mercoledì 6 settembre 2017

Genseiryū

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Genseiryū (玄制流) è uno stile di karate che affonda le proprie radici nello Shuri-te, è uno dei tre stili originali del karate di Okinawa in Giappone. Fu sviluppato da Seiken Shukumine (1925–2001) che combinò tecniche classiche con le proprie innovazioni, sviluppando in tal modo le particolari caratteristiche del Genseiryū. Shukumine ebbe due insegnanti famosi: Sadoyama e Kishimoto. Il nome Genseiryū fu usato per la prima volta nel 1953. In giapponese il nome si compone di tre differenti caratteristiche (kanji):玄制流.

Dissoluzione nel 1962

Nel corso degli anni, alcuni allievi di Seiken Shukumine respinsero Taido e quindi continuarono il Genseiryū anche se Shukumine smise di insegnare il Genseiryū nei 1962. Poiché l'organizzazione ufficiale di Seiken Shukumine fu sciolta nel 1962, alcuni studenti decisero di provare Taido, ma successivamente lo abbandonarono costituendo delle loro organizzazioni, facendo un balzo "indietro" al Genseiryū e seguendo la loro strada. Questi sono gli altri: Nippon Karate-dō Budō Kyokai, Genwakai, Ryounkai, Keneikai e Seidokai. Butokukai, che furono costituiti tre anni prima dell'uscita dal mondo del karate da parte di Seiken Shukumine, fu continuata da Kunihiko Tosa, accettando la responsabilità di diventare il successore ufficiale. La più vecchia organizzazione di Genseiryū still esistente tutt'oggi è la Genseiryū Karate-do International Federation (1959).




martedì 5 settembre 2017

Tre augusti e cinque imperatori

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I tre augusti e i cinque imperatori (三皇五帝, Sān Huáng Wǔ Dì) sono figure leggendarie della mitologia cinese. Secondo la tradizione essi avrebbero regnato su parti della odierna Cina durante un arco di tempo che va dal 2850 a.C. al 2205 a.C.. Diversi miti riportano le loro storie e presunte vicende, concordando sull'attribuzione del ruolo di primi civilizzatori a questi mitici sovrani e saggi del passato. I tre augusti e cinque imperatori rappresentano quindi uno dei principali miti fondativi della civiltà cinese.
Alcuni di essi sono anche elevati a divinità del pantheon taoista.
Gli storici moderni ritengono che queste figure mitiche siano il risultato di un processo durato secoli, che ha visto la fusione tra personaggi mitologici e personaggi storici reali, come illustri capostipiti o fondatori di antichi lignaggi.
I titoli huáng e , abitualmente tradotti in italiano come "augusto" e "imperatore", non vengono usati in tal senso nella letteratura di epoca preimperiale, è perciò probabile che venissero usati solo per riferirsi alle divinità. Fino al 221 a.C. infatti, nei confronti di re e signori feudali ci si riferiva soltanto con i termini wáng (, "re") oppure gōng (, "duca").
L'appellativo huángdì (皇帝), fusione dei due termini e equivalente del termine "imperatore" per come è comunemente inteso anche oggi, venne utilizzato per la prima volta ufficialmente solo nel 221 a.C., con l'avvento del primo imperatore della Dinastia Qin.

I tre augusti

Secondo la mitologia, i tre augusti, noti anche come tre sovrani, erano semi-dei o re-dei che usavano i loro poteri magici per migliorare la vita del loro popolo. Per le loro virtù sovrannaturali vissero fino a età leggendarie e governarono in un periodo di lunga pace.
Ai tre augusti si attribuiscono varie identità in diversi testi storici cinesi. Nelle Memorie di uno storico (史記, Shǐjì) di Sima Qian si sostiene che fossero:
  • Il celeste sovrano (Tiānhuáng 天皇), che regnò per 18.000 anni
  • Il sovrano terreno (Dìhuáng 地皇), che regnò per 11.000 anni
  • Il sovrano umano (Tàihuáng 泰皇 o 人皇 Rénhuáng), che regnò per 45.600 anni
Lo Yundou shu (運斗樞) e lo Yuanming bao (元命苞) li identificano come:
  • Fu Hsi (伏羲)
  • Nüwa (女媧)
  • Shen Nung (神農)
Sia Fuxi che Nüwa sono il dio e la dea, fratello e sorella, a cui si attribuisce la discendenza dell'umanità in seguito a un diluvio catastrofico, mentre Shennong avrebbe inventato l'agricoltura e sarebbe stato il primo a usare le erbe mediche (colui che avrebbe assaggiato le "100 erbe", trovando i veleni, le cure, ed altri vari infusi).
Lo Shangshu dazhuan (尚書大傳) e il Baihu tongyi (白虎通義) sostituiscono Nüwa con Suiren (燧人), l'inventore del fuoco. Il Diwang shiji (帝王世紀) sostituisce Nüwa con l'imperatore giallo (Huángdì, 黄帝), l'antenato presunto di tutto il popolo Han.

