giovedì 18 gennaio 2018

Clan Ashina

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Il clan Ashina (蘆名氏) fu un clan Giapponese attivo nel periodo Sengoku nella provincia di Mutsu in quello che fu il dominio di Aizu.

Storia

Il clan dichiarava di discendere dal clan Taira attraverso il clan Miura. Sono usati spesso anche i caratteri Kanji "芦名" e "葦名". Il nome deriva da un'area chiamata Ashina nella città di Yokosuka, nella prefettura di Kanagawa. Tra i vari capi clan ci fu il daimyo Ashina Morikiyo, quindicesimo capo del clan. Ci furono due rami del clan: Sagami-Ashina (相模蘆名氏) e Aizu-Ashina (会津蘆名氏). I Sagami-Ashina si formarono quando il terzo figlio di Miura Yoshitsugu adottò il nome Ashina. Gli Aizu-Ashina invece discendevano dal settimo figlio di Miura Yoshiaki, Sawara Yoshitsuru. Tuttavia alcune fonti sono discordanti. Durante il periodo Muromachi il clan pretese il ruolo di shugo di Aizu.
Nel 1589 gli Ashina subirono da Date Masamune una pesante sconfitta nella battaglia di Suriagehara che portò alla scomparsa del clan.

mercoledì 17 gennaio 2018

Date Tanemune

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Date Tanemune (伊達 稙宗; 1488 – 16 luglio 1565) è stato un daimyō giapponese del periodo Sengoku.
Tanemune fu nominato shugo della provincia di Mutsu nel 1522. Compose il codice della famiglia Date, chiamato Jinkaishu, nel 1536. Poco dopo intervenne nel conflitto interno della famiglia Ōsaki e li portò sotto la sua influenza dando il suo secondo figlio come erede del clan. Nel 1542 Tanemune annunciò l'intenzione di dare il suo terzo figlio Sanemoto in adozione al clan Uesugi, ma l'erede del clan, Date Harumune si oppose fermamente. Il conflitto tra padre e figlio sfociò in quello che viene chiamato conflitto Tenbun, nel quale servitori, vassalli e clan confinanti dei Date si schierarono da una parte o dall'altra. Alla fine Tanemune fu sconfitto e si fece da parte lasciando al suo erede Harumune un clan notevolemente indebolito. Sua figlia sposò Sōma Akitane.

martedì 16 gennaio 2018

Susanoo

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Susanoo, o Susanowo, è una delle principali divinità (Kami) dello shintoismo, noto come il dio delle tempeste e degli uragani.
La sua nascita viene narrata nella prima parte del Kojiki (古事記), primo testo ufficiale della Letteratura Giapponese, che narra le origini del paese stesso.

Il mito

Venne generato dall'acqua scorsa nel naso di Izanagi, il Dio Creatore, durante il compimento di un harai (rito di purificazione) dopo la visita nell'oltretomba. Venne incaricato dal "padre" di dominare e occuparsi della Piana del Mare.
La sua forza e il suo coraggio erano pari unicamente alla sua insolenza ed al suo carattere bellicoso. Annoiato dalla monotonia dell'incarico assegnatogli lo abbandonò, dandosi ad una serie di gesti violenti nei confronti degli esseri umani e degli altri Kami.
Si narra che la sorella Amaterasu, fu una delle numerose vittime dei suoi "dispetti". Pare infatti che Susanoo, sceso sulla Terra, distrusse gli argini delle risaie che la Dea aveva costruito per nutrire gli uomini, avesse scuoiato immolando un cavallo e avesse defecato sui campi degli uomini, e che lei, sentendosi oltraggiata, si rinchiuse in una grotta e ne sbarrò l'accesso facendo calare l'oscurità sul mondo. Solo grazie ad uno stratagemma, ideato da Amenouzume, i Kami riuscirono a condurre nuovamente Amaterasu allo scoperto e a riportare alla normalità la situazione.
Per quest'episodio, Susanoo venne condannato all'esilio e cacciato sulla Terra nella regione di Izumo.
Fu allora che il Dio divenne un difensore dell'umanità e si dedicò alla causa del bene. Lottò contro Yamata no Orochi, un potente serpente ad otto teste per salvare una giovane destinata al sacrificio. Ucciso il mostruoso animale, lo fece a pezzi e scoprì che nella sua coda era celata una grande spada, Kusanagi no Tsurugi, servendosi della Spada di Totsuka (十挙剣 Totsuka no Tsurugi), una spada che trasporta la vittima colpita in un'altra dimensione ove regna un'illusione eterna. Questa creatura possiede anche uno scudo potentissimo, lo Scudo di Yata (八咫鏡 Yata no Kagami), in grado di bloccare qualsiasi attacco, che venne utilizzato contro Izumo.

Nella cultura moderna

Susanoo compare tra i personaggi principali del manga Orion, di Masamune Shirow.
Nel manga Inferno & Paradiso del mangaka OhGreat! Susanoo si re-incarna nel protagonista Soichiro Nagi.
Susanoomon è inoltre un Digimon che appare in Digimon Frontier e che si ispira palesemente al dio Susanoo.
Susanoo è anche presente nell'anime Kamigami no Asobi, nei panni di un giovane ragazzo di nome Takeru.
Un'arma imperiale organica di Akame ga Kill! si chiama Susanoo.
Nel gioco per Nintendo 3DS Bravely Default esiste un'evocazione chiamata Susano-o.
Susanoo è il protagonista del film d'animazione il piccolo principe e il drago a otto teste (Wanpaku Ouji no Orochi Taiji)
Nel manga e anime Naruto, Susanoo è un'armatura di chakra preerogativa del clan Uchiha. Viene infatti utilizzata da personaggi come Sasuke Uchiha. Itachi Uchiha e Madara Uchiha. Viene utilizzato anche da Kakashi Hatake per aiutare il Team 7 a sconfiggere Kaguya, dopo che gli sono stati donati gli occhi da Obito Uchiha, ormai nell'aldilà, come regalo alla sua futura nomina di Hokage.
Il mostro Yamata no Orochi appare anche nel manga L'Emblema di Roto
Susano è rappresentato come personaggio giocabile anche nel videogioco Smite
Susanoo è uno dei tre Ars magus originali, utilizzati da Hakumen e Terumi (nonché la vera essenza di quest'ultimo) nel videogioco picchiaduro della Arc System Works, Blazblue
Susanoo è anche il nome di un fucile a fusione leggendario nel videogioco Destiny. Nella descrizione dell'arma sul sito ufficiale si può leggere: "Le impetuose tempeste di oggi diverranno le acque curative di domani."

lunedì 15 gennaio 2018

Hiroshi Shirai

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Hiroshi Shirai (Nagasaki, 31 luglio 1937) è un karateka e maestro di karate giapponese.
X dan, è considerato uno dei maestri più preparati al mondo nel karate di Stile Shotokan.
È il fondatore dell'Istituto Shotokan Italia (ISI), un ente morale della FIKTA per lo studio dello stile omonimo e riconosciuto dal Consiglio dei Ministri. Il Maestro Shirai tiene ancora allenamenti coadiuvato dal Maestro Carlo Fugazza ed è presidente della commissione esaminatrice della FIKTA per il passaggio di DAN.

