mercoledì 13 febbraio 2019

Mook Yan Jong



Origini del manichino di legno (leggenda) ...

Il Monastero Siu Lam fu la culla di molti dei più grandi artisti marziali che si sono succeduti attraverso le generazioni.
La leggenda narra che ci fosse un tunnel pieno di 108 uomini in legno, e ciascun monaco che voleva completare la sua formazione doveva attraversare questo percorso come esame finale.
Ognuno di questi uomini di legno (noto come i monaci di bronzo) eseguiva una serie di tecniche uniche, i monaci che affrontavano la prova dovevano neutraliazzare queste tecniche.
Quando il Tempio Siu Lam fu incendiato dal governo Manciù, uno dei cinque monaci buddisti che fuggì e che aveva superato la prova, incorporò 108 tecniche in un unico manichino di legno, ogni tecnica è originaria dai 108 uomini in legno del tunnel del tempio Siu Lam.
Se il manichino di legno apparve prima o dopo la creazione del Wing-Chun-Kuen non lo sappiamo, è vero però che il manichino di legno nella formazione Wing-Chun è un apparecchio eccellente per gli studenti di questo stile che sviluppano, affinano le loro competenze e il coordinamento necessario ad eseguire il corretto footwork per diventare un professionista qualificato.
Il Mook-Yan-Jong è un attrezzo prezioso nella formazione di un praticante del sistema Wing-Chun. In alcune scuole è la fase finale dell'affinamento delle tecniche congiunte di mani e piedi. Pertanto, ci si aspetta che chi studi sul manichino di legno abbia raggiunto un elevato livello di competenza nell'arte del Wing-Chun.
Le tecniche applicate sul Mook-Yan-Jong includono praticamente tutte le tecniche di mano e le tecniche di piede. Queste tecniche vengono combinate in varie sequenze di applicazioni.
Queste combinazioni possono essere suddivise in tre categorie:
1) manovra di neutralizzazione
2) Confronto e contrattacco
3) Attacchi sfacciati.
La precisione e la comprensione delle tecniche eseguite sono della massima importanza.
L'allenamento delle combinazioni al Mook-Yan-Jong porta col tempo il praticante a rispondere a un attacco non solo con una reazione immediata e spontanea, ma anche con la più appropriata ed efficace in quella situazione.
Alcune tecniche apparentemente non sembrano conformarsi alla teoria basilare del Wing-Chun sull'economia del movimento, in realtà sono state inserite per compensare il fatto che il Mook-Yan-Jong non gira come un vero avversario quando viene colpito o bloccato con forza.
Ricordiamoci sempre che si tratta di un attrezzo di allenamento, quindi non può essere neanche lontanamente paragonato ad una vera e propria lotta!
Il Mook-Yan-Jong insegna anche il corretto posizionamento delle mani e la distanza del piede tra il praticante e un avversario in modo da evitare inceppamenti della mano / tecniche di gamba e il conseguente blocco del chi.
Quando si studia il Mook-Yan-Jong, l'importante è comprendere la sequenza dei movimenti e padroneggiarli pienamente.
L'approccio al Mook-Yan-Jong è quello di confrontarsi con un avversario, l'intento è quello di controllarlo e non viceversa.
Comprendere e padroneggiare ogni sezione prima di passare a quella successiva. Lasciatevi il giusto tempo per comprendere ogni sezione e le sue applicazioni per migliorare il vostro Chi-Sao. È inoltre possibile praticare questa forma "a mani vuote", senza l'uso del Mook-Yan-Jong, al fine di realizzare il pieno potenziale dei vostri movimenti. Entrambe le modalità sono essenziali per una formazione adeguata.
Il manichino di legno ha tre braccia, una gamba davanti, e una gamba posteriore (tronco inferiore del manichino). Questo è sufficiente a rappresentare un corpo umano in varie posizioni, ai fini della formazione. Il manichino può essere montato in diversi modi, a molle, collegato al livello superiore e inferiore ad un supporto. Questo tipo di manichino è il più popolare al giorno d'oggi, può essere utilizzato in qualsiasi palestra o in casa. Questo tipo di manichino reagisce con un rimbalzo quando viene colpito ed è il più realistico per sostituire un avversario durante l'addestramento.
Nei secoli passati, il manichino era realizzato utilizzando un palo molto lungo, la cui maggior parte veniva sotterrata in un giardino o un terreno vuoto al di fuori della casa. Questo tipo di manichino rafforzava gli arti. Inoltre permetteva al praticante di esprimere potenti colpi, perché non reagiva quando veniva colpito.
Il Mook-Yan-Jong è uno strumento molto versatile per praticare le posizioni, in particolare durante l'esecuzione di tecniche di Wing-Chun in movimento su un'avversario. Tuttavia, durante l'addesstramento, il professionista deve tenere a mente che il manichino non è destinato a rafforzare i suoi arti, ma ad educarlo a guadagnare una posizione di vantaggio sull'avversario e prendere la posizione più adatta attraverso il coordinamento con l'abile gioco di gambe tipico dello stile. Quando si esegue la forma, il praticante dovrebbe andare piano e prestare attenzione ai dettagli in ogni sezione di tecniche. Il tirocinante che fa i movimenti più rumorosi durante l'esecuzione della forma, non sta facendo il miglior uso del Mook-Yan-Jong.
Il manichino di legno permette al praticante di far confluire l'energia combinata di tutto il corpo attraverso il movimento dei piedi come un'unità scuotendo il Mook-Yan-Jong. Durante la formazione allo Yang Jong Muk Fa, un praticante che raggiunge un alto livello di competenza dovrebbe essere in grado di eseguire la forma al manichino senza il manichino reale.

