divenire guerrieri mediante una pesante ed omnicomprensiva preparazione fisica, mentale e spirituale. L'istituzionalizzazione del sistema dei Hwarang, che faceva di tale casta una sorta di accademia per giovani generali, avvenne all'incirca nel 540 d.C. con il re Chinhung di Silla, il quale capì la necessità di costituire dei valenti leader sia militari che, successivamente, politici, partendo da una formazione adolescenziale e/o pre-adolescenziale. Si hanno comunque notizie dai maggiori testi storici ed epici coreani (Samguk Yusa, Samguk Sagi, Hwarang Segi e Haedong Goseungjeon) dell'esistenza dei Hwarang anche prima di tale data.

Il codice etico dei Hwarang

I Hwarang furono fortemente influenzati da Buddismo, Confucianesimo e Taoismo. Il Samguk Sagi riporta quanto segue: "... scelsero i migliori giovani delle famiglie nobili, li vestirono e curarono esteticamente, e li chiamarono Hwarang. Le persone li riveriscono e li servono...". Sempre il Samguk Sagi ed il Samguk Yusa trattano di come fu determinato il loro codice etico. Due giovani Hwarang, Gwisan e Chwihang, andarono dal monaco illuminato Won Gwang alla ricerca di conforto spirituale in quanto avevano bisogno di una guida che potesse spiegare loro la vera conoscenza. Essi dissero al monaco: "Noi siamo ignoranti e non abbiamo la conoscenza. Ti preghiamo di darci delle massime che possano istruirci per il resto della nostra vita di cavalieri". Won Gwang, compose i cinque comandamenti che seguono:
  1. Fedeltà al proprio signore (사군이충, 事君以忠, Sagun-ichung)
  2. Pietà filiale verso i genitori, propri e degli altri (사친이효, 事親以孝, Sachin-ihyo)
  3. Fiducia e fedeltà tra camerati (교우이신, 交友以信, Gyo-u-isin, Kyouisin)
  4. Mai ritirarsi in battaglia (임전무퇴, 臨戰無退, Imjeonmutoe)
  5. Non uccidere indiscriminatamente (살생유택, 殺生有擇, Salsaeng-yutaek)

Gerarchia

  • Wonhwa: protettore femminile appartenente alla famiglia reale (원화, 源花)
  • Gukseon: gran maestro (국선, 國先)
  • Pungwolju: ufficiale capo (풍월주, 風月主)
  • Wonsanghwa: primo ufficiale a capo degli allenamenti (원상화; 院相花)
  • Hwarang: comandanti delle unità (화랑, 花郎)
  • Nangdo: membri delle unità (낭도, 郎徒)

I Hwarang e la storia

I Hwarang e il loro codice etico/comportamentale hanno influenzato grandemente la storia coreana. A tale proposito va citato uno dei maggiori protagonisti di tale storia, che ha determinato la prima unificazione dei tre regni coreani, il generale e cavaliere Hwarang Kim Yushin. Le idee dei Hwarang hanno ispirato l'arte coreana dalla letteratura al disegno fino alle arti marziali. Ancora oggi vengono effettuate manifestazioni pubbliche tradizionali che si rifanno alle gesta dei Hwarang ed anche diverse arti marziali Hwa Rang Do (arte marziale fondata dal Dr. Joo Bang Lee, 58° erede della tradizione Hwarang)

