Il Tong-zi-gong (童子功)
o "kung-fu del fanciullo" rappresenta l'essenza dei
migliori esercizi dello yoga, del kung-fu e del qi-gong, ed è
considerato il kung-fu più mistico (metafisico) dello Shaolin.
Insieme al Qi-gong, è la disciplina interiore preferita dai maestri
Shaolin.
«La meta suprema
consiste nel conservare la scioltezza del proprio corpo, perché
il duro e il secco si rompono, il morbido e il malleabile
sopravvivono.»
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(Detto Shaolin)
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Introduzione
La cultura dei monaci Shaolin comprende
moltissime arti sviluppatesi nei secoli dagli insegnamenti del
patriarca Damo (Bodhidharma). Le arti marziali terapeutiche,
spirituali e religiose si dividono tra l'arte dello spirito (chan) e
le arti marziali ed energetiche (quan). Un proverbio Shaolin afferma
che queste due componenti della cultura costituiscono un'unica
realtà:
«Chan-quan qi-i, "Le
arti marziali Shaolin e la meditazione sono un'unica cosa.Sono
nate insieme e una non può esistere senza l'altra"»
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Alle arti esterne quan (dette hong)
appartengono:
il kung-fu (detto anche Shaolin
gang-quan-"pugno duro di Shaolin"),
qin-na (tecniche di
cattura),
sanda o San-shou
(combattimento libero),
kang-ji-gong (tecniche di
potenziamento del corpo),
Shaolin
shi-ba-wu-qi (le 18 armi classiche di Shaolin),
"tre gioielli di Damo":
yijinjing (metodo di rafforzamento di tendini e muscoli),
xi-sui-jing (metodo di purificazione del midollo e del
cervello) e shi-pa-fa Luohan-quan (le diciotto tecniche della
mano di Luohan).
Alle arti interne quan (dette kong)
appartengono:
il Tong-zi-gong, (yoga
Shaolin)
qi-gong (arte della
respirazione)
rou-quan ( "pugno
morbido" detto anche Shaolin taiji),
zuo-chan (meditazione).
Caratteristiche
Secondo la medicina Shaolin e
l'ayurveda l'incurvamento della colonna vertebrale è da considerarsi
come la prima causa del decadimento senile: gli esercizi del
Tong-zi-gong hanno lo scopo di conservarne l'elasticità e di
rigenerare l'equilibrio naturale per evitare inutili dispersioni
energetiche. Laozi insegna:
«Alla nascita l'uomo è
molle e debole, alla morte è duro e forte. Tutte le creature,
l'erbe e le piante quando vivono sono molli e tenere quando
muoiono sono aride e secche. Durezza e forza sono compagne della
morte, mollezza e debolezza sono compagne della vita. Per questo
chi si fa forte con le armi non vince. L'albero che è forte viene
abbattuto. Quel che è forte e robusto sta in basso, quel che è
molle e debole sta in alto.»
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Il kung-fu Shaolin richiede un'elevata
concentrazione d'energia nelle fibre muscolari, nei tendini e nelle
cartilagini ed è dunque necessario praticarlo con rigorosa costanza,
perché inserire una lunga pausa, causa la perdita delle nozioni e
delle facoltà acquisite, esponendo le zone più fragili del corpo a
possibili danni. Un proverbio Shaolin dice:
«Chi perde il kung-fu di
un giorno perde il kung-fu di dieci giorni.»
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L'anziano monaco Shi-Wan-Heng, detto il "maestro della
flessibilità", che era stato iniziato alla pratica del
Tong-zi-gong all'età di otto anni, afferma:
«Noi pratichiamo qi-gong
soltanto a livello terapeutico, per mantenere il corpo in forma, e
il Tong-zi-gong per mantenerlo elastico. Per quanto riguarda il
"kung-fu del fanciullo", lo pratichiamo tra le cinque e
le sette del mattino per un'ora o due, ma in ogni caso due volte
al giorno, il mattino e la sera. Ovviamente, in caso di malattia,
l'allenamento è sospeso, ma appena si guarisce ci si affretta a
recuperarlo. Nel monastero sono in tanti a praticare il "kung-fu
del fanciullo", è una peculiarità del nostro tempio
Shaolin, poiché in nessun altro posto s'insegna questo tipo
d'esercizi. La cosa più importante è che l'apprendistato inizi
quanto più possibile in tenera età, iniziare a novanta anni
sarebbe troppo tardi.»
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Fonti
Il Tong-zi-gong è presentato ed illustrato nelle stele della
Beilin ("Foresta di stele") e nelle sculture della
sala
Chui-pu tang (
锤谱堂
"Sala dei manuali di combattimento") del tempio
Shaolin.
