Una
katara, o
katar
(lingua Hindi कटार,
"katara", lingua tamil கட்டாரி,
"kaţţāri"), nota anche come
suwaiya, jamadhar
o
pugnale Bundi, è un'arma bianca manesca del tipo spada corta
(daga) originaria del subcontinente indiano ma diffusasi anche in
altri paesi per la sua capacità di portare potenti e rapidi attacchi
di punta. Arma precipua dei Rajput, consisteva di una solida lama
immanicata su due stanghe collegate orizzontalmente dall'impugnatura.
Viene tuttora utilizzata in un'arte
marziale indiana chiamata Kalari payat. Dalla katara sarebbe derivata
un'altra peculiare arma indiana, il pata.
Il sostantivo "katara" viene
utilizzato per indicare la daga a spinta indiana conseguentemente
alla trascrizione del vocabolo di lingua hindi कटार
eseguita dallo studioso britannico Egerton nel suo Indian and
Oriental arms and armor (Londra, 1880). In epoca più recente lo
studioso Pant, nel suo Indian arms and armour (Nuova Delhi, 1980) ha
però suggerito che la trascrizione più corretta sia jamadhar, i.e.
"dente della morte", parola composta delle radici sanscrite
Yama, il dio della morte, e dadh, "dente".
La katara è una delle armi bianche più
antiche e particolari della già particolarissima panoplia dei
guerrieri del subcontinente indiano. Venne sviluppata per migliorare
le capacità offensive del coltello-pugnale contro un avversario
protetto da una solida corazza, nell'ottica di una scherma agile e
acrobatica esercitata con due daghe da pugno o una katara e una spada
(khanda nel caso dei Rajput), un modello di combattimento che può
essere facilmente accostato al binomio spada-daga in uso nell'Italia
del Rinascimento (v. Manosinistra e Spada da lato) o al daishō dei
bushi giapponesi.
L'arma venne sviluppata dagli armaioli
del Tamil Nadu, a quel tempo parte dell'Impero Vijayanagara
(1336-1646), sull'altopiano del Deccan (India centrale) in epoca
medievale e da lì si diffuse in tutto il subcontinente. Le forme
tamil dell'arma presentavano una guardia a cocchia per proteggere il
dorso della mano ma questa tipologia di "katara incappucciata"
sparì nel XVII secolo.
La katara venne adottata dai guerrieri
Rajput, Sikh e Moghul, divenendo rapidamente uno status symbol oltre
che un'arma vera e propria. Nobili e magnati di queste etnie
ostentavano la katara nelle loro apparizioni pubbliche, si facevano
raffigurare con essa nei dipinti e, nel caso dei Moghul, se ne
servivano anche per la caccia al cinghiale o, più raramente, alla
tigre. Al tempo dell'Impero Maratha (1674-1818), le katara iniziarono
ad essere realizzate riciclando la lama spezzata di spade più
lunghe, anche di provenienza occidentale.
Durante l'occupazione britannica
dell'India, le katara conobbero un notevole successo presso i
collezionisti occidentali di reperti orientali. Conseguentemente,
molti esemplari di quest'arma, spesso meramente decorativi e privi di
efficacia bellica, vennero prodotti per il grande mercato coloniale.
Questa moda venne confermata dai pregevoli esemplari con impugnatura
rivestita da lamine in oro prodotti a Bundi (Rajasthan) per l'Expo
1851 al Crystal Palace di Londra che valsero alla katara la nomea di
"Daga Bundi".
Arma molto particolare, la katara si
compone di:
- Lama in acciaio Wootz, massiccia e triangolare, affilata su ambo i lati. In alcuni esemplari è più lunga, diritta e con profonde scanalature parallele ai bordi, o fiammeggiante ("lama flambard"). In altri la lama è ricurva, simile a una variante più massiccia del khanjar. I maratti (XVI-XVII secolo) ricorrevano spesso a lame di produzione occidentale, imbullonate a delle proiezioni dell'impugnatura, con punta rinforzata per sfondare la maglia ad anelli dei Moghul (v. sfondagiaco).
- Impugnatura perpendicolare all'asse dell'arma, stretta ai lati dalle due stanghe di metallo che dipartono dal forte della lama e assicurano la katara all'avambraccio dell'utente. In alcuni esemplari, noti come "katare incappucciate", un'elsa a coppa proteggeva il pugno dell'utente. Alcune katara "di rappresentanza" di produzione Moghul avevano impugnatura interamente realizzata in giada (un esemplare di questo tipo è oggi conservato al Louvre di Parigi).
La katara veniva riposta in un fodero
di legno, coperto di cuoio o stoffa e impreziosito da ghiere
metalliche, assicurato al cinturone del portatore.
Come nella daga occidentale del
Rinascimento, anche la katara indiana sviluppò modelli a più lame
(solitamente tre), divaricabili in un tridente da pugno, atto a
spezzare la lama avversaria o eviscerare il nemico già colpito,
tramite pressione su di meccanismo celato nell'impugnatura,
solitamente composto da un manico a doppia sezione che, richiuso su
sé stesso, sbloccava le lame. Queste armi a lama multipla erano note
come Suwayah. In alcuni esemplari, due lame erano assicurate, usa
sopra l'altra, alla medesima impugnatura.
Parimenti, alcuni esemplari museali dell'arma presentano uno o più meccanismi di sparo assicurati alla guardia (una katara con due pistole a canna corta è oggi conