domenica 19 settembre 2010

Pangai-noon

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Pangai-noon (Gangrouquan, 刚柔拳) uno stile di kung fu che appartiene alla classificazione geografica della categoria Nanquan. Insegnato da Shu Shi Wa, costituì le basi per il karate Uechi-ryū. Il nome Pangai-noon indica che le tecniche dell'arte sono metà dure, e metà morbide, e deriva dalla pronuncia di Okinawa del cinese originario.

La Trasmissione ad Okinawa
Pangai-noon corrisponderebbe a Gangrou in Cinese e a Gōjū in Giapponese, tanto che questo stile in giapponese sarebbe chiamato Gōjū-ryū (剛柔流, in cinese Gangrouliu). Secondo Bishop, Shu Shi Wa (1869-1945) fu un insegnante e venditore ambulante di medicinali della provincia cinese di Fujian. La sua vita non è documentata in seguito al probabile collegamento con la società segrete che lavoravano per il rovesciamento della dinastia Qing e il ritorno alla dinastia Ming.
Per Hokama il più famoso studente di Shu fu Kanbun Uechi, un okinawense che rimase con lui dal 1897 al 1904. Nel 1904 quando ottenne il grado di istruttore anziano, Uechi aprì un dojo a Nansoye. Continuò a far visita a Shu Shi Wa ogni anno, fino Okinawa nel 1909. Uechi studiò con Shu Shi Wa per 13 anni.
La tecnica Pangai-noon si basava su parate morbide ed attacchi duri. Uechi imparò tre kata Pangai-noon: Sanchin, Seisan e Sanseirui; egli non stette abbastanza a lungo con Shu Shi Wa per imparare il Supārinpei. Si dice che il Pangai-noon fosse il più veloce fra gli stili cinesi di quell'epoca.

Fonti Cinesi
Secondo Yang Liping lo stile è stato tramandato a Wenzhou 温州 da Yang Shaoshui (杨绍水,1890-1968), che lo aveva appreso da Xu Yuzhao (徐玉招), probabilmente il Shu Shi Wa della tradizione di Okinawa. Yang insegnò al proprio figlio, Yang Zhiguang (杨志光, 1917-1994), ed a svariati discepoli tra cui Mei Yiben (梅益本). Il Gangrouquan è anche chiamato Gangroufa 刚柔法, cioè Metodo Inflessibile Flessibile. Yang Yong scrive che è popolare anche con i nomi Gongrou (功柔, conseguire la flessibilità), Gongchou (公仇, vendetta pubblica), Gongrou (攻柔, Attacco Flessibile) e Gangrou (刚柔). Per lui, che descrive quanto sarebbe riportato nel Nanquan Gangroufa 南拳刚柔法, un antico Registro del Pugilato, questo pugilato è stato tramandato in epoca della dinastia Qing da Li Nanqin 李南琴 e Li Shouhan 李守汉, rispettivamente padre e figlio. Essi lo avrebbero appreso dal monaco Buddista Leixing Heshang 雷行和尚, del monastero Shaolin del Fujian, ma non vi sono fonti storiche attendibili a confermare questo fatto, fonti, come i Cangnan Xianzhi 苍南县志, che invece parlano di Li Nanqin. Sempre secondo Yang Yong, il maestro Yang Jishu 杨继树 avrebbe raccontato che nel 1820 il tempio Shaolin di Putian 莆田 nel Fujian fu dato alle fiamme. Il mercante di abiti Hu Yuancai 胡元财, in questo periodo onorò come suo maestro un Monaco Soldato che aveva abbandonato il Tempio. In seguito Hu trasmise le proprie conoscenze a Hu Zhenmu 胡振木, Yang Guangxing 杨光行, Xu Yuzhao 徐玉招. Questa ricostruzione si ricollega a ciò che racconta Yang Liping. Un'altra versione è riferita dal maestro Lin Zhuangeng 林传庚: il monaco Zhiwu Chanshi 至悟禅师 fuggì nella zona di Pingyang 平阳 dove prese come discepolo un abitante del luogo che si chiamava Huang Zhengtong 黄正铜 insegnandogli il Gangrou Quanfa. il discepolo preferito di Huang fu Lin Kemiao (林可淼,18891998, nonno di Lin Zhuangeng. Secondo i praticanti di Jinxiang 金乡(area di Cangnan 苍南) che seguono gli insegnamenti di Wang Kuizeng 王奎增 questo stile sarebbe stato portato nella loro città dal Jiangxi 江西. Anche in questi racconti si possono individuare tre rami di Gangrouquan che però secondo Yang Yong hanno sequenze e modalità di eseguirle molto simili, riconducendole ad un'unica origine.

