martedì 7 marzo 2017

Kaishakunin

Risultati immagini per Kaishakunin


Un kaishakunin (giapponese: 介錯人) è una persona incaricata di fare da secondo durante il seppuku, il suicidio rituale giapponese: è suo compito, nella fattispecie, il kaishaku, ovvero la decapitazione del suicida durante l'agonia.
Oltre al bisogno oggettivo di risparmiare al suicida le immani sofferenze dello sventramento, il ruolo del kaishakunin trae origine dalla volontà di evitare il disonore di cui si macchia il morente e chi lo osserva, soprattutto durante gli spasmi che accompagnano il suicida alla morte. Proprio per questa ragione la presenza di un secondo è prevista e raccomandata a chi compie il gesto per una questione di onore, e non per chi si toglie la vita perché vinto dalla vergogna o dalla disgrazia. Per esempio, un signore della guerra sconfitto in battaglia che decida di compiere seppuku ha diritto a un secondo per lasciarsi morire in modo rispettoso, mentre un samurai a cui viene richiesto di uccidersi per qualche crimine, magari perché con le sue azioni ha gettato la disgrazia sul proprio clan, avrà il dovere di togliersi la vita col massimo delle sofferenze.
L'ultimo kaishakunin della storia di cui si abbia notizia fu Hiroyasu Koga, che decapitò il romanziere Yukio Mishima quando questi fece seppuku, nel novembre 1970.

Il rituale

Tuttora conservato nei kata dello Iaido moderno, il rituale del kaishaku ha piccole variazioni tra le diverse scuole di scherma giapponesi, ma tutte devono seguire alcuni punti comuni a tutte:
  • Il kaishakunin si siede nella posizione di seiza o rimane in piedi, alla sinistra del samurai in procinto di compiere il seppuku, sufficientemente lontano da mantenere ogni principio di prudenza ma sufficientemente vicino da consentire alla propria katana di raggiungere l'obiettivo. Se è seduto, il kaishakunin si siederà lentamente, prima sulle proprie ginocchia, poi alzandosi sul proprio piede destro mentre estrae lentamente la spada dal fodero, e, silenziosamente, infine si alzerà, tenendo sempre bene a mente che il tekki, l'avversario, non è un nemico – bensì un compagno samurai. Se il kaishakunin si trova già in piedi, estrarrà la sua katana con la massima lentezza e la massima silenziosità. In entrambi i casi, dopo che la katana sarà stata estratta dal saya, il kaishakunin la alzerà con la mano destra, e aspetterà l'inizio del seppuku. Alcuni stili moderni di Iaido stabiliscono che in questa posizione di attesa il kaishakunin debba indietreggiare lentamente col piede destro, tenendo la spada dietro la testa parallelamente alla linea del suolo e sorreggendola con la mano destra, e la mano sinistra sul saya (il fodero), in posizione sayabiki; altri stili prevedono che la katana debba rimanere verticale, parallela al corpo, tenuta con la mano destra, e che la sinistra debba rimanere sul fianco, mentre il kaishakunin terrà i piedi uniti. In ogni caso, il kaishakunin terrà costantemente lo sguardo sul samurai che compie il seppuku, aspettando che questi esegua il taglio (kiri) attraverso il proprio addome (hara).
  • Quando il samurai suicida si sarà inferto la ferita mortale, e dopo che avrà estratto la lama tantō dal proprio ventre, il kaishakunin farà un lieve passo in avanti, lasciando cadere la lama della propria katana direttamente sul retro del collo del morente. Appena prima che la lama tocchi il collo del compagno, il kaishakunin afferra l'elsa (tsuka) con entrambe le mani per vincere la resistenza iniziale del collo alla lama, e conferire potenza e precisione al taglio verticale (kiritsuke). Il taglio della testa non deve essere completo, ma deve terminare appena prima di recidere completamente il collo del samurai: la tradizione detta infatti che un samurai che perda completamente (e letteralmente) la propria testa sia oggetto di disonore e disgrazia. Di conseguenza, il taglio finale dev'essere tale da superare di poco la profondità del collo, uccidendo di colpo il samurai, ma senza menomarlo. L'azione doveva essere eseguita con un singolo movimento di affondo e ritiro della katana (dakikubi).
  • Quando il corpo del samurai cade a terra, il kaishakunin, sempre pervaso dal lento e silenzioso stile che lo ha contraddistinto prima e dopo l'uso dell'arma, scrollerà la lama dal sangue (chiburi) e la riporrà nel saya (noto), mentre si genufletterà di fronte al cadavere. Il kaishakunin resterà qualche istante davanti al cadavere, in segno di grande rispetto per il samurai che ha compiuto il suicidio rituale, per poi alzarsi e inchinarsi (rei) davanti al suo corpo.

