domenica 16 ottobre 2016

Spade coreane

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La storia della fabbricazione della spada ha in Corea una tradizione antichissima, ad oggi poco approfondita. L'evoluzione dell'arma bianca manesca nella Penisola coreana fu strettamente legata allo sviluppo delle spade cinesi, di cui condivise le particolari tappe: spade cerimoniali in pietra, spade lunghe in bronzo sino alla predilezione per la scimitarra. La spada coreana restò però per moltissimo tempo un manufatto appositamente sviluppato per un utente di alto ceto sociale, non realizzata su vasta scala per armare un esercito.
La più famosa spada coreana fu lo Hwandudaedo (환두대도), una scimitarra con pomolo ad anello, negli esemplari più pregiati ornato da figure di dragoni e fenici, già diffuso al tempo dei Tre Regni di Corea (I secolo a.C.-VII secolo).

sabato 15 ottobre 2016

Scimitarra

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La scimitarra (persiano: شمشیر, shamshir) è un'arma bianca manesca del tipo spada originaria dei paesi dell'Asia occidentale. Ha lama monofilare dalla curvatura molto pronunciata, con taglio convesso e dorso concavo, capace di provocare danni molto gravi se usata di taglio, ed impugnatura ad una mano.
Dalla scimitarra orientale venne derivata la moderna sciabola occidentale, dalla quale la prima si differenzia sempre per l'avere lama molto più ricurva.

Etimologia

Il vocabolo "scimitarra" compare nel lessico della Lingua italiana e della Lingua francese (in questo caso "cimeterre") a partire dal Tardo Medioevo e si afferma poi in tutte le lingue europee. La quasi certa origine del vocabolo europeo è da ricercarsi nei termini in persiano shim- o shamshir, indicanti appunto, sin dall'XI secolo la scimitarra persiana, la shamshir. Il vocabolo "shamshir", a sua volta, è di possibile derivazione da shafshēr, in lingua pahlavi "artiglio del leone" (sham = artiglio, shir = leone), in riferimento alla forma ricurva della lama dell'arma. Tuttavia è molto probabile che si tratti di un'erronea interpretazione recente, radicatasi anche in ambiente accademico, in quanto la parola shafshēr era già presente in pahlavi con il significato generico di spada (v. spada sasanide).
Una serie di armi tradizionali sono comunemente chiamate scimitarre:
  • Dao (scimitarra archetipica dei turco-mongoli)
  • Kilij (turco)
  • Saif (arabo)
  • Shamshir (persiano)
  • Talwar (hindi)
  • Nimcha (di origine marocchina)
  • Pulwar (di origine afghana)

