Il Wang Zhengnan muzhiming
(王征南墓志铭, L'epitaffio
di Wang Zhengnan) è un importante documento delle arti marziali
cinesi. È lo scritto che si trova sulla stele della tomba del
maestro Wang Zhengnan, realizzato nel 1669, per opera di Huang Zongxi
(黄宗羲). È il testo più
antico dove appaiono menzionati Zhang Sanfeng (张三峰)
ed il Neijiaquan. Sempre in questo testo a Zhang sarebbe attribuita
la fondazione di questo stile. Secondo questo epitaffio durante la
dinastia Song, Zhang Sanfeng, ricevette in sogno l'insegnamento di
Zhenwu (真武, divinità a cui
è consacrato il Wudangshan) che gli rivelò i segreti dell'arte del
combattimento. Al suo risveglio l'eremita lasciò il suo ritiro per
presentarsi alla corte dell'imperatore Huizong. Intanto Zhang,
cammino facendo, aveva decimato centinaia di briganti che infestavano
la regione. L'Epitaffio precisa che l'arte marziale di Zhang, passò
in seguito nella provincia dello Shaanxi dove egli reclutò un certo
Wang Zong, poi a Chen Zoutong di Wenzhou nello Zhejiang. Questa arte
conosciuta come Neijiaquan si impiantò quindi nella regione del
Simingshan con il maestro Zhang Songxi. Del maestro Wang Zhengnan, il
suo epitaffio, ricorda che seguì l'insegnamento di Dan Henchen, dopo
aver faticato lungamente per divenirne discepolo. Siccome Dan non
voleva rivelargli i segreti della sua arte, Wang lo spiava, perciò
quando il maestro si ammalò gravemente egli si trovò ad essere
l'unico discepolo al suo capezzale ed in ricompensa ricevette tutti i
segreti del Neijiaquan. In seguito combatté nell'esercito Ming
contro i Mancesi. Quando la sconfitta della dinastia Ming fu totale,
Wang si ritirò a Ningbo vivendo nell'anonimato e rifiutando di
mangiare carne finché il suo paese fosse stato occupato.
mercoledì 9 novembre 2016
martedì 8 novembre 2016
Monti Wudang
I Monti Wudang (in cinese: 武当山,
Wǔdāng Shān), conosciuti anche col nome di Wu Tang Shan o
semplicemente Wudang, sono una piccola catena montuosa che si
trova nella provincia di Hubei, in Cina, poco a sud della città di
Shiyan. Sono monti sacri e mete di pellegrinaggio per i fedeli
taoisti e rappresentano una delle mete più rilevanti per il turismo
cinese.
Queste montagne sono luoghi importanti
sin dai tempi antichi per la presenza dei numerosi monasteri taoisti
che vi si trovano, famosi come centri accademici di ricerca,
insegnamento e pratica della meditazione, delle arti marziali cinesi,
della medicina tradizionale cinese e delle pratiche e arti connesse
all'agricoltura taoista. Già durante la dinastia Han le montagne
attrassero l'attenzione dell'imperatore (fra il I e il III secolo).
Durante la dinastia Tang (fra il 618 e il 907) venne costruito il
primo tempio. Nel 1994 i templi delle montagne Wudang vennero inclusi
nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 1956 una grande quantità di statue
antiche raffiguranti divinità e santi vennero fuse. Durante la
rivoluzione culturale (1966 - 1976), con la quale venne attuata una
capillare destituzione ed eliminazione delle religioni, i templi
vennero svuotati, danneggiati, molti distrutti e dimenticati per
decenni. Le attività religiose sono riprese di recente con il
revival del Taoismo, alcuni templi, ricostruiti o restaurati, stanno
tornando attivi e si stanno costituendo nuove comunità di monaci.
Alcuni monasteri si sono organizzati in un'associazione, la Chiesa
taoista dei monti Wudang. Nel giugno 2005 numerose comunità
monastiche e maestri spirituali che si trasferirono in Taiwan per
sfuggire alle persecuzioni sono stati autorizzati a fare ritorno
presso i templi.
Fra gli edifici, costruiti ed ampliati
soprattutto durante la dinastia Ming, si trovano costruzioni
risalenti al VII secolo. Il complesso templare ha una grande valenza
artistica, in quanto esprime l'apogeo raggiunto dall'arte e
architettura cinese in un periodo di circa 1.000 anni.
lunedì 7 novembre 2016
Gaidojutsu
Il Gaidojutsu è un'arte
marziale fondata nel 1992 dall'allenatore professionista di arti
marziali miste statunitense Greg Jackson.