Dal punto di vista letterario, il
Tong-zi-gong è stato presentato nell'originale testo cinese "Shaolin
Tong-zi-tu" (少林童子功圖)
Metodologia di insegnamento Shaolin
Secondo il maestro Shi-Heng-Jun, della 35º generazione dei monaci
guerrieri del tempio Shaolin, nella metodologia di insegnamento la
flessibilità è di capitale importanza, perché più si è
flessibili, più si può resistere al dolore e meglio si resiste al
dolore, più rapidamente s'impara il kung-fu.
«Il Tong-zi-gong è in
grado di trasformare un allievo scadente in uno studente
particolarmente dotato che spicca tra i suoi pari, forte nel corpo
e nello spirito, qualità che conserverà per tutta la vita.Se
s'intraprende la pratica dello Shaolin kung-fu senza aver prima
praticato il Tong-zi-gong, la qualità della tecnica andrà
calando all'età di cinquanta o sessant'anni al massimo, mentre
chi pratica il Tong-zi-gong conserva inalterata la propria agilità
e abilità nel kung-fu.»
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Lo
Shaolin-Quan-Mi (testo classico Shaolin) aggiunge:
«“Il monaco sembrerà
giovane e agile come un fanciullo, sebbene i suoi capelli siano
bianchi come le piume di una gru. Il suo corpo sarà morbido come
il broccato, leggero come una rondine e resistente come
l'acciaio”»
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Lo Shaolin Tong-zi-gong è composto da
diciotto stili, che possiedono anche un valore marziale. Infatti se
quest'arte viene portata alla perfezione, qualsiasi gesto può essere
trasformato in un movimento di attacco e di difesa.
Lo Shaolin Tong-zi-gong possiede una grande varietà di esercizi
con i relativi scopi, che includono:
1) Esercizi esterni (Wai-dan);
2) Esercizi interni (Nei-dan);
3) Esercizi “morbidi”
(Yin-rou), per migliorare la flessibilità;
4) Esercizi “duri”
(Yang-gang), per aumentare la forza e la resistenza
- 5) Esercizi di carattere misto per migliorare la postura.
Gli esercizi interni servono a curare la salute degli organi e dei
visceri (Zang-fu), a mantenere sani i sistemi dell'organismo (es.
San-jiao) e a trattenere e conservare nel corpo l'energia interna
(Qi), in modo da poter contrastare il decadimento fisico. Gli
esercizi morbidi servono invece a sviluppare l'armonia nei movimenti
e la bellezza estetica.
Livelli
Il Tong-zi-gong si divide in due livelli: di base e avanzato.
Quello "di base" si concentra sulla mobilità e in
particolare su varie forme di rotolamento e salto. Richiede una
grande flessibilità dei tendini e delle giunture, perciò l'età
migliore per praticarlo va dai cinque ai sei anni. Dopo averlo
praticato per quattro anni, i bambini hanno fortificato le parti più
fragili del loro corpo.
Il livello avanzato del Tong-zi-gong è simile a quello del
qi-gong. Viene praticato con movimenti morbidi ed efficaci,
che fanno raggiungere alle giunture il massimo grado di resistenza e
flessibilità, premessa indispensabile per avere una postura perfetta
e una grande potenza. Con la sua pratica assidua, si può arrivare a
piegare le membra in angolazioni apparentemente impossibili.
I 18 fondamentali
Il Tong-zi-gong presenta una sequenza
(tao-lu) di base composta da diciotto esercizi, che
costituiscono le porte dei rispettivi diciotto stili dedicati alla
specifica tecnica da portare alla perfezione.
Shuang-shou-he-shi (双手合十):
posizione perfetta a mani giunte (dalla posizione yoga
prarthanasana).
Chu-zuo-lian-tai(初坐莲台):
sedersi in meditazione su un trono di loto (dalla posizione yoga
sukhasana).
Zhao-tien-deng (朝天蹬):
calcio ascendente nel cielo del mattino (dalla posizione yogautthita
hasta padangusthasana).
Zhuang-shang-gong (桩上功):
esercizio d'equilibrio sui pali (dalla posizione yoga
virabhadrasana).
Dan-tui-zhang (单推掌):
eseguire un affondo col palmo, in.
Bao-fo-jiao (抱佛腳):
Abbracciar i piedi di loto del signore Buddha (dalla posizione yoga
pascimottanasana).
Dao-li ar-zhi-Chan (倒立二指禅):
meditazione su due dita (dalla posizione yoga
adho-mukha-vriksasana).
Luo-han shui-jiao (罗汉睡觉):
La posizione di riposo del monaco (una variante della posizione yoga
sayanasana).
Qi-lou heng-cha (起落橫叉):
cadere in spaccata frontale dopo un salto (dalla posizione yoga
samakonasana).