Biografia

Nasce nel 1937 a Nagasaki. Nel 1955 inizia la pratica del Karate sotto la guida dei celebri maestri della JKA (Japan Karate Association) Masatoshi Nakayama, Hidetaka Nishiyama e Taiji Kase. Questo può essere considerato l'inizio del percorso formativo di Sensei Hiroshi Shirai. Nel 1957, dopo soli due anni, ottiene il I dan. Nel 1959 consegue il II dan e si qualifica al primo posto nei campionati universitari. L'anno successivo (1960) inizia il Corso Istruttori alla JKA; tra i suoi maestri figurano Nakayama, Nishijama, Kase e Sugiura. Nel 1961 ottiene la qualifica di istruttore e conquista il III dan. Nel 1962 si aggiudica il primo posto ai campionati organizzati dalla JKA in entrambe le prove, Kata e Kumite. Nel 1963 diviene Maestro (Sensei). Conquista il V dan nel 1964.
Nel 1965, assieme ad altri importantissimi maestri, svolge stage e dimostrazioni in tutto il mondo (Europa, Sud Africa e Stati Uniti). Giunto In Italia, si stabilisce a Milano e contribuirà a formare e diffondere un nuovo spirito e ad animare una passione, quella delle arti marziali, istruendo maestri tuttora attivi a livello internazionale. Nel 1966 fonda la A.I.K. (Associazione Italiana Karate). Nell'anno 1969 ottiene il VI dan.
L'anno successivo fonda la celeberrima FE.S.I.KA (Federazione Sportiva Italiana Karate) che riporta numerosissimi risultati a livello nazionale, europeo e mondiale. Nell'anno 1974 ottiene il VII dan. Nel 1979 fonda l'I.S.I. (Istituto Shotokan Italia - Ente Morale). Nel 1986 ottiene l'VIII dan. Nel 1989 (novembre) insieme ad un gruppo di Maestri e futuri dirigenti fonda la F.I.K.T.A. (Federazione Italiana Karate Tradizionale e Discipline Affini)di cui è Direttore Tecnico. Nel 1999 ottiene il IX dan proponendosi come una della più importanti personalità nell'ambito del Karate Do ancora viventi.
Nel 2011 riceve una delle più alte onorificenze concesse dal Ministro degli Affari Esteri nipponico. Nel 2011 gli è stato conferito il titolo di X dan a Busto Arsizio (VA).

domenica 14 gennaio 2018

Motobu Chōki

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Chōki Motobu 本部 朝基 (Shuri, 5 aprile 1870 – Shuri, 15 aprile 1944) è stato un karateka giapponese.
Fratello minore del karateka Motobu Chōyū, nacque nel Villaggio Akahira a Shuri, ad Okinawa, capitale del Regno delle Ryūkyū.
Suo padre, Lord Motobu Chōshin (Motobu Aji Chōsin), fu discendente e sesto figlio del Re di Okinawa, Shō Shitsu (1629-1668), noto altrimenti con il nome di Shō Kōshin, e conosciuto inoltre come Principe Motobu Chōhei (1655-1687). Chōki fu il terzo figlio di Motobu Udun ("Motobu Palace"), uno dei rami cadetti della famiglia reale okinawense Shō.
Come ultimo di tre figli, Motobu Chōki non fu indirizzato verso un'educazione al loro stile di famiglia del Te (il primo nome per il karate). Nonostante questo Motobu si interessò molto alla disciplina, utilizzando molto tempo in gioventù per allenarsi da solo, colpendo il makiwara, e sollevando pesanti pietre per incrementare la sua forza. Venne descritto dai suoi contemporanei come un atleta molto agile, guadagnandosi il soprannome di Motobu no Saru, o "Motobu la scimmia." Iniziò a praticare il karate sotto Ankō Itosu continuando con Matsumura Sōkon, Sakuma Pechin e Kōsaku Matsumora.

Allenamenti

Nonostante fosse descritto dai suoi detrattori come un combattente di strada violento e crudele, senza un allenamento formale, Motobu era lo studente di karate più promettente dei praticanti di Okinawa. Ankō Itosu (1831-1915), Sōkon Matsumura (1809-1899), Sakuma Pechin, Kōsaku Matsumora (1829-1898) e Tokumine Pechin (1860-1910) insegnarono tutto a Motobu. Molti maestri trovarono indesiderata la sua abitudine di testare le sue abilità combattive tramite combattimenti di strada nel tsuji (zona a luci rosse).Ma a causa delle sue nobili origini (come un discendente okinawense della famiglia reale Shō) resero difficile loro rifiutarlo come discepolo.

L'incontro di boxe

Dopo numerose attività commerciali fallite, Motobu partì per Osaka, in Giappone, nel 1921. Un amico convinse Motobu a partecipare a un incontro "boxing vs judo" . Questi incontri erano popolari a quel tempo, e spesso davano la possibilità di far partecipare un pugile straniero in un match contro un jujutsu o uno judoka. Secondo un articolo del giornale King relativo al calcolo dei combattimenti del 1925, Motobu avrebbe partecipato ad una sfida in un incontro contro un pugile straniero, descritto come un pugile Russo molto forte. Dopo alcuni round, Motobu si incontrò con il più alto e il più grande boxer di quei tempi e lo eliminò con un solo colpo di mano. Motobu aveva 52 anni.
L'articolo del King descrisse come sorprendente la vittoria di Motobu, sebbene le illustrazioni mostrassero chiaramente che era Gichin Funakoshi il combattente in questione. Questo errore di pubblicazione aumentò la amara rivalità tra i due maestri, e portò ad un apparente scontro. Erano spesso in conflitto anche le loro opinioni su come dovrebbe essere usato ed insegnato il karate.
La popolarità scaturita da questa inaspettata vittoria portò Motobu ad un livello di fama mai conosciuto precedentemente in Giappone. Motobu fu consultato da numerose celebrità del tempo, incluso il campione di boxe "Piston" Horiguchi, per essere allenati da lui. Aprì un dojo, il Daidokan, dove insegnò sino all'inizio della Seconda guerra mondiale nel 1941. Motobu affrontò notevoli difficoltà nell'insegnamento. La causa principale dei suoi problemi fu la difficoltà nello scrivere e parlare il Giapponese continentale. I dialetti okinawensi erano praticamente incomprensibili ai continentali. Come risultato dovette affidarsi a delle traduttrici che lo portarono alla diceria che fosse un analfabeta. Queste voci furono largamente screditate dall'esistenza di alcuni manoscritti di Motobu, scritti con una calligrafia chiara ed istruita. In una produzione video della Tsunami sullo stile di Motobu, si parlò della difficoltà di espressione linguistica del padre: Motobu Chōsei che potevano essere maggiormente motivate come protesta at being a displaced member (dalla Annessione Giapponese di Okinawa) dell'aristocrazia delle Ryukyuan piuttosto che un'incapacità.

sabato 13 gennaio 2018

Kagutsuchi

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Kagutsuchi (カグツチ) è il dio del fuoco nella mitologia giapponese. Fu l'ultimo figlio di Izanami e Izanagi, ucciso dal padre perché la sua nascita era costata la vita alla dea Izanami. Il dio infatti usò la sua spada, la Ame no Ohabari (天之尾羽張), per decapitarlo e tagliare il suo corpo in otto parti, diventati poi vulcani; dal sangue colato dalla spada, inoltre, sono nati altre otto divinità, tra cui Watatsumi, dio del mare, e Kuraokami, dea della pioggia e della neve.

venerdì 12 gennaio 2018

La Storia del Tae Kwon Do



Il Taekwondo è un'arte marziale coreana moderna che ha radici storiche profonde. La parola "Taekwondo" può essere tradotta come "il percorso dei piedi e dei pugni". Questa disciplina si concentra sull'uso delle gambe e dei calci ad alta velocità, ma include anche pugni, gomitate e ginocchiate.

La storia del Taekwondo risale a migliaia di anni fa, fino al periodo dei Tre Regni della Corea (57 a.C. - 668 d.C.). Durante questo periodo, c'erano molte scuole di arti marziali, ma il Taekwondo era conosciuto come "Taekkyeon" o "Subak". Inizialmente, il Taekwondo era insegnato come una forma di autodifesa e come allenamento militare.

Nel corso dei secoli, il Taekwondo ha subito diverse influenze culturali e politiche. Durante l'occupazione giapponese della Corea (1910-1945), molte pratiche tradizionali furono vietate e perseguite. Tuttavia, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Taekwondo iniziò a ricostruirsi come disciplina distintiva.

