venerdì 23 maggio 2014

Taekwondo

Un calcio in volo, in un incontro di taekwondo

Il taekwondo (태권도; 跆拳道) è un'arte marziale coreana e uno sport da combattimento a contatto pieno nato fra gli anni '50 e '60 (nonché sport nazionale in Corea del Sud) basato principalmente sull'uso di tecniche di calcio, nonché l'arte marziale che conta il maggior numero di praticanti in tutto il mondo. Combina tecniche di combattimento volte alla difesa personale, alla pratica agonistica soprattutto come sport olimpico, ma anche come esercizio ed in alcuni casi filosofia e meditazione. Nel 1989, è divenuto l'arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti.
Il gyeorugi un tipo sparring praticato nel taekwondo, è stato un evento olimpico sin dal 2000.


Storia

La storia del taekwondo viene ricondotta a due filoni separati, quello delle arti marziali coreane tradizionali ed autoctone e quello delle arti marziali giapponesi importate nel XX secolo dopo l'occupazione antecedente alla prima guerra mondiale.
Le radici della disciplina affonderebbero primariamente nella pratica del Taekkyeon, un tipo di arte marziale, praticato in Corea nei periodi antichi soprattutto per esigenze di autodifesa e per ritualità sportiva, che si focalizzava sull'uso dei calci e che era molto diffuso sia fra la popolazione che fra i guerrieri, soprattutto dopo che venne incorporato e ritualizzato dalla casta guerriera degli hwarang. Reperti pittorici risalenti ai secoli passati mostrano tecniche di calcio molto simili a quelle impiegate dal taekwondo al giorno d'oggi.
Nel 1910 il Giappone occupò la Corea vietando la pratica di ogni arte marziale nativa e ogni aspetto dell'identità culturale coreana venne bandito o soppresso, anche se spesso il taekkyon continuò ad essere praticato clandestinamente, a volte mascherandolo come una danza. Durante questo periodo per contro vennero importate e imposte massicciamente le discipline giapponesi. Durante l'occupazione, coreani abili nell'apprendere l'arte del combattimento e in grado di ricevere dei gradi in Giappone vennero introdotti intensivamente alla pratica delle Arti marziali giapponesi. Altri vennero introdotti alle arti marziali nei territori occupati in Cina o in Manciuria (da qui nacque il Soo Bahk Do).

Foto di Choi Hong Hi, il generale sudcoreano che riunì le scuole di arti marziali presenti in Corea per codificare una disciplina unificata che chiamò taekwondo.


Al termine della seconda guerra mondiale il Giappone, sconfitto, ritira le sue truppe dalla Corea, che torna ad essere libera così come la pratica delle arti marziali. Scuole di arti marziali in Corea (kwan) iniziarono ad aprire influenzate sia da discipline native che esterne.Vi sono differenti punti di vista sulle origini principali delle arti insegnate in queste scuole. Alcuni studiosi ritengono che fossero basate principalmente sulle arti tradizionali coreane, taekkyon e subak, o che il taekwondo sia derivato da arti marziali coreane native con alcune influenze dalle nazioni vicine. Altri studiosi ritengono tuttavia che le arti insegnate in queste scuole fossero basate quasi interamente sul karate. I soldati statunitensi giunti nel dopoguerra a presidiare la parte meridionale della penisola, e che erano già venuti a contatto con il karate soprattutto ad Okinawa (che era stata trasformata in una base militare americana), definirono gran parte di queste scuole come "karate coreano"; la traduzione in coreano del significato originario della parola karate-do, cioè "via della mano cinese", è Tang Soo Do e veniva utilizzata sia da alcune scuole di arti marziali presenti nella penisola nella prima metà del secolo come nome generico per il combattimento a mani nude che da maestri successivamente emigrati in occidente per definire la loro disciplina.
Nel 1952, all'apice della Guerra di Corea, ci fu un'esibizione di arti marziali in cui i kwan mostrarono le loro abilità. In una di queste dimostrazioni, Nam Tae Hi ruppe 13 mattonelle con un pugno. In seguito, il presidente sud coreano Syngman Rhee diede istruzioni al generale Choi Hong Hi di introdurre la pratica delle arti marziali nell'addestramento dell'esercito coreano. Verso la metà del decennio, cinque kwan erano saliti alla ribalta. Syngman Rhee ordinò che le varie scuole fossero unificate in un singolo sistema. Il nome "taekwondo" fu proposto sia da Choi Hong Hi (dell'Oh Do Kwan) che da Song Duk Son (dell'Chung Do Kwan), e venne accettato l'11 aprile 1955 come nome dell'arte marziale unificata coreana. Al giorno d'oggi, i nove kwan sono considerati i fondatori del taekwondo, nonostante non tutti usassero il nome. La Korea Taekwondo Association (KTA) venne formata fra il 1959 e il 1961 per facilitare l'unificazione.
Nei primi anni '60, il taekwondo fece il suo debutto mondiale con l'assegnazione dei titoli di maestri originari del taekwondo a vari paesi. Tentativi di standardizzazione in Corea del Sud non ebbero molto successo, dato che i kwan continuarono ad insegnare stili differenti. Un'altra richiesta dal governo coreano per un'unificazione generale risultò nella formazione dell'Associazione Coreana Tae Soo Do, che cambiò nome in Korea Taekwondo Association nel 1965 dopo un cambio di leadership.
Il 22 marzo 1966 venne fondata da parte del generale Choi Hong Hi la International Taekwondo Federation (ITF), privata ed indipendente. Il 28 maggio 1973 venne fondata in Corea del Sud la World Taekwondo Federation (WTF). Nel 1990 il Maestro Park Jung Tae, dopo aver lavorato per la ITF, fondò la Global Taekwondo Federation (GTF). Quest'ultima non ricevette mai alcun finanziamento dai due governi coreani, cosa che avvenne invece per la WTF e la ITF. Dopo la morte del generale Choi, nel 2002, la ITF si frammentò in tre organismi indipendenti, uno che ereditava l'organico storico con a capo il maestro Tran Trieu Quan, uno con a capo il figlio del generale Choi, Jung Hwa ed un altro ancora con a capo Chang Ung, un allenatore di pallacanestro nordcoreano.
Dal 2000, il Taekwondo WTF è diventato uno dei due soli sport da combattimento asiatici (l'altro è il judo) incluso nel programma dei giochi olimpici; divenne un evento dimostrativo già nei giochi del 1988 a Seul, ma venne incluso ufficialmente solo con i giochi del 2000 a Sydney. Nel 2010, il taekwondo fu accettato come sport nei Giochi del Commonwealth.[29]
Al 2009, il governo della Corea del Sud ha pubblicato una stima secondo cui il Taekwondo WTF è praticato in 190 paesi, con oltre 50 milioni di praticanti e 3 milioni di cinture nere individuali nel mondo.

Il taekwondo come sport olimpico




Simbolo del taekwondo (WTF) alle Olimpiadi.

L'unica federazione che riuscì a non frammentarsi e ad avere un peso importante sul piano internazionale fu la WTF, come dimostrato ai Giochi Olimpici del 1988 a Seul, capitale della Corea del Sud, dove il taekwondo della World Taekwondo Federation compare per la prima volta come sport dimostrativo. Il taekwondo WTF sarà presente come sport dimostrativo anche all'edizione di Barcellona, nel 1992. A partire dall'edizione di Sydney 2000, il taekwondo WTF diventa Sport Olimpico Ufficiale.


Le federazioni e il CIO

La World Taekwondo Federation è l'unica federazione mondiale ad essere riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale, nonché da GAISF (General Association of International Sports Federations), ASOIF (Association of Summer Olympic International Federations), CISM (Conseil International du Sport Militaire) e FISU (International University Sports Federation).
Il taekwondo WTF è l'unico ad essere riconosciuto come Sport da combattimento Ufficiale in tutti gli eventi multisportivi ufficiali (Asian Games, Pan American Games, African Games, Military Games, Olimpiadi Universitarie e così via). Tutte le altre federazioni (ITF, GTF) non sono riconosciute in campo internazionale dal Comitato Olimpico Internazionale.
La medesima situazione si riflette in Italia. In Italia la World Taekwondo Federation è rappresentata dalla Federazione Italiana Taekwondo (FITA). La FITA è l'unica federazione per il taekwondo in Italia risonosciuta dal CONI e l'unica autorizzata a portare atleti alle Olimpiadi per questa disciplina. Le altre federazioni nazionali (FITAE, ITF-ITALIA, FITSPORT, Choi Jung Hwa Organization, GTI), sono affiliate alle rispettive federazioni internazionali (ITF o GTF) che non essendo affiliate al CIO, non sono abilitate a portare alle Olimpiadi i propri atleti.


