martedì 13 dicembre 2016

Minamoto no Yorimasa

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Minamoto no Yorimasa (源 頼政; 1104 – 20 giugno 1180) è stato un militare e poeta giapponese membro del clan Minamoto, conosciuto anche con il nome di Genzanmi (源三位) per la sua appartenenza al rango ju san-mi. È noto per aver guidato l'esercito nipponico durante la guerra Genpei (1180-1185), che vide contrapposti il clan Minamoto e il clan Taira. Fu il primo di cui si abbia traccia a mettere in pratica il rituale del seppuku, il suicidio praticato dai samurai per sfuggire ad una morte disonorevole per mano dei nemici.

Biografia

Yorimasa era discendente di Minamoto no Yorimitsu e apparteneva al gruppo Settsu Genji. Era un samurai che operava alla Corte Imperiale; era vicino ai Sekkan-ke che lo appoggiavano nelle sue attività nelle ex-province denominate Kinnai e avanzava di carriera col passare del tempo. Operava a Watanabe nella provincia di Setsu (attuale quartiere Chūō-ku di Osaka) come Ōchi Shōgo (guardia imperiale) presso la famiglia Watanabe, appartenente al gruppo Saga Genji. Minamoto no Yorimitsu, antenato di Yorimasa, era stato un illustre poeta che spesso interagiva con i Kuge (nobili). Anche i suoi figli furono coinvolti nella composizione dei waka. Yorimasa era uno di loro e più tardi pure lui sarebbe stato riconosciuto come celebre poeta.
I documenti storici riguardanti l’adolescenza di Yorimasa sono scarsi. Si sa che accompagnò il padre Nakamasa nel nuovo posto di lavoro quando fu nominato Governatore di Shimōsa, e che gli successe come capofamiglia durante l'era Hōen (1135–1140). Successivamente ottenne la carica di rokui no kurōdo (ciambellano imperiale) nel secondo anno dell’Era Hōen (1136). Nello stesso anno gli venne assegnato il titolo di ju go-i no ge (uno dei ranghi della nobiltà).
Yorimasa servì l’Imperatore Toba e la consorte di questi, Fujiwara no Nariko, conosciuta anche col nome di Bifukumon-in.

Ribellione di Hōgen e Heiji

Nel 1142 l'imperatore Toba, prima di ritirarsi, costrinse il figlio regnante Sutoku (1123-1142) ad abdicare in favore di Konoe, nono figlio avuto da una diversa consorte. Alla morte di Konoe nel 1155, Sutoku sperò venisse nominato successore il proprio figlio, ma l'anno seguente, alla morte dell'imperatore Toba, dovette scontrarsi con la pari ambizione del fratellastro Masahito, quartogenito di Toba. La disputa fra le due fazioni, conosciuta come Ribellione di Hōgen, non riguardò solo il possesso del trono, ma anche la presenza del governo del chiostro, una particolare forma di governo tipica in Giappone, grazie alla quale l'imperatore continuava a regnare e a mantenere inalterato il proprio potere, pur avendo abdicato.
Dalla Ribellione di Hōgen uscì vincitore Masahito che divenne imperatore il 23 agosto 1155 con il nome di Go-Shirakawa. Il 5 settembre 1158, Go-Shirakawa abdicò in favore del figlio Nijō, ma di fatto continuò a detenere il potere effettivo attraverso il governo del chiostro fino alla morte, avvenuta nel 1192. In questo periodo si alternarono gli imperatori (nominali) Nijō, Rokujō, Takakura, Antoku, e Go-Toba.
Alla fine degli anni cinquanta, durante il regno dell'imperatore Nijo (1143-1165), la situazione politica divenne estremamente confusa a causa di un nuovo conflitto che oppose i sostenitori dell'imperatore in carica, guidati dal principale dei consiglieri di Nijo, Fujiwara no Michinori, conosciuto anche come Shinzei, e quelli del padre di questi, Go-Shirakawa, guidati da Fujiwara no Nobuyori. Nel 1159 avvenne un colpo di stato, guidato da Taira no Kiyomori in opposizione al regime di Shinzei. Quest'ultimo venne ucciso e dopo la cosiddetta ribellione di Heiji (1159-1160) che vide opporsi i clan Taiga e dei Minamoto, salì al potere Taira no Kiyomori, un leader militare noto per aver stabilito il primo governo militare samuraico nella storia del Giappone.
Minamoto no Yorimasa, alleato dell'imperatrice consorte Bifukumon-in (moglie di Toba e madre di Konoe) aveva partecipato al colpo di stato sostenendo Taira no Kiyomori, inizialmente sostenitore di Nijo. Anche Minamoto no Mitsuyasu, consigliere dell'Imperatore Nijo, si schierò con Kiyomori. Quando Nijio fu sconfitto e costretto a fuggire dalla Residenza Imperiale per stabilirsi a Rokuhara, Kyoto, Yorimasa perse i privilegi di cui aveva goduto fino a quel momento.
Nell’anno precedente alla rivolta, il secondo anno dell’Era Kyūju (1155), Yorimasa adottò Minamoto no Nakaie (fratello maggiore di Kiso Yoshinaka), figlio maggiore di Minamoto no Yoshikata, che fu ucciso nella battaglia di Okura. L’anno successivo alla ribellione di Hōgen, nel 1157, il fratello più giovane di Yorimasa, Yoriyuki, venne improvvisamente accusato ed esiliato e, per questo motivo, si suicidò. In seguito, Yorimasa prese con sè Muneyori, Masatsuna, e Kanetsuna, figli di Yoriyuki.

Decano della famiglia Genji sotto il potere del clan Taira

Yorimasa era rimasto nella politica sotto l’amministrazione dei Taira e aveva occupato la posizione di Decano dei Genji (clan Minamoto). Nel 1167, secondo anno dell’Era Nin’an, venne promosso a ju shi-i no ge. Lavorò come Ōchi Shōgo (guardia imperiale) con Nakatsuna per tre generazioni: Imperatore Nijo, Imperatore Rokujō e Imperatore Takakura e, pure, per le forze armate di Go-Shirakawa. Nel 1177, terzo anno dell’Era Angen, quando una grande folla di gente dell'Enryaku-ji si oppose a Saikō, vassallo imperiale, Yorimasa intervenne insieme a Taira no Shigemori mobilitando le guardie del Palazzo Imperiale.
Yorimasa era un eccellente poeta e aveva legami con personaggi illustri nel mondo della letteratura come Fujiwara no Shunzei, Shun'e e Inpumon'in no Tayū. 59 delle sue più famose poesie furono raccolte nella collezione imperiale “Shika Wakashū”. Nei suoi ultimi anni compose molte poesie riguardanti il sistema ufficiale dei ranghi. Nel 1178, secondo anno dell’Era Jishō, fu promosso dal rango shō shi-i ge a quello di ju san-mi grazie alla raccomandazione di Kiyomori.
Secondo l’”Heike monogatari”, Kiyomori aveva completamente dimenticato che il rango di Yorimasa era stato per molto tempo quello di shō shi-i ge. Quando Yorimasa scrisse questa poesia:
のぼるべきたよりなき身は木の下に 椎(四位)をひろひて世をわたるかな 『平家物語』 巻第四 「鵺」
Noborubeki tayorinaki mi wa konoshita ni shī (Shii) wo hiro hite yo wo wataru ka na “Heike monogatari”, quarto volume “Nue”
«Non vi è alcuna possibilità per me di salire sull'albero. Allora, ci cammino intorno e raccolgo le dolci ghiande.»
Kiyomori si accorse del suo forte desiderio di essere elevato a ju san-mi e così lo promosse all’ambito rango. Kiyomori aveva fiducia in Yorimasa perché nel corso degli anni ebbe diversi riconoscimenti.
Anche nei documenti storici veri e propri, la sua promozione a ju san-mi era senza precedenti e, infatti, Kujō Kanezane ne parlò nel suo diario "Gyokuyō":' fatto del tutto insolito'. A quel tempo aveva 74 anni.
Nel novembre del 1179, terzo anno dell’Era Jishō, Yorimasa divenne un prete buddhista lasciando la tenuta e la famiglia al figlio Nakatsuna.