martedì 12 febbraio 2019

STORIA E CARATTERISTICHE DELLO SHITO-RYU



Lo Shito-Ryu è senza alcun dubbio uno degli stili di Karaté più diffusi nel mondo.
Nonostante l'enorme diffusione di uno stile dalle solide e naturali posizioni, o forse proprio per questo, non sono tanti i karateka che conoscono in maniera approfondita la sua storia, le origini, le caratteristiche intrinseche e probabilmente nemmeno la provenienza del suo nome.

KAISHO KENWA MABUNI (1889-1952)
Kenwa Mabuni nasce il 14 novembre del 1889 a Shuri, in seno a una famiglia che era stata al servizio del re delle isole Ryu Kyu e nelle cui vene scorreva il sangue guerriero del celebre Oshiro,
più conosciuto nel quindicesimo secolo come "l'Orco" (Oni Oshiro) per la sua bravura.
I cambiamenti avvenuti tra la fine di un secolo e l'inizio del successivo costrinsero il padre a diventare pasticciere.
Kenwa Manubi, per parte della sua infanzia aveva una salute fragile, nonostante ciò era motivato a convertirsi in un giovane forte, nel tentativo di emulare i suoi antenati.
E' così che Kenwa inizia con il Karaté, all'età di dieci anni, iniziato a questa disciplina da un servo della famiglia Mabuni chiamato Matayoshi.
In quei tempi il celebre Maestro Anko Itosu viveva a Shuri.
All'età di tredici anni Kenwa Mabuni viene presentato al Maestro da un gruppo di amici, dopodiché diventa suo allievo, rimanendogli fedele fino alla morte.
Seguendo le abitudini dell'epoca, per essere accettato come alunno da un gran Maestro, l'aspirante
doveva essere presentato da qualche personalità importante come garanzia.
A partire da quel giorno, Kenwa Mabuni "non avrebbe perso una sola lezione, nemmeno quando passò un tornado", come dichiarerà suo figlio Kenei Mabuni.
Nel 1902 viene ammesso ad un liceo di Okinawa dove il Karaté non era ancora praticato.
Tre anni dopo è accettato nella scuola marittima, dove trascorre tre anni prima di ottenere il
diploma. Kenwa Mabuni ha in quel momento diciannove anni.
Comincia a lavorare come insegnante alle scuole elementari di Naha e diventa amico di Chojun Miyagi, il quale gli presenta il Maestro Kanryo Higaonna.
Grazie a questo nuovo rapporto apprende direttamente il Naha-Te.
Ma due anni dopo è costretto a partire per il servizio militare.
Nel 1912, una volta congedato, entra nella scuola per polizia di Okinawa, grazie alla
raccomandazione di Miyagi.
Due anni più tardi, all'età di venticinque anni, ottiene la qualifica di ispettore di polizia, corpo nel quale rimarrà per i decenni a venire. Durante questo periodo pratica il Judo, disciplina alla quale si dedica con profonda e autentica passione. In varie occasioni, come racconta suo figlio, Kenwa si trova nella necessità di arrestare delinquenti pericolosi, questa fu una delle caratteristiche che lo resero famoso fra i suoi colleghi, grazie senza dubbio alla pratica del Karaté.
Il suo lavoro gli consentiva di spostarsi per l'intera Okinawa e di incontrare diversi Maestri dai quali apprendere le Arti del combattimento. E' in questo modo che riesce a salvare svariati kata di Karaté, così come a imparare il Bo-Jutsu (l'Arte del bastone) sotto la guida dei Maestri Aragaki e Soeshi, e il Sai-Jutsu del Maestro Shinpachi Tawada. Conviene ricordare che in quell'epoca era davvero difficile apprendere queste tecniche marziali, a causa dell'ermetismo e l'esoterismo dell'Arte.
Quando Kenwa Mabuni fonda più tardi lo stile Shito-Ryu, apporta un gran numero di tecniche e di kata, il che oggi per i suoi praticanti è un vantaggio, anche se questo comporta un maggior sforzo per il loro apprendimento, che richiede inoltre un costante allenamento.
I Maestri Anko Itosu e Kanryo Higaonna muoiono nel 1915, quando Mabuni ha solo ventisei anni, troppo giovane per seguire la via del Karaté da solo. Quindi si mette d'accordo con Chojun Miyagi, un anno maggiore di lui, per costituire un gruppo di pratica e di ricerca delle Arti da combattimento
delle isole Ryu Kyu. Fanno parte di questo gruppo alcuni dei più importanti karateka dell'epoca a Okinawa. Oltre a Miyagi e Mabuni, vi sono Kentsu Yabu, Gnomo Hanashiro, Chosin Chibana,
Anbun Tokuda, Shinpan Shiroma, Chojo Oshiro, Seito Tokumara, Shoko Ishikawa e Gichin Funakoshi.
Nell'anno 1918 il gruppo non ha un dojo dove rendere efficace la pratica e la collaborazione fra di loro. Nello stesso anno, a causa della visita delle altezze imperiali a Okinawa, Kenwa Mabuni ha l'onore di eseguire una dimostrazione nella Scuola Normale.
Finalmente nel 1924 Kenwa Mabuni può costruire un dojo nel giardino di casa sua.
Cosi si costituisce anche un nuovo gruppo, sotto la guida dei seguenti Maestri: Chojun Miyagi,
Juhatsu Kyoda, Choki Motobu, Gnomo Hanashiro, Chomo Oshiro, Chosin Chibana e Go Kenki. Quest'ultimo era un commerciante di té di origine cinese, esperto di Boxe della Gru Bianca (Hakutsuru Ken) che influirà molto sull'evoluzione di Mabuni.