Caratteristiche

Un praticante di taekwondo esegue un calcio laterale su delle tavole di legno, spezzandole
Esistono due correnti principali nello sviluppo del taekwondo, non necessariamente mutualmente esclusivi:
  • Taekwondo tradizionale è il termine che si riferisce tipicamente all'arte marziale così come fu codificata fin dagli anni '50 nelle Forze Armate della Repubblica di Corea ed in varie organizzazioni civili, incluse scuole ed università. In particolare, i nomi e il simbolismo delle strutture tradizionali fanno spesso riferimento agli elementi della storia della Corea, della sua cultura e della sua filosofia religiosa. Al giorno d'oggi, il Kukkiwon, il Quartier Generale mondiale del taekwondo, è il suo centro di diffusione tradizionale, situato in Corea.
  • Taekwondo sportivo è il termine utilizzato per descrivere quella branca focalizzatasi maggiormente nella competizione, nel confronto agonistico e nella velocità di esecuzione (come nel combattimento olimpico). Il taekwondo sportivo a sua volta è suddiviso in due stili principali: uno deriva dal kukkiwon, la fonte del sistema di combattimento detto sihap gyeorugi che è ora parte del programma dei giochi olimpici e che è controllato dalla World Taekwondo Federation (WTF). L'altro proviene dalla International Taekwon-Do Federation (ITF).
Nonostante vi siano differenze tecniche e dottrinali fra le due correnti e fra le varie organizzazioni, l'arte in generale enfatizza l'uso di calci tirati da una posizione mobile, impiegando la maggiore potenza e raggio d'azione della gamba (rispetto al braccio). L'allenamento del taekwondo tradizionale generalmente include un sistema di blocchi, calci, pugni e colpi a mani aperta; può includere anche alcune forme di proiezione, spazzata e leva. Alcuni istruttori di taekwondo includono anche lo studio dei punti di pressione, conosciuti come jiapsul, come anche tecniche di difesa personale mutuate con altre arti marziali come l'hapkido e il judo. Il Taekwondo WTF sportivo da combattimento a contatto pieno , si compone in larga misura di vari tipi di calci medi ,alti e pugni (diretto al petto, ganci ai fianchi , montanti allo stomaco), esclusivamente al busto.
Il taekwondo contiene anche delle forme, chiamate poomse, che prendono generalmente il nome dagli elementi della natura (acqua, acciaio, vento, fuoco, terra), da concetti filosofici orientali o da avvenimenti della storia coreana. Solitamente vengono fatte dimostrazioni di taekwondo, eseguendo rotture di tavolette con calci in volo e pugni.
Il costume di allenamento del taekwondo è composto da una giacca bianca chiusa (e non aperta come quella del karate o del judo), dai pantaloni dello stesso colore della giacca e dalla cintura. Il colletto della casacca è bianco per le cinture colorate (tutte le cinture prima della nera) e nero per le cinture nere. Questa divisa viene chiamata dobok.
Oggi il taekwondo è l'arte marziale con il più alto numero di praticanti in tutto il mondo: si stima siano circa 50 milioni
La parola taekwondo scritta in Hangŭl



Etimologia

Nella lingua coreana, il termine taekwondo si compone di tre sillabe: tae ("colpire/spezzare con i piedi"), kwon ("colpire con il pugno") e do ("arte", "disciplina", "metodo", "cammino" o "via"). Così, "taekwondo" può essere grossomodo tradotto con «la via dei pugni e dei calci».
Talvolta il nome è trascritto anche nelle forme tae kwon do, taekwon-do o tae-kwon-do, ed è spesso abbreviato in TKD.


Le cinture del taekwondo

In una disciplina marziale come il taekwondo sono presenti dei gradi, rappresentati dal colore della cintura che si indossa. Il colore delle cinture è associato a vari significati legati alla crescita dell'allievo nel taekwondo: dalla purezza dell'ingenuità alla cosciente impenetrabilità alla paura.
  • Bianca (10º kup): non propriamente considerata come grado, in quanto tutti coloro che iniziano a praticare il taekwon-do sono cinture bianche. Rappresenta la base dalla quale partire e la volontà di apprendere.
  • Bianco-gialla(9º kup): rappresenta l'ingenuità dell'allievo verso quest'arte.
  • Gialla (8º kup): rappresenta la terra, dove la pianta (l'allievo) mette le sue radici.
  • Giallo-verde (7º kup): grado intermedio tra la cintura gialla e la cintura verde.
  • Verde (6º kup): la pianta inizia a germogliare. L'arte comincia a svilupparsi nell'allievo, che ha imparato alcune tecniche.
  • Verde-blu (5º kup): grado intermedio tra la cintura verde e la cintura blu.
  • Blu (4º kup): la pianta ormai è cresciuta ed è rivolta verso il cielo, simbolo della cintura. Il taekwondo, per l'allievo, diventa qualcosa di importante ed egli vi progredisce.
  • Blu-rossa(3º kup): grado intermedio tra la cintura blu e la cintura rossa.
  • Rossa (2º kup): rappresenta il tramonto di una giornata, per l'allievo la fine di un tipo di allenamento. La cintura rossa è anche un segnale di pericolo: le tecniche possono diventare pericolose, è indispensabile l'autocontrollo.
  • Rosso-nera (1º kup): grado intermedio tra la cintura rossa e la cintura Nera. Generalmente il periodo in cui tale grado viene indossato è più lungo rispetto alle precedenti cinture colorate. Ciò permette la necessaria maturazione mentale e tecnica per poter sostenere l'esame di passaggio alla cintura Nera.
  • Nera (1º dan e successivi): rappresenta la notte. Per l'allievo inizia un nuovo metodo di allenamento sia fisico che mentale. Questo grado rappresenta anche l'impenetrabilità alla paura, alle tentazioni e al male. Il colore nero racchiude tutti i colori delle cinture precedenti. Un nuovo punto di inizio. I dan sono 10, ma la difficoltà di ottenere un dan aumenta considerevolmente con l'avanzare del grado. Infatti, mentre fino al 4º dan ci si arriva sostenendo vari esami di passaggio, dal 5º in poi ci si può arrivare "per meriti conseguiti". L'ultimo dan, estremamente difficile da ottenere, è la fine del lungo tragitto dell'atleta che ora ha compiuto la massima saggezza nel campo del taekwondo.
  • Poom (1º - 2º - 3º): È un grado che si ottiene se, pur avendo sostenuto gli esami per conseguire la cintura nera (1º - 2º - 3º dan), non si ha l'età necessaria ad indossare il relativo grado. Per il 1º dan è necessario avere 14 anni, 16 anni per il 2º dan e 18 anni per il 3º dan. La soglia minima d'età è istituita in quanto per poter indossare la cintura nera e i successivi gradi è necessaria una maturità mentale e spirituale, oltre che tecnico-fisica. Una volta raggiunta l'età necessaria, il Poom si converte automaticamente al corrispondente dan, diventando così una cintura nera a tutti gli effetti.
Cintura Grado Immagine
Cintura Grado Immagine
Bianca 10º kup
Blu kup
Bianco-gialla kup
Blu-rossa kup
Gialla kup
Rossa kup
Giallo-verde kup
Rosso-nera kup
Verde kup
Nera 1º poom poom
Verde-blu kup
Nera 1º dan dan


Viene spesso fatta una netta distinzione tra le cosiddette cinture colorate, cioè tutte le cinture precedenti la nera e cinture nere, a prescindere dal dan. Ciò è dovuto sia alla differenza di esperienza e maturità esistente e sia per il diverso modo di conseguire la cintura: dal 1º dan in poi, infatti, non si ottiene più la cintura mediante esami sociali (cioè fatti all'interno della propria società), bensì di fronte ad una commissione esterna su base regionale (per i primi 3 dan) o nazionale (per i dan superiori al 3º). La successione dei colori delle cinture e relativi significati sono identici nei due stili, WTF e ITF. L'unica differenza sta nel tipo di cintura utilizzato nei due stili per i gradi intermedi. Nella ITF, i gradi intermedi vengono identificati tramite l'utilizzo di una striscia del colore corrispondente al grado superiore applicata sull'estremità sinistra, rispetto a chi indossa la cintura; la striscia è alta circa 1 cm e ricopre da lato a lato la parte più stretta della cintura ad un'altezza di circa 8–10 cm dall'estremità della cintura. Nello stile WTF, la cintura dei gradi intermedi è divisa cromaticamente in due campi, per tutta la lunghezza della cintura, uno del colore del grado inferiore e una del colore del grado superiore. Fa eccezione la cintura Rosso-Nera per la quale si utilizza un sistema identico a quello dell'altro stile per non confonderla con il grado Poom, che invece utilizza il sistema del doppio colore come per gli altri gradi intermedi. Spesso comunque, il sistema dello stile ITF, più tradizionale (e meno commerciale, in quanto non costringe all'acquisto di una cintura nuova dopo ogni esame), viene adottato anche nel taekwondo WTF. Per quanto riguarda la cintura Nera, sulla cintura stessa vengono apposte delle tacchette bianche o dorate, per distinguere i vari dan. Il numero di tacchette da apporre è uguale al dan del proprio grado (per esempio, un allievo 2º dan, avrà una cintura nera con due tacchette). Per il 1º dan, solitamente non si appongono tacchette. Lo stesso sistema è usato per distinguere il grado degli allievi Poom.