Storia

I turchi dell'Asia Centrale iniziarono ad utilizzare spade a lama ricurva dalla fine dell'era degli Xiongnu (III secolo), con un'affermazione definitiva del modello al tempo degli imperi dei turchi Kok.
Si trattava di armi dalla lama marcatamente ricurva, monofilare, con un contro-taglio (yelman) lungo quanto un terzo della lama, in acciaio con alte percentuali di carbonio. Per via del suo peso contenuto e della lunghezza, nonché per la peculiare sagoma che risultava particolarmente adatta ai colpi di taglio preferiti dal guerriero in sella, ebbe larghissima diffusione tra i cavalieri. Le normali spade erano più versatili, grazie alla loro capacità di colpire di taglio e soprattutto di punta ma questa capacità non risultava così necessaria per i soldati a cavallo che avevano necessità di colpire rapidamente senza rischiare di impigliare la lama.
La diffusione dell'Islam tra i turchi contribuì alla diffusione della loro spada ricurva, il kilij, tra i grandi regni dell'Asia occidentale, a discapito delle spade a lama diritta precedentemente in uso presso gli arabi (v. kaskara), in uso sino al IX secolo. I primi kilij ad entrare nel bacino culturale arabo appartenevano ai Ghulam, gli schiavi-soldati di etnia turca che combatterono per i califfi Omayyadi ed Abbasidi. La creazione dell'Impero selgiuchide in Persia e del Sultanato di Iconio in Anatolia (XI secolo) fece dei turchi la potenza dominante dell'Asia centrale e del Medio Oriente, garantendo ulteriore diffusione e successo alla loro spada ricurva. Proprio in questo periodo, in Iran, iniziarono a diffondersi le shamshir a lama ricurva derivate dal kilij. Il parallelo avvio delle crociate ed il conseguente intensificarsi dei contatti e degli scontri tra europei, bizantini e potentati musulmani, diffuse in Europa l'idea della scimitarra quale arma "standard" di "mori" e "saraceni".
Nel XV secolo, la costituzione dell'Impero Moghul introdusse l'uso della scimitarra in India, ove sviluppò la locale variante, il talwar, a discapito della spada monofilare a lama diritta (khanda) in uso alla casta guerriera locale. Parallelamente, la definitiva affermazione dell'Impero ottomano quale potenza dominante in Europa orientale e Medio Oriente garantì al kilij un'enorme diffusione. Al volgere del XVI secolo, i continui contatti e scontri tra la cavalleria pesante occidentale e l'esercito ottomano nei Carpazi ed in Ucraina favorì lo sviluppo di una spada da cavallo ibrida, la szabla, in forza alla cavalleria della Confederazione Polacco-Lituana, che funse da archetipo per lo sviluppo della sciabola occidentale.
Il sistematico affermarsi dell'artiglieria pesante tra XVIII e XIX secolo, unitamente alla diffusione del moschetto e della baionetta, relegò la scimitarra, così come quasi tutti gli altri tipi di lama, ad un ruolo puramente di prestigio e ornamentale. La vittoria di Napoleone sui Mamelucchi egiziani (1798-1801), grazie ad un uso disciplinato e impeccabile delle tecniche di combattimento moderno, costituì certamente una significativo segnale del sempre più ristretto campo d'azione della cavalleria leggera armata di scimitarra (seppur poi una brigata di mamelucchi armati di scimitarra venne incorporata nelle file della Grande Armata). Anche quale arma di rappresentanza, sul territorio europeo, la scimitarra andò quasi scomparendo, in favore dell'ormai ben sviluppata sciabola, prediletta dagli eserciti occidentali. Nel 1826, il sultano Mahmud II operò una radicale ristrutturazione dell'esercito ottomano, abolendo l'uso del vecchio kilij proprio in favore della sciabola occidentale, segnando la fine di un'epoca.

Simbologia

L'importanza dell'arma nella cultura islamica è tale da far sì che essa venga usata simbolicamente in numerose bandiere di stati della zona araba, come quella dell'Arabia Saudita o come quella della divisione Handzar, la forza composta da bosniaci islamici organizzata dalle SS.

