lunedì 11 febbraio 2019

Ajisukitakahikone

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Nella mitologia giapponese, Ajisukitakahikone (conosciuto anche come Aji-Suki-Taka-Hiko-Ne) è il dio del tuono. Lui è il fratello di Takemikazuchi e di Kaminari (Raiden). Nella sua infanzia, il suo pianto e le sue urla erano così forti che per farlo calmare veniva messo in una barca e lo si faceva galleggiare intorno alle isole del Giappone finché non si calmava. Quando divenne adulto, ebbe un figlio, Takitsuhiko, il dio della pioggia.

domenica 10 febbraio 2019

Tanbō

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Il tanbō (短棒) o tambō è un bastone da combattimento che misura in media 60 centimetri, circa un terzo di un bō; generalmente però, un combattente taglia il tambō secondo le misure più appropriate al proprio corpo, ovvero la distanza tra l'anca e la caviglia. Questa distanza assicura che il tambō possa essere maneggiato liberamente senza che colpisca inavvertitamente il terreno.

sabato 9 febbraio 2019

Nindokai

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Il Nindokai è un sistema di autodifesa che deriva dalle arti marziali del Giappone e di altri paesi. Il sistema Nindokai fu creato in Germania nel 1990 dal Dott. Gerhard Schönberger e da allora è stato continuamente adattato alle necessità del XXI secolo; ha avuto buoni riscontri specialmente presso la polizia e imprese di sicurezza.
Il Nindokai aiuta a terminare una lotta, a rispondere a un vero e proprio attacco o preferibilmente a evitarlo, permettendo così di sopravvivere: il tutto in modo semplice, veloce ed effettivo correndo il minor rischio possibile.
La parola Nindokai consiste di tre caratteri giapponesi (kanji[漢字]): Nin = cuore resistente; Do = cammino e Kai = scuola. Per questo Nindokai si potrebbe tradurre nella seguente maniera: la scuola in cui si insegna il cammino del cuore tenace.

Nindokai - un sistema di autodifesa

Il Nindokai non è né uno sport marziale né un'arte marziale in senso tradizionale, ma piuttosto un metodo di autodifesa. Gli sport marziali come lo Jūdō si orientano principalmente alla gara di combattimento e in tal senso sono fortemente regolamentati così che chi li pratica si limita all'uso di tecniche che riducono il rischio di lesioni. Molte arti marziali, d'altro canto, si dedicano a coltivare le tecniche tradizionali dell'epoca dei samurai che, naturalmente, non possono venire semplicemente adattate al giorno d'oggi. Questa critica fondamentale si trova inoltre nell'idea del Jeet Kune Do di Bruce Lee.
Ad ogni modo le radici di Nindokai si trovano chiaramente nelle arti marziali giapponesi. Da qui derivano infatti, accanto a molte tecniche di base (posizione del corpo, rotolamenti, cadute, evasione), anche le forme di cortesia durante l'addestramento (rispetto, cortesia, etichetta). Altre influenze vengono dal combattimento militare corpo a corpo (CQB), dal Ju-Jutsu, dall'Aikido così come dai servizi di guardie del corpo. Ci si addestra non solo nell'uso di tecniche senz'armi (Tai Jutsu), ma anche nella lotta con e contro armi, giacché un combattimento reale di solito si svolge con un qualche tipo di arma.
Dopo un addestramento di base, si porta l'allievo ad applicare gradualmente in modo istintivo e conseguente i metodi ed i principî insegnati. Ogni allievo impara così un sistema di autodifesa ottimale, conforme alla sua costituzione personale.

venerdì 8 febbraio 2019

Honmei choco

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Honmei choko (in giapponese 本命 チョコ), letteralmente "cioccolato del vero sentimento", è il cioccolato che le donne donano per San Valentino agli uomini per i quali provano sentimenti romantici.
Questo è spesso dato ai fidanzati, ai potenziali fidanzati ed ai mariti. Il cioccolato honmei è di qualità superiore e più costoso rispetto al Giri choco ("cioccolato d'obbligo"), che invece è dato ai colleghi maschi ed agli altri uomini con cui la donna non ha rapporto romantico. È molto diffusa anche l'abitudine, da parte delle ragazze, di preparare loro stesse della cioccolata confezionandola in forme adatte alla ricorrenza.
L'Honmei choko è generalmente ricambiato nel White Day, che si celebra il 14 marzo.