Kenei Mabuni ha fatto riferimento a questo dojo in diverse occasioni:
"Prima della costruzione del dojo, mio padre si allenava con i suoi allievi nel giardino, di notte, con la sola luce di una lampadina elettrica. La maggior parte degli allievi si allenava a torso nudo, non ho visto quasi mai gli allievi vestiti con il kimono da Judo o di Kendo. Fin da bambino casa mia era sempre frequentata da karateka, il che mi è servito per progredire.
Alcuni di questi ospiti mi davano regali quando gli mostravo i kata che avevo appreso.
Nell'ottobre del 1924 mio padre fece costruire il dojo, dove si sarebbe allenato per lungo tempo.
Là vi aveva installato tutte le attrezzature destinate a fortificare il corpo per il Karaté.
A dire il vero, era un dojo ideale".
O quando dice: "Frequentavo ogni giorno le lezioni di mio padre in silenzio. Così potevo verificare e comprendere sempre più cose, tanto che riuscì a imparare a memoria e senza alcuno sforzo alcuni kata".
E aggiunge: "Non fu che all'età di 13 anni che mio padre mi tenne la prima lezione di Karaté.
Fino a quel momento non ero che un attento osservatore".
E amplia l'informazione sul dojo: "II dojo si trovava dietro alla casa ed era provvisto di un equipaggiamento completo per fortificare il corpo: makiwara, sage makiwara (makiwara sospeso in
aria), yoko bo makiage (specie di makiwara fermo orizzontalmente per lavorare sui pugni), geta in ferro e in pietra, sassi e pesi da sollevare, sai, pali e secchi di sabbia. Un meraviglioso spazio
ludico e sportivo dove non mancava nulla".
Nel 1922, in occasione della visita a Okinawa di Jigoro Kano, fondatore del Judo e una delle figure di maggior rilievo nel Budo giapponese, avviene l'inaugurazione del dojo della "Associazione di
cinture nere di Kendo e Judo". Il Maestro Kano aveva chiesto al prefetto di Okinawa una presentazione dell'Arte del Karaté, a cura del gruppo di Mabuni.
Mabuni realizza la spiegazione dello Shuri-Te, mentre Miyagi fa quella del Naha-Te. Un evento di vitale importanza nell'epoca, perché determinerà il successivo sviluppo del Karaté.
Riportiamo di nuovo le parole di Kenwa Mabuni per bocca di suo figlio Kenei:
"Dal punto di vista dell'educazione fisica e morale, l'Arte del combattimento di Okinawa va sviluppata in futuro in grande scala. Dovrebbe avere un certo grado di diffusione a Rondo, l'isola principale del Giappone e dovrebbe avere naturalmente la fortuna di integrarsi nel Butokukai. Vorrei che tenessero conto di questi due aspetti e che considerassero l'Arte okinawense da un punto di vista globale, come un'Arte dell'intero Giappone".
Dopo questo incontro con Jigoro Kano, Mabuni decide di lasciare Okinawa.
Nel 1928 parte per Tokio dove, insieme a Gichin Funakoshi, visita Jigoro Kano.
Un anno dopo trasloca con la sua famiglia a Osaka, all'età di quaranta anni.
Qui crea una scuola che inizialmente fa chiamare Mabuni-Ryu, dopodiché cambia con Hankó-Ryu, che ha lo stesso significato del Goju-Ryu di Miyagi, cioè durezza e morbidezza.
Tuttavia Miyagi era l'erede diretto di Kanryo Higaonna, mentre Mabuni aveva studiato principalmente con Itosu. Nel 1938 Mabuni scrive un primo libro, "Karaté-Dò Nyumon"
(Iniziazione al Karaté-Dò), dove parla per la prima volta della sua Arte come "Shito-Ryu", denominazione che trova origine dai nomi dei suoi Maestri Itosu e Higaonna.
La spiegazione è la seguente:
in giapponese il nome "Itosu" si scrive con gli ideogrammi "Ito" e "Su", e il nome
"Higaonna" con gli ideogrammi "Higa", "On", "Na". In più, nella lingua nipponica è possibile pronunciare un ideogramma in vari modi. Così, "Ito" può pronunciarsi come "Shi", mentre "Higa" può suonare anche "To". Quindi a combinare i due primi ideogrammi dei nomi dei due Maestri di Mabuni otteniamo il termine "Shito", che insieme a "Ryu" vuoi dire: "lo stile dei Maestri Itosu
e Higaonna".
Nel 1939 Kenwa Mabuni registra la sua scuola nel Butokukai sotto la denominazione di Shito-Ryu. Allo stesso tempo si presenta all'esame di Maestro di Budo e ottiene la qualifica di Renshi,
Maestro di terza categoria in Budo, come Gichin Funakoshi.
Durante il resto della sua vita, trascorsa nelle isole centrali del Giappone, entra in contatto con Maestri come Yasuhiro Konishi (Shindo Jinen-Ryu, Ryobu-Kai), un grandissimo esperto di
Kendo e di Ju-Jutsu, con cui sperimenta le proiezioni di Kendo applicate al combattimento
o come il Maestro Seiko Fujita, che apporta allo stile di Mabuni l'influenza del Budo giapponese
di Koga-Ryu Ninjutsu.
Il Maestro Mabuni muore il 23 maggio del 1952 all'età di 63 anni. Fra i suoi discepoli principali spiccano Kanei Uechi (Shito-Ryu Kenpo) (non confonderlo con Kanei Uechi dello stile Uechi-Ryu), Chojiro Tani (Shukokai Taniha Shito-Ryu), Manzo Iwata, Muneomi Sawayama, Ryusho Sakagami (Itosu-Kai), Shogo Kuniba (Motobu-ha Shito-Ryu Seishinkai) e naturalmente l'attuale Soke, suo figlio Kenei Mabuni.