Costruzione

La caratteristica peculiare della scimitarra è la sua lama ricurva, volta ad amplificare il momento angolare del colpo per garantire, a parità di larghezza, maggior efficacia al colpo di taglio rispetto ad una spada a lama diritta. Detta dinamica era già stata approfonditamente studiata da Sir Richard Francis Burton (1821-1890) nel suo The Book of the Sword (1884), basando le sue considerazioni fisico-scientifiche su quanto osservato da lui e da altri ufficiali dell'esercito britannico durante le campagne nel subcontinente indiano nel corso del XVIII-XIX secolo.
« The superiority of the curved blade for cutting purposes is easily proved. In every cut the edge meets its object at some angle, and the penetrating portion becomes a wedge. But this wedge is not disposed at right angles with the Sword: the angle is more or less oblique according to the curvature, and consequently it cuts with an acuter edge. […] The Talwar, or half-curved sabre of Hindustan, cuts as though it were four times as broad and only one-fourth the thickness of the straight blade [i.e. a Claymore]. But the drawing-cut has the additional advantage of deeping the wound and of cutting into the bone. Hence men of inferior strength and stature used their blades in a manner that not a little astonished and disgusted our soldiers in the Sing and Sikh campaigns. »
(Burton, Richard (1884), The Book of the Sword, Londra, Chatto & Windus, pp. 130-132.)
Onde garantire ulteriore efficacia al colpo di taglio, la scimitarra, nella sua forma archetipica (dao mongolo) e nella sua forma classica (kilij turco), presenta inoltre un allargamento in prossimità della punta della lama, il contro-taglio (yelman in lingua turca). Si tratta però, in questo caso, non di una invenzione orientale ma di un accorgimento già noto ai popoli del Mediterraneo antico.
Già il tattico e storico della Grecia Antica, Senofonte (morto 355 a.C.), parlando della spada più consona per le forze di cavalleria aveva raccomandato il ricorso al coltellaccio tipo Makhaira, con lama leggermente ricurva ed ingrossantesi in prossimità della punta:
(EL)
« ὡς δὲ τοὺς ἐναντίους βλάπτειν, μάχαιραν μὲν μᾶλλον ἢ ξίφος ἐπαινοῦμεν: ἐφ' ὑψηλοῦ γὰρ ὄντι τῷ ἱππεῖ κοπίδος μᾶλλον ἡ πληγὴ ἢ ξίφους ἀρκέσει. »
(IT)
« Ma per ferire i nemici, a mio parere, è molto meglio il la sciabola che la spada, perché venendo il colpo dall'alto più profonda sarà la ferita inferta dalla sciabola, arma che ferisce di taglio, che dalla spada. »
(Senofonte, Sull'equitazione - XII, 11-12)




venerdì 14 ottobre 2016

Shao gun

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Lo shao gun era un'arma usata anticamente dalla fanteria cinese, formata da un bastone molto lungo (gun) con incatenato all'estremità un bastone più corto. Il suo uso principale era quello di disarcionare i cavalieri.
Per effettuare questo attacco il fante colpiva il cavaliere usando la parte terminale del bastone lungo, mirando all'arma o al corpo dello stesso. La catena e il bastone corto, a causa del contraccolpo giravano vorticosamente annodandosi intorno all'arma, alle braccia o colpendo il cavaliere.
La lunghezza della catena poteva variare a seconda di quanto si voleva enfatizzare l'uso descritto. Con una catena più lunga era più facile disarcionare un cavaliere, ma ogni altro uso era reso più difficoltoso. Invece con una catena più corta (fino a pochi cm) era possibile usare lo shao gun come un gun, attribuendogli in più la facoltà di colpire ulteriormente con la parte mobile.

giovedì 13 ottobre 2016

Crochetage

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Il crochetage è un termine francese che concerne differenti tecniche di combattimento:
1 - Azione di controllo della parte del corpo dell'avversario e in particolare di un membro. Basa sull'accerchiare la parte del corpo dell'avversario da un gancio formato per la flessione dell'articulation come ginocchio e gomito. Il controllo può effettuarsi essendo sulle sue gambe o sul suolo. Per esteso, trovano altri freni differenti.
2 - Azione di squilibrare (o di proiezione) consistente:
. o ad accerchiare la parte del corpo dell'avversario per proibire l'utilizzazione di questa parte o per effettuare un punto di appiglio per favorire uno squilibrare (di tipo "dondolo")
. o a rimuovere l'appiglio sul suolo con aiuto di un movimento di proiezione (cosiddetto falciatore) o di un calcio.
Solitamente, un falciare si realizza al livello della coscia dell'avversario, ma può essere realizzato più basso sulla gamba o più alto sull'anca. Questo movimento è a differenziarsi di un scopaggio che realizzano più basso (sul piede o il basso del polpaccio).

mercoledì 12 ottobre 2016

Mitsuo Fuchida

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Mitsuo Fuchida (淵田 美津雄 Fuchida Mitsuo; Katsuragi, 3 dicembre 1902 – Kashiwara, 30 maggio 1976) è stato un militare giapponese, capitano della Servizio aereo della Marina Imperiale giapponese e un asso della Marina imperiale giapponese prima e durante la seconda guerra mondiale.
Egli è meglio conosciuto per aver guidato il primo attacco aereo nell'attacco di Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. Fuchida era responsabile della coordinazione di tutti gli attacchi aerei sotto il viceammiraglio Chūichi Nagumo. Alla fine della seconda guerra mondiale, terminata con la disfatta del Giappone, a settembre del 1949 si convertì al Cristianesimo e fu battezzato nel 1951 autoconsiderandosi un missionario fino alla morte che lo colse, a 74 anni di età, nel 1976.

Primi anni

Mitsuo Fuchida nacque nella Prefettura di Nara, in Giappone. Entrò all'accademia navale di Eta-Jima nel 1921 dove incontrò e divenne amico di Minoru Genda e scopri il suo interesse per il volo. Specializzatosi nel bombardamento, Fuchida fece rapidamente carriera fino a diventare istruttore. Considerato uno dei piloti più abili del Giappone, fece esperienza di combattimento durante le operazioni sulla Cina nei tardi anni' 30. Venne promosso capitano di corvetta e fu accettato presso un prestigioso college navale. Fuchida faceva parte dell'equipaggio della portaerei Akagi nel 1939 quale comandante di volo. A quell'epoca aveva un'esperienza di circa 3.000 ore di volo.

Servizio nella seconda guerra mondiale

Il 7 dicembre 1941 una forza di attacco giapponese al comando del viceammiraglio Chūichi Nagumo e consistente in sei portaerei, con 423 aerei imbarcati, era pronta per attaccare la base navale statunitense di Pearl Harbor. Alle ore 06:00 la prima ondata d'attacco, composta da 183 fra bombardieri e caccia, decollò dalle portaerei situate a 230 miglia a nord di Oahu e si diresse verso la flotta americana del Pacifico ancorata a Pearl Harbor.
Alle 07:20 Fuchida, comandando il suo gruppo, prese la via sotto l'isola più a est, quindi virò verso ovest e volò lungo la costa sud, oltre la città di Honolulu. Egli credette che il suo avvicinamento non fosse stato segnalato dalla stazione radar di Oahu. Tuttavia due soldati americani segnalarono ad un superiore l'arrivo di una grande formazione aerea, ma l'ufficiale competente decise di ignorarla, credendo che si trattasse di una formazione di bombardieri B-17 in arrivo dalla California.
Nel frattempo Fuchida ordinò Tenkai ("portarsi in formazione d'attacco"). Alle 07:40, ora Hawaiiana, vedendo che a Pearl Harbor tutto appariva normale, apri il vetro del suo aerosilurante Nakajima B5N2 Type 97 Model 3 e sparò un razzo verde, il segnale dell'attacco.
Alle 07:49 Fuchida istruì il suo operatore radio, il sottufficiale di prima classe Norinobu Mizuki, di mandare un segnale in codice: To, To, To (Totsugeskiseyo, o "carica!") dal suo aereo. Il pilota Mitsuo Matsuzaki guidò il suo B5N per una ricognizione attorno a Barber's Point.
Alle 07:53 Fuchida ordinò a Mizuki di mandare alla portaerei Akagi, la nave ammiraglia della 1ª Flotta Aerea, il codice Tora! Tora! Tora! (tora in giapponese sta per "tigre" ma in questo caso "To" è l'iniziale sillabica della parola giapponese 突撃 totsugeki che significa "carica" o "attacco" e "ra" l'iniziale sillabica di 雷撃 raigeki che significa "attacco con i siluri").
La prima ondata d'assalto giapponese, con 51 bombardieri in picchiata D3A, 40 aerosiluranti B5N, 50 B5N trasportanti bombe perforanti e 43 caccia A6M di scorta, cominciarono l'attacco.
Dopo che la prima ondata d'attacco ebbe successo, Fuchida rimase sull'obiettivo, mentre il resto egli aerei tornava alle portaerei, per valutare i danni e osservare la seconda ondata d'attacco. Tornò alla portaerei dopo il successo della seconda ondata d'attacco.
Il successo dell'attacco contro gli Stati Uniti fece di Fuchida un eroe nazionale e gli garantì un'udienza presso l'Imperatore Hirohito in persona.
Il 19 febbraio 1942 Fuchida comandò il primo dei due attacchi di 188 aerei nel devastante attacco aereo su Darwin in Australia.
In aprile comandò un'alta serie di attacchi aerei da aerei imbarcati su portaerei contro l'isola di Ceylon (ora Sri Lanka), che era anche il quartier generale della Flotta Orientale britannica, in quella che Winston Churchill descrive come "il momento più pericoloso" della seconda guerra mondiale.In giugno Fuchida venne ferito nella battaglia delle Midway, mentre era a bordo della Akagi. Incapace di volare, venne ricoverato per una appendicectomia pochi giorni prima della battaglia tuttavia era presente sulla nave durante un attacco diurno. Dopo che l'Akagi venne colpita da bombardieri U.S., Fuchida, mentre fuggiva dall'incendio, si ruppe entrambe le caviglie per essere caduto da una scala.
Dopo il recupero della salute, egli trascorse il resto della guerra come ufficiale di stato maggiore. Fuchida scrisse che era a Hiroshima il giorno prima che la bomba atomica venisse sganciata: era in città per partecipare ad una conferenza di una settimana sull'esercito, ma ricevette una chiamata dal Quartier Generale della Marina che gli chiedeva di tornare a Tokyo.

