domenica 5 novembre 2017

Shohei Baba

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Shohei Baba (馬場 正平 Baba Shōhei), meglio conosciuto con il ring name Giant Baba (ジャイアント馬場 Jaianto Baba, lett. "Gigante Baba") (Sanjō, 23 gennaio 1938 – Tokyo, 31 gennaio 1999) è stato un wrestler giapponese, divenuto uno dei più rappresentativi del puroresu.

La famiglia

Shohei Baba nacque a Sanjō, nella prefettura di Niigata, il 23 gennaio 1938. Secondo figlio maschio di Kazuo Baba, un commerciante di frutta e verdura a Yokkaichi, nella città natale, e di sua moglie Mitsu, aveva un fratello, Shōichi, maggiore di vent'anni e prediletto della madre, e due sorelle, Yoshi e Aiko, maggiori rispettivamente di sedici e quattro anni.
Quando era bambino, il padre, un uomo silenzioso, era malato e non poteva fare molto lavoro. Dopo la morte del fratello maggiore, arruolato dalle truppe di Sendai e ucciso all'isola di Guadalcanal, un campo di battaglia della guerra del Pacifico, dall'esercito americano nel febbraio 1943, la madre dovette sostenere interamente l'industria ortofrutticola di famiglia. Per aiutarla nei lavori pesanti con le due sorelle maggiori, per sette anni a partire dalla quinta elementare, con una bicicletta e un carro posteriore carico, ogni mattina presto, prima di andare a scuola, portava frutta e verdura al mercato di Nagaoka, a 12 km di distanza, che si teneva due volte alla settimana.
La sera del 14 agosto 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, quando entrò nella scuola elementare, Nagaoka fu attaccata dalle bombe incendiarie della grande formazione degli aerei militari statunitensi B29. La famiglia aveva costruito una capanna temporanea in legno su un campo di riso, a circa 500 m di distanza da casa, e si rifugiò quando suonò l'allarme. Il giorno dopo, dove si teneva il mercato mattutino, divenne un campo bruciante.
Il padre morì nel novembre 1968, a 80 anni. A dicembre, dopo aver combattuto con Gene Kiniski, tornò nella città natale per visitare la tomba. La madre morì meno di tre anni dopo, nel luglio 1971, a 75 anni.

Nel baseball

Nel gennaio 1955, mentre era ancora un lanciatore con la squadra di baseball del liceo industriale di Sanjō, dopo l'iscrizione in ingegneria meccanica nel 1953, venne assunto dai Tōkyō Yomiuri Giants con l'uniforme numero 59, divenendo il primo giocatore di baseball professionista da Niigata. Il suo più grande sogno era diventare un giocatore professionista e, per questo motivo, lasciò il liceo per entrare direttamente nei Giants come lanciatore.
Nonostante le sue conquiste di successo nella lega secondaria, venne licenziato dai Giants nel novembre 1959 e si unì agli Yokohama Taiyō Whales nel febbraio 1960. Tuttavia, per una caduta contro la porta di vetro nel bagno del dormitorio, si ferì al gomito sinistro prima del suo primo gioco nella nuova squadra e si ritirò dal baseball.

Nel puroresu

Japan Pro-Wrestling Association (1960–1972)

In marzo, durante la riabilitazione in una famosa palestra giapponese, incontrò Rikidōzan, vera icona del puroresu, il quale, intuendo il potenziale del gigante, ne fece il suo allievo. In aprile, iniziò ad allenarsi nel dojo di Rikidōzan insieme ad un altro studente dal futuro radioso, Kanji Inoki. Divenne rapidamente il pro-wrestler di punta sul ring della Japan Pro-Wrestling Association, dominando la categoria individuale e, assieme all'eterno rivale Inoki, quella di coppia.
I due debuttarono il 30 settembre 1960 a Tokyo dove Baba sconfisse Yonetaro Tanaka e Inoki, ribattezzatosi "Antonio", perse contro Kintaro Ohki. Il periodo 1967-1971 viene ricordato nel wrestling giapponese per l'alleanza di Baba ed Inoki in un tag team che prima vinse l'NWA International Tag Team Title il 31 ottobre 1967 battendo Bill Watts & Tarzan Tyler, e poi lo avrebbe detenuto per quattro volte in totale, record che Baba avrebbe infranto in seguito con un altro partner di coppia, Jumbo Tsuruta.
Nei primi anni sessanta, lottò anche negli Stati Uniti sotto contratto con Vince J. McMahon Sr. per affrontare Buddy Rogers e Bruno Sammartino, perdendo in entrambi i match.
Negli anni seguenti la morte del maestro, tra gli allievi, fu proprio lui ad accollarsi la grande responsabilità di prendere il suo posto come nuova stella che sapesse mantenere in auge il puroresu, orfano dell'uomo che lo aveva reso grande.

All Japan Pro Wrestling (1972–1999)

Main Event Superstar (1972–1984)

Nell'ottobre 1972, essendo la Japan Pro-Wrestling Association in forte declino e svariati mesi dopo la formazione da parte di Inoki della New Japan Pro-Wrestling, abbandonata la federazione, fonda la All Japan Pro Wrestling, di cui è presidente, grazie all'aiuto finanziario della Nippon TV. La All Japan strinse forti rapporti d'affari con la National Wrestling Alliance, e merito dello spirito d'affarista di Baba, la collaborazione si rivelò proficua e molti talenti NWA riscossero grande successo in Giappone. La All Japan Pro Wrestling, assieme alla New Japan Pro-Wrestling di Inoki, dominerà il panorama del puroresu sino alla morte del suo fondatore. Al contrario della federazione di Inoki, che si basava sullo strong style (uno stile molto shoot e simile al vero combattimento), la All Japan Pro Wrestling divenne famosa per lo stile particolarmente spettacolare dei suoi match.

NWA World Heavyweight Championship (1974)

Divenne il primo wrestler giapponese a conquistare il titolo NWA World Heavyweight Championship, sconfiggendo Jack Brisco in un 2 Out of 3 Falls Match svoltosi il 2 dicembre 1974 a Kagoshima, in Giappone. Avrebbe rivinto il titolo in altre due occasioni, ma i suoi regni da campione furono brevi e si limitarono al territorio giapponese. Dominò comunque la scena della All Japan Pro Wrestling, guadagnandosi il primato come primo giapponese a detenere quel titolo, all'epoca prestigiosissimo, sino a che non cedette le luci della ribalta al suo pupillo Jumbo Tsuruta, e al suo rivale Genichiro Tenryu.

