«Mente, Buddha, esseri
senzienti sono, parimenti, [la Via di mezzo]. Poiché tutti gli
aggregati e le forme di sensibilità sono la realtà così come è,
non c'è alcuna sofferenza da cui liberarsi. Poiché la nescienza
e le afflizioni sono identiche al corpo illuminato, non c'è
alcuna origine della sofferenza da sradicare. Poiché i due punti
di vista estremi sono il Mezzo e le visioni erronee sono la
Verità, non c'è alcun percorso da praticare. Poiché il samsara
è identico al nirvana, non c'è alcuna estinzione [della
sofferenza] da realizzare. Non essendoci né sofferenza né
origine della sofferenza, nulla vi è di mondano; non essendoci né
sentiero né estinzione, nulla vi è di sopramondano. C'è una
sola, pura Realtà; non c'è nessuna entità al di fuori di essa.
La tranquillità della natura ultima di tutte le entità è detta
"calma"; il suo perenne splendore è detta
"consapevolezza".»
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(Guàndǐng, 灌頂,
Yuándùn Zhǐguān 圓頓止觀) |
Guàndǐng
Zhāngān Dàshī (灌頂
章安 大師, Wade-Giles: Kuan-ting Chang'an. In giapponese:
Kanjō o Shōan; Zhāng'ān, 561 – Kuaiji, 632) è stato un monaco
buddhista cinese, Patriarca della scuola Tiāntái.
Guàndǐng
fu il quinto patriarca della
scuola buddhista cinese Tiāntái (天台宗),
secondo il lignaggio tradizionale di questa scuola, e fu il
principale discepolo di Zhìyǐ (智顗
538-597), quest'ultimo quarto patriarca e fondatore
dell'omonimo monastero sui Monti Tiāntái.
Nacque nel 561 a Zhāng'ān (章安,
provincia dello Zhèjiāng), per questa ragione il suo titolo
onorifico post-mortem fu Zhāngān Dàshī (章安大師)
ma la sua famiglia, di nome Wú (呉)
era originaria di Yíxīng (宜興,
provincia dello Jiāngsū).
Il suo nome da bambino era Fēifán
(非凡). Perse il padre quando
era molto piccolo e fu allevato dalla madre divenuta vedova. A sei
anni entrò in un monastero della città natale e fu educato
dall'abate Huizeng, mostrando particolare interesse per la
letteratura tradizionale. A vent'anni ebbe l'ordinazione monastica
completa secondo le regole del vinaya.
Morto Huizeng, nel 584, a ventitré
anni si recò sui monti Tiāntái dove Zhìyǐ aveva fondato, nel
575, l'omonimo monastero, divenendone il principale discepolo. Rimase
con Zhìyǐ fino alla morte del maestro, avvenuta nel 597.
Nel 585 accompagnò il maestro,
convocato dall'imperatore Hòu Zhǔ (後主,
conosciuto anche come Chén Shúbǎo, 陳叔寶,
ultimo imperatore della dinastia Chen, regno: 582-89), a Nanchino
(Nanjing).
A Nanchino, Guàndǐng assistette a
tutte le lezioni sul Sutra del Loto tenute da Zhìyǐ che raccolse
nel Miàofǎliánhuājīng wénjù (妙法蓮華經文句,
anche Fǎhuā wénjù, Parole del Sutra del Loto, giapp.
Myōhōrengekyō mongu, T.D. 1718).
Nel 588 Nanchino fu attaccata dalle
armate settentrionali della neonata dinastia Sui (già dinastia Zhou
del Nord) e Zhìyǐ e Guàndǐng si diressero prima sul Monte Lu (廬山
Lú shān) poi al tempio di Nányuè (南岳,
meglio conosciuto come Tempio del Monte Heng, 南岳大庙,
attualmente nello Henan) dove era risieduto, fino alla morte, il
maestro di Zhìyǐ, Huìsī (慧思,
515-577).
Dopo il rovesciamento della dinastia
Chen, maestro e discepolo si recarono nella regione dello (nello
Hubei) dove Zhìyǐ fondò il tempio Yuquan (玉泉寺)
sull'omonimo monte e dove tenne altre lezioni sul Sutra del Loto
raccolte, sempre da Guàndǐng, nel Miàofǎ liánhuā jīngxuán yì
(妙法蓮華經玄義, anche
Fǎhuā xuányì , Il profondo significato del Sutra del Loto della
Legge meravigliosa, giapp. Myōhō renge kyōgen gi, T.D. 1716,
33.618-815).
L'anno
successivo, nel 594, Zhìyǐ espose gli insegnamenti raccolti nella
la sua terza opera maggiore, il Móhē Zhǐguān (摩訶止觀,
Grande trattato di calma e discernimento, giapp. Maka Shikan, T.D.
1911)[1]., da Guàndǐng, il quale aggiunse l'introduzione che
contiene una sua opera importante, lo Yuándùn Zhǐguān (圓頓止觀
Perfetta e immediata meditazione di calma-e-discernimento,
giapp. Endon Shikan).
Nel 597, dopo la morte del maestro a
cui assistette fino agli ultimi istanti raccogliendone gli ultimi
insegnamenti nel Guānxīn lùn (觀心論,
Vedere la mente, giapp. Kanjin ron, T.D. 1920, 46.584-587).
Guàndǐng gli succedette come
abate del monastero e patriarca della scuola.
La dinastia Sui fu molto favorevole
alla scuola Tiāntái, il primo imperatore di questa dinastia, Wén
(文, conosciuto anche come Yáng
Jiān, 揚堅, regno: 581-604),
insignì lo stesso Zhìyǐ del titolo di Zhìzhě dàshī (智者大師,
Maestro Sapiente), così anche il suo successore, Yáng (楊,
conosciuto anche come Yáng Guǎng, 楊廣,
regno: 604-17), continuò a sostenere i monaci del monte Tiāntái
costruendo nuovi templi e offrendo continue donazioni. Lo stesso Yáng
convocò Guàndǐng più volte a corte, a Chang'an, prima ancora di
divenire imperatore. Così le cronache biografiche su Guàndǐng
sostengono che egli ricoprì l'incarico di cappellano imperiale per
tre estati, dal 602 al 605, quando rientrò al monastero Tiāntái.
Fu convocato nuovamente a corte nel 611 poco prima di una spedizione
militare cinese contro la Corea.
Gli ultimi anni della sua vita Guàndǐng
li trascorse nel monastero Tiāntái dove raccolse numerosi discepoli
e dove completò due commentari sul Mahāyāna Mahāparinirvāna-sūtra
(Grande sutra mahayana della totale estinzione, cin. 大般泥洹經
Dà bān níhuán jīng, giapp. Dainehankyō, conservato nel
Nièpánbù): il Daniepanjingxuanyi (大般涅槃經玄義),
e il Daniepanjingshu, che unitamente ai commentari di Zhìyǐ sul
Sutra del Loto, consentirono alla scuola Tiāntái di detenere
commentari completi sui sutra buddhisti considerati i più importanti
nel Buddhismo cinese.
Dopo il crollo della dinastia Sui,
avvenuta di fatto proprio con l'assassinio nel 618, a Jang Du,
dell'imperatore Yáng (a cui seguirono due successivi imperatori
della dinastia Sui durati pochi mesi) e con l'inizio della dinastia
Tang, cessarono i favori imperiali per la scuola Tiāntái.
Da quel momento non abbiamo più
notizie su Guàndǐng se non che visse in uno stato di estrema
indigenza, continuando a lavorare sui suoi commentari, ne produsso in
totale otto suddivisi in quarantanove fascicoli, e ad insegnare ai
suoi discepoli. Questo fino alla sua morte avvenuta nel monastero
della città di Kuaiji (provincia di Zhejiang), nel 632.
Successore di Guàndǐng nel lignaggio
Tiāntái sarà Zhìwēi (智威?-680).
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