Sequenze
Yang Liping elenca queste sequenze (Taolu) come appartenenti al Wenzhou Gangrouquan: Liquan (礼拳,Pugilato Rituale); Liulu Quanniang (六路拳娘,Pugilato mamma in sei sequenze); Xicai (习踩, allenare i passi); Sanbu (三步, tre passi); Sibu (四步, quattro passi); Da Sibu (大四步, Grandi Quattro Passi); Wubu (五步, Cinque Passi); Qibu (七步, Sette Passi); ecc. L'articolo Yinyong Nanquan[6] invece fornisce questo elenco: Chuanquan (船拳, Pugilato del Battello); Zhanzhanquan (斩战拳, Pugilato che Spacca la Guerra), Shizi Zhanzhanquan (十字斩战拳, Pugilato che Spacca la Guerra a Forma di Croce), Caishou Zhanzhanquan (裁手斩战拳), Xiao Sanzhan (小三战), Zhong Siping (中四平), Xiao Wuzhi (小五指), ecc.


sabato 18 settembre 2010

Pak Hok Pai

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Il termine Pak Hok Pai (白鶴派, Baihepai) in lingua cantonese significa stile della gru bianca e uno degli stili di Kung fu.

Storia dello stile
Inizialmente il nome originario dello stile era Si Ji Hao (狮子吼, Shizihou), ovvero il Ruggito del Leone; si chiamava così in quanto era legato alla concezione buddista sulla nascita del Buddha, il quale quando nacque teneva una mano alzata verso il cielo e una appoggiata sul cuore, ricordando così le fauci di un leone, mentre emetteva il caratteristico suono "OM" rievocandone appunto il ruggito.
Le origini dello stile risalgono al Quattrocento e una leggenda vuole[quale?] che il fondatore dello stile, mentre era intento nella sua quotidiana pratica meditativa, improvvisamente venne interrotto da forti grida di animali. Dirigendosi dove le grida provenivano scorse una grossa scimmia di montagna intenta ad attaccare una gru bianca. Forti colpi di braccia della scimmia andavano a vuoto grazie ai movimenti evasivi della gru, la quale poi scagliava colpi agli occhi della scimmia con il suo becco. Il monaco, impressionato dal combattimento tra i due animali, decise di prendere ispirazione sia dai potenti colpi di braccia e gioco di gambe della scimmia sia dalla grande capacità evasiva unita alla forte determinazione della gru. Fu così che ispirandosi a loro Ho Ta To creò un sistema di combattimento.
Questa è la tradizionale leggenda che racconta la nascita del sistema fondato dal monaco tibetano Ho Ta To (阿達陀, Adatuo). Siamo all'inizio della dinastia Ming (1368 - 1644) e Ho Ta To, forse originario del territorio di Ching Hoy (青玉, Qingyu), si trasferì con la sua famiglia in Tibet. Ricco di misticismo, religione e filosofia il Tibet fu il luogo dove Ho Ta To divenne monaco e discepolo del grande maestro Gut Gong. La sua formazione richiedeva molte ore di pratica di meditazione immersi nella natura.
Il sistema si basava su otto tecniche di braccia fondamentali, nel tentativo di utilizzare metodi semplici ed efficaci, simili a quelli visti usare dalla gru bianca per difendersi
Ho Ta To trasmise le sue conoscenze al monaco Dolokatan (多羅吉坦T, 多罗吉坦S, Duōluó Jítǎn P, Tuo-luo Chi-t'an W cantonese Doloh Gattaan) il quale, mantenendo la filosofia di base, ridisegnò i movimenti aumentando la complessità, portando a 10 le tecniche di braccia e inserendo tecniche di gamba, e ribattezzò lo stile Pak Hok Chung (La Gru Bianca Originale).
Lo stile venne segretamente trasmesso e in seguito arrivò fino al periodo della dinastia Ching (1644 - 1911), quando suo depositario era il reverendo Sin Long (升隆长老T, 升隆长老S, Shēng Lóng Chánglǎo P, Sheng Long Chang-lao W Cantonese Sing Luhng jeung-louh) (circa 1860 d.C.).
Fu lui ad insegnare lo stile anche a chi non era monaco, è durante questo periodo che assunse il nome di Lama Pai, il kung fu dei Lama.
Sin Long insieme a quattro suoi studenti monaci (Dai Chi 子大智, Dai Wai 大慧, Dai Yuan 大圆, Dai Kwok 大觉) si recò nel sud della Cina dove iniziò l'insegnamento dello stile, qui presso il monastero di Hing Wan a Sui Hing sulla montagna del lago Ding Woo accettò come allievi diretti Wong Yan Lam (che chiamò poi lo stile Hop Gar), Chu Chi Yu, Chan Yan. Più tardi accettò Wong Lam Hoi che apprese lo stile sia da Chu Chi Yu che da Sin Long.
Sembra[troppo vago] che solo due suoi discepoli furono i depositari dell'intero sistema, essi furono Wong Lam Hoi (黃林開T, 黃林开S, Huáng Línkāi P, Huang Lin-kai W Cantonese Wohng Lahm-hoi) e Wong Yan Lam (王隱林T, 王隐林S, Wáng Yǐnlín P, Wang Yin-lin W, cantonese Wohng Yanlahm)[1]. A prescindere dal rapporto che esisteva tra i due dobbiamo a loro la propagazione del Lama Pai in Hop Gar tramite Wong Yan Lam e in Pak Hok Pai tramite Wong Lam Hoi. L'articolo From Monks to Palace Guards: Tibet's Misterious Martial Arts[2] descrive la divisione in tre rami, uno dei quali ha mantenuto il nome di Lama Pai (喇嘛派T, 喇嘛派S, lǎmapàiP, lamapaiW Cantonese la mah paai); questo ramo è stato trasmesso da Jyu Chyuhn[3], un altro allievo di Wong Lam Hoi. Ng Siu Chung (吳肇锺T, 吴肇锺S, Wú ZhàozhōngP, Wu Chao-chongW Cantonese Hng Siuh-jung) suo discepolo diretto, il quale ricevette in eredità alla morte del maestro l'arte dello sviluppo della mente e la statuetta del Buddha d'oro "Jin Ru Lai Fuo", testimonianza quest'ultima della leadership dello stile.
Ng Siu Chung, discepolo diretto di Wong Lam Hoi, divenuto successore e capo dello stile, cambiò il nome dello stile in Pak Hok Pai in quanto la maggioranza delle tecniche si ispirano e riproducono i movimenti evasivi della gru (Pak: bianco - Hok: gru - Pai: sistema) e per simboleggiare l'aspetto salutare del sistema in quanto la gru bianca in Cina è simbolo di lunga vita.
Fondò ad Hong Kong la Hong Kong Pak Hok Pai Athletic Federation ed ebbe molti abili studenti di cui i più famosi furono Kwong Bon Fu, Lok Ci Fu, Au Wing Nim, Tang Chak Ming, Ng Ying Kam, Leung Chi Am, Chan Hak Fu (sostenne un combattimento a Macao) e Kwan Tak Hin (divenuto poi attore famoso per aver interpretato il ruolo di Wong Fei Hung in Once Upone a Time - era famoso inoltre per l'abilità posseduta nell'utilizzo della frusta).
Con Ng Siu Chung lo stile ebbe molta notorietà, famoso su anche il combattimento avvenuto a Macao nel 1954 tra Chan Hak Fu del Pak Hok Pai e Nhg Gung-Yee dello stile Wu di Taijiquan.
Alla morte di Ng siu Chung molti allievi si divisero aprendo a loro volta federazioni e rischiando di perdere lo stile.
Oggi non è stato designato ufficialmente il Chen Mun Yan, il discendente diretto e depositario dello stile, e l'ultimo ufficialmente riconosciuto risulta essere stato Ng Siu Chung appunto.
Si Tai Po (la grande mamma), moglie di Ng Siu Chung, venuta a mancare nel 2010, ha riconosciuto come erede dello stile e depositario dell'intero sistema tibetano della gru bianca il maestro Cheung Kwok Wah, il quale ha studiato lo stile come allievo diretto di, Au Wing Nim, Ng Ying Kam. Il maestro Tang Cha Mings era l'allievo anziano del maestro Ng Siu Chung,ed ha insegnato tutto lo stile, che lui conosceva, integro e originale al suo allievo Yau Yu Kong.
Oggi lo stile è largamente diffuso nel mondo sotto varie genealogie, le quali fanno tutte riferimento al Gran Maestro Ng Siu Chun. Lo stile è presente in Europa, Stati Uniti, America Latina, Israele, Filippine, Indonesia, Australia, Hong Kong e Italia.