Tong-zi-bai Guanyin
(童子拜观音): un giovane
monaco offre i suoi omaggi al Buddha Guanyin (dalla posizione yoga
vriksasana)
Tong-zi-wo-Chan (童子臥禅):
un giovane monaco si sdraia in meditazione (dalla posizione
yogaviparita-padmasana).
Xie-li cang-hua (叶里藏花):
esercizio di sollevare le gambe ponendo i talloni davanti alla
fronte (dalla posizione yoga estrema ganda bherundasana).
Wan-tong-bai-fo (顽童拜佛):
un giovane monaco offre i suoi omaggi al signore Buddha in una
posizione difficile (variante in equilibrio della posizione yoga
vatayanasana).
Tou-dao-zai-bei (头倒载碑):
esercizio di assumere la posizione eretta invertita (dalla posizione
yoga sirsasana).
Zhuang-shen dan-bi-fu-cheng
(转身单臂伕撐): esercizio
di sostenere la parte superiore del corpo su un solo braccio (dalla
posizione yoga vasisthasana).
Tie-quan-fu-hu (鉄拳伏虎):
esercizio del pugno di ferro.
Heng-cha-ce-wo (橫叉側臥):
esercizio di sdraiarsi su una gamba in spaccata sagittale (dalla
posizione yoga hanumanasana).
- Lian-hua pan-zuo (莲花盘坐):
sedersi su un trono di loto (dalla posizione yoga padmasana)
L'esercizio 5 (
Dao-li ar-zhi-Chan, o "meditazione su
due dita") è una tecnica molto difficile, che richiede al
monaco di sostenere l'intero peso del corpo con due sole dita di una
mano. Richiede un controllo ascetico delle funzioni del corpo e
secondo la tradizione orale Shaolin, i maestri ingiungono:
« “Sii moderato
con il cibo e non gravare il tuo corpo con pesi inutili, dagli
solo quello che richiede ed esercitati nel digiuno quando è
indebolito, la tua mente sarà chiara quando il tuo corpo si sente
bene e sarà debole quando il tuo corpo è malato, ma se sei in
grado di concentrare la tua forza, sarai anche capace di portare
su due sole dita l'intero peso del tuo corpo.”. »
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L'esercizio massimizza la forza delle
dita, che ben allenate possono diventare armi mortali.Una tecnica
ancora più avanzata è lo yi-zhi-Chan ("meditazione su
un dito") che richiede la capacità di sostenere tutto il peso
del corpo su un solo dito. In tutti i tempi sono stati pochissimi i
monaci in grado di adottare questa tecnica.Recentemente solo il
maestro Shi-Hai-Dang, morto nel 1989, è riuscito a praticarla.
Effetti secondo la medicina tradizionale cinese
Secondo la medicina tradizionale
cinese, l'esecuzione di questi esercizi, fin dall'infanzia,
preserverebbe e raffinerebbe lo yuan-Qi ("energia sorgente")
e manterrebbe il praticante giovane e in salute per tutta la vita.
Il Tong-zi-gong coniugherebbe il Qi del
proprio corpo con l'energia della natura. Si basa soprattutto
sull'armonizzazione del respiro (tiao-xi) e del movimento
(tiao-shen) perché questo faciliterebbe la circolazione del
sangue e l'espulsione delle sostanze tossiche dall'organismo: in
questo modo il corpo umano si adatterebbe adeguatamente ai
cambiamenti imposti dalle leggi della natura.
Secondo i suoi praticanti gli esercizi
del tóng-zi-gōng sarebbero preziosi per la salute, in quanto
influenzerebbero positivamente il metabolismo, renderebbero il fisico
più elastico e migliorerebbero l'umore. La pratica per decenni del
tóng-zi-gōng consentirebbe di frenare notevolmente
l'orologio biologico della natura umana: a Shaolin non sarebbe
difficile vedere vecchi maestri di ben oltre settant'anni che, grazie
all'esercizio quotidiano del tóng-zi-gōng, sarebbero
riusciti a mantenere la flessibilità di un corpo giovane.
Storia
Il Tong-zi-gong trae origini dallo yoga
della cultura dei Veda, che secondo la Bhagavad-Gita sarebbe stato
introdotto da Krishna. I segreti dello yoga sarebbero poi affidati al
discepolo di Shiva, Patañjali-muni, perché potessero essere
divulgati a beneficio di tutti.
In seguito Buddha (483 a.C.) rifiutò
tutto il corpo teologico vedico ma le tecniche dello yoga vedico, i
mantra (suoni mistici) e i mudra (simboli) vennero assorbiti dal
Buddhismo (prajna yoga).