Nel 1955, il generale coreano Choi Hong Hi fondò la Korea Taekwondo Association (KTA) per unificare le diverse scuole di Taekwondo e istituire uno stile unificato. Questo fu un momento cruciale nella storia del Taekwondo moderno. Nel 1966, il Taekwondo divenne uno sport ufficiale in Corea, con la creazione della World Taekwondo Federation (WTF), che si occupava di regolamentare le competizioni e promuovere il Taekwondo a livello internazionale.

Negli anni successivi, il Taekwondo ha continuato a crescere come sport popolare in tutto il mondo. Nel 2000, il Taekwondo è stato incluso come sport olimpico ufficiale ai Giochi Olimpici di Sydney. Questo ha portato a una maggiore visibilità e ad un ulteriore aumento della popolarità del Taekwondo.

Oggi, il Taekwondo è praticato da milioni di persone in tutto il mondo, sia come disciplina sportiva sia come forma di autodifesa. È noto per i suoi spettacolari calci volanti, la sua agilità e la sua filosofia basata sull'autodisciplina, il rispetto e l'autocontrollo.

In conclusione, la storia del Taekwondo è una ricca e affascinante evoluzione dalle sue origini antiche fino ai giorni nostri. Questa arte marziale coreana ha raggiunto una notevole popolarità a livello mondiale grazie alla sua bellezza, potenza e significato culturale.

Dopo la fondazione della World Taekwondo Federation (WTF), il Taekwondo ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Le competizioni di Taekwondo sono diventate sempre più popolari e nel corso degli anni sono state sviluppate diverse categorie di combattimento, sia per uomini che per donne, con regole specifiche per garantire la sicurezza degli atleti.

Nel 1973 è stata fondata la International Taekwon-Do Federation (ITF) da parte del generale sudcoreano Choi Hong Hi, che era uno dei fondatori della WTF. L'ITF si è distinta come un'organizzazione indipendente che ha sviluppato un proprio stile di Taekwondo, con un approccio più tradizionale e con una maggiore enfasi sulle tecniche di pugno. Oggi esistono diverse federazioni e stili di Taekwondo, ognuno con le proprie caratteristiche.

Il Taekwondo è diventato uno dei più popolari sport da combattimento al mondo. Le competizioni di Taekwondo sono regolate da regole specifiche che valutano i punti ottenuti con colpi precisi e potenti. Le categorie di combattimento includono sparring, forme (poomsae) e tecniche di rottura (breaking).

Oltre alla parte sportiva, il Taekwondo ha una forte componente filosofica e di autodisciplina. Gli insegnamenti tradizionali del Taekwondo promuovono il rispetto per gli altri, l'autocontrollo, la perseveranza e l'umiltà. Gli studenti di Taekwondo imparano anche la difesa personale, lo sviluppo fisico e mentale, e l'acquisizione di una maggiore fiducia in se stessi.

Il Taekwondo continua ad evolversi e ad adattarsi alle esigenze dei praticanti moderni. Negli ultimi anni, sono stati introdotti nuovi stili di Taekwondo che combinano elementi tradizionali con tecniche moderne e approcci innovativi. Inoltre, il Taekwondo è diventato uno strumento efficace per promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni attraverso eventi e iniziative internazionali.

In conclusione, la storia del Taekwondo è caratterizzata da una continua evoluzione e diffusione a livello mondiale. Questa disciplina marziale coreana combina abilità atletiche, tecniche di combattimento e valori filosofici, rendendola un'arte marziale completa che ha conquistato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.


Classificazione degli Stili di Wushu



Quello della classificazione degli stili è un problema annoso per gli studiosi delle arti marziali cinesi, infatti, la loro realtà ampia e variegata (si contano oltre 400 stili) rende difficile racchiuderli in schemi rigidi e teorici.
Nonostante questa difficoltà si sono individuati molti criteri di classificazione, di cui tre sono i principali:
1) Distinzione tra Neijia (Famiglia Interna) e Waijia (Famiglia Esterna).
2) Distinzione tra Stili del Nord e Stili del Sud.
3) Distinzione in tre grandi zone di diffusione.

1) Neijia e Waijia
La prima grande distinzione che presentiamo è quella tra Neijia, in altre parole gli stili interni, e Waijia, gli stili esterni.
Gli stili interni rispondono ai principi della Yin e dello Yang, dei 5 elementi e degli Otto Trigrammi, salvo poi ritrovare negli stili considerati esterni la rispondenza ai medesimi principi; gli stili esterni deriverebbero dalle ginnastiche insegnate da Damo.
Ciò determina un’altra ipotesi sull’utilizzo dei termini interno ed esterno, legata all’origine differente dei due sistemi, perché il Neijia viene fatto risalire, come pensiero filosofico, agli insegnamenti di Laozi, un cinese, da qui l’aggettivo interno; il Waijia, come ho già detto prima, viene fatto risalire a Damo (nome cinese di Bodidharma), un persiano o indiano, uno straniero, da qui il termine esterno .
In realtà non è assolutamente facile cogliere il significato profondo della differenza fra Waijia e Neijia.
In linea di massima si potrebbe affermare che le scuole di wushu Waijia o scuole esterne, si basano su di un lavoro fisicamente molto duro ed usano tecniche molto precise e ben definite. Attraverso il tipo di lavoro fisico che si usa nell’allenare questi stili si ottiene un rafforzamento dell’apparato osteo-articolare (spesso nell’esecuzione di posizioni basse e statiche) e di seguito dell’apparato muscolo-tendineo (esecuzione di gesti atletici in grande velocità). All’interno o per mezzo di queste azioni si arriva ad un uso razionale della respirazione (Qi), alla protezione dei principi vitali (Jing), alla condensazione dell’intenzione (Yi) e all’elevazione dello spirito (Shen) in un processo cosiddetto di “raffinazione delle tre energie” (Qi-Jing-Shen).
Nelle scuole di Wushu Neijia o scuole interne, questo processo è invertito. All’inizio della pratica si pone subito l’attenzione alla liberazione dello spirito “Shen” per poi dirigere l’intenzione “Yi”, mobilitare il principio vitale “Jing”, dirigere il respiro “Qi” ed infine rigenerare la forma corporea (Xing).
Si può quindi affermare che sia negli stili Neijia sia negli stili Waijia gli elementi fondamentali sono sempre i medesimi: ossa, muscoli, tendini, circolazione dei liquidi corporei vitali (Jing), respirazione (Qi), mente/spirito (Yi/Shen). Si può quindi anche affermare che i due metodi, con sistemi di lavoro diversi si propongono i medesimi scopi.
Il Neijia è spesso accostato a significati esoterici, forse a causa dei presunti legami che, pare, questi stili abbiano con la filosofia e la religione taoista. In realtà facendo riferimento a questi stili si parla di “forza interna” poiché la manifestazione della forza fisica esiste comunque come negli stili esterni ma è meno evidente, più profonda e flessibile e soprattutto è basata su di una coordinazione precisa tra l’atteggiamento mentale/spirituale e la struttura del corpo umano, una sorta di potenza psicofisica che scaturisce in modo fulmineo e devastante. L’esempio tipicamente usato per capire e spiegare questo fenomeno è quello dell’acqua e della sua forza intrinseca; basti pensare alla cedevolezza dell’acqua, in stato di quiete, e all’effetto che farebbe l’essere investito da un’onda alta tre metri.
Possiamo concludere affermando che quando parliamo di Neijia o di Waijia parliamo di due facce della stessa medaglia e nel gergo delle arti marziali è uso dire che “l’interno” necessita “dell’esterno” per manifestarsi e “l’esterno” necessita “dell’interno” per avere forza vitale.
Gli stili interni sono anche detti morbidi; quelli esterni sono anche detti duri: questo per sottolineare che nella pratica dei primi sarebbero quasi assenti le contrazioni muscolari massimali e nei secondi al contrario abbonderebbero.
Durante il periodo nazionalista (1927-1949) venne fondata l’Accademia Centrale di Guoshu di Nanchino che era divisa in due sezioni principali, una in cui venivano praticati i sistemi Neijia, detta Wudang, e l’altra in cui venivano praticati i sistemi Waijia, detta Shaolin. In questo modo si ribadisce il presunto collegamento al Taoismo da una parte ed al Buddismo dall’altra.
Wudang e Shaolin sono due famosi centri religiosi e per la pratica delle arti marziali: Shaolin è un tempio buddista sede dei famosi Monaci Guerrieri; Wudang è una montagna sacra Taoista, che ospita un complesso di templi.

Neijia  
Waijia
Interno
Esterno
Wudang
Shaolin
Taoismo
Buddismo
Setta Chuan Zhan
 
(rivelazione dell’insegnamento)
Setta Chan
 
(Zen in giapponese)
Morbido
Duro

Un’altra località importante nel panorama del wushu è la montagna Emei, luogo sacro per i buddisti ma che accoglie numerosi templi taoisti; gli stili di pugilato che vi si originano, a detta di coloro che li praticano, inglobano elementi Wudang/Neijia e Shaolin/Waijia. Probabilmente questo discorso è generalizzabile a tutti gli stili di Wushu tradizionale, infatti, nel passato fino all’epoca della dinastia Ming (1368-1644) tale divisione non esisteva; la distinzione comincia ad apparire in alcuni scritti della fine del 1600, in cui si afferma che nel 1500 appare nell’area di Ningbo e Wenzhou nel Sud-Est della Cina (più precisamente nella provincia dello Zhejiang) uno stile nuovo di Wushu detto Neijiaquan, che si faceva risalire al monaco taoista Zhang Sanfeng della Montagna Wudang.
Zhang avrebbe imparato il sistema Waijia a Shaolin e poi con il supporto di nuovi concetti, avrebbe creato questo nuovo stile. Una scuola che si dice erede di questo sistema esiste ancor oggi nel Sud, anche se si tende a credere che lo stile originario sia andato perduto.
Lo Xingyiquan, il Taijiquan e il Baguazhang sarebbero stati sviluppati in modi diversi ma cercando di riprodurre i concetti del Neijiaquan di Zhang Sanfeng. Nel 1882, per iniziativa di Cheng Tinghua, un maestro di Baguazhang, alcuni importanti maestri di quei tre stili cercarono di riunirli in una famiglia unica, cui assegnarono il nome Neijia.

2) Stili del Nord e Stili del Sud
Un'altra grande distinzione è quella tra il Changquan (Pugilato Lungo) o Stili del Nord e il Nanquan (Pugilato del Sud) o Stili del Sud.
Essa corrisponde ad un’importante ripartizione culturale, etnica, linguistica e geografica che da secoli vuole la Cina divisa in due macroregioni separate tra loro dallo Changjiang (il Fiume Lungo, anche detto fiume azzurro), la Cina del Nord e la Cina del Sud.
Cina del Nord
Cina del Sud
Grano, Granturco, Sorgo, etc.
Riso
Temperatura minima annua –23°
Temperatura minima annua 9°
Lingua: Mandarino
Lingua: Cantonese
Territorio di praterie e desertico
Territorio con una florida vegetazione subtropicale

Poiché Wudang si trova a Sud e Shaolin a Nord dello Changjiang, si è teso ad identificare gli Stili Wudang con gli stili del Sud e gli Stili Shaolin con gli Stili del Nord; ciò porterebbe ad affermare che il Taijiquan, il Baguazhang e lo Xingyiquan siano stili del Sud, ma siccome sia per la loro origine che per la loro diffusione sono notoriamente stili del Nord quest’associazione viene automaticamente a cadere.
Si può affermare che la distinzione tra Stili del Nord/ Changquan e Stili del Sud/Nanquan è una ripartizione a cui possono essere sottoposti i sistemi Waijia/Shaolin.
Neijia/Wudang
Waijia/Shaolin
Xingyiquan
Changquan
Baguazhang
Nanquan
Taijiquan

Wudangquan

Liuhebafa

E’ assai facile riconoscere che negli Stili del Nord vi è un uso prevalente delle gambe e del movimento fluido, mentre negli Stili del Sud, al contrario, è prevalente l’uso delle braccia e delle posizioni statiche.
Questa differenziazione si presenta assai marcata e dovrebbe aver avuto origine, secondo alcune fonti, 200 anni or sono; ad essa si sono date spiegazioni legate ai diversi ambienti geografici ed urbanistici. Si dice che al Nord la presenza di praterie ha favorito la pratica più ampia del movimento, mentre al Sud la presenza di risaie e di abitazioni fluviali su chiatte ha favorito la ricerca della stabilità delle posizioni e ha disincentivato l’uso dei calci.

Changquan/Stili del Nord
Nanquan/Stili del Sud
Posizioni Basse ed Ampie
Posizioni StatichePrevalenza del Mabu e delle Tecniche di Braccia
Calci, Salti, tecniche acrobatiche
Pochi calci, in genere colpiscono all’altezza delle ginocchia.
Movimento fluido
Frequentissime contrazioni muscolari


Gli Stili del Sud o Nanquan fanno tutti riferimento nel loro mito delle origini alla distruzione di un Tempio Shaolin (probabilmente un sussidiario) per opera delle truppe imperiali Manciù, e si ritengono gli eredi dei monaci sopravvissuti a tale distruzione.
Questa storia rivela l’appartenenza di tali stili all’ambiente delle Società Segrete (Hui) che erano nate in funzione anti-mancese e che avevano l’esigenza di creare rapidamente una base militare, utilizzata anche per la raccolta di fondi tramite attività illecite.
Tra essi potete trovare:
l’Hongjiaquan o Hunggar Kuen (Pugilato della Famiglia Hong),
lo Yongchunquan o Wingchun (pugilato dell’eterna primavera),
Liujiaquan o Laugar Kuen (Pugilato della Famiglia Liu),
il Wumeihuaquan (Pugilato dei Cinque Fiori di Prugno),
il Gouquan (Pugilato del Cane),
il Wuzuquan (Pugilato dei Cinque Antenati), ecc....
Il Cailifoquan detto Choy Li Fut (Pugilato buddista della famiglia Caili), pur essendo stato fondato nel sud della Cina contiene molti elementi dei pugilati del Nord.
Lo Zhoujia detto Chowgar Kuen (Pugilato della famiglia Chow) è uno stile praticato dalla minoranza Khejia detta Hakka (famiglie ospiti), che fa risalire le proprie origini alla famiglia imperiale Ming e al tempio di Shaolin, ed è stato chiamato anche Tanglangquan Nanpai (Fazione del Sud della Mantide Religiosa).

Negli Stili del Nord troviamo una realtà più variegata perché i miti delle origini fanno riferimento a storie più antiche e differenti, nonostante l’epoca Ming sia quella che, per la maggior parte di essi, ha segnato il periodo di maggior diffusione.
Tra essi spiccano
il Bei Tanglangquan (Mantide Religiosa del Nord),
lo Huaquan,
il Bajiquan (Pugilato delle Otto Direzioni),
Chaquan,
Zhaquan,
Luohanquan (Pugilato dei Discepoli di Budda),
Yingzhaoquan (Pugilato dell’Artiglio dell’Aquila).
Anche il Meihuaquan (Pugilato del Fiore di Prugno) è solitamente inserito in questa categoria.

3) Area del Nord-Est, Area del Sud, Area del Sichuan.
Anche questa catalogazione segue un criterio geografico, che tiene conto delle tre maggiori aree di diffusione e di pratica del Wushu in Cina.
L’Area del Nord-Est comprende le Province di Hebei, Shandong, Jiangsu, Anhui ed Henan. L’Henan è la provincia dove si trovano il Tempio di Shaolin ed il Villaggio Chenjiagou.
L’Area del Sud comprende in particolare le Province di Fujian e Guangdong, due località dove si ipotizza potesse sorgere il Tempio Shaolin del Sud.
L’Area del Sichuan fa riferimento all’omonima provincia, dove si trova la Montagna Emei, di cui si è già parlato precedentemente.
Questa classificazione può essere intesa anche come una suddivisione che proviene dalle altre due, inserendo come terzo sistema quello Emei, che viene inteso come un punto di incontro tra le caratteristiche dei sistemi Wudang e i sistemi Shaolin, anche intesi come Stili del Sud e Stili del Nord, già confutato sopra.
Questa divisione è interessante proprio perché sottolinea le località che rivestono una certa importanza per il Wushu, ma non ne esaurisce certo l’elenco.

          Altre forme di classificazione

Rispetto alle tre aree geografiche individuate sopra, dobbiamo costatare che ci sono stili che non vi possono essere collocati ed inoltre presentiamo altri sistemi di classificazione insoliti.
Vi sono stili che hanno avuto la loro origine geografica nel Tibet (anche se oggi non vi sono più praticati): il Lamapai, un tipo di Baihequan, ecc.
Altri stili sono legati alle minoranze etniche (esistono in Cina più di cinquanta minoranze), tra cui una categoria importante è rappresentata dagli stili praticati dalla minoranza Hui (di religione Islamica), foltissimo gruppo di stili dell’area del Changquan: il Chaquan (pugilato della famiglia Cha), lo Zhaquan (pugilato della famiglia Zha), il Tantui (gambe rimbalzanti), ecc.
Moltissimi stili poi sono praticati dalle minoranze etniche che vivono prevalentemente nello Yunnan (Provincia che confina con il Vietnam, il Laos, la Cambogia e la Birmania).Tra questi riveste particolare interesse tra i praticanti di Meihuaquan, il Simenquan (Pugilato delle Quattro Porte) praticato da alcune delle minoranze, che ha molte somiglianze con il Pugilato del Fiore di Prugno, anche se invece che sui pali viene praticato attorno a delle buche. Alcuni stili prendono addirittura il nome di alcune di queste minoranze essendo caratteristici di una sola di esse: Miaoquan, Achangquan, Yaoquan, etc.
Un’altra minoranza importante è costituita nel sud dagli Kejia (detti Hacca), popolazione di etnia Han, che, protagonisti di una migrazione successiva, non si sono mai integrati con gli Han, che già vivevano in quella zona, anche perché in possesso di una forte identità culturale. Questa minoranza pratica uno stile particolare, che viene attribuito alla famiglia imperiale Ming e prende nomi diversi: Zhoujia detto Chowgar (pugilato della famiglia Zhou, che sarebbe il nome originario) Tanglang del Sud (che sarebbe invece un nome di comodo individuato per sfuggire alle persecuzioni mancesi).
Questo Tanglang è molto diverso da quello creato da Wang Lang nello Shandong e avrebbe poco dello stile imitativo della mantide, a cui invece appartiene il secondo.
Gli Stili Imitativi degli Animali attraversano trasversalmente tutte le altre categorie. In questi stili si imita solitamente la mimica degli animali. Vengono, ad esempio, inclusi in questo gruppo il Tanglangquan (pugilato della mantide), l’Hequan (Pugilato della Gru), il Gouquan (Pugilato del Cane), l’Yingzhaoquan (Pugilato dell’artiglio dell’aquila), l’Heihuquan (Pugilato della Tigre Nera), l’Houquan (pugilato della scimmia).
Altri casi particolari sono costituiti da stili che esistono sia al Nord sia al Sud, come per esempio il Longquan (Pugilato del Drago) che viene distinto in Stile del Drago del Sud e Stile del Drago del Nord.



          Nuovo sistema di classificazione per le forme e gli stili “tradizionali”

Questo sistema di catalogazione moderno è stato definito dal “Canadian Martial Arts Games Committee”, una associazione di Wushu canadese, con la finalità di accorpare forme o stili tradizionali “dimostrativi” all’interno della medesima gara. Ci fornisce otto criteri di suddivisione, che tengono conto del tipo di movimento prevalente e dell’emissione della potenza.

1) Movimenti Morbidi e di Tipo Rilassato.
I movimenti sono lenti e continui senza fermate improvvise o interruzioni, la parte superiore e quella inferiore si spostano all’unisono, si enfatizza il movimento rilassato e naturale senza emissioni di potenza improvvise, dure o esplosive.
Fanno parte di questa categoria: Taijiquan stile Yang, Taijiquan stile Wu, Liuhebafaquan, etc.

2) Movimenti Morbidi con Occasionali Emissioni di Potenza Esplosiva.
Anche qui i movimenti sono lenti e continui, rilassati e naturali, ma con emissioni occasionali di potenza improvvisa, acuta o esplosiva.
Fanno parte di questa categoria: Taijiquan stile Chen, ecc.

3) Tipo di Movimento Morbido e Rapido.
I movimenti sono morbidi, rilassati e continui ma non lenti; si usano i passi per condurre il corpo con molte rotazioni; rare emissioni di potenza improvvisa, acuta, o esplosiva.
Fanno parte di questa categoria: Baguazhang, la forma veloce dello stile Yang di Taijiquan, la forma veloce dello stile Wu di Taijiquan, la forma dei Cinque Elementi Wudang Tai Yue, etc.

4) Uso Totale della Potenza Esplosiva.
Generalmente semplici con molte ripetizioni dei movimenti e poche variazioni; si pone enfasi sul dimostrare l’utilizzo di tutto il corpo per generare potenza acuta, improvvisa ed esplosiva.
Fanno parte di questa categoria: Xingyiquan, Liuhequan, Bajiquan, la seconda forma Paoquan (pugno a cannone) dello stile Chen di Taijiquan, certe forme di Shaolinquan.

5) Posizioni Alte e Colpi a Corto Raggio.
Le posizioni generalmente sono alte e ci si limita a cambiamenti delle tecniche della mano corte e veloci. L’enfasi è posta sui movimenti piccoli della parte superiore del corpo e sulle emissioni di potenza brevi ed acute. C’è generalmente meno utilizzo delle tecniche di gamba.
Fanno parte di questa categoria: Yongchunquan, Baihequan del Fujian, Tanglang Nanpai, Baimei, Longquan, etc.

6) Con Posizioni Basse e di Tipo Solido.
Le posizioni generalmente sono basse, ampie e solide; c’è una mescolanza di tecniche di mano lunghe e corte; l’enfasi è posta sui movimenti della parte superiore del corpo, larghi o lunghi oppure sulle emissioni di potenza dura.
Fanno parte di questa categoria: Hongjiaquan, Zhoujiaquan, Cailifoquan, etc.

7) Tipo che utilizza l’Attacco Mobile.
Uso mescolato di posizioni alte e basse con cambiamenti rapidi dei passi; uso sia di tecniche di braccia che di tecniche di gambe; si pone risalto sul girarsi, saltare, scivolare e avanzare di lato con grandi movimenti e con cambiamenti rapidi delle tecniche.
Fanno parte di questa categoria: molti stili Changquan, come Chaquan, Huaquan, Shaolinquan, Changquan, Tantui, Tongbeiquan, Piguaquan, Fanziquan, Mizongquan, Bei Tanglangquan, Yingzhaoquan, ecc.

8) Tipo che si Muove sul Terreno.
Si basano essenzialmente sui movimenti acrobatici di caduta, le proiezioni, i rotolamenti, le capriole ed i movimenti di combattimento a contatto diretto col terreno.
Fanno parte di questa categoria: Ditangquan (Pugilato delle cadute), Gouquan, Houquan e Zuiquan (Pugilato dell’ubriaco).

                

          Stile Tradizionale o Stile Moderno?


