martedì 21 luglio 2015

I monaci guerrieri del Sol Levante





Il termine Sōhei (monaco-guerriero) era attribuito ai membri delle congregazioni armate di dottrina buddista del Giappone medievale, esistiti tra la metà del periodo Heian e l'avvento di Oda Nobunaga.
Assimilabili agli ordini militari monastici occidentali, i monaci guerrieri seguivano un codice di condotta che imponeva, per un periodo di servizio di dodici anni, la pratica delle armi e l'utilizzo di un copricapo bianco.
Seguaci del "Sutra mahayana del Grande passaggio al di là della sofferenza", che prevedeva l'utilizzo di armi e della violenza, quest'ordine ha influenzato per secoli la sfera politica e spirituale del Giappone.
Il primo esercito ufficiale di Sōhei venne istituito nel monastero buddhista Tendai Enryaku-ji, a seguito delle controversia con i membri appartenenti al tempio di Yasaka di Kyoto.
Negli anni gli sconti tra templi diventarono sanguinosi e cruenti, scatenati principalmente da eventi legati alle nomine degli abati.
Abili guerrieri, i Sōhei possedevano un ampio armamentario composto da spada, arco, pugnale e naginata, una lunga lama ricurva a un solo filo montata su un'asta di lunghezza variabile. Famoso utilizzatore di quest'arma inastata era il monaco-guerriero Saitō Musashibō Benkei.
benkei

Famoso per la sua "morte in piedi", Benkei all'età di 17 anni lasciò il monastero e divenne uno yamabushi (colui che si nasconde tra le montagne). I Yamabushi erano monaci asceti che vivevano tra le montagne e seguivano dottrina Shugendō, una combinazione di elementi buddhisti e shintoisti. A loro volta monaci-guerrieri, si differenziavano dai Sōhei per la totale o parziale mancanza di una struttura organizzativa ampia. Dediti alle arti ascetiche, si sottoponevano a severi allenamenti fisici e spirituali. La meditazione e la pratica delle arti marziali, in particolare il ninjutsu, come miglioramento personale, contribuì alla loro fama di guerrieri leggendari. Come i Sōhei, erano abili utilizzatori della naginata.
A causa dello peso politico e militari, i sōhei e gli yamabushi, vennero sterminati da Oda Nobunaga, poiché di intralcio al suo progetto di unificazione del Giappone.



lunedì 20 luglio 2015

Turcopolo

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I Turcopoli (dal greco Τουρκόπουλο: figlio di turchi) erano arcieri a cavallo appartenenti all'ordine dei Cavalieri templari e partecipanti al Capitolo dei Nove durante il periodo delle Crociate.
Erano in genere indigeni palestinesi (turchi e arabi), spesso mercenari, che avevano abiurato la religione islamica. Furono impiegati per la prima volta dai Templari e costituivano reparti di cavalleria leggera, con compiti di appoggio per la cavalleria pesante. Erano guidati da un comandante detto Turcopoliere o capitano generale della cavalleria.


domenica 19 luglio 2015

Leggende sui Templari

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L'alone di segretezza che circondava il potente ordine medioevale dei Cavalieri templari, e la rapidità con cui tale ordine scomparve nel giro di pochi anni hanno prodotto numerose leggende sui Templari. Queste sono di molti tipi: dalle connessioni dell'ordine con il Santo Graal alle presunte associazioni con la Massoneria. Le speculazioni sul conto dei Templari hanno di recente subìto un grande incremento di popolarità, dovuto in parte al successo di libri che mescolano dati storici con interpretazioni di fantasia come il romanzo bestseller Il codice da Vinci.
In realtà i Cavalieri templari in seguito alla loro drammatica scomparsa cessarono presto di fare notizia: già alla fine del XIV secolo ci si era dimenticati di loro e della loro triste fine. Solo molti secoli dopo, durante l'Illuminismo, il tema dei templari tornò in auge e la fama degli antichi cavalieri fu sommersa da leggende riguardanti segreti e misteri che si vogliono tramandati da prescelti fin dai tempi antichi.

Sedi leggendarie
Sono molte le leggende che circondano la localizzazione della prima sede dei Templari sul Monte del Tempio, che era stato loro assegnato da re Baldovino II di Gerusalemme. I Templari vi operarono per circa 75 anni.
Il Monte del Tempio è sacro ad ebrei, cristiani e musulmani, e si crede si tratti del posto dove giacevano le rovine del Tempio di Salomone, oltre ad essere l'antico luogo di custodia dell'Arca dell'Alleanza. Libri pseudo storici come Il santo Graal (The Holy Blood and the Holy Grail, 1982) sostengono che i Templari avessero scoperto dei documenti nascosti tra le rovine del tempio, i quali "proverebbero" che Gesù fosse sopravvissuto alla crocifissione o che si fosse sposato con Maria Maddalena e ne avesse avuto dei figli. La supposizione che i Templari avessero trovato "qualcosa" sotto il monte del Tempio costituisce la base per molte delle speculazioni nate in seguito alla dissoluzione dell'ordine. Non esiste comunque alcuna prova concreta a supporto di questa teoria. È comunque documentato che i Templari avessero portato un frammento della Vera Croce in alcune battaglie, ma con ogni probabilità si trattava di un pezzo di legno la cui scoperta nel IV secolo è attribuita dalla tradizione a Elena, madre dell'imperatore Costantino.