martedì 11 ottobre 2016

Spada farfalla

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La spada farfalla (蝴蝶双刀 caratteri cinesi semplificati; 蝴蝶雙刀 caratteri cinesi tradizionali; húdié shuāng dāo pinyin), con la quale si esegue la forma spade degli otto tagli, è un'arma bianca manesca del tipo spada originaria della Cina ed oggi utilizzata in diverse arti marziali cinesi.

Storia

La Spada farfalla è la variante sinica della sciabola d'abbordaggio tradizionalmente in uso ai marinai ed ai barcaioli di Hong Kong. L'arma originò probabilmente nelle campagne dell'entroterra cinese, ove era un equivalente locale del falcione diffuso tra i laboratores del Medioevo europeo. Fu con buona probabilità nella provincia di Fujian che la spada farfalla divenne arma bianca d'utilizzo nautico, raggiungendo grande notorietà al principio del XIX secolo, quando il fenomeno della pirateria sinica raggiunse proporzioni allarmanti per la sopravvivenza stessa del Celeste impero.
Pare che la pratica di combattere con due spade corte del tipo Húdié Shuāng Dāo si sia connaturata come una risposta al bisogno di selezionare spadaccini in grado di combattere contro guerrieri armati con le pericolose spade lunghe europee e cinesi. Il combattimento con la spada farfalla predilige infatti l'uso di una coppia di armi anziché di una singola, cosa questa affatto insolita per la scherma delle arti marziali cinesi. Parimenti, è comunque opinione diffusa che possa essersi trattato di un'arma bianca diffusasi soprattutto negli ambienti della malavita data la sua buona occultabilità.

Costruzione

Rispetto al profilo "classico" del dao, la tradizionale scimitarra cinese, la spada farfalla si discosta per l'avere:
  • Lama diritta e corta, priva di contro-taglio. La punta è molto simile a quella di un coltello;
  • Impugnatura protetta da un paramano sviluppante dalla guardia a "S" il cui altro braccio disegna in un uncino ad angolo retto, rivolto verso la lama, simile al rebbio del sai. Manca del tutto il pomolo.
Il profilo complessivo, date le ridotte dimensioni (circa 40 cm di lunghezza complessiva), è quello di un'arma molto corta, tozza e maneggevole.



