sabato 17 agosto 2024

Judo Kyohan: Origini e Tecniche Fondamentali

 


Il Judo Kyohan è un testo fondamentale per la comprensione del judo, scritto dal fondatore stesso di questa disciplina, Jigoro Kano. Pubblicato per la prima volta nel 1931, il libro rappresenta un compendio delle tecniche, dei principi e della filosofia che stanno alla base del judo moderno. In questo testo, Kano non solo espone dettagliatamente le tecniche fisiche, ma spiega anche i valori educativi e morali del judo, che egli considerava una parte essenziale del percorso del praticante.

Il judo, nato come evoluzione del jujutsu, si differenzia dalle altre arti marziali giapponesi per l’enfasi sulla tecnica e sulla fluidità dei movimenti piuttosto che sulla forza bruta. Il termine "judo" può essere tradotto come "via della cedevolezza", un concetto che riflette l'idea di utilizzare la forza dell'avversario a proprio vantaggio, piuttosto che opporvisi direttamente. Il Judo Kyohan è stato scritto proprio con l'intenzione di trasmettere questa filosofia, spiegando come ogni movimento e tecnica debba essere eseguito in modo armonioso e con il massimo controllo.

Nel Judo Kyohan, Jigoro Kano classifica le tecniche del judo in diverse categorie. Le più conosciute sono le tecniche di proiezione (nage-waza), le tecniche di controllo a terra (osae-komi-waza), le tecniche di strangolamento (shime-waza) e le leve articolari (kansetsu-waza). Queste tecniche rappresentano i pilastri del judo, e ognuna di esse è spiegata nel dettaglio nel manuale, insieme a esempi pratici e applicazioni.


Nage-waza (Tecniche di proiezione)

Le tecniche di proiezione, o nage-waza, sono tra le più iconiche del judo e si basano sulla capacità di sbilanciare l'avversario e proiettarlo al suolo. Jigoro Kano dedicò particolare attenzione a queste tecniche nel Judo Kyohan, evidenziando l'importanza del tempismo, del controllo e dell'uso corretto del corpo. Tra le tecniche di proiezione più note troviamo:

Seoi-nage: Una tecnica di proiezione per cui si utilizza la spalla per sbilanciare e gettare l'avversario.

O-goshi: Una tecnica che sfrutta l'anca come punto di leva per sollevare e far cadere l’avversario.

Uchi-mata: Un movimento interno della gamba per sollevare e capovolgere l'avversario.

Nel judo, l’obiettivo non è semplicemente abbattere l'avversario, ma farlo con precisione, efficienza e rispetto. Ogni proiezione deve essere eseguita con fluidità, assicurandosi che l'avversario sia sbilanciato nel momento giusto per garantire la massima efficacia della tecnica.


Osae-komi-waza (Tecniche di controllo a terra)

Le tecniche di controllo a terra, o osae-komi-waza, consistono nel bloccare l'avversario al suolo, impedendogli di muoversi o di sfuggire. Nel Judo Kyohan, Kano sottolinea come il controllo dell'avversario sia cruciale non solo per immobilizzarlo, ma anche per limitare la sua capacità di attaccare o difendersi. Tra le tecniche di controllo a terra troviamo:

Kesa-gatame: Una tecnica di controllo laterale, dove il praticante immobilizza l'avversario bloccando il suo collo e un braccio, mantenendolo saldamente a terra.

Yoko-shiho-gatame: Un'altra tecnica di controllo laterale, che sfrutta la pressione sul busto dell’avversario per impedirgli di muoversi.

Kami-shiho-gatame: Qui il praticante si posiziona sopra l'avversario, usando le proprie braccia e il busto per immobilizzarlo completamente.

Queste tecniche non richiedono forza eccessiva, ma piuttosto la corretta applicazione della leva e del peso corporeo. Kano spiegava nel Judo Kyohan come l'efficacia di queste tecniche dipenda dal mantenimento di una posizione stabile e dalla capacità di adattarsi ai tentativi dell’avversario di liberarsi.


Shime-waza (Tecniche di strangolamento)

Le tecniche di strangolamento, o shime-waza, rappresentano una parte importante del judo competitivo. Nel Judo Kyohan, Kano descrive come queste tecniche possano essere applicate in sicurezza, con l'obiettivo di sottomettere l'avversario inducendolo alla resa. Tra le tecniche principali troviamo:

Hadaka-jime: Una tecnica di strangolamento applicata da dietro, in cui il praticante avvolge il braccio attorno al collo dell'avversario per limitare il flusso sanguigno alla testa.

Okuri-eri-jime: Uno strangolamento che sfrutta il bavero del judogi dell’avversario, tirandolo su entrambi i lati per creare pressione sul collo.

Kata-juji-jime: Un'altra tecnica che sfrutta il judogi per strangolare, ma in questo caso le braccia si incrociano mentre tirano il bavero, creando una pressione crescente.