Declino (1984–1993)

Nel 1984, iniziò a diradare le sue apparizioni sul ring e a farsi da parte per lasciare spazio all'ascesa delle nuove generazioni di wrestler, guidate da Jumbo Tsuruta e Genichiro Tenryu. Per il resto della sua carriera, la sua presenza sul quadrato si fece meno intensa e di minore qualità per via dei problemi dovuti alla sua eccessiva statura. La sua popolarità in Giappone andò ben oltre lo sport: era infatti spesso ospite di numerosi programmi televisivi. Sotto la sua direzione, negli anni novanta la All Japan Pro Wrestling divenne la più importante federazione di wrestling in Giappone, sfornando nuovi talenti quali Toshiaki Kawada, Kenta Kobashi, Akira Taue e Tsuyoshi Kikuchi. Viene anche ricordato per essere uno dei più grandi booker di sempre; infatti fu lui negli anni novanta a far smascherare Mitsuharu Misawa dalla sua maschera di Tiger Mask II, e a fargli intraprendere con Jumbo Tsuruta uno dei feud più belli di sempre, che porterà Misawa, Kobashi e Kawada ad essere il top della federazione per tutti gli anni novanta.

Ultimi anni e morte (1994–1999)

Nel 1994, dopo alcuni match combattuti in coppia con André the Giant in Giappone nei primissimi anni novanta, tornò a combattere nella World's Strongest Tag Determination League, dove lottò insieme con il vecchio rivale Stan Hansen per cercare di vincere il World Tag Team Championship. La coppia arrivò in finale, ma fu sconfitta da Mitsuharu Misawa & Kenta Kobashi.
L'ultimo match disputato, prima di essere confinato su un letto d'ospedale, si svolse il 5 dicembre 1998 al Nippon Budokan di Tokyo, dove in coppia con Rusher Kimura e Mitsuo Momota affrontò Masanobu Fuchi, Haruka Eigen, e Tsuyoshi Kikuchi.
Un accanito fumatore di sigari, morì come risultato di cancro ai polmoni la mattina del 31 gennaio 1999. Dopo la sua morte, il prodotto della All Japan Pro Wrestling divenne molto scadente e la maggior parte delle star della federazione se ne andarono nella Pro Wrestling NOAH, la federazione fondata da Misawa.

Vita privata

Il 16 settembre 1971, due mesi dopo la morte della madre, si sposò alle Hawaii con Motoko Kawai, ma non hanno avuto figli.

Shohei Baba nella cultura di massa

  • Nella serie manga e anime L'Uomo Tigre, creata da Ikki Kajiwara, Giant Baba compare come personaggio fisso, nelle vesti di campione della federazione di pro-wrestler di cui fa parte il protagonista. In un'occasione, combatte in coppia con Tiger Mask, celando la sua identità dietro la gimmick di "Giant Zebra" ("Grande Zebra").
  • Parte della sua vita viene raccontata nella serie manga Giant Typhoon, dello stesso autore.




sabato 4 novembre 2017

Hori Hidemasa

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Hori Hidemasa (堀 秀政; 1553 – 28 giugno 1590) fu un samurai giapponese del periodo Sengoku, conosciuto anche come Hori Kyūtarō (堀 久太郎), servitore prima di Oda Nobunaga e successivamente di Toyotomi Hideyoshi. Fu uno dei più importanti generali di Hideyoshi e guidò la maggior parte delle sue battaglie durante la sua ascesa.

Biografia

Nato nella provincia di Mino, fu cresciuto assieme al cugino Hori Naomasa da suo zio, un sacerdote Ikkō. All'inizio servì Ōtsu Chōji e Kinoshita Hideyoshi. All'età di tredici anni entrò al servizio di Oda Nobunaga. A sedici divenne bugyō per la costruzione della residenza dello shōgun Ashikaga Yoshiaki a Hongaku-ji lavorando con Sugaya Nagayori, Ōtsu Nagaaki, Yabe Iesada, Hasegawa Hidekazu, Manmi Shigemoto e Fukutomi Hidekatsu. Tuttavia iniziò a passare sempre più tempo nei campi di battaglia. Nel 1575 aiutò Nobunaga nella campagna contro gli Ikkō-ikki della provincia di Echizen e successivamente contro i Saika-ikki due anni dopo, guidando un'armata degli Oda assieme a Hashiba Hideyoshi e Sakuma Nobumori.
Hidemasa seguì Nobunaga contro Araki Murashige nel 1578 e nel 1579, e contro i Takeda nel 1581. Nello stesso anno gli fu assegnato il feudo di Sakata nella provincia di Ōmi, con un ricavo di 25.000 koku. Anche se alcune fonti riportando che controllasse il castello di Nagahama durante quel periodo, molte altre indicano che fu Hideyoshi il vero assegnatario. Durante questo periodo fu ancora un bugyō e supervisionò la costruzione di un palazzo per i missionari Portoghesi. Giocò un ruolo importante durante la disputa religiosa degli Azuchi (安土宗論 Azuchi shūron) nel 1579. Servendo come rappresentante di Nobunaga mantenne buoni rapporti con Tokugawa Ieyasu, Niwa Nagahide, e altri.
Nel 1582, Oda Nobunaga fu ucciso nell'incidente di Honnō-ji. Hidemasa entrò al servizio di Toyotomi Hideyoshi dopo la lotta per la successione all'interno del clan Oda e divenne l'assegnatario della maggior parte dei vecchi territori Oda.
Hidemasa guidò l'avanguardia di Hideyoshi nel 1582 durante la battaglia di Yamazaki assieme a Nakagawa Kiyohide e Takayama Ukon, e l'anno seguente ricevette grandi lodi da Tokugawa Ieyasu per la sua abilità nel combattimento. A questo punto Hideyoshi iniziò la sua battaglia con Shibata Katsuie, e Ieyasu espresse la propria fiducia nel fatto che la campagna sarebbe stata vinta senza problemi. Hidemasa fu promosso al quinto rango, prendendo il grado di Saemonfu (Ufficiale di sicurezza di Corte (左衛門)) e gli fu assegnato il feudo di Sawayama nella provincia di Ōmi con un ricavo di 90.000 koku. In seguito gestì per Hideyoshi i negoziati con la setta Ikkō che si opponeva fermamente a Nobunaga; il capo sacerdote di Renshō-ji era il cugino di Hidemasa, Hori Rokuemon, e così gli attriti furono velocemente risolti.
Hidemasa guidò nuovamente le forze di Hideyoshi nel 1584. Nella campagna di Komaki e Nagakute venne sconfitto dalle forze di Tokugawa Ieyasu. Colto di sorpresa da Ōsuga Yasutaka e Sakakibara Yasumasa riuscì a mantenere la posizione e respingere gli attacchi ma dovette successivamente ritirarsi dopo l'arrivo delle forze principali Tokugawa di 9.000 soldati. L'anno seguente Hideyoshi divenne Kampaku (Reggente Imperiale) e Hidemasa fu promosso al quarto rango di Corte. Dopo l'assedio di Negoro-ji e l'invasione di Shikoku, gli furono assegnate le terre di Niwa Nagahide nella provincia di Echizen, con una rendita di 180.000 koku. Si racconta che per la maggior parte della campagna non abbia mai riposato combattendo battaglia dopo battaglia senza interruzione.
Nell'assedio di Odawara del 1590 Hidemasa guidò per l'ultima volta le forze di Hideyoshi. Guidò il fianco sinistro dell'armata assediante con valorosi guerrieri sotto il suo comando, conquistando numerose fortificazioni minori.
Hidemasa si ammalò improvvisamente quell'anno e morì. le sue terre furono ereditate dal figlio maggiore Hori Hideharu.