giovedì 7 febbraio 2019

Urashima Tarō

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Urashima Tarō (浦島太郎) è una storia giapponese che parla di un pescatore che soccorre una tartaruga malmenata sulla spiaggia da dei bambini e viene ricompensato con una visita al Ryūgū-jō, il Palazzo del drago.
Trascorre per tre anni molti giorni felici in questo regno subacqueo. Alla fine, però, viene sopraffatto dalla nostalgia di casa e chiede alla regina Otohime il permesso di farvi ritorno. Lei acconsente e gli dona una scatola tempestata di gioielli raccomandandogli però di non aprirla mai, per nessuna ragione. Giunto a casa, egli scopre che nel mondo reale sono trascorsi oltre 300 anni e nessuno può ricordarsi di lui.
Caduto in depressione si reca sulla spiaggia e si ricorda della scatola ingioiellata, la apre e fuoriesce una nuvola bianca: così invecchia e muore, poiché la scatola conteneva la sua età reale. Varianti di questa storia si sono sviluppate in Oceania. La sua effettiva origine è sconosciuta.
Storie simili esistono in Europa: Ciclo di Fianna e Il viaggio di Bran.

mercoledì 6 febbraio 2019

Kuki Yoshitaka

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Kuki Yoshitaka (九鬼 嘉隆; 1542 – 17 novembre 1600) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku.
Kuku Yoshitaka fu un comandante navale durante il periodo Sengoku in Giappone, servì prima Oda Nobunaga e successivamente Toyotomi Hideyoshi. Fu anche il nono maestro della scuola di arti marziali della famiglia Kuki, la Kukishin-ryū e quindi un guerriero molto esperto.
La famiglia Kuki era originariamente proveniente dal distretto di Muro della provincia di Kii e fu stabilita nella provincia di Shima da Kuki Takayoshi. Il clan è divenne potente nel quartiere Ago di Shima. Yoshitaka, figlio maggiore di Kuki Sadataka (un signore della guerra con la reputazione di essere un pirata), giurò fedeltà a Oda Nobunaga circa nel 1570 e comandò la sua flotta, supportando un attacco di terra contro gli Ikkō-ikki. Nel 1574 il suo aiuto garantì la vittoria a Nobunaga nel terzo assedio di Nagashima conquistandone la fortezza. Nel 1576 fu sconfitto nella prima battaglia di Kizugawaguchi dal clan Mōri, ma il 1578 portò la vittoria nella seconda battaglia di Kizugawaguchi, durante la quale Kuki utilizzò delle navi in ferro per difendersi dalle frecce e dai moschetti delle navi rivali dei Mōri.
Yoshitaka combatté nella campagna di Komaki e Nagakute (1584), assistendo Takigawa Kazumasu nell'assedio di Kanie, contro uno dei castelli di Oda Nobukatsu nella provincia di Ise.
Nel 1587 guidò la flotta di Toyotomi Hideyoshi nella campagna nell'isola di Kyūshū, assieme a Konishi Yukinaga, Wakizaka Yasuharu e Katō Yoshiaki. Tre anni dopo assieme a Wakizaka Yasuharu and Katō Yoshiaki comandò le truppe Toyotomi nell'assedio di Odawara e in quello di Shimoda. Continuò il suo ruolo di comandante navale della flotta di Hideyoshi, dando inizio all'invasione di Korea dalla sua nave Nipponmaru. Fu duramente sconfitto nella battaglia di Myeongryang.
Nella battaglia di Sekigahara, Kuki Yoshitaka lottò al fianco delle forze di Ishida Mitsunari, mentre suo figlio Kuki Moritaka si schierò con Tokugawa Ieyasu. Dopo la sconfitta di Mitsunari, suo figlio gli permise di essere risparmiato da Ieyasu. Sfortunatamente commise seppuku prima della notizia della sua grazia.

martedì 5 febbraio 2019

Kukishinden Ryû

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La scuola di arti marziali Kukishinden Ryû deriva dalla scuola Kukishin Ryû ed è stata creata nel XII secolo. Il primo Soke è stato Izumo Kanja Yoshiteru mentre l'attuale 28° Soke è Masaaki Hatsumi.