mercoledì 9 agosto 2017

Daimyō

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Il daimyō era la carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone. Dopo la Restaurazione Meiji nel 1869 i daimyō si unirono alla nobiltà (kuge 公家) per formare un unico gruppo aristocratico: il kazoku (華族). Il termine daimyō letteralmente si traduce dal giapponese: "grande nome" (大名).
Gli appartenenti a questa carica appartenevano ad uno di questi tre gruppi principali:
  • tozama daimyō (chi aveva accettato di mettersi al servizio di Tokugawa Ieyasu in seguito alla battaglia di Sekigahara, del 1600);
  • fudai daimyō (chi prima di quella battaglia era già vassallo dei Tokugawa);
  • e shinpan (chi era parente dei Tokugawa).
I tozama daimyō possedevano i feudi maggiori, come l'han di Kaga nella prefettura di Ishikawa, controllato dal clan Maeda e valutato 1.000.000 di koku. Altri famosi clan tozama includevano i Mori della provincia di Choshu, i Shimazu di Satsuma, i Date di Sendai, gli Uesugi di Yonezawa e gli Hachisuka di Awa. Inizialmente i Tokugawa li considerarono come potenzialmente ribelli, ma per la maggior parte del Periodo Edo i matrimoni tra Tokugawa e clan tozama, così come politiche di controllo come il sankin kotai, produssero relazioni pacifiche.
Alcuni fudai daimyō, come gli Ii di Hikone, possedevano grandi han, ma molti erano piccoli. Lo shogunato piazzò molti fudai in posizioni strategiche per sorvegliare le strade di commercio e di accesso a Edo. Inoltre molti fudai daimyō assunsero posizioni di potere nello Shogunato Edo, alcuni salendo fino al rango di rōjū.
Gli shinpan erano parenti di Ieyasu, come i Matsudaira, o discendenti di rami cadetti di Ieyasu. Diversi shinpan, inclusi i Tokugawa di Owari (Nagoya), Kii (Wakayama) e Mito, così come i Matsudaira di Fukui e Aizu, possedevano grandi han.
Durante il periodo Edo, i Tokugawa forzarono tutti i daimyō a trascorrere un anno ogni due a Edo, lasciando i membri della famiglia indietro nel loro han. Questo incrementò il controllo politico e fiscale detenuto dai daimyō di Edo. Questa politica era chiamata sankin kōtai.
Il termine daimyō viene alle volte utilizzato per riferirsi alla figura prominente di tali clan, detti anche "signori della guerra". Lo shogun, o il reggente, veniva di solito scelto, sebbene in maniera non esclusiva, tra questi signori della guerra.


martedì 8 agosto 2017

Bok Cham Bad

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Il Wrestiling tradizionale Khmer (Bok Cham Bad) è uno stile di lotta popolare che proviene dalla Cambogia. Anticamente fu praticato nel periodo Angkor ed è rappresentato nei bassorilievi di alcuni templi. Anche se oggi è uno stile praticato prevalentemente dagli uomini, il wrestling Khmer veniva praticato da entrambi i sessi e le lottattrici sono rappresentate nel tempio Banteay Srei. Nel wrestling Khmer, il ballo era importante come la lotta. Dopo il match, il lottatore balla e si muove a ritmo di musica. Gli incontri erano formati da tre round. La vittoria si ottiene quando l'avversario poggia la schiena per terra. Chi vinceva due incontri su tre veniva proclamato il vincitore del match. Dopo ogni round, al perdente veniva chiesto se era intenzionato a continuare con un altro match. I lottatori partecipano a una danza rituale prima del mach. Gli incontri sono accompagnati dal suono di due tamburi chiamati skor ngey e chhmol che significa "tamburo femminile" e "tamburo maschile". I match tradizionali sono tenuti durante il Khmer New Year e altre festività cambogiane. Questo sport era utilizzato come modo per scegliere i leader religiosi e delle tribù.