lunedì 6 marzo 2017

Qinna

Risultati immagini per Qinna


Qinna (擒拿 afferrare e tenere) è un termine delle arti marziali cinesi che indica l'insieme di tecniche di presa e di controllo delle articolazioni, di colpi e di lussazioni. Lungo il corso dei secoli si sono sommate numerosissime tecniche: le leve articolari (拿骨 Nagu), le prese alla gola, le prese ai muscoli ed ai tendini (拿筋 Najin) e la pressione dei punti vitali (拿穴 Naxue) o Dianxue (点穴). Alcuni stili come l'Yingzhaoquan ed il Baguazhang sono particolarmente specializzati in queste tecniche. L'utilizzo dei Qinna da parte dei corpi di polizia e dell'esercito ha contribuito a farne oggi una disciplina indipendente. Particolarmente famoso per le sue conoscenze in questo campo fu il maestro Han Qingtang.  

domenica 5 marzo 2017

Yoshinkan

Risultati immagini per Yoshinkan


Aikido Yoshinkan (合気道 養神館 Aikidō Yōshinkan lett. "Aikido Cultivating the Spirit School") è uno stile di aikido fondato da Gozo Shioda (1915–1994) dopo la Seconda guerra mondiale. Lo Yoshinkan Aikido è spesso chiamato lo stile "duro" dell'aikido in quanto i metodi di allenamento sono il risultato del periodo estenuante nel quale Shioda fu allievo di Morihei Ueshiba prima della guerra. Lo stile Yoshinkan è attualmente la seconda più grande organizzazione mondiale di aikido.

Corso Senshusei

Nel 1990, Gozo Shioda fondò l'International Yoshinkai Aikido Federation (IYAF) per facilitare l'insegnamento dell'aikido Yoshinkan al di fuori del Giappone. Oggi, entrambe: la All Japan Yoshinkan Aikido Federation e la IYAF sono guidate dall'attuale capo dello stile Yasuhisa Shioda, il figlio del fondatore. Sotto di lui, l'Honbu dojo Yoshinkan, localizzato a Shinjuku Tokyo, esegue ogni anno un corso intensivo della durata di 11 mesi chiamato Corso Senshusei derivato dal corso utilizzato per addestrare la Tokyo Metropolitan Riot Police. Il libro Angry White Pyjamas di Robert Twigger è basato sull'esperienze dell'autore durante il corso.

sabato 4 marzo 2017

Qilingong

Risultati immagini per Qilingong



Il QilinGong, lo stile di Qigong elaborato ed insegnato dal Maestro Lin Kai Ting rappresenta “l'essenza” dei cinque principali stili tradizionali di Qigong e combina potenti metodi e tecniche, adattati allo stile di vita moderno occidentale.
Il nome QilinGong è una combinazione di due parole: Qilin e Gong. Il Qilin è una creatura mitologica cinese avente la testa di drago, le corna di cervo, il corpo di tigre, la coda di leone e corpo ricoperto di squame. Il Qilin è un simbolo di saggezza, serenità e prosperità. Gong significa maestria e abilità. La pratica di QilinGong non richiede il ritirarsi o l'abbandonare la vita sociale. Al contrario, con la pratica ci si sente più radicati ed integrati nella società.
Un'altra caratteristica di questo metodo è che certe tecniche possono essere incorporate nella routine quotidiana e possono essere praticate simultaneamente ad altre attività: camminando, stando in piedi o seduti, guidando la macchina o anche dormendo. Il QilinGong può essere praticato 24 ore al giorno. Oltre alle tecniche, il QilinGong è un modo di vivere basato sul rispetto dei valori universali e i principi di umanità, moralità, rispetto per la vita, amore e compassione.


venerdì 3 marzo 2017

Yoshin Ryu

Risultati immagini per Yoshin Ryu


Yōshin-ryū (楊心流) ("La scuola dello Spirito del Salice") è un nome comune a diverse tradizioni di Arti Marziali fondate in Giappone nel periodo Edo. La più popolare e nota fu la linea Yōshin-ryū fondata dal medico Akiyama Shirōbei Yoshitoki a Nagasaki nel 1632. Il lignaggio Yōshin-ryū di Akiyama è forse il più influente stile di jujutsu in Giappone. Verso la fine del periodo Edo infatti, la scuola di Akiyama e correnti derivate erano diffuse in buona parte del Giappone e in epoca Meiji lo Yōshin-ryū fu importato anche in Europa e Stati Uniti.