Storia

Il nome Kuki fu concesso dall'imperatore Andare-Daigo (Tenno) a Kurando Yakushimaru per aver liberato dal rapimento Ashikaga Takuji durante l'epoca Kamakura dell'era Engan-Ganmen (1336). La sua lotta come un Dio Demonio durante la liberazione fu denominata Kuki. Kurando fonda la scuola col nome di Kukishin Ryû. La scuola fu trasmessa di famiglia in famiglia finché arrivò nelle mani di Izumo Kanja Yoshiteru, che fondò, con la conoscenza anche di altri stili, le scuole Kukishinden Ryû e Shinden Fudô Ryû.

Caratteristiche

Nello studio dello stile della Kukishinden Ryû si possono trovare gli insegnamenti di Amatsu Tatara (Porta del Cielo) dove la traduzione metaforica è l'accesso alla residenza di Dio. Hichi Buko Goshin Jutsu Ryû è la tradizione segreta dell'apertura del fiore per la difesa di sé, in questa tradizione noi troviamo come l'importante studio dell'Amatsu Tatara ha molti aspetti relazionati con le arti, la medicina, la filosofia, la religione, le arti marziali e le strategie.
In Kukishinden Ryû si possono trovare quattro punti base di studio.
  • Kumo Kiri Hibo (cambiando il tempo)
  • Rikujintsu Hibo (modo di migliorare i 5 sensi)
  • Fudô Kanashibari non il jutsu.
  • Kishi di Kiai non il jutsu
Questi punti sono riferiti, per aspetti diversi, nello studio di Amatsu Tatara. La cui parte medica è insegnata a tre membri Bujinkan: Chris Roworth, Dennis Bartram e Doolan Willy. Loro hanno ricevuto il Kaiden (diritto d'insegnamento) come insegnamenti di Hichi Buko Goshin Jutsu Ryû per mano del soke Masaaki Hatsumi.

I capi del Ryu (scuola)

  1. Yasushimasu, Takazane (1336)
  2. Izumo, Kaja Yoshiteru ( )
  3. Izumo, Koshirô Terunobu ( )
  4. Izumo, Matsushirô Teruhide ( )
  5. Izumo, Bungorô Yoshiteru ( )
  6. Izumo, Kanja Yoshitaka ( )
  7. Izumo, Kanja Yoshiteru ( )
  8. Ohkuni, Kisanda Fukasumi ( )
  9. Tsutsumi, Hoki no Kami Noriyama( )
  10. Yozan Ukan Genchôbô( )
  11. Arima, Kawachinosuke Masayoshi ( )
  12. Ohkuni, Ogenta Yukihisa ( )
  13. Kazama, Shinkuro Hidechika ( )
  14. Ohkuni, Kihei Shigenobu ( )
  15. Ohkuni, Yakuro ( )
  16. Ohkuni, Tatodayu ( )
  17. Ohkuni, Kihyoe ( )
  18. Ohkuni, Yozaemon ( )
  19. Nakayama, Jinnai ( )
  20. Ohkuni, Buzaemon ( )
  21. Hakayama, Kamemon ( )
  22. Ohkuni, Kamahura ( )
  23. Yagi, Jigero Hisayashi ( )
  24. Fujita, Togoro ( )
  25. Mizuta, Tadefuza ( )
  26. Ishitani, Takagage Matsutaro ( ) ( - 1907)
  27. Takamatsu, Toshitsugu (1907) (1888.03.01 - 1972)
  28. Hatsumi, Masaaki (1968) (1931.12.02 - )