I Cinque Imperatori

I cinque imperatori erano leggendari, re-saggi moralmente perfetti. Secondo gli Annali del grande storico essi furono:
  • L'imperatore giallo (Huángdì 黄帝; con huáng , "giallo", e , "imperatore")
  • L'imperatore Zhuanxu (顓頊)
  • L'imperatore Ku ()
  • L'imperatore Yao ()
  • L'imperatore Shun ()
Yao e Shun sono conosciuti anche come i due imperatori, e, insieme a Yu il grande (), il fondatore della dinastia Xia, vennero considerati nella successiva storia cinese sovrani modello ed esempi da seguire per l'etica confuciana. Shangshu Xu (尚書序) e Diwang shiji vi includono Shaohao (少昊) al posto dell'imperatore giallo.
La Canzone di Chu (楚辭) identifica i cinque imperatori come divinità dei punti cardinali:
  • Shaohao (est)
  • Zhuanxu (nord)
  • Imperatore giallo (centro)
  • Shennong (ovest)
  • Fuxi (sud)
Il Libro dei riti (禮記) evidenzia un nesso tra i cinque imperatori e i cinque lignaggi, che comprendono:
  • Youchao-shi (有巢氏)
  • Suiren-shi (燧人氏)
  • Fuyi (伏羲氏)
  • Nüwa (女媧氏)
  • Shennong (神農氏)
Dal punto di vista semantico, il primo imperatore storico fu Qin Shi Huang (秦始皇), che inventò un nuovo termine per "imperatore" (huangdi 皇帝) combinando il titolo di "augusto" (huang ) e di "imperatore" (di ).




lunedì 4 settembre 2017

Akiyama Nobutomo

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Akiyama Nobutomo (秋山 信友; 1531 – 23 dicembre 1575) è stato un samurai e generale giapponese del periodo Sengoku. È anche conosciuto come uno dei ventiquattro generali di Takeda Shingen. Nobutomo servì anche il figlio di Shingen, Takeda Katsuyori.

Biografia

Primi anni

Akiyama Nobutomo nasce nel 1531 a Tsutsujigasaki (躑躅ヶ崎館) nella provincia del Kai. Suo padre era Akiyama Nobutou, un membro di una rispettata famiglia al servizio del clan Takeda. Quando Nobutomo raggiunse la maggiore età entrò al servizio di Takeda Shingen, guida del clan e signore della provincia del Kai, un'area montagnosa al centro del Giappone. Nel 1547, durante la campagna del distretto di Ina, Nobutomo combatté con onore e gli fu garantito un feudo nel nord del distretto, oggi Kamiina nella prefettura di Nagano. Nobutomo continuò il suo servizio, la maggior parte delle volte svolse un ruolo difensivo a proteggere i castelli come Takato e Iida. In questo periodo, Nobutomo prese il nome di Takeda no mogyu (武田の猛牛 "toro scatenato del clan Takeda").

