Sun Wukong — cinese Sun Wukong
(孫悟空,
孙悟空);
giapponese Son Gokū (孫悟空);
coreano Son Ogong (손오공);
vietnamita Tôn Ngộ Không; Sun Go Kong in Indonesiano —
l'Affascinante Re delle Scimmie (美猴王,
Měihóu Wáng), è un personaggio letterario.
Mago, monaco, re, saggio e guerriero
dall'aspetto di scimmia, è il malizioso protagonista del romanzo Il
viaggio in Occidente, basato su racconti popolari risalenti alla
dinastia Tang (618-907). Il romanzo racconta le sue avventure dalla
nascita fino al suo viaggio insieme al monaco Xuanzang, anche noto
come Sanzang (in giapponese Sanzo, in sanscrito Tripitaka) o
Tangseng, per recuperare i testi sacri del Buddhismo conservati in
India.
È spesso considerato il più famoso e
amato personaggio della letteratura cinese classica.
Il personaggio nel romanzo
I primi capitoli del romanzo sono tutti
dedicati alla storia di Sun Wukong, e non a caso molte edizioni
italiane e internazionali si limitano a questa prima parte, con il
nome Lo scimmiotto.
Il Grande Santo Uguale al Cielo
Nato da una roccia frutto della terra
ingravidata dal vento, lo scimmiotto di pietra Sun Wukong si
distingue per il suo coraggio portando il popolo delle scimmie nella
Caverna del Sipario d'Acqua della Montagna dei Fiori e dei Frutti, e
diventandone così il re. Preoccupato dalla possibilità che la sua
conquistata felicità un giorno finisca, viaggia a lungo fino ad
arrivare presso l'abitazione di un Saggio, il Patriarca Subhodi, che
gli insegna la Via (Tao), e in particolare come diventare un
Immortale e come difendersi dalle Tre Calamità, il che lo rende un
guerriero potentissimo, capace di 72 trasformazioni e di volare su
una nuvola; quando il Saggio si renderà conto che il giovane
scimmiotto non ha appreso l'essenza della Via ma solo i suoi poteri,
lo caccerà e gli proibirà di dichiararsi suo discepolo, e in
effetti Sun Wukong non farà mai più il suo nome.
Tornato nella sua Montagna dei Fiori e
dei Frutti, si impegna a portare il suo regno alla supremazia,
insegnando alle scimmie e agli animali a combattere, conquistando e
sottomettendo tutte le altre specie e pretendendo in dono dai quattro
Dragoni Re dei Mari un bastone che si allunga e rimpicciolisce a
piacimento (originariamente una delle colonne che tenevano l'oceano
al suo posto), un elmo di fenice, un'armatura d'oro e degli stivali
magici.
L'Imperatore di Giada, infastidito
dalla sua arroganza, lo chiama a palazzo per tenerlo sotto controllo,
e gli assegna l'incarico di Custode dei Cavalli Celesti (弼馬溫,
Bimawen), ma lo scimmiotto superbo trova l'incarico troppo umile,
così torna alla sua montagna; allora l'Imperatore di Giada manda
contro di lui il Re Li e suo figlio Nezha, che tuttavia non riescono
a sconfiggerlo, così egli decide di concedere al Re delle Scimmie il
titolo di Grande Santo Uguale al Cielo (齊天大聖,
Qitiān Dasheng) come da lui richiesto e richiamarlo in Cielo.
Qui però lo scimmiotto dà ancora
prova di sé e dopo essersi cibato delle Pesche dell'Immortalità si
introduce in una festa a cui non era stato invitato e mangia e beve
tutti gli alimenti degli dei che può, ruba le pillole di Lao Zi, poi
fugge di nuovo alla sua montagna. Questa volta l'Imperatore infuriato
manda contro di lui suo nipote Erlang, che, dopo una estenuante
battaglia a cui partecipano anche molte altre divinità tra cui la
Bodhisattva Guanyin e Lao Zi, riesce a sconfiggerlo e consegnarlo al
Cielo, dove viene subito condannato a morte.
Il problema ovviamente è che lo
scimmiotto è un Immortale, ed è invulnerabile avendo mangiato le
pesche sacre, perciò pur venendo trafitto da spade, battuto con
martelli, colpito da fulmini e sottoposto a innumerevoli torture, non
riporta neanche un graffio: allora viene rinchiuso in una fornace
nella speranza che il suo corpo fonda, ma dopo diversi giorni, quando
la fornace viene aperta, egli è ancora vivo, e i suoi occhi sono ora
del colore del fuoco con pupille dorate, ed hanno acquisito il potere
di vedere attraverso ogni inganno.