venerdì 3 novembre 2017

Hong Xiguan




Hong Xiguan 洪熙官 (cinese) (1745 – 1825) è stato un insegnante cinese.
Hong Xiguan (洪熙官), più conosciuto nella pronuncia cantonese di Hung Hei-gun, è un personaggio semi-storico, che è considerato il fondatore dell'Hongjiaquan. Sarebbe vissuto durante il regno di Qianlong della dinastia Qing, ma potrebbe essere il frutto dell'immaginazione dei romanzieri di fine secolo. Qualunque sia la verità, la tradizione lo descrive come un mercante di Tè che avrebbe appreso arti marziali cinesi dal monaco buddhista Zhishan (至善禅师 Zhishan chanshi) del monastero Shaolin del Fujian. La leggenda racconta che la sua forza era tale che “le sue dieci dita, dure come acciaio, potevano sbriciolare una pietra come si polverizza del legno marcio”. Sempre secondo il mito, durante un duello egli avrebbe ucciso il proprio avversario e per questo motivo dovette fuggire dalla sua provincia natale, nascondendosi a bordo di un battello (il battello si chiamava Hongchuan 红船, nave rossa) di una troupe teatrale. Assunto come cuoco all'interno di tale compagnia, presto rivelò il suo talento marziale, difendendo i suoi amici contro la malavita di Canton.

Cinema e altro

Hong Xiguan è spesso un personaggio al centro di film del genere Kungfu.
  • Hong Xiguan xue jian Liujiacun (洪熙官血溅柳家村) è un film del 1949, in cui si narra della distruzione del tempio shaolin da parte delle truppe Mancesi e delle successive avventure di Hong Xiguan.

giovedì 2 novembre 2017

Clan Abe




Il clan Abe (阿部氏 Abe-shi) fu uno dei clan più antichi e potenti del Giappone. Raggiunse il massimo dell'influenza durante il periodo Heian, conservò il potere durante il periodo Sengoku e il periodo Edo, e conobbe una rinascita nel XVIII secolo. Le origini degli Abe sono controverse, così come la loro connotazione etnica. Si è ipotizzato che esistessero già nel periodo Yamato, e che fossero discendenti degli Emishi, gli abitanti aborigeni della regione di Tōhoku.
Nel IX secolo si ha testimonianza dell'esistenza di due Abe che ricoprirono la carica di chinjufu-shōgun, Abe Koretaka nel 878 e Abe Mitora nel 884, e di due governatori di Mutsu, Abe Kiyoyuki nel 886 e Abe Tsunemi nel 940.
Abe è un cognome piuttosto comune nel Giappone dei tempi moderni, ma non tutti coloro che lo portano discendono necessariamente da questo clan.



Origini e Storia

Secondo il Nihon Shoki, gli Abe discendevano da un figlio dell'Imperatore Kōgen. Un certo numero di famiglie con il patronimico Abe, originarie dalla Provincia di Iga (oggi Prefettura di Mie), affermano di discendere da una figura leggendaria di nome Abi. Questi si sarebbe opposto all'Imperatore Jimmu, il primo leggendario Imperatore del Giappone, nei suoi piani di conquista del Regno Yamatai, spingendo le varie famiglie Abe ad insediarsi nel lontano nord dell'Honshū. Il clan avrebbe qui acquistato un'influenza crescente fino a raggiungere la massima espansione nel periodo Heian.
La regione settentrionale, conosciuta come territorio delle provincie di Mutsu e Dewa, fu conquistata dai giapponesi nel IX secolo, ed il popolo nativo Emishi che là viveva venne soggiogato o scacciato. Mentre molte provincie a quel tempo erano supervisionate da un governatore, Mutsu vide l'ascesa di potenti e ricche famiglie indipendenti chiamate gōzoku che amministravano gli affari locali. Gli Abe furono nominati "sovrintendenti degli sborigeni", apparentemente per controllare per conto del governo centrale la popolazione locale, rappresentata da un mix di immigrati giapponesi ed ex tribù Emishi. Di fatto però la loro nomina confermava la difficoltà del governo di Kyoto di tenere sotto il proprio diretto controllo la regione. Il clan Abe sfruttò la posizione acquisita per estendere il controllo ai sei distretti roku-oku-gun, situati nell'attuale prefettura di Iwate, riscuotere le tasse e confiscare i beni in totale autonomia.
Per riaffermare la propria autorità e contrastare il potere del clan Abe, il governo imperiale designò governatore e chinjufu-shōgun ossia "comandante in capo per la difesa del nord", il capo del clan Minamoto, Minamoto Yoriyoshi.
Minamoto Yoriyoshi e suo figlio Minamoto no Yoshiie durante quella che fu definita "prima guerra dei nove anni" (前九年合戦 guerra Zenkunen, 1051-1063), uccisero Abe no Yoritoki e sconfissero suo figlio Abe no Sadato, aiutati da un'altra potente famiglia, i Kiyohara della vicina provincia di Dewa.

Altre famiglie Abe

Anche se molte altre figure importanti nel corso della storia sono state chiamate Abe, è difficile sapere quali fossero imparentati con il clan Abe di Iga e Mutsu. Ad esempio, Abe no Nakamaro, un importante nobile di corte dell'VIII secolo, si chiamava così perché proveniente dalla città di Abe vicino Nara.
Ugualmente problematico è determinare la linea di discendenza della famiglia di nome Abe che acquistò un certo rilievo nel periodo Edo, occupando il ruolo di rōjū durante lo shogunato Tokugawa. Abe Tadaaki fu il primo a servire come rōjū, mantenendo la carica dal 1633 al 1671. Molto probabilmente era un figlio, o comunque era imparentato, con Abe Masatsugu (1569-1647) che servì Tokugawa Ieyasu e combatté per lui nella decisiva battaglia di Sekigahara. Altri membri della famiglia Abe sarebbero succeduti a Tadaaki nella carica di rōjū per gran parte del periodo Edo (1603-1867). L'ultimo di questi fu Abe Masahiro, che fu a capo del consiglio dei rōjū al tempo dell'arrivo del Commodoro Perry.

Membri del clan

  • Abe no Hirafu (c. 575-664) conosciuto anche come Abe no Ōmi, uno dei generali più importanti nelle guerre contro gli Ainu
  • Abe no Yoritoki (morto nel 1057) chunjufu-shōgun durante la guerra Zenkunen
  • Abe no Sadato (1019 - 1062)
  • Abe Masatsugu (1569 - 1647) Combatté a Sekigahara, divenne un fudai-daimyō sotto i Tokugawa
  • Abe Tadaaki - primo membro del clan Abe ad essere un rōjū
  • Abe Masahiro - tra gli ultimi dei rōjū, firmò il trattato di Kanagawa
  • Abe no Seimei - famoso praticante di onmyōdō

mercoledì 1 novembre 2017

Benzaiten

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Benzaiten (弁財天 talvolta indicata come Benten), originariamente personificazione del fiume indiano Sarasvati, venne adottata nel pantheon buddhista come una dea che forniva benefici a coloro che cercavano saggezza, eloquenza e longevità e l'eliminazione della sofferenza. Attraverso la Cina, nel VII secolo, si è diffusa in Giappone, divenendo una delle sette dee della felicità, oltre a tutelare il matrimonio, la letteratura e la musica.

Etimologia

Il kanji zai che compone una parte del suo nome può voler dire sia “ricchezza” che “talento”, due dei benefici che si possono ricevere da questa divinità.

Iconografia

Come Kannon, Benzaiten viene rappresentata iconograficamente con molte braccia, di solito quattro oppure otto. Il primo braccio dalla parte sinistra afferra una lancia appuntita, con la seconda il Rimbō, con il terzo un prezioso arco, con la quarta un'arma. Il primo braccio di destra tiene una spada, il secondo una mazza, il terzo una chiave e il quarto delle frecce. La corona della sua testa è adornata con il gioiello Nyoishu, dal quale viene emanata un'aureola di luce che sormonta la testa. In altre rappresentazioni iconografiche la sua corona può essere sormontata da un cigno oppure da un torre shintō, sopra il quale è attaccato un serpente bianco con il volto di un uomo anziano.
Intorno a Bishamonten stanno i quindici ōji, i figli del re Rājakumāra o Kumārarāja. Gli ōji, sotto l'aspetto di fanciulli, tengono i simboli delle stagioni oppure il gioiello Nyoishu.
Nel Bentenkyō si narra di quando Benzaiten, con i suoi quindici accoliti, dopo aver finito di recitare il dharani, la terra tremò per sei volte facendo piovere dal cielo gioielli. Nelle sue versioni iconografiche più popolari, Benzaiten viene rappresentata con un liuto, in quanto viene considerata la dea della musica, della bellezza e dell'amore.
Benzaiten viene anche chiamata Kōtokutenno, dea delle opere meritevoli, o Myōontenno, dea dalla voce meravigliosa, o, infine, Biintenno, dea dalla bella voce. Quest'ultima designazione rimanda al sanscrito Madhurasvara, nome di un monarca del Gandharva, e Benzaiten apparterrebbe a una classe di esseri soprannaturali musicisti della corte del dio Indra.

Mitologia e leggende

La leggenda considera Benzaiten figlia di un re drago. Per volere del padre è costretta a sposare un drago divoratore di bambini, che però, grazie all'amore della dea, perderà questo difetto mostruoso. In un'altra leggenda Benzaiten svolge il ruolo di intermediaria per una coppia inedita ed esaudendo le ferventi preghiere di un giovane alla ricerca della autrice di alcuni mirabili versi poetici trovati su un foglio di carta, materializza la scrittrice al cospetto del giovane. I due finiranno per sposarsi.

Bishamonten

Sebbene Bishamonten abbia origini indiane, ci sono leggende giapponesi in cui viene sostenuta l'origine nazionale di questa divinità.
Una delle più popolari narra la storia di un uomo ricco che aveva una figlia di nome Bunshō, identificata con la dea Benzai, la quale andò in sposa a Shinyosu Daimyōjin. Passarono molti anni, ma Bunshō non riusciva a dare alla luce un figlio, sebbene fossero stati fatte numerose offerte e preghiere al kami. Alla fine Bunshō rimase incinta, ma al posto di un bambino partorì 500 uova. Terrorizzata dall'idea di cosa potesse schiudersi da quelle uova ordinò che fossero poste in un cesto e gettate nel fiume. Il cesto venne trovato da un pescatore che le portò alla moglie. Sperando che le uova producessero dei pulcini, li pose nella sabbia calda, ma una volta dischiuse le uova, invece di 500 pulcini, nacquero 500 bambini. A fatica la coppia riuscì a mantenere la moltitudine di bambini e quando questi ebbero raggiunto una certa età, vennero mandati dal signore locale, nella speranza che Bunshō si prendesse cura di loro. Così i bambini andarono nel castello, dicendo che erano nati da 500 uova abbandonate in una cesta in balia del fiume. Bunshō riconobbe che erano suoi figli e permise loro di vivere all'interno del castello. Infine Bunshō venne posta nel rango degli dèi e venerata con estrema devozione.

Altre rappresentazioni

Un'altra forma di Benzaiten sarebbe quella di Uga no kami, conosciuta anche come Ukemochi no Kami (il kami protettore del cibo), divinità dei cinque tipi di cereali molto popolare in Giappone. Uga no kami viene considerata la divinità centrale nel pantheon di Inari e riceve culto nel terza vetta del monte Inari, a Mannaka Shino no Yashiro. In questo santuario Uga no kami e Inari vengono combinati insieme per creare Ugadama: essi sono Kuku no kami, la divinità degli alberi e Kaya no hime no kami, la dea dell'erba e delle alghe. Benzaiten inoltre viene conosciuta anche come la bianca dama serpente. Il serpente, oltre a essere un simbolo di fertilità e di sessualità, viene associato ai fiumi, mari e all'acqua in generale e viene vista come una divinità agricola in grado di assicurare la fertilità dei campi di riso, i quali richiedono inondazioni durante i primi periodi della coltura del riso. Per questo motivo Benzaiten viene associata a Uga no kami. Benzaiten riceve culto in modo particolare all'isola di Enoshima e al santuario di Ikutsushima, a Miyajima, vicino a Hiroshima.

martedì 31 ottobre 2017

Ji

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Il Ji () è un'antica arma inastata cinese, ad oggi ancora in uso nelle arti marziali cinesi, normalmente considerata la versione sinica dell'alabarda occidentale.
Il Ji è, in buona sostanza, un'evoluzione della lancia di metallo Mao () ottenuta combinando quest'ultima con l'ascia-daga (). Il Ji fu creato tra l'epoca della dinastia Yin e quello della dinastia Shang. Anticamente era decorata con monete e nastri colorati di seta.
Il Ji interamente in bronzo fu utilizzato ampiamente dalla dinastia Zhou occidentale e quella in ferro apparve nel periodo degli stati combattenti. Durante la dinastia Qin e la dinastia Han il Ji divenne un'arma importantissima utilizzata sia dalle forze di cavalleria che di fanteria. Gradualmente scomparve dai campi di battaglia tra il periodo della dinastia Jìn e l'epoca delle Dinastie del Nord e del Sud. Nel contempo, però, il Ji iniziò ad essere ampiamente utilizzato durante le dimostrazioni popolari. Durante la dinastia Sui e la dinastia Tang, l'arma fu definitivamente relegata alla pratica spettacolistica, all'esercizio fisico e alle cerimonie onorifiche, perdendo una valenza bellica vera e propria.