Reliquie
Altre leggende di moderna invenzione sostengono che il Santo Graal, o Sangreal, fu trovato dai Templari e portato in Scozia durante la soppressione dell'ordine nel 1307, e che si troverebbe ancora lì, sepolto nella Cappella di Rosslyn. Altre recenti "scoperte" sostengono invece che il Santo Graal fu portato nella Spagna settentrionale, sotto la protezione dei Cavalieri templari.
Altre fonti sostengono invece che i Templari avessero scoperto i segreti dei Massoni che avevano costruito il primo ed il secondo tempio sul Monte del Tempio, oltre ad aver scoperto che l'Arca dell'Alleanza era stata portata in Etiopia prima della distruzione del Primo Tempio. Si fa allusione a tutto ciò nelle incisioni nella Cattedrale di Chartres, si noti che l'edificio porta le influenze di Bernardo di Chiaravalle, patrono dell'ordine. Sono state suggerite ulteriori connessioni sia sulla ricerca dell'Arca che sulla scoperta dei segreti dei massoni per l'esistenza della chiesa monolitica di San Giorgio (Bet Giorgis) a Lalibela in Etiopia; la chiesa effettivamente esiste, ma non risulta costruita dai Templari. Effettivamente, la chiesa etiope "Betam Jeorghis" è stata fatta costruire dall'imperatore Fasilladas, che visse e regnò in Etiopia attorno al 1600.
Alcuni ricercatori come Hugh J. Schonfield e altri marginali argomentano che i Cavalieri templari avrebbero potuto trovare il tesoro a cui farebbe riferimento l'enigmatico rotolo di rame degli Esseni di Qumran nei cunicoli nei pressi del Monte del Tempio. Essi suggeriscono che ciò potrebbe spiegare una delle imputazioni di eresia che sarebbero state poi usate contro i Cavalieri dagli inquisitori medioevali.

Morti misteriose dei nemici dell'ordine
La rapida successione sul trono di Francia tra il 1314 e il 1328 degli ultimi quattro sovrani della dinastia dei Capetingi, ha portato molti a credere che la dinastia fosse maledetta, da cui il nome di "re maledetti" (rois maudits). Al trono di Francia infatti si susseguirono rapidamente i figli di Filippo IV: il regno di Luigi X durò solamente due anni, poiché morì ancora molto giovane, lasciando la moglie incinta di colui che sarebbe diventato il re successivo, Giovanni I, ma il bambino visse solamente cinque giorni prima di morire, probabilmente avvelenato. Il trono passò allora ad un altro dei figli di Filippo IV, Filippo V, che fu incoronato all'età di 23 anni, ma morì solamente sei anni dopo. Dato che non aveva figli, il trono passò al fratello, Carlo IV, ma morì anche lui dopo sei anni senza alcun erede maschio, estinguendo così la dinastia capetingia in linea diretta, a cui perciò successe il ramo cadetto in linea maschile dei Valois, escludendo dalla successione i rami originati dalla linea femminile, quali quelli dei sovrani di Navarra e quelli d'Inghilterra.
La leggenda vuole che Jacques de Molay, ultimo gran maestro dell'Ordine, mentre giaceva sulla pira, avesse maledetto il re Filippo e addirittura papa Clemente V, affermando che presto sarebbero comparsi davanti al giudizio di Dio. Papa Clemente in effetti morì un mese dopo di dissenteria e Filippo il Bello fu stroncato nel dicembre successivo dalle conseguenze di una caduta da cavallo, un incidente di caccia.
I commentatori dell'epoca, compiaciuti da un simile sviluppo della vicenda, riportavano spesso questa storia nelle loro cronache. Poiché, inoltre, sempre al momento della morte sul rogo, Jacques de Molay avrebbe dannato la casa di Francia "fino alla tredicesima generazione", in tempi più recenti si è diffusa la leggenda secondo cui l'esecuzione di Luigi XVI durante la Rivoluzione francese - che pose fine in qualche modo alla monarchia assoluta in Francia - sarebbe stata il coronamento della vendetta dei templari (alcuni storici sensazionalisti dell'epoca riportarono la notizia che il boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la ghigliottina sulla testa del sovrano, gli avrebbe mormorato: «Io sono un Templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay»).

Venerdì tredici
Molte storie moderne sostengono che la credenza secondo cui il giorno venerdì 13 porti sfortuna si sia originata venerdì 13 ottobre 1307, quando Filippo IV di Francia diede l'ordine di arrestare tutti i templari. Tuttavia, sebbene il numero tredici sia storicamente considerato un numero sfortunato (convenzionalmente i commensali dell'ultima cena sono 13), sembra che la sua associazione con il giorno venerdì risalga ai primi anni del XX secolo.

Rivendicazioni moderne di presunte discendenze o continuità
A partire dal XVIII secolo e XIX secolo sono sorti numerosi gruppi che si vogliono rifare alla tradizione degli antichi Cavalieri templari, talora rivendicando una qualche forma di derivazione diretta. Si tratta di moderne associazioni laiche, che si richiamano in genere ai valori caritativi e cristiani.
Secondo molti gruppi neotemplari l'ordine sarebbe sopravvissuto nascostamente anche dopo la morte dell'ultimo maestro, Jacques de Molay, che prima di subire la condanna al rogo avrebbe affidato la propria carica al cavaliere Jean-Marc Larménius (o de l'Armenie). Quest'ultimo avrebbe redatto un documento (la cosiddetta Charta di Larménius o Charta transmissionis), che successivamente sarebbe stata via via firmata dai maestri segreti succeduti nel tempo. Il documento proverebbe la sopravvivenza dei Templari dopo il 1314, ma la maggioranza degli storici nutre forti dubbi sulla sua autenticità, o lo definisce apertamente un falso.
Tutt'oggi non esiste alcuna prova storicamente accertata della sopravvivenza dell'Ordine templare originale dopo il 1314, né del resto appare possibile tracciare, dopo quasi sette secoli dall'abolizione dell'ordine religioso da parte del papa, una qualche forma di discendenza storicamente valida, se non un legame puramente ideale. La Santa sede stessa ha chiarito più volte che non riconosce suddetti gruppi.
Anche alcuni riti della Massoneria hanno incardinato nel corso del tempo il nome dei Templari, ma non è mai stato provato alcun reale collegamento storico con l'antico ordine religioso.