Caratteristiche
Il sistema inizialmente si basava su otto tecniche di braccia fondamentali nel tentativo di utilizzare metodi semplici ed efficaci, simili a quelli visti usare dalla gru bianca per difendersi. Ho Ta To trasmise le sue conoscenze al monaco Dolokatan il quale mantenendo la filosofia di base ridisegnò i movimenti aumentando la complessità portando a 10 le tecniche di braccia inserendo anche le tecniche di gamba. Lo stile è caratterizzato da movimenti di braccia lunghe e potenti, da un gioco di gambe molto vivace. In pratica viene utilizzato il movimento evasivo del busto, tipico della gru, insieme al gioco di gambe potenti colpi tipici della scimmia. I principi fondamentali dello stile sono:
  • evasività
  • intercettare
  • penetrare
  • determinazione
Lignaggio Pak Hok Pai
  • Wong Lam Hoi - Chu Chi Yu - Nhg Siu-Chung - Kwong Bon Fu - Luk Chi Fu - Luk Chu Mao
  • Wong Lam Hoi - Chu Chi Yu - Nhg Siu-Chung - Chan Hak Fu
  • Wong Lam Hoi - Chu Chi Yu - Nhg Siu-Chung - Kwong Bon Fu - Vincent Chow (Canada)
  • Wong Lam Hoi - Chu Chi Yu - Nhg Siu-Chung - Au Wing Nim - Cheung Kwok Wah - Carlo Tonti (Europa) - Andrea Brighi (Italia)
  • Wong Lam Hoi - Chu Chi Yu - Nhg Siu-Chung - Ng Ying Kam - Cheung Kwok Wah - Carlo Tonti (Europa) - Niccolò Russo (Italia)
  • Wong lam hoi - Nhg Siu Chung - Tak Ciak Ming - Yau Yuk Kong (Hong Kong)
  • Wong lam hoi - Nhg Siu Chung - Tak Ciak Ming - Yau Yuk Kong - Nardozza Alessandro (Europa) (Italy) (Svizzera)