Storia
Nato a Washington nel 1974 in una
famiglia di lottatori di successo e trasferitosi a soli tre anni ad
Albuquerque, nel New Mexico, nel 1992 Jackson si diploma nella locale
Rio Grande High School e da allora si dedica allo sviluppo e
all'insegnamento del Gaidojutsu (allargandosi poi alle MMA nel 2000).
Oggi Jackson è co-proprietario della
Jackson Wink MMA Academy (dopo essere entrato in società con
l'allenatore di strinking Mike Winklejohn nel 2007), universalmente
riconosciuta come la migliore palestra di arti marziali miste del
mondo.
A conferma del suo successo, Jackson ha
vinto tre World MMA Awards: nel 2009 i premi come miglior allenatore
e migliore palestra, l'anno successivo quello per il miglior
allenatore dell'anno.
Cenni sulla tecnica
Il Gaidojutsu combina in sé tecniche
rudimentali della lotta e della Kickboxing con alcune prese del Judo;
nell'evoluzione di questa arte Jackson ha aggiunto a questa base
elementi del grappling e del Jiu jitsu brasiliano.
Praticanti famosi
Il successo di questa tecnica è in non
poca parte dovuto al fatto che molti combattenti professionisti se ne
sono serviti nel corso della loro carriera; tra i più celebri si
possono citare gli ex campioni UFC Frank Mir, Georges St-Pierre,
Holly Holm, Jon Jones e B.J. Penn.
domenica 6 novembre 2016
Grandmaster
Grandmaster (o Grand Master)
e Master sono i titoli utilizzati per descrivere alcuni
anziani o esperti artisti marziali. Tali titoli possono, in qualche
misura, allineati a maestri anziani di arti marziali stock
character in fiction. Nelle arti marziali orientali, i tradizionali
sistemi dei titoli variano tra le nazioni e le arti, ma termini come
"insegnante" erano più comuni di "master." L'uso
moderno proviene dalla società occidentale degli anni 1950 con le
storie di gesta marziali viste in Asia.
Sistemi tradizionali
Alcuni utilizzano l'equivalente di
'grandmaster', altri non hanno direttamente del termine equivalente e
derivano direttamente da vecchi sistemi, altri sono relativamente
moderni.
Giappone
Le arti giapponesi e derivate
comunemente utilizzano Sensei (先生)
che significa "insegnante" o letteralmente tradotto: "nato
prima" o "uno che è andato prima". Un Sensei è
una persona che ha la conoscenza ed è disposto ad insegnare ad altri
la conoscenza. Un Sensei aiuta gli studenti al ken shiki
"il perseguimento della conoscenza". Alcune organizzazioni,
come Bujinkan, Kodokan (Judo e Shodokan Aikido, utilizzano il termine
shihan per gli istruttori di alto livello o altamente
distinti. Sōke (宗家),
significa capo famiglia [casa]." è solitamente usato per
riferirsi al "fondatore di uno stile" perché molti moderni
sōke sono la prima generazioni di capo maestri della loro arte, ma
ci si riferisce più correttamente come l'attuale capo. Un sōke è
considerato la massima autorità nella sua arte ed ha il potere di
emettere un certificato menkyo kaiden che indica che qualcuno
padroneggia tutti gli aspetti dello stile.
sabato 5 novembre 2016
Seinosuke Mitsuya
Seinosuke Mitsuya (Osaka, 4
ottobre 1946) è un karateka giapponese, maestro di Karate e Kobudo
(8º Dan, Hanshi). Fondatore del Mitsuya-Kai International, vive in
Italia, a Palermo.
Biografia
Il maestro Mitsuya è nato il 4 ottobre
1946 ad Osaka in Giappone. Sin da giovane iniziò lo studio delle
arti marziali giapponesi (Karate e Kobudo) sotto la guida del maestro
Teruo Hayashi.
Durante il periodo universitario il
maestro Mitsuya fu l'assistente del maestro Teruo Hayashi, insegnando
Karate e Kobudo presso la palestra principale. Fu capitano del club
delle arti marziali della sua università, e ha guidato e coordinato
anche altri club universitari della sua città d'origine, Osaka.
Negli anni settanta il Sensei Mitsuya
lasciò il Giappone per trasferirsi negli Stati Uniti, dove collaborò
con molte palestre. Durante questo periodo divenne il primo
rappresentante all'estero dell'organizzazione Hayashi-ha Shito-ryu
Kai fondata dal maestro Teruo Hayashi, per conto del quale diffondeva
i principi del karate e kodubo secondo lo stile Hayashi.