I princìpi del taekwondo

La filosofia del taekwondo ha come fondamento l'etica, la morale, le norme spirituali attraverso le quali gli uomini possono vivere senza litigare.
Le parole stesse del generale Choi ci aiutano a capire meglio: «spero sinceramente che attraverso il taekwondo ogni uomo possa acquistare la forza sufficiente per arrivare ad essere il guardiano della giustizia, opponendosi ai conflitti sociali e coltivando lo spirito umano al livello più alto possibile. È con questo spirito che mi sono dedicato all'arte del taekwondo per tutti i popoli del mondo».
Il generale Choi stabilì la filosofia e i seguenti principi come le basi del taekwondo e tutti gli studenti seri di quest'arte li dovrebbero osservare e rispettare attraverso il loro cammino sia nell'arte che nella vita.
I principi sono i seguenti:
Cortesia (Ye Ui): per dimostrare questo principio e per rispettarlo bisogna:
  • lo studente deve cercare di mettere in pratica i seguenti elementi di cortesia per costruire un carattere nobile;
  • promuovere lo spirito di concessioni reciproche;
  • vergognarsi dei propri vizi, rifiutando quelli degli altri;
  • comportarsi educatamente;
  • incoraggiare il senso di giustizia e umanità;
  • riconoscere l'istruttore dallo studente, l'anziano dal giovane;
  • rispettare i beni altrui;
  • agire con giustizia e con sincerità.
Integrità (Yom Chi): saper dire «sì ho sbagliato», saper quindi ammettere i propri errori:
  • bisogna distinguere il corretto dallo sbagliato e avere la consapevolezza, quando qualcosa è sbagliata, di sentirsi colpevoli. Di seguito sono riportati alcuni modi di mancanza di integrità.
  • Il maestro che disprezza se stesso e l'arte, insegnando tecniche sbagliate ai suoi allievi per una mancanza di conoscenza o di volontà.
  • L'istruttore che nasconde le sue tecniche sbagliate, con il lusso della palestra e falsi apprezzamenti ai suoi allievi.
  • Lo studente che ottiene un grado solo con scopo egocentrico e per sentirsi più potente.
  • L'istruttore che insegna e promuove l'arte solo ai fini materiali.
  • L'istruttore o lo studente le cui azioni sono diverse dalle sue azioni.
  • Lo studente che si vergogna di chiedere aiuto ai suoi minori in grado.
Perseveranza (In Nae)
Per raggiungere un obiettivo come può essere un'alta graduazione o il perfezionamento tecnico, bisogna perseverare costantemente. Uno dei più importanti segreti per diventare bravo nel Taekwon-Do è saper affrontare le difficoltà con perseveranza.
Autocontrollo (Guk Gi)
Una persona che perde l'autocontrollo in un combattimento ha un elevato rischio di perdere l'incontro. Bisogna sempre rimanere concentrati e pensare accuratamente prima di agire. Questo va tenuto a mente sia dentro che fuori il Dojang. Per strada, ad esempio durante un'aggressione, è indispensabile sapersi difendere mantenendo sempre l'autocontrollo e senza farsi prendere dal panico.
Spirito Indomito (Baekjul Boolgool)
Si manifesta quando una persona affronta un grosso problema utilizzando il suo coraggio e senza rinunciare ai suoi principi. Uno studente di Taekwon-Do deve essere sempre modesto e onesto.
Quindi nel classico ordine i principi sono, Cortesia, integrità, perseveranza, autocontrollo e spirito indomito.

TerminologiaLe forme nel taekwondo

Le forme sono una serie di tecniche di braccia, calci e passi codificati e rappresentano dei combattimenti con avversari immaginari che attaccano da diverse direzioni.L'arte del taekwondo viene svolta su un grande tappeto chiamato tatami e con una tuta chiamata dobok
Nell'antico oriente vigeva una legge molto simile a quella di Hammurabi: occhio per occhio, dente per dente. Questa legge fu imposta anche quando la morte era accidentale. A causa di essa il combattimento libero non si poté sviluppare e fu proprio allora che l'allievo di arti marziali dovette inventarsi un metodo per provare le sue vere capacità di combattente. Poiché non poteva combattere con avversari reali cominciò ad inventarsene di immaginari, mettendo in ogni movimento tutta la forza e la convinzione possibile. La forma è infatti concepita come un combattimento immaginario contro uno o più avversari e serve per migliorare le proprie tecniche.
Agli inizi degli anni settanta l'Associazione coreana di taekwondo (KTA - Korean Taekwondo Union) unifica le forme del taekwondo in 17 poomse, che vengono ulteriormente riconosciuti dalla Federazione mondiale di taekwondo (WTF). Attualmente le forme vengono curate, codificate e aggiornate dal Kukkiwon, il quartier generale del taekwondo mondiale.
Con la scissione della federazione internazionale (ITF) le forme sono rimaste pressoché invariate, le differenze fondamentali tra la ITF con a capo il maestro Tran Trieu Quan e la ITF con a capo il legittimo successore del fondatore, il gran maestro Choi Jung Hwa sono da ricercare nella variazione dei primi di alcuni movimenti all'interno delle stesse il che ha creato una visione differente delle suddette forme snaturando ciò che il generale Choi codificò, mentre nel caso della federazione con a capo il figlio del generale sono rimaste integre, senza variazioni di sorta, non avendo la necessità di porre la propria impronta sul lavoro di un illuminato delle arti marziali.

I benefici del taekwondo

Il taekwondo è un'arte marziale e sport da combattimento che può essere accessibile a tutte le persone di tutte le età. Può essere eseguito sia individualmente che insieme ad altre persone. Questa arte può portare ad un miglioramento mentale, con la concentrazione, e fisico, con un miglioramento della circolazione sanguigna. La pratica di questo sport non porta obbligatoriamente ad avere un fisico molto muscoloso ma aumenta la massa muscolare. Scompare poi il tessuto adiposo. Il tipo di movimento durante l'esecuzione dei calci, dei pugni e dello stesso "Ki-Up" porta allo sforzo della parete addominale che viene molto allenata. A differenza di quanto si possa credere, il taekwondo non provoca nessun danno a livello articolare anzi, grazie alla pratica costante e agli esercizi di "stretching", gambe e braccia si abituano gradualmente allo sforzo proprio per evitare che durante l'esecuzione di un calcio o anche di un semplice pugno, i muscoli possano stirarsi. Proprio per questo, a praticare il taekwondo non sono soltanto i giovani ma anche persone un po' più avanti nell'età.




Il taekwondo nelle arti marziali miste

Diversi lottatori di arti marziali miste utilizzano il taekwondo nel loro repertorio. Tra questi:
  • Polonia Juras Jurkowski
  • Brasile Anderson Silva
  • Paesi Bassi Bas Rutten
  • Stati Uniti Anthony Pettis
  • Stati Uniti Benson Henderson
  • Corea del Sud Jung Chan-Sung
  • Polonia Bart Palaszewski
  • Stati Uniti Dan Cohen
  • Brasile Vitor Belfort
  • Stati Uniti Cung Le
  • Croazia Mirko Filipović
  • Inghilterra Dan Hardy
  • Stati Uniti Chris Lozano
  • Stati Uniti Ed West
  • Brasile Zelg Galesic

Il taekwondo sul ring del K-1

Diversi atleti con un più o meno forte background nel taekwondo hanno preso parte al prestigioso torneo K-1. Tra questi:
  • Croazia Mirko Filipović
  • Turchia Serkan Yilmaz
  • Giappone Keiji Ozaki
  • Corea del Sud Park Yong Soo
  • Marocco Hassan Hassrioui
  • Australia Steve Vick
  • Argentina Ignacio Caplonch
  • Francia Pierre Guennette
  • Germania Stephen Tapilatu
  • Australia Bren Foster
  • Stati Uniti Raymond Daniels

giovedì 22 maggio 2014

Tsujigiri

Tsujigiri is all about katanas and murder



Tsujigiri (辻斬り o 辻斬 tsuji-giri, in italiano "uccisione all'angolo della strada") è un termine giapponese che indica la pratica del samurai, dopo aver ricevuto una nuova katana o aver sviluppato un nuovo stile, di provarne l'efficienza attaccando persone inermi, in particolare durante la notte. I praticanti di quest'arte sono conosciuti anch'essi come tsujigiri.
Originariamente la pratica consisteva in duelli individuali tra samurai, ma le regole del bushidō furono dimenticate durante il periodo Edo, e lo tsujigiri divenne sempre più deplorevole. Era più comune, per un rōnin, attaccare persone inermi.
La pratica di attaccare inermi era comune durante il periodo Edo, quindi il governo d'Edo fu costretto a renderlo fuorilegge e a punire capitalmente gli offensori

Importanza filosofica
La pratica dello tsujigiri è stata citata notevolmente dal movimento filosofico del relativismo, in particolare da Mary Midgley nel suo lavoro datato 1989 Non possiamo giudicare moralmente.


martedì 20 maggio 2014

Lotta in piedi


Un lottatore sta cercando di passare alle spalle del suo avversario.



