sabato 31 marzo 2012

Turismo sessuale: la vergogna della prostituzione infantile.



Una storia molto toccante che descrive la triste realtà di centinaia di migliaia di bambini del sud est asiatico, alla mercé di persone senza scrupolo che per facile guadagno non esitano a portare alla distruzione la vita di creature innocenti.

Atitaya perse il papà quando aveva 6 anni. Da allora viveva con la nonna e due fratelli più grandi in un villaggio nella foresta del nord della Thailandia.
La sua famiglia era molto povera: poteva a mala pena comprarsi da mangiare, senza la minima possibilità di permettersi di mandare i bambini a scuola.
Quando aveva dieci anni, comparve nel villaggio una donna cinese, che stava cercando ragazze da mandare a lavorare a Bangkok. La donna disse alla madre di Atitaya che vi erano molte possibilità di lavorare in città, e che lei poteva facilmente trovarne uno per Atitaya così che lei poteva sostenere la famiglia.
La donna offrì alla madre 100 dollari (una somma che lei non aveva mai visto in tutta la sua vita) affinché la piccola potesse andare con lei.
Dopo molti abbracci e lacrime, Atitaya e sua madre si lasciarono, consapevoli che quella era l’unica scelta possibile perché la famiglia uscisse dalla condizione di estrema povertà in cui si trovava.
La piccola Atitaya venne portata a 1.500 chilometri lontano dal suo villaggio per svolgere il suo nuovo lavoro: prostituta in un bordello di Bangkok.
Dato che parlava solo il dialetto della sua tribù, la piccola non poteva nemmeno comunicare con quelli che le stavano attorno, che parlavano il Thai.
La tenutaria del bordello la picchiava e le iniettava del Valium per renderla più docile; anche gli uomini che la compravano per un’ora o due di vergognoso commercio la picchiavano.
Quando non “lavorava”, veniva tenuta in una camera chiusa a chiave. Nel buio, Atitaya sognava disperatamente di ritornare a casa, di sfuggire al sua incubo, ma la porta era ben serrata dall’esterno.
Il commercio a scopo sessuale dei bambini non distrugge solo il loro spirito e la loro anima, ma anche i loro corpi. Ad oggi, più di 3 milioni* di bambini nel mondo sono morti di AIDS, ed ogni giorno si vanno aggiungendo 1.600* nuovi casi, la cui causa primaria è la prostituzione.
Studi condotti in Tailandia e India indicano che dal 50 al 90%* dei bambini impiegati in questo traffico è affetto da HIV.

Un business da cinque milioni di dollari. Coinvolti milioni di uomini, donne e bambini tra gli otto ed i sedici anni. Estremo Oriente e il Sud Est Asiatico le mete più battute. Nel solo Brasile, poi, oltre 500mila i piccoli coinvolti. Il mercato fa fiorire anche nuovi fenomeni: a Cuba impazzano da qualche anno donne italiane in cerca di gigolo caraibici.



venerdì 30 marzo 2012

Un esperto di arti marziali ha qualche possibilità di vincere contro un leone?




Sicuramente si, al 100% il leone morirebbe dal ridere a vederlo gesticolare ed urlare, mi pare gia' di vederlo mentre si tiene la pancia e si ritola a terra per il troppo ridere.
Smettetela con queste domande per favore, oggi c'e' gente che non sopravviverebbe all'attacco di un criceto inca**ato,e voi chiedete continuamente chi vincerebbe tra un uomo contro eventuali attacchi di gorilla, orsi, ippopotami, coccodrilli , squali, jene, tigri, lo volete capire che si parla sempre di animali selvaggi e feroci molto piu robusti, veloci di qualunque umano ed abituati a lottare per sopravvivere. E basta !
P.S. Questo e' l'aspetto di un leone dopo aver "Mangiato". Vedi quanto sangue? Questo ti fa capire come sarebbe ridotto il tuo eroe se un leone decidesse di attaccarlo.


giovedì 29 marzo 2012

Bruce Lee non ha mai combattuto contro Chuck Norris?