Battaglia di Uji

In questo periodo scoppiò un conflitto tra il regime dei Taira e il governo esercitato da Go-Shirakawa. Nel 1177, primo anno dell’Era Jishō, ebbe luogo la “Cospirazione Shishigatani” e di ciò fu sospettato Go-Shirakawa, imperatore che abdicò aderendo ad un ordine buddhista, ritenuto coinvolto nella ribellione. Poi, nel novembre del 1179, terzo anno dell’Era Jishō, Taira no Kiyomori, in disaccordo con l’imperatore abdicante, trasferì il suo esercito da Fukuhara-kyō a Kyoto, organizzò un colpo di stato, interruppe il regime di Go-Shirakawa e lo fece incarcerare. In seguito, nel febbraio del 1180, quarto anno dell’Era Jishō, Kiyomori costrinse l’Imperatore Takakura ad abdicare e a far salire al trono un bambino di tre anni, l’Imperatore Antoku, figlio dell'Imperatore Takakura e di Taira no Tokuko, figlia di Taira no Kiyomori.
Fu il Principe Mochihito (conosciuto col nome di Principe Takakura e Minamoto Mochimitsu), terzo figlio dell’Imperatore Go-Shirakawa, a non accettare molto volentieri le azioni di Kiyomori. Fu così che divenne il figlio adottivo di Hachijoin Akiko, sorella dell’imperatore abdicante (Go-Shirakawa), come unica possibilità di ottenere la corona, ma l’ascesa al trono dell’Imperatore Antoku vanificò tutte le sue speranze. Yorimasa, allora, studiò un piano per far rovesciare i Taira con l'aiuto del Principe Mochihito.
Secondo l’“Heike monogatari”, Yorimasa decise di schierarsi contro Kiyomori perché Taira no Munemori, terzo figlio di Kiyomori, lo aveva insultato riguardo a uno dei cavalli del figlio primogenito Nakatsuna. Per la sua forte determinazione di guerriero decise di ribellarsi contro i Taira e una notte fece visita al Principe Mochihito nella sua residenza per incoraggiarlo ad opporsi a Kiyomori. Esiste un’altra teoria che afferma che Yorimasa, il quale servì l’Imperatore Konoe e l’Imperatore Nijo, entrambi consanguinei dell’Imperatore Toba, come Ōchi Shōgo (guardia imperiale) per diverse generazioni, non accettò di buon grado come sovrano Takakura e Antoku, che non erano in linea diretta per l'ascesa al trono, e si oppose loro. Inoltre, sempre nell'opera letteraria “Heike monogatari”, in cui vengono chiarite le cause del piano di ribellione di Yorimasa insieme al Principe Mochihito, è scritto che, per il fatto di essersi ribellato il 21 maggio, si fece monaco buddhista al Tempio Mii-dera, che fosse terrorizzato dall'essere catturato dai Taira e che Mochihito cercò di fuggire.
Nell'aprile dello stesso anno, Yorimasa e il Principe Mochihito scrissero un messaggio a tutti i samurai del clan Minamoto e ai principali santuari religiosi e templi di tutto il paese per dichiarare guerra al clan Taira. Il messaggio fu inviato da Minamoto no Yukiie (decimo figlio di Minamoto no Tameyoshi ). Però già nel mese di giugno, il loro piano di insorgere fu scoperto dai Taira che ordinarono ai Kebiishi (polizia imperiale) di arrestare Mochihito, ma loro non si accorsero che tra i poliziotti c’era pure Kanetsuna, figlio di Yorimasa. Ciò indicava che non si erano resi conto che Yorimasa era ancora coinvolto nella rivolta. Mochihito si rifugiò nel Tempio Mii-dera, formalmente chiamato Onjō-ji. Il 21 maggio il clan Taira assaltò il Templio Onjō-ji. Nell'attacco era coinvolto anche il team di Yorimasa. Quella notte, Yorimasa dette fuoco alla sua stessa abitazione ed entrò nel Templio Onjō-ji insieme ai suoi familiari, includendo Nakatsuna e Kanetsuna, per unirsi a Mochihito. Rivelarono chiaramente le loro intenzioni di opporsi ai Taira.
Il loro piano di insorgere prevedeva anche il coinvolgimento dei templi Enryaku-ji e Kōfuku-ji, oltre che quello di Onjō-ji. Tuttavia, l’Enryaku-ji prese una posizione neutrale. Nella notte del 25, allorché le forze ribelli sentirono il pericolo perfino nel Tempio Onjō-ji, Yorimasa si diresse verso il Kōfuku-ji, Nara, insieme al Principe Mochihito, ma quest’ultimo cadde da cavallo durante la ritirata finendo per fermarsi al Byōdō-in per riposare, che era lungo la strada. Fu lì che il grande esercito dei Taira attaccò.
Il giorno seguente la battaglia iniziò. Nonostante i monaci che vivevano nel tempio avessero distrutto il ponte che consentiva l'ingresso alla struttura, le forze del clan Taira riuscirono comunque a conquistarlo. Allora Yorimasa e i suoi guerrieri si barricarono nel Tempio Byōdō-in per contrastare gli attacchi del nemico in modo da permettere al Principe Mochihito di scappare, ma le milizie dei Taira erano di gran lunga più numerose di quelle di Minamoto no Yorimasa. Come risultato quest'ultimo perse la maggior parte dei suoi comandanti e soldati e alcuni dei suoi figli, tra cui Nakatsuna, Munetsuna e Kanetsuna, che morirono nel conflitto o si suicidarono. Alla fine Yorimasa si tolse la vita pure lui con la tecnica del seppuku, in quello che molti storici considerano il secondo caso registrato di suicidio di un samurai di fronte alla sconfitta, con l’assistenza di Watanabe no Tonau lasciandoci la sua “poesia della morte”. Aveva 77 anni. La suddetta poesia è la seguente:
埋もれ 木 の / 花 咲く こと も / な かり し に / 身 の なる 果て ぞ / 悲し かりける
umoregi no / hana saku koto mo / nakarishi ni / mi non naru odio zo / kanashikarikeru
«Come un vecchio albero
d cui si non raccolgono i fiori
triste è stata la mia vita
destinata a non portare alcun frutto»
Mochihito, che era riuscito a scappare, venne raggiunto e ucciso. L'alleanza tra Mochihito e Yorimasa fu un fallimento su tutti i fronti, le conseguenze del messaggio, scritto dal principe, suscitarono un grande scalpore. Infatti, Minamoto no Yoritomo, Minamoto no Yoshinaka e altri membri del clan Minamoto, insieme a molti templi, si unirono alla rivolta, che portò alla Guerra Genpei e alla successiva sconfitta e distruzione del clan Taira.
Minamoto no Hirotsuna, il figlio più giovane di Yorimasa, e Minamoto no Aritsuna e Minamoto no Naritsuna, figli di Nakatsuna, sopravvissero alla serie di scontri perché si trovavano nella provincia di Izu e si unirono all’esercito di Minamoto no Yoritomo che si scontrò con i Taira a Izu.