lunedì 4 febbraio 2019

Taiaha

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Una taiaha (taiaha) è una tradizionale arma dei Māori della Nuova Zelanda. Solitamente è lunga circa 5 o 6 piedi di lunghezza, è un'arma di legno utilizzata negli attacchi corpo a corpo in affondi o colpi di taglio. Le varie parti vengono chiamate nei seguenti modi:
  • Arero (lingua) - questo è usato per colpire l'oppositore o per parare
  • Upoko (testa) - la base dalla quale sporge la lingua
  • Ate (fegato) - con la parte terminale appiattita, è utilizzata per schivare e colpire
Il Mau rākau è l'arte marziale che insegna l'uso della taiaha e di altre armi di combattimento dei Māori. Come negli altri stili delle arti marziali, gli allievi della taiaha impiegano molti anni per padroneggiare le abilità di: calcolo, equilibro e coordinazione necessarie a maneggiare efficacemente l'arma.


domenica 3 febbraio 2019

Masaaki Hatsumi

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Masaaki Hatsumi (初見良昭 Hatsumi Masaaki; Prefettura di Chiba, 2 dicembre 1931) è un artista marziale giapponese, fondatore ed attuale Soke dell'organizzazione di arti marziali Bujinkan Dojo.

Biografia

Arti marziali

Iniziò a studiare le arti marziali all'età di sette anni e raggiunse in breve il grado d'istruttore di Jūdō, Kendo, Karate e Aikido. Nel dopoguerra fu invitato ad insegnare Judo in una base militare americana.
Successivamente studiò arti marziali da un Maestro di Kobudo, ed in pochi anni d'allenamento, apprese la tecnica del Kobudo. Il Sensei di Kobudo di Hatsumi gli parlò di Takamatsu Toshitsugu, Maestro di grande fama nel mondo delle arti di combattimento e Soke di nove scuole di arti marziali:
  • Togakure-ryū Ninpō Taijutsu (戸隠流忍法体術)
  • Gyokko-ryū Kosshijutsu (玉虎流骨指術)
  • Kuki Shinden Happō Hikenjutsu (九鬼神伝流八法秘剣術)
  • Kotō-ryū Koppōjutsu (虎倒流骨法術)
  • Shinden Fudō-ryū Dakentaijutsu (神伝不動流打拳体術)
  • Takagi Yōshin-ryū Jūtaijutsu (高木揚心流柔体術)
  • Gikan-ryū Koppōjutsu (義鑑流骨法術)
  • Gyokushin-ryū Ninpō (玉心流忍法)
  • Kumogakure-ryū Ninpō (雲隠流忍法)
Per quindici anni Masaaki lavorò durante la settimana nella sua clinica come chiropratico e destinò tutti i fine settimana all'allenamento, recandosi a trecento chilometri di distanza per ricevere i suoi insegnamenti.
Fu attraverso Takamatsu, che Hatsumi imparò l'arte del Taijutsu, un metodo di combattimento basato sul movimento naturale del corpo. Prima della morte del Maestro Toshitsugu, il 2 aprile 1972, Masaaki, nonostante la sua giovane età, divenne il suo successore (Soke) ed erede dell'antiche tradizioni Ninja.
Oggi Hatsumi è il Leader della Bujinkan (Casa del Guerriero Divino), insegna al Budokan di Tokyo ed al Hombu Dojo di Noda-shi, dove alunni di tutto il mondo si recano per praticare il Budo Taijutsu.
Secondo Hatsumi questa disciplina è ricca di temi essenziali per il raggiungimento di un alto livello di difesa personale, di equilibrio e di rispetto dei valori umani, che ci permetterebbe di entrare in armonia con gli altri e con la natura che ci circonda.
L'esperienza che Hatsumi ha accumulato nei suoi anni di vita lo porta ad essere giudicato come l'ultimo vero maestro di Ninjutsu dei nostri tempi. Fu definito personalmente dall'Imperatore come patrimonio nazionale vivente del Giappone.