I kata dello Shito-Ryu
Lo stile Shito-Ryu è oggigiorno quello che conta sul maggior numero di kata. I kata provenienti dagli insegnamenti del Maestro Kanryo Higaonna e del suo amico Chojun Miyagi sono: Sanchin,
Tensho, Saifa, Seenchin, Shisochin, Sesan, Sepai, Sanseru, Kururunfa e Suparimpei.
Quindi, i kata apportati dagli insegnamenti del Maestro Anko Itosu sono: Naifanchin, formato da shodan, nidan e sandan; Pinan, constituito da shodan, nidan, sandan, yodan e godan; ditte, Jion e Jiin; Rohai (shodan, nidan e sandan), Passai-Dai e Passai-Sho; Kosokun Dai, Kosokun-Sho e Shiho Kosokun; Chintei e Chinto; Wanshu e Gojushiho.
Infine gli ultimi kata che completano lo Shito-Ryu: Niseishi, Sochin, Unsu (a quanto pare appresi
con il Maestro Aragiaki); Matsumurano-Rohai, Matsumura – no - Passai, Ishimine-no-Passai e
Tomari-no-Passai; Nipaipo e Hata (probabilmente appresi con il Maestro Go Kenki); Aoyagi, Myojo, Juroku e Matsukaze (creati dallo stesso Kenwa Mabuni); Shinpa (questo kata pare che sia stato creato anche dal Maestro Kenwa Mabuni a partire dalla osservazione del lavoro realizzato da Kambun Uechi a Wakayama, Giappone); Shinsei (creazione sempre del Maestro Mabuni, a partire
dai kata Gekisai di Chojun Miyagi); e Chatan Vara no Kosokun (apparso nell'ultimo libro del Maestro Kenei Mabuni).
In alcune scuole derivate dallo Shito-Ryu vi sono altri kata ancora, ma in nessun caso provengono dal fondatore Kenwa Mabuni. In linea di massima possiamo dire che questo numero di kata è
straordinario, se teniamo conto del fatto che buona parte degli stili antichi non ne aveva che un numero ridotto. In realtà nessuna scuola insegna così tanti kata come lo Shito-ryu, il che è il risultato del costante lavoro di ricerca e di raccolta dei Kenwa Mabuni.
Un lavoro encomiabile, se consideriamo che in quei tempi la tendenza generale era quella di approfondire un numero limitato di kata.

Il Kumite
"II Kumite è un aspetto molto importante all'interno del Karaté-Dò", secondo l'attuale Soke Kenei Mabuni. Che aggiunge: "Con il Kumite esercitiamo e sviluppiamo lo spirito combattivo.
Il Jyu Kumite consente ai praticanti di esercitare tutte le tecniche di attacco e di difesa.
Comunque bisogna sapere che uno spirito combattivo troppo rilassato può causare un incidente e anche nel caso in cui non provochiamo danni gravi, un simile atteggiamento può però ferire la
dignità dell'avversario, umiliandolo.
Il fatto di non inserire nelle nostre vite un po' dello spirito combattivo può causare problemi anche a noi stessi. E' per questo che i praticanti di Karaté devono sviluppare il proprio spirito combattivo
con discernimento. Il Jyu Kumite ci offre l'occasione perfetta per acquistare il controllo di noi stessi, diventando dei gentiluomini".
Come abbiamo accennato, il Kumite è diviso in tecniche di difesa e di attacco.
Questo viene denominato "Bunkai Kumite" e sarebbe il Kumite derivato dal kata, l'applicazione dei suoi movimenti.
Inoltre all'attaccante viene imposto un tipo di tecnica e di livello nel quale allenarsi.
Questo è conosciuto come "Ippon Kumite" e consente al difensore di applicare le tecniche di difesa adatte al suo grado.
Infine, la combinazione delle tecniche dei kata Pinan in maniera continuata per apprendere la sua utilizzazione è denominata "Yakusoku Kumite".