lunedì 7 agosto 2017

Ordine teutonico

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L'Ordine Teutonico o, nella sua definizione completa, Ordine dei Fratelli della Casa Ospitaliera di Santa Maria dei Teutonici in Gerusalemme (in latino Ordo Fratrum Domus Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem o Ordo teutonicus; in tedesco Orden der Brüder vom Deutschen Haus St. Mariens in Jerusalem o Deutscher Orden; sigla O.T.) è un antico ordine monastico-militare e ospedaliero sorto in Terrasanta all'epoca della terza crociata (insieme a quelli gerosolimitano e del Tempio) ad opera di alcuni tedeschi (di Brema e Lubecca) per assistere i pellegrini provenienti dalla Germania.
Fino alla perdita di Acri nel 1291, il principale teatro di operazioni dei Cavalieri teutonici rimase la Terrasanta. Tuttavia già a partire dal secondo decennio del XIII secolo operarono nell'Europa orientale, prima in Transilvania, per proteggere il Regno d'Ungheria dalle incursioni dei nomadi Cumani su richiesta di re Andrea II d'Ungheria, quindi sulla costa baltica, nella zona che si estendeva a nord-est dei territori polacchi. Contribuirono ad una vasta opera di conquista e cristianizzazione dei territori occupati da tribù baltiche, perlopiù pagane, iniziata già nel secolo precedente con le cosiddette Crociate del Nord.
Il loro dominio nella regione li portò successivamente allo scontro sia con i russi ortodossi di Pskov e Novgorod (la battaglia del lago ghiacciato venne raffigurata, seppur con diverse imprecisioni e invenzioni storiche, nel film Aleksandr Nevskij) che con i polacco-lituani. Questi ultimi, guidati da re Ladislao II Jagellone, inflissero loro una dura sconfitta nella battaglia di Tannenberg (o Grunwald) il 15 luglio 1410. Alla fine della guerra dei tredici anni, il secondo trattato di Toruń ridusse il dominio territoriale dell'Ordine alla sola Prussia Orientale (oltre ai vari possedimenti minori in territorio germanico) e allo status di vassallo della corona polacca.
Nel 1525 il trentasettesimo grande maestro dell'Ordine, Alberto di Hohenzollern-Ansbach, si convertì al luteranesimo e secolarizzò i possedimenti prussiani, assumendo il titolo di duca di Prussia. Quanto sopravvisse dell'Ordine rimase in possesso di alcuni territori del Sacro Romano Impero e della Livonia, retta in maniera indipendente dal ramo livoniano, che nel 1561 fu a sua volta secolarizzata nel Ducato di Curlandia e Semigallia.
L'Ordine venne formalmente soppresso da Napoleone Bonaparte nel 1809 ma in seguito fu ripristinato dagli Asburgo. Venne riformato nel 1929 dalla Santa Sede che lo rese un ordine di canonici regolari per la cura d'anime e le opere di carità.

Storia

La fondazione e le crociate

Hermann von Salza servì come quarto gran maestro dell'Ordine dei cavalieri teutonici dal 1209 al 1239. Pare che l'origine dell'ordine risalga al 1099, quando un cavaliere tedesco ferito durante i combattimenti per la presa di Gerusalemme venne assistito e curato da una coppia di pellegrini tedeschi, presumibilmente mercanti, che decisero in seguito di dedicarsi, con il beneplacito del Patriarca di Gerusalemme, all'attività di ospitalità e assistenza dei pellegrini, fondando un piccolo ospedale dotato di foresteria ed una cappella dedicata alla Vergine Maria. L'ospedale andò distrutto nel 1187 con la caduta di Gerusalemme. In seguito alla caduta della città fu indetta la terza crociata e il 1º settembre 1189 55 navi che trasportavano i cavalieri crociati tedeschi attraccarono ad Acri, una città portuale situata nella parte settentrionale dell'attuale stato di Israele. Alcuni di loro costruirono un ospedale da campo utilizzando una delle vele di una nave e si dedicarono alla cura dei feriti fino al loro rientro quando lasciarono l'ospedale a due religiosi tedeschi, ai quali nel tempo se ne aggiunsero altri, che lo ampliarono acquistando un terreno e costruendovi un edificio con annessa cappella e costituendo l'ordine dei fratres domus hospitalis sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem. Il 6 febbraio 1191 all'ordine venne concessa l'approvazione e la protezione del pontefice Clemente III. La regola seguita dagli appartenenti all'ordine era quella dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme. Il 21 dicembre del 1196 furono confermati all'ordine i possedimenti del tempo e futuri. Nel 1197 avrebbe dovuto aver luogo una crociata guidata dall'imperatore Enrico VI. Quando questi morì, i cavalieri che lo avevano preceduto in Terra Santa rientrarono, ma prima del rientro decisero di trasformare l'ordine in un ordine cavalleresco con compiti di protezione dei pellegrini. L'attività religiosa proseguì seguendo la regola dei Giovanniti mentre quella militare adottò la regola dei Templari.