Questa non è una catalogazione, ma una suddivisione che appartiene al linguaggio comune del Wushu e nel senso comune mette in opposizione il Wushu Moderno, la forma di Arte Marziale codificata in Cina Popolare a partire dagli anni ’50, e tutto ciò che era pre-esistente definendolo tradizionale. Se possiamo accettare ciò, dal punto di vista gergale, perché i termini così intesi sono ormai generalmente d’uso comune, possiamo anche accettare tale distinzione come corretta?
Il processo di modernizzazione nelle arti marziali, in genere, inizia a causa della introduzioni delle armi da fuoco e tale processo in Cina coincide grosso modo col periodo che va dalle “Guerre dell’oppio” (1839-1842 e 1856-1860) alla “Rivolta dei Boxer” (1898-1900).
Quali sono le caratteristiche di questa modernizzazione nel Wushu cinese? Proveremo a fornire alcune chiavi di lettura: gli stili moderni hanno una diffusione mondiale non più circoscritta a piccole realtà geografiche; le arti marziali diventano un aspetto marginale nelle strategie e nelle tecniche da guerra; queste pratiche vengono utilizzate per finalità sportive-agonistiche; si esce dall’ottica della “verità rivelata dai maestri di arti marziali”, cercando invece di capire i principi biomeccanici che regolano il movimento corporeo e le strategie dell’allenamento; la commercializzazione delle tecniche diventa di massa.
Dal 1800 ad oggi assistiamo alla nascita di stili come il Baguazhang, lo Yiquan, lo Ziranmen, ecc.; li consideriamo Moderni o Tradizionali? Il Taijiquan stile Yang codificato nel 1928 come pratica salutistica come lo consideriamo? Moderno o Tradizionale?
I Lianbuquan codificati dai maestri nazionalisti presso la accademia di Nanchino, uno dei quali ci è stato trasmesso da Zhang Zuyao, possono essere considerati Tradizionali?
Il culmine di questo processo viene raggiunto prima con l’istituzione del Guoshu (arte nazionale) e poi del Wushu Moderno.
E’ caratteristica comune di tutti gli Stati Centrali Totalitari quella di cercare di controllare e regolamentare tutte le realtà della vita civile, per dar vita ad un forte sentimento di unità ed a una immagine nazionale.
Ciò è appartenuto sia al Governo Nazionalista del 1928, che al Governo Popolare del 1949 ed ha investito anche la frastagliata realtà delle arti marziali cinesi.
In particolare il Guoshu è stato creato per incanalare nel sistema statale tutte quelle persone ed associazioni che potenzialmente avrebbero costituito dei focolai di ribellione, o delle società segrete, pronte a rovesciare il governo. Così, invece, i praticanti di arti marziali erano riconosciuti ed adulati dallo Stato, divenendo il braccio armato dello Stato stesso e dei possidenti terrieri che lo sostenevano. I tornei diventarono una valvola di sfogo che svolgeva varie funzioni: i praticanti esaurivano il loro istinto bellicoso, la popolazione assisteva alla grandiosità dell’arte nazionale (e quindi della Cina Nazionalista), si creava un collettore ufficiale per le scommesse, grande passione dei cinesi dell’epoca.
Quindi possiamo comprendere che l’utilizzo dispregiativo del termine “Moderno” fatto dai transfughi di Taiwan nei confronti del Wushu praticato nella Cina Popolare sia solamente una contrapposizione politica. I praticanti di Taiwan hanno sempre rivendicato il possesso dell’autenticità “Tradizionale” delle arti marziali, ma a tutt’oggi possiamo affermare che a Taiwan, tutt’al più, possiedono l’autenticità della tradizione del Guoshu, una riunione moderna di vari stili tradizionali, ben lontana, sia nella qualità sia nei numeri, dalla pratica riscontrabile nel Wushu della Cina Popolare.
Se è vero che nella Cina Popolare si possono trovare ancora oggi i veri stili tradizionali bisogna dire, però, che come contrappeso a tutto questo si pone l’ufficializzazione nel 1978 del cosiddetto “Wushu Moderno”, utilizzato più che altro a fini terapeutici e formativi, attraverso una reinterpretazione a livello psicofisico dell’attività marziale. In questo processo di “modernizzazione” viene coscientemente trascurato l’aspetto marziale dell’attività, giacché espressione ideologica di un passato politico in contrasto con i nuovi ideali del comunismo, pur evidenziando l’espressione sportiva vista come emblema di una millenaria eredità culturale di tutto il popolo cinese.

giovedì 11 gennaio 2018

LE ARTI MARZIALI NELLA TRADIZIONE GIAPPONESE

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Una Nazione che veniva nominata come “il Paese delle Alabarde” rappresenta il contributo e l’esperienza del Giappone, nella teoria come nella pratica, al combattimento con o senza armi; certamente il contributo giapponese è tra i più antichi, raffinati e durevoli che mai siano stati documentati. Al riguardo è sufficiente considerare la popolare attualità a livello mondiale che investe, fuori dal Giappone, il Karate, il Judo, il Kendo, lo Iaido, l’Aikido, il JuJutsu, il Kyudo. La lunga notte feudale del Giappone è tutta collegata alla sua esperienza ed attraversa un arco di tempo lungo oltre 700 anni, nel quale prende forma e vita il mitico BUJUTSU:
Bu: militare/marziale
Jutsu: tecnica, arte, metodo.
Il termine BUJUTSU, nella dottrina giapponese dell’Arte Marziale, rappresenta tutte quelle specializzazioni dell’arte del combattimento usate dal guerriero professionista e dai vari membri di altre classi sociali che praticavano un’arte del combattimento individuale. BUJUTSU è pertanto il termine collegato agli aspetti pratici, tecnici e strategici della arti, in quanto l’ideogramma di JUTSU è propriamente significato di “tecnica”. Nel primo Giappone feudale il predominio nelle Arti Marziali o della guerra è ad appannaggio del Bujutsu con le armi e che possiamo distinguere in maggiori, minori, collaterali; tutte si svilupperanno e si contrarranno nel corsi dei vari secoli ed in seguito alle alterne vicende dello Shogunato giapponese.

IL BUJUTSU SENZA ARMI
In progressione al consolidamento della classe guerriera come punto focale del potere politico in Giappone, molti metodi di combattimento senza armi vennero ideati ed applicati dai giapponesi divenendo aspetti importanti dell’addestramento del guerriero. Il metodo di combattimento senza armi rappresenta un modo sistematico ed ingegnoso di impiegare il corpo umano per raggiungere gli stessi fini strategici ottenibili con le armi. Fin dall’inizio della storia documentata questi metodi sembrano esistere. I maestri di BUJUTSU, i cui metodi di combattimento senz’armi cominciarono a comparire nelle dottrine delle Arti Marziali del XVI° secolo in poi, avevano ereditato un patrimonio di azioni e di tecniche (WAZA) dal passato; ad esso aggiunsero le loro variazioni ed innovazioni.