La tecnica
La tecnica dello stile Shito-Ryu è alquanto sottile. A paragonarla con la tecnica di altri stili, può sembrare priva di espressione nei confronti della potenza, ma questo viene ampiamente compensato
dalla velocità e dalla sottigliezza tecnica.
Gli addetti ai lavori della scuola Shito-Ryu si specializzano nelle tecniche basate sulla mobilità e il bilanciamento del corpo, nonché sugli spostamenti e sulle tecniche di schivata degli attacchi.
Le posizioni sono naturali, né troppo basse né troppo alte, non esistendo una grande differenza fra l'allenamento e l'applicazione reale. In attacco vengono utilizzate posizioni piuttosto alte, mentre
nella difesa sono più basse. Le difese si eseguono in uscite di 45 gradi.

Esercizi complementari
L'allenamento preparatorio come corse, stretching o fitness può essere considerato un'attività complementare alla pratica tecnica, al fine di preparare il corpo e di fortificarlo, specialmente certe
sue parti che sono fondamentali per portare e subire i colpi.
Fra gli esercizi complementari è da rilevare il lavoro con il Makiwara, che rinforza il "Ken" (pugno), lo "Shuto" (taglio della mano), il "Kote" (avambraccio), il "Sokuto" (taglio del piede), così come altri punti del piede e della mano.
Nel Karaté la prima tecnica di un kata è di difesa. Le tecniche di parata e difesa possono sembrare passive, ma se il corpo viene allenato quotidianamente, questa difesa può diventare un attacco.

Uke no Go Genri
I cinque principi difensivi di base
1°- RAKKA "IL FIORE CADUTO": Parare energicamente l'attacco dell'avversario sul posto, senza alcuno spostamento.
2°- RYU-SUI "LA CORRENTE": Deviare l'attacco e approfittare della forza dell'avversario senza resistere al suo attacco.
3°- KUSSHIN "FLESSIONEESTENSIONE": Utilizzare il proprio corpo in flessione-estensione, piegando il corpo in posizioni basse e flesse, per esempio Neko ashi Bachi. Il contrattacco
va eseguito in estensione.
4°- TEN-I "CAMBIAMENTO DEL PUNTO DI APPOGGIO": Difesa basata sugli spostamenti e le schivate, rispettando le tecniche di Tenshin.
5°- HANGEKI "CONTRATTACCO": Difendere simultaneamente con lo stesso attacco.

Waza no Kime
La tecnica decisiva
E' la tecnica che il praticante esegue nel momento ottimale, con l'atteggiamento adeguato. E' una tecnica netta, pulita, unica.

Shin-Gi-Tai
Lo spirito, la tecnica, il corpo
Per distendere il corpo e eseguire correttamente, con tutta l'intensità necessaria, Waza no Kime, dobbiamo tenere presenti sempre i tre principi fondamentali:
uno spirito liberato, delle tecniche assolute e un corpo perfettamente allenato.

Lo scudo della famiglia Mabuni
Simbolizza l'armonia. Raffigura due uomini giunti in un cerchio per mantenere la pace (Wa).
Questa iconografia fu adottata dal fondatore Kenwa Mabuni per rappresentare le origini dello stile
Shito-Ryu Karaté-Dò, a partire dai due suoi Maestri Itosu e Higaonna.

lunedì 11 febbraio 2019

Ajisukitakahikone

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Nella mitologia giapponese, Ajisukitakahikone (conosciuto anche come Aji-Suki-Taka-Hiko-Ne) è il dio del tuono. Lui è il fratello di Takemikazuchi e di Kaminari (Raiden). Nella sua infanzia, il suo pianto e le sue urla erano così forti che per farlo calmare veniva messo in una barca e lo si faceva galleggiare intorno alle isole del Giappone finché non si calmava. Quando divenne adulto, ebbe un figlio, Takitsuhiko, il dio della pioggia.

domenica 10 febbraio 2019

Tanbō

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Il tanbō (短棒) o tambō è un bastone da combattimento che misura in media 60 centimetri, circa un terzo di un bō; generalmente però, un combattente taglia il tambō secondo le misure più appropriate al proprio corpo, ovvero la distanza tra l'anca e la caviglia. Questa distanza assicura che il tambō possa essere maneggiato liberamente senza che colpisca inavvertitamente il terreno.

sabato 9 febbraio 2019

Nindokai

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Il Nindokai è un sistema di autodifesa che deriva dalle arti marziali del Giappone e di altri paesi. Il sistema Nindokai fu creato in Germania nel 1990 dal Dott. Gerhard Schönberger e da allora è stato continuamente adattato alle necessità del XXI secolo; ha avuto buoni riscontri specialmente presso la polizia e imprese di sicurezza.
Il Nindokai aiuta a terminare una lotta, a rispondere a un vero e proprio attacco o preferibilmente a evitarlo, permettendo così di sopravvivere: il tutto in modo semplice, veloce ed effettivo correndo il minor rischio possibile.
La parola Nindokai consiste di tre caratteri giapponesi (kanji[漢字]): Nin = cuore resistente; Do = cammino e Kai = scuola. Per questo Nindokai si potrebbe tradurre nella seguente maniera: la scuola in cui si insegna il cammino del cuore tenace.