A metà anni settanta il Sensei Mitsuya
si trasferisce in Europa, e dopo aver lavorato in numerose città
europee sceglie Palermo come base operativa per continuare il proprio
lavoro di diffusione e rappresentanza dello stile Hayashi-ha.
Un importante riconoscimento per il
maestro Mitsuya fu ottenere il grado di 8° Dan e il titolo di Hanshi
datogli dal Soke Teruo Hayashi.
Ad oggi Hanshi Seinosuke Mitsuya,
continua a lavorare per diffondere i principi del Karate grazie
soprattutto all'organizzazione Mitsuya-Kai International da lui
fondata e presieduta. Organizzazione alla quale sono affiliati
numerosi gruppi da tutto il mondo.
Wado-Ryu
Il Wado-Ryu, o anche Wadoryu
(和道流
Wadō-ryū),
è uno stile giapponese di karate fondato nel 1934 dal Gran Maestro
Hironori Otsuka. Wadoryu significa Scuola/Stile (ryu) della Via (do)
della Pace/Armonia (wa). Al contrario della maggior parte degli stili
di karate, che sono stati sviluppati ad Okinawa, il Wado Ryu è il
primo stile di karate ad essere originario del Giappone.
Lo stile Wadoryu
Pur trovando le sue origini nel Te di
Okinawa, il Wadoryu è uno stile in qualche modo a sé stante. La sua
caratteristica principale è la fusione operata dal M. Otsuka tra lo
Shindo Yoshin Ryu Jujitsu e il Rykyu Kenpo To-Te-Jitsu. Le posizioni
sono comode, morbide e la distanza di combattimento è medio-corta.
Lo stile pone particolare attenzione alla mobilità, alla velocità e
soprattutto alla fluidità delle tecniche con un uso sapiente del
Taisabaki. Otsuka stesso insegnò che il proprio movimento è la
manifestazione del proprio spirito. Caratteristica portante è
inoltre l'ampio bagaglio di Jujitsu con lo studio approfondito di
proiezioni (nage-waza), leve articolari (kansetsu waza),
immobilizzazioni e strangolamenti (shime waza) che si accompagnano
all'uso degli atemi waza (tecniche di percussione) derivati dal
karate il cui scopo è quello di causare un trauma anatomico in zone
sensibili del corpo umano per neutralizzare l'avversario nel modo più
rapido possibile (con colpi alle articolazioni, al femore,
all'inguine, alle ginocchia, alle fluttuanti, al fegato, alla gola,
alle orecchie ecc.).
Al classico schema
"attacco-parata-contrattacco" il maestro sostituì quello
più efficace di "attacco-contrattacco" rifiutando dunque
un contrasto cruento ma prediligendo, al contrario, l'evasione
(Nagashi) e la schivata. Nei Kihon Kumite, infatti, che si possono
definire la "summa" degli insegnamenti del maestro Otsuka,
ritroviamo un concetto dinamico particolarissimo caratterizzato da:
"schivata-contrattacco-proiezione(o sbilanciamento)" in un
unico gesto tecnico. Osserviamo in ciò il principio di flessibilità
(Ju) tipico del Jujitsu con l'adozione del principio di circolarità
dell'Aikido. In tutto questo assume particolare importanza la
rotazione delle anche. Tutte le tecniche Wado, in sostanza,
richiamano all'essenzialità della difesa secondo il principio "sei
ryoku zen‘ yo" (massimo risultato con il minimo sforzo).
Fondamentale importanza assume nello studio degli atemi il controllo
della respirazione e della muscolatura mediante la contrazione
soltanto al momento dell'impatto per tornare immediatamente alla
decontrazione muscolare.