Le tecniche di strangolamento, se eseguite correttamente, sono considerate sicure e controllate, e rappresentano uno strumento fondamentale per il praticante di judo avanzato. Kano sottolineava l'importanza di eseguire queste tecniche con attenzione e rispetto per l’avversario, seguendo sempre i principi del controllo e della moderazione.


Kansetsu-waza (Tecniche di leva articolare)

Infine, il Judo Kyohan si occupa delle tecniche di leva articolare, o kansetsu-waza. Queste tecniche mirano a bloccare o iperestendere le articolazioni dell’avversario, in particolare il gomito, inducendo l’avversario a cedere per evitare un infortunio. Tra le tecniche più note ci sono:

Ude-garami: Una leva articolare sul braccio, eseguita piegando e torcendo il gomito dell'avversario.

Juji-gatame: Una leva in cui il praticante immobilizza il braccio dell’avversario tra le proprie gambe e lo iperestende.

Ude-hishigi: Una serie di leve che mirano principalmente a controllare il braccio dell’avversario, applicando pressione sull’articolazione del gomito.

Le kansetsu-waza richiedono una notevole precisione e sono generalmente utilizzate nel judo avanzato, dove i praticanti hanno sviluppato una comprensione più profonda delle dinamiche del corpo umano e della sicurezza durante il combattimento.


Oltre a descrivere dettagliatamente le tecniche, Jigoro Kano ha dedicato ampio spazio nel Judo Kyohan a spiegare i valori educativi del judo.

Oltre a descrivere dettagliatamente le tecniche, Jigoro Kano ha dedicato ampio spazio nel Judo Kyohan a spiegare i valori educativi del judo. Secondo Kano, il judo non è soltanto un insieme di tecniche marziali, ma una disciplina che promuove lo sviluppo fisico, mentale e morale. Uno degli obiettivi principali del judo, secondo il fondatore, è aiutare i praticanti a migliorarsi come individui e a contribuire positivamente alla società.

Il judo si basa su due principi fondamentali: il principio dell’efficienza massima con il minimo sforzo (seiryoku zenyo) e il principio del bene reciproco e mutuo aiuto (jita kyoei). Kano insegnava che applicando questi principi nella pratica, i judoka avrebbero potuto non solo eccellere nell'arte marziale, ma anche adottare una mentalità di rispetto, cooperazione e crescita personale che li avrebbe accompagnati nella vita di tutti i giorni.

Ad esempio, il principio di seiryoku zenyo non si limita all'idea di eseguire tecniche efficaci nel judo, ma si estende anche alla vita quotidiana. Kano insegnava che l’efficienza nel judo significa utilizzare il proprio corpo in modo ottimale, ma nella vita significa anche utilizzare le risorse personali in modo intelligente e strategico per affrontare le difficoltà e raggiungere i propri obiettivi.

Allo stesso modo, il principio di jita kyoei sottolinea l'importanza del rispetto reciproco e della cooperazione. Nel judo, i praticanti si aiutano l'un l'altro a migliorare, offrendo resistenza e sfide durante l'allenamento, ma sempre nel contesto di un ambiente sicuro e rispettoso. Questo principio si riflette anche nel modo in cui Kano vedeva il ruolo della disciplina nella società: il judo, se praticato correttamente, aiuta a creare individui che valorizzano il benessere collettivo e lavorano per il progresso comune.

Il Judo Kyohan non è solo un manuale tecnico, ma un documento storico che ha aiutato a plasmare il judo come lo conosciamo oggi. Molte delle tecniche e dei principi esposti nel testo di Kano sono alla base del judo moderno e vengono ancora insegnati nelle scuole di tutto il mondo. La chiarezza e la sistematicità con cui Kano ha organizzato le tecniche nel Judo Kyohan hanno facilitato la trasmissione della disciplina, permettendo alle generazioni successive di comprendere l’essenza del judo e i suoi valori.

Nel corso degli anni, il judo ha continuato a evolversi, adattandosi ai cambiamenti culturali e alle esigenze delle competizioni sportive, ma i principi fondamentali descritti nel Judo Kyohan rimangono al centro di questa arte marziale. Anche nelle moderne competizioni olimpiche, dove l'aspetto sportivo del judo viene enfatizzato, l’influenza di Kano e del suo testo guida è ancora evidente.

Il Judo Kyohan è un’opera fondamentale per comprendere il judo nella sua interezza. Non si limita a essere un semplice manuale di tecniche, ma rappresenta una guida completa ai principi, alle strategie e ai valori che definiscono questa arte marziale. Jigoro Kano, attraverso questo libro, ha trasmesso la sua visione di una disciplina che va oltre la lotta e il combattimento, promuovendo un percorso di crescita personale e sociale.

Per chiunque si avvicini al judo, lo studio del Judo Kyohan è un passaggio importante per comprendere non solo le tecniche fisiche, ma anche la filosofia e i valori che hanno reso il judo una delle arti marziali più rispettate e praticate al mondo.

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