Varianti

Nel corso della storia sono stati prodotti numerosi tipi di questa arma:
  • Jiuquji (九曲戟);
  • Fangtianhuaji (方天画戟);
  • Qinglongji (青龙戟);
  • Duanji (短戟);
  • Shuangji (双戟);
  • Maji (马戟).

lunedì 30 ottobre 2017

Ashina Moriuji

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Ashina Moriuji (蘆名盛氏; 1521 – 1580) è stato un daimyō giapponese del periodo Sengoku, appartenente al clan Ashina.
Moriuji fu il figlio maggiore di Ashina Morikiyo. Espanse il dominio degli Ashina nonostante le resistenze dei clan Uesugi e Satake ed entrò in guerra con i Date. È ricordato come un capo buono e saggio, che fece molto per migliorare la condizione economica del dominio Ashina mentre espandeva i suoi confini. Per questo motivo, il regno di Moriuji è considerato l'età d'oro del clan Ashina. Costruì il castello di Mukaihaguroyama intorno al 1561 come un luogo previsto per il suo ritiro. Quando suo figlio maggiore morì di malattia adottò Ashina Moritaka.

domenica 29 ottobre 2017

Lau gar kuen

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Il Liujiaquan (刘家拳, pugilato della famiglia Liu), più conosciuta nella pronuncia cantonese Laugarkuen, è uno stile di arti marziali cinesi del sud della Cina. Esso è uno dei Guangdong wu daming quan.

Origini

La paternità di questo stile è attribuita a Liu Yiyan (刘一眼), a Liu Sheng (刘生) oppure a Liu Qingshan (刘青山), tutti marzialisti cantonesi.

Forme

Questo stile ha come Taolu a mano nuda: Dayuntian (大运天); Xiaoyuntian (小运天); Shiquan (十拳); Tianbianyan (天边雁); Batugong (八图功); Liujia Wuxingquan (刘家五形拳); ecc. Con le armi: Liujia dao (刘家刀); Liujia gun (刘家棍); ecc.

Hongjiaquan Liujiaquan

In alcune scuole dello stile Hongjiaquan viene praticata una forma chiamata Liujiaquan (Lau Gar Kuen), che sarebbe stata introdotta da Lam Sai Wing dopo la sua assunzione presso l'associazione Jingwu Tiyu Hui del Guangdong.




sabato 28 ottobre 2017

Shequan

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Shéquán (蛇拳, pugilato del serpente) è uno stile di arti marziali cinesi che viene classificato come stile imitativo (Xiangxingquan 象形拳), in quanto imita le movenze dei serpenti.
Ci sono vari stili del serpente sia al nord che al sud.

Shequan Beipai (蛇拳北派, pugilato del serpente della scuola del nord)

La scuola del pugilato del serpente del nord è stata tramandata dal maestro Wan Qiming (万奇鸣) che ne ha favorito la conoscenza attraverso la pubblicazione di libri ed articoli. Essendo stata tramandata in seno alla famiglia di questo maestro si chiama anche Wanjia dumen shequan (万家独门蛇拳 pugilato del serpente abilità speciale della famiglia Wan).
Lo Shequan del nord con la tecnica delle arti marziali wushu imita le azioni di un serpente. Molti dei movimenti dello shequan includono le torsioni fluide e le onde del corpo. Shequan è una forma di arte marziale veloce e flessibile.
Questi si concentra in colpi veloci agli occhi, alla gola, e vari punti di pressione nel corpo, oltre che calci alle ginocchia e agli stinchi

Shequan Nanpai (蛇拳南派, pugilato del serpente della scuola del sud)

Un pugilato del serpente della scuola del sud è chiamato Shexing diao shou (蛇形刁手, mani astute a forma di serpente), il cui principale esponente fu Leung Tin Chu (粱天柱, Liang Tianzhu in Pinyin). Nacque alla fine del 1800 e divenne famoso perché ottenne un ottimo piazzamento nei Guokao del Zhongyang guoshu guan di Nanchino nel 1928. Assieme a Liang sono ricordati come figure preminenti Qiu Longguang (邱龙光), Liang Shaozhuang (梁少庄). Il loro stile era un insieme di un non meglio precisato Stile dello Shaolin del Sud, che avrebbe appreso da un monaco, e di Choy Gar (Caijiaquan), appreso da un membro della famiglia Cai. Liang Tianzhu ebbe due discepoli importanti: suo nipote Leung Gar Fong di Hong Kong e Wong Tin Yuen che insegnò questo stile nella sua palestra in Sacramento Street a San Francisco per quarant'anni, sin dal 1930. Si può definire lo stile pugilistico come uno stile di combattimento a media distanza che usa, per coincidenza, qualche tecnica simile al Wing Chun (Yongchunquan) in forme simili allo Hung Gar (Hongjiaquan). La forza applicata e le tecniche sono meno dure rispetto agli altri stili del Sud.
«Questo pugilato imita l'Attorcigliarsi del Serpente (Shechan, 蛇缠), l'Emissione della Lingua (Tuxin,吐信), la Bocca che Afferra le Mani (Diaoshou, 叼手), il Ritrarre il Corpo (Suoshen,缩身), il Palmo Penetrante del Serpente (Shechuanzhang, 蛇穿掌), il Corpo Sinuoso (Youshen, 游身), ecc. ...... I metodi principali per apprendere e praticare questo pugilato sono il tenere tra le mani la Palla di Ferro (Diao Tieqiu, 叼铁球) e l'indossare i Cerchi di Ferro (Chuan Tiehuan穿铁环). Facendo questo si può migliorare l'accuratezza della pratica e del trovare il tempo delle mani del serpente (sheshou, 蛇手) che afferrano (diao, ) e penetrano (chuan, 穿) il corpo dell'avversario. Le forme si compongono di 27 azioni che intendono interpretare l'immagine del serpente. Le mani salgono e ricadono come la lingua del serpente che esce e rientra nella bocca. I movimenti del corpo sono veloci e abbaglianti, con molti cambiamenti; abbondante di tecniche, si distingue sia in attacco che in difesa, utilizza la morbidezza per sopraffare l'inflessibilità.»
(Yang Yang 杨洋 e Lin Jin 林锦, Nanpai Shequan )



In altri stili

Movenze del serpente sono presenti anche in altri stili:
  • lo Xingyiquan (形意拳) ha un movimento a forma di serpente (蛇形, she xing) nei 12 animali;
  • nel Nanquan si utilizzano i palmi a forma di serpente (蛇形掌, she xing zhang);
  • anche il Baguazhang utilizza il palmo a forma di serpente;
  • nello Yin Yang Baguazhang c'è tutto un sistema dedicato al Pitone: lo Mangxingzhang;
  • lo Shaolinquan ha una forma che si chiama Shequan, che è uno dei Wuquan o Wuxingquan;
  • il Cailifo tra le forme avanzate possiede lo Shequan;
  • nel Liuhe Xinyiquan dell'Henan c'è Bai she tu xin 15 shi (白蛇吐信十五式);
  • Nel Vovinam viet vo dao c'è una forma (quyền) che si chiama Xà Quyền, che significa Pugilato del Serpente, e corrisponde esattamente al Pinyin Shequan;
  • Nella Scuola del Muro Verde (Qingchengpai, 青城派) c'è una forma detta Shequan;
  • ecc.