Cavalieri Templari in Scozia
Durante il periodo che va dal XIII al XIV secolo, l'Inghilterra, sotto il regno di Edoardo I, fu in guerra con la Scozia. Nel 1314, Edoardo II, affrontò gli scozzesi nella battaglia di Bannockburn. Secondo la leggenda, gli scozzesi vinsero grazie all'intervento dei Cavalieri templari a fianco del loro re Robert Bruce. In realtà, in nessuno dei resoconti contemporanei o pressappoco tali della battaglia di Bannockburn si trova menzione dei Templari, e d'altronde il re come scomunicato aveva ottime ragioni per non immischiarsi con i Templari, dal momento che voleva tenersi buoni il Papa e il re di Francia. È appena il caso di ricordare che i cavalieri Templari avevano combattuto al fianco di Edoardo I nella battaglia di Falkirk nel 1297. Dal punto di vista militare il re di Scozia si comportò molto bene con o senza i Templari nei periodi dal 1307 al 1314 e dal 1314 al 1328, quindi tutta la storia può essere considerata come un contentino per l'orgoglio inglese - il 'vero' motivo della loro sconfitta non era imputabile all'aver combattuto contro gli scozzesi bensì per aver dovuto affrontare una élite di cavalieri. Questa leggenda è alla base dell'istituzione del Royal Order of Scotland concesso per invito nella Massoneria.

Presunta scoperta del Nuovo Mondo
Sebbene l'ordine templare fosse stato sciolto nei primi anni del XIV secolo, alcuni credono che i Templari, che erano in possesso di una flotta consistente, possano aver attraversato l'oceano per raggiungere il Nuovo Mondo, seguendo vecchie rotte vichinghe. In Portogallo, i templari non furono sciolti, ma cambiarono il loro nome in Cavalieri di Cristo. Nel 1492, questo gruppo avrebbe fornito uomini per la spedizione di Cristoforo Colombo, e la croce dell'ordine sarebbe comparsa sulle vele delle sue navi.

Leggendarie connessioni con altre organizzazioni
Ulteriori speculazioni riguardano i presunti legami dei templari con altri ordini e organizzazioni (reali o, in alcuni casi, leggendarie). Quest'ambito è particolarmente controverso poiché alcune fratellanze segrete, come la massoneria, cominciarono ad adottare simboli derivati dalle usanze e tradizioni templari a partire dal XVIII secolo. Un altro ordine moderno che rivendica discendenze dall'ordine templare è il Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme.
Gli storici revisionisti e i sostenitori delle teorie del complotto sostengono che i templari fossero in possesso di conoscenze segrete, collegandoli così ad una miriade di altri soggetti: i Rosacroce, i catari, il priorato di Sion, Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, gli ermetici, gli ebioniti, Rex Deus, reliquie perdute o i vangeli di Giacomo il Giusto, Maria Maddalena o Gesù, Re Salomone, Mosè, e infine Hiram Abif e le religioni misteriche dell'antico Egitto.

Origine del Jolly Roger
Una leggenda massonica narra di tre cavalieri templari partiti alla ricerca del luogo dell'esecuzione di Jacques de Molay. Una volta trovato il luogo esatto, rinvennero solamente il teschio ed i femori. Si dice che queste ossa fornirono ispirazione per la creazione del primo Jolly Roger, così che non si perdesse memoria dell'avvenimento.


Presunti luoghi associati ai Templari
Esistono molti luoghi comunemente associati ai templari con vari gradi di attendibilità.
Una congettura citata molto spesso ha a che fare con un dipinto sulla volta di un edificio Templare a Templecombe in Inghilterra. Secondo alcuni questo dipinto, oggi visibile nella St Mary's Church del villaggio, commissionato dai Templari mostra una immagine di Cristo e della testa mozzata di Giovanni il Battista.
Segue un elenco di luoghi che sono stati associati ai templari da leggende o da opere di finzione, ma i cui legami con l'ordine non sono sostenuti da prove concrete.
  • Pozzo delle Anime a Gerusalemme
  • Isola di Oak, Nova Scotia (ipotetico avamposto nel Nuovo Mondo)
  • Chiesa a Laon, in Francia
  • Chiesa circolare di Lanleff in Bretagna, Francia
  • Il castello di Barberà in Spagna
  • Il castello di Ponferrada, un villaggio in León, Spagna
  • Cappella Chwarszczany in Polonia
  • Bannockburn, luogo della battaglia di Bannockburn in Scozia
  • Cappella di Rosslyn e la Chiesa di Orphir in Scozia
  • Hertford, Inghilterra
  • Holy Sepulchre a Cambridge, Inghilterra
  • St Sepulchre's a Northampton, Inghilterra
  • La cappella saint-Georges d'Ydes in Francia
  • Chiesa di San Jacopo in Campo Corbolini, a Firenze, in Italia
  • Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, Longara (Vicenza) Italia
  • Castello di Almourol, Portogallo
  • Temple Bruer, nel Lincolnshire
  • Trinity Church, Wall Street, a New York



sabato 18 luglio 2015

Charta di Larménius

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La Charta di Larménius (o Carta di Larmenio) è un documento, giudicato un falso dalla maggior parte degli storici, con il quale l'ultimo Maestro dell'Ordine dei Templari, Jacques de Molay, prima di subire la condanna al rogo nel 1314, avrebbe affidato la propria carica ad un cavaliere chiamato Jean-Marc Larménius (o de l'Armenie, in latino Johannes Marcus Larmenius).
Il documento, in latino, si vuole sia stato redatto nel 1324 da questo cavaliere. Successivamente sarebbe stata via via firmata dai Maestri segreti succeduti nel tempo fino al 1705, quando vi fu il primo tentativo laico di "rifondazione" dell'ordine Ordine da parte del nipote di Luigi XIV di Francia, Filippo, duca d'Orléans e più tardi reggente del regno di Francia. Successivamente, dopo la rivoluzione francese, nel 1804 Bernard-Raymond Fabré-Palaprat (1773-1838) dichiarò di avere scoperto i documenti che avrebbero dovuto provare la successione ininterrotta dei gran maestri templari, anche dopo la condanna al rogo di de Molay. Sulla base di queste asserzioni Pelaprat fondò nello stesso anno l'Antico e Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme, un'istituzione neo-cavalleresca e non massonica, nominandosi gran maestro.
La Charta inizia e termina con le seguenti parole: "Ego frater Johannes Marcus Larmenius, hierosolymitanus, Dei gratia et secretissimo venerandi santissimisque martyris supremi Templi militiae magistri (cui honos et gloria) decreto, communi fratrum concilio confirmato, super universum Templi ordinem, summo et supremo magistério insignitus, singulis has decretales litteras visuris, Salutem! Salutem! Salutem! .........Fiat sicut dixi. Fiat! Amen! Ego Johannes-Marcus Larmenius, dedi die decima tertia februari 1324."
La Charta è alla base della pretesa di molte associazioni neotemplari di discendere direttamente dall'autentico e antico Ordine dei Templari, soppresso nel 1314 da papa Clemente V con provvedimento perenne, pena la scomunica.


venerdì 17 luglio 2015

Mitologia coreana

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La mitologia coreana (한국 신화, 韓國 神話, Hanguk sinhwa) consiste nelle storie tramandate in forma orale per migliaia di anni nella penisola coreana e in forma scritta solo nei successivi periodi storici. In particolare esse sono miti della creazione del mondo e miti sull'origine della natura o del mondo sociale. I miti coreani sono spesso localizzati e riguardano villaggi o clan specifici.
I primi miti coreani precedono le credenze buddiste, confuciane e taoiste, e sono invece radicati nella tradizionale religione popolare coreana e nello sciamanesimo. I rituali che glorificano gli dei sciamanici sono fondamentali per la rivisitazione dei miti sciamanici coreani.
Molti antichi miti sciamanici coreani andarono persi a seguito dell'ascesa del confucianesimo, che sottolineò il pragmatismo e il razionalismo. Una parte di quelli che si credeva esistessero nei tempi antichi sono stati documentati da studiosi confuciani e buddisti, molti dei quali hanno modificato le storie per adattarle alle proprie credenze.


Influenza dello sciamanesimo coreano
Lo sciamanesimo coreano ha svolto un ruolo importante nella creazione di antichi miti coreani. I miti sciamanici sono indicati come musok sinhwa (무속 신화, 巫俗神話) e sono recitati come parte dei rituali volti a proteggere l'uomo e la natura. Un keungut (큰굿; lett. "grande rituale") è l'archetipo del rituale sciamanico coreano, e ciascuna delle sue dodici parti include un bonpuri (본풀이), ovvero un mito che riguarda un dio.
Gli antichi coreani seguivano un concetto animistico e credevano che ogni oggetto avesse un'anima e, come tale, i rituali sciamanici includevano il culto degli spiriti e dei demoni che abitano oggetti come montagne e fiumi. Si ritiene che uno sciamano sia in grado di comunicare con il mondo degli spiriti. Nella mitologia coreana, si dice che i primi capi della Corea avessero qualità sciamaniche o discendessero dagli sciamani. Si diceva che Dangun, il fondatore mitologico della Corea, possedesse tratti sciamanici e talvolta è ritratto come un dio di montagna, altrimenti noto come sansin.
Il maggior numero di miti sciamanici proviene dall'isola di Jeju e dalla provincia del Hamgyeong meridionale.

Miti della creazione
I miti della creazione spiegano come è iniziato il mondo e da dove provengano le persone. Includono in genere un primo uomo o una prima donna che è responsabile della creazione del mondo.

Changsega
Changsega (창세가, 創世歌) è un mito della creazione sciamanica originario di Hamhung, provincia del Hamgyong nell'attuale Corea del Nord. La storia spiega come il cielo e la terra furono separati da un dio-gigante di nome Mireuk, che posizionò una colonna di rame in ogni angolo della terra per sostenere il cielo. Egli creò gli uomini a partire da cinque insetti d'oro e le donne da cinque insetti d'argento. L'umanità visse in maniera pacifica sotto il dominio di Mireuk, finché non apparve un altro gigante di nome Seokga, e i due gareggiarono per governare il mondo umano. Seokga vinse, ma la sua vittoria fu ingiusta ed è considerata, in questo mito, la fonte del male e del peccato nell'umanità.