Il programma tecnico di base dello
stile comprende:
15/18 Kata
9 Kata codificati dal Maestro Otsuka:- Pinan Shodan
- Pinan Nidan
- Pinan Sandan
- Pinan Yondan
- Pinan Godan
- Chinto
- Kushanku
- Naihanchi
- Seishan
- Bassai
- Jion
- Jitte
- Kumpu
- Niseishi
- Rohai
- Suparimpei
- Unsu
- Wanshu
42 Kumite:
- 10 Ippon Kumite
- 12 Sanbon Kumite (codificati dal maestro Tatsuo Suzuki ma ormai parte integrante del metodo)
- 8 Ohyo Kumite (codificati dal maestro Tatsuo Suzuki ma ormai parte integrante della didattica Wadoryu)
- 10 Kihon Kumite
- 2 Nihon Kumite
- 10 Tanto Dori (difesa da coltello. Essendo di tradizione dell'Aikido, il maestro Otsuka era solito dimostrarli indossando l'hakama)
- 5 Tachi Dori (difesa da spada)
- 5 Idori (tecniche di difesa in seiza)
I Principi del Wadoryu
Sulla base del Rykyu Kenpo To-Te-Jitsu, Otsuka elaborò una serie di principi dinamici e di combattimento derivati dalla sua esperienza nel Jujitsu che fanno del Wadoryu un eccellente sistema di difesa personale. Questi principi possono essere riassunti in vari punti chiave:- Principio della flessibilità (Ju) attraverso tecniche di evasione e schivata
- Principio del "sei ryoku zen‘ yo" (massimo risultato con il minimo sforzo)
- Principio del ritorno dopo una tecnica di pugno (ikite) e di calcio (ikiashi)
- Principio del Gosen-no-sen: nello stesso momento in cui si blocca l'attacco dell'avversario si contrattacca
- Principio del Sensen-no-te: quando l'avversario
cerca di attaccare prendendo l'iniziativa, viene bloccato, senza
attendere la sua iniziativa e quindi attaccato prima che lo faccia
lui.
- Nagasu (lasciar correre, rapidità dell'acqua)
- Inasu (schivare, scivolare come una goccia di rugiada)
- Noru (avvolgere)
- Principio dello spostamento rapido e piccolo con posizioni raccolte e gambe meno statiche
- Principio di circolarità dell'Aikido
La filosofia del Wadoryu
«Quando
pratichi il Wado-ryu come arte marziale, non significa solo
impegnarti; ma anche impegnare te stesso ad un certo modo di vivere;
che include allenamento agli ostacoli della vita e trovare la via per
un'esistenza ricca di significati per tutto il tempo che ti è
concesso su questa terra. Attraverso questo modo di vivere potrai
raggiungere il Wa e vivere la pienezza della vita. Bisogna trovare il
Wa attraverso l'allenamento, una volta entrato nel Wa, tu troverai
molte altre vie per crescere e migliorare il tuo modo di vivere. Ti
aiuterà a migliorare in tutti i settori della tua vita.»
(Hironori Otsuka)
Il Wadoryu oggi
In realtà gli stili di Wadoryu
proposti sia da Wado Academy che da Wado Kai sono differenti anche se
hanno lo stesso substrato. La Wado Academy privilegia tecniche di Ju
Jitsu con molte proiezioni e leve, il Wadoryu proposto dalla Wado Kay
invece privilegia gli Atemi (colpi) assieme a tutto il repertorio
tipico di questo stile. Si tratta dunque di punti di vista differenti
ugualmente efficaci. Inoltre il Wadoryu oggi, è lo stile più
diffuso in Giappone e negli Stati Uniti viene utilizzato come terapia
sperimentale per i disturbi legati allo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti (disturbi del comportamento, l'aggressività, il disturbo
da deficit dell'attenzione con iperattività). Questi studi hanno
portato ad un notevole miglioramento per ciò che riguarda
l'intensità, l'adattabilità e la capacità di regolazione dei
propri stati emotivi.
Gradi di cintura
I gradi nel Wadoryu sono conformi alla gerarchia delle cinture, che prende il nome di Kyudan. Questa divisione separa gli allievi dai maestri.Cinture Allievi
- Bianca (dopo 2 mesi di allenamento costante)
- Gialla (dopo 4 mesi di allenamento costante)
- Arancione (dopo 6 mesi di allenamento costante)
- Verde (dopo 9 mesi di allenamento costante)
- Blu (dopo 1 anno di allenamento costante)
- Marrone (dopo 1 anno e 7 mesi di allenamento costante)
- 1º dan: (dopo almeno 3 anni e 3 mesi di allenamento costante)
- 2º dan: (dopo almeno 5 anni e 3 mesi di allenamento costante)
- 3º dan: (dopo almeno 8 anni e 3 mesi di allenamento costante)
- 4º dan: (dopo almeno 12 anni e 3 mesi di allenamento
costante)
venerdì 4 novembre 2016
Date Tadamune
Date Tadamune (伊達
忠宗; 23 gennaio 1600 – 10 agosto 1658) è stato un
daimyō giapponese della fine del periodo Sengoku e l'inizio del
periodo Edo, appartenente al clan Date.
