L'Arthaśāstra è
un antico trattato indiano di scienze politiche, economiche e
strategia militare.
Tradizionalmente il suo autore è
identificato in Kauṭilya (350–283 a.C.), «l'Insidioso»,
patronimico del nome personale Cāṇakya, detto anche
Viṣṇugupta, erudito brahmano e mentore di Candragupta
Maurya, fondatore dell'Impero Maurya.
Diversi studiosi hanno tradotto il
termine "arthaśāstra" in modi differenti.
- R.P. Kangle – "scienze politiche" un trattato che aiuta un Re "nell'acquisizione e protezione del territorio"
- A.L. Basham – un "trattato di gestione e organizzazione politica"
- D.D. Kosambi – "scienza del guadagno materiale"
- G.P. Singh – "scienza di amministrazione politica"
- Roger Boesche – "scienza di politica economica"
- Gianluca Magi – "codice del potere". Lo studioso italiano così spiega la sua scelta di traduzione:
«Il
termine artha, eloquente e vitale per il nostro trattato, abbraccia
un’ampia varietà di valenze semantiche: «benessere materiale»,
«attività economicamente produttiva», «prosperità economica»,
«ricchezza» (anche nel senso di stato finanziario della nazione),
«interesse», «profitto», tutti termini che esprimono il principio
dell’azione razionale diretta verso fini egoistici; denota dunque
l’aspetto pratico della vita teso all’acquisizione interessata e
ponderata della ricchezza materiale, in un’indifferenziazione tra
l’economico, l’amministrativo e il politico. Sulla scorta di tali
considerazioni e sul fatto che śāstra – che
indica un intero campo del sapere così come un determinato manuale –
può essere tradotto con «leggi», «insegnamento», «scienza»,
«trattato»,«codice», «testo», si è scelto di tradurre il
titolo Arthaśāstra in Il Codice del
Potere.»
(Gianluca Magi (a cura di),
Kauṭilya, Il Codice del Potere (Arthaśāstra). Arte della
guerra e della strategia indiana, Edizioni Il Punto d'Incontro,
Vicenza 2011, pp. 28-9)
Roger Boesche descrive
l'arthaśāstra come "un libro di realismo politico, un
testo che analizza e descrive come il mondo politico funzioni
effettivamente più che come un testo che voglia indicare come la
politica dovrebbe essere.
In questo senso può essere
interpretato come un manuale che svela ad un Re i segreti dell'arte
del governo non disdegnando di dispensare consigli che invitano
deliberatamente al ricorso a misure estreme e brutali se queste siano
indirizzate al bene comune del popolo e dello Stato. "
Essenzialmente, l'arthaśāstra descrive
come amministrare un'autocrazia per mezzo di una solida ed
efficiente economia.
Dibatte di etica dell'economia e dei
doveri e degli obblighi di un sovrano.
L'obiettivo dell'arthaśāstra è
quello di fornire ad un sovrano qualcosa di più di un trattato di
politica e gestione degli affari di Stato.
Il trattato offre una panoramica su
aspetti legislativi e burocratici, sull'organizzazione della
struttura statale con dettagli anche inerenti argomenti come la
mineralogia, la scienza dei metalli, l'agricoltura, la zootecnica, la
medicina e l'utilizzo degli animali selvatici.
L'arthaśāstra affronta anche la
tematica dello stato sociale (ad esempio la redistribuzione
delle risorse durante una carestia) e dell'etica sociale che
contribuisce a mantenere unita una collettività.
A causa del suo spiccato pragmatismo
politico, l'arthaśāstra è stato spesso paragonato a Il
Principe di Machiavelli.
«Esiste forse un altro libro che parli
così apertamente di quando l'uso della violenza sia giustificato? Di
quando l'assassinio di un nemico sia utile?
Quando uccidere gli oppositori interni
sia saggio? Come utilizzare agenti segreti? Quando sia necessario
sacrificare un proprio agente sotto copertura? Come per un sovrano
sia possibile usare donne e bambini come spie e persino assassini?
Quando uno Stato dovrebbe violare un
trattato ed invadere una nazione confinante? Kautilya — e per
quanto mi è dato sapere solo Kautilya — sa dare una risposta a
questi quesiti.
In quali casi è lecito per un Re
spiare i suoi sudditi? Come dovrebbe un sovrano mettere alla prova i
propri ministri oltre che i membri della propria stessa famiglia al
fine di verificarne la lealtà?
Quando un Re può arrivare ad uccidere
un principe, un proprio figlio erede al trono?