Cheonjiwang bonpuri
Cheonjiwang bonpuri (천지왕 본풀이, 天地王 本--) è un mito sciamanico della creazione dell'isola di Jeju. Racconta la storia del re celeste Cheonjiwang che scese dal cielo per combattere un uomo maleducato di nome Sumyeongjangja, ma fallì nella sua missione. Durante il soggiorno sulla Terra, Cheonjiwang sposò Bakiwang e da lei ebbe due figli: Daebyeolwang (il re della grande stella) e Sobyeolwang (il re della piccola stella). In seguito, i due figli entrarono in competizione per diventare il sovrano del mondo umano e, quando Sobyeolwang vinse, punì Sumyeongjangja trasformandolo in un insetto.
In alcune versioni della storia, mentre Sobyeolwang diventò il sovrano del mondo terreno, il fratello Daebyeolwang diventò il sovrano degli inferi.

Mago halmi
Mago halmi (마고 할미, 麻姑--) è un mito della creazione della regione di Kwanbuk nella provincia del Hamgyeong Settentrionale, situata nell'attuale Corea del Nord. Il mito parla di una dea-gigantessa di nome Mago, la quale creò tutte le formazioni geologiche presenti sulla terra usando fango, rocce, urina ed escrementi. A differenza dei miti della creazione sulle divinità maschili, questo mito è stato tramandato solo oralmente e non è stato incluso in registri o rituali formali.

Sirumal
Sirumal (시루말) è un mito sciamanico della creazione che proviene da Osan, nella provincia del Gyeonggi, situata nell'attuale Corea del Sud. In tale storia, Dangchilseong trascorre la notte con la dama Maehwa, che dà alla luce due figli, Seonmun e Human, dopo che Dangchilseong se ne va. I ragazzi vengono presi in giro a scuola per essere senza padre, ma scoprono chi è il loro padre e salgono in cielo per incontrarlo. Dangchilseong dà a Seomun il regno di Daehanguk e a Human il regno di Sohanguk.

Miti fondanti
I geonguk sinhwa (건국 신화, 建國 神話) sono i miti che spiegano la fondazione della nazione. Gli antichi miti fondatori della Corea includono spesso una storia sull'unione di un padre celeste e di una madre terrestre. I miti di fondazione medievali della Corea stabiliscono invece che i sovrani coreani avessero una discendenza divina, ma non fossero divinità essi stessi.

Dangun
Dangun Wanggeom (단군왕검, 檀君王儉) è il fondatore di Gojoseon, il primo regno di Corea. Si ritiene che abbia fondato Gojoseon nel 2333 a.C. La storia di Dangun è stata registrata in due documenti del 13° secolo d.C., la Samgungnyusa e la Jewang ungi.
Il nonno di Dangun, Hwan-in, era il "Signore dei cieli", mentre suo padre, Hwan-ung, discese sulla terra e fondò una società sulla penisola coreana. In alcune versioni del mito, la sua società si trovava sul monte Taebaeksan, e in altre versioni sul monte Paektu. Quando un orso e una tigre arrivarono da Hwan-ung chiedendo di essere resi umani, egli diede a ciascuno un fagotto di cibo sacro da mangiare e disse loro di rimanere in una grotta per cento giorni, dopodiché sarebbero diventati umani. Mentre la tigre si arrese, l'orso seguì le indicazioni di Hwang-ung e fu trasformato in una donna umana di nome Ungnyeo. Ungnyeo si accoppiò con Hwang-ung e diede alla luce Dangun, che governò Gojoseon per 1.500 anni prima di diventare un dio della montagna (sansin).

Miti dell'inondazione
Namu doryeong
Namu doryeong (나무 도령, -道令) è un mito sul figlio di uno spirito di un albero guardiano, Namu Doryeong, che sopravvisse a un'alluvione galleggiando sull'albero. Egli salvò prima una colonia di formiche dall'alluvione, poi uno sciame di zanzare, fino a quando non ebbe salvato tutti gli animali del mondo. Infine salvò un giovane ragazzo umano, nonostante l'albero gli avesse consigliato il contrario.
Dopo il diluvio, Namu Doryeong incontrò una donna anziana e le sue due figlie sul monte Baekdu, dove si erano messe in salvo dall'alluvione. La donna disse a Namu Doryeong che, se avesse vinto una competizione, avrebbe potuto sposare sua figlia. Namu Doryeong vinse con l'aiuto di uno sciame di formiche, che si rivelarono le stesse che aveva salvato in precedenza. Namu Doryeong e il ragazzo umano sposarono le due figlie dell'anziana e formarono la successiva generazione di umani.

Miti dell'aldilà
Chasa bonpuri
Chasa bonpuri (차사본풀이, 差使本--) è un mito infernale dell'isola di Jeju. Re Kimchiwonnim ordina all'eroe Gangrim Doryeong di catturare Yeomra, re degli inferi, per scoprire la ragione delle misteriose morti dei tre figli di Gwayanggaxi. Con l'aiuto di Munsin, il dio della porta, e Jowangsin, il dio della cucina, Gangrim Doryeong cattura Yeomra. Dopo aver messo alla prova la saggezza dell'eroe, Yeomra dice a Kimchiwonnim che le morti misteriose sono dovute al fatto che i tre figli sono in realtà i tre principi di Beomul, assassinati proprio da Gwayanggaxi. Scelsero di rinascere come figli di Gwayanggaxi per vendicarsi dei loro assassini. Gangrim Doryeong diviene poi il dio della morte, colui che raccoglie le anime dei morti e le porta negli inferi.