Carriera

※ Calendario basato su quello giapponese antico.
  • Secondo anno dell’Era Hōgen (1136)
    • 17 aprile: nominato Ciambellano.
    • 13 giugno: conferimento della carica di Jugoino-ge (uno dei ranghi della nobiltà).
  • Marzo del terzo anno dell’Era Ninpei (1153): concessione di entrare a far parte della corte di Fujiwara no Nariko, conosciuta anche col nome di Bifukumon-in.
  • 22 ottobre del secondo anno dell’Era Kyūju (1155): nominato Hyōgoryo, agente dell’Arsenale.
  • 2 ottobre del terzo anno dell’Era Hōgen (1158): permesso di accedere nella parte più interna della Corte Imperiale.
  • Quarto anno dell’Era Hōgen (1159):
    • 28 gennaio: avanzamento di rango nobiliare a Jūgoijō (stesso rango di quello precedente, ma con grado superiore) e ritiro dalla posizione di Hyōgoryo.
    • 10 dicembre del periodo Heiji: responsabile della provincia di Izu. Sconosciuta la data del suo ritiro.
  • 21 ottobre dell’Era Nin'an o Ninnan (1166): elevamento al rango nobiliare Shōgoige. Abbandono ufficiale della carica di Hyōgoryo, agente dell'Arsenale.
  • 30 gennaio del secondo anno dell’Era Nin'an, denominato anche Ninnan (1167): avanzamento ad altro rango della nobiltà: Jyushiige
  • 20 novembre del terzo anno dell’Era Nin'an (1168): elevamento al rango Jyushiijō (stesso rango del precedente, ma con grado superiore).
  • 14 gennaio del secondo anno dell’Era Kaō (1170): assegnatagli temporaneamente la carica di Signore dell’Ovest della capitale nipponica.
  • 9 dicembre dell’Era Jōan (1171): avanzamento del rango nobiliare a Shōshii. Abbandono della carica di Signore dell’Ovest della capitale.
  • 19 gennaio del terzo anno dell’Era Jōan (1173): nominato Governatore della provincia di Bingo.
  • 5 febbraio del secondo anno dell’Era Angen (1175): riottenuta la carica di Signore dell’Ovest della capitale giapponese continuando altresì ad essere Governatore della provincia di Bingo.
  • 25 dicembre del secondo anno dell’Era Jishō (1178): avanzamento ad altra carica nobiliare: Jyusanmi.
  • 28 novembre del terzo anno dell’Era Jishō (1179): divenuto monaco.
  • 26 maggio del quarto dell’Era Jishō (1180): giorno della sua morte. Nome buddista postumo: Rengeji Kenhō Sawayama no Yoriyuki.

Leggende

Storie dell'Heike Monogatari

Romanzo: Heike monogatari
Nell’opera classica “Heike monogatari” è stata scritta una storia su un mostro chiamato Nue. Secondo questo racconto, l’Imperatore Konoe aveva incubi ogni notte che lo portarono ad ammalarsi. Per guarirlo, Minamoto no Yoshiie, nonché Minamoto no Yorimasa, capo del clan Genji, il quale portava con sé un arco, appena fuori dal palazzo imperiale gridò con tutta la potenza della sua voce: “Minamoto no Yoshiie, governatore di Mustu!”.
In attesa dell’arrivo di un valoroso samurai, fu scelto, all'interno del suo stesso clan, Yorimasa, guerriero dalle eroiche gesta militari. Nel cuore della notte proprio mentre Yorimasa proteggeva il giardino imperiale, da nord-est giunsero nuvoloni neri che portarono con sé il demone Nue, il cui aspetto era composto da diversi parti di animali: la testa di una scimmia, il corpo di un cane procione, le zampe di una tigre e la coda di un serpente. Yorimasa scagliando una freccia col suo arco, e con l’aiuto della katana del suo seguace Ino Hayata, fece cadere dal cielo il mostro. Una volta sconfitto, Yorimasa prese il suo corpo, lo fece in tanti pezzi, li ripose poi in una barca fatta di bambù e li gettò infine nel Mar del Giappone. In seguito a quel fatto l’imperatore si ristabilì in breve tempo.
La leggenda sostiene inoltre che a Yorimasa fu data dalla Corte Imperiale la “Shishiou”, una tachi, offertagli come ricompensa del suo coraggio per aver ucciso il mostro.

Luogo di sepoltura

Il luogo di sepoltura più conosciuto è situato nel Tempio Byōdō-in nella città di Uji (prefettura di Kyoto). Il 26 maggio, giorno della commemorazione di Yorimasa, si celebra la relativa cerimonia religiosa buddhista.
Ve ne sono altri come il Tempio Rengeji (Seki, prefettura di Gifu), dove è stata tramandata le leggenda di Ino Hayata, vassallo di Minamoto no Yorimasa, che seppellì la testa di Yorimasa nelle terre di Minamoto no Kuninao, suo zio. C’è anche il Tempio Yorimasa, situato a Koga nella prefettura di Ibaraki, dove è collocato il suo tumulo (altra leggenda riguardante il luogo dove possa essere sepolta la sua testa); è tradizione credere che il suo servitore, facente parte del clan Shimokobe, onori il padrone. Altra tomba di Yorimasa è posta a Kameoka nella prefettura di Kyoto. Inoltre, non è chiara la relazione stretta tra Yorimasa e la sua tomba collocata nel Tempio Choumyou-ji a Nishiwaki nella prefettura di Hyogo.

Templi scintoisti dedicati a Minamoto no Yorimasa

Ci sono diversi templi nelle province vicine a quella del Kantō. In generale sono dedicati a Minamoto no Yorimasa, come antenato del clan Ōkouchi (ex signore feudale).
  • Tempio Toyoki – città di Toyohashi, prefettura di Aichi
  • Tempio Yorimasa – città di Takasaki, prefettura di Gunma
  • Tempio Yorimasa - città di Koga, prefettura di Ibaraki
  • Tempio Yorimasa – città di Ryūgasaki, prefettura di Ibaraki