I territori dell'Ordine (1225-1250)

Papa Innocenzo III confermò la trasformazione il 19 febbraio del 1199 e ai religiosi venne assegnato il mantello bianco con croce nera. Nel 1221 papa Onorio III parificò l'Ordine teutonico all'Ordine dei templari e a quello degli ospitalieri. In seguito a cospicue e ripetute donazioni l'ordine si diffuse molto rapidamente: dal Duecento al Trecento il numero delle commende (nome dato alle case dell'ordine) crebbe al ritmo di una ma spesso anche 3 o 4 all'anno; nel 1300 erano circa 300 diffuse in Terra Santa, Cipro, Grecia, Italia, Spagna, nel Sacro Romano Impero, nei Paesi Bassi e nell'area baltica.

La colonizzazione dell'Europa dell'Est

Nel 1191 l'Ordine abbandonò l'ultima roccaforte in Terra Santa e si mise alla ricerca di una collocazione in Europa. Nel 1211 Andrea II d'Ungheria offrì, in cambio di appoggio militare contro la popolazione nomade e pagana dei Cumani, il territorio del Burzenland in Transilvania (in tedesco Siebenbürgen). L'ordine istituì uno stato indipendente e iniziò un'intensa attività di colonizzazione ed evangelizzazione ma nel 1225 Andrea II, impaurito dalla nascita di uno stato entro il suo regno, scaccio l'ordine dall'Ungheria.
Il secondo tentativo di colonizzazione di un'area geografica fu più efficace; dopo alcuni falliti tentativi di conquista dei territori occupati dai Pruzzi, Corrado di Masovia chiese l'appoggio militare dell'Ordine offrendo in cambio dei territori. Hermann von Salza (Ermanno di Salza), gran maestro dell'Ordine teutonico, inviò quindi un distaccamento sulla Vistola nel 1229.
L'alimentazione dei militi dell'Ordine teutonico era costituita da latte, uova, una minestra di fiocchi d'avena e acqua. Chi aderiva non poteva far mostra del blasone, né cacciare (se non lupi e orsi). I castelli venivano eretti in pietra - e dal XIV secolo in mattoni - e questo fu di capitale importanza.
Importante era anche l'impiego della balestra e della catapulta, perché consentivano di difendersi con piccoli contingenti.
Memore della passata esperienza con il sovrano ungherese, il gran maestro dell'ordine Hermann von Salza si fece confermare i diritti sui territori conquistati tramite la bolla d'oro di Rimini emessa dall'imperatore Federico II e la bolla d'oro di Rieti emessa dal papa Gregorio IX. Entrambe garantivano che dopo la conquista e conversione religiosa dei territori baltici questi sarebbero stati assegnati all'Ordine, garantendo all'Ordine teutonico la sovranità ed al suo gran maestro il rango di principe imperiale.
La campagna di appoggio al duca polacco cominciò nel 1226. Corrado, dopo lunga esitazione, tramite il contratto di Kruschwitz (1230) assegnò all'ordine la città e il territorio di Kulm (Chełmno).