La lotta in piedi (detta anche clinching o lavoro in clinch) è una parte del combattimento in piedi in cui i due combattenti stanno lottando in una posizione di contatto corpo a corpo in piedi, tipicamente utilizzando delle prese sulla parte superiore del corpo. Il clinch può essere utilizzato per impedire all'avversario l'utilizzo di calci, pugni o armi bianche, ma può essere utilizzato anche come tramite per passare da una fase di combattimento in piedi ad una di combattimento al suolo, utilizzando proiezioni o spazzate.
La lotta in piedi è enfatizzata nella lotta greco-romana, nella lotta libera, nel judo, nel sumo, ma anche nel catch wrestling, nello shoot wrestling, nel sanda, nel kun khmer, nel sambo, nelle arti marziali miste e nella muay thai.


Negli sport da combattimento

La lotta in piedi è l'obiettivo principale di molti sport da combattimento come il judo o la lotta olimpica, ma è anche parte integrante del sambo e di discipline che comprendono principalmente i colpi come la muay thai. La natura della lotta in piedi in ogni sport dipende dalle regole. Nella muay thai e nel kun khmer si enfatizza la capacità di portare colpi da una posizione di clinch, mentre nel judo si enfatizza la capacità di ottenere una proiezione. La regola comune in tutte queste forme è la possibilità di usare tecniche di lotta necessarie per ottenere il clinch. Altri sport come il pugilato o il taekwondo possono ammettere una fase di contatto in piedi solo per breve tempo prima che l'arbitro separi gli atleti, oppure può non ammetterla affatto. Se la lotta in piedi non è ammessa, l'atleta può essere avvertito o ammonito, oppure l'arbitro può far ricominciare l'incontro da una distanza maggiore.
L'obiettivo principale nel Judo è di afferrare l'avversario e proiettarlo a terra.

venerdì 16 maggio 2014

Jiu jitsu brasiliano

Due cinture nere in fase di combattimento durante il World Jiu-Jitsu Championship. La tecnica in uso è detta triangle choke, strangolamento a triangolo.


Il Jiu jitsu brasiliano o Brazilian jiu-jitsu (anche BJJ) è un'arte marziale, uno sport da combattimento e un metodo di difesa personale che si specializza nella lotta ed in particolare nel combattimento a terra. Non deve essere confusa con il suo predecessore giapponese Jūjutsu.
La disciplina è nata come appendice del kodokan jūdō negli anni venti del XX secolo, quando il maestro Mitsuyo Maeda insegnò i fondamentali della lotta a terra (ne-waza) ad allievi come Carlos Gracie e Luis França. Il Brazilian Jiu-Jitsu divenne poi un'arte a sé stante attraverso sperimentazioni, pratica e adattamenti del maestro Hélio Gracie e del fratello Carlos, che trasmisero poi la loro esperienza alla loro famiglia e ai loro allievi.
La disciplina insegna come suo fondamento che una persona più piccola e debole può difendersi con successo da un assalitore più grande e forte tramite l'utilizzo di appropriate tecniche come leve, chiavi articolari e strangolamenti, portando lo scontro al suolo. L'allenamento nel Brazilian jiu-jitsu viene comunque praticato principalmente con carattere sportivo nei tornei di grappling, quelli propri in cui si fa uso del gi (ma negli ultimi anni la Federazione Internazionale ha introdotto anche competizioni in no-gi) o altri come la submission grappling, o anche per partecipare ad incontri di arti marziali miste. La pratica di sparring (comunemente chiamato rolling) e di sessioni di allenamento con confronto non collaborativo giocano un ruolo maggiore nell'allenamento, e vengono premiate le prestazioni, soprattutto durante le competizioni, in relazione al progresso attraverso i gradi/cinture.
Sin dal suo principio nel 1914, l'arte ascendente del judo era separata dai sistemi più antichi di jujutsu giapponese da un'importante differenza trasmessa al Brazilian jiu-jitsu: non si tratta solamente di un'arte marziale ma anche di uno sport, un metodo per promuovere lo sviluppo del fisico e del carattere nei giovani, e, infine, una via (Dō) di vita.


Storia

Nome

"Jiu-jitsu" è una vecchia romanizzazione dell'originale pronuncia dell'arte in Occidente, mentre la moderna traslitterazione col sistema Hepburn è "jūjutsu".
Quando Maeda lasciò il Giappone, il judo era spesso ancora chiamato "Kano jiu-jitsu" o, ancor più genericamente, semplicemente come "jiu-jitsu". Higashi, in quanto co-autore del "Kano Jiu-Jitsu" scrisse:
«"Una certa confusione è emersa verso l'impiego del termine 'jiudo'. Per rendere la questione chiara specificherò che jiudo è il termine scelto dal professor Kano per descrivere il suo sistema più accuratamente di quanto il jiu-jitsu fa. Il professor Kano è uno dei principali educatori in Giappone ed è naturale che egli scelga il termine tecnico che più accuratamente descrive il suo sistema. Ma il popolo giapponese generalmente fa ancora riferimento alla nomenclatura più popolare e lo chiama jiu-jitsu"»



Al di fuori del Giappone, comunque, questa distinzione era anche meno notata. Così, quando Maeda e Satake arrivarono in Brasile nel 1914, ogni giornale annunciava la loro arte come "jiu-jitsu" nonostante entrambi fossero judoka del Kodokan.
Solo nel 1925 il governo giapponese ufficialmente dichiarò che il nome corretto per l'arte marziale insegnata nelle scuole pubbliche giapponesi era "judo" e non "jujutsu". In Brasile però, l'arte è ancora chiamata "jiu-jitsu". Quando i Gracie giunsero negli Stati Uniti per diffondere la loro arte, utilizzarono i termini "Brazilian jiu-jitsu" e "Gracie Jiu-Jitsu" per differenziarla dagli stili già presenti con nomi simili.
Il nome di Gracie Jiu-Jitsu (GJJ) è stato registrato da Rorion Gracie, ma dopo una disputa legale con il cugino Carley Gracie il diritto sul marchio è stato invalidato. Altri membri della famiglia Gracie spesso chiamano il loro stile con nomi personalizzati, come Charles Gracie Jiu-Jitsu o Renzo Gracie Jiu-Jitsu. In maniera simile la Famiglia Machado chiama il suo stile Machado Jiu-Jitsu (MJJ). Sebbene ogni stile e i suoi istruttori abbia degli aspetti unici, si tratta in sostanza di varianti di base del Brazilian jiu-jitsu. Al giorno d'oggi esistono quattro maggiori branche di Jiu-Jitsu dal Brasile: Gracie Humaita, Gracie Barra, Carlson Gracie Jiu-Jitsu e Alliance Jiu Jitsu. Ogni branca può far risalire le sue origini a Hélio Gracie.
Più recentemente, negli Stati Uniti il nome "jitz" è diventato un termine colloquiale per i non addetti ai lavori.


Origini

Maeda con i suoi primi allievi brasiliani


Il Jiu Jitsu Brasiliano nacque in Brasile grazie all'arrivo, nei primi anni del secolo, del console giapponese Mitsuyo Maeda, uno dei cinque maggiori esperti nel lotta a terra del jujutsu (ne waza) che Jigoro Kano, il fondatore del Kodokan judo, inviò oltremare per dimostrare e diffondere la sua arte nel mondo. Da adolescente, Maeda si era allenato inizialmente nel sumo, ma dopo aver appreso dei successi del kodokan nelle sfide fra scuole di jujutsu, decise di apprendere il judo e divenne uno studente del "Kano Jiu Jitsu". Maeda lasciò il Giappone nel 1904 e visitò un gran numero di paesi dando dimostrazioni di "jiu-do" e accettando sfide provenienti da lottatori, pugili, savateurs e praticanti di varie altre arti marziali prima di arrivare in Brasile il 14 novembre 1914. Maeda si dedicò in particolar modo alla lotta a terra, poiché alcuni esponenti della scuola di jujutsu della Fusen ryu inizialmente erano riusciti a prevalere sugli allievi di Kano forzando il combattimento al suolo, mentre l'impostazione del Kodokan voleva focalizzarsi sullo scontro in piedi. Maeda fu così abile a vincere numerosi incontri all'estero contro esponenti di varie discipline, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "Conte Koma".
Gastão Gracie era un partner commerciale del cosiddetto American Circus a Belém. Nel 1916, il circo italo-argentino dei fratelli Queirolo organizzò alcuni spettacoli e in uno di essi si esibì Maeda. Nel 1917, Carlos Gracie, il figlio maggiore di Gastão Gracie, assistette ad una dimostrazione di Maeda al Da Paz Theatre e decise di praticare judo. Maeda accettò Carlos come studente per alcuni anni, e quest'ultimo passò la sua conoscenza ai suoi fratelli. Secondo alcuni racconti apocrifi Gastão Gracie aiutò in maniera non sempre ben precisata Maeda, inviato in missione diplomatica in Brasile, nel suo soggiornare in Brasile, e Maeda per sdebitarsi avrebbe insegnato il judo al figlio Carlos.
All'età di quattordici anni, Hélio Gracie, il più giovane della famiglia Gracie, si trasferì in una casa a Botafogo assieme ai suoi fratelli dove vi vivevano e insegnavano il ju jitsu giapponese tradizionale. Seguendo delle prescrizioni mediche, Hélio avrebbe speso gli anni immediatamente successivi limitandosi a osservare i suoi fratelli allenarsi ed insegnare, poiché per natura fragile di costituzione. Col tempo, Hélio Gracie gradualmente sviluppò il Gracie Jiu Jitsu come un adattamento più morbido e pragmatico del judo, poiché egli era incapace di eseguire molti movimenti che richiedevano di opporsi alla forza dell'avversario direttamente. Lungo gli anni Hélio Gracie sviluppò un sistema che si focalizzava sul combattimento a terra, in opposizione al judo che enfatizzava le tecniche di proiezione.
Anni più tardi Hélio Gracie sfidò il leggendario judoka Masahiko Kimura. Nel suo libro "Il mio Judo", Kimura racconta che ritenne Hélio un 6° dan di judo al tempo del suo incontro con lui nel 1951 see extract. Tuttavia, non c'è alcuna registrazione del Kodokan attestante un qualsiasi grado nel judo assegnato ad Hélio Gracie, tuttavia non è insolito per un judoka straniero avere un rango attuale più alto di quello ufficialmente riconosciuto e attestato dal Kodokan, poiché i gradi del Kodokan sono mantenuti in maniera indipendente e richiedono requisiti più stretti.
Sebbene il Jiu-Jitsu brasiliano è largamente identificato con la famiglia Gracie, esiste un altro prominente ramo derivato da Maeda tramite un altro allievo brasiliano, Luis França. Questa scuola è stata rappresentata in maniera particolare da Oswaldo Fadda. Fadda e i suoi allievi erano famosi per l'uso influente di leve ai piedi e attualmente la scuola sopravvive attraverso i collegamenti di Fadda con squadre come la Nova União o il Grappling Fight Team.