Nindokai - un sistema di autodifesa

Il Nindokai non è né uno sport marziale né un'arte marziale in senso tradizionale, ma piuttosto un metodo di autodifesa. Gli sport marziali come lo Jūdō si orientano principalmente alla gara di combattimento e in tal senso sono fortemente regolamentati così che chi li pratica si limita all'uso di tecniche che riducono il rischio di lesioni. Molte arti marziali, d'altro canto, si dedicano a coltivare le tecniche tradizionali dell'epoca dei samurai che, naturalmente, non possono venire semplicemente adattate al giorno d'oggi. Questa critica fondamentale si trova inoltre nell'idea del Jeet Kune Do di Bruce Lee.
Ad ogni modo le radici di Nindokai si trovano chiaramente nelle arti marziali giapponesi. Da qui derivano infatti, accanto a molte tecniche di base (posizione del corpo, rotolamenti, cadute, evasione), anche le forme di cortesia durante l'addestramento (rispetto, cortesia, etichetta). Altre influenze vengono dal combattimento militare corpo a corpo (CQB), dal Ju-Jutsu, dall'Aikido così come dai servizi di guardie del corpo. Ci si addestra non solo nell'uso di tecniche senz'armi (Tai Jutsu), ma anche nella lotta con e contro armi, giacché un combattimento reale di solito si svolge con un qualche tipo di arma.
Dopo un addestramento di base, si porta l'allievo ad applicare gradualmente in modo istintivo e conseguente i metodi ed i principî insegnati. Ogni allievo impara così un sistema di autodifesa ottimale, conforme alla sua costituzione personale.

venerdì 8 febbraio 2019

Honmei choco

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Honmei choko (in giapponese 本命 チョコ), letteralmente "cioccolato del vero sentimento", è il cioccolato che le donne donano per San Valentino agli uomini per i quali provano sentimenti romantici.
Questo è spesso dato ai fidanzati, ai potenziali fidanzati ed ai mariti. Il cioccolato honmei è di qualità superiore e più costoso rispetto al Giri choco ("cioccolato d'obbligo"), che invece è dato ai colleghi maschi ed agli altri uomini con cui la donna non ha rapporto romantico. È molto diffusa anche l'abitudine, da parte delle ragazze, di preparare loro stesse della cioccolata confezionandola in forme adatte alla ricorrenza.
L'Honmei choko è generalmente ricambiato nel White Day, che si celebra il 14 marzo.

giovedì 7 febbraio 2019

Urashima Tarō

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Urashima Tarō (浦島太郎) è una storia giapponese che parla di un pescatore che soccorre una tartaruga malmenata sulla spiaggia da dei bambini e viene ricompensato con una visita al Ryūgū-jō, il Palazzo del drago.
Trascorre per tre anni molti giorni felici in questo regno subacqueo. Alla fine, però, viene sopraffatto dalla nostalgia di casa e chiede alla regina Otohime il permesso di farvi ritorno. Lei acconsente e gli dona una scatola tempestata di gioielli raccomandandogli però di non aprirla mai, per nessuna ragione. Giunto a casa, egli scopre che nel mondo reale sono trascorsi oltre 300 anni e nessuno può ricordarsi di lui.
Caduto in depressione si reca sulla spiaggia e si ricorda della scatola ingioiellata, la apre e fuoriesce una nuvola bianca: così invecchia e muore, poiché la scatola conteneva la sua età reale. Varianti di questa storia si sono sviluppate in Oceania. La sua effettiva origine è sconosciuta.
Storie simili esistono in Europa: Ciclo di Fianna e Il viaggio di Bran.

mercoledì 6 febbraio 2019

Kuki Yoshitaka

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Kuki Yoshitaka (九鬼 嘉隆; 1542 – 17 novembre 1600) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku.
Kuku Yoshitaka fu un comandante navale durante il periodo Sengoku in Giappone, servì prima Oda Nobunaga e successivamente Toyotomi Hideyoshi. Fu anche il nono maestro della scuola di arti marziali della famiglia Kuki, la Kukishin-ryū e quindi un guerriero molto esperto.
La famiglia Kuki era originariamente proveniente dal distretto di Muro della provincia di Kii e fu stabilita nella provincia di Shima da Kuki Takayoshi. Il clan è divenne potente nel quartiere Ago di Shima. Yoshitaka, figlio maggiore di Kuki Sadataka (un signore della guerra con la reputazione di essere un pirata), giurò fedeltà a Oda Nobunaga circa nel 1570 e comandò la sua flotta, supportando un attacco di terra contro gli Ikkō-ikki. Nel 1574 il suo aiuto garantì la vittoria a Nobunaga nel terzo assedio di Nagashima conquistandone la fortezza. Nel 1576 fu sconfitto nella prima battaglia di Kizugawaguchi dal clan Mōri, ma il 1578 portò la vittoria nella seconda battaglia di Kizugawaguchi, durante la quale Kuki utilizzò delle navi in ferro per difendersi dalle frecce e dai moschetti delle navi rivali dei Mōri.
Yoshitaka combatté nella campagna di Komaki e Nagakute (1584), assistendo Takigawa Kazumasu nell'assedio di Kanie, contro uno dei castelli di Oda Nobukatsu nella provincia di Ise.
Nel 1587 guidò la flotta di Toyotomi Hideyoshi nella campagna nell'isola di Kyūshū, assieme a Konishi Yukinaga, Wakizaka Yasuharu e Katō Yoshiaki. Tre anni dopo assieme a Wakizaka Yasuharu and Katō Yoshiaki comandò le truppe Toyotomi nell'assedio di Odawara e in quello di Shimoda. Continuò il suo ruolo di comandante navale della flotta di Hideyoshi, dando inizio all'invasione di Korea dalla sua nave Nipponmaru. Fu duramente sconfitto nella battaglia di Myeongryang.
Nella battaglia di Sekigahara, Kuki Yoshitaka lottò al fianco delle forze di Ishida Mitsunari, mentre suo figlio Kuki Moritaka si schierò con Tokugawa Ieyasu. Dopo la sconfitta di Mitsunari, suo figlio gli permise di essere risparmiato da Ieyasu. Sfortunatamente commise seppuku prima della notizia della sua grazia.