venerdì 17 settembre 2010

Niuquan

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Il Niuquan (牛拳, Pugilato del Bue) è uno stile di arti marziali cinesi classificabile come Nanquan; esso è anche inscrivibile negli stili imitativi (Xiangxingquan) in quanto tenta di riprodurre il modo di reagire del Bue, con corna e con le zampe. Secondo Gui Trenadiel questo pugilato è praticato solamente nella regione di Yongtaixian del Fujian. Altri segnalano l'esistenza del Guiniuquan (龟牛拳, Pugilato del Bue e della Tartaruga) con le medesime prerogative descritte sopra. Esso sarebbe stato creato agli inizi dell'epoca della dinastia Qing da un monaco del tempio Shuifusi (水福寺), nell'area amministrativa di Pingjiangxian (平江县) della provincia di Hunan.

Alcune forme
Questi alcuni nomi di Taolu dello stile: Tie niu xia shan (铁牛下山); Tie niu wan jiao (铁牛挽角); Tie niu xing bu (铁牛行步); Tie niu baiwei (铁牛摆尾); Tie niu po geng (铁牛破埂), ecc.


giovedì 16 settembre 2010

Wubei Zhi

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Il Wubei Zhi (in giapponese Bubishi), cioè il Trattato sugli Equipaggiamenti Militari (武備志T, 武备志S, wǔbèizhìP, wu pei chiW) è considerato il libro militare più completo nella storia cinese. Fu scritto nel 1621[1] da Mao Yuanyi (茅元儀, 1594-1640), un ufficiale della marina dell'epoca della Dinastia Ming. Questo libro contiene 240 volumi per un totale di 200.000 caratteri che ne fanno il libro più lungo mai pubblicato in Cina a proposito di argomenti militari.

Struttura
Il Wubei Zhi si compone di cinque sezioni:
  • 1- Bing Jue Ping, cioè Commento sui trucchi dei soldati (兵訣評T, 兵诀评S, bīngjuépíngP, ping chue p’ingW). Questa sezione descrive teorie militari dell'epoca della Dinastia Zhou Orientale;
  • 2- Zhanlue Kao, cioè Esame della strategia (戰略考T, 战略考S, zhànlüèkǎoP, chan lue k’ao W). Questa parte descrive oltre 600 specifici esempi di battaglie avvenute tra l'epoca della Dinastia Zhou Orientale e l'epoca della Dinastia Yuan. Tra queste alcuni esempi di scontri in cui un nemico più numeroso e meglio armato viene sconfitto: la Battaglia di Maling (馬陵之戰) avvenuta durante il Periodo dei regni combattenti tra lo stato di Qi e quello di Wei; la battaglia delle scogliere rosse, avvenuta tra il 208 ed il 209 a.C. tra Liu Bei e Cáo Cāo;
  • 3- Zhen Lian Zhi, cioè Sistema per allenare gli schieramenti di battaglia (陣練制T, 阵练制S, zhènliànzhìP, chen lien chi W). Questa sezione introduce differenti metodi di addestramento delle truppe inclusa Fanteria, Cavalleria e Carri da Guerra;
  • 4- Jun Zi Cheng, cioè Investire nei carri militari (軍資乘T, 军资乘S, jūnzīchéngP, chun ci ch’eng W). Questa sezione si divide in 65 categorie, che vanno a coprire vari contenuti come il Marciare, l'accampamento, la disposizione tattica delle truppe, la trasmissione degli ordini, l'attacco e la difesa delle città, l'approvvigionamento del cibo, delle armi, le cure ed il mantenimento della salute, i trasporti, solo per citarne alcuni;
  • 5- Zhan Du Zai, cioè Mettere in atto l'occupazione di un territorio (占度載T, 占度载S, zhāndùzàiP, chan tu cai W). In questa sezione , l'autore introduce gli aspetti delle condizioni del tempo e le caratteristiche geografiche che sono collegate alle metodologie di Guerra.


mercoledì 15 settembre 2010

Tsuki

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In giapponese col termine "Tsuki" viene indicata la tecnica di pugno.

Kendo
Nel Kendo. la parola Tsuki, corrisponde ad una delle cinque aree su cui attaccare. Esso è una spinta dal punto dello shinai alla gola, inteso a tagliare un'arteria carotide. Nel combattimento con la spada, l'avversario morrebbe dissanguato. Diversamente dalle arti marziali che usano questo termine, nel "kendo ", lo "tsuki "è un termine comprensivo per il movimento e l'obiettivo.