Apice della carriera

Nel 1568 Nobutomo era abbastanza stimato da svolgere compiti diplomatici. In quell'anno fu invitato al castello di Gifu, dove rappresentava il suo signore Takeda Shingen, per presenziare al matrimonio tra Oda Nobutada, figlio maggiore di Oda Nobunaga, e Matsuhime, figlia di Shingen.
Nel 1571 Shingen organizzò una campagna contro Tokugawa Ieyasu con l'intento di prendere le pianure costiere del Tōtōmi e spingersi verso le fertili pianure della provincia di Mikawa. Nobutomo fu richiamato dal castello di Iida e gli fu ordinato di guidare un'invasione della provincia di Mino. La sua avanzata fu seguita dal clan Saigo guidati da Saigo Yoshikatsu. I due eserciti si scontrarono nella battaglia di Takehiro, e anche se Yoshikatsu fu ucciso nello scontro, Nobutomo fu costretto al ritiro.
Nel 1572, Shingen organizzò un'altra campagna contro la provincia di Mikawa, che sarebbe culminata nella battaglia di Mikatagahara nel gennaio 1573. Shingen avrebbe guidato l'armata a sud ed ovest, mentre Nobutomo discendeva da nord, tagliando le vie di fuga e bloccando i rifornimenti. Per riuscire nella tattica Nobutomo strinse d'assedio il castello di Iwamura. Quando Toyama Kageto, signore del castello di Iwamura, morì improvvisamente di malattia, il morale delle truppe in difesa crollò, e la signora Toyama Otsuya (vedova di Kageto e zia di Oda Nobunaga) negoziò con Nobutomo. Stipularono un trattato, secondo il quale il castello si arrendeva senza spargimenti di sangue e Lady Toyama accettò di sposare Nobutomo, assicurando così la protezione e la salvezza delle truppe a difesa del castello. Oltre al castello, Nobutomo ottenne la custodia di Gobomaru (御坊丸), il figlio biologico di Oda Nobunaga, figlio adottivo di Kageto, che aveva sette anni. Nobutomo lo mandò nella provincia del Kai in qualità di servitore; il ragazzo prenderà più tardi il nome di Oda Katsunaga. Con la stipula del trattato, Nobutomo fece del castello di Iwamura il suo quartier generale con una posizione difensiva in prima linea da cui poteva sostenere l'esercito Takeda.

Ultimi giorni

Dopo la morte di Takeda Shingen, nella primavera dal 1573, Nobutomo continuò a servire il figlio, Takeda Katsuyori, nel proseguimento della campagna. Nel 1575 Katsuyori perse la battaglia di Nagashino, un disastro per il clan Takeda che lasciò Nobutomo al castello di Iwamura senza supporto. Sotto il continuo assedio di Oda Nobutada, le forze al comando di Nobutomo resistettero fino a novembre quando Nobunaga arrivò con il resto dell'esercito. Nobutomo firmò una resa per consegnare il castello stesso quando capì che non aveva possibilità di resistere ulteriormente. Sfortunatamente Nobunaga non stette ai patti e ordinò che Nobutomo, sua moglie (zia di Nobunaga) e tutte le truppe a difesa del castello venissero giustiziate.
Il 23 dicembre 1575 Nobutomo e sua moglie, la signora Otsuya, furono crocifissi sulle rive del fiume Nagara.


domenica 3 settembre 2017

Fudoshin

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Fudōshin (不動心) è uno stato di equanimità o imperturbabilità (letteralmente "cuore - mente - attenzione" "immobile") - una dimensione mentale/filosofica di un'arte marziale (usalmente giapponese) che contribuisce all'efficacia del professionista avanzato.
Fudōshin è uno spirito di calma irremovibile e determinazione, di coraggio senza avventatezza, di stabilità radicata sia nel regno mentale sia nel regno fisico. Come un salice, possenti radici affondano nella terra mentre flessibili e tenaci rami oppongono, ai venti che soffiano, una leggera accomodante resistenza.
Fudō myō-ō (不動明王) è una divinità buddhista (e uno dei tredici Buddha Giapponesi) che porta una spada in una mano (per recidere delusione e ignoranza) e una corda nell'altra (per legare "le forze del male", e le passioni e le emozioni violente o incontrollate). Nonostante un aspetto intimorente, i suoi caratteri di benevolenza e asservimento agli esseri viventi sono simboleggiati dallo stile della sua capigliatura tipica della classe servile.

sabato 2 settembre 2017

Pixiu

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Il Pixiu o Pi Yao (Lingua cinese: 貔貅; pinyin: píxiū, cinese arcaico: bjii hiu) è una creatura della mitologia cinese, considerata come uno dei nove figli del drago ed è sovente utilizzato come amuleto, nei ciondoli di giada e posto a guardia di palazzi o templi.
Secondo la tradizione ha il corpo di un leone alato e la testa di un drago, e si nutre solo di oro e di argento.
Il pixiu è considerato un protettore molto potente per i praticanti del Feng Shui.
Non bisogna confonderlo col Bixie, creatura simile o col Bixi, altro figlio del drago, che aveva una forma simile ad una tartaruga ed era utilizzata come base per le stele.