Il grande Bruce Lee ha combattuto contro Chuck Norris in una mitica scena del film L'URLO DI CHEN TERRORIZZA ANCHE L'OCCIDENTE. La storia vede Colt, un campione americano di arti marziali, che viene mandato a Roma ad uccidere Chen (Bruce Lee). Ci sono varie curiosità su quel film.
Lo scontro finale tra i due è ambientato nel Colosseo perchè richiama le lotte tra Gladiatori, è una tra le scene più leggendarie della storia del cinema, contribuì a fare di Bruce Lee una super star mondiale e lanciò la carriera di Chuck Norris che era poco più che un esordiente.
Per girarla ci vollero 4 giorni di riprese, erano oltre 20 pagine di copione scritte e disegnate da Bruce Lee - anche regista del film - che insegnò a Norris i trucchi da usare durante le scene di combattimento. Pochi sanno che fu girata davvero a Roma, anche se ovviamente per problemi logistici ed economici i totali furono girati nel vero Colosseo e il grosso del combattimento in un teatro di posa.
La scena volendo rappresenta anche uno scontro dell'Oriente contro l'Occidente; o la battaglia tra diverse arti marziali: il Kung Fu e Jeet Kune Do del cinese contro il Karate e Taekwondo dell'americano. E alla fine, quando Bruce Lee sconfigge l'avversario, rende comunque omaggio al suo valore, coprendolo con la sua giacca e deponendogli sopra la sua cintura.
Per gli appassionati del genere, imperdibile…



mercoledì 28 marzo 2012

Nelle arti marziali, spesso guardiamo al continente asiatico come un popolo di un livello superiore con guerrieri leggendari e imbattibili. È vero? Noi occidentali siamo un passo indietro? O è solo un falso mito?

Risultato immagini per guerriero occidentale

É piú una concezione storica e di sviluppo delle arti marziali nonché di diffusione. Sembra un'argomentazione che non c'entra nulla e abbastanza atipica, ma é anche stata una questione di pubblicizzazione delle loro discipline e una sorta di mitizzazione e alone di mistero su molte loro storie che é venuto a crearsi. Marketing, per riassumere con un termine.
Di eserciti forti c'é n'erano in tutto il mondo, ma ognuno aveva uno stile diverso e si basava principalmente sulla lotta corpo a corpo o con armi ancora molto "rudimentali", se si paragonano allo sviluppo che hanno avuto in seguito. L'impero Romano aveva uno tra gli eserciti piú temuti, infatti le loro conquiste si estendevano in tutto il mediterraneo e non solo, anche verso l'est. La lotta greco-romana, nota ora come Wrestling é ancora tutt'oggi praticata, ed é nata in Italia, la boxe era uno stile di combattimento Romano. A differenza delle arti orientali e che loro (gli Orientali), hanno continuato a sviluppare nel tempo non solo delle tecniche che poi si sono "frammentate" e divise in diverse discipline, ma ci hanno anche creato delle filosofie sopra. Vedesi il codice dei samurai, il Bushido e via dicendo. Quindi hanno acquisito maggiore notorietà e popolarità, il tutto imbastito da pellicole cinematografiche che hanno sicuramente portato le persone ad avere piú attenzione a riguardo e desiderio di provare. Inizialmente era addirittura esclusa la pratica agli occidentali e sopratutto agli Americani perché si credeva che potessero utilizzare le tecniche per scopi che riversavano piú sul versante negativo che positivo, ed ecco un ulteriore spinta di mitizzazione che non ha fatto che creare ulteriori leggende e curiosità.
Altro esempio, il jiu jitsu la lotta brasiliana per eccellenza, ha delle origini orientali, ma é stata sviluppata come disciplina in Brasile, ed é una tra le arti marziali piú affascinanti, dal punto di vista personale, che ci siano in circolazione. Oppure, per fare un ulteriore esempio, in Thailandia é presente la muay thai, poco nota, e che spesso viene confusa per la kickboxing, molto piú mainstream e diffusa, ma anche quella nata in Giappone, ma poi diffusa in America e USA principalmente. Poi gli Americani che sono bravi ad inglobare le discipline di tutto il mondo e sono globalizzati fin il midollo hanno riportato in vita, grazie alla spinta del jiujtisu le MMA, che é un misto di tutte le arti. Ma unire il background di piú disicipline, seppur non nella forma odierna, era giá praticato nell'antica Grecia.
Poi c'é ne sono tantissime altre, kung fu, karatè kyokushin, ju-jutsu, judo l'abbastanza sopravvalutato krav maga e via dicendo.
Quindi, per finire, le discipline orientali, sono piú praticate semplicemente per una questione di pubblicità e notorietà e perché numericamente sono superiori, non per effettività ( anche se ovviamente non si puó dire non siano efficaci ). É piú una sorta di "stereotipo", o mito, che oramai per chi non ha conoscenze in merito, rimane ingranato, la concezione che le arti marziali forti siano solamente quelle Orientali del Giappone o della Cina.