Karate
Nel karate e nelle sue varianti, il vocabolo "tsuki" è usato come una parte di una parola composta, generalmente usata per descrivere varie tecniche di pugno,(ad esempio: Gyaku zuki, Oi zuki..ect) e, virtualmente, non serve mai a descrivere una tecnica unica, (Da notare che in una parola composta, dove tsuki non viene prima, la sua pronuncia e scrivendo leggermente cambi a causa di il rendaku; questo è traslitterato come "zuki ").
Qualche esempio d'uso di alcune tecniche basilari include:
  • Choku-zuki (直突き), pugno dritto
  • Gyaku-zuki (逆突き), pugno opposto alla gamba in avanzamento
  • Oi-zuki (追い突き), pugno portato in avanzamento con la gamba corrispondente al braccio
  • Age-zuki (上げ突き), pugno portato dal basso verso l'alto
  • Ura-zuki (裏突き), pugno rovesciato (corto raggio)
  • Tate-zuki (立て突き), pugno verticale portato al centro del petto (corto raggio)
  • Morote-zuki (双手突き), pugno portato con due mani
  • Yama-zuki (山突き) or Rete-zuki, doppio pugno portato su due livelli (combinazione di ura-zuki e jodan oi zuki)
  • Kage-zuki (鉤突き), gancio
  • Mawashi-zuki (回し突き), pugno circolare
Kumite
Il combattimento nel Karate è chiamato kumite (組手:くみて). Si traduce letteralmente come: "incontro di mani." Il Kumite viene praticato sia come sport che come allenamento all'auto-difesa dove le tecniche di pugno vengono sviluppate ed eseguite insieme ad altre tecniche.
Il livello di contatto fisico nel combattimento varia notevolmente. Al Full contact karate sono stare apportate molte modifiche.Knockdown karate (such as Kyokushin) utilizza tecniche a contatto pieno per mandare a terra l'avversario. Nelle varianti del Kickboxing (per esempio K-1), si preferisce la vittoria per k.o. Sparring in armour (bogu kumite) permette di portare a piena potenza le tecniche con qualche protezione. Sport kumite in many international competition under the World Karate Federation is free or structured with light contact or semi contact and points are awarded by a referee.
Nella pratica dell'aiki-jō e di alcuni stili dell'aikidō (in particolare nell'Stile Iwama di Morihiro Saitō), lo tsuki è usato letteralmente come parte del nome di numerose tecniche di spinta con the short staff (jō).
Nel karate e nelle sue varianti, il gyaku-zuki è il termine utilizzato per indicare il pugno opposto. Un tradizionale pugno contrario straight punch eseguito da una posizione frontale, with the punching hand on the opposite side to the leading leg (e.g., left leg forward, punch with the right fist). In alternativa il gyaku-zuki può essere utilizzato come termine per qualsiasi pugno scagliato con la mano dello stesso lato della gamba posteriore. Gyaku-zuki, Shotokan karate's strongest punch, develops power through movement of the hips. The hips twist as the returning (non-punching) hikite arm is pulled back and the punching arm is pushed forward, the fist twisting at point of impact. Tensing of the whole body is synchronised as the punch makes contact and at this time the rear foot is pushed down.

Choku zuki
Nel karate e nelle sue versioni, è il termine usato per indicare un "pugno diritto." La camera, o posizione preparatoria, di choku-zuki è con la mano impressionante ritirata all'anca o sulle costole, in un pugno, col palmo che affronta su. Il pugno viaggia direttamente in un percorso lineare verso l'obiettivo, col gomito dietro al pugno tracciando il percorso del pugno. La mano rimane tocca col palmo su fino a che gli ultimi due pollici del pugno, quando ruota affrontare in giù. Idealmente, l'inizio della rotazione del pugno coincide col contatto iniziale con l'obiettivo. Il gomito rimane sul fondo del braccio. Permettendolo per ruotare al lato o diretto verso l'alto lo mette in mostra a danno da entrambi hyperextension inflitto da sé, o da un blocco rigido dall'oppositore. Il contatto è fatto con nocche dell'anteriore-pugno. Un pugno diritto eseguito da una posizione anteriore (zenkutsu-dachi) viene chiamato gyaku-zuki (pugno inverso), se la gamba avanzata e pugno sono su lati opposti, od oi-zuki (pugno di affondo) se la gamba e pugno sono sullo stesso lato.


martedì 14 settembre 2010

Zenkutsu-dachi

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La Zenkutsu-Dachi (in giapponese Posizione Frontale) è una posizione presente nel Karate in stile Shotokan. La posizione prevede la concentrazione del 90% del peso corporeo sulla gamba anteriore e il 10% sulla gamba posteriore. Questa specifica distribuzione del peso può rivelarsi utile per avere un cambio di peso, per esempio, da Zenkutsu-Dachi a Kokutsu-dachi (Posizione basata sulla gamba posteriore) oppure nella stessa posizione.
La posizione si utilizza per compiere difese come il Gedan-Barai, la Jodan-Age Uke, Soto Uke, Chudan-Uchi-Uke.


lunedì 13 settembre 2010

Hara Toratane

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Hara Toratane (原 虎胤; 1497 – 1564) è stato un samurai e generale giapponese del periodo Sengoku. È anche conosciuto come uno dei ventiquattro generali di Takeda Shingen.
Guadagnò reputazione come uno dei più abili generali Takeda. È interessante notare che disertò brevemente Takeda nel 1553 per gli Hōjō, anche se ritornò poco dopo. Fu attivo nelle guerre del Takeda nella provincia di Shinano ed è morì per le ferite subite a Warikadake nel 1561. Ha la fama di essere stato ferito non meno di 53 volte nel corso di circa 30 battaglie. Ironia della sorte, dopo la sua morte il suo titolo di Mino no Kami è andato a Baba Nobuharu che fu altrettanto famoso per non esser mai stato ferito in battaglia una volta prima della sua morte.


domenica 12 settembre 2010

Minamoto no Yoshitsune

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Minamoto no Yoshitsune (源 義経; 1159 – 15 giugno 1189) è stato un militare giapponese, samurai e generale del clan Minamoto, vissuto tra la fine del periodo Heian e l'inizio del periodo Kamakura, uno degli ultimi morti prima che lo shōgun diventasse per quasi sette secoli il capo assoluto del paese.