venerdì 1 settembre 2017

Sun Wukong

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Sun Wukong — cinese Sun Wukong (孫悟空, 孙悟空); giapponese Son Gokū (孫悟空); coreano Son Ogong (손오공); vietnamita Tôn Ngộ Không; Sun Go Kong in Indonesiano — l'Affascinante Re delle Scimmie (美猴王, Měihóu Wáng), è un personaggio letterario.
Mago, monaco, re, saggio e guerriero dall'aspetto di scimmia, è il malizioso protagonista del romanzo Il viaggio in Occidente, basato su racconti popolari risalenti alla dinastia Tang (618-907). Il romanzo racconta le sue avventure dalla nascita fino al suo viaggio insieme al monaco Xuanzang, anche noto come Sanzang (in giapponese Sanzo, in sanscrito Tripitaka) o Tangseng, per recuperare i testi sacri del Buddhismo conservati in India.
È spesso considerato il più famoso e amato personaggio della letteratura cinese classica.

Il personaggio nel romanzo

I primi capitoli del romanzo sono tutti dedicati alla storia di Sun Wukong, e non a caso molte edizioni italiane e internazionali si limitano a questa prima parte, con il nome Lo scimmiotto.

Il Grande Santo Uguale al Cielo

Nato da una roccia frutto della terra ingravidata dal vento, lo scimmiotto di pietra Sun Wukong si distingue per il suo coraggio portando il popolo delle scimmie nella Caverna del Sipario d'Acqua della Montagna dei Fiori e dei Frutti, e diventandone così il re. Preoccupato dalla possibilità che la sua conquistata felicità un giorno finisca, viaggia a lungo fino ad arrivare presso l'abitazione di un Saggio, il Patriarca Subhodi, che gli insegna la Via (Tao), e in particolare come diventare un Immortale e come difendersi dalle Tre Calamità, il che lo rende un guerriero potentissimo, capace di 72 trasformazioni e di volare su una nuvola; quando il Saggio si renderà conto che il giovane scimmiotto non ha appreso l'essenza della Via ma solo i suoi poteri, lo caccerà e gli proibirà di dichiararsi suo discepolo, e in effetti Sun Wukong non farà mai più il suo nome.
Tornato nella sua Montagna dei Fiori e dei Frutti, si impegna a portare il suo regno alla supremazia, insegnando alle scimmie e agli animali a combattere, conquistando e sottomettendo tutte le altre specie e pretendendo in dono dai quattro Dragoni Re dei Mari un bastone che si allunga e rimpicciolisce a piacimento (originariamente una delle colonne che tenevano l'oceano al suo posto), un elmo di fenice, un'armatura d'oro e degli stivali magici.
L'Imperatore di Giada, infastidito dalla sua arroganza, lo chiama a palazzo per tenerlo sotto controllo, e gli assegna l'incarico di Custode dei Cavalli Celesti (弼馬溫, Bimawen), ma lo scimmiotto superbo trova l'incarico troppo umile, così torna alla sua montagna; allora l'Imperatore di Giada manda contro di lui il Re Li e suo figlio Nezha, che tuttavia non riescono a sconfiggerlo, così egli decide di concedere al Re delle Scimmie il titolo di Grande Santo Uguale al Cielo (齊天大聖, Qitiān Dasheng) come da lui richiesto e richiamarlo in Cielo.
Qui però lo scimmiotto dà ancora prova di sé e dopo essersi cibato delle Pesche dell'Immortalità si introduce in una festa a cui non era stato invitato e mangia e beve tutti gli alimenti degli dei che può, ruba le pillole di Lao Zi, poi fugge di nuovo alla sua montagna. Questa volta l'Imperatore infuriato manda contro di lui suo nipote Erlang, che, dopo una estenuante battaglia a cui partecipano anche molte altre divinità tra cui la Bodhisattva Guanyin e Lao Zi, riesce a sconfiggerlo e consegnarlo al Cielo, dove viene subito condannato a morte.
Il problema ovviamente è che lo scimmiotto è un Immortale, ed è invulnerabile avendo mangiato le pesche sacre, perciò pur venendo trafitto da spade, battuto con martelli, colpito da fulmini e sottoposto a innumerevoli torture, non riporta neanche un graffio: allora viene rinchiuso in una fornace nella speranza che il suo corpo fonda, ma dopo diversi giorni, quando la fornace viene aperta, egli è ancora vivo, e i suoi occhi sono ora del colore del fuoco con pupille dorate, ed hanno acquisito il potere di vedere attraverso ogni inganno.
In cerca di vendetta, Sun Wukong mette a ferro e fuoco il Cielo, combattendo alla pari con più di centomila soldati imperiali, e l'Imperatore terrorizzato manda a chiamare il Tathāgata Buddha, che sfida il Re delle Scimmie a saltare fuori dalla sua mano: apparentemente lo scimmiotto vi riesce, ma nel momento in cui lo fa la mano diventa sempre più grande finché quando Sun Wukong crede di essere arrivato al confine dell'universo in realtà non ha raggiunto che le dita della mano. Il Buddha allora lo punisce per la sua arroganza seppellendolo sotto la Montagna dei Cinque Elementi.