Altri interessi

Si è laureato in medicina all'Università di Meiji dove ha approfondito anche lo studio del teatro tradizionale, delle arti, della pittura e della cultura giapponese. Ha scritto più di venti libri in lingua giapponese ed inglese di Ninjutsu, di Budo e di poesia ed ha realizzato numerosi video formativi sulle tradizioni Ninja. Ha inoltre preso parte alla realizzazione di molti film, documentari di storia, trasmissioni televisive, nonché come consulente sulle scene di combattimento di famosi film come ad esempio i vari 007.
I suoi quadri sono stati esposti nelle migliori gallerie di New York, ed ha ricevuto inoltre riconoscimenti dal primo ministro inglese Margaret Thatcher, dal principe Carlo d'Inghilterra, dal Re Juan Carlos I di Spagna, dal presidente Bill Clinton e da molti altri leader a livello internazionale per le sue consulenze come stratega nelle tecniche di combattimento ed anche nei metodi di difesa nazionale dei rispettivi paesi di cui questi personaggi rappresentano i massimi livelli di comando.

Riconoscimenti

  • 1986 - Instructor of the Year - Black Belt Magazine
  • 1999 - Social Cultural Distinguished Service Award - Japanese Culture Promotion Society
  • 2000 - World Cultural Grand Prize: Martial Arts Division - World Peace and Culture Association
  • 2001 - Apostolic Blessing - il Vaticano
  • 2001 - Lifetime Achievement Award - USMA International Hall of Fame

Opere

  • Masaaki Hatsumi, Unarmed Fighting Techniques of the Samurai (2008), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Japanese Sword Fighting (2006), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Advanced Stick Fighting (2005), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, The Way of the Ninja (2004), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Quintin Chambers, Stick Fighting (1981), Kodansha International

sabato 2 febbraio 2019

Fascismo giapponese

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Il termine «fascismo giapponese» (in giapponese 日本ファシズム Nihon fashizumu o 天皇制ファシズム Ten'nosei fashizumu, «fascismo imperiale») è usato da alcuni storici per definire il regime politico che governò l'Impero giapponese a partire dall'inizio degli anni trenta del Novecento sino al termine della seconda guerra mondiale, in analogia con le dittature italiana e tedesca dello stesso periodo.
Fu un insieme sincretico di ideologie di estrema destra di origine occidentale, autoritarismo tradizionalista del periodo Meiji e capitalismo di Stato/statalismo economico. Durante questo periodo il Giappone strinse alleanza con la Germania nazista di Adolf Hitler e con l'Italia fascista governata da Benito Mussolini. L'uso del termine è tuttavia oggetto di controversie, tanto che molti autori negano che si possa parlare di fascismo in riferimento al Giappone, preferendo definizioni come militarismo giapponese o ultranazionalismo giapponese. Altri usano il termine utilizzato dalla storiografia giapponese, ossia statismo Showa (国家主義 Kokka shugi) o nazionalismo Showa, dal nome postumo dell'imperatore Hirohito, che regnò fino al 1989. Il regime terminò drammaticamente con la resa del Giappone in seguito agli unici bombardamenti atomici della storia.