Biografia
Yoshitsune fu il quarto ed ultimo figlio di Minamoto no Yoshitomo (源義朝), capo del clan Minamoto. Poco dopo la sua nascita, alla fine del 1159, scoppiò la ribellione di Heiji, nella quale suo padre e i suoi due fratelli maggiori persero la vita. Mentre suo fratello maggiore Yoritomo, ormai erede designato del clan, fu esiliato nella provincia di Izu, Yoshitsune fu affidato al tempio di Kurama, sulle montagne di Hiei, vicino Kyoto. Sul monte Kurama, imparò il kenjutsu (tirar di scherma con la katana) dal re dei tengu, Sōjōbō. Infine, fu preso in custodia da Fujiwara no Hidehira (藤原秀衡), capo del potente ramo settentrionale del clan Fujiwara (Fujiwara del Nord), e fu portato a Hiraizumi, nella provincia di Mutsu.
Nel 1180, Yoshitsune venne a conoscenza del fatto che suo fratello Yoritomo, ora capo del clan, aveva raccolto le armate dei Minamoto per affrontare quelle del clan Taira. Yoshitsune, insieme al suo fedelissimo amico Benkei, prese parte al conflitto. Nella battaglia di Awazu, nella provincia di Omi, all'inizio del 1184, sconfisse e uccise suo cugino Yoshinaka, il rivale di Yoritomo per il posto di capo clan, proclamandosi poi shōgun per un breve periodo. Un mese dopo, nella battaglia di Ichi-no-Tani, nell'odierna Kōbe, sconfisse i Taira e ripeté l'impresa, nel 1185, nelle battaglie di Yashima, sull'isola di Shikoku, e Dan-no-ura, nell'odierna prefettura di Yamaguchi.
Dopo la guerra di Genpei, Yoshitsune raccolse l'appello dell'Imperatore claustrale Go-Shirakawa a prendere le armi contro suo fratello Yoritomo. Sconfitto, dovette tornare a chiedere l'aiuto di Fujiwara no Hidehira. Lì, nella provincia di Mutsu, Yoshitsune fu tradito dal figlio di Hidehira, Yasuhira, e costretto a compiere il seppuku, insieme alla moglie e alla figlia. Nel 1192, tre anni dopo la sua morte, Go-Shirakawa e Yoritomo si riconciliarono, e Yoritomo ricevette il titolo di shōgun, fondando lo shogunato di Kamakura e diventando il 26 aprile di quell'anno, dopo la morte dell'ultimo vero sovrano assoluto, il governatore effettivo del Giappone.
Venne sepolto nel tempio shintoista di Shirahata Jinja, a Fujisawa, dove la sua salma è tuttora custodita.