Shequan nella cultura di massa

  • Esiste un film che ha come titolo originale Shexing diao shou (蛇形刁手, esattamente come lo stile del sud sopracitato), che ha come protagonisti Chen Long (成龙, più conosciuto da noi come Jackie Chan), Yuan Xiaotian (袁小田) e Huang Zhengli (黄正利). In Inglese si intitola Il serpente all'ombra dell'aquila.
  • Nella serie di videogiochi Mortal Kombat due personaggi usano lo Shequan (qui chiamato Snake): Shang Tsung e Havik
  • Questo è lo stile di combattimento del personaggio Christie nella serie di videogiochi Dead or Alive.
  • Lei Wulong del videogioco Tekken usa il serpente, come gli altri quattro stili degli animali, come stile principale.
  • Il serpente del film Kung Fu Panda rappresenta appunto lo Shequan.
  • Nella serie animata Avatar - La leggenda di Aang, Azula utilizza lo Shequan.

venerdì 27 ottobre 2017

Uesugi Kenshin

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Uesugi Kenshin (上杉謙信; Echigo, 18 febbraio 1530 – Echigo, 19 aprile 1578) è stato un samurai e daimyō che governò la provincia di Echigo in Giappone durante il periodo Sengoku, e uno dei più potenti signori della guerra di questo periodo.
È famoso per la sua abilità sul campo di battaglia, per la leggendaria rivalità con Takeda Shingen, per la sua abilità in campo militare e strategico e anche per la sua fede nel dio della guerra: Bishamonten. Infatti, molti dei suoi seguaci e anche altri, credevano che lui fosse l'avatar del dio Bishamonten, e per questo lo chiamavano "il dio della guerra" Kenshin.

Biografia

Nome

Nacque con il nome di Nagao Kagetora (長尾景虎), cambiandolo successivamente in Uesugi Masatora (上杉政虎) quando ereditò il nome della famiglia Uesugi quando accettò il titolo ufficiale di Kantō kanrei (関東管領 vice-shōgun della regione del Kantō). Più tardi cambiò ancora una volta il suo nome in Uesugi Terutora (上杉輝虎) in onore dello shōgun Ashigaka Yoshiteru (足利義輝), per poi cambiare ulteriormente nome, un'ultima volta, in Kenshin, dopo che diventò un monaco buddhista. È ricordato soprattutto per essere stato un fedele devoto al dio Bishamonten.
Alcune volte ci si riferisce a Kenshin come "Il drago di Echigo", a causa delle spaventose abilità nelle arti marziali mostrate sul campo di battaglia. Il suo rivale, Takeda Shingen, era chiamato "La tigre di Kai". In alcune versioni della mitologia cinese (Kenshin e Shingen erano molto interessati alla cultura cinese, soprattutto ai lavori di Sun Tzu), il dragone e la tigre sono sempre stati acerrimi nemici che tentavano di distruggersi l'un l'altro, ma mai nessuno dei due riusciva ad ottenere il sopravvento sull'avversario.

Primi anni

Quarto figlio del grande guerriero Nagao Tamekage (長尾為景) del clan Nagao, i primi anni della vita di Kenshin presentano una storia unica. Suo padre si è guadagnato la fama di grande signore della guerra grazie ad alcune vittorie ottenute contro Uesugi Sadanori e Uesugi Funayoshi. Tuttavia, nei primi anni, Tamekage entrò in conflitto con il suo vicino Ikkō-ikki di Hokuriku, a causa del fatto che il potere nella regione iniziò a spostarsi verso Ikkō (dovuto soprattutto all'improvvisa evoluzione di Honganji, la situazione per Echigo si deteriorò velocemente. Raggiunse il picco nel 1536, quando il padre di Kenshin radunò le truppe e marciò verso ovest, senza uno scopo preciso. Tuttavia, nei pressi di Sendanno in Etchu, le sue truppe furono improvvisamente attaccate da quelle di Enami Kazuyori: nella battaglia che ne risultò, Tamekage stesso fu ucciso e il suo esercito mandato in rotta.
Le ripercussioni di ciò che era accaduto si fecero subito sentire ad Echigo. Nagao Harukage, il primogenito di Tamekage, immediatamente tentò di prendere il controllo dei Nagao e il tutto successe dopo che uscì vincitore da uno scontro fra lui e suo fratello, Kageyasu, in cui quest'ultimo ne uscì sconfitto e morto. Kagetora (Kenshin) fu escluso dalla lotta per il potere e trasferito al tempio di Rizen, dove si dedicò allo studio fino all'età di 14 anni.

Rivendicazione del potere

All'età di 14 anni, Kenshin fu improvvisamente contattato da Usami Sadamitsu e da molti altri conoscenti di suo padre. Loro premevano affinché il giovane Nagao tornasse ad Echigo e contestasse il potere di suo fratello maggiore. Sembrerebbe che Harukage non abbia dato prova di essere un leader efficiente e ispiratore, e il suo fallimento nell'esercitare il controllo sulle potenti famiglie kokujin è sfociato in una situazione in cui le province lontane erano sul punto di tagliare ogni rapporto con Echigo.
La storia dice che Kenshin, all'inizio, fosse riluttante all'idea di scontrarsi con suo fratello, ma alla fine fu convinto dal fatto che fosse una cosa necessaria per il bene di Echigo. In una serie di scontri voluti da lui e da Usami Sadamitsu, Kenshin riuscì a strappare il controllo del clan da Harukage nel 1547. Il destino di Harukage è incerto: alcune fonti dicono che gli fu concesso di vivere, ma altre dicono che gli fu ordinato il suicidio.

Primo periodo di governo

Sebbene il controllo sul clan Nagao adesso fosse indiscusso, molti territori di Echigo erano ancora indipendenti dal potere di questo giovane signore della guerra. Kenshin immediatamente si organizzò per cementare il suo potere in tutta la regione, ma questi sforzi erano ancora al loro stadio primordiale, mentre altre preoccupazioni diventavano sempre più pressanti. Ogasawara Nagatoki e Murakami Yoshikiyo, i due signori di Shinano, apparvero prima che Kenshin chiedesse il loro aiuto contro l'avanzata del potente signore della guerra Takeda Shingen. Intorno a questo periodo Kenshin divenne pienamente il signore di Echigo e Shingen ottenne le maggiori vittorie nella provincia di Shinano. Le conquiste di Takeda allargarono i confini del suo dominio fino ad Echigo: a questo punto Kenshin decise di scendere sul campo di battaglia.