Apogeo e decadenza

Negli anni trenta del Duecento, subito dopo l'annessione di Kulm, l'Ordine diede un forte impulso alla colonizzazione tedesca della Prussia Orientale (Marienwerder, Elbing ecc.), portando il cattolicesimo sempre più a Oriente ed assorbendo i cavalieri di Portaspada (1237). In quegli stessi anni passarono definitivamente sotto il loro controllo parte della Livonia e della Lituania. Nel 1241 unirono le loro forze a quelle della Polonia nel tentativo di contrastare le orde mongole guidate da Batu Khan; la battaglia che ne seguì terminò con una sanguinosa disfatta per le forze della coalizione e lo stesso duca di Slesia Enrico perse la vita nello scontro, avvenuto a Liegnitz, nei pressi dell'attuale Wahlstadt. Nel 1242 la disfatta del Lago Peipus, presso Vybiti, subita dai cavalieri dell'Ordine da parte di Alexander Nevsky, principe di Novgorod, segna una battuta di arresto nella loro espansione verso est. La conquista di Königsberg (1255), sarà seguita nei decenni immediatamente successivi dall'occupazione dell'intera Prussia Orientale e di ampie zone della Pomerania. Nel 1309 la loro capitale fu trasferita a Marienburg, nei pressi della città di Danzica. L'apogeo della potenza dell'Ordine fu raggiunto nel corso del XIV secolo, allorché fu completata la conquista della Livonia (città di Narva e Reval) e furono annessi alcuni importanti nuclei urbani lituani, fra cui la città di Kaunas. Nel 1402 venne effettuata l'ultima importante annessione: il territorio imperiale della Neumark. Alla sua massima espansione l'Ordine possedeva un vasto stato sovrano che dalle rive della Vistola arrivava fino all'Estonia:
  • in Prussia (1230: Elbing (1212), Marienburg (1274-1460), Braunsberg (1240-1466), Marienwerder (1233-1525), Königsberg (1255), Wehlau (Znamensk), Tilsit (Sovetsk), Allerstein (1348; Olszytyn), Graudenz (1220-1466; Grudziadz), Insterburg (1336; Cernjachowsk), Ermland (1243-1466), Tannenberg, Lübau, Rüdau, Löchstadt, Fischhausen, Frauenberg;
  • in Samogizia (1384): Goldingen (Kuldiga), Memel-Menzelburg (1252; Klaipeda), cave d'ambra di Palmicken;
  • in Curlandia (1230): Riga (1201-1561), Uxhüll, Kokenhausen, Jelgava, Rahden, Windau (1378; Ventspils), Mittau, Dünaburg (Daugavpils);
  • in Livonia (1237-1561): Dorpat (1224-1558; Tartu), Wenden (Cēsis), Lemsal, Wolmar, isola di Götland (1398-1408), Libau (1263-1418; Liepāja);
  • in Estonia (1346): Reval (1228-1237, 1346; Tallinn), Pernau (1250-1562; Pärnu), Maholm, Narva (-1558), Wiek, isola Dagö, isola Ösel (1227; Saaremaa);
  • in Lituania (1398): Kauen (1362-1469; Kaunas) Welun;
  • in Pomerelia (1310): Danzica (1309-1454), Oliwa, Dirschau, Konitz, Bülow, Zarnowitz, Schwetz, Pelplin, Neuenburg, Stargard;
  • in Kulmerland (1328): Kulm (1226-1466; Chełmo), Kulmsee (1251-1466; Chełmza), Thorn (1231-1328, 1343-1454; Torun), Gollob, Strasburg, Włacławeck (1100);
  • in Neumark (1402): Küstrin, Driesen.