Nelle arti marziali cinesi

Quest'arma è utilizzata in diversi stili di Kung fu come l'Hung gar, il Choy li fut e il Wing chun. Proprio in questo stile è l'arma che sancisce il termine dell'apprendistato.


lunedì 10 ottobre 2016

Umayado

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Il principe Umayado (厩戸皇子 Umayado no ōji), noto anche come Shōtoku Taishi (聖徳太子 Taishi Shōtoku) (574 – 621-622) è stato principe ereditario del Giappone nonché reggente (摂政 Sesshō) della zia, l'imperatrice Suiko, dal 593 fino alla morte.
Altri suoi nomi furono principe Toyotomimi e principe Kamitsumiya. Fu uno dei leggendari saggi del Giappone e si rese promotore di quelle riforme che cambiarono il volto del paese nel periodo di transizione tra l'era antica e quella classica.
Viene tuttora venerato per il ruolo che ebbe nella diffusione del Buddhismo nel paese, ed è considerato protettore della famiglia imperiale, del Giappone e del Buddhismo stesso. Tra i vari religiosi che affermarono di essersi ispirati al principe Shōtoku, ci fu il monaco Saicho.

Biografia

Era il primo figlio dell'imperatore Yomei e dell'imperatrice consorte Anahobe no Hashihito. I suoi genitori erano entrambi figli dell'imperatore Kinmei, di madre diversa. Quando Yomei morì nel 587, Umayado aveva tredici anni.

Le lotte per il potere tra i nobili di corte

Da alcuni decenni si era scatenata una lotta per il potere tra i diversi clan della corte di Yamato, che aveva unificato sotto le sue insegne il paese. La disputa aveva anche connotati religiosi, con il tentativo da parte di alcune famiglie di introdurre a corte il Buddhismo, avversato dai clan legati alla tradizione shintoista.
Le famiglie che si distinsero in tale scontro furono:
  • Il clan Soga, che era il maggior sostenitore del Buddhismo, il cui capo Soga no Umako era zio di Umayado e si fregiava del titolo di "grande ministro" ( Ōomi)
  • Il clan Mononobe, che controllava l'esercito ed era fedele alla tradizione Shinto, era il più agguerrito rivale dei Soga.
  • Il clan Nakatomi, maestri delle cerimonie Shinto di corte ed alleati dei Mononobe.
Nel corso dei regni degli imperatori Kimmei, Bidatsu e Yomei, la lotta tra i tre clan si accentuò e, alla morte di Yomei, si arrivò allo scontro armato nella battaglia di Shigisan, nella quale le armate condotte da Soga no Umako sbaragliarono le forze nemiche, provocando la morte dei capi dei clan Mononobe e Nakatomi. Fu l'inizio del periodo che vide i Soga dominare la scena politica del Giappone, che si sarebbe protratto fino al 645. Umayado, malgrado la giovane età, divenne subito il maggior collaboratore di Umako, che gli affidò incarichi di grande importanza.

Adozione del Buddhismo a corte ed ascesa di Umayado

Umako e Umayado fecero arrivare progettisti e carpentieri specializzati in edilizia sacra e fecero costruire maestosi complessi templari buddhisti, tra i quali il celebre Asukadera nella capitale Asuka kyō, nell'odierna Prefettura di Nara; nelle fondamenta di un pilastro del tempio principale vennero sepolte, il 15 gennaio 593, alcune sacre Reliquie del Buddha. Il nuovo imperatore Sushun fu posto sul trono da Umako, che ne dispose a piacimento fino al punto di farlo uccidere quando questi si ribellò dopo 5 anni di regno.
Alla morte di Sushun, gli succedette la sorellastra Nukatabe, che era nipote di Umako e zia di Umayado. Divenne imperatrice con il nome Toyomike Kashikiya Hime no Mikoto, mentre il nome Suiko le sarebbe stato dato postumo. Diede in moglie a Umayado la propria figlia principessa Udonokaidako e lo nominò principe ereditario.
Soga no Umako le affiancò l'anno dopo come reggente lo stesso Umayado. Ebbe inizio un periodo di pace e prosperità per il Giappone e per la sua corte, logorata da decenni di lotte intestine fra i suoi clan.