martedì 5 febbraio 2019

Kukishinden Ryû

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La scuola di arti marziali Kukishinden Ryû deriva dalla scuola Kukishin Ryû ed è stata creata nel XII secolo. Il primo Soke è stato Izumo Kanja Yoshiteru mentre l'attuale 28° Soke è Masaaki Hatsumi.

Storia

Il nome Kuki fu concesso dall'imperatore Andare-Daigo (Tenno) a Kurando Yakushimaru per aver liberato dal rapimento Ashikaga Takuji durante l'epoca Kamakura dell'era Engan-Ganmen (1336). La sua lotta come un Dio Demonio durante la liberazione fu denominata Kuki. Kurando fonda la scuola col nome di Kukishin Ryû. La scuola fu trasmessa di famiglia in famiglia finché arrivò nelle mani di Izumo Kanja Yoshiteru, che fondò, con la conoscenza anche di altri stili, le scuole Kukishinden Ryû e Shinden Fudô Ryû.

Caratteristiche

Nello studio dello stile della Kukishinden Ryû si possono trovare gli insegnamenti di Amatsu Tatara (Porta del Cielo) dove la traduzione metaforica è l'accesso alla residenza di Dio. Hichi Buko Goshin Jutsu Ryû è la tradizione segreta dell'apertura del fiore per la difesa di sé, in questa tradizione noi troviamo come l'importante studio dell'Amatsu Tatara ha molti aspetti relazionati con le arti, la medicina, la filosofia, la religione, le arti marziali e le strategie.
In Kukishinden Ryû si possono trovare quattro punti base di studio.
  • Kumo Kiri Hibo (cambiando il tempo)
  • Rikujintsu Hibo (modo di migliorare i 5 sensi)
  • Fudô Kanashibari non il jutsu.
  • Kishi di Kiai non il jutsu
Questi punti sono riferiti, per aspetti diversi, nello studio di Amatsu Tatara. La cui parte medica è insegnata a tre membri Bujinkan: Chris Roworth, Dennis Bartram e Doolan Willy. Loro hanno ricevuto il Kaiden (diritto d'insegnamento) come insegnamenti di Hichi Buko Goshin Jutsu Ryû per mano del soke Masaaki Hatsumi.

I capi del Ryu (scuola)

  1. Yasushimasu, Takazane (1336)
  2. Izumo, Kaja Yoshiteru ( )
  3. Izumo, Koshirô Terunobu ( )
  4. Izumo, Matsushirô Teruhide ( )
  5. Izumo, Bungorô Yoshiteru ( )
  6. Izumo, Kanja Yoshitaka ( )
  7. Izumo, Kanja Yoshiteru ( )
  8. Ohkuni, Kisanda Fukasumi ( )
  9. Tsutsumi, Hoki no Kami Noriyama( )
  10. Yozan Ukan Genchôbô( )
  11. Arima, Kawachinosuke Masayoshi ( )
  12. Ohkuni, Ogenta Yukihisa ( )
  13. Kazama, Shinkuro Hidechika ( )
  14. Ohkuni, Kihei Shigenobu ( )
  15. Ohkuni, Yakuro ( )
  16. Ohkuni, Tatodayu ( )
  17. Ohkuni, Kihyoe ( )
  18. Ohkuni, Yozaemon ( )
  19. Nakayama, Jinnai ( )
  20. Ohkuni, Buzaemon ( )
  21. Hakayama, Kamemon ( )
  22. Ohkuni, Kamahura ( )
  23. Yagi, Jigero Hisayashi ( )
  24. Fujita, Togoro ( )
  25. Mizuta, Tadefuza ( )
  26. Ishitani, Takagage Matsutaro ( ) ( - 1907)
  27. Takamatsu, Toshitsugu (1907) (1888.03.01 - 1972)
  28. Hatsumi, Masaaki (1968) (1931.12.02 - )

lunedì 4 febbraio 2019

Taiaha

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Una taiaha (taiaha) è una tradizionale arma dei Māori della Nuova Zelanda. Solitamente è lunga circa 5 o 6 piedi di lunghezza, è un'arma di legno utilizzata negli attacchi corpo a corpo in affondi o colpi di taglio. Le varie parti vengono chiamate nei seguenti modi:
  • Arero (lingua) - questo è usato per colpire l'oppositore o per parare
  • Upoko (testa) - la base dalla quale sporge la lingua
  • Ate (fegato) - con la parte terminale appiattita, è utilizzata per schivare e colpire
Il Mau rākau è l'arte marziale che insegna l'uso della taiaha e di altre armi di combattimento dei Māori. Come negli altri stili delle arti marziali, gli allievi della taiaha impiegano molti anni per padroneggiare le abilità di: calcolo, equilibro e coordinazione necessarie a maneggiare efficacemente l'arma.