Templi in cui si prega Yorimasa

  • Tempio Honkō – città di Ichikawa, prefettura di Chiba

Albero genealogico

Pronipote di Minamoto no Yorimitsu, figlio primogenito di Minamoto no Nakamasa (secondo figlio di Minamoto no Yoritsuna, discendente del clan Minamoto). Appartenente alla ramificazione Tada, successione di Tada no Shō, e a quella di Settsu, prendendo in considerazione il rango, la carica di ufficiale e il fatto di essere il primogenito della famiglia.
  • Padre: Minamoto no Nakamasa – secondo figlio di Minamoto no Yoritsuna
  • Madre: figlia di Fijiwara Tomomi – originaria del rango nobiliare Fujiwara Nanke
  • Fratelli
    • Minamoto no Yoriyuki – fratello minore nato dalla stessa madre. Suicidatosi nel secondo anno dell’Era Hōgen (1157)
    • Minamoto no Mitsushige – Saburo Fukaso. In origine il vero nome era Minamoto no Mitsunobu (Mino Genji), ma successivamente fu adottato come figlio adottivo da Nakamasa.
    • Minamoto no Yasumasa – figlio adottivo di Ikeda Matsusada ereditando il cognome del clan Ikeda. Cambiamento del nome e cognome in Osamu Matsusei. Da bambino possedeva anche i seguenti nomi: Ki no Tomomitsu e Ki no Mochimasa.
    • Hōshōji Donomikawa – moglie di Fujiwara no Tadamichi. Poetessa.
    • Kōgōmiya Mino – dama di corte della principessa Reishi. Poetessa.
    • Moglie di Fujiwara no Tsunesada (carica di Chūnagon, cioè consigliere del secondo rango nella Corte Imperiale)
  • Mogli: Figlia di Minamoto no Masayori – originaria della linea di Minamoto no Mitsumasa, appartenente a Seiwa Genji (uno dei rami del clan Minamoto). Nella realtà la moglie di Yorimasa è la nipote di Masayori, non la figlia.
    • Minamoto no Nakatsuna – figlio legittimo di Yorimasa. Poeta. Morto insieme al padre nella Battaglia di Uji.
    • Nijōin no Sanuki – poetessa. Moglie di Fujiwara no Shigeyori, (componente del Ministero della Casa Imperiale), parte della famiglia Hamuroke.
  • Concubina: Ayame no Mae – luogo di nascita a Izunagaoka Kona. Originariamente era la moglie di Tobain. Ha avuto due figli con Yorimasa. Dopo la Ribellione di Heiji, fuggì nel distretto di Kamo in provincia di Aki dove si fece monaca e lì morì.
  • Madre biologica: sconosciuta
    • Minamoto no Yorikane – gokenin (samurai di basso livello presso lo shogunato Kamakura) con la carica di Ōuchi Shugo, difensore del Palazzo Imperiale.
    • Minamoto no Hirotsuna – figlio più giovane di Yorimasa. Gokenin (samurai di basso livello presso lo shogunato Kamakura).
    • Minamoto no Yoritaka – Ajari, maestro nel Buddhismo esoterico
    • Minamoto no Mikoto – Ajari, maestro nel Buddhismo esoterico
    • Figlia: moglie di Fujiwara no Takayasu, con la carica di Ukyou no daibu e componente della famiglia Shijyōke.
    • Figlia: moglie di Fujiwara no Kenjō, il quale fu nominato Taikōtaigōgū-ken daishin e appartenente al sottogruppo Kanjuji, ramo Hokke, uno dei principali del clan Fujiwara.
    • Figlia: moglie di Murakami Tsunenari – Ministro di Centro e componente della famiglia Shina no Murakami.
  • Figli adottivi
    • Minamoto no Kunimasa – figlio di Minamoto no Kuninao (zio). Discendente della famiglia Yamagata.
    • Minamoto no Muneyori – figlio di Minamoto no Yoriyuki (fratello minore). Discendente della famiglia Oguni.
    • Minamoto no Masatsuna – figlio di Minamoto no Yoriyuki (fratello minore).
    • Minamoto no Kanetsuna - figlio di Minamoto no Yoriyuki (fratello minore). Morto in battaglia insieme a Yorimasa nella Battaglia di Uji.
    • Minamoto no Nakaie – figlio legittimo di Minamoto no Yoshikata. Morto in battaglia insieme a Yorimasa nella Battaglia di Uji.
  • Cugini
    • Minamoto no Yukikuni – in successione del sottogruppo Tada del ramo Settsu, il quale apparteneva a quello del clan Minamoto.
    • Fujiwara no Akinori – figlia di Minamoto no Moriko (zia da parte di padre). Discendente del clan Uesugi
    • Fujiwara no Norisue – cugino da parte di madre.

Vassalli

Su Yorimasa si conoscono varie informazioni riguardanti i suoi vassalli. In una di queste si afferma che Yorimasa ebbe come quartiere generale un’area vicino a Watanabe nella provincia di Settsu (zone nei pressi dell’attuale Osaka, prefettura di Osaka), mentre la famiglia dello zio di Yorimasa ereditò il territorio di Tada no shō, il centro del ramo Settsu. Inoltre, è noto il fatto che il clan Watanabe, gruppo di samurai che si formarono nella stessa zona, a Watanabe, servì Minamoto no Yorimasa come la più importante famiglia di vassalli. Si è venuti a conoscenza altresì che il clan Shimokobe, che costruì la residenza Shimokobe-no-sho nel feudo Hachijo-in, nella provincia di Shimōsa, servì pure Yorimasa con la stessa qualifica.
Riguardo ai suoi rapporti con il clan Shimokobe, definito come una famiglia di samurai proveniente dalla parte orientale del Giappone, si ritiene che la relazione tra padrone e servitore fosse iniziata dalla fondazione di Shimokobe-no-sho dopo che Yorimasa si era recato nella provincia di Shimōsa insieme al padre Nakamasa nominato Shimōsa no Kami (Governatore della provincia di Shimōsa).

Discendenti

  • Clan Shimotsuma
    Nella famiglia Shimotsuma sono presenti i discendenti dei figli maggiori: il figlio ed erede di Minamoto no Nakatsuna e il figlio e il successore di Minamoto no Munetsuka. Il clan Shimotsuma ha servito il Tempio Hongan-ji come la principale famiglia di vassallii e ha avuto un ruolo fondamentale nella rivolta contro la setta Ikko nell’epoca Sengoku; poi nel periodo Edo Shigetoshi Ikeda, uno dei discendenti del clan Shimotsuma, ha ottenuto dalla propria famiglia diecimila koku e conseguentemente divenne daimyō.
  • Clan Oikawa
    Oikawa Naritsuna, nipote di Yorimasa, è conosciuto come Izu-kanja Naritsuna o Saemon-no-jo Moritsuna, che è il fratello minore di Mianmoto no Munetsuna e di Minamoto no Aritsuna. Naritsuna era in possesso della villa padronale Oikawa a Kinosaki, distretto situato nella provincia di Tajima, e da quel momento ha cominciato a usare, come nome per il suo clan, Oikawa. Inoltre, anche Minamoto no Masatsugu, fratellastro di Minamoto no Nakatsuna (da parte di madre), da allora ha iniziato a utilizzare lo stesso nome Oikawa, quindi si sono formati due clan che avevano lo stesso nome.
  • Clan Ōta e Clan Kajiwara
    I discendenti del figlio più giovane di Minamoto no Hitrotsuna fanno parte del clan Ōta. Tra i discendenti Ōta si possono trovare Ōta Sukeie, nipote di Ōta Dōkan il quale ha servito la famiglia Ōgigayatsu Uesugii-ke, e suo figlio Ōta Sukeyori. Fra i figli di Sukeyori vi sono Ōta Sukeaki e Ōta Sukemasa. Sono presenti perfino: Ōta Ujisuke, primogenito di Ōta Sukemasa, e Kajiwara Masakage, secondogenito. Oltre a ciò, si aggiungono alla discendenza: Ōta Sukemoto, che divenne un Rōjū (funzionario governativo con il grado più alto) dello shogunato Edo, e Ōta Seizaemon, capo dei servitori del clan Mito.
  • Clan Ōkōchi
    Akitsuna, figlio di Minamoto no Kanetsuna (figlio adottivo di Minamoto no Yorimasa), ha iniziato a usare il nome Ōkōchi. Nel periodo Edo Matsudaira Nobutsuna ha preso il soprannome di Chie-Izu per il suo ingegno.
  • Clan Inoko
    I fratelli Inoko Hyōsuke e Inoko Kazutoki, comandanti militari, nell’epoca Sengoku hanno affermato di essere discendenti di Yorimasa.
  • Clan Baba
    Anche il clan Baba, che ha generato Baba Nobuharu, uno dei quattro saggi vassalli di Takeda Shingen della provincia di Kai, oggigiorno è diventata la prefettura di Yamanashi, pare che discenda da Yorimasa.

lunedì 12 dicembre 2016

Yukio Mishima

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Yukio Mishima (三島 由紀夫 Mishima Yukio), pseudonimo di Kimitake Hiraoka (平岡 公威 Hiraoka Kimitake), (Tokyo, 14 gennaio 1925 – Tokyo, 25 novembre 1970) è stato uno scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese. Acceso nazionalista, ebbe notorietà anche come attore, regista cinematografico e artista marziale.
Mishima fu uno dei pochi autori giapponesi a riscuotere immediato successo anche all'estero. Le sue numerose opere spaziarono dal romanzo alle forme modernizzate e riadattate di teatro tradizionale giapponese Kabuki e Nō, quest'ultimo rivisitato in chiave moderna. Il suo suicidio rituale dopo l'occupazione del Ministero della Difesa, assieme a un gruppo di paramilitari da lui guidati, ha avuto ampia notorietà caratterizzando il personaggio di Mishima nell'immaginario della letteratura.