Uesugi e Takeda

Ciò che seguì, fu l'inizio di una rivalità che sarebbe diventata leggendaria. All'inizio del conflitto, sia Uesugi Kenshin che Takeda Shingen erano molto cauti, limitandosi a compiere qualche piccola scaramuccia l'uno ai danni dell'altro. Col passare del tempo, ci furono probabilmente un totale di 5 battaglie alla famosa piana di Kawanakajima, sebbene solo la quarta battaglia fu la più seria e senza esclusione di colpi.
Nel 1561, Kenshin e Shingen combatterono la loro più grande battaglia, la quarta battaglia di Kawanakajima. Kenshin usò una tattica ingegnosa: una formazione di battaglia speciale, in cui i soldati in prima linea potevano darsi il cambio con le retrovie, nel caso i soldati in testa si sentissero stanchi o fossero feriti. Questo permetteva ai soldati stanchi e affaticati di riposarsi, mentre i soldati che fino a quel momento non avevano combattuto, entravano in azione. Questa tattica fu estremamente efficace e grazie a questa Kenshin fu molto vicino a sconfiggere Shingen una volta per tutte. Si dice che durante questa battaglia, Kenshin cavalcò con il suo cavallo verso Shingen, colpendolo con la sua spada. Shingen parò il colpo grazie al suo ventaglio da guerra di ferro (o tessen). Tuttavia, Kenshin non riuscì a sconfiggere una volta per tutte Shingen. Un servo dei Takeda portò via dal campo di battaglia Shingen, che poté così organizzare un contrattacco. L'esercito di Kenshin si ritirò: molti soldati annegarono nel fiume vicino al campo di battaglia, mentre altri furono abbattuti dai generali del clan Takeda.
L'esito di quella battaglia è ancora incerta: molti studiosi sono divisi nel riconoscere chi, fra i due, fosse il vero vincitore di quella battaglia, sempre se quella battaglia fosse realmente decisiva da decretarne uno. Kenshin perse 3000 samurai, mentre Shingen ne perse 4000, oltre a 2 importanti generali nonché consiglieri: Yamamoto Kansuke e suo fratello più giovane, Takeda Nobushige.
Sebbene Kenshin e Shingen furono rivali per più di 14 anni si scambiarono molte volte dei doni: il regalo più famoso fu una preziosissima spada donata da Shingen a Kenshin, che fu ben accetta da quest'ultimo. Shingen morì nel 1573. Si dice che Kenshin pianse ad alta voce per la perdita del degno avversario e, secondo quanto riportato, fece voto di non attaccare mai più le terre dei Takeda. Le due parti eran diventate alleate in 3 anni. Inoltre, ci fu un incidente quando un certo numero di altri daimyo (incluso il clan Hōjō) boicottò gli approvvigionamenti di sale per la provincia di Kai. Kenshin venne anche a conoscenza del problema di Shingen con un daimyo del clan Hojo, il quale si rifiutò di inviargli del riso. Kenshin segretamente inviò del sale ai Takeda (il sale era molto importante, perché serviva soprattutto per la conservazione del cibo) e scrisse al suo nemico, Shingen, che secondo lui il daimyo degli Hojo aveva commesso un'azione ostile. Anche se avrebbe potuto tagliare i rifornimenti e quindi sconfiggere Shingen, Kenshin decise di non farlo perché sarebbe stato un atto disonorevole. Come riflessione, Kenshin dichiarò: "Le guerre sono vinte dalle spade e dalle lance, non dal riso e dal sale". Kenshin, trattando il suo rivale così, impostò un nobile esempio valido per tutti i tempi. I fautori della pace utilizzano la dichiarazione di Kenshin, riferendosi a tale dichiarazione in questo modo: "La pace si fa con il riso e con il sale, non con le spade e con le lance".

Altri eventi

Sebbene la rivalità con Takeda Shingen fosse leggendaria, Uesugi Kenshin ha compiuto in realtà molte altre imprese nei periodi in cui non era impegnato a dar battaglia ai Takeda (1553, 1555, 1557, 1561, 1564). Nell'anno 1551, Kenshin fu chiamato a fornire rifugio al suo signore nominale, Uesugi Norimasa, che era stato costretto a fuggire a causa dell'espansione nel Kanto dal clan Hōjō. Kenshin accettò di dare rifugio al signore della guerra, ma non era in condizioni di poter muovere guerra al clan Hōjō in quel momento. Nel 1559, compì un viaggio per portare omaggio allo shogun di Kyoto, e visitare i monumenti religiosi e storici. Ciò servì per aumentare considerevolmente la sua reputazione e donò alla sua immagine un'accezione culturale, oltre che di signore della guerra. Nello stesso anno fu spinto ancora una volta da Uesugi Norimasa a riprendere il controllo del Kantō dal clan Hōjō e, l'anno successivo, era pronto per poter compiere questa impresa. All'inizio della campagna contro gli Hōjō, Kenshin strappò con successo molti castelli al clan, fino a quando non si trovò faccia a faccia col castello di Odawara, nella provincia di Sagami. Riuscì a fare breccia nelle difese e bruciare la città, ma il castello non fu conquistato, e la mancanza di rifornimenti lo costrinsero a ritirarsi subito dopo (vedi assedio di Odawara dal 1561). Comunque, fu durante questo periodo che lui visitò il Tsurugaoka Hachiman-gū e prese il cognome di Uesugi.
L'altro principale settore, di cui si interessò Uesugi Kenshin era la provincia di Etchu. La terra era abitata da due clan in lotta, il Jinbo e Shiina . Kenshin entrò in causa come mediatore per qualche tempo, ma poi prese le parti degli Shiina contro il clan Jinbo. Un certo numero di anni più tardi, poi, scese in campo contro gli Shiina (per sembrare un po' più amichevole con il Takeda) e, quando prese il loro castello principale nel 1575, l'intera provincia di Etchu fu interamente sotto il suo controllo.

Ultimi anni

«Questi 49 anni della mia vita sono passati come un sogno nella notte. La mia vita è stata piena di gloria e prosperità, come una singola coppa piena di sake.»
(Poesia di morte di Kenshin.)



