mercoledì 5 novembre 2025

Combinare diversi stili di arti marziali: la chiave per un’autodifesa più completa

Quando si parla di autodifesa e arti marziali, una domanda ricorre spesso: “Allenarsi in più stili rende davvero più efficaci?” La risposta breve è sì. Ma la risposta completa è molto più interessante: tutte le arti marziali sono, da sempre, arti marziali miste.

Chiunque inizi a scavare nella storia di uno stile scopre un dettaglio sorprendente: non esistono arti marziali “pure”.
Ogni sistema nasce dall’esperienza di praticanti che hanno studiato, provato, fallito e infine unito ciò che funzionava meglio per loro.

Esempi?
Il Judo deriva dal Ju-Jitsu tradizionale, raffinato e adattato da Jigoro Kano per renderlo più efficace e sicuro da allenare.
Il Karate moderno incorpora tecniche cinesi, concetti di lotta locale di Okinawa e principi biomeccanici giapponesi.
Il Jeet Kune Do di Bruce Lee è un manifesto contro i dogmi stilistici: “Assorbi ciò che è utile”.
Il Brazilian Jiu-Jitsu ha evoluto il Judo trasformandolo in un’arte focalizzata sul combattimento a terra.

Ogni stile è quindi l’erede di contaminazioni precedenti.

Nel combattimento reale come nelle competizioni, i limiti emergono in fretta:
• chi pratica solo sport da percussione scopre difficoltà quando la lotta si chiude
• chi pratica solo lotta rischia di essere colpito prima di arrivare al contatto
• chi conosce solo tecniche rigide e formali fatica nella realtà caotica dell’aggressione

Non a caso, i fighter professionisti combinano discipline complementari.
Le MMA hanno reso evidente che nessun sistema copre tutto, da solo.

Un’aggressione reale è imprevedibile: può coinvolgere spazi stretti, più aggressori, terreno sconnesso, armi improvvisate.
Allenarsi in sistemi diversi permette di:
✅ adattarsi a distanze diverse (pugni, calci, clinch, lotta a terra)
✅ sviluppare una visione più ampia del corpo a corpo
✅ allenare riflessi e capacità decisionali superiori
✅ ridurre i “buchi tecnici” che un solo stile lascia scoperti

È un po’ come costruire una cassetta degli attrezzi: più strumenti hai, più situazioni puoi gestire.

Non serve imparare tutto subito. È meglio partire da un triangolo equilibrato:

1️⃣ Uno stile da percussione (striking)
per colpire, gestire la distanza, sviluppare tempismo
Esempi:

  • Karate

  • Kickboxing

  • Muay Thai

  • Boxe

2️⃣ Uno stile di lotta (grappling)
per controllare il corpo dell’avversario, proiezioni, immobilizzazioni
Esempi:

  • Judo

  • Brazilian Jiu-Jitsu

  • Wrestling

  • Sambo

3️⃣ Un sistema di autodifesa applicata
per stress test, difesa da prese, scenari reali
Esempi:

  • Krav Maga

  • Systema

  • Difesa personale orientata alla realtà

Questa struttura copre tutte le fasi del combattimento: lontano, medio, vicino, a terra.

Il miglior mix dipende da tre elementi personali:
1️⃣ Obiettivo (autodifesa? sport? forma fisica?)
2️⃣ Ambiente (palestre vicine, qualità degli istruttori)
3️⃣ Età e condizione fisica (non tutti gli stili hanno lo stesso impatto sul corpo)

Un consiglio universale:

Scegli un’arte principale per costruire basi solide
e aggiungi progressivamente elementi complementari

Esempi di combinazioni efficaci per principianti:

Obiettivo

Combinazione consigliata

Autodifesa urbana

Boxe + Judo + Krav Maga

Formazione completa stile MMA

Muay Thai + BJJ + Wrestling

Percorso tradizionale strutturato

Karate + Judo

Per chi vuole iniziare in modo graduale

Boxe + BJJ



Studiare più stili non significa diventare collezionisti di tecniche.
Significa filtrare, testare e distillare ciò che funziona per te.

Bruce Lee lo riassumeva così:

“Assorbi ciò che è utile, scarta ciò che è inutile, aggiungi ciò che è tuo.”

Chi si allena in modo intelligente scopre che ogni disciplina diventa una lente diversa sul combattimento, e che proprio questa pluralità costruisce efficacia, sicurezza e consapevolezza.

Sì: combinare diversi stili rende più efficaci nell’autodifesa.
Non perché si diventi invincibili, ma perché si sviluppa una mente più adattabile e un corpo più preparato.

L’arte marziale non è un museo da conservare, ma un organismo vivo che cresce con chi lo pratica.
Qualunque sia il tuo percorso, ricorda: non stai solo imparando a combattere.
Stai imparando a capire te stesso.



 

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