Come proteggere un Re da tentativi di
avvelenamento? Quali precauzioni prendere contro un eventuale
tentativo di omicidio da parte della propria moglie?
Qual è il momento più appropriato per
porre in stato di arresto un agitatore sulla base di un sospetto?
Quando è lecita la tortura?
Ad un certo punto il lettore può
arrivare a domandarsi: possibile non esista una sola domanda che
Kautilya trovi troppo immorale o eccessiva da porre apertamente in un
testo di dottrina politica? La risposta è no. Ed è questo ciò che
inquieta. Ma questo è anche il motivo per cui Kautilya è stato il
primo vero grande realista politico.»
(Boesche 2002, p.1)
Commentando l'arthaśāstra Max
Weber ebbe modo di osservare:
«Nel senso più estremo, ciò che
nell'accezione più popolare del termine, identifichiamo come
“machiavellico”, nella letteratura indiana è
classicamente espresso nell'arthaśāstra di Kautilya (scritto molto
tempo prima della nascita di Cristo, probabilmente al tempo
di Candragupta Maurya): paragonata ad esso il Principe di
Machiavelli è un'opera “innocua”.»
(Max Weber, Politics as a
Vocation (1919))
Tuttavia va detto che la portata
dell'opera è molto più ampia di quanto di solito viene riportato su
di essa.
È infatti possibile trovare nel testo
anche riferimenti alla compassione nei confronti dei più deboli come
i poveri, gli schiavi e le donne; degli esempi di ciò si hanno nella
difesa da parte dell'autore di provvedimenti di riforma agraria in
favore di fasce più povere della popolazione e altrove nel richiamo
al dovere di garantire la protezione della castità delle schiave.
L'Arthaśāstra è composto da 15
libri:
- I La disciplina
- II La condotta dei sovrintendenti
- III La giustizia
- IV Estrazione delle spine
- V La condotta segreta
- VI L'origine della sfera geopolitica
- VII Le sei strategie politiche
- VIII Le avversità dello Stato
- IX L'azione dell'invasore
- X La Guerra
- XI La condotta nei confronti delle corporazioni
- XII Il nemico più potente
- XIII Stratagemmi per espugnare piazzeforti
- XIV Mezzi occulti
- XV Metodologia del trattato
L'arthaśāstra tratta in dettaglio
quali debbano essere le qualità di un sovrano saggio e
virtuoso Rajarishi e quali discipline egli debba praticare
e approfondire come materie di formazione personale.
"Nella felicità dei suoi sudditi
è riposto il segreto della felicità di un Re, il loro benessere è
il SUO benessere. Egli non prende in considerazione come buono
semplicemente ciò che gli piace, ma considera come autentico
beneficio per se stesso solo quanto piace ai suoi sudditi e
sottoposti." - Kautilya.
Secondo Kautilya, un Rajarishi è colui
che:
- Ha il dominio di sé, avendo sottomesso le ostili tentazioni sensi;
- Ha cura di coltivare la ragione e l'intelletto per mezzo della frequentazione di uomini d'esperienza e cultura;
- Tiene gli occhi aperti tramite le sue spie e informatori;
- È sempre all'opera nel promuovere la sicurezza e il benessere della popolazione;
- È abile nell'assicurarsi il rispetto del popolo per mezzo del dharma, dell'autorità e dell'esempio dato;
- Migliora la propria disciplina attraverso l'apprendimento in tutti i rami del sapere; e
- Si accattiva la simpatia e la benevolenza delle persone arricchendole e facendo loro del bene.
Un sovrano così disciplinato dovrebbe
inoltre:
- Tenersi lontano da una moglie altrui;
- Non bramare cose altrui;
- Praticare l'ahimsa (non-violenza nei confronti di tutti gli esseri viventi);
- Evitare sogni ad occhi aperti, pensieri oziosi, capricci, falsità e stravaganze; e
- Evitare di accompagnarsi a persone dannose o nocive così come indulgere in attività della medesima natura.
Kautilya dice che l'artha
(“l'obiettivo materiale” e in una delle sue possibili estensioni
di significato “l'utile economico”) è la cosa più
importante; dharma e kama (significando con
quest'ultimo “l'atto della volizione” in sé più che il semplice
desiderio) sono entrambi dipendenti da esso.
Un autentico Rajarishi terrà sempre in
alta considerazione quei consiglieri che lo ammoniranno rispetto ai
pericoli derivanti dalla trasgressione dei limiti di una buona
condotta, rammentandogli, se necessario anche bruscamente, i tempi
prescritti per l'adempimento dei suoi doveri di uomo di Stato e
ammonendolo persino quando egli dovesse commettere errori riguardanti
la sua condotta nella vita privata.
Se un Re è energico, così saranno i
suoi sottoposti. Se egli è fiacco o pigro nell'adempimento delle
proprie funzioni, anche i suoi sottoposti saranno altrettanto
negligenti e perciò consumeranno in qualche modo la sua ricchezza.
Inoltre, un re pigro cadrà più facilmente nelle mani dei nemici. Da
ciò deriva la necessità per un Rajarishi di mantenere sempre se
stesso in forza e attività.
Il sovrano dovrebbe sempre essere
attivo nell'amministrazione dell'economia. La fonte della ricchezza è
l'azione (in campo economico) e una eventuale carenza in questo campo
recherebbe difficoltà materiali.
In assenza di una solida economia,
tanto la prosperità presente quanto la crescita futura sarebbero
impossibili. Un re può raggiungere gli obiettivi desiderati e
l'abbondanza di ricchezze intraprendendo redditizie attività
economiche.
Un sovrano ideale è colui il quale
possiede le più alte qualità di leadership, intelligenza, energia e
attributi personali.
Le qualità di leadership (che
attraggono seguaci) sono: la nascita in una famiglia nobile e
possidente, la fortuna favorevole, l'intelligenza e l'abilità, le
frequentazioni di persone anziane, di saggi e persone dotate di
esperienza, l'essere giusti, sinceri e risoluti, entusiasti e
disciplinati, rispettare la parola data, il mostrare gratitudine
(verso coloro che gli offrono aiuto), avere nobili fini, non essere
dilatorio, avere cura di divenire più forti dei Re vicini e sapersi
circondare dai ministri e dai funzionari di grandi qualità.
Le qualità di intelligenza sono:
desiderio di imparare, il saper ascoltare gli altri, afferrare,
trattenere, comprendere a fondo e riflettere sulla conoscenza,
rifiutando opinioni false e aderendo a quelle vere.
Un re energico è colui che è valoroso
, determinato, veloce e abile. Per quanto riguarda gli attributi
personali, un re ideale dovrebbe essere eloquente, audace e dotato di
intelletto acuto, una memoria efficace e una mente acuta.
Egli deve essere aperto ai
suggerimenti. Dovrebbe avere una formazione adeguata in tutte le arti
ed essere in grado di guidare un esercito. Egli dovrebbe essere
giusto nel premiare come nel punire e avere la lungimiranza di
sapersi avvalere delle tutte le opportunità offerte dal momento,
luogo e azioni presenti in una determinata situazione.
Egli deve saper governare in tempi
normali come in tempi di crisi. Dovrebbe sapere quando combattere e
quando fare la pace, quando stare in agguato, quando rispettare i
trattati e quando colpire la debolezza del nemico.
Egli dovrebbe conservare la sua dignità
in ogni momento e non ridere in maniera poco dignitosa. Dovrebbe
essere dolce nel parlare, guardare dritto negli occhi le persone ed
evitare di sembrare corrucciato. Deve astenersi da passione, rabbia,
avidità, ostinazione, volubilità e maldicenza. Egli deve condurre
la propria vita, conformemente al parere degli anziani.
Kautilya afferma - I litigi tra
persone possono essere risolti con la vittoria sui capi dei litiganti
ovvero rimuovendo la causa del litigio – i cittadini che lottano
tra di loro con la loro reciproca rivalità posso risultare utili al
re.
I conflitti di potere all'interno della
famiglia reale, d'altro canto, finiscono per portare persecuzioni e
distruzione presso il popolo e costa grande fatica riuscire a porre
fine ai conflitti del genere.
Da ciò deriva che un conflitto di
potere interno alla famiglia reale sia potenzialmente molto più
deleterio che una lotta tra fazioni di comuni sudditi. Sappia dunque
il sovrano fare un buon uso della discrezione ed essere scaltro nel
giudicare.
I vizi sono corruzioni causate da
ignoranza e indisciplina; un uomo incolto non sa percepire le dannose
conseguenze dei suoi vizi. Kautilya così sintetizza: considerando il
fatto che il gioco d'azzardo è più pericoloso nei casi in
cui vi sia una condivisione del potere, il vizio con la conseguenza
più grave è senza dubbio l'alcolismo, seguito dal correre dietro ad
ogni donna, dal gioco d'azzardo e infine dalla caccia.
L'importanza
dell'autodisciplina
La disciplina è di due tipi: innata e
acquisita.
Istruzione e addestramento possono
favorire la disciplina soltanto in chi sia capace di trarre da esse
il massimo beneficio, gli incapaci non sapranno beneficiarne in ogni
caso. La cultura dona disciplina soltanto a coloro che siano
provvisti di determinate caratteristiche mentali:
capacità di obbedienza a un
insegnante, desiderio e capacità di imparare, capacità di
trattenere ciò che è stato appreso, comprendere ciò che è
appreso, riflessione su di esso e in ultimo la capacità di fare
inferenze operando con i dati delle conoscenze acquisite.
Coloro che siano privi di tali facoltà
mentali non avranno alcun beneficio dall'istruzione, questo, a fronte
di qualsiasi quantità o qualità di formazione offerta loro.
Colui che sarà un re dovrà acquisire
disciplina e seguirla con rigore acculturandosi nelle scienze sotto
la guida di insegnanti di qualità.
Per il miglioramento della propria
auto-disciplina, egli dovrebbe sempre accompagnarsi ad anziani colti
ed eruditi. Al fine di ottenere un intelletto ben allenato dovrebbe
addestrarsi nelle discipline dello yoga, dalle quali deriva
l'autocontrollo. Questo è ciò che si intende per efficienza
nell'acquisizione della conoscenza. Solo un re, che sia saggio,
disciplinato, dedito a un modo illuminato di governare e che sia
attento al benessere di ogni essere, potrà godere incontrastato il
dominio sulla terra.
Kautilya raccomandò al re Chandragupta
Maurya sette fondamentali modalità di relazione con le potenze
confinanti.
Le strategie consigliate sono:
- Sanman – La Pacificazione, Patto di non aggressione
- Danda – La Forza, la Punizione
- Dana – Il Dono, La Corruzione
- Bheda - La Divisione, Lo Scindere, La Separazione delle Forze Opposte (il Divide et impera romano)
- Maya - L'Illusione, l'Inganno
- Upeksha - L'ignorare il nemico
- Indrajala - Falsificare l'autentica Forza Militare
È necessario che un dato ambiente sia
propizio e favorevole affinché l'economia e le finanze di uno Stato
possano essere prospere. Ciò richiede che la legge e l'ordine di uno
Stato siano mantenuti al loro massimo livello. L'arthaśāstra
raccomanda sanzioni pecuniarie e punizioni per sostenere una rigorosa
applicazione delle leggi all'interno della giurisdizione dello Stato.
La scienza del diritto e delle forze dell'ordine viene chiamata da
Kautilya daṇḍanīti (retto uso della forza e
dell'autorità).
La dinastia reggente l'Impero
Maurya guardò in primo luogo alle foreste come fonte di
risorse. Per loro, il “prodotto” più importante che le foreste
offrivano fu l'elefante. La potenza militare in quei tempi non dipese
solo dal numero di uomini o cavalli da combattimento, ma anche
dall'uso di elefanti da battaglia. Gli elefanti svolsero un ruolo
decisivo nella sconfitta di Seleuco, governatore di Alessandro
Magno a quei tempi signore della regione del Punjab.
I Maurya cercarono di sostenere e
mantenere la disponibilità di elefanti dal momento che era più
conveniente in termini di tempo catturare, domare e addestrare
elefanti selvaggi piuttosto che allevarli. L'arthaśāstra di
Kautilya scende nel dettaglio indicando quale sia il compito di un
determinati funzionario, il cosiddetto “Protettore degli Elefanti
delle Foreste”:
«Al confine della foresta, egli
dovrebbe delimitare una foresta per gli elefanti sorvegliata da
guardie forestali. Il soprintendente dovrebbe, con l'aiuto delle
guardie ... proteggere gli elefanti per montagne, lungo i fiumi, i
laghi oppure in tratti paludosi ... Dovrebbero uccidere chiunque
tenti di uccidere un elefante»
(Arthashastra)
L'arthaśāstra riporta anche che i
Maurya designarono specifiche foreste destinate alle fornitura di
legname e come il funzionario addetto alla protezione degli animali
fosse anche impiegato nella lotta contro ladri, bracconieri, ladri di
bestiame e altri predatori naturali al fine di rendere i boschi più
sicuri per il pascolo degli animali d'allevamento.
Un resoconto
esaustivo delle idee economiche presenti nell'arthaśāstra è stato
fornito dallo studioso Ratan Lal Basu[ e da altri rinomati
esperti studiosi dell'arthaśāstra in un volume edito da Sen &
Basu Il libro contiene documenti presentati da autori
provenienti da tutto il mondo presenti alla Conferenza Internazionale
tenutasi nel 1902 presso l'Oriental Research Institute
di Mysore, India per celebrare il centenario della
scoperta del manoscritto dell'arthaśāstra.