In cerca di vendetta, Sun Wukong mette
a ferro e fuoco il Cielo, combattendo alla pari con più di centomila
soldati imperiali, e l'Imperatore terrorizzato manda a chiamare il
Tathāgata Buddha, che sfida il Re delle Scimmie a saltare fuori
dalla sua mano: apparentemente lo scimmiotto vi riesce, ma nel
momento in cui lo fa la mano diventa sempre più grande finché
quando Sun Wukong crede di essere arrivato al confine dell'universo
in realtà non ha raggiunto che le dita della mano. Il Buddha allora
lo punisce per la sua arroganza seppellendolo sotto la Montagna dei
Cinque Elementi.
Il Viaggio ad Ovest
Dopo 500 anni la Bodhisattva Guanyin
viene incaricata dal Buddha di cercare un uomo pio in grado di
affrontare il pericoloso viaggio verso Ovest per portare nell'impero
Tang i Sutra, in modo da diffondere in esso il vero insegnamento del
Buddha, e lungo il cammino questa pensa di concedere a Sun Wukong la
libertà in cambio della promessa di diventare un discepolo del
prescelto. Quando il monaco Chen Xuanzang, detto Sanzang (o
Tripitaka, "tre ceste", dal nome del sutra che porterà al
ritorno) e Tangseng (fratello dei Tang) giunge in prossimità della
Montagna dei Cinque Elementi la scimmia ormai millenaria gli spiega
la situazione e lo implora di liberarlo; il monaco accetta, gli dà
il nomignolo Xingzhe (行者)
e da quel momento diventa il suo maestro.
Non che Sun Wukong sia un buon
discepolo; alla prima ramanzina abbandona il monaco, e la Bodhisattva
Guanyin, giunta in suo soccorso, dona a questi un diadema magico.
Quando il Grande Saggio Pari del Cielo ritorna il monaco gli fa
indossare il diadema con un trucco e poi con una magia insegnatagli
dalla Bodhisattva lo stringe attorno al suo cranio provocandogli un
immenso dolore; quando smette Sun Wukong si rende conto di non
poterlo togliere e cerca di uccidere di botte il suo maestro, ma
questo ricomincia a recitare la formula magica.
Da questo momento in poi Sun Wukong
obbedirà senza discutere al monaco, e lo proteggerà durante tutto
il viaggio, durante il quale incontrerà nuovi compagni di avventura
e nuovi nemici, imparerà a comportarsi meglio e infine, dopo aver
portato a termine la loro impresa, lui e il monaco raggiungeranno
l'illuminazione e diventeranno dei buddha a loro volta.
Il Re delle Scimmie nelle sue parole
Quella che segue è una poesia
appartenente a Il viaggio in Occidente in cui Sun Wukong,
presentandosi a un nemico, si racconta a parole sue:
Grandi son sempre stati i miei
poteri magici sin dall'infanzia;
Cambiando col vento, mostro la mia potenza.
Nutrendo la mia natura e coltivando la verità,
Ho vissuto giorni e mesi,
Salvando la mia vita saltando fuori dal ciclo delle rinascite.
Una volta ho cercato con sincerità la Via
Scalando la Montagna Terrazza degli Spiriti per cogliere erbe medicinali.
Su quella montagna vive un antico Immortale
Vecchio di centottomila anni.
Ne ho fatto il mio maestro,
Sperando che mi mostrasse una via per l'immortalità.
Egli disse che l'elisir è nel corpo di ciascuno,
Che è perder tempo cercarlo fuori.
Imparai la gran magia dell'immortalità,
Senza la quale difficilmente sarei sopravvissuto.
Volgendo dentro il mio sguardo, sedetti e mi calmai la mente,
Mentre il sole e la luna si mescolavano dentro di me.
Trascurando le cose del mondo, ridussi i miei desideri,
E quando i sensi, il corpo, e la mente furono purificati, il mio corpo fu saldo.
Riavvolgere gli anni e tornare alla giovinezza è presto fatto;
La strada per l'immortalità e la saggezza non fu lunga.
In tre anni acquisii un corpo magico,
Che non soffriva come uno comune.
Vagai per i Dieci Continenti e le Tre Isole,
Gli angoli del mare e i confini del cielo.