Sviluppo

Hélio Gracie partecipò a numerose compitizioni basate sulla sottomissione dalle quali spesso uscì vincitore. Una sconfitta (in Brasile nel 1951) fu ottenuta quando il judoka giapponese Masahiko Kimura sfidò Gracie; la risonanza di questa sconfitta fu tale che il suo cognome venne utilizzato dai Gracie e dai loro allievi per indicare la chiave al braccio con cui egli sconfisse Hélio, la kimura. La famiglia Gracie continuò a sviluppare il sistema attraverso il XX secolo, spesso combattento in scontri a contatto pieno dei tornei vale tudo, precursori delle odierne arti marziali miste. Durante questi anni venne incrementata la focalizzazione sul combattimento al suolo e vennero raffinate le tecniche.
Il BJJ permette tutte le tecniche che il judo ammette per portare il combattimento al suolo, sotto forma di proiezioni e lanci. Il BJJ ammette anche tutte le tecniche di wrestling, sambo o qualsiasi altra arte lottatoria; inclusi tentativi diretti di proiettare afferrando le gambe. Il BJJ si differenzia dal judo poiché consente ad un atleta di trascinare l'avversario al suolo e anche di auto-scagliarvicisi, a patto di avere una presa. Inizialmente il Kodokan judo era similarmente libero come regole (kosen judo), ppermettendo ad un atleta di sedersi semplicemente all'inizio di un incontro, ma ha poi subito notevoli ristrettezze regolamentari a confronto.
Da quando il judo venne introdotto in Brasile, esso subì diverse modifiche nel regolamento - alcune per aumentarne lo spettacolo, altre per migliorare la sicurezza. Molte di queste regole hanno notevolmente de-enfatizzato gli aspetti di lotta a terra del judo, mentre altri hanno ridotto il raggio di leve e chiavi articolari consentite o quando possono essere applicate. Il jujitsu brasiliano non seguì mai questi cambiamenti regolamentari, dando origine ad una divergenza che è poi sfociata in una distinta identità come arte e disciplina, sebbene ancora riconoscibile come legata al judo Altri fattori che hanno contribuito verso la divergenza stilistica dael BJJ dal judo sportivo includono il desiderio dei Gracie di creare un'arte marziale nazionale che influenzasse la cultura brasiliana e l'enfasi della famiglia sul combattimento a contatto pieno.
Al giorno d'oggi, la principale differenza fra gli stili di jujutsu brasiliano è fra il tradizionale Gracie Jiu-Jitsu, che pone maggiore enfasi sulla difesa personale, e l'orientamento del BJJ sportivo verso le competizioni. C'è una larga comunanza di tecniche fra i due. Inoltre, c'è molta varietà di ideali nell'allenamento delle differenti scuole in termini di utilizzo di tecniche di controllo o finalizzazione, di maggiore fisicità o maggiore tecnicismo. Le differenze regolamentari sviluppate in confronto al judo e il meccanismo per segnare i punti sono ideati per dare al BJJ un'enfasi più pratica premiando le posizioni di controllo dalle quali il lottatore potrebbe in teoria colpire l'avversario in un vero combattimento.


Prominenza

Negli anni '80 del XX secolo esponenti di spicco della famiglia Gracie emigrarono negli USA dove organizzarono dei tornei interstile, nei quali sfidarono i combattenti di altri sistemi. Questo tipo di combattimenti quasi privo di regole era diffuso in Brasile col nome vale tudo (in brasiliano "vale tutto") e sul modello del programma televisivo che veicolava queste sfide, nacque il famosissimo Ultimate Fighting Championship tenutosi per la prima volta nel 1993. Grazie a questo evento fu mostrata al mondo l'efficacia del jiu jitsu brasiliano: nonostante all'epoca i pronostici davano per favorite le discipline che fanno uso di percussioni (boxe, kickboxing, ecc.), Royce Gracie, chiamato a rappresentare lo stile di jiu jitsu creato dal padre Helio, contro ogni pronostico riuscì a battere tutti i combattenti del torneo, compresi quelli più forti fisicamente e di gran lunga più pesanti. La grande celebrità innescata dalla forza dei mass-media americani rese dunque il BJJ uno sport famoso in tutto il mondo e da quell'epoca il suo diffondersi è aumentato in maniera esponenziale. Oggi il movimento internazionale del BJJ è infatti in costante crescita, sia come sport in sé (dove le percussioni sono vietate) sia come elemento fondamentale della preparazione dei combattenti di MMA (Mixed Martial Arts), sport di massimo contatto derivato dagli originari Vale tudo brasiliani che hanno raggiunto la massima fama nei campionati come UFC, Pride, ecc.


Stile di combattimento

Partendo dalla premessa che gran parte del vantaggio di un avversario più grande e forte deriva dalla sua mole e dai suoi potenti colpi, fattori entrambi mitigati nella lotta al suolo, il Brazilian jiu-jitsu pone enfasi nel portare il combattimento a terra per poter utilizzare tecniche di controllo e di sottomissione, comprese leve articolari e strangolamenti. Un modo più preciso di descrivere ciò sarebbe dire che al suolo, la forza può essere neutralizzata o potenziata da un lottatore esperto che conosce come massimizzarla utilizzando la forza meccanica invece che la pura fisicità. Il BJJ permette una larga varietà di tecniche per portare il combattimento al suolo dopo aver effettuato una presa. Mentre altri sport da combattimento, come il judo o il wrestling, di solito usano una proiezione per portare l'avversario a tera, nel BJJ un'opzione è di "chiamare la guardia", cioè afferrare l'avversario e poi sedersi direttamente a terra o saltare cingendo le gambe attorno al tronco dell'altro atleta.
Una volta a terra, un numero di manovre (e contromosse) sono disponibili per manipolare l'avversario in una posizione adatta all'applicazione di tecniche di sottomissione. Posizioni prettamente difensive come la guardia possono essere utilizzate anche per condurre un gioco offensivo e attaccare l'avversario.
Renzo Gracie scrisse nel suo libro Mastering Jiu-jitsu:
«Il jujutsu classico del Giappone antico sembrava avere nessuna strategia comune per guidare un combattente lungo il corso dello scontro. Naturalmente, ciò fu una delle critiche fondamentali di Kano al programma classico.' Maeda non solo insegnò l'arte del judo a Carlos Gracie, ma insegnò anche una particolare filosofia riguardo alla natura del combattimento sviluppata da Kano, e la rifinì ulteriormente tramite i suoi viaggi intorno al mondo competendo contro combattenti specializzati in una larga varietà di arti marziali."»
Il libro riassume nel dettaglio la teoria di Maeda riguardo al fatto che il combattimento fisico può essere spezzato in fasi distinte, come la fase di scambio di colpi, quella lottatoria, quella al suolo, ecc. Così, l'obiettivo del combattente intelligente era di mantenere il combattimento nella fase per cui si adattano meglio le proprie capacità. Renzo Gracie notò che ciò fu di fondamentale influenza nell'approccio dei Gracie al combattimento, queste strategie furono ulteriormente sviluppate nel tempo dai Gracie e da altri, divenendo prominente nelle MMA contemporanee.


Le cinture

Come avviene nel Judo e nel Karate, anche nel Jiu Jitsu Brasiliano è prassi contraddistinguere i progressi dei praticanti assegnando loro cinture colorate.