A partire dall'anno 1576, Kenshin cominciò a esaminare la questione di Oda Nobunaga, che nel frattempo era cresciuto fino a diventare il signore della guerra più potente del Giappone del momento. Con entrambe le morti di Shingen Takeda e Hōjō Ujiyasu, Kenshin non aveva più ostruita la strada per l'espansione del suo dominio. Così, quando la morte di un daimyō del clan Hatakeyama della provincia di Noto provocò confusione e conflitto nella zona per la successione, Kenshin colse subito l'opportunità, conquistando le terre del clan indebolito, che lo mise in grado di minacciare Nobunaga e suoi alleati. In risposta, Nobunaga mise insieme le proprie forze e quelle dei suoi due migliori generali: Shibata Katsuie (柴田勝家) e Maeda Toshiie (前田利家) per scontrarsi con Kenshin nella battaglia di Tedorigawa. L'esperto Shibata Katsuie che servì Nobunaga fin dall'inizio, fu mandato per verificare la famosa reputazione in battaglia di Kenshin. Secondo alcune fonti, Shibata portò 18.000 uomini in battaglia da un lato, seguito da Nobunaga stesso con 20.000 uomini di rinforzi. Se queste informazioni fossero esatte, la battaglia combattuta da questi sarebbe la più grande combattuta nel periodo Sengoku.
Nonostante i numeri travolgenti di Nobunaga, Kenshin riuscitì a compiere una solida vittoria sul campo. In un primo momento, Kenshin rifiutò di ingaggiare l'esercito di Nobunaga, fino a quando una pioggia torrenziale neutralizzò le unità di fanteria di Nobunaga stesso. Costretto ad una ritirata precipitosa, Shibata si riunì alla forza principale di Nobunaga. Successivamente Kenshin riprese una tattica del suo vecchio rivale Takeda Shingen, finse di mandare avanti una piccola unità per attaccare l'esercito di Nobunaga da dietro, dando al suo nemico una grande occasione per schiacciare la sua piccola forza. Nobunaga abboccò all'amo. L'esercito di Nobunaga attaccò di notte aspettandosi un avversario indebolito; invece il grosso dell'esercito di Kenshin era in attesa. Dopo aver perso quasi un quarto della sua forza, Nobunaga si ritirò verso la provincia di Omi mentre Kenshin si accontentò di costruire una qualche fortezza nella provincia di Kaga prima di ritornare indietro a Echigo. Nell'inverno tra il 1577-1578, Uesugi Kenshin mise in campo un grande esercito per continuare i suoi attacchi in terra di Nobunaga. Tuttavia, è risaputo che la sua salute fosse pessima in questo periodo, e il 9 aprile peggiorò. Morì quattro giorni dopo.

La morte di Uesugi Kenshin

La causa della morte di Kenshin è stato oggetto di interrogativi nel corso degli anni. La teoria accettata dalla maggior parte degli studiosi giapponesi è che una vita da alcolizzato e forse il cancro allo stomaco hanno segnato la fine per il grande signore della guerra.
Altre fonti sostengono che fu assassinato da un ninja che aveva atteso nella piscina sotto la latrina al campo di Kenshin con una lancia corta. (Si noti che le teorie non si escludono a vicenda - l'assassino, se è esistito, potrebbe semplicemente avere ferito a morte un uomo già morente.) Si dice che dopo aver sentito della morte di Kenshin, Oda Nobunaga abbia detto: "Ora l'impero è mio."

Dopo la morte

La morte di Kenshin fu disastroso per il clan. Non aveva mai avuto figli, ma adottò due ragazzi affinché divenissero suoi eredi. Dopo aver saputo della morte del padre, i due entrarono subito in conflitto per detenere il potere, che si concluse con la vittoria di Uesugi Kagekatsu sul fratello Kagetora divenendo così il nuovo capo clan. Tuttavia, il conflitto interno aveva avuto enormi costi sia in materiali che in energie, così Oda Nobunaga non ebbe problemi a conquistare velocemente molti dei territori degli Uesugi. Ci furono alcune voci all'epoca, secondo cui Kenshin in realtà fosse una donna travestita da uomo. La ragione di queste voci è dovuta al fatto che il daimyo non si sposò mai, non ebbe figli suoi naturali e alla compagnia di belle donne preferiva quella di molti uomini. L'omosessualità è una spiegazione plausibile, in quanto all'epoca era una pratica normale nella classe samurai. Non ci sono prove a sostegno di queste voci, ma di sicuro le voci si susseguirono fino ad arrivare ai giorni nostri.

giovedì 26 ottobre 2017

Auguri senzaesclusionedicolpi.blogspot.it: 1000 post!!!




1.000 candeline non ci stavano sulla torta.
Non è un compleanno ma una data davvero speciale per noi.
Questo è il nostro millesimo post e non possiamo che festeggiarlo con voi che ci avete fatto crescere così tanto soprattutto in questi negli ultimi mesi di vita, siete sempre più numerosi ogni mese che passa.
Non possiamo che ringraziarvi di cuore e darci appuntamento fra altri...1000 post!!!

Hōjō Tsunashige

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Hōjō Tsunashige (北条 綱成; 1515 – 11 giugno 1587) è stato un samurai giapponese appartenente al clan Hōjō durante il periodo Sengoku.
Tsunashige, conosciuto anche come Hōjō Tsunanari, era figlio del servitore Imagawa Fukushima Masashige e fu adottato da Hōjō Ujitsuna. Provò il suo talento in battaglia contro gli Uesugi nel 1537 e fu dislocato al castello di Kawagoe nella provincia di Musashi. Difese il castello e la sua importante posizione contro gli Uesugi e Ashikaga nel 1544 (vedi assedio di Kawagoe), i quali di arresero nonostante avessero un'imponente armata. Riuscì a resistere abbastanza a lungo da far arrivare Hōjō Ujiyasu in suo aiuto all'inizio del 1545, e fece parte del famoso attacco notturno che spezzò l'assedio e fece ritirare le forze assedianti. Guadagnò molta fama in numerosi scontri e fu assistito con abilità dal figlio Hōjō Ujishige (anche se morì prima del padre nel 1578). Tsunashige fu il guadiano del castello di Tamanawa nella provincia di Sagami. Nel 1568-69 durante la guerra con il clan Takeda, resistette al castello di Fukuzawa a Suruga (assedio di Kanbara) e respinse numerosi attacchi avversari finché fu in grado di ripiegare nella provincia di Sagami.

mercoledì 25 ottobre 2017

Feihuquan

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Feihuquan (飞虎拳, Pugilato della Tigre Volante) è uno stile di arti marziali cinesi. Questa scuola si è diffusa nell'area di Cangzhou in Hebei, durante il regno di Qianlong, nel 1743, infatti un maestro di Pechino, tale Zhang Guangyuan (张光远), si trasferì nella contea di Nanpixian (南皮县). Zhang è considerato prima generazione di questo stile. Suoi allievi furono Zhang Guichun (张贵春) e Gu Baoqing (顾宝庆). Oltre a questi furono famosi praticanti di questo stile tra la fine dell'epoca della dinastia Qing e gli inizi dell'epoca repubblicana: Zhang Baoqin (张宝琴), Gu Linjie (顾林杰), Meng Xigang (孟希岗), Gu Xiaozhi (顾孝枝, donna), Gu Xiaomei (顾孝梅, donna). Zhang Baoqin ha trasmesso lo stile nel Liaoning.