Dibattito storiografico

Le differenze più evidenti tra la forma di governo anteguerra giapponese rispetto ai suoi omologhi italiano e tedesco sono:
  • l'assenza di un dittatore carismatico che incarni il rapporto diretto tra popolo e potere;
  • l'assenza di un partito unico sotto il controllo del dittatore;
  • l'assenza di una presa di potere che segni con nettezza il passaggio dalla democrazia alla dittatura, come invece avvenne in Italia con la marcia su Roma e in Germania con l'incendio del Reichstag;
  • l'assenza di una politica economica di stampo socialista revisionista.
Gli storici che sostengono si possa parlare di fascismo anche per il Giappone ribattono in tal modo:
  • la figura del dittatore in Giappone non era necessaria, sostituita da una parte dalla figura sacra dell'imperatore (anche se l'imperatore non era più il protagonista attivo della vita politica giapponese), dall'altra da una divisione del potere deresponsabilizzante e impersonale tra i diversi membri del governo e in particolare tra i funzionari della burocrazia. Alcuni storici anche giapponesi preferiscono parlare di «fascismo del sistema imperiale» o Tennosei-fashizumu;
  • il partito unico non era necessario, stante il già notevole inquadramento della popolazione tramite associazioni civili e politiche legate in vario modo al governo. Inoltre quasi tutti i primi ministri giapponesi in questo periodo storico erano militari, che pertanto giuravano fedeltà fino alla morte all'imperatore;
  • la presa di potere violenta non è avvenuta in quanto il passaggio da una debole democrazia al regime si è realizzato con gradualità, non essendoci in partenza una forte opposizione politica o sindacale da combattere e stroncare, com'era invece in Italia e Germania.
Da segnalare infine che gli storici che sostengono sia legittimo parlare di fascismo anche per il Giappone riservano particolare attenzione alla situazione economica del Paese, per cui i legami tra strutture politiche autoritarie e un'economia basata sugli interessi dei grandi monopoli industriali, specie quelli militari, sarebbero pressoché uguali tra Italia, Germania e Giappone.
Tuttavia è da notare che in Giappone esistevano due partiti dichiaratamente fascisti e riconosciuti come tali dal congresso fascista di Montreux, il Tōhōkai e il Kokumin Domei, partiti assolutamente minoritari e guardati con sospetto dai governanti giapponesi, tanto che nel 1943 il capo del Tōhōkai Seigō Nakano fu arrestato con l'accusa di avere tramato un colpo di Stato per rovesciare il regime di Hideki Tōjō e il partito venne sciolto.
Dopo l'occupazione del Giappone gli Stati Uniti decisero per una democratizzazione controllata del Paese e i principali gerarchi del periodo militarista furono deposti e giudicati con l'eccezione dell'imperatore, che però venne privato di ogni potere reale e del suo stato divino. Tōjō fu invece condannato per crimini di guerra, crimini di aggressione e crimini contro l'umanità e impiccato a Tokyo.

venerdì 1 febbraio 2019

Clan Mōri

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Il clan Mōri (毛利氏 Mōri-uji o Mōri-shi) fu una potente famiglia feudale giapponese.
Il capostipite del casato fu Oe Hiromoto (1148-1225) un famoso ed importante seguace di Minamoto no Yoritomo il cui figlio fu Mōri Suemitsu (secc. XII-XIII), che per primo assunse il cognome "Mōri".
Suo nipote Mōri Torachika (+ 1340?) stabilì la famiglia nella provincia di Aki, divenendo signore del castello di Kotozaki (ribattezzato in seguito come Koriyama) nel 1336.
I Mōri divennero poi vassalli del potente clan Ōuchi che dominava una buona regione all'estremità occidentale dell'isola di Honshū.
Questo casato rappresenta il tipico caso di un piccolo clan di vassalli che riesce, per fortuna, abilità e meriti, a sostituirsi ai suoi daimyō. Sono quindi una di quelle nuove casate che approfittarono degli sconvolgimenti del XVI secolo per assurgere a posizioni di potere.
All'inizio del XVI secolo il clan Mōri era guidato da Mōri Hirotomo e passò poi sotto la guida del figlio Okitomo (+1516), che lasciò poi suo erede il figlio Komatsumaru (+ 1523) sotto la tutela del fratello Motonari.
Alla morte di Komatsumaru il valoroso e sagace Mōri Motonari (1497-1571) divenne capo del clan e guidò l'ascesa del casato al prestigio ed al potere, succedendo prima agli Ōuchi (1555) e Amako (1566) arrivando fino nel Kyūshū vicino al clan Ryuzoji e al clan Otomo.
Mōri Terumoto (1553-1625) successe poi al nonno alla guida del clan e si trovò nel difficile periodo del confronto con Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e quindi con Tokugawa Ieyasu, riuscendo a mantenere forte il suo clan in uno dei periodi più difficili della storia giapponese.

Membri famosi del clan

  • Mōri Hirotomo
  • Mōri Okitomo
  • Mōri Motonari
  • Mōri Terumoto