I campionati

La federazione internazionale IBJJF organizza periodicamente tornei a carattere nazionale, continentale e mondiale di jiu jitsu brasiliano: tra questi ovviamente il mondiale è l'evento più prestigioso dello sport.
In Italia è l'Unione Italiana Jiu Jitsu (UIJJ) a rappresentare esclusivamente la IBJJF nella nazione, ed è affiliata all'AICS, ente sportivo riconosciuto dal CONI.
Sebbene sia ufficialmente riconosciuta come competizione di Submission grappling, i tornei ADCC Submission Wrestling World Championship organizzati dall'Abu Dhabi Combat Club possono essere considerati l'obbiettivo principale dei più grandi campioni di BJJ, i quali sono sempre stati dominanti in tali tornei opposti ad atleti provenienti da altre discipline di grappling. Il più decorato atleta del torneo di Abu Dhabi è Marcelo Garcia, vincitore di 4 tornei ADCC e di un gran numero di mondiali e campionati brasiliani IBJJF.


mercoledì 14 maggio 2014

Combattimento con spada laser




Nell'universo immaginario di Guerre stellari, il combattimento con spada laser è la forma di combattimento preferita dai Jedi e dai Sith.

Le sette forme di combattimento

Ogni Jedi sceglie lo stile di combattimento che gli si adatta meglio. Per esempio Yoda usa la forma Ataru per compensare la mancanza di altezza, mentre Qui-Gon Jinn ne fa uso per una maggior precisione e maggior potenza nei fendenti; Mace Windu usa il Vaapad per attingere dalla sua rabbia ed impiegarla con efficacia senza passare al Lato Oscuro; Obi-Wan Kenobi era in gioventù un eccezionale utilizzatore della forma Soresu; Dooku usa la forma Makashi per ingaggiare frequentemente dei nemici armati di spada laser con precisione. L'Esule Jedi è un praticante di tutte le sette forme, arrivando alla perfezione in qualcuna di esse, spesso alternandole per confondere i nemici durante il combattimento.
  • Forma I: Shii-Cho
  • Forma II: Makashi
  • Forma III: Soresu
  • Forma IV: Ataru
  • Forma V: Djem-So
  • Forma VI: Niman
  • Forma VII: Juyo

Shii-Cho

Con l'invenzione della spada laser, si vede la necessità di creare uno stile per combattere: nasce lo Shii-Cho. Ogni iniziato Jedi deve imparare la Forma I, prima di diventare un Padawan al servizio di un Cavaliere o di un Maestro. Viene istruita in genere usando dei droidi remoti da addestramento per deflettere i colpi di plasma.
Yoda è uno dei migliori combattenti con spada laser. Nonostante faccia maggior uso dello stile Ataru, è esperto in tutti e sette gli stili. In ogni caso usa molte componenti standard dello stile Shii-Cho a causa della semplicità d'uso, per battere gli stili più complessi, come visto nel duello contro Darth Sidious e Darth Tyranus. Le movenze di Yoda scorrono da una forma ad un'altra con transizioni trasparenti e chiare tipiche di questo stile, come rotazioni a terra, salti e rotazioni in aria e movimenti veloci. Queste mosse compongono insieme ai salti di Forza la maggior parte delle mosse di Yoda. Kit Fisto è un altro Jedi che ha assoluta padronanza dello Shii-Cho, tuttavia non riesce a sconfiggere Sidious con questa tecnica. Lo Shii-Cho funziona contro un numeroso gruppo di nemici e contro nemici armati di blaster, ma è debole contro un solo nemico, contro uno spadaccino laser e contro i poteri della Forza. La sua semplicità è il suo punto di forza, facendone un buono stile se tutto il resto fallisce.
Lo Shi-Cho è conosciuto anche come "La Via del Sarlacc" o "La Forma della Determinazione".

Makashi

Dopo la creazione dello stile Shii-Cho come forma di combattimento, lo stile Makashi viene creato allo scopo di essere efficace nei combattimenti spada laser contro spada laser. È descritto come molto elegante, potente, e richiede molta precisione per permettere a chi lo usa di attaccare e difendersi con poca spesa. È anche necessario mantenere un preciso lavoro con i piedi per mantenere una certa distanza dall'avversario durante la difesa e mentre ci si muove in attacco. Tempismo, precisione, e abilità, piuttosto che forza sono preferibili nell'uso di questo stile e con un utente esperto il risultato è eccezionale. Chi usa il Makashi si muove con eleganza, è preciso, calmo e sicuro di sé.
Quando l'avversario usa armi a distanza come i blaster oppure vi sono più avversari questo stile mostra i propri limiti. Un altro grande difetto dello stile, che a bordo della Invisible Hand costò la vita a Dooku, è che questo stile, fondato sull'eleganza e sulla precisione, semplicemente non è in grado di sviluppare abbastanza forza, a differenza degli stili più violenti come il Djem So. Durante le guerre dei Cloni, e qualche secolo prima, i Jedi praticano poco questo stile perché i Sith sembrano scomparsi. Si pensa che non avendo nemici con spade laser lo stile sia poco pratico, e non viene insegnato molto. Durante questa era, il Niman e l'Ataru sono gli stili più usati e insegnati. Il Makashi, comunque, è molto più comune nei primi anni dell'Ordine, prima dell'arrivo dei blaster. Il Signore dei Sith Exar Kun, per esempio, è un maestro nell'uso di questo stile.
Dooku è un maestro esperto della Forma II, che combatte con precisione grazie alla impugnatura ricurva della spada. Quando Darth Tyranus usa questa forma riesce a devastare i Jedi a causa della mancanza di guerrieri addestrati a contrattaccare questo stile. Altri praticanti della Forma II sono il Generale Grievous (insegnatagli da Dooku), Kyle Katarn, e Jedi Exile.
Il Makashi è noto anche come "La Via dello Ysalamiri" o "La Forma della Contesa".

Soresu

Lo stile Soresu viene sviluppato per contrattaccare la tecnologia dei blaster che si diffonde nella Galassia. A causa dell'aumento di criminali armati di blaster, i Jedi devono trovare un modo per difendersi da ondate di colpi di plasma.
La Forma III usa movimenti molto vicini al corpo, nel tentativo di proteggerlo totalmente e spendere meno energia possibile. Questa tecnica riduce l'esposizione del corpo, rendendo un utente molto esperto di questo stile quasi invincibile. Chi usa il Soresu rimane con sicurezza sulla difensiva finché l'avversario non rivela una debolezza. Viene descritta come una forma passiva di combattimento, usata da persone molto riservate e pazienti. A causa dell'enfasi sulla difesa la Forma III include preparazione per lunghe battaglie così che l'utente possa capire le intenzioni dell'avversario. Essendo capace di resistere a lunghe battaglie un utente del Soresu è in condizione di prendere controllo della situazione e avere diverse opzioni, come uccidere, disarmare, oppure ragionare con il proprio avversario. Molti di quelli che usano il Soresu sopravvivono durante la Battaglia di Geonosis, grazie anche alla capacità di difesa dai colpi di plasma. I maestri di questo stile non lasciano spazi scoperti e attendono che il nemico si scopra per poi colpire. Lo svantaggio del Soresu, è che e necessaria molta esperienza per poterlo utilizzare al meglio, in quanto anche il più piccolo spiraglio può compromettere l'intera difesa; il Soresu è inoltre difficile da usare in caso lo spadaccino sia ferito o affaticato, poiché un assalto portato con colpi forti e martellanti può facilmente spezzare il blocco.
Mace Windu nota che il Soresu non risponde ad alcun tipo di debolezza. Il Juyo rappresenta la risposta all'oscurità interna di Mace, l'Ataru è la risposta alla piccola statura di Yoda e il Djem-So è la risposta alle emozioni ribollenti di Anakin. Verso la fine della Guerra dei Cloni Obi-Wan Kenobi è proclamato come Maestro del Soresu da Mace Windu. A causa di ciò Obi Wan viene scelto per affrontare Grievous.
Il Soresu è detto anche "La Via del Mynock" o "La Forma della Resistenza".


Ataru

Ataru è uno degli stili più popolari tra l'ordine Jedi. Yoda e Qui-Gon Jinn sono maestri in questa forma di combattimento. Altri Jedi noti per questa forma sono Quinlan Vos e la sua vecchia Padawan, Aayla Secura. Obi-Wan Kenobi è uno studente della Forma IV, ma dopo la morte di Qui-Gon decide di studiare lo stile Soresu. Come Padawan, Anakin Skywalker studia lo stile Ataru perché si sposa con la sua personalità aggressiva, per usarla e rifinirla nello stile Djem-So. Anche Palpatine è un maestro esperto di questa forma, usando alcune varianti Sith.
Chi pratica l'Ataru è sempre sulla offensiva, attaccando con veloci e potenti fendenti. Gli utenti della Forma IV richiamano costantemente la Forza per eseguire movimenti precisi. Facendo fluire la Forza nel loro corpo possono superare le eventuali limitazioni fisiche (come l'età avanzata nel caso di Yoda) e permette loro di eseguire straordinarie acrobazie per attacco e per sfuggire ad eventuali attacchi. Un esperto dell'Ataru può apparire appena percepibile alla vista dell'avversario. A causa della sua natura aggressiva questo stile può indurre eccessiva spavalderia e lasciare delle aperture al nemico per contrattacchi.
Questa forma non è efficace per combattimenti prolungati, perché può richiedere un alto tributo energetico. Questo può essere la causa per cui Qui-Gon viene ucciso da Darth Maul e Yoda, dovendo affrontare un lungo e difficile duello con Darth Sidious, viene sconfitto da questi. Questo ha un grande effetto su Kenobi inducendolo a studiare il Soresu. Ataru è davvero potente nelle mani di un maestro. Con questo stile si compiono mosse velocissime appena percettibili all'occhio, usando acrobazie e manovre per attaccare i nemici con potenti colpi e serie offensive, sempre in movimento per evitare i contrattacchi.
L'Ataru è noto anche come "La Via dell'Hawk-Bat" o "La Forma dell'Offensiva".