Presenza nella cultura di massa
La vita di Yoshitsune, nonostante il suo eccezionale talento militare, finì con una morte cruenta, che attira la compassione di molti, al punto che nella lingua giapponese l'espressione Hougan'biiki (判官贔屓), che vuol dire "compatire o accogliere nelle proprie grazie un debole", contiene il nome postumo di Yoshitsune, Hougan (判官) appunto, che gli spettava grazie al rango affidatogli dall'imperatore Go Shirakawa, un'altra pronuncia degli ideogrammi di Hougan è Hangan, che significa "magistrato". Inoltre, la vita di Yoshitsune è considerata eroica al punto da essere narrata. Le leggende e i racconti con questo tema si sono moltiplicate col tempo, delineando così una figura di Yoshitsune piuttosto lontana da quella storica. Tra le varie leggende è famosa quella in cui, grazie all'aiuto della figlia dello stregone Kiichi Hogen, riuscì a rubare i due leggendari volumi di tattiche belliche Rikuto e Sanryaku e a studiarli, o ancora quella dell'improvvisa morte in piedi di Benkei, monaco guerriero, fedelissimo servitore e amico di Yoshitsune, nella battaglia del fiume Koromogawa. Queste sono state rese famose presso un vasto pubblico circa duecento anni dopo la morte di Yoshitsune, all'inizio dell'era Muromachi, grazie alle "Cronache di Yoshitsune". Compare come protagonista nella terza sezione dell'Heike Monotogari, il classico della letteratura giapponese che racconta degli eventi della guerra di Genpei e che ispirò molte opere posteriori, soprattutto di teatro Nō e Kabuki. In particolare, si narra che l'aver studiato il "Libro della Tigre", contenuto nel Rikuto, sia stato la causa della sua vittoria a Sunaga, e che da quel momento, il medesimo libro sia una lettura indispensabile per la vittoria. In epoche successive, il nome di Yoshitsune venne utilizzato per consacrare la gloria di una discendenza. Ad esempio, esiste una scuola di arti marziali che avrebbe ereditato delle tecniche da Yoshitsune stesso o da quello che viene ritenuto il suo maestro, Kiichi Hogen.
Tra le rappresentazioni più vicine nel tempo:
  • Il film in bianco e nero con soli uomini di Akira Kurosawa, Gli uomini che mettono il piede sulla coda della tigre, creato nel 1945, porta in scena una delle leggende su Yoshitsune, basata sull'opera di kabuki Kanjincho.
  • Una delle leggende su Yoshitsune è che si allenasse tagliando con la spada le foglie che cadevano dagli alberi. Innumerevoli opere contemporanee giapponesi riprendono questo mito. Talvolta i personaggi tentano di ripetere l'impresa per paragonarsi a Yoshitsune, come all'inizio del manga L'immortale. Nel manga One Piece invece Zoro impara a tagliare l'acciaio, perché riesce a fermare una foglia che cade con la spada senza tagliarla. In Hajime no Ippo, il protagonista deve prendere al volo le foglie che cadono dall'albero per essere ammesso in una palestra.
  • Nella serie di videogiochi Mortal Kombat, il nome di Liu Kang era in origine Minamoto Yo Shin Soo, ma John Tobias dichiarò che dovettero cambiarlo.
  • Nella versione per Nintendo DS del gioco Age of Empires II: The Age of Kings, Minamoto Yoshitsune è il protagonista di una campagna con cinque missioni, che lo vedono vincere nella battaglia di Ichi-no-Tani e sconfiggere il clan Taira.
  • È il protagonista del romanzo di Leonardo Vittorio Arena, Il coraggio del samurai (Piemme Edizioni, Milano 2011).
  • Nell'episodio 16 dell'anime Samurai Champloo, tre uomini cantano a ritmo di rap la storia del "fantasma di Yoshitsune" che infesterebbe le montagne, anche se Jin osserva che hanno apparentemente confuso le leggende.
  • Nel gioco per PlayStation 2 Genji: Dawn of the Samurai si racconta la storia di Yoshitsune e Benkei.
  • Nel videogioco arcade della Namco Genpei Tōma Den, Taira no Kagekiyo del can Taira è il protagonista mentre Yoritomo, Yoshinaka, Yoshitsune e Benkei sono i nemici.
  • Il film Gojoe, di Sōgo Ishii, racconta in forma molto romanzata l'incontro di Yoshitsune con Benkei sul ponte di Gojo (五条大橋 Gojō-ōhashi).
  • In Giappone, Kōdansha sta attualmente pubblicando un manga dal titolo Shanaou Yoshitsune, di Sawada Hirofumi, sulla vita del samurai.
  • Nel videogioco Shin Megami Tensei: Persona 4 è possibile evocare Yoshitsune come un "Persona", ovverosia una sorta di alter ego spirituale utilizzabile nei combattimenti. Il Persona Yoshitsune è considerata una delle più potenti, ed è la preferita di molti giocatori.
  • Il film Sukiyaki Western Django è un omaggio al film Django, storico western di Sergio Corbucci, coproduzione italiano/spagnola del 1966. Racconta dei combattimenti di due gruppi rivali, i due clan Taira (Heike) e Minamoto (Genji) durante la sanguinosa guerra Genpei
  • Nel videogioco per Nintendo Wii Ōkami è presente un personaggio di nome Ushiwaka (chiamato anche Waka)
  • Nel settimo film della serie anime Detective Conan, le vittime dell'assassino facevano parte di un'organizzazione criminale i cui membri portavano i nomi dei discepoli di Yoshitsune. Lo si vede spesso in flashback e il protagonista, Conan Edogawa, viene paragonato a lui per le sue grandi abilità.
  • Nell'anime e nel gacha di Fate/Grand Order compare sotto forma di servant con il nome di Ushiwakamaru.


sabato 11 settembre 2010

Nezumi Kozō

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Nezumi Kozō (鼠小僧), soprannome di Nakamura Jirokichi (仲村 次郎吉; 1797 – 1831) fu un leggendario guerriero ninja e bandito, vissuto nella capitale durante il periodo Edo.
Le sue imprese sono menzionate nel teatro kabuki, nella musica tradizionale, nei jidai-geki e nella cultura popolare.

Cattura e tatuaggio
Nel 1822 fu catturato, tatuato e bandito da Edo. L'8 agosto 1831 fu nuovamente catturato e confessò il furto con scasso di oltre cento proprietà di samurai e l'impressionante furto di oltre 30.000 ryō durante i suoi quindici anni di carriera. Fu legato ad un cavallo e fatto sfilare in pubblico prima di essere decapitato nei campi dell'esecuzione di Suzugamori. La sua testa fu quindi esposta pubblicamente su un palo. Fu sepolto ad Ekō-in, nella sezione Ryōgoku di Tokyo.

