Il termine Sōhei (monaco-guerriero)
era attribuito ai membri delle congregazioni armate di dottrina
buddista del Giappone medievale, esistiti tra la metà del periodo
Heian e l'avvento di Oda Nobunaga.
Assimilabili agli ordini militari
monastici occidentali, i monaci guerrieri seguivano un codice di
condotta che imponeva, per un periodo di servizio di dodici anni, la
pratica delle armi e l'utilizzo di un copricapo bianco.
Seguaci del "Sutra mahayana del
Grande passaggio al di là della sofferenza", che prevedeva
l'utilizzo di armi e della violenza, quest'ordine ha influenzato per
secoli la sfera politica e spirituale del Giappone.
Il primo esercito ufficiale di Sōhei
venne istituito nel monastero buddhista Tendai Enryaku-ji, a seguito
delle controversia con i membri appartenenti al tempio di Yasaka di
Kyoto.
Negli anni gli sconti tra templi
diventarono sanguinosi e cruenti, scatenati principalmente da eventi
legati alle nomine degli abati.
Abili guerrieri, i
Sōhei possedevano un ampio armamentario composto da spada, arco,
pugnale e naginata, una lunga lama ricurva a un solo filo montata su
un'asta di lunghezza variabile. Famoso utilizzatore di quest'arma
inastata era il monaco-guerriero Saitō Musashibō Benkei.
Famoso per la sua "morte in piedi", Benkei all'età di 17 anni lasciò il monastero e divenne uno yamabushi (colui che si nasconde tra le montagne). I Yamabushi erano monaci asceti che vivevano tra le montagne e seguivano dottrina Shugendō, una combinazione di elementi buddhisti e shintoisti. A loro volta monaci-guerrieri, si differenziavano dai Sōhei per la totale o parziale mancanza di una struttura organizzativa ampia. Dediti alle arti ascetiche, si sottoponevano a severi allenamenti fisici e spirituali. La meditazione e la pratica delle arti marziali, in particolare il ninjutsu, come miglioramento personale, contribuì alla loro fama di guerrieri leggendari. Come i Sōhei, erano abili utilizzatori della naginata.
A causa dello peso politico e militari, i sōhei e gli yamabushi, vennero sterminati da Oda Nobunaga, poiché di intralcio al suo progetto di unificazione del Giappone.
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