Mito di Barigongju
Barigongju o Baridegi (바리 공주, 鉢里公主) è un mito sciamanico sulla Principessa Abbandonata, abbandonata dai genitori perché non sono in grado di avere un figlio, ed ella è la loro settima figlia. Anni dopo, i genitori della principessa si ammalano e lei si reca negli inferi per trovare l'elisir della vita. Con ciò, fa rivivere i genitori e diventa una dea che guida le anime dei morti dalla terra al cielo.

Miti sulle malattie infantili e miti della nascita
Samsin Halmeoni (삼신 할머니, 三神---) è un mito sciamanico sull'omonima triplice dea della nascita. La tradizione orale riporta che la Samsin Halmeoni fosse, in origine, le tre figlie della dea vergine del cielo che discese dal cielo sulla terra e partorì le Samsin in una grotta. In seguito, la Samsin Halmeoni creò e partorì i primi esseri umani in assoluto.

Sonnimgut
Sonnimgut è un mito sulle 53 divinità del vaiolo, chiamate Sonnimne, che vivevano in Cina. Tuttavia, i Sonnimne volevano vivere in Corea, quindi la bellissima dea Gaxi Sonnim ne condusse lì tre; tuttavia, non potevano attraversare il fiume Yalu. Un giorno, un traghettatore disse che i tre dei potevano attraversare lo Yalu sulla sua barca se Gaxi Sonnim avesse fatto l'amore con lui. Gaxi Sonnim recise la testa del traghettatore con un pugnale e poi diede il vaiolo ai sette figli dell'uomo, uccidendoli tutti tranne il minore, che sopravvisse, sebbene fosse disabile. Quindi attraversarono lo Yalu sulla barca del traghettatore.
Quando gli dei raggiunsero Seul, tentarono di dormire nella casa del ricco Kim Jangja, ma furono rifiutati; invece, dormirono nella capanna di una gentile anziana, Nogo Halmi. Dopo aver benedetto la nipote di Nogo Halmi con longevità e buona fortuna, il trio si diresse verso la villa di Kim Jangja.
Kim Jangja nascose suo figlio Cheolhyeon su una montagna alta e bruciò i peperoni in ogni strada perché si diceva che allontanassero i Sonnimne. Questi attaccarono Cheolhyeon, prima attirandolo giù dalla montagna e poi frustandolo. Gli trafissero le articolazioni con degli aghi d'argento e, alla fine, Kim Jangja promise di fare un sacrificio per i Sonnimne. Tuttavia, la promessa si rivelò falsa e i Sonnimne arrabbiati uccisero Cheolhyeon e lo presero con loro rendendolo il cinquantaquattresimo Sonnimne.
Quando i Sonnimne tornarono in Cina, scoprirono che Nogo Halmi viveva nella dimora di Kim Jangja con la nipote e il genero, mentre Kim Jangja era diventato un mendicante malato e viveva nella baracca di Nogo Halmi. Su richiesta di Cheolhyeon, i Sonnimne diedero a Kim Jangja dei soldi e guarirono la sua malattia, e poi Cheolhyeon si unì a loro.


Miti sull'agricoltura
Segyeong bonpuri
Segyeong bonpuri (세경 본풀이, 世經本--) è un mito su Jacheongbi, la dea della terra e dell'amore. "Jacheong" si traduce in "desideri per se stessi", in riferimento all'indipendenza, all'autosufficienza e alla forte volontà di Jacheongbi di fare tutto il necessario per raggiungere un obiettivo. Nel mito Jacheongbi si maschera da ragazzo per ricevere un'istruzione superiore e si innamora di uno dei suoi pari di nome Mun, che è il figlio dell'Imperatore del Cielo. Mentre sono ancora sotto mentite spoglie, i due condividono una stanza per tre anni, alla fine dei quali Jacheongbi decide di dichiarare i suoi sentimenti al giovane dio, che la accetta e la sposa segretamente, anche se dovrebbe tornare nel Giardino dei Cieli per sposarsi con un'altra donna.
Per testare quale sposa sarebbe la migliore per suo figlio, il padre lancia a entrambe una sfida: camminare sui coltelli nel fuoco. Jacheongbi, con la sua forte volontà e determinazione, completa il compito grazie al suo incrollabile amore per Mun. L'altra sposa rifiuta fortemente e invece muore di fame fino a diventare conosciuta come "fantasma affamato". È diventata una tradizione di nozze offrire offerte all'altare in sua memoria.
Indipendentemente dall'esito della prova, il padre ordina al figlio di trascorrere metà del suo tempo con lui nel Giardino dei Cieli. Jacheongbi lo accetta sapendo che suo marito tornerà da lei, ma invece, con il tempo, Mun si dimentica di lei e non ritorna. Essendosi stancata di aspettarlo, la donna si mette alla sua ricerca con il suo servitore Jeongsunam. Essendosi innamorato di lei, il servo tenta di violentare Jacheongbi, che però riesce a ucciderlo; in seguito, però, sente il bisogno di correggere le sue azioni e vuole riportare in vita il servo. Si traveste di nuovo da uomo e va nel Giardino dei Cieli, che ha fiori per ogni persona sulla Terra e cure per ogni malattia. Sotto mentite spoglie, Jacheongbi incanta il giardiniere per farsi dire quale fiore possa essere usato per riportare in vita Jeongsunam e curarlo dalla sua brama di donne.
Mentre si trova nel giardino, Jacheongbi si imbatte negli dei che sembrano essere in conflitto tra di loro. Usando la sua saggezza e acuta intelligenza, riesce a trovare una soluzione alle dispute e porta la pace. Per gratitudine, l'Imperatore del Cielo le dà suo marito e cinque chicchi da portare con sé sulla terra: orzo, riso, fagioli, miglio e panico.
Jacheongbi chiede se possa darle un chicco in grado di crescere anche nelle condizioni più difficili. Apprezzando la sua compassione per il popolo, l'Imperatore approva la sua umile richiesta e la regala del grano saraceno. Questa storia è il motivo per cui Jacheongbi è raffigurata come la dea della terra e dell'amore. Alla fine, Jacheongbi diventa Jungsegyeong, la dea agricola terrestre, Mun diventa Sangsegyeong, il Dio dell'agricoltura celeste, e il servitore Jeongsunam diventa Hasegyeog, il Dio del bestiame.

Miti dei gasin
I gasin sono divinità che proteggono edifici, stanze e oggetti.

Munjeon bonpuri
Munjeon bonpuri (문전 본풀이, 門前本--) è un mito sull'origine di Cheuksin, la dea del gabinetto. Nella storia Noiljadae (o sua figlia, in alcune versioni) uccide Yeosan Buin e tenta di uccidere i suoi sette figli, ma poi si suicida quando il suo piano viene sventato dal settimo figlio, Nokdisaengin, e Yeosan Buin viene riportata in vita con i fiori di Hwansaengkkot. Yeosan Buin diventa Jowangsin, la dea della cucina, del focolare e del fuoco.

Seongju puri
Seongju puri è un mito sul mago malvagio Sojinhang che tentò di rivendicare Teojushin, la dea della terra. Tuttavia, Sojinhang venne sconfitto e si trasformò in Jangseung, o in un totem. Le sue figlie si trasformarono in divinità chiamate Seonangsin.


Seongjo puri
Seongjo puri è un mito su Ansimguk di Seongjo, che abbandonò la moglie, Gyehwa Buin. Di rimando, venne abbandonato su un'isola deserta, dove visse per tre anni come una bestia pelosa.

Altri miti
Gunung bonpuri
Il gigante Wang Janggun uccise il Re Drago del Mare Occidentale con una freccia, su richiesta del Re Drago del Mare Orientale. Quest'ultimo gli concesse in sposa la figlia: fu così che il gigante Wang Janggun e i suoi tre figli diventarono Gunungshin, ovvero dei della guerra.

Igong bonpuri
Racconta la storia di Hallakgungi, che divenne la divinità a protezione del regno mitologico dei Campi di Seocheon.
Molto tempo fa vivevano Gimjeongguk di Gimjeong e Imjeongguk di Imjeong, il primo povero, il secondo molto ricco. Nessuno dei due aveva figli e si recò a pregare a un tempio e presto le mogli partorirono. Gimjeonggu ebbe un maschio, Sara Doryeong, e Imjeongguk una figlia, Wongang Ami, che furono promessi.
Giunti all'età matura, si sposarono e Wongang Ami restò incinta; un giorno sognarono entrambi che la divinità suprema Okhwang Sangje li stava convocando ai Campi di Seocheon, ma si rifiutarono di andare vista la gravidanza. Alla fine, però, furono costretti ad andare dopo aver fatto lo stesso sogno per tre notti.
Vista la difficoltà del viaggio per via delle sue condizioni, Wongang Ami pregò il marito di venderla come schiava, e fu comprata da Cheonnyeon Jangja, che accettò il consiglio della sua terza figlia. Sara Doryeong ruppe il proprio pettine in due e ne diede una metà alla moglie, pregandola di darlo al figlio e di chiamarlo Hallakgungi se maschio e Hallakdegi se femmina. Alla partenza di Sara Doryeong, Cheonnyeon Jangja cercò di costringere Wongang Ami ad andare a letto con lui, ma lei si scusò dicendo che avrebbe potuto risposarsi solo dopo il parto. Presto, la donna partorì un maschio, che chiamò Hallakgungi, e Cheonnyeon Jangja cercò di portarla a letto di nuovo, ma lei rifiutò una seconda volta, portandolo a cercare di ucciderla. Fu però fermato dalla terza figlia, che gli consigliò di usare madre e figlio come schiavi.
Arrivato ai dieci anni, il bambino chiese alla madre chi fosse suo padre, e lei gli rispose Cheonnyeon Jangja in un primo momento, ma poi gli diede il pettine e gli disse che suo padre era Sara Doryeong, diventato intanto Igong, il guardiano dei Campi di Socheon. Hallakgungi scappò dalla casa di Cheonnyeon Jangja, che lanciò al suo inseguimento i mastini Cheollidongi e Mallidongi; Hallakgungi, però, diede loro dei tteok molto salati ricevuti dalla madre. Intanto, la donna fu uccisa dal padrone, che le tagliò la testa, le braccia e le gambe e la diede in pasto ai corvi del Campo di Cheongdae.
Intanto, Hallakgungi giunse ai Campi di Socheon, incontrò il padre e gli giurò di vendicare la madre. Sara Doryeong gli diede quindi i cinque Hwansaengkkot, i fiori della reincarnazione, e un bastone. Il bambino tornò a casa di Cheonnyeon Jangja travestito da mago cieco e usò i fiori sulla sua famiglia, portandola a mangiarsi a vicenda; grazie a loro e al bastone fece anche tornare in vita Wongang Ami. Madre e figlio si recarono ai Campi di Socheon, dove Hallakgungi divenne il secondo Igong, mentre Sara Doryeong e Wongang Ami si ritirarono nei cieli. La storia di Hallakgungi si diffuse sulla Terra e da quel giorno divenne tradizione che i figli portassero avanti il mestiere del padre.