Djem-So

Il Djem-So è uno stile sviluppato da Jedi che usavano il Soresu ma preferivano una forma più offensiva che difensiva. Djem-So si evolve in uno stile che combina le manovre difensive del Soresu con la filosofia aggressiva del Makashi. Anakin Skywalker e Plo Koon sono praticanti dello stile Djem-So. Dart Fener crea una propria variante della Forma V, dove usa solo una mano per attaccare tenendo l'altra lungo il fianco.
Usando una combinazione di blocchi e parate derivate da Soresu e Makashi, chi usa Djem-So ha una conoscenza buona su come difendersi dagli attacchi ravvicinati e dagli attacchi con blaster. Comunque, mentre chi usa il Soresu rimane sulla difensiva e contrattacca solo quando si verifica una debolezza nella difesa nemica, chi usa il Djem-So non è così paziente e dopo un attacco del nemico parato attacca a sua volta. Mentre il Makashi usa precisi e veloci colpi, il Djem-So usa serie di attacchi a ripetizione con colpi poderosi, per battere la difesa nemica. Chi usa il Djem-So si muove contro il proprio avversario, usando ogni energia possibile traibile dai movimenti del corpo. I problemi di questa forma risiedono nel fatto che chi la usa può diventare impulsivo e avventato, abbassando inavvertitamente la difesa.
La filosofia del Djem-So si basa non solo sulla forza, ma anche sull'azione. Tra i Jedi, questo stile è preferito da chi vuole risolvere velocemente i problemi, e preferisce "combattivi negoziati". Questo stile è identificato come il più aggressivo, insieme alla forma chiamata Juyo, rifinita con il Vaapad da Mace Windu, poiché prende la sua forza dalle emozioni di chi la usa.
Dart Fener usa un Djem-So modificato, infatti tiene la spada con una mano sola, per avere una mano libera così da aiutarsi nel combattimento utilizzando delle tecniche della forza, in particolare la presa della forza per immobilizzare così l'avversario e attaccarlo con colpi terribili. Inoltre fonde il Djem-So al Juyo, combinando le evoluzioni acrobatiche del Djem-So alle violente eruzioni di emozioni del Juyo creando così combinazioni di colpi sia veloci che potenti e devastanti.
Il Djem-So è detto anche "La Via del Drago Krait" o "La Forma della Perseveranza".


Niman

La Forma VI è lo stile standard attorno al periodo della Guerra dei Cloni e della Grande Purga Jedi. Questa disciplina viene spesso associata a persone molto diplomatiche. Tuttavia, molti dei Jedi vengono uccisi durante la Battaglia di Geonosis a causa della loro confidenza eccessiva su questa forma, includendo Coleman Trebor, il cui stile non lo salva da un colpo di blaster ben piazzato di Jango Fett. Molti Jedi considerano questo stile più debole degli altri sei. La Forma VI tenta di bilanciare tutti gli elementi del combattimento con spada laser, combinando gli stili inventati prima in un nuovo stile che richiede meno risorse energetiche. Il risultato è che le abilità in ogni area del combattimento è solo moderato, senza eccellere in nessuna. Questa generalizzazione rende il Niman adatto ai diplomatici, permettendo loro di addestrarsi nella politica invece del combattimento. Questo stile prende il nome da Nimam, il triumvirato degli dei Kashi. Viene sviluppata per la prima volta dai Seguaci di Xendor dopo il Grande Scisma, prendendo elementi dello stile Jar'Kai.
Il Niman è detto anche "La Via del Rancor" o "La Forma della Moderazione".

Juyo

Il Juyo venne considerato come una forma incompleta per molti millenni. Essendo poco sviluppata a causa del poco uso da parte dei Jedi (gli unici conosciuti in antichità a farne uso erano Vrook Lamar e Zez-Kai Ell) e dei Sith, il Juyo non era visto come una delle forme principali. Solo con lo sviluppo avanzato da parte del Maestro Jedi Mace Windu, il Juyo si poté dire completo. Mace chiamò questo stile di Juyo rifinito con il nome Vaapad. Nel 22 BBY, Palpatine notò che aveva solo sentito parlare di sei forme di combattimento dei Jedi, e Mace gli rispose che era così, finché non venne inventato il Vaapad. Il Juyo-Vaapad era la forma più intensa e che richiedeva maggiori risorse energetiche. Solo tre maestri conoscevano il Vaapad nella sua perfezione: Mace Windu, la sua allieva Depa Billaba e il Maestro Sora Bulq, che aveva aiutato Mace nello sviluppare il Vaapad. Sora si rivelò troppo debole per poter sopportare il peso dello stile, e Mace Windu notò come il suo amico venisse lentamente consumato dal Lato Oscuro, fino a finirne preda. Anche Depa, la sua allieva a cui teneva come a una figlia, passò al Lato Oscuro inconsciamente durante una missione su Haruun Kal, a causa della pressione psicologica del Vaapad e della battaglia. Il Generale Grievous usò la sua agile armatura esoscheletrica per copiare le movenze del Vaapad.
Il Juyo-Vaapad non appariva così mobile come lo stile Ataru, perché non c'erano mosse come salti acrobatici o giravolte, ma le richieste tecniche erano molto maggiori. Chi lo usava dava molto spazio agli attacchi avversari per confondere il nemico, e in seguito attaccava a sua volta con mosse imprevedibili e che a volte sembravano casuali. Se praticato correttamente diventava uno stile non prevedibile. La Forma VII chiedeva gli sforzi dello stile Djem-So, con la possibilità di controllare le emozioni in maniera molto più efficace. Inoltre, l'effetto più significativo che caratterizzava il suddetto stile, era la maggiore difficoltà nel sopportare gli attacchi basati sulla forza rivolti contro l'utilizzatore.
Il Vaapad era uno stile che portava il suo praticante molto vicino al Lato Oscuro, perché sfruttava la rabbia per effettuare degli attacchi potenti. Solo la maestria di Windu nel Lato Chiaro riuscì a fare in modo che il Vaapad non lo consumasse, cosa che rendeva questo stile non ben visto tra i Jedi. Difatti gli altri due praticanti del Vaapad Sora Bulq e Depa Billaba passarono al Lato Oscuro. Darth Maul era l'unico Sith conosciuto che praticava lo stile Juyo con maestria.
Palpatine, conoscitore profondo del Lato Oscuro della Forza, sfruttò la pericolosità del Vaapad contro Mace durante il duello nel suo ufficio. Difatti Mace rimase immerso nel potere oscuro del Vaapad, impedendogli di pensare accuratamente a ciò che stava succedendo intorno. A causa di questo, Mace, quando si ritrovò Palpatine ai suoi piedi quasi "inerme" decise di ucciderlo piuttosto che fargli affrontare il processo, cosa che fece da catalizzatore alla conversione al Lato Oscuro di Anakin Skywalker.
Durante il combattimento sull'Invisible Hand fra Anakin Skywalker e Dooku, Anakin adirato risponde alle provocazioni di Dooku usando lo stile Juyo dando così sfogo alle sue emozioni, in particolare alla sua rabbia, uccidendo così il signore oscuro.
Il Juyo/Vaapad è conosciuto anche come "La Via del Vornsk" o "La Forma della Ferocia".

Altre forme di combattimento

Questi stili non sono considerati parte delle sette forme principali, in quanto sono principalmente derivate da esse.
  • Forma VIII: Sokan
  • Forma IX: Shien
  • Forma X: Jar'Kai

Sokan

Viene sviluppato da Cavalieri Jedi antichi durante la Grande Guerra Sith contro Exar Kun. Il Sokan combina tattiche che permettono evasione e mobilità con movimenti cinetici dello stile Djem-So. Sokan comprende colpi duri con la spada, che sono diretti verso le aree vitali del nemico, insieme a veloci spostamenti. Coloro che usano questo stile cercano di sfruttare anche la conformazione del terreno per vedere meglio le debolezze dell'avversario.
Obi-Wan Kenobi usa alcuni elementi dello stile Sokan mentre duella con Anakin Skywalker su Mustafar. Verso la fine del duello, Obi-Wan cerca un appoggio elevato e lo usa come posizione a suo favore per sconfiggere Anakin, attaccando i suoi punti deboli.

Shien

Lo stile Shien è il più semplice ed estremamente poco dinamico comprende solamente il tenere la spada laser in modo orizzontale. Il Jedi punta l'estremità finale della lama verso l'avversario; vengono poi fatti diversi movimenti veloci a forma di arco per cercare di pugnalare l'avversario. Viene utilizzato da Dart Fener e Obi-Wan in Una nuova speranza.

Dart Fener ne fa uso anche nei duelli col figlio Luke Skywalker soprattutto perché l'armatura che è obbligato ad indossare è un grosso ostacolo ai combattimenti acrobatici.

Jar'Kai

Il Jar'Kai è uno stile di lotta caratterizzato dall'utilizzo contemporaneo di due spade, sviluppato dai guerrieri Yovshin. Molti Jedi insegnano lo stile Jar'Kai nella speranza di guadagnare una conoscenza di base dell'uso di due spade laser contemporaneamente, ma davvero pochi Jedi ne hanno una padronanza completa. Aayla Secura, Serra Keto, Sora Bulq, A'Sharad Hett, Asajj Ventress, Komari Vosa, e Joclad Danva sono praticanti della Forma X. Il Jedi Oscuro Boc Aseca conosce il combattimento con due spade, incorporandolo nella sua tecnica poco ortodossa di combattimento. Revan e il Maestro Jedi Kavar conoscono questo stile. È possibile che l'apprendista di Kyle Katarn Jaden Korr sia esperto di questo stile. Il Generale Grievous basa il suo stile di combattimento sulla Forma X, uccidendo molti Jedi contemporaneamente. Usando in parte questa tecnica affronta Obi-Wan Kenobi, ma non riesce a sconfiggerlo a causa della grande conoscenza dello stile Soresu da parte del Maestro Jedi. Questa forma inoltre viene abilmente padroneggiata da Anakin Skywalker nell'episodio II, però questa sua bravura non riesce a sopraffare il signore oscuro Dooku che gli mozza un braccio. Anche Starkiller nel videogioco Star Wars: Il potere della Forza II dimostra una notevole abilità in questo stile, tanto da riuscire a sconfiggere il signore dei Sith Darth Vader.


Stili non ortodossi

Diversi stili ricadono al di fuori delle tradizionali forme praticate dai Jedi.
Grievous impiega molti movimenti diversi. I suoi attacchi servono a confondere coloro che sono addestrati nelle normali forme di combattimento. Grazie alla sua natura di droide è dotato di capacità motorie eccezionali a causa delle giunzioni metalliche e dei diversi bracci meccanici. Solo i Jedi più esperti possono evitare i suoi attacchi. Per esempio Grievous può tenere una spada in ognuna delle quattro mani, ruotando due di esse molto rapidamente per creare una specie di scudo. Usa questa tecnica quando si trova a combattere contro Obi-Wan Kenobi su Utapau; tuttavia viene sconfitto quando Kenobi riesce a calcolare l'esatto istante in cui lo scudo di spada laser non riesce a coprire il droide.
Un altro stile unico è quello di Adi Gallia, che tiene la spada con una impugnatura invertita. Questa è una personale variazione della Forma IX Anche Starkiller e Ahsoka Tano tengono la spada laser a rovescio. Mace Windu usa una variante della Forma VII, detta Vaapad, che gli permette di canalizzare le emozioni più forti e sfruttarle nei duelli. Lo stile del Jedi Oscuro Boc è una mistura tra la Forma X e diversi attacchi a salto diretti all'avversario. Questa tecnica viene usata contro Kyle Katarn durante il Nuovo Ordine Jedi.


I tre stili del Nuovo Ordine Jedi

In seguito vengono inventati tre nuovi stili, applicabili alle forme di combattimento convenzionali e non, anche se non sempre perfettamente adattabili.
  • Stile veloce
Stile che si rifà alle tecniche dell'Ataru e del Soresu, consiste in colpi rapidi e spesso concatenati, che permettono tanto un saettante attacco, quanto una rapida difesa; è particolarmente utile nei duelli contro avversari lenti e pistoleri. Gli svantaggi sono: la scarsa forza degli attacchi, il corto raggio d'azione e la fragilità della difesa
  • Stile medio
Stile basato sullo Shii Cho e sul Niman, con qualche elemento dell'Ataru, lo stile medio punta a cercare un equilibrio tra lo stile veloce e lo stile forte; è molto efficace quanto tutto il resto non funziona, e ha un rispettabile bilanciamento tra attacco e difesa, ma un esperto tiratore o un abile spadaccino possono facilmente rompere la difesa dello stile medio, e in attacco si può facilmente trovare una debolezza e contrattaccare.
  • Stile forte
Stile derivato dallo Shii Cho e dal Djem-So, si basa principalmente sull'attacco, utilizzando colpi vibrati con grande potenza; la grande potenza dei colpi può facilmente rompere la difesa dell'avversario, e permette di coprire lunghe distanze, ma i colpi sono lenti e possono lasciare grandi aperture nella guardia, rendendosi vulnerabli ad eventuali contrattacchi, per cui è svantaggioso usarlo nei duelli tra spadaccini laser.
Questi nuovi stili vengono insegnati agli studenti nel Tempio Jedi di Luke Skywalker. Due membri del nuovo Ordine che padroneggiano tutti e tre gli stili sono Kyle Katarn e il suo studente Jaden Korr. Katarn infatti aveva subito iniziato a istruire Jaden e il compagno Rosh Penin fin dalla prima lezione.


Tecniche

Indipendentemente dallo stile usato, il combattimento con la spada laser comprende molte mosse e tecniche complesse, che se usate con la giusta maestria possono anche porre fine ad un duello. Le più conosciute sono:
Dun Möch
I Sith miravano al dominio completo dello spirito di un avversario, attraverso qualsiasi mezzo possibile e tramite l'uso della spada laser. Il Dun Möch comunemente faceva uso di provocazioni, gesti e insulti per mezzo delle parole, per esporre la debolezza dell'avversario e per eroderne la volontà.
Questa tecnica era particolarmente pericolosa per chi usava la Forza, in quanto era richiesta una grande concentrazione per il suo uso, e i dubbi potevano rompere facilmente la concentrazione. Altre variazioni del Dun Möch includevano l'uso di oggetti per distrarre appositamente l'avversario ed eventualmente danneggiarlo. Dart Fener usò la tecnica Dun Möch contro Luke Skywalker nel duello su Bespin.
Anche Darth Tyranus e Darth Sidious facevano uso della tecnica, specie contro Yoda nei duelli visti nei film. La potenza del Dun Möch nelle mani di Darth Sidious era particolarmente devastante, essendo in grado di far levitare tre seggi del senato in contemporanea per distrarre Yoda.
In più, Luke Skywalker aveva usato l'esatto opposto del Dun Möch sulla seconda Morte Nera. Il giovane Jedi aveva provato a far ritornare Dart Fener alla luce parlandogli e cercando di infondergli amore nel cuore, attraverso le parole. Luke riuscì a riportarlo indietro dal sentiero oscuro che aveva intrapreso, e Anakin Skywalker riportò l'equilibrio nella Forza.


Cho Mok
Il Cho Mok è una mossa base del combattimento con la spada laser: prevede il taglio di un arto dell'avversario; viene spesso usata da molti Jedi, specialmente durante le Guerre dei Cloni.


Cho Sun
Tecnica più evoluta del Cho Mok, il Cho Sun consiste nel disarmare l'avversario, tagliandogli il braccio armato all'altezza del gomito; un esempio di Cho Sun è quando Dooku taglia il braccio destro di Anakin Skywalker.


Cho Mai
Una delle tecniche di disarmo più raffinate, è simile al Cho Sun, ma in questo caso il bersaglio è esclusivamente la mano; con questa tecnica si può sconfiggere un nemico causandogli il minimo danno, ma è richiesta una grande maestria e precisione nell'esecuzione. Dart Fener usava spesso il Cho mai nei suoi combattimenti: lo utilizzò la prima volta contro Dooku, poi contro Mace Windu e infine contro il figlio, Luke Skywalker.


Sun Djem
Il Sun Djem è una mossa il cui scopo è disarmare l'avversario distruggendo la sua arma. Nella serie viene usata spesso da Dooku, e da Luke contro Boba Fett.


Sai Cha
Il Sai Cha è una mossa letale eseguibile con una spada laser, che consiste nel decapitare l'avversario; è la tecnica con cui Mace Windu uccide Jango Fett.


Sai Tok
Tecnica letale e poco usata dai Jedi, in quanto creduta fortemente legata ai Sith. Consiste nel tagliare l'avversario a metà, con un fendente all'altezza della vita. L'unico esempio visto finora è nel duello tra Obi-Wan Kenobi che la usa su Darth Maul


Shiak
Mossa apparentemente di semplice esecuzione, consiste nel trafiggere l'avversario; i Jedi colpivano di norma gli arti, ma i Sith la usavano spesso per colpire il busto o la gola, come dimostrato da Palpatine.


Shiim
Si tratta di una piccola ferita inferta di norma agli arti; può apparire un attacco disperato, come nel caso di Luke Skywalker a Dart Fener, o può essere sufficiente a sconfiggere un avversario, come dimostra Dooku nello scontro con Obi-Wan Kenobi in L'attacco dei Cloni


Mou Kei
Consiste in un ampio fendente che mira ad amputare più arti contemporaneamente; l'ha usato Obi-Wan kenobi contro Anakin Skywalker nel loro duello su Mustafar, privandolo di entrambe le gambe e di un braccio.