IL KARATE DO NELLA TRADIZIONE MARZIALE GIAPPONESE
La disciplina del KARATE è conosciuta universalmente come una disciplina tipicamente giapponese, ma ad onor del vero fu l’ultima, in termine assoluto di tempo a divenirlo e per altro non completamente. Il KARATE, come oggi viene da noi praticato, è il risultato di un processo tecnico iniziato ad OKINAWA ed indubbiamente proveniente dalla Cina. L’Arcipelago delle Ryu Kyu, di cui OKINAWA è l’isola maggiore, venne occupato dal clan giapponese dei Satsuma, della famiglia Shimazu, nel 1609 in inizio di era giapponese TOKUGAWA, ma mantenne di fatto una propria autonomia dovuta sicuramente alla troppa distanza dalla sede della famiglia Shimazu ed ancora di più da Edo, nuovo centro del potere dello shogunato Tokugawa. Va da sé che i commerci con la Cina continuarono ed anche l’amministrazione delle isole, a cura dei sovrani locali, continuò fino al 1879, quando il Re Sho Tai venne trasferito, in esilio, a Tokyo e le Ryu Kyu inglobate nella costituita Prefettura di Okinawa. Il combattimento senz’armi è una prerogativa di Okinawa, non solo dovuta agli scambi commerciali con la Cina, ma in considerazione che sull’isola vi era stabilita una folta comunità cinese, in particolare nel villaggio marinaro di Kume. Comunque le famiglie indigene di rango superiore già praticavano un metodo chiamato TI usato anche per elevarsi spiritualmente, il quale non venne mai reso pubblico e secondo alcuni vecchi maestri venne assorbito nel TODE o TUTI che significa "mano cinese". Naturalmente come nella maggior parte del’oriente asiatico, le trasmissioni sono state fatte oralmente e a questa regola non si è sottratto neppure il TODE, divenuto poi Ryu Kyu Kenpo Karate (Karate pugilato di Ryu Kyu) e Karate Jutsu (Kara = ideogramma che indica la dinastia cinese Tang, Te = mani, Jutsu = tecnica). I primi libri in materia di Karate, ricchi di empiriche notizie, appaiono agli inizi del 1900. Tutti i maestri di cui abbiamo notizie tengono contatti ed effettuano viaggi di studio in Cina, iniziando da Kanga SAKUGAWA (1728-1837) soprannominato Todei no Sakugawa: Sakugawa l’esperto dell’arte cinese del combattimento. Seppur già separato in metodi, che sono poi peculiarità del Karate, il Karate Jutsu inizia un suo percorso in coincidenza della certa evoluzione con i maestri Sokon Matsumura dello Shuri-Te e Kanryo Higahonna del Naha-Te. Da questi due studiosi prenderanno forma le tecniche e gli stili, che ovviamente modificati, giungeranno fino a noi. Tra il 1850 e il 1900 a OKINAWA sono tre i metodi praticati: lo Shuri-Te dal quale deriva probabilmente con alcune modifiche il Tomari-Te e il Naha-Te. I nomi sono rappresentativi dei villaggi o delle zone presso i quali si praticano queste arti di combattimento senz’armi. Da Matsumura e Higahonna deriveranno i maestri modificatori del Karate moderno. Del primo sarà erede Anku Itosu che con Chomo Hanashiro e Kentsu Yabu renderanno il Karate accessibile alle scuole di Okinawa, dando origine alla realizzazione di un Karate moderno, successivamente propagandato in Giappone da Gichin Funakoshi; del secondo sarà erede Chojun Miyagi, il fondatore del Goju Ryu. Gli elementi uniti della scuola di Itosu e Higahonna, ambedue a lungo studiati da Kenwa Mabuni, daranno origine ad opera dello stesso alla scuola Shito Ryu, così nominata dagli ideogrammi dei nomi dei due maestri. Saranno proprio Gichin Funakoshi, Chojun Miyagi, Kenwa Mabuni i traghettatori del Karate nel Dai Nippon ButokuKai e dell'avventura di questa “tecnica delle Ryu Kyu” nel Bushido moderno del Giappone.

LA NIPPONIZAZZIONE DEL KARATE
Il KarateJutsu arriva sul suolo giapponese, nella primavera del 1922, ad opera di Gichin Funakoshi in seguito alla organizzazione da parte del Ministero dell’Istruzione della prima Esibizione Nazionale Sportiva a Tokyo. Successivi tentativi dimostrativi si susseguirono anche ad opera di Chojun Miyagi e Kenwa Mabuni, dalla metà degli anni ’20, nell’infruttuoso tentativo di far ammettere il Karate nel Dai Nippon ButokuKai. Diversamente dal Kendo e dal Judo, il movimento del KarateJutsu mancava di una struttura, sia per la pratica formale come per quella competitiva, non era dotato di una uniforme e i suoi programmi di studio variavano enormemente da un maestro all’altro, non esistendo standard organizzativi per una valutazione dei diversi gradi di maturità. Questo KarateJutsu se paragonato al Kendo e al Judo restava, per i livelli giapponesi, una umile, rozza disciplina, priva per altro di una “identità”. Di fatto era esterno all’onnipresente concetto di Wa che nella società giapponese rappresenta il pilastro centrale su cui la società stessa si fonda. Negli anni venti e trenta del secolo scorso, il KarateJutsu fu oggetto di forti critiche da parte delle discipline del Budo giapponese, eredi del BUJUTSU feudale e anche di critiche xenofobe durante il primo, incerto periodo di transizione.

IL DAI NIPPON BUTOKUKAI
Venne fondato nell’Aprile del 1985 per disposizione del Governo giapponese, ma le sue radici affondano “nella lunga notte feudale”, in quanto fu l’Imperatore Kammu (781-805) che fece costruire il primo Butokuden – sala dei virtuosi della guerra –. Il compito del ButokuKai fu quello di uniformare i vari Ryu (stili), fino allora liberi da ogni regola, indirizzandoli all’interno dello Yamato-Kokoro(anima giapponese) per fortificare lo spirito nazionale. Per dare un indirizzo certo, tra il 1902 e il 1905, fu costituito un comitato per il rilascio dei:
BUDOMENJO – certificato di grado di Arte Marziale
SHIHAN-MENJO – licenza di insegnamento

I Ryu dovettero sottomettersi alle regole del Dai Nippon ButokuKai, il quale era sostenuto da notevoli risorse governative. Nel 1899 il nuovo Butokuden, nelle immediate vicinanze del Tempio Heian di Kyoto, vicino al Palazzo Imperiale, fu concesso al Dai Nippon ButokuKai con funzione di quartier generale. Nel 1906 grazie al contributo dell’imperatore fu inaugurato il Budo Semmon Gakko, una scuola militare che iniziò a dare importanza anche al valore dell’addestramento nel Budo per l’istruzione dei giovani. Nel 1911 venne aperta la Scuola Superiore Tecnica per le Arti Marziali, presso la quale vi insegnavano alcuni dei più famosi esperti di Arti Marziali giapponesi del XX° secolo. Viene fissato, per dare importanza allo scenario delle Arti Marziali giapponesi, di conferire gli antichi titoli di Hanshi, Kyoshi, Renshi, agli esperti autorizzati. Nel 1941 viene stilata una statistica del successo nelle singole discipline del Budo e l’anno successivo venne sottoposta alle autorità governative.

IL KARATE DO
La preoccupazione principale dal Dai Nippon ButokuKai non era focalizzata soltanto all’accertarsi che i maestri di Karate fossero pienamente qualificati a insegnare, ma anche sul fatto che essi stessi comprendessero realmente ciò che insegnavano. Un sistema Dan-Kyu (gradi inferiori e gradi superiori) sul tipo del Judo del Prof. Jigoro Kano, consentirono una apertura all’Istituzione marziale giapponese verso il KarateJutsu che con il concorso delle potenti forze nazionalistiche, abbinata al sentimento anticinese, portarono alla modifica dell’ideogramma cinese di KARA, sostituito dall’attuale “vuoto”, abbinandogli il suffisso DO. Nel dicembre 1933 il Dai Nippon ButokuKai ratificava il riconoscimento del Karate-Do (la via delle mani vuote) come moderno Budo giapponese. I nuovi ideogrammi proclamavano che la “tecnica” del Karate di Okinawa aveva attraversato i limiti fisici del corpo e poteva essere un vicolo attraverso cui trasfondere il principio nipponico di Wa (l’armonia). Il nuovo ideogramma di Karate-Do venne riconosciuto a Okinawa solo nel 1936. Nel 1935 Miyagi del Goju Ryu si presenta all’esame del Dai Nippon ButokuKai e viene diplomato Kyoshi, nel 1938 Otsuka e nel 1939 Funakoshi e Mabuni ottengo il titolo di Renshi. L’essere stata l’ultima tecnica ammessa al Budo giapponese, in pieno clima prebellico al termine del quale sarebbe stata la fine dell’egemonia del Dai Nippon ButokuKai, ha contribuito all’abbandono del progetto di un Karate-Do unificato nelle scelte della sua pratica, per consegnare alla storia odierna una disciplina ricca di interpretazioni eclettiche, a volte scriteriate, spesso facsimili fra loro e nel solo indirizzo del ricavo economico.