Curriculum

Il lignaggio Akiyama del Yōshin-ryū è famoso per un curriculum che contiene anche kyūshojutsu (急所術) e atemi (percussione in punti vitali) e lo sviluppo dell'energia interna, insegnamenti che potrebbero avere un'origine cinese. Si ritiene che alcuni di questi insegnamenti siano poi stati assorbiti da tradizioni derivate o da altri stili di jujutsu. In realtà l'unica scuola della linea Akiyama che sopravvive ancora oggi è la Yōshin-ryū naginata di Hiroshima guidata da Koyama Takako, tuttavia la scuola in passato fu molto prolifica e ha influenzato profondamente altri stili oggi esistenti.

Derivati

Tra le scuole derivate dall'Akiyama Yōshin-ryū jujutsu si possono ricordare:
Danzan ryu, Shin Yoshin ryu, Shin Shin ryu, Sakkatsu Yoshin ryu, Shin no Shindo ryu, Tenjin Shin'yō-ryū, Shindō Yōshin-ryū, Takamura ha Shindo Yoshin ryu, Wado-ryū (scuola moderna di Jujutsu Kenpo/Karate basata sullo Shindō Yōshin-ryū), Ryushin Katchu ryu, Ito ha Shinyo ryu, Kurama Yoshin ryu, Kodokan Judo.

Takagi Yoshin ryu e Hontai Yoshin ryu

Le scuole Takagi Yoshin Ryu e Hontai Yoshin ryu non sono a rigore lignaggi Yōshin-ryū ma si ritiene discendano da un'altra tradizione molto nota, il Takenouchi-ryū che a sua volta deriva da una tradizione molto antica tipicamente giapponese. Sebbene questi stili sembrino in parte influenzati dallo Yōshin-ryū, non vi sono documenti che dimostrino relazioni accertate.
Queste due correnti sono note anche con i seguenti nomi:
Hontai Yoshin ryu, Takagi ryu, Hontai Takagi Yoshin ryu, Takagi Hontai Yoshin ryu, Kukishin ryu, and Minaki Den Kukishin ryu.
Una scuola che deriva dal Takagi ryu è il Shingetsu Muso Yanagi ryu.

giovedì 2 marzo 2017

Nei gong

Risultati immagini per nei gong


Nei gong è una parola cinese (內功) che in italiano significa interno (nei) lavoro (gong) ed indica un insieme di tecniche e metodi delle arti marziali cinesi che condizionano il corpo e la mente del praticante per prepararlo al combattimento. In particolare, si prefiggono di sviluppare Jing, Qi e Shen fino a conseguire la forma fisica e lo stato di coscienza rilassato ma vigile necessari per mettere in grado l'atleta di applicare le tecniche apprese con la pratica delle forme e del tui shou.
Con il nei gong si lavora sul ciclo dell'alchimia interna:
  1. respirazione
  2. trasformazione del Jing (nutrienti) in Qi (energia)
  3. alimentazione del Shen (coscienza) mediante il Qi.
allenando specificatamente gli aspetti interni del corpo umano quali yi nian (intenzione), qi xi (respirazione), zhang fu (organi), xue mai (circolazione sanguigna) e jingluo (meridiani), allo scopo di potenziare il nei zhang (forza interna).
Perseguire lo sviluppo e la buona salute degli organi interni trova una interpretazione positiva anche nella cultura e nella scienza occidentali:
  1. una struttura corporea efficiente incrementa metabolismo e rendimento degli organi traducendosi in un miglioramento generalizzato del sistema neuro-muscolare;
  2. uno stato rilassato ma vigile incrementa la capacità di riconoscere e reagire adeguatamente alle minacce, tenendo sempre sotto controllo i diversi aspetti energetici della personalità (livello fisico, emotivo e mentale) propri e dell'avversario
a tutto vantaggio delle capacità di combattimento dell'atleta.

Diversi sono gli esercizi per sviluppare ed aumentare il proprio nei gong. In generale sono tutti quelli che lavorano sul dan tian (per es. gli otto esercizi di Baduanjin) e la stessa pratica delle forme e del tui shou. Molte di queste tecniche sono rimaste a lungo segrete e tante sono sicuramente andate perdute perché in passato i maestri erano soliti insegnarle ai propri allievi prediletti e solo in punto di morte.

mercoledì 1 marzo 2017

Yoseikan budo

Risultati immagini per Yoseikan budo


Lo Yoseikan Budo (養正館武道) è un'arte marziale giapponese che nasce dalla sintesi delle esperienze di Hiroo Mochizuki, figlio del maestro Minoru Mochizuki, allievo a sua volta dei maestri Jigoro Kano (Jūdō) e Morihei Ueshiba (aikido).