Trasformazione del paese

L'unità di intenti tra Soga no Umako, Suiko ed Umayado portò ad una serie di eventi epocali che avrebbero trasformato il Giappone in un paese moderno, allineandolo ai grandi stati del continente sotto ogni profilo. In qualità di reggente, Umayado inviò una delegazione in Cina. Una volta tornati, gli ambasciatori portarono con sé nuovo materiale per la diffusione del Buddhismo ed i frutti dei loro studi in campo letterario, fu di questi tempi l'adozione a corte dei caratteri cinesi per la scrittura. Furono inoltre importati dal continente princìpi di organizzazione politica, di architettura, di urbanistica, eccetera.
Fu costruito il grande complesso templare buddhista Shitennō-ji (四天王寺), tuttora uno dei più famosi del paese, nei pressi del porto imperiale di Naniwa, l'odierna Osaka, per dimostrare ai visitatori d'oltremare lo splendore della corte e del paese intero. Attorno ai templi ebbero sede le nuove quattro istituzioni (四箇院 Shika-in), che avevano lo scopo di innalzare il livello di civilizzazione del paese: il Kyōden-in (istituto per la religione e l'istruzione), l'Hiden-in (istituto di assistenza sociale), il Ryōbyō-in (ospedale), ed il Seiyaku-in (farmacia). In seguito, sarebbero stati costruiti altri templi importanti, tra cui l'Hōryū-ji, eretto nei territori della famiglia di Umayado a Ikaruga, che in alcune parti originarie rappresenta il più antico edificio ligneo al mondo.
Uomo di grande cultura, Umayado riorganizzò la società secondo criteri ispirati al confucianesimo, assegnando i più alti ranghi della gerarchia in base ai meriti, e non più in base alle discendenze familiari. Nel 604 stilò la costituzione di 17 articoli, che fissava i codici di comportamento di governanti e sudditi nell'ambito di una società buddhista, e che sarebbe rimasta in vigore fino al 1890. Vennero inoltre rafforzati i legami con i feudi lontani, concedendo terre ed un margine di autonomia ai signori di tali feudi.
Allo scopo di formare la nuova classe dirigente, inviò diplomatici e studenti alla corte dei regnanti Sui cinesi, che approvarono il suo operato e riconobbero la sovranità dello Stato giapponese.

Opere letterarie

Il principe Shōtoku fu, assieme all'imperatore Tenji, la personalità di maggiore spicco nel campo delle lettere nel periodo Asuka (538-710). Buona parte delle notizie che lo riguardano sono riportate negli Annali del Giappone (日本紀 Nihongi o Nihonshoki), redatti intorno al 720, all'inizio del periodo Nara (710-784). Nel primo dei 30 libri in cui è strutturata l'opera, vengono attribuite a Shōtoku le stesure del Jūshinchijō no Kempō e del Sangyōgisho. Quest'ultimo racchiude i commenti a tre testi sacri del Buddhismo Mahāyāna: lo Hokkekyōgisho (commento del Sutra del Loto); lo Shōmangyōgisho (commento del Sutra del ruggito del leone rivolto alla regina Srimala-devi); lo Yuimakyōgisho (commento al Vimalakīrti Nirdeśa Sūtra).
Celebre fu una sua missiva di risposta ad un messaggio ricevuto nel 605 dal nuovo imperatore cinese Sui Yangdi. In tale lettera, spedita nel 607, il principe Shōtoku mise sullo stesso piano il relativamente nuovo Stato giapponese con il millenario Impero cinese. In tale occasione fu inoltre ufficialmente scritto per la prima volta il nome Giappone, che significa l'origine del sole (日本 Nihon). Il testo del messaggio di Shōtoku comprendeva la seguente frase:
"Dal sovrano della terra dove ha origine il sole (nihon/hi izuru) al sovrano della terra dove termina il sole."

La morte

Il principe Umayado morì nel 622, sei anni prima della zia, l'imperatrice Suiko. Alcune fonti riportano che il luogo in cui fu sepolto si trova a Shinaga, nell'antica Provincia di Kawachi, l'odierna parte sud-orientale della Prefettura di Osaka.