giovedì 6 novembre 2025

Evander Holyfield: lo stile del più grande “pugile-combattente” della storia moderna

 

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Evander Holyfield occupa un posto unico nella storia della boxe. È l’unico pugile ad aver conquistato per quattro volte il titolo mondiale dei pesi massimi, e uno dei pochi ad aver unificato la categoria dei pesi massimi leggeri prima di scalare la divisione regina. La domanda che gli appassionati si pongono da decenni è sempre la stessa: qual era davvero lo stile di Holyfield?

Molti lo definiscono un pugile-picchiatore (boxer-puncher). Altri vedono in lui il perfetto combattente “ibrido”, capace di brillare nel gioco a distanza quanto nello scontro corpo a corpo. La verità è che Holyfield era uno dei pugili più completi, versatili e intelligenti mai saliti su un ring.

Holyfield era fisicamente un peso massimo “atipico”:

  • altezza 189 cm

  • peso naturale vicino ai 90 kg

  • struttura più snella rispetto ai colossi dell’epoca

Quando salì tra i pesi massimi, si trovò contro uomini più grossi, più lunghi e più pesanti. Ma questo svantaggio lo rese ancora più pericoloso: dove gli altri confidavano nella forza, lui si affidava a velocità, tempismo e tecnica.

Ronnie Shields, suo ex allenatore, sintetizzò così:

“Era il peso massimo più veloce. Nessuno poteva eguagliare la sua velocità di mani e piedi. Per questo è diventato campione del mondo.”

La rapidità delle combinazioni di Holyfield creava un ritmo insostenibile per molti pesi massimi della sua epoca. E quando veniva colpito? Non indietreggiava: contrattaccava immediatamente.

Le caratteristiche tecniche principali dello stile Holyfield

✅ 1. Tempismo eccellente

Holyfield non era solo veloce: sapeva quando colpire. Aspettava il minimo errore dell’avversario per piazzare croci, ganci e uppercut di precisione chirurgica.

✅ 2. Jab di qualità superiore

Il suo jab era una delle armi più sottovalutate della divisione: veloce, teso, continuo, in grado di aprire guardie e scandire il ritmo.

✅ 3. Contrattacco d’élite

Holyfield leggeva le intenzioni avversarie e rispondeva nel mezzo dell’azione. Riddick Bowe lo disse chiaro:

“Tu colpivi Holyfield e ti rispondeva con quattro o cinque pugni. Se non eri in forma, ti prendeva.”

✅ 4. Difesa multi-livello

Holyfield combinava stili difensivi diversi:

  • parate classiche da dilettante

  • cross-arm defense alla Foreman

  • schivate e rotazioni del tronco denotate da perfetta postura

Secondo Lennox Lewis:

“Holyfield aveva la miglior difesa che io abbia mai affrontato. Per arrivare a segnarlo, dovevo lavorare con sequenze da tre, quattro o cinque colpi.”

✅ 5. Combattimento interno di altissimo livello

Nel clinch era una furia: spostamenti, colpi corti al corpo, gestione della testa… Holyfield non subiva la lotta al corpo a corpo: la dominava.

Chi guarda le statistiche vede subito il dato: Holyfield non era un KO-artist nei pesi massimi.

  • 77,7% KO nei massimi leggeri

  • 39,4% KO nei massimi

  • Solo 1 KO pulito tra i pesi massimi contro un avversario di livello mondiale

Colpiva forte, sì, ma non con la potenza atomica di:

  • Mike Tyson

  • George Foreman

  • Lennox Lewis

  • Riddick Bowe

Eppure li ha affrontati tutti. E spesso ha vinto.

Perché?
Perché Holyfield possedeva armi più importanti:

? Coraggio indomabile
? Q.I. pugilistico d’élite
?￯ᄌマ‍♂️ Condizione atletica superiore
⚔️ Volontà di combattere nei momenti più duri

Come disse Manny Steward:

“A volte avrebbe potuto evitare la guerra… ma lui era un guerriero. E questo gli costava.”

Holyfield non aveva uno stile solo. Era una risposta costante all’avversario.
Contro Tyson, combatteva interno su interno, smontandone la pressione.
Contro Lewis, privilegiava mobilità, jabbing e intelligenza tattica.
Contro Bowe, alternava strategie da round a round, riuscendo a battere un gigante che sulla carta lo sovrastava.

Per questo molti analisti lo definiscono:

Il più grande “boxer-fighter” della storia moderna.

Era l’unico in grado di:

  • muoversi da maestro nella lunga distanza

  • trasformarsi in un toro nel combattimento interno

  • rimanere lucido nel caos

Tutti i compagni e rivali ricordano un aspetto:
Holyfield non si arrendeva mai. Mai.

Shelly Finkel lo spiegò perfettamente:

“Aveva più determinazione di qualsiasi persona io abbia incontrato.”

Lo si vide in:

  • Holyfield vs Tyson II (il celebre match del morso)

  • Holyfield vs Bowe I e III (guerre eterne)

  • Holyfield vs Foreman (dove gestì un colosso senza indietreggiare)

Il suo motto era:

“Guerriero del ring, ma sempre con fede in Dio.”

Cosa ha lasciato alla boxe?

  • L’idea che un peso massimo “piccolo” può dominare i giganti

  • L’importanza del cross-training: velocità, fondamentali, preparazione fisica

  • La dimostrazione che il cuore può colmare il gap di potenza

Non stupisce che Lennox Lewis, campione assoluto della logica e della tattica, abbia ammesso:

“Holyfield è stato il miglior avversario della mia carriera.”

E George Foreman, uno dei più grandi picchiatori di tutti i tempi, dichiarò:

“Evander avrebbe potuto competere in qualsiasi epoca.”

Lo stile di Evander Holyfield non si può racchiudere in una definizione semplice.
Era un pugile completo, adattabile, intelligente e feroce quando serviva.
Non aveva la forza bruta dei suoi rivali, ma possedeva tecnica, velocità, difesa, cuore e volontà a livelli assoluti.

Per questo è ricordato come uno dei migliori pesi massimi di sempre, una leggenda che non ha mai scelto la via più facile, ma quella dei campioni veri.

Holyfield non era solo un pugile.
Era — ed è — un guerriero.



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