Antefatto
Al momento dell'arresto, Jirokichi fu trovato con pochi soldi. Questo, combinato all'umiliazione pubblica impostagli dal daimyō, ha portato alla credenza popolare secondo cui consegnò i soldi ai poveri, trasformando il meschino ladro in un eroe popolare postumo simile a Robin Hood. La sua reputazione è stata accresciuta anche dal fatto che, prima della morte, distribuì fogli di divorzio alle sue mogli così da evitare a loro la condivisione della pena.

Soprannome
Il soprannome di Jirokichi, Nezumi Kozō, non è un nome. Nezumi è la parola giapponese che indica "ratto": un kozō era un giovane fattorino che lavorava in un negozio nel periodo Edo. Il soprannome può quindi essere approssimativamente tradotto come "ragazzo ratto". Poiché un soprannome contenente il termine kozō veniva spesso dato ai borseggiatori, che erano spesso giovani ragazzi e ragazze dato che la professione richiedeva dita agili, si ritiene che Jirokichi fosse un noto borseggiatore quando era più giovane.


venerdì 10 settembre 2010

Kenjutsu

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Il kenjutsu (剣術 lett. "arte della spada") è un'arte marziale giapponese costituita dall'insieme delle tecniche di katana utilizzate durante i combattimenti corpo a corpo; si differenzia dallo iaidō perché le tecniche vengono eseguite solo dopo l'estrazione della spada dal fodero, mentre nello iaidō tutte le sequenze di tecniche (kata) vengono eseguite fino all'estrazione dell'arma (Iai vuol dire infatti "estrazione" in giapponese).
Si può tranquillamente affermare che il kenjutsu si trova a livelli inferiori (in raffinatezza delle tecniche) rispetto allo iaidō, poiché utilizzato in guerra contro molteplici avversari (difatti le tecniche consistono in una serie di tagli dati verticalmente, orizzontalmente e diagonalmente al fine di annientare più "corpi" possibili nelle vicinanze del guerriero).
Bisogna fare molta attenzione nel non confondere il kendō con il kenjutsu. Infatti la differenza tra i due termini sta proprio negli ideogrammi che li compongono. Ken-Jutsu (剣術) sta per "Arte della spada" (da ken : spada, e jutsu : arte, tecnica) mentre Ken-Do (剣道) sta per "Via della spada" (da do: via, percorso, in senso spirituale), inoltre bisogna comprendere la vera differenza tra queste: il kenjustu è un'arte nata per combattere e uccidere i nemici sul campo di battaglia, sviluppata dalla classe guerriera giapponese nel corso dei secoli; il kendo è sempre un'arte marziale, ma il suo scopo non è più uccidere l'avversario per ottenere la propria sopravvivenza. Lo scopo del kendo è auto-disciplinare se stessi, il proprio corpo e la propria mente, e percorrere appunto "la Via" per migliorarsi e crescere come persone insieme agli altri praticanti con i quali si studia l'Arte. Senza addentrarsi nelle possibili interpretazioni spirituali e filosofiche, questo concetto può essere racchiuso in una frase: nel kenjutsu ci si addestra per sconfiggere il nemico; nel kendo ci si addestra per sconfiggere se stessi e i propri limiti.


giovedì 9 settembre 2010

Taḥṭīb

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Il taḥṭīb (in arabo: تحطيب) è un'arte marziale originaria dell'Egitto. Si basa principalmente sull'uso del bastone di legno per colpire, difendersi e schivare. Il bastone utilizzato è lungo circa 120 cm ed è chiamato Asa", "Asaya"/"Assaya o Nabboot. Ne esiste un'altra versione lunga 365 cm usata per la
scherma a cavallo.

Etimologia
Il nome completo arabo del taḥṭīb è "Fann el Nazaha Wal Tahtib" che significa "L' arte, (Fann) della rettitudine e dell'onestà (Nazaha) attraverso l'uso del bastone". Il termine "Tahtib" deriva da "Hatab" che significa "boscaiolo" ; "Hatab" si riferisce a colui che compie, mentre taḥṭīb è riferito all'arte o al modo similare del "Karate" piuttosto del "Karate-Do" o "Aiki" piuttosto che "Aikidō".

Storia
Le origini di quest'arte risalgono al II millennio a.C., infatti alcuni gesti del taḥṭīb sono incisi in tre tombe fra quelle scavate nella roccia 39 nel sito archeologico Beni Hasan, lungo la sponda orientale del Nilo, vicino alla città di Minya. La necropoli comprende tombe di funzionari (nomarch dell'XI e della XII dinastia dell'Antico Egitto. Gli antichi egizi praticavano la scherma col bastone o il combattimento col bastone come forma di intrattenimento; quest'arte marziale non veniva impiegata nei veri combattimenti ma soprattutto come allenamento o sport. L'arte del combattimento col bastone durante la XXI dinastia doveva probabilmente essere simile al kenjutsu giapponese.
La scherma con il bastone continua ad essere praticata in Egitto durante le feste e i mesi del ramadan. Esibizioni vengono allestite durante le cerimonie matrimoniali. È attualmente conosciuta con il nome di taḥṭīb.