domenica 3 febbraio 2019

Masaaki Hatsumi

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Masaaki Hatsumi (初見良昭 Hatsumi Masaaki; Prefettura di Chiba, 2 dicembre 1931) è un artista marziale giapponese, fondatore ed attuale Soke dell'organizzazione di arti marziali Bujinkan Dojo.

Biografia

Arti marziali

Iniziò a studiare le arti marziali all'età di sette anni e raggiunse in breve il grado d'istruttore di Jūdō, Kendo, Karate e Aikido. Nel dopoguerra fu invitato ad insegnare Judo in una base militare americana.
Successivamente studiò arti marziali da un Maestro di Kobudo, ed in pochi anni d'allenamento, apprese la tecnica del Kobudo. Il Sensei di Kobudo di Hatsumi gli parlò di Takamatsu Toshitsugu, Maestro di grande fama nel mondo delle arti di combattimento e Soke di nove scuole di arti marziali:
  • Togakure-ryū Ninpō Taijutsu (戸隠流忍法体術)
  • Gyokko-ryū Kosshijutsu (玉虎流骨指術)
  • Kuki Shinden Happō Hikenjutsu (九鬼神伝流八法秘剣術)
  • Kotō-ryū Koppōjutsu (虎倒流骨法術)
  • Shinden Fudō-ryū Dakentaijutsu (神伝不動流打拳体術)
  • Takagi Yōshin-ryū Jūtaijutsu (高木揚心流柔体術)
  • Gikan-ryū Koppōjutsu (義鑑流骨法術)
  • Gyokushin-ryū Ninpō (玉心流忍法)
  • Kumogakure-ryū Ninpō (雲隠流忍法)
Per quindici anni Masaaki lavorò durante la settimana nella sua clinica come chiropratico e destinò tutti i fine settimana all'allenamento, recandosi a trecento chilometri di distanza per ricevere i suoi insegnamenti.
Fu attraverso Takamatsu, che Hatsumi imparò l'arte del Taijutsu, un metodo di combattimento basato sul movimento naturale del corpo. Prima della morte del Maestro Toshitsugu, il 2 aprile 1972, Masaaki, nonostante la sua giovane età, divenne il suo successore (Soke) ed erede dell'antiche tradizioni Ninja.
Oggi Hatsumi è il Leader della Bujinkan (Casa del Guerriero Divino), insegna al Budokan di Tokyo ed al Hombu Dojo di Noda-shi, dove alunni di tutto il mondo si recano per praticare il Budo Taijutsu.
Secondo Hatsumi questa disciplina è ricca di temi essenziali per il raggiungimento di un alto livello di difesa personale, di equilibrio e di rispetto dei valori umani, che ci permetterebbe di entrare in armonia con gli altri e con la natura che ci circonda.
L'esperienza che Hatsumi ha accumulato nei suoi anni di vita lo porta ad essere giudicato come l'ultimo vero maestro di Ninjutsu dei nostri tempi. Fu definito personalmente dall'Imperatore come patrimonio nazionale vivente del Giappone.

Altri interessi

Si è laureato in medicina all'Università di Meiji dove ha approfondito anche lo studio del teatro tradizionale, delle arti, della pittura e della cultura giapponese. Ha scritto più di venti libri in lingua giapponese ed inglese di Ninjutsu, di Budo e di poesia ed ha realizzato numerosi video formativi sulle tradizioni Ninja. Ha inoltre preso parte alla realizzazione di molti film, documentari di storia, trasmissioni televisive, nonché come consulente sulle scene di combattimento di famosi film come ad esempio i vari 007.
I suoi quadri sono stati esposti nelle migliori gallerie di New York, ed ha ricevuto inoltre riconoscimenti dal primo ministro inglese Margaret Thatcher, dal principe Carlo d'Inghilterra, dal Re Juan Carlos I di Spagna, dal presidente Bill Clinton e da molti altri leader a livello internazionale per le sue consulenze come stratega nelle tecniche di combattimento ed anche nei metodi di difesa nazionale dei rispettivi paesi di cui questi personaggi rappresentano i massimi livelli di comando.

Riconoscimenti

  • 1986 - Instructor of the Year - Black Belt Magazine
  • 1999 - Social Cultural Distinguished Service Award - Japanese Culture Promotion Society
  • 2000 - World Cultural Grand Prize: Martial Arts Division - World Peace and Culture Association
  • 2001 - Apostolic Blessing - il Vaticano
  • 2001 - Lifetime Achievement Award - USMA International Hall of Fame

Opere

  • Masaaki Hatsumi, Unarmed Fighting Techniques of the Samurai (2008), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Japanese Sword Fighting (2006), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Advanced Stick Fighting (2005), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, The Way of the Ninja (2004), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Quintin Chambers, Stick Fighting (1981), Kodansha International