Bruce Lee non è stato solo una leggenda delle arti marziali o una star del cinema, ma anche un vero e proprio pensatore filosofico, capace di attraversare lo spazio e il tempo con la sua coscienza. Attraverso la sua opera e la sua vita, ha incarnato antiche tradizioni, le ha trasformate e ha dato vita a una filosofia personale che, ancora oggi, è fonte di ispirazione per molti. La sua filosofia, espressa nel suo libro Tao of Jeet Kune Do, continua a influenzare non solo gli artisti marziali, ma anche chi cerca una guida nella vita quotidiana.
Prima del 1969, Bruce Lee era immerso nel mondo dell'allenamento fisico e mentale, cercando di farsi strada nel cinema di Hollywood. Era noto per il suo impegno incrollabile, con una disciplina ispirata da una "spinta sovrumana", come la descrisse sua figlia Shannon Lee. Il suo obiettivo era raggiungere la perfezione nelle scene di combattimento e affermarsi come attore protagonista. La sua filosofia di vita era semplice, ma potente: "Il tempo è ciò di cui è fatta la vita, quindi non sprecarlo". Questa visione del tempo come una risorsa preziosa lo spingeva ad allenarsi con intensità, senza risparmiarsi mai.
Nel 1969, durante una delle sue intense sessioni di allenamento, Bruce Lee subì un grave infortunio alla schiena. Mentre eseguiva un esercizio, sentì un suono inquietante provenire dalla sua colonna vertebrale. Si rese subito conto della gravità della situazione. L'infortunio, in quel periodo, rappresentava una sfida enorme, soprattutto considerando le limitate conoscenze mediche dell'epoca in merito alle lesioni spinali. Lee dovette fare i conti con un dolore debilitante, che lo costrinse a sospendere temporaneamente la sua carriera. Per alleviare la sofferenza, gli furono prescritti antidolorifici, che si pensa abbiano contribuito alla sua prematura morte.
Quell'infortunio segnò un momento cruciale nella vita di Bruce Lee. Durante il lungo periodo di recupero, si dedicò alla riflessione interiore e alla scrittura, sviluppando una nuova prospettiva sulla vita e sulle arti marziali. Da questa esperienza nacque la filosofia del "Walk On", un concetto che avrebbe definito il resto della sua vita e che lo avrebbe reso uno dei filosofi più influenti del XX secolo.
La filosofia "Walk On" di Bruce Lee è stata una risposta al suo infortunio e alle difficoltà che ha dovuto affrontare. Invece di arrendersi alla disperazione, Lee ha deciso di andare avanti, accettando le sfide come parte del suo percorso. Nei suoi scritti, che Shannon Lee ha raccolto nel libro Be Water, My Friend, Bruce Lee esplora temi come la pazienza attiva e la necessità di adattarsi alle circostanze senza resistere inutilmente.
Lee scrive: "Che mi piaccia o no, le circostanze mi vengono imposte, e poiché sono un combattente nel profondo, all'inizio combatto, ma presto mi rendo conto che ciò di cui ho bisogno non è resistenza interiore e conflitti inutili, ma piuttosto unire le forze, riadattarmi e trarne il meglio. Andare avanti e lasciarsi alle spalle tutte le cose che ostruirebbero l'ingresso o l'uscita dell'esperienza".
Attraverso questa filosofia, Lee ci invita a non resistere alle difficoltà della vita, ma a integrarle e a usarle come strumenti di crescita personale. Questo concetto di adattamento e flessibilità è simile all'acqua, che cambia forma e direzione senza mai perdere la sua essenza. Per Bruce Lee, la vera forza risiede nella capacità di flessibilità e nella pace interiore che si ottiene conoscendo se stessi.
Uno dei principi fondamentali della filosofia di Bruce Lee è l'idea di "essere come l'acqua". L'acqua, per sua natura, è fluida e adattabile: può scorrere con forza o essere calma e pacifica. Bruce Lee utilizzava questa metafora per illustrare come gli esseri umani dovrebbero affrontare la vita: senza rigidità, pronti a cambiare forma e ad adattarsi alle circostanze.
"Se l'acqua diventa stagnante, evapora e non può più diventare se stessa", scrive Lee. Questa frase ci ricorda che l'adattabilità è essenziale per il progresso personale. Se rimaniamo fermi nelle nostre convinzioni, senza permetterci di cambiare, rischiamo di perdere la nostra essenza. Lee ci incoraggia a essere flessibili, a mantenere la calma anche nelle situazioni difficili, e a trovare un equilibrio tra azione e passività. Solo in questo modo possiamo rimanere fedeli a noi stessi e trovare la pace interiore.
Nonostante le difficoltà che ha incontrato lungo il cammino, Bruce Lee ha sempre mantenuto il suo centro. Anche di fronte al razzismo e alla discriminazione a Hollywood, ha continuato a perseguire i suoi obiettivi senza mai abbandonare i suoi principi. Ad esempio, quando vide attori bianchi interpretare ruoli di cinesi nei film, invece di cedere all'amarezza, Lee decise di usare la sua esperienza per migliorarsi e dimostrare il suo valore.
Il nome cinese di Bruce Lee, "Piccolo Drago", rifletteva la sua indomabile determinazione. Come un drago, Lee non si accontentava mai della mediocrità. Credeva che la vita dovesse essere vissuta con il cuore e che ogni individuo dovesse seguire il proprio percorso di guerriero, rimanendo fedele al proprio centro.
L'arte marziale che Bruce Lee ha creato, il Jeet Kune Do, non è solo una tecnica di combattimento, ma un'espressione della sua filosofia di vita. Lee lo descriveva come un modo per esprimere la propria anima attraverso il movimento. Scrive: "La radice è il fulcro su cui poggerà l'espressione della tua anima ed è l'ingrediente centrale del tuo dispiegamento".
Jeet Kune Do è un sistema che incarna la libertà e l'adattabilità. Non ha forme rigide, ma si basa sulla spontaneità e sull'efficacia. Come l'acqua, il praticante di Jeet Kune Do deve adattarsi continuamente all'avversario e alle circostanze. Questa filosofia riflette l'essenza di Bruce Lee: la ricerca della verità attraverso il movimento e l'espressione personale.
Nel 1972, Bruce Lee lavorava a un progetto cinematografico intitolato The Game of Death, un film che non ebbe mai la possibilità di completare prima della sua morte prematura. Questo film rifletteva molti dei temi filosofici che Lee stava esplorando nel suo ultimo periodo di vita. Nonostante la sua scomparsa, la sua eredità continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo.
Lee ci ha lasciato con un potente messaggio: "Abbiamo solo una possibilità". Questa frase, ripresa anche dal rapper Eminem nella sua canzone Lose Yourself, riassume la filosofia di Bruce Lee. Nella vita, dobbiamo cogliere ogni opportunità e viverla al massimo. Lee ci ha dimostrato che, con dedizione, passione e integrità, possiamo raggiungere i nostri obiettivi, anche di fronte alle avversità.
Bruce Lee è stato molto più di un artista marziale: era un filosofo, un pensatore e un esempio di resilienza. La sua filosofia di vita, radicata nel concetto di adattamento e flessibilità, ci insegna che, come l'acqua, dobbiamo imparare ad affrontare le sfide senza perdere la nostra essenza. Sfruttando al massimo il tempo che abbiamo a disposizione, possiamo vivere una vita piena di significato e autenticità.
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