Il Viaggio ad Ovest

Dopo 500 anni la Bodhisattva Guanyin viene incaricata dal Buddha di cercare un uomo pio in grado di affrontare il pericoloso viaggio verso Ovest per portare nell'impero Tang i Sutra, in modo da diffondere in esso il vero insegnamento del Buddha, e lungo il cammino questa pensa di concedere a Sun Wukong la libertà in cambio della promessa di diventare un discepolo del prescelto. Quando il monaco Chen Xuanzang, detto Sanzang (o Tripitaka, "tre ceste", dal nome del sutra che porterà al ritorno) e Tangseng (fratello dei Tang) giunge in prossimità della Montagna dei Cinque Elementi la scimmia ormai millenaria gli spiega la situazione e lo implora di liberarlo; il monaco accetta, gli dà il nomignolo Xingzhe (行者) e da quel momento diventa il suo maestro.
Non che Sun Wukong sia un buon discepolo; alla prima ramanzina abbandona il monaco, e la Bodhisattva Guanyin, giunta in suo soccorso, dona a questi un diadema magico. Quando il Grande Saggio Pari del Cielo ritorna il monaco gli fa indossare il diadema con un trucco e poi con una magia insegnatagli dalla Bodhisattva lo stringe attorno al suo cranio provocandogli un immenso dolore; quando smette Sun Wukong si rende conto di non poterlo togliere e cerca di uccidere di botte il suo maestro, ma questo ricomincia a recitare la formula magica.
Da questo momento in poi Sun Wukong obbedirà senza discutere al monaco, e lo proteggerà durante tutto il viaggio, durante il quale incontrerà nuovi compagni di avventura e nuovi nemici, imparerà a comportarsi meglio e infine, dopo aver portato a termine la loro impresa, lui e il monaco raggiungeranno l'illuminazione e diventeranno dei buddha a loro volta.

Il Re delle Scimmie nelle sue parole

Quella che segue è una poesia appartenente a Il viaggio in Occidente in cui Sun Wukong, presentandosi a un nemico, si racconta a parole sue:
Grandi son sempre stati i miei poteri magici sin dall'infanzia;
Cambiando col vento, mostro la mia potenza.
Nutrendo la mia natura e coltivando la verità,
Ho vissuto giorni e mesi,
Salvando la mia vita saltando fuori dal ciclo delle rinascite.
Una volta ho cercato con sincerità la Via
Scalando la Montagna Terrazza degli Spiriti per cogliere erbe medicinali.
Su quella montagna vive un antico Immortale
Vecchio di centottomila anni.
Ne ho fatto il mio maestro,
Sperando che mi mostrasse una via per l'immortalità.
Egli disse che l'elisir è nel corpo di ciascuno,
Che è perder tempo cercarlo fuori.
Imparai la gran magia dell'immortalità,
Senza la quale difficilmente sarei sopravvissuto.
Volgendo dentro il mio sguardo, sedetti e mi calmai la mente,
Mentre il sole e la luna si mescolavano dentro di me.
Trascurando le cose del mondo, ridussi i miei desideri,
E quando i sensi, il corpo, e la mente furono purificati, il mio corpo fu saldo.
Riavvolgere gli anni e tornare alla giovinezza è presto fatto;
La strada per l'immortalità e la saggezza non fu lunga.
In tre anni acquisii un corpo magico,
Che non soffriva come uno comune.
Vagai per i Dieci Continenti e le Tre Isole,
Gli angoli del mare e i confini del cielo.
Avevo vissuto oltre trecento anni,
Ma non potevo ancora volare sui Nove Cieli.
Ebbi un vero tesoro sottomettendo i dragoni del mare:
Un bastone di ferro con fasce d'oro.
Sulla montagna dei Fiori e dei Frutti
Ero il comandante supremo;
Nella Caverna del Sipario d'Acqua
Riunii servitori demoniaci.
Il Grande Imperatore di Giada mi inviò un decreto
Con cui mi dava l'alto rango e il titolo di 'Pari del Cielo'.
Più di una volta ho rovinato la Sala della Nebbia Miracolosa,
Ed ho rubato le pesche della Regina Madre diverse volte.
Centomila soldati celesti in ranghi serrati
Vennero con lance e spade per fermarmi.
Rimandai i Re celesti lassù sconfitti,
Ferii e misi in fuga Nezha alla testa dei suoi uomini.
Il Vero Signore Erlang, abile nelle trasformazioni,
Lao Zi, Guanyin e l'Imperatore di Giada
Guardarono mentre venivo sconfitto dalla Porta Sud del Cielo.
Con un po' d'aiuto di Lao Zi,
Erlang mi catturò e portò in Cielo.
Fui legato alla Colonna della Punizione dei Demoni,
E fu ordinato a soldati divini di tagliarmi la testa,
Ma sebbene tagliato con spade e battuto con martelli
Non ne fui scalfito.
Allora fui colpito col fulmine e bruciato col fuoco.
Poiché ho davvero poteri magici,
Non ne fui impressionato.
Allora mi portarono alla fornace di Lao Zi per essere fuso.
I Sei Ding mi arrostirono lentamente col fuoco divino.
Quando fu tempo e la fornace si aprì, ne uscii,
E corsi per il Cielo, con il mio bastone in mano.
Nessuno poté fermarmi dal causar danni ovunque,
E provocai il caos nei trentatré Cieli.
Poi il nostro Tathāgata Buddha usò il potere del suo Dharma
E mi gettò di schiena sotto la Montagna dei Cinque Elementi,
Dove fui schiacciato per cinquecento anni pieni,
Finché Sanzang venne dalla terra dei Tang.
Ora mi sono ravveduto e vado ad Ovest
Per scalare la Cima del Tuono e vedere il Buddha.
Chiedi per i Sette Mari, Cielo e Terra:
Scoprirai che sono il più forte mostro mai vissuto.

Origini del mito

Alcuni studiosi credono che il personaggio sia stato ispirato dalla divinità hindu Hanuman, l'eroe dall'aspetto di scimmia, avatar di Śiva, dell'antica epica Ramayana, di cui Xuanzang ha scritto dopo essere tornato in Cina.
Secondo altri, però, il culto di un dio dall'aspetto di scimmia era già diffuso in alcune regioni del Paese molto prima del viaggio di Xuanzang, forse come divinità locale poi inglobata nel pantheon taoista, e quindi assorbita nel sincretismo buddhista, come sembrerebbe indicare il fatto che ne Il viaggio in Occidente lo stesso Lao Zi, autore del Tao Te Ching, è citato tra le divinità celesti e dice di sé di aver raggiunto lo stato di buddha, e nella storia la prima divinità autenticamente buddhista a comparire, Guanyin, entra in scena solo durante la battaglia con Erlang.
Un'altra possibile interpretazione è che Wú Chéng'ēn abbia unito miti e leggende locali per creare l'antieroe perfetto, l'esatto contrario di ciò che un buddhista dovrebbe essere, in modo da dimostrare che anche una bestia dedita ai piaceri della carne può raggiungere l'illuminazione. A suffragio di questa tesi si può notare che "saltare fuori da una roccia" è l'equivalente cinese dell'italiano "nascere sotto un cavolo" o "essere portati dalla cicogna", e "Custode dei Cavalli" rimanda alla tradizione cinese di tenere una scimmia nelle stalle come "protettrice" (si credeva che le scimmie avessero il potere di prevenire e curare le malattie equine); inoltre secondo una tradizione citata nello stesso Il viaggio in Occidente alcune scimmie di montagna sono immortali.

Sun Wukong oggi

Tratti caratteristici

Sun Wukong è un personaggio che ha segnato profondamente la cultura cinese e giapponese, e spesso compare come personaggio in altre opere con altri nomi, ma con alcune caratteristiche distintive che ne rendono immediata l'identificazione da parte del pubblico. Alcune di queste sono:
  • In primis il carattere infantile, irruente e pronto alla lotta, spesso affiancato da un personaggio che lo moderi (generalmente femminile)
  • Usa come arma un bastone allungabile
  • Ha sulla testa una coroncina o un diadema
  • Spesso indossa una veste buddhista gialla, arancione, o rossa, legata però al modo dei monaci combattenti Shaolin così da non impacciare i movimenti.
  • Stranamente, solo occasionalmente ha tratti fisici scimmieschi.
  • Ha un gruppo di amici con i quali compie un viaggio in cui il gruppo affronta numerosi nemici.





giovedì 31 agosto 2017

Akechi Mitsuhide

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Akechi Mitsuhide, (明智 光秀) (1526 – luglio 1582), è stato un generale giapponese.
Fu uno dei generali al servizio del daimyō Oda Nobunaga, il suo tradimento ne causò la morte.

L'ascesa

Nacque nella provincia di Mino, fu un amante della poesia e del Cha no yu. Compì le sue prime imprese militari al servizio di Ashikaga Yoshiaki e Asakura Yoshikage. Mitsuhide iniziò a servire Oda Nobunaga nel 1566 dopo la conquista da parte di quest'ultimo della provincia di Mino; nel 1571, in qualità di suo vassallo, ricevette in feudo il territorio di Sakamoto (con rendite pari a 100.000 koku). Ben presto divenne uno dei più fidati uomini di Nobunaga e ricevette l'incarico di pacificare la regione di Tamba e porla sotto al controllo del suo signore; le sue campagne militari contro i clan locali ebbero successo e una volta conquistato il territorio ricevette come ricompensa il castello di Kamiyama situato proprio in quella regione e divenne il governatore della provincia di Hyūga.

Il tradimento

Nel 1579 conquistò il castello di Yakami appartenente a Hatano Hideharu e negoziò con lui i termini per la pacificazione, tuttavia Nobunaga disattese gli accordi presi dal suo vassallo e fece giustiziare Hideharu. Questo gesto fu avvertito come una grave offesa dal clan Hatano che si vendicò nei confronti di Akechi Mitsuhide uccidendone la madre che era stata inviata come ostaggio durante le trattative. Questo fu probabilmente uno dei motivi che portarono al tradimento nei confronti di Oda Nobunaga. Il 21 giugno 1582 Nobunaga si rifugiò nell'Honnō-ji, un tempio di Kyoto, per sfuggire al tentativo di colpo di stato di Akechi Mitsuhide e quest'ultimo appiccò le fiamme all'edificio. Non si sa con certezza se Nobunaga morì a causa dell'incendio o se fece in tempo a compiere seppuku prima di essere sopraffatto dal fuoco. Quando si diffuse la notizia della morte di Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu radunarono i propri eserciti ed entrambi si misero all'inseguimento di Mitsuhide con l'intento dichiarato di vendicare Nobunaga ma in realtà con lo scopo di diventarne il successore. Hideyoshi fu il primo a trovarlo e lo sconfisse nella battaglia di Yamazaki durante la quale il traditore di Nobunaga fu ucciso da un bandito chiamato Nakamura. Per le circostanze della sua morte venne soprannominato Jūsan-kobū (it: Shogun dei tredici giorni). I motivi che spinsero Mitsuhide a tradire il proprio signore sono ancora oggi avvolti nel mistero, ma secondo una teoria Mitsuhide non perse la vita nella Battaglia di Yamazaki ma riuscì a salvarsi e cominciò una nuova vita come monaco con il nome di Nankobo Tenkai.