Il mondo delle arti marziali è estremamente complesso e variegato, e offre diverse alternative a chi vuole avvicinarsi alla scienza del combattimento. Alcune hanno riscosso più successo di altre, e sono comunque riuscite a sopravvivere nel corso di diversi secoli alla modernizzazione della cultura umana, evoluzione che ha coinvolto anche la guerra e il combattimento.
Altre arti, invece, sono tristemente destinate a sparire dal panorama marziale perchè meno spettacolari, meno praticate o poco conosciute in Occidente.
E' il caso dell'arte marziale chiamata Shastar Vidya ("Scienza del combattimento"), una serie di tecniche codificate dagli antichi guerrieri Sikh noti e temuti per la loro abilità nel combattimento.
La cultura Sikh ha origine nel XV° secolo in Punjab, e si basa fondamentalmente sulle "5 k", caratteristiche simboliche e non che ogni sikh deve possedere: Kesh (capelli non tagliati), Kanga (pettine di legno), Katchera (particolare sottoveste di cotone), Kara (braccialetto di ferro, simbolo dell'eternità) e Kirpan (spada corta ricurva, che ogni Sikh deve indossare).
Shastar Vidya è stata sviluppata nel corso del XVII° secolo dai Sikh per difendere il loro patrimonio culturale e religioso dai continui attacchi di musulmani e indù. Si tratta di un'arte marziale che prevede principalmente l'uso di una spada e di bastoni di legno, ma anche di altre armi decisamente insolite per gli occidentali, come i chakram (lame a forma di disco) e i katar (pugnali con forme e impugnature caratteristiche).
Nidar Singh, 44 anni di Wolverhampton, è l'ultimo maestro vivente di Shastar Vidya. Ex imballatore di alimenti, Singh insegna attualmente a molti studenti di diversi Paesi, ma la pratica necessaria per diventare un maestro di quest'arte marziale sembra non essere adatta allo stile di vita moderno, e la ricerca di un suo successore è finora risultata vana.
Fino all'età di 17 anni, Singh nemmeno sapeva di avere sangue Sikh: fu solo nel corso di un viaggio per incontrare sua zia in India incontrò Baba Mohinder Singh, colui che presto sarebbe diventato il suo maestro di arti marziali.
Baba Mohinder Singh aveva già 80 anni al tempo del suo incontro con Nidar. Dopo aver trascorso buona parte della sua vita come eremita alla ricerca di un successore che potesse mantenere viva la sua arte del combattimento, Baba Mohinder trovò finalmente un allievo degno di tramandare il Shastar Vidya.
"Quando vide il mio fisico mi guardò neglio occhi, e nonostante fossi rasato mi chiese: 'Vuoi imparare a combattere?' Non ho potuto dire di no" spiega Nidar.
Singh spese i successivi 11 anni ad aiutare la zia nella gestione della fattoria, mentre la sera si dedicava all'apprendimento del Shastar Vidya. Nel 1995 tornò in Inghilterra, e iniziò ad insegnare l'arte marziale Sikh, ma solo ora i suoi allievi più bravi sono in grado di combattere con lui senza rimanere feriti dalle armi utilizzate durante l'allenamento.
Singh insegna a chiunque abbia voglia di imparare, ma questo non ha fatto altro che causargli dei problemi. Ha ricevuto un totale di 84 minacce di morte nei suoi primi due anni di insegnamento, minacce avanzate dalla comunità Sikh che non considerava opportuno insegnare la loro ideologia anche a cristiani e musulmani.
Il problema principale per Singh, tuttavia, è quello di trovare un successore adatto a tramandare l'arte del Shastar Vidya. Continua ad esplorare India e Pakistan alla ricerca di discepoli dalle potenzialità adatte a diventare maestri.
Fino ad ora ha incontrato solo quattro persone in grado di dimostrare di essere maestri. Peccato che tutte e quattro siano ormai morte: Ram Singh, il penultimo maestro di Shastar Vidya, è morto nel 2002 a quattro anni di distanza dall'incontro con Singh.
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