Tiaoyue

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Saltare (跳躍, 跳跃, tiàoyuè, T'iao Yueh) è un termine che nelle arti marziali cinesi si riferisce ad una parte del Jibengong (lavoro fondamentale). Come si evince dal nome stesso è l'insieme di tecniche basilari di utilizzo dei salti, in particolare dei calci e degli spostamenti in volo.

Alcuni elenchi

Nel Wushu Sportivo

Questi sono alcuni Tiaoyue che troviamo nel Wushu Sportivo:
Nei testi di Wushu comunemente vengono elencate le seguenti (citando le più comuni):

IDEOGRAMMI
Nome in Pinyin
Nome in italiano
1腾空飞脚 (腾騰飛腳)
téngkòng fēijiǎo
Piede volante che si libra nell'aria
2腾空双飞脚 (腾騰雙飛腳)
téngkòng shuāng fēijiǎo
Doppi piedi volanti che si librano nell'aria
3腾空摆莲 (腾騰擺蓮)
téngkòng bǎilián
Loto che oscilla librandosi nell'aria
4腾空蹬踢 (腾騰蹬踢)
téngkòng dēngtī
Calcio calpestato librandosi nell'aria
5腾空侧踹 (腾騰側踹)
téngkòng cèchuài
Stampare lateralmente librandosi nell'aria
6旋风脚 (旋風腳)
xuánfēngjiǎo
Piede che turbina vorticosamente librandosi nell'aria
7旋子
xuànzi
Turbine (questa tecnica è conosciuta come "Butterfly" o "Farfalla")
8侧空翻 (側空翻)
cè kōngfān
Salto mortale laterale (anche detto Ruota senza mani)
9大跃步前穿 (大躍步前穿)
dàyuèbù qiánchuān
Grande passo saltato che penetra in avanti

Scuola Chang

La seguente tabella fornisce esempi legati alla Scuola Chang con il loro omologo del Wushu Moderno:
Tiaoyue Wushu Sportivo
Tiaoyue Scuola Chang
1Piede volante che si libra nell'aria (腾騰飛腳, 腾空飞脚, téngkòng fēijiǎo, T'eng K'ong Fei Chiao)
calcio nove: due balzi di gamba (二起腿, 二起腿, èrqǐtuǐ, Ehr Ch'i T'ui)
2 Doppi piedi volanti che si librano nell'aria (腾騰雙飛腳, 腾空双飞脚, téngkòng shuāng fēijiǎo, T'eng K'ong Fei Chiao)
calcio quindici: Doppie gambe volanti (雙飛腿, 双飞腿, shuāng fēituǐ, Shuang Fei T'ui)
3Loto che oscilla librandosi nell'aria (腾騰擺蓮, 腾空摆莲, téngkòng bǎilián, T'eng K'ong Pai Lian)
calcio dodici: Gamba volante che oscilla verso l'esterno (飛外擺腿, 飞外摆腿, fēiwàibǎituǐ, Fei Wai Pai T'ui)
4Calcio calpestato librandosi nell'aria (腾騰蹬踢, 腾空蹬踢, téngkòng dēngtī, T'eng K'ong Teng T'i)
calcio nove: due balzi di gamba (二起腿, 二起腿, èrqǐtuǐ, Ehr Ch'i T'ui)
5Stampare lateralmente librandosi nell'aria (腾騰側踹, 腾空侧踹, téngkòng cèchuài, T'eng K'ong T'se Ch'uai)
calcio tredici: Gamba che scatta in volo (飛彈腿, 飞弹腿, fēitántuǐ, Fei T'an T'ui)
6Piede che turbina vorticosamente librandosi nell'aria (旋風腳, 旋风脚, xuánfēngjiǎo, Hsuan Feng Chiao)
calcio dieci: Gamba che turbina vorticosamente librandosi nell'aria (旋風腿, 旋风腿, xuánfēngtuǐ, Hsuan Feng T'ui)
7Turbine (旋子, 旋子, xuán zǐ, Hsuan Tsi)
assente
8Salto mortale laterale (側空翻, 侧空翻, cè kōngfān, T'se K'ong Fan)
assente
9Grande passo saltato che penetra in avanti (大躍步前穿, 大跃步前穿, dàyuèbù qiánchuān, Ta Yueh Pu Chian Ch'uan)
Repentino salto in avanti (箭步, 箭步, jiànbù, Chien Pu)



Nel Chuojiao

Questi alcune tecniche in salto del Chuojiao:
Tiaoyue Chuojiao
1Due piedi che saltano librandosi nell'aria (腾騰二蹦腳, 腾空二蹦脚, téngkòng èrbèngjiǎo, T'eng K'ong Ehr Peng Chiao) corrisponde a Tengkong Feijiao
2Piede volante che si libra nell'aria (腾騰飛腳, 腾空飞脚, téngkòng shuāng fēijiǎo, T'eng K'ong Fei Chiao) stranamente corrisponde a Xuanfengjiao
3Gamba del loto che oscilla librandosi nell'aria (腾騰擺蓮腿, 腾空摆莲腿, téngkòng bǎiliántuǐ, T'eng K'ong Pai Lian T'ui) corrisponde a Tengkong Bailian
4Gamba che scatta frontalmente incrociata librandosi nell'aria (腾騰十字前彈腿, 腾空十字前弹腿, téngkòng shízì qián tántuǐ, T'eng K'ong Shi Tzu Chian T'an T'ui) corrisponde a Tengkong Dengti
5Doppia rondine che vola (雙飛燕, 双飞燕, shuāngfēiyàn, Shuang Fei Yan) corrisponde a Tengkong Shuangfeijiao
6Turbine (旋子, 旋子, xuán zǐ, Hsuan Tsi) ha il medesimo nome
7Salto mortale laterale (側空翻, 侧空翻, cè kōngfān, T'se K'ong Fan) ha il medesimo nome



Nel Chaquan

Nel testo Chaquan i Tiaoyue sono semplicemente tecniche di spostamento, ma nell'elenco che segue, ripreso da quel libro, compaiono anche le tecniche di gamba in salto che vengono chiamate Feijiao (飞脚) .
Tiaoyue Chaquan
1Turbine (旋子, 旋子, xuán zǐ, Hsuan Tsi) ha il medesimo nome
2Saltare girando il corpo (翻身躍, 翻身跃, fānshēnyuè, Fan Shen Yueh) corrisponde a Dayuebu Qianchuan, ma con una torsione in volo che porta dalla parte opposta del senso di partenza
Feijiao Chaquan
1Un piede che batte (單拍腳, 单拍脚, dānpāijiǎo, Tan Pai Chiao) stranamente nei Tuifa c'è un nome identico per una tecnica non saltata
2Piede che batte obliquamente (斜拍腳, 斜拍脚, xié pāijiǎo, Hsieh Pai Chiao)
3Piede volante che si libra nell'aria (腾騰飛腳, 腾空飞脚, téngkòng fēijiǎo, T'eng K'ong Fei Chiao) ha lo stesso nome del Wushu Sportivo
4Piedi volanti concatenati che si librano nell'aria (腾騰連環飛腳, 腾空连环飞脚, téngkòng liánhuán fēijiǎo, T'eng K'ong Lian Huan Fei Chiao)

Zhang Wenguang fornisce un elenco di alcuni calci in volo che corrispondono esattamente a quelli del Wushu Sportivo, ma non potrebbe essere altrimenti, in quanto egli è il direttore dell'università di educazione Fisica di Pechino.