Divinità
Quella che segue è una lista di divinità coreane:
  • Sansin - Divinità della montagna
  • Munsin - Dio della porta
  • Teojusin
  • Cheuksin
  • Jowangsin
  • Eopsin - Dea della conservazione e della ricchezza
  • Yeomna - Dio della morte
  • Sosamshin - Dea della nascita del bestiame
  • Seonangsin - Dea di villaggi, dei confini e delle guerre
  • Yongwang
  • Nulgupjisin
  • Dosumunjang - Dio creatore
  • Cheonjiwang - Re celeste degli Dei
  • Bagiwang - Regina della terra
  • Daebyeol - Re dell'Aldilà
  • Sobyeol - Re del mondo umano
  • Hwadeok Jingun - Dio del fuoco
  • Byeorak Jang-gun - Dio dei tuoni e dei fulmini
  • Gangrim - Capo dei Chasa
  • Jibuwang - Dio dell'aldilà che dà ordini al Chasa
  • Danggeum - Samsin
  • Samseung Halmang - Samsin di Jejudo
  • Jeoseung Halmang - Dea che porta la morte ai bambini
  • Sambuljeseok - Tre dèi del destino, figli di Danggeum
  • Byeolsang - dei delle malattie esantematiche
  • Baridegi
  • Hallakgungi: vedi Igong Bonpuri
  • Gameunjang - Dea del Fato o della Vita precedente
  • Segyeongsin
  • Oneuli - Dea del tempo
  • Honsuseongin - Dei che proteggono i bambini dalle malattie
  • Gungsang - Dio del Sole
  • Myeongwol - Dea della luna
  • Yeonggam - Dèi dokkaebi
  • Jijang - Dea della sventura
  • Bonhyangdang - I guardiani del villaggio Gwenegitto, Baramun e Baekjo Agi
  • Gunung - Dei della guerra
  • Yeongdeung - Dea del vento
  • Bugeun - Dio delle relazioni sessuali
  • Gamheung - Padre di tutti gli dei
Altri esseri mitici
  • Drago coreano
  • Gwisin
  • Chollima: cavallo alato
  • Kumiho: volpe a nove code
  • Dokkaebi: Spiriti maliziosi che appaiono di notte
  • Imugi: draghi minori
  • Haetae: leone con scaglie e un corno in testa
  • Bulgasari: mostro mangiatore di ferro
  • Samjoko: uccello a tre zampe che rappresenta il sole
  • Bulgae: bestie canine del regno delle tenebre che inseguono continuamente il sole e la luna
  • Inmyeonjo: una creatura mitica con un corpo di un uccello e una testa di un essere umano
  • Samjokgu: cane a tre zampe che guida le persone e individua le kumiho
  • Samdugumi: Mostruoso spirito volpe dell'isola di Jeju che ha tre teste e nove code


giovedì 16 luglio 2015

Yen coreano

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Lo yen è stato la valuta della Corea tra il 1910 e il 1945, ma circolava insieme al won già dal 1902. Era equivalente allo yen ed era costituito da valuta giapponese, nonché da banconote specificamente emesse per la Corea. Lo yen era suddiviso in 100 sen. Sostituì il won alla pari e fu sostituito dal won sudcoreano e dal won nordcoreano.

Banconote
Dal 1902 al 1910 le banconote furono emesse dalla Dai Ichi Ginkō (株式會社第一銀行 Kabushiki Gaisha Daiichi Ginkō, Prima Banca Nazionale del Giappone). I tagli erano da 10, 20 e 50 sen, 1, 5 e 10 yen. Le banconote in sen erano verticali e assomigliavano alle banconote in sen giapponesi del 1872 e a quelle in yen militari giapponesi di inizio secolo. Queste banconote erano redimibili in "valuta giapponese presso qualsiasi filiale in Corea"
Nel 1909 fu fondata a Seul la Banca di Corea (韓國銀行) come banca centrale che iniziò a emettere valuta di tipo moderno. Le banconote della Banca di Corea sono datate 1909 e furono emesse nel 1910 e nel 1911. Dopo l'annessione della Corea da parte del Giappone nel 1910, la Banca di Corea fu rinominata Banca di Cosen (朝鮮銀行; coreano: Joseon Eunhaeng; giapponese: Chōsen Ginkō). La prima banconota della Banca di Chosen è datata 1911 e fu emessa nel 1914. I tagli da 1, 5, 10 e 100 yen furono emessi regolarmente, mentre ci furono alcune occasionali emissioni di banconote in sen (5, 10, 20 e 50 sen). Alla fine della seconda guerra mondiale fu stampata la banconota da 1 000 yen, anche se non entrò mai in circolazione. Le prime emissioni erano redimibili "in oro o banconote della Nippon Ginko". Una frase simile era riportata in giapponese sulle ultime emissioni.