Biografia

Yukio Mishima, al secolo Kimitake Hiraoka, nasce a Tōkyō il 14 gennaio del 1925 nella casa dei nonni paterni, Hiraoka Jotarō e sua moglie Natsuko. Insieme ai nonni coabitavano i genitori di Kimitake, Azusa e Shizue. La nonna, reduce da un matrimonio infelice, decide di assumersi tutta la responsabilità della sua educazione, riversando un affetto ossessivo sul piccolo Kimitake: usurpando il ruolo della madre poco più di un mese dopo la nascita, ella diventerà una figura importantissima nello sviluppo del carattere del giovane Mishima, non soltanto per quanto riguarda gli aspetti psicologici ma anche perché lo avvicinerà alla letteratura classica e alle forme del teatro Nō e Kabuki.
La nonna teneva il bambino rinchiuso nella propria camera a fianco del futon, e alla madre era permesso visitarlo solo ogni quattro ore e per un brevissimo tempo, necessario per l'allattamento. Non gli veniva mai permesso di uscire da casa. Il bambino sfuggirà all'influenza della nonna, ormai sempre più debole, nel 1934, quando la madre con un sotterfugio riuscì a sottrarglielo. Queste ed altre esperienze dell'infanzia e dell'adolescenza sono riportate nel romanzo Confessioni di una maschera del 1949, autoanalisi approfondita della sua vita fino a quel momento, in cui già si trovano tematiche e argomenti che saranno presenti in tutta la produzione dell'autore.
Dal 1931 aveva intrapreso gli studi al Gakushūin, la scuola dei Pari, sotto spinta della nonna. Gli alunni di questa scuola non facevano necessariamente parte dell'aristocrazia, anche se chi non lo era veniva considerato un "outsider". Con un tipo di educazione spartana, gli studenti erano incoraggiati a diventare soldati più che poeti, ma Mishima prende parte alle attività del club letterario e alcune sue poesie vengono pubblicate sulla rivista della scuola.
Comincia a scrivere il suo primo lavoro in prosa di una certa importanza, Hanazakari no Mori (La foresta in fiore): completato nel 1941, è fortemente influenzato dalla scuola romantica giapponese (Nihon romanha). Lo stile classicheggiante farà sì che venga notato dal professore di lettere del Gakushūin, Shimizu Fumio, membro della scuola romantica. Sarà lui a far pubblicare il racconto sulla rivista Bungei Bunka, e proprio in quest'occasione viene scelto lo pseudonimo "Mishima Yukio". Nel 1944, Hanazakari no Mori verrà pubblicato in forma di libro insieme ad altri racconti: il suo successo farà conoscere per la prima volta il nome dello scrittore al pubblico.
Finita la scuola, sotto pressione del padre si iscrive all'università per studiare giurisprudenza. Non solo conseguirà la laurea, ma vincerà un concorso per un ambitissimo posto di funzionario statale al Ministero delle Finanze. Nel periodo del lavoro al Ministero, vive una sorta di "doppia vita": funzionario statale fino alla sera e scrittore di notte, dormendo non più di tre o quattro ore. La situazione diventa presto insostenibile: scivola per la stanchezza sui binari della stazione di Shibuya e, d'accordo con il padre, presenta le dimissioni dal Ministero per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.
Nel 1946 fa visita con due suoi racconti allo scrittore futuro premio Nobel Yasunari Kawabata. Fra i due nascerà un rapporto soprattutto di grande stima e rispetto reciproco prima che di maestro-discepolo.
Nel 1948 si unisce alla rivista letteraria Kindai Bungaku, legata ad ambienti di sinistra. Mishima nei suoi romanzi cercò generalmente di evitare qualsiasi riferimento alla politica che non fosse strettamente descrittivo (si vedano ad esempio Dopo il banchetto e Cavalli in fuga), ma è comunque difficile immaginarlo integrato nell'ambiente intellettuale di sinistra, visto il suo ideale di patriottismo indiscriminato e trascendente l'ambizione personale; Mishima probabilmente entrò a far parte del gruppo per ottenere più contatti col mondo intellettuale dell'epoca.
È però nel giugno del 1949, con la pubblicazione di Kamen no Kokuhaku (Confessioni di una maschera), che ottiene il riconoscimento della critica e un buon successo di vendite. Tra il 1950 e il 1951 pubblica tre importanti romanzi: Sete d'amore, L'età verde (entrambi del 1950) e Colori proibiti (1951). Invece di continuare con la forma-confessione che lo aveva portato al successo, in Sete d'amore torna alla narrazione in terza persona.
Nel 1951 visita gli Stati Uniti, il Brasile e l'Europa come corrispondente dell'Asahi Shinbun. Saranno soprattutto la Grecia e l'estetica classica a impressionarlo: l'ispirazione troverà forma in Shiosai (La voce delle onde; 1954). Il viaggio in Grecia e un nuovo culto del corpo segnano l'inizio di una nuova vita per Mishima: dal 1955 inizia a dedicarsi al culturismo, seguito dalla pratica delle arti marziali, precisamente del kendō.
Mishima si sposa l'11 giugno 1958 con Yoko Sugiyama, più che altro per compiacere la famiglia; la coppia avrà due figli, Noriko (nata il 2 giugno 1959) e Ichiro (nato il 2 maggio 1962).
Nonostante siano note varie visite ai gay bar giapponesi il suo orientamento sessuale resta controverso, per quanto dopo la morte la vedova abbia tentato di smorzare il dibattito su questo aspetto della vita del marito. Varie persone infatti sostennero di avere avuto relazioni di tipo omosessuale con Mishima; tra queste lo scrittore Jiro Fukushima il quale, in un suo libro, riportò stralci abbastanza espliciti della corrispondenza che tenne con il famoso romanziere. Dopo tale pubblicazione i figli di Mishima perseguirono con successo Fukushima per violazione della privacy.
Ormai diventato personaggio pubblico, appare come protagonista nella pellicola tratta da Yūkoku (Patriottismo, 1966), racconto di un giovane ufficiale che decide di morire tramite seppuku insieme alla moglie, film da lui scritto, diretto e interpretato; le sue foto come culturista e kendōka vengono pubblicate sui giornali popolari, così come le notizie dei periodi di addestramento insieme al Jieitai (Forza di Autodifesa Giapponese) e alla fondazione della Tate no Kai (Società degli scudi), il suo "esercito privato".
La tetralogia Hōjō no Umi (Il mare della fertilità) comincia ad apparire dal 1965. L'ultimo volume viene pubblicato nel 1970.