Il 15 luglio del 1410 l'Ordine subì una memorabile sconfitta a Tannenberg, in Prussia orientale, ad opera di polacchi e lituani: da allora iniziò un rapido processo di decadenza, culminato con il trattato di Toruń (1466). Con tale accordo l'Ordine teutonico riuscì a mantenere sotto il suo controllo i soli territori prussiani dovendo però riconoscere la sovranità nominale del re di Polonia su di essi. Si era definitivamente chiusa un'epoca.
Nel 1525 Alberto di Brandeburgo, gran maestro dal 1511, aderì alla Riforma ed attuò la secolarizzazione dei beni dell'Ordine: col trattato di Cracovia venne riconosciuto duca ereditario di Prussia, la quale passò così alla casa di Hohenzollern mettendo fine allo Stato Teutonico. Dopo tre secoli l'Ordine Teutonico perdeva la sua sovranità: al suo gran maestro restava la dignità di principe imperiale. Tuttavia all'ordine rimasero numerosi feudi imperiali e proprietà in Germania. Al gran maestro venne data la concessione imperiale di avere la dignità di principe-abate dell'impero con dignità cardinalizia e la precedenza su tutti i vescovi e abati. La sede dell'ordine fu trasferita a Mergentheim nel 1526, mente il Gran Maestro assunse come sua residenza il castello di Ellingen a nord di Weissenburg. Fu così riorganizzato in 12 province e baliaggi (Balleien) che si estendevano su tutti i feudi imperiali tedeschi:
  • Turingia con le tre commende di Zwaetzen, Lehesten, Liebstedt; aveva la contea di Hohenstein;
  • Austria con 10 commende e 7 parrocchie, avente il diritto di voto al Reichstag;
  • Assia, con sede a Magonza poi Wetzlar (1693) ed avente 6 commende Marburgo, Magonza, Gelnhausen, Marienburg, Wetzlar);
  • Franconia con la sede dell'ordine a Mergentheim ed avente 18 commende e 12 parrocchie ed il diritto di voto al Reichstag (Muennerstadt, Eschenbach, Sachsenhausen, Ehrenstein, Waldstetten, Gelchsheim, ecc.);
  • Coblenza comprendeva le commende provinciali di Colonia, Anversa, Coblenza, Muffendorf, Trar e Rheinberg, con diritto di voto al Reichstag;
  • Lorena con 6 commende e le tenute di Rachtig e Tammels;
  • Alsazia e Burgundia aveva 9 commende con sede principale ad Altshausen con diritto di voto al Reichstag (1729): contea di Bonndorf, Mainau, Beuggen, Horneck, Neckarsulm, Heilbronn, Blumenfeld, Kuesselburg, Graefenhausen, Uehlingen, Merdingen, Lauchheim, Kapfenburg, Bodenburg;
  • An der Etsch und im Gebirge ("all'Adige e nei Monti") con sede a Bolzano e avente 5 commende e 5 parrocchie;
  • Utrecht, appartenente al ramo protestante dell'ordine (indipendente dal 1637);
  • Alten Biesen con sede a Liegi, avente 13 commende;
  • Sassonia con 5 commende;
  • Vestfalia con 6 commende e 3 parrocchie (Morsbroich-Leverkusen).
Anche l'ordine teutonico non fu risparmiato dalle secolarizzazioni napoleoniche. Ancora membro del Collegio dei Principi, nel 1801 è depauperato di tutti i ricchi possessi posti sulla riva sinistra del Reno, perdendo così gran parte delle proprie rendite. Tuttavia, ricevette a compensazione vari capitoli, abbazie e conventi immediati in Austria e Svevia. I tentativi dell'ultimo gran maestro sovrano, Carlo Ludovico d'Austria, di acquistare la dignità di grande elettore sono vanificati con la dissoluzione dell'impero nel 1806; l'ordine fu definitivamente soppresso come entità politica nel 1809.