Avevo vissuto oltre trecento anni,
Ma non potevo ancora volare sui Nove Cieli.
Ebbi un vero tesoro sottomettendo i dragoni del mare:
Un bastone di ferro con fasce d'oro.
Sulla montagna dei Fiori e dei Frutti
Ero il comandante supremo;
Nella Caverna del Sipario d'Acqua
Riunii servitori demoniaci.
Il Grande Imperatore di Giada mi inviò un decreto
Con cui mi dava l'alto rango e il titolo di 'Pari del Cielo'.
Più di una volta ho rovinato la Sala della Nebbia Miracolosa,
Ed ho rubato le pesche della Regina Madre diverse volte.
Centomila soldati celesti in ranghi serrati
Vennero con lance e spade per fermarmi.
Rimandai i Re celesti lassù sconfitti,
Ferii e misi in fuga Nezha alla testa dei suoi uomini.
Il Vero Signore Erlang, abile nelle trasformazioni,
Lao Zi, Guanyin e l'Imperatore di Giada
Guardarono mentre venivo sconfitto dalla Porta Sud del Cielo.
Con un po' d'aiuto di Lao Zi,
Erlang mi catturò e portò in Cielo.
Fui legato alla Colonna della Punizione dei Demoni,
E fu ordinato a soldati divini di tagliarmi la testa,
Ma sebbene tagliato con spade e battuto con martelli
Non ne fui scalfito.
Allora fui colpito col fulmine e bruciato col fuoco.
Poiché ho davvero poteri magici,
Non ne fui impressionato.
Allora mi portarono alla fornace di Lao Zi per essere fuso.
I Sei Ding mi arrostirono lentamente col fuoco divino.
Quando fu tempo e la fornace si aprì, ne uscii,
E corsi per il Cielo, con il mio bastone in mano.
Nessuno poté fermarmi dal causar danni ovunque,
E provocai il caos nei trentatré Cieli.
Poi il nostro Tathāgata Buddha usò il potere del suo Dharma
E mi gettò di schiena sotto la Montagna dei Cinque Elementi,
Dove fui schiacciato per cinquecento anni pieni,
Finché Sanzang venne dalla terra dei Tang.
Ora mi sono ravveduto e vado ad Ovest
Per scalare la Cima del Tuono e vedere il Buddha.
Chiedi per i Sette Mari, Cielo e Terra:Scoprirai che sono il più forte mostro mai vissuto.
Cambiando col vento, mostro la mia potenza.
Nutrendo la mia natura e coltivando la verità,
Ho vissuto giorni e mesi,
Salvando la mia vita saltando fuori dal ciclo delle rinascite.
Una volta ho cercato con sincerità la Via
Scalando la Montagna Terrazza degli Spiriti per cogliere erbe medicinali.
Su quella montagna vive un antico Immortale
Vecchio di centottomila anni.
Ne ho fatto il mio maestro,
Sperando che mi mostrasse una via per l'immortalità.
Egli disse che l'elisir è nel corpo di ciascuno,
Che è perder tempo cercarlo fuori.
Imparai la gran magia dell'immortalità,
Senza la quale difficilmente sarei sopravvissuto.
Volgendo dentro il mio sguardo, sedetti e mi calmai la mente,
Mentre il sole e la luna si mescolavano dentro di me.
Trascurando le cose del mondo, ridussi i miei desideri,
E quando i sensi, il corpo, e la mente furono purificati, il mio corpo fu saldo.
Riavvolgere gli anni e tornare alla giovinezza è presto fatto;
La strada per l'immortalità e la saggezza non fu lunga.
In tre anni acquisii un corpo magico,
Che non soffriva come uno comune.
Vagai per i Dieci Continenti e le Tre Isole,
Gli angoli del mare e i confini del cielo.
Avevo vissuto oltre trecento anni,
Ma non potevo ancora volare sui Nove Cieli.
Ebbi un vero tesoro sottomettendo i dragoni del mare:
Un bastone di ferro con fasce d'oro.
Sulla montagna dei Fiori e dei Frutti
Ero il comandante supremo;
Nella Caverna del Sipario d'Acqua
Riunii servitori demoniaci.
Il Grande Imperatore di Giada mi inviò un decreto
Con cui mi dava l'alto rango e il titolo di 'Pari del Cielo'.
Più di una volta ho rovinato la Sala della Nebbia Miracolosa,
Ed ho rubato le pesche della Regina Madre diverse volte.
Centomila soldati celesti in ranghi serrati
Vennero con lance e spade per fermarmi.
Rimandai i Re celesti lassù sconfitti,
Ferii e misi in fuga Nezha alla testa dei suoi uomini.
Il Vero Signore Erlang, abile nelle trasformazioni,
Lao Zi, Guanyin e l'Imperatore di Giada
Guardarono mentre venivo sconfitto dalla Porta Sud del Cielo.
Con un po' d'aiuto di Lao Zi,
Erlang mi catturò e portò in Cielo.
Fui legato alla Colonna della Punizione dei Demoni,
E fu ordinato a soldati divini di tagliarmi la testa,
Ma sebbene tagliato con spade e battuto con martelli
Non ne fui scalfito.
Allora fui colpito col fulmine e bruciato col fuoco.
Poiché ho davvero poteri magici,
Non ne fui impressionato.
Allora mi portarono alla fornace di Lao Zi per essere fuso.
I Sei Ding mi arrostirono lentamente col fuoco divino.
Quando fu tempo e la fornace si aprì, ne uscii,
E corsi per il Cielo, con il mio bastone in mano.
Nessuno poté fermarmi dal causar danni ovunque,
E provocai il caos nei trentatré Cieli.
Poi il nostro Tathāgata Buddha usò il potere del suo Dharma
E mi gettò di schiena sotto la Montagna dei Cinque Elementi,
Dove fui schiacciato per cinquecento anni pieni,
Finché Sanzang venne dalla terra dei Tang.
Ora mi sono ravveduto e vado ad Ovest
Per scalare la Cima del Tuono e vedere il Buddha.
Chiedi per i Sette Mari, Cielo e Terra:Scoprirai che sono il più forte mostro mai vissuto.
Origini del mito
Alcuni studiosi credono che il
personaggio sia stato ispirato dalla divinità hindu Hanuman, l'eroe
dall'aspetto di scimmia, avatar di Śiva, dell'antica epica Ramayana,
di cui Xuanzang ha scritto dopo essere tornato in Cina.
Secondo altri, però, il culto di un
dio dall'aspetto di scimmia era già diffuso in alcune regioni del
Paese molto prima del viaggio di Xuanzang, forse come divinità
locale poi inglobata nel pantheon taoista, e quindi assorbita nel
sincretismo buddhista, come sembrerebbe indicare il fatto che ne Il
viaggio in Occidente lo stesso Lao Zi, autore del Tao Te Ching, è
citato tra le divinità celesti e dice di sé di aver raggiunto lo
stato di buddha, e nella storia la prima divinità autenticamente
buddhista a comparire, Guanyin, entra in scena solo durante la
battaglia con Erlang.
Un'altra possibile interpretazione è
che Wú Chéng'ēn abbia unito miti e leggende locali per creare
l'antieroe perfetto, l'esatto contrario di ciò che un buddhista
dovrebbe essere, in modo da dimostrare che anche una bestia dedita ai
piaceri della carne può raggiungere l'illuminazione. A suffragio di
questa tesi si può notare che "saltare fuori da una roccia"
è l'equivalente cinese dell'italiano "nascere sotto un cavolo"
o "essere portati dalla cicogna", e "Custode dei
Cavalli" rimanda alla tradizione cinese di tenere una scimmia
nelle stalle come "protettrice" (si credeva che le scimmie
avessero il potere di prevenire e curare le malattie equine); inoltre
secondo una tradizione citata nello stesso Il viaggio in Occidente
alcune scimmie di montagna sono immortali.
Sun Wukong oggi
Tratti caratteristici
Sun Wukong è un personaggio che ha segnato profondamente la cultura cinese e giapponese, e spesso compare come personaggio in altre opere con altri nomi, ma con alcune caratteristiche distintive che ne rendono immediata l'identificazione da parte del pubblico. Alcune di queste sono:- In primis il carattere infantile, irruente e pronto alla lotta, spesso affiancato da un personaggio che lo moderi (generalmente femminile)
- Usa come arma un bastone allungabile
- Ha sulla testa una coroncina o un diadema
- Spesso indossa una veste buddhista gialla, arancione, o rossa, legata però al modo dei monaci combattenti Shaolin così da non impacciare i movimenti.
- Stranamente, solo occasionalmente ha tratti fisici scimmieschi.
- Ha un gruppo di amici con i quali compie un viaggio in cui il
gruppo affronta numerosi nemici.
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