Il suicidio rituale

«Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata, forse non è altro che un fragile vetro.»
(da Lezioni spirituali per giovani samurai e altri scritti, traduzione di L. Origlia, Feltrinelli)
Da sempre ossessionato dall'idea della morte, sia a livello personale sia artistico, decide di unire questo disagio esistenziale al suo ideale politico di patriottismo tradizionalista.
Il 25 novembre del 1970, a 45 anni, insieme ai quattro più fidati membri del Tate no Kai, occupa l'ufficio del generale Mashita dell'esercito di autodifesa. Dal balcone dell'ufficio, di fronte a un migliaio di uomini del reggimento di fanteria, oltre che a giornali e televisioni, tenne il suo ultimo discorso: l'esaltazione dello spirito del Giappone, identificato con l'Imperatore, e la condanna della costituzione del 1947 e del trattato di San Francisco, che hanno subordinato, secondo Mishima, alla democrazia e all'occidentalizzazione il sentimento nazionale giapponese:
«Dobbiamo morire per restituire al Giappone il suo vero volto! È bene avere così cara la vita da lasciare morire lo spirito? Che esercito è mai questo che non ha valori più nobili della vita? Ora testimonieremo l'esistenza di un valore superiore all'attaccamento alla vita. Questo valore non è la libertà! Non è la democrazia! È il Giappone! È il Giappone, il Paese della storia e delle tradizioni che amiamo.»
(Yukio Mishima, Discorso prima del suicidio rituale)
Al termine del discorso, entrato nell'ufficio, e dopo aver inneggiato all'Imperatore, si toglie la vita tramite seppuku, il suicidio rituale dei samurai, trafiggendosi il ventre e facendosi poi decapitare. Insieme a lui si toglie la vita il suo più fidato amico e discepolo, Masakatsu Morita, il quale, secondo Marguerite Yourcenar nel saggio breve Mishima o la visione del vuoto, fu presumibilmente anche suo amante. Dopo che l'amico sbagliò per ben due volte il colpo di grazia, previsto dal rito tradizionale, lo scrittore venne finito da un altro compagno, Hiroyasu Koga, e Morita si trafisse a sua volta per la vergogna.
I tre sopravvissuti si consegnarono alla giustizia e vennero condannati a quattro anni di prigione per l'occupazione del ministero.

Giudizio storico

Personaggio difficile e complesso, spesso in Europa considerato vicino al Fascismo, secondo vari critici interpretava invece una personale visione del nazionalismo nipponico in chiave nostalgica, un conservatore decadente come lo definì Alberto Moravia, che lo aveva incontrato nella sua casa in stile occidentale liberty in un sobborgo di Tokyo. Egli si autodefiniva apolitico e antipolitico. Tra i suoi ideali più forti vanno annoverati il patriottismo, che ispirò anche numerosi personaggi delle sue opere, e il culto per l'Imperatore, visto non come personaggio reale, storico o figura autoritaria ma come ideale astratto e/o semidivino, incarnazione dell'essenza del Giappone tradizionale.
Con la sua tragica morte avvenuta in diretta televisiva nel 1970 all'età di quarantacinque anni (data studiata e ponderata accuratamente), con il suicidio rituale (seppuku) durante l'occupazione simbolica del ministero della difesa, suggellò la conclusione insieme della sua vita e della sua vicenda letteraria: poco prima del suo suicidio aveva infatti consegnato all'editore l'ultima parte della tetralogia Il mare della fertilità (completata comunque circa tre mesi prima della consegna, ma sulla quale appare, nell'ultima pagina, la data simbolica "25/11/1970", come a volere lasciare il suo ultimo testamento). La sua uscita di scena era stata organizzata con lucidità e freddezza: uscendo dal suo studio per andare incontro all'epilogo della propria vita lasciò un biglietto in cui era scritto «La vita umana è breve, ma io vorrei vivere per sempre». Va ricordato che la morte ha sempre ossessionato Mishima durante tutta la sua vita, un'ossessione che si riflette chiaramente nelle sue opere.
Mishima fu anche fondatore di una organizzazione paramilitare, di cui lui era capo e finanziatore, chiamata Tate no kai ("Associazione degli scudi"), che rifiutava in maniera netta ciò che lui definiva una sottomissione del Giappone, ossia il Trattato di San Francisco del 1951, col quale il suo paese aveva rinunciato per sempre a possedere un esercito, che non fosse di autodifesa e di misura ridotta, affidando la propria difesa agli Stati Uniti. Egli insistette spesso sulla funzione non reale ma simbolica del suo esercito, composto solo da 100 giovani selezionati dallo scrittore stesso, inteso come esercito di salvaguardia dello spirito tradizionale giapponese e difensore dell'Imperatore.

Ricezione critica

Mishima è famoso in occidente sia per il suo seppuku che per le sue opere, che fanno di lui, comunque, l'autore giapponese più tradotto nel mondo. Altri hanno paragonato Mishima a Gabriele D'Annunzio, mentre rimane comunque una figura scomoda sia per il mondo intellettuale dei conservatori (in cui trova comunque molti ammiratori) sia presso i progressisti: nel primo caso, a causa della sua presunta bisessualità e della sua astratta apoliticità; nel secondo caso, per il suo nazionalismo.
È stato però avvicinato ad altri scrittori e artisti della "mistica omosessuale", personaggi fuori dagli schemi, spesso nostalgici di un passato idealizzato, come Henry de Montherlant, Federico García Lorca, Jean Genet, Rainer Werner Fassbinder e Pier Paolo Pasolini.



domenica 11 dicembre 2016

Azai Nagamasa

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Azai Nagamasa (浅井 長政; 1545 – 26 settembre 1573) è stato un militare giapponese.
Come capo del clan Azai governò nella parte settentrionale della provincia di Ōmi, a est del lago Biwa. Fu alleato di Oda Nobunaga a partire dal 1564, e uno dei suoi nemici dal 1570 fino al 1573, anno in cui fu definitivamente sconfitto da questi. Fu protagonista della battaglia del fiume Anegawa nel 1570 e di numerosi assedi al castello di Odani (小谷城).

Biografia

Azai Nagamasa fu il figlio di Azai Hisamasa, da cui prese le redini del clan nel 1560. Nagamasa combatté con successo Rokkaku Yoshitaka e Saitō Tatsuoki tra il 1560 e il 1564. È ricordato come leader ispirato e fonte di motivazione.
Prese in sposa nel 1564 Oichi, sorella di Nobunaga. In questo modo il capo del clan Oda sperava di ottenere una valida alleanza con un clan che governava un territorio posto tra lui e la capitale Kyoto. Nel 1570, però Oda Nobunaga dichiarò guerra alla famiglia Asakura, alleata degli Azai fin dai tempi del nonno di Nagamasa. Il conflitto improvviso divise i clan: Nagamasa, in principio alleato con gli Oda, fu poi convinto dai suoi sostenitori ad allearsi con gli Asakura in onore della tradizionale fratellanza. La notizia rallentò un poco la marcia di Nobunaga verso gli Asakura e la capitale, ma dopo pochi mesi, il condottiero era già pronto ad affrontare la nuova minaccia.
Nell'estate del 1570, Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu schierarono un'armata di circa 20-30000 uomini nella provincia di Omi contro gli Azai e gli Asakura. Gli eserciti si scontrarono nella battaglia di Anegawa. La battaglia si svolse su due fronti, Oda contro Azai, Tokugawa contro Asakura. Se pur in inferiorità numerica le truppe di Nagamasa riuscirono a tenere a bada le truppe degli Oda e sembrava quasi che potessero assicurarsi la vittoria, quando però Tokugawa Ieyasu, dopo aver sbaragliato gli Asakura, venne in aiuto a Nobunaga che riuscì ad ottenere la vittoria.
Nel corso dei due anni successivi gli Azai furono sotto costante attacco da parte degli Oda, che arrivarono ad assediare il castello della capitale, Odani nel 1573. Non avendo più speranze di vittoria Nagamasa inviò Oichi e le sue tre figlie da Nobunaga e compì seppuku. Le donne furono risparmiate da Nobunaga. Manpukumaru, l'unico erede maschio di Nagamasa, fu giustiziato dal generale Toyotomi Hideyoshi per ordine di Nobunaga.
Le tre figlie di Nagamasa andarono in spose ad uomini molto famosi:
  • Chacha, o Yodo dono, fu la seconda moglie di Toyotomi Hideyoshi e madre del suo erede Hideyori.
  • Hatsu, sposò il daimyo Kyogoku Takatsugu.
  • Oeyo, o Sūgen'in, fu moglie del secondo shogun dei Tokugawa, Hidetada, e madre del suo successore Iemitsu.