L'Ordine teutonico contemporaneo

L'Ordine, ridotto alla sua originaria attività ospedaliera, continuò ad esistere in Austria. Solo a partire dal 1834 fu nuovamente chiamato in maniera ufficiale Deutscher Ritterorden ("ordine cavalleresco teutonico"). A partire dal 1804 fu amministrato dai membri della dinastia degli Asburgo fino alle dimissioni nel 1923 del gran maestro arciduca Eugenio d'Austria. Tuttavia, il sospetto che l'istituzione fosse legata alla causa monarchica asburgica non venne meno ed i Teutonici subirono nel 1938, nonostante l'avvenuta trasformazione in ordine religioso non più militare, la persecuzione dei nazisti, notoriamente avversi alla Casa d'Austria, i quali soppressero l'Ordine nei territori austriaci e in Boemia-Moravia (1939).
L'Ordine teutonico nel 1929 si è trasformato in un ordine canonicale. Oggi l'Ordine è quindi una struttura meramente religiosa di diritto pontificio, anche se il suo gran maestro, con dignità di abate mitrato, ha facoltà di concedere dignità equestri cavalleresche a personaggi di altissimo rango: la fons honorum, a tenore degli statuti del 1929, è direttamente quella del romano Pontefice. Le concessioni, estremamente limitate, si dividono in cavalieri d'onore e in familiares o cavalieri mariani, che hanno lo status canonico ecclesiastico di terziari dell'Ordine teutonico con regola agostiniana: hanno l'obbligo di ispirare la propria vita ai precetti evangelici e il dovere di recitare il rosario ogni giorno.
Fino al 1929 erano previste prove nobiliari molto rigide per l'accesso nell'Ordine, tanto che occorreva che i titoli nobiliari fossero di diretta promanazione Imperiale; oggi la caratteristica nobiliare si è in parte perduta, anche se resta la necessità di appartenere a classi sociali di assoluto spicco oltre, ovviamente, a dimostrare una fedeltà cattolica a tutta prova. In questo senso l'Ordine teutonico, attraverso i suoi canonici e cavalieri continua a raccogliere il fiore dell'aristocrazia cattolica (inteso in senso prettamente nobiliare ma anche culturale, scientifico, teologico, letterario) all'interno delle sue commende.
L'abito dei canonici consiste di una tonaca nera e un mantello bianco con la croce nera con bordi argentati; come decorazione indossano una croce pettorale al cordoncino nero triplice e una croce a spilla a forma di croce teutonica al petto sinistro. Per i familiares il mantello è nero con la croce teutonica ricamata sulla spalla sinistra; la decorazione è una croce latina patente, nera con bordi bianchi, da portare al collo appesa a un fiocco per metà di colore nero e per metà di colore argento.
L'ammissione all'Ordine, come detto, è manifestazione della residua facoltà equestre del Gran Maestro concessa dagli Statuti approvati dalla Santa Sede. Si tratta comunque di concessioni sporadiche: in tutto il mondo i Cavalieri sono nell'ordine delle decine, ultimi custodi di una quasi millenaria eredità cavalleresca crociata in Europa e in Terrasanta. L'Ordine si occupa di pastorale parrocchiale e gestisce ospedali, scuole, collegi per studenti e case di riposo: opera in Austria, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia ed Italia (Roma, Sicilia e Alto Adige): nel 2005 contava 35 case ed 81 membri professi, dei quali 65 sacerdoti.
Dell'Ordine esiste anche il ramo femminile delle suore di carità dell'Ordine teutonico le quali, sole nel panorama canonico, riconoscono lo stesso superiore del ramo maschile nella persona del Gran Maestro.
L'unica sede centrale dell'Ordine Teutonico si trova a Vienna in Singerstrasse, 7 nei pressi dello Stephansdom. Allo stesso indirizzo si trovano la segreteria e il gran magistero. Il gran maestro dal 1923 è sempre un frate sacerdote (canonico) ed è attualmente mons. Bruno Platter. La sua elezione viene confermata dalla Santa Sede e viene autorizzato a portare le insegne e il rango di abate mitrato. L'ordine attualmente è presente solo in Europa e non possiede nessun tipo di altra rappresentanza nel resto del mondo. È diviso in baliati, alcuni dei quali hanno sotto la loro giurisdizione delle Commende. La Procura generale presso la Santa Sede è a Roma in via Nomentana, 421. Il Baliato d'Italia per i familiares o cavalieri mariani è il "Baliato ad Tiberim", sempre a Roma, in via Sant'Eufemia, 21. A distanza di oltre 500 anni, il Gran Maestro Bruno Platter con decreto dell'8 dicembre 2009, solennità dell'Immacolata Concezione di Maria, Patrona della Sicilia, ha sancito il ritorno dell'Ordine in Sicilia, con la creazione della Commenda Autonoma di Santa Maria degli Alemanni. Dal 17 ottobre 2013 la Commenda dell'Ordine Teutonico di Sicilia ha la sua sede definitiva presso la Chiesa del Sacro Cuore in Monreale.

Luoghi

  • Chiesa di Santa Chiara (Bari)
  • San Giorgio in Weggenstein (Bolzano)
  • Ospedale Vecchio (Parma)
  • Santa Maria di Selva della Rocca
  • Abbazia di San Leonardo di Siponto (Manfredonia)
  • Torre Alemanna (Cerignola)
  • Chiesa della Magione (Palermo)
  • Chiesa di Santa Maria Alemanna (Messina)
  • Castello di Mesagne