Ricaut Bonomel (... – ...) è
stato un cavaliere templare e trovatore in Terrasanta al tempo
dell'ottava crociata. Era pervicacemente avverso a Carlo I di Napoli
e ai suoi tentativi di assicurarsi un trono in Italia e alla politica
papale che dirotta i fondi destinati alla Terrasanta per altri
obiettivi. È stato inoltre uno tenace critico del clero europeo,
tutt'altro che propenso a predicare le crociate.
L'Ir'e dolors s'es dins mon cor asseza
L'accusa di Bonomel non era
propriamente rivolta ai crociati italiani in generale, ma contro il
fatto che si deviassero i fondi destinati ai crociati per finanziare
le ambizioni angioine in Italia, quando avrebbero dovuto essere
destinati alla Terrasanta. La sua sola canzone pervenutaci, Ir'e
dolors s'es dins mon cor asseza, un sirventes, è un
contrafactum di una canso di Peirol, M'entencio ai tot'en
un vers mesa. Ricaut dimostra una certa abilità nel ritrarre le
emozioni di frustrazione e rabbia, impiegando inoltre la psicologia
inversa nel tentativo di stimolare il fervore per la crociata: la
Terrasanta è perduta, la cristianità è sconfitta, Dio sta dalla
parte dei pagani. Si tratta di un gioco consapevole in merito
all'implicito assunto, come in molte chansons de geste, che
l'approvazione divina viene rivelata dal successo sul campo di
battaglia.
(OC)
«[...] crotz ni lei no'm
val ni guia
contr'als fels Turcs, cui Dieus maldia; anz es semblans, segon qu'hom pot vezer, c'al dan de nos los vol Dieus mantener.» |
(IT)
«[...] né la croce né la
fede mi son d'aiuto
contro il turco fellon, che dio maldice; anzi sembra, come può ogni uom vedere, che a danno nostro li voglia Dio tenere.» |
(Ricaut
Bonomel, Ir'e dolors s'es dins mon cor
asseza, vv. 5-8)
|
(OC)
«Lo papa faid de perdon
gran largueza
contr'als Lombartz, a Carl'e als Frances e sai, ves nos, en mostra gran cobeza que nostra crotz perdona per tornes. E qui vol camjar romaria per la guerra de Lombardia nostre legatza lor en dara poder, qu'il vendon Dieu e'l perdona per aver.» |
(IT)
«Il papa concede perdono in
abbondanza
a Carlo e a' francesi in guerra coi lombardi, e qui, verso noi, mostra grande avarizia, che nostra croce perdona per denaro. E chi il pellegrinaggio vuol permutare per la guerra che si fa in Lombardia il nostro legato [papale] gliene darà potere, ché per aver, Dio vendono e il perdono.» |
(Ricaut
Bonomel, Ir'e dolors s'es dins mon cor
asseza, vv. 33-40)
|
Il componimento poetico può essere
datato nel lasso di tempo che va dalla cattura del castello degli
ospitalieri di Arsuf a Baibars il 29 aprile 1265 a quella della
fortezza dei templari a Saphet nel tardo luglio del 1266.
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