Nome

La disciplina prende il nome dall'edificio Yoseikan (trad. YO=Insegnare SEI=Rettitudine KAN=Casa BU=Guerra DO=Via quindi complessivamente "La casa che insegna con rettitudine la via del guerriero"), il dojo personale di Mochizuki padre, in cui le varie discipline erano insegnate separatamente, sebbene la ricerca di Mochizuki avesse portato ad evidenziarne i tratti comuni e la creazione di alcune forme, tra l'altro erano preservati i sutemi waza di Gyokushin Ryu disciplina non insegnata nella sua interezza allo Yoseikan.

Caratteristiche

Il figlio Hiroo iniziato in giovane età alle arti marziali dal padre, con un'accurata opera di sincretismo fonde le varie discipline in un'unica arte a cui dà il nome del dojo paterno seguito dalla parola Budo per indicare la completezza dell'arte.
Lo Yoseikan Budo è un'arte marziale dalle forti connotazioni tradizionali: propone infatti un ritorno alla multidisciplinarità delle scuole di combattimento classiche del medioevo giapponese, dove il giovane guerriero veniva addestrato in tutte le tecniche necessarie al combattimento sul campo di battaglia: dal combattimento con armi lunghe, quali lo yari o la naginata, alla scherma, al combattimento corpo a corpo a mani nude o con armi corte, dall'equitazione al tiro con l'arco.
Contemporaneamente a questa sua attenzione per la formazione di un guerriero come era inteso dalla tradizione classica giapponese, lo Yoseikan Budo accetta il tempo ed il contesto in cui si colloca attualmente, fornendo a coloro che lo praticano -e soprattutto agli istruttori ed ai maestri- stimoli per un continuo arricchimento psicofisico e culturale, invitandoli continuamente mediante corsi specifici, seminari e stage a mantenere sempre viva e desta l'attenzione verso il mondo che li circonda, promuovendo l'arricchimento personale ed il miglioramento della salute fisica e mentale.
La pratica dello Yoseikan Budo contempla sia il combattimento a mani nude che quello armato. Il combattimento a mani nude è sviluppato mediante l'insegnamento di tecniche su tutte le distanze (lunga, media e lotta a terra) comprendenti: colpi (atemi) portati con tutto l'arsenale del corpo (calci, pugni, colpi di mano, gomito, ginocchio e testa), proiezioni (tipiche delle scuole di Jūdō e jujutsu), leve articolari (tipiche delle scuole aiki), immobilizzazioni e strangolamenti sia in piedi sia al suolo. Il combattimento con le armi trae le proprie origini dalle scuole classiche di scherma giapponese (katori shinto ryu) e prevede l'uso di armi lunghe (yari, naginata, bō) della spada (katana) e di armi corte (tanbō sia singolo che doppio, coltello, nunchaku, tonfa, sai).
Inoltre per permettere di esercitarsi nel combattimento oltre all'uso delle protezioni (caschetto con visiera, guantoni, conchiglia, paraseno per le ragazze, paratibie e parapiedi), è stato introdotto l'uso di armi sportive, quali il tschobo (katana), tanbo (bastone medio) e konbo (tantò), che ripropongono le dimensioni dei corrispettivi reali ma sono rivestite da una leggera imbottitura che le rende pressoché innocue.
Nel suo percorso di formazione lo Yoseikan, tenendo conto delle nuove metodologie didattiche, contempla l'uso di forme miste con uso di tecniche a corpo libero associate a tecniche di arma per migliorare lo studio della distanze e dei tempi. Al fine inoltre di fornire un adeguato allenamento cardiovascolare, è stato introdotto l'uso di forme musicali per allenare la routine tecnica in maniera aerobica e ritmica.
Lo scopo dello Yoseikan budo è pertanto quello di formare un “guerriero universale” capace di usare qualsiasi arma, a qualsiasi distanza, in qualsiasi situazione, e di adattarsi agli eventi senza farsi travolgere, trovando l'armonia in sé e con l'avversario e favorendone la realizzazione. Lo Yoseikan Budo vuole essere la ricerca del “ceppo comune” che attraversa tutte le arti marziali mediante la riscoperta dei movimenti chiave che gestiscono il corpo umano, come l’onda shock che ne è la caratteristica indiscussa.