Nella cultura di massa

Come in generale per tutti i samurai protagonisti del periodo Sengoku, Azai Nagamasa è diventato protagonista di vari giochi, specialmente videogames, in cui figura come uno tra i vari personaggi. In particolare in Samurai Warriors dove viene descritto come un vero eroe shakespeariano, combattuto nella scelta di onorare il suo amore verso Oichi, o di preservare il suo onore combattendo con gli Asakura contro il fratello acquisito Nobunaga.

sabato 10 dicembre 2016

Baba Nobuharu

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Baba Nobuharu (馬場 信春; 1514/15 – 29 giugno 1575) è stato un samurai e generale giapponese del periodo Sengoku.
Chiamato anche Baba Nobufusa (馬場 信房), è conosciuto come uno dei ventiquattro generali di Takeda Shingen. Baba combatté nelle battaglie di Mikatagahara e Nagashino, nella quale guidò l'avanguardia destra di Takeda Katsuyori.
Quando Takeda Shingen prese il castello di Fukashi (oggi castello di Matsumoto) nel 1550, lo affidò a Baba. Nel 1573 a Mikatagahara incalzò i sopravvissuti dell'esercito di Tokugawa Ieyasu che si stava ritirando verso il castello di Hamamatsu; vedendo le porte del castello aperte ed i bracieri accesi sospettò una trappola e non seguì ulteriormente l'esercito in fuga. Fu ucciso tre anni più tardi a Nagashino quando due samurai lo attaccarono contemporaneamente decapitandolo.
Il Kōyō Gunkan racconta che Shingen consultava spesso Nobuharu sulle questioni importanti. Prima di Nagashino, si ritiene che Nobuharu abbia combattuto in 21 battaglie senza ricevere una singola ferita.

venerdì 9 dicembre 2016

Ban Naoyuki

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Ban Naoyuki (塙 直之; 26 maggio 1567 – 1615), conosciuto anche come Ban Dan'emon (塙 団右衛門), è stato un samurai del tardo periodo Sengoku e del primo periodo Edo.
Servì inizialmente come vassallo di Katō Yoshiaki, una delle "sette lance di Shizugatake", che diventò in seguito padrone del dominio Aizu, presso Mutsu. Naoyuki servì Katō come comandante d'artiglieria (teppō-taishō).
Naoyuki seguì il suo signore durante l'invasione giapponese della Corea intorno al 1590, e per le sue azioni in combattimento in quella circostanza gli fu dato uno stipendio di 350 koku. Comunque, nella battaglia di Sekigahara nel 1600, si oppose agli ordini di Yoshiaki e conseguentemente lasciò il servizio. Dopo questi avvenimenti, servì numerosi signori, inclusi Kobayakawa Hideaki, Matsudaira Tadayoshi, e Masanori Fukushima; comunque, poiché il suo signore precedente, Yoshiaki, era d'impaccio, Naoyuki diventò monaco per un certo tempo.
Servì il clan Toyotomi nella campagna invernale dell'assedio di Osaka nel 1614. Comunque, durante la campagna estiva dell'anno seguente, fu ucciso in azione mentre combatteva le forze di Asano Nagaakira nella provincia di Izumi.

giovedì 8 dicembre 2016

Sette lance di Shizugatake

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Le sette lance di Shizugatake (賤ヶ岳の七本槍 Shizugatake no shichi-hon-yari) erano le guardie a cavallo di Toyotomi Hideyoshi durante la battaglia di Shizugatake del 1583. Nel momento decisivo della battaglia Hideyoshi ordinò loro di abbandonare la posizione e caricare l'armata di nemica di Shibata Katsuie. Dopo che Hideyoshi prese il controllo del Giappone molti di loro vennero promossi a daimyō.
Le sette lance di Shizugatake erano formate dai seguenti samurai:
  • Fukushima Masanori (1561–1624)
  • Hirano Nagayasu (1559–1628)
  • Kasuya Takenori (1562–1607)
  • Katagiri Katsumoto (1556–1615)
  • Katō Kiyomasa (1562–1611)
  • Katō Yoshiaki (1563–1631)
  • Wakizaka Yasuharu (1554–1626)
Fukushima, Katō Kiyomasa e Katō Yoshiaki ricevettero grandi ricompense da Hideyoshi, rispettivamente feudi da 240.000 koku a Owari, 195.000 koku a Higo e 100.000 koku a Iyo. Gli altri membri ebbero ricompense più modeste ma comunque di migliaia di koku.
Nella battaglia di Sekigahara e nell'assedio di Osaka tutti tradirono Toyotomi Hideyori, figlio di Hideyoshi, con l'eccezione di Kasuya Takenori che combatté al fianco di Ishida Mitsunari. Takenori fu perdonato successivamente, dopo la sconfitta di Ishida.
Con l'avvento dello shogunato Tokugawa, le sette lance o i loro successori vennero cacciati dalle loro terre, escluso Hirano.

mercoledì 7 dicembre 2016

Battaglia di Shizugatake

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La Battaglia di Shizugatake (賤ヶ岳の戦い Shizugatake no Tatakai) fu una battaglia del periodo Sengoku tra i sostenitori di Toyotomi Hideyoshi e Oda Nobutaka per la successione del clan Oda dopo la morte di Oda Nobunaga.

La battaglia

Nel maggio 1583, un generale veterano di Nobunaga chiamato Shibata Katsuie lanciò diversi attacchi simultanei a Shizugatake, dove si trovavano una serie di forti controllati dai generali di Hideyoshi, tra i quali Nakagawa Kiyohide. Sakuma Morimasa attaccò su ordine di Shibata, e Nakagawa fu ucciso, ma le difese del castello resistettero. Non appena ne venne a conoscenza Shibata Katsuie ordinò immediatamente a Sakuma di ritirare le sue truppe poiché erano pericolosamente lontane ed isolate dalle forze di Katsuie. Sakuma comunque non eseguì gli ordini e pianificò di lanciare un'altra offensiva.
Si sa che Hideyoshi era lontano almeno quattro giorni di marcia durante l'attacco di Sakuma. Tuttavia non appena Hideyoshi venne a conoscenza dell'attacco si mise in marcia forzata durante la notte e raggiunse Shizugatake in un giorno e mezzo. Avendo saputo che Hideyoshi stava arrivando con i rinforzi, Sakuma ordinò ai suoi uomini di rompere l'assedio e prepararsi alla difesa. Ma era troppo tardi e le forze di Hideyoshi sbaragliarono facilmente le forze assedianti.

Inseguimento e vittoria

Le armate di Hideyoshi spinsero le forze di Sakuma in una disfatta e le cacciarono indietro fino alla fortezza di Shibata Katsuie, il castello di Kitanosho a Fukui nella provincia di Echizen. Conquistarono il castello ma non prima che Shibata lo desse alle fiamme. Shibata subito dopo commise seppuku con la moglie Oichi facendo fuggire le sue figlie.

Conseguenze

I sette generali in comando di Hideyoshi dopo la battaglia guadagnarono un'enorme fama, e vennero chiamati shichi-hon yari o "Sette lance" di Shizugatake. Alcuni di questi divennero tra i servitori più stretti di Hideyoshi, tra i quali ricordiamo Katō Kiyomasa.

martedì 6 dicembre 2016

Seiza

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Seiza (正座, letteralmente "sedersi correttamente") è il termine giapponese per indicare la posizione seduta tradizionale.
Generalmente, per sedersi correttamente, il ginocchio sinistro deve essere posato a terra per primo, seguito dal destro e dai glutei, che infine appoggiano sui talloni. Le punte dei piedi possono essere vicine o sovrapposte. Tradizionalmente le donne si siedono con le ginocchia strette, mentre gli uomini le divaricano in una certa misura. In alcune arti marziali come il kendō o l'aikidō lo spazio tra le ginocchia è misurato da due pugni chiusi.
Sedersi in seiza è usuale in molte arti tradizionali giapponesi quali la cerimonia del tè (cha no yu), la calligrafia (shodō) e la composizione floreale (ikebana).

Storia

Durante la storia giapponese si sono sperimentate numerose posizioni per sedersi a gambe incrociate. In base alle circostanze, agli abbigliamenti e ai luoghi alcune hanno prevalso su altre. Nel periodo Muromachi l'architettura giapponese faceva grande uso del tatami (la tradizionale pavimentazione composta di tappeti di paglia di riso intrecciata e pressata) il che, combinato con la rigida formalità allora predominante nella classe guerriera per la quale questo tipo d'architettura fu ideata, contribuì alla nascita dello stile seiza come metodo corretto per sedersi. Comunque probabilmente non fu prima del diciottesimo secolo (tra le ere Genroku a Kyōhō nella storia giapponese) che tutti i giapponesi adottarono questo stile nella vita quotidiana. Nel Giappone moderno le stanze tradizionalmente arredate con il tatami e le circostanze in cui si deve rispettare Il seiza sono diventate piuttosto rare per cui oggi molte persone sono ormai disabituate al seiza.

Pavimento

Il Seiza consiste nel sedersi a terra e non su una sedia. Nell'architettura tradizionale giapponese, i pavimenti delle camere sono piuttosto confortevoli perché rivestiti da tatami. Il Seiza è, quindi, strettamente correlato alla pavimentazione tatami. Ci sono occasioni, comunque, in cui sedersi secondo lo stile seiza su un tappeto o un pavimento duro è possibile. In molte arti marziali, per esempio, questa seduta generalmente avviene su pavimenti duri. In base alla propria collocazione sociale e ad altre convenzioni, è possibile sedersi secondo lo seiza anche su speciali cuscini detti zabuton (座布団, letteralmente dei "futon su cui sedersi").

Difficoltà

Per chi è ferito oppure troppo anziano sedersi su appositi sgabelli è considerato tollerabile anche quando sarebbe richiesto lo stile seiza. Questi speciali sono trasportabili e chiudibili e possono essere collocati, chiusi, al di sotto dei piedi diminuendo la pressione sui medesimi. Nelle occasioni molto formali è tuttavia consigliato almeno tentare di sedersi secondo lo stile seiza per poi farsi aiutare a sistemarsi sullo sgabello nel caso il tentativo fallisca o i dolori siano eccessivi. Gli stranieri hanno in genere estrema difficoltà a sedersi secondo questa posizione e chi non è avvezzo allo stile seiza difficilmente riuscirà a resistere oltre i due minuti. La circolazione infatti rallenta in alcune parti delle gambe e spesso si manifestano il formicolio o, peggio ancora, la totale impossibilità di muovere le gambe. Con l'esperienza comunque questi disturbi tendono a diminuire fino a scomparire quasi del tutto, e i praticanti esperti dello stile seiza riescono a resistere in questa posizione a lungo e con disturbi minimi. Alcuni problemi alle giunture - in particolare il ginocchio - possono però espandersi se si è tesi a sedersi in tale posizione; particolarmente grave è la sindrome di Osgood-Schlatter.


Uso nelle arti tradizionali

Sedersi secondo lo stile seiza è fondamentale in alcune arti giapponesi, come nelle arti marziali e la cerimonia del tè, sebbene esista anche la cerimonia del tè da tavolo, la ryūrei, inventata nel diciannovesimo secolo. Seiza è anche lo stile di seduta praticato durante l'esecuzione dello shodo (calligrafia) e dell'ikebana (confezionamento di fiori) sebbene, con l'arrivo della mobilia moderna in sile europeo, certe maniere di comportarsi siano ormai considerate obsolete. Molti teatri che ospitano spettacoli tradizionali come il teatro kabuki ancora oggi obbligano gli spettatori a sedersi secondo lo stile seiza.

Shikkō

Il camminare sulle propria ginocchia durante la postura seiza è conosciuto come Shikko (膝行 shikkō, movimento con le ginocchia) ed è considerato molto più cortese che alzarsi e camminare in piedi. Questo modo di spostarsi oggigiorno è raro; lo Shikkō viene utilizzato nei ristoranti formali, nei ryokan e nell'arte marziale dell'aikidō, in cui i praticanti apprendono lo shikkō.
Per camminare sulle propria ginocchia correttamente i talloni devono essere vicini quanto più possibile ed il corpo deve muoversi come un solo blocco sinergico. Lo shikkō è considerato uno dei migliori esercizi per il praticante d'aikidō, dato il coinvolgimento di tutti i muscoli del corpo.

Uso nelle arti marziali

Nelle arti marziali tradizionali come il ninpo è buona regola compiere questi movimenti per compiere una seiza corretta (notare che tale posizione è usata durante i saluti più formali e rispettosi):
1. Si comincia con un classico inchino (rei) accompagnato tradizionalmente da parole di saluto.
2. Si poggia a terra il ginocchio sinistro (badando a poggiare al suolo la punta del piede e a tenere le mani sui fianchi).
3. Si poggia a terra a sua volta il ginocchio destro (sempre badando alle sopracitate posizioni).
4. Ci si siede per un momento sui talloni dopodiché ci si solleva leggermente per cambiare il punto d'appoggio dei piedi, che dalla punta passa al collo, per poi risedersi sui talloni.
5. Ci si inchina posando al suolo rispettivamente la mano sinistra e la mano destra creando con le dita una sorta di triangolo.
6. Durante l'inchino si porta la fronte a brevissima distanza dal triangolo formato dalle mani pronunciando le stesse parole del precedente rei.
7. Ci si rialza riportando rispettivamente la mano destra e la mano sinistra sui fianchi.
8. I piedi ritornano ad appoggiarsi sulle punte.
9. Si porta in avanti il piede destro e poggiando su di esso si ritorna in posizione eretta.
10. Si fa un altro rei pronunciando tradizionalmente delle parole di ringraziamento.



Metodi di seduta alternativi

Agura

La posizione agura, ovvero il sedersi a gambe incrociate, è considerata informale se paragonata alla seiza nel caso degli uomini ed è decisamente mal vista se a praticarla sono le donne.

Kiza

Per sedersi secondo lo stile seiza è richiesto di poggiarsi sulle ginocchia momentaneamente, con i talloni tesi verso l'alto; se ci si siede ponendo la caviglia a terra e toccando il pavimento con gli alluci, la posizione è detta invece kiza (跪座). Se si abbassano i piedi a terra completamente, allora si trova seduto nella posizione seiza. Nello iaido i praticanti si alzano per impugnare la propria Katana e fendere l'aria dopo aver assunto la posizione kiza, invece che saltare direttamente dalla posizione seiza.



lunedì 5 dicembre 2016

Chōsokabe Chikakazu

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Chōsokabe Chikakazu (長宗我部 親和), noto altresì come Kagawa Chikakazu (香川 親和)
(1567 – 1587) è stato un samurai del periodo Azuchi-Momoyama.

Biografia

Figlio di Chōsokabe Motochika e fratello di Chōsokabe Nobuchika, salì al potere del clan Kagawa, ma non fu capace di ottenere il comando del clan Chōsokabe che andò ad un altro suo fratello, Chōsokabe Morichika.