Secondo la tradizione buddhista, nel 64
d.C. l'imperatore cinese Ming-Ti, della tarda dinastia Han, inviò
dei messi in India per ottenere sutra e immagini buddhiste. In
seguito numerosi patriarchi indiani (Kumarajiva, Bodhiruci,
Paramartha) vennero invitati o inviati in Cina: tra questi vi fu
Bodhidharma (483-537 o 561), 28º patriarca Buddhismo indiano, che vi
giunse per predicare nel 515 e tra il 520 e il 527 si stabilì nel
tempio Shaolin ai piedi della montagna del Song-Shan. Chiamato Damo
dai discepoli cinesi, Bodhidharma fu ritenuto primo patriarca del
Buddhismo Chán cinese: da lui sarebbe nato anche, secondo alcune
tarde leggende, lo stile di combattimento di Shaolin.
Durante la "meditazione seduta"
(zuo-chan), che Bodhidharma insegnava a praticare per sei ore
al giorno, i suoi discepoli cadevano spesso vittime
dell'intorpidimento fisico e della sonnolenza. Il patriarca avrebbe
quindi ideato una serie di movimenti terapeutici basati sui precetti
dei suoi maestri indiani, secondo i quali certi esercizi fisici e
respiratori del raja-yoga e del prajna-yoga favorivano
la triplice armonia tra mente, respiro e corpo, prevenendo le
malattie, frenando le tendenze aggressive della natura umana ed
elevando lo spirito: avrebbe chiamato questi esercizi Tong-zi-gong, o
"kung-fu del fanciullo”.
Il kung-fu sarebbe stato praticato al
tempio di Shaolin già da lungo tempo, per proteggere il monastero da
ladri e banditi: Bodhidharma avrebbe arricchito le conoscenze
marziali dei monaci, integrandole con l'etica morale e la metodica
del kalari-payattu, basato su stili marziali che prendevano il
nome di animali ed erano di provenienza vedica. Riteneva che le arti
marziali dovessero essere praticate al fine di ottenere lo sviluppo
armonico del corpo e della mente. Bodhidharma avrebbe insegnato ai
suoi discepoli tre serie di esercizi formativi di origine indiana
(dal bodhisattva Vajramukti):
Gli esercizi venivano suddivisi tra
meditativi statici (jing-gong) e dinamici (dong-gong) e
divennero il fondamento delle arti marziali che resero famoso il
tempio di Shaolin.
Con il tempo i monaci del tempio di
Shaolin resero queste tecniche un sofisticato sistema di autodifesa e
si resero famosi anche combattendo per gli imperatori cinesi.
Nel periodo dell'imperatore 'Duan-Zong
della dinastia Song, emersero molti maestri esperti nel Tong-zi-gong
e nel qi-gong: tra questi il monaco Hong-Wen, che era inoltre
esperto negli esercizi di qi-gong duro (ying-gong) e
nell'esercizio di camminare sui pali di susino (mei-hua-zhang-gong)
e che secondo la tradizione del tempio sarebbe stato in grado a
ottanta anni di sostenere sulla testa un peso di cinquanta chili e di
reggere una persona seduta sulle sue gambe tese. Anche il monaco
Hui-Ju, vissuto nello stesso periodo, era un esperto anche di
qin-gong (il qi-gong leggero) e si racconta che fosse
in grado di camminare su un foglio di carta teso senza romperlo, di
saltare ruscelli, di spegnere una candela e di ferire i nemici da una
distanza di tre metri.
Quando era abate del tempio Fu-Yu
(907-960) venne compilato lo Shaolin tóng-zi-gōng-Tu, che
raffigurava il diagramma del Tong-zi-gong, composto di diciotto
esercizi, le "porte segrete dei suoi diciotto stili".
Secondo la tradizione del tempio, negli
ultimi anni della dinastia Ming il principe Fu e suo figlio Lou-yang
erano infastiditi dall'opposizione dei monaci guerrieri alle loro
scorrerie nell'Henan: li allontanarono con un pretesto, ma il loro
tentativo di assalire il tempio venne impedito dai loro discepoli che
vi erano rimasti, capeggiati da Tong-Deng.
Nel 1927 il generale Shi-You-San fece
bruciare il monastero ed andarono distrutti i suoi archivi, compreso
il testo originale dello Shaolin tóng-zi-gōng-Tu. Delle
copie dei manoscritti originali furono messe in salvo dal monaco
Yong-Xiang. Nel 1966 il tempio venne chiuso dalle Guardie Rosse, ma
alcuni monaci conservarono in segreto le copie dei testi e rimasero a
proteggere l'edificio, tra cui Shi-Wan-Heng. Un altro monaco,
Shi-Hai-Deng (1902-1989) divenne discepolo di due monaci che si erano
rifugiati nello Sichuan dopo l'incendio del 1927.
Dal 1992 monaci fanno conoscere il
Tong-zi-gong tramite esibizioni internazionali in forma di spettacolo
e sono stati oggetto di documentari televisivi.