Secondo figlio di Date Masamune,
succedette al padre come daimyō del dominio di Sendai. Nonostante
fosse secondo figlio il suo fratellastro Hidemune non poteva essere
l'erede di Masamune poiché nato da una concubina. Quando Tadamune
morì nel 1658 fu succeduto dal figlio Tsunamune.
giovedì 3 novembre 2016
Kiri sute gomen
Kiri sute gomen (斬り捨て御免
o 切り捨て御免:
letteralmente, "autorizzazione a tagliare e abbandonare"
(il corpo della vittima) è un'antica espressione giapponese
risalente all'era feudale riguardo al diritto di colpire.
I samurai avevano diritto di colpire
chiunque li disonorasse, ma solo se di classe inferiore; i samurai di
rango superiore potevano colpire quelli di rango inferiore.
Il diritto permetteva di attaccare
soltanto se l'offesa veniva attuata poco prima e non si poteva
attaccare pretestuosamente. Essendo la legge intesa solo come un
supplemento all'autodifesa, era vietato uccidere il nemico con un
coup de grâce. Non solo: il samurai che obbediva alla legge doveva
poi mostrare di essere nel giusto, altrimenti sarebbe stato
severamente punito per il suo gesto: decapitato senza poter applicare
il diritto di seppuku, i suoi figli non avrebbero ereditato il
casato. Molti commisero seppuku prima che il verdetto di colpevolezza
fosse emanato. L'esecuzione erronea di abitanti di altre province era
considerato un gesto sconsiderato ed estremamente irrispettoso ed un
samurai doveva sempre agire con estrema cautela. Per guadagnarsi dei
testimoni, i samurai si portavano appresso dei servi.
Chi veniva accusato, ma solo tra i
samurai, poteva difendersi con il proprio wakizashi (spada corta), in
particolare durante i conflitti tra samurai di grado maggiore e
samurai di grado minore. Un evento particolare riguarda un certo
samurai che non ricevette scuse da un cittadino qualunque ma si sentì
magnanimo e gli concesse il proprio wakizashi per difendersi, ma
costui fuggì con il wakizashi, disonorando ulteriormente il samurai,
che perse il rango per colpa della sua ingenuità. Il samurai,
comunque, riottenne gli onori dopo aver scoperto chi fosse il suo
ingannatore ed avergli ucciso la famiglia.
L'espressione è usata ancora oggi, intesa come “Mi scuso in
anticipo per questo” per via dell'umorismo sottinteso dalla frase
stessa.Riferimenti culturali
L'espressione è citata nel romanzo su
James Bond Si vive solo due volte.
Kirisute Gomen è anche il
titolo di un brano musicale americano di genere heavy metal della
band Trivium, presente nel loro album musicale Shogun.
mercoledì 2 novembre 2016
Nodachi
Una nodachi (野太刀)
è una spada giapponese a due mani.
Nome
Il suo nome si traduce
approssimativamente come "spada da campo" ma il vocabolo
nodachi è utilizzato spesso nelle fonti storiche con la
stessa funzione di ōdachi che significa "grande spada".
L'uso originario del termine è invece riferito a qualunque tipo di
grande spada da battaglia (daitō), incluso il tachi.
Caratteristiche
Una nodachi ha il medesimo disegno e
aspetto generale di una tachi, ma è considerevolmente più lunga, in
quanto può raggiungere una lunghezza che varia solitamente da 1,4 m
a 1,8 m circa. Molte nodachi presentano una tsuka, o impugnatura,
molto più lunga rispetto alla katana semplice, e per questo appaiono
esteticamente sproporzionate, tuttavia una nodachi ottimale dovrebbe
presentare un rapporto kissaki/tsuka di 4/1. Le nodachi sono state
utilizzate sui campi di battaglia dalla fanteria per contrastare la
cavalleria.
martedì 1 novembre 2016
Calcio circolare
Un calcio circolare (conosciuto
anche come calcio girato a power angle che viene spesso
confuso con round kick) è un calcio in cui l'attaccante gira
intorno alla propria gamba con movimento semicircolare, colpendo con
la parte anteriore della gamba o del piede. Questo tipo di calcio è
utilizzato in molte arti marziali ed è famoso nelle competizioni
sportive senza contatto o a contatto pieno. Il calcio ha molte
varianti basate su posizione, movimento delle gambe e altezza del
calcio stesso.
Calcio semi-circolare
Un calcio semi-circolare è un calcio
circolare forty five degree roundhouse kick (o "calcio
diagonale"). Molto popolare nel kick-boxing, boxe birmana e
nella Muay thai, può essere utilizzato in qualsiasi situazione. Con
questo calcio tutte le parti del corpo dell'avversario possono essere
attaccato e ogni tipo di attacco può essere neutralizzato.
lunedì 31 ottobre 2016
Chokuto
Il chokuto è una spada
giapponese dritta e monofilare. Secondo molte fonti si tratta di
un'arma ispirata al Tang dao cinese.
Storia
Quest'arma venne inventata nel periodo
Taika mentre in Cina regnava proprio la dinastia Tang. Per tutto il
periodo fu utilizzata come arma principale dai guerrieri
dell'antichissimo giappone. Quest'arma vide il suo declino intorno
all'anno mille in seguito all'invasione mongola del Giappone, dove
venne modificata in katana. Tuttavia i chokuto (con tempra e
forgiatura diversa da quelli originali) venivano spesso utilizzati
dai ninja sfruttando la loro occultabilità.
domenica 30 ottobre 2016
Ippon
Nel karate e nel judo, l'ippon
(ja. «uno solo», nel senso di colpo definitivo) è l'obiettivo
dell'incontro: il suo conseguimento comporta l'assegnazione della
vittoria. È paragonabile alla schienata nella lotta e al knock-out
nel pugilato.
Caratteristiche
L'ippon viene riconosciuto quando un
atleta esegue una tecnica, nel rispetto del regolamento, che mette
fuori combattimento l'avversario. Nel judo consiste nell'atteramento
dell'avversario sulla schiena, in modo che non abbia alcun appoggio
al tatami.
In ambito filosofico, il termine
rappresenta un concetto: il punto in cui avviene la congiunzione
dello spazio, dell'energia e del tempo. Il raggiungimento corrisponde
all'essenza dell'oggetto preso in studio.
sabato 29 ottobre 2016
Calcio semicircolare
Il calcio semicircolare (in
lingua inglese: semicircular-kick o 45° degree forty five
roundhouse kick) è un calcio di Boxe pieds-poings e delle
arti marziali fatto di solito le anche di faccia alla differenza del
calcio circolare (roundhouse kick). Questo calcio detto
"semi-circolare" è portato con il dorso del piede (calcio)
o la parte del piede sotto degli alluci (caviglia piegata) o la tibia
(secondo la regolamentazione). Esistono varie forme: forma
"bilanciata" a partire dall'anca, forma "frustata"
con la ginocchio ed una terza combinanda i due modi precedenti.
venerdì 28 ottobre 2016
Eku
Eku (qualche volta sillabato
eiku o ieku) è un'antica arma dell'Okinawan kobudō la
quale trae origine da un remo, approssimativamente di 160 cm di
lunghezza. Secondo la leggenda, il remo fu tradizionalmente adattato
per divenire un'arma di autodifesa dai pescatori contro nemici armati
di maggiori armi convenzionali. Infatti i giapponesi avevano già
conquistato Okinawa e avevano messo gli ufficiali più anziani al
lavoro per insegnare alla gente comune un po' di pratica base
nell'uso delle armi, al fine di metterli in campo per primi contro
una possibile invasione cinese. Ad ogni modo, siccome le armi di
qualità erano costose, i civili dovevano usare l'attrezzatura in
loro possesso. Il remo Ryuku , ad Okinawa "Eku" o "Eiku",
venne a rappresentare il Naginata. Naginata significa infatti "Lama
su asta", cosa che il remo principalmente è. Il bastone Jo
venne utilizzato primariamente contro le spade e il Bo contro le
lance.
Kata
- Chikin Sunakake no Eku - Ryukyu Kobudo
- Tsuken Akachu No Eiku De - Matayoshi Kobudo
giovedì 27 ottobre 2016
Jō
Il jō (杖:じょう,
jō?) è un bastone di legno dalla lunghezza compresa fra 1 metro e
20 e 1 metro e 50 con la misura media che si attesta sui 1,28 m.
È usato in diverse arti marziali
giapponesi, in cui solitamente viene nominato jōjutsu o jōdō.
Il bastone jō è più corto di quello bō e oggi viene
ancora usato dalle forze dell'ordine giapponesi.
Nell'aikido esiste una serie di
tecniche chiamate aiki-jō usate per illustrare i principi
dell'aikido con un'arma
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