Topór
(Боевой топор in
cirillico) è la parola che in lingua polacca e in lingua russa
indica la scure d'arcione in particolare e l'ascia da battaglia in
generale. Arma manesca di diretta derivazione orientale, quasi
certamente basata su di un modello in uso alla cavalleria dei turchi
ottomani, differisce dalla scure d'arcione occidentale per la
conformazione della lama, la cui linea è ottimizzata per i colpi
discendenti vibrati dal cavaliere in arcioni.
L'uso della scure d'arcione, ben
documentato nella Persia degli Achemenidi (v. Sagaris) ancor prima
che dei Parti o dei Sasanidi, fu una caratteristica tipica delle
forze di cavalleria del Medioriente tanto nell'Antichità quanto nel
Medioevo. Dalla Persia, la passione per la scure d'arcione si diffuse
nelle terre dell'attuale Afghanistan, dell'Armenia e delle contrade
più settentrionali del subcontinente indiano.
Nel Khanato di Bukhara (XVI-XVIII secolo), il tabarzin (vocabolo di lingua farsi indicante genericamente la scure da guerra, sia nella sua versione da fanteria che da cavalleria) era attributo precipuo del sovrano (khan).
Nel Khanato di Bukhara (XVI-XVIII secolo), il tabarzin (vocabolo di lingua farsi indicante genericamente la scure da guerra, sia nella sua versione da fanteria che da cavalleria) era attributo precipuo del sovrano (khan).
La sistematica pressione delle
popolazioni di etnia turca sulla Persia prima e sul Mar Nero poi
concorsero a veicolare verso l'Europa l'uso dell'ascia d'armi. Nelle
regioni baltiche, interessate dalla presenza di popolazioni
germaniche use a servirsi in modo variegato della scure quale arma
(Vichinghi e Variaghi), il miscuglio tra la tradizione orientale e
quella occidentale portò allo sviluppo di una particolarissima
tipologia di scure d'arcione che mantenne spesso le caratteristiche
tipiche dell'ascia turco-persiana mescolandola a volte con elementi
germanici: il topor.
La scure d'arcione russo-polacca ebbe
larga diffusione presso le forze di cavalleria di quei potentati
cristiani che avevano dovuto fare gioco-forza del soldato a cavallo
il prototipo delle proprie forze armate onde contrastare i continui
raid dei cavalieri turchi e tartari: la Confederazione
Polacco-Lituana, la potente compagine statale sorta nel 1569 con la
fusione del Granducato di Lituania e del Regno di Polonia, ed il
Granducato di Moscovia, erede della Rus' di Kiev devastato dai
Tataro-mongoli.
Rispetto alle altre tipologie di scuri
d'arcione in uso presso gli eserciti dell'Europa occidentale, il
topor restò in uso ancora in piena Età Moderna. La cavalleria russa
e gli husaria polacco-lituani, tanto quanto i loro avversari turchi e
tartari, continuarono a servirsi di armi bianche d'arcione ancora nel
pieno XVII secolo, quando cioè la cavalleria occidentale aveva ormai
pienamente adottato il modello "Spada-e-Pistola" codificato
durante la Guerra dei Trent'Anni. Il topor con manico coperto di
cuoio ed argento conservato presso l'Armeria del Cremlino di Mosca
(riportato sotto in figura) è stato, a titolo di esempio, datato al
Seicento.
Il persistere della scure nella panoplia dei cavalieri dell'Europa orientale fu anzitutto dovuto ad un preciso bisogno pratico. In quelle contrade infatti l'uso di una corazza a maglia di ferro o a maglia di ferro laminata, sia da parte delle armate cristiane che da parte degli ottomani, perdurava ancora in piena Età barocca, quando cioè l'Europa occidentale copriva la sua cavalleria pesante (corazzieri e raitri) con solidi piastroni di metallo. I russi ed i polacco-lituani, tanto quanto i turco-tartari, erano quindi ancora nella condizione di dover ricorrere a scuri e mazze per liquidare il nemico negli scontri. Bisogna inoltre considerare che la scure, tanto quanto la mazza ferrata (bulava) aveva un significato simbolico enorme per le popolazioni slave e magiare tanto quanto per i turchi ed i persiani.
Il persistere della scure nella panoplia dei cavalieri dell'Europa orientale fu anzitutto dovuto ad un preciso bisogno pratico. In quelle contrade infatti l'uso di una corazza a maglia di ferro o a maglia di ferro laminata, sia da parte delle armate cristiane che da parte degli ottomani, perdurava ancora in piena Età barocca, quando cioè l'Europa occidentale copriva la sua cavalleria pesante (corazzieri e raitri) con solidi piastroni di metallo. I russi ed i polacco-lituani, tanto quanto i turco-tartari, erano quindi ancora nella condizione di dover ricorrere a scuri e mazze per liquidare il nemico negli scontri. Bisogna inoltre considerare che la scure, tanto quanto la mazza ferrata (bulava) aveva un significato simbolico enorme per le popolazioni slave e magiare tanto quanto per i turchi ed i persiani.
Il topor scomparve definitivamente dai
campi di battaglia dell'Europa orientale solo al volgere del
Settecento, con alcuni esemplari ancora prodotti nel XIX secolo.
Rispetto alla scure d'arcione
occidentale, il topor aveva:
- testa metallica massiccia ma di dimensioni più contenute. La lama di scure aveva bordo superiore quasi piatto, a volte discendente, ed il filo rivolto verso il basso. Alcuni esemplari, causa probabile influenza tedesca, avevano una lama simile a quella dell'ascia barbuta. Posteriormente alla lama, il topor poteva sviluppare un dente a forma di testa di martello, per intensificare la potenza del colpo all'impatto. Negli esemplari orientali, la testa dell'arma era realizzata in pregevole acciaio Damasco tipo Wootz;
- manico in legno quasi sempre impreziosito da ghiere, lamine ed anelli di metallo, capaci al contempo di rinforzarlo ma molto diversi, nella linea, dalle stanghe metalliche normalmente utilizzate per irrobustire l'ascia d'armi anglo-francese. Gli esemplari da parata hanno manico in legno più sottile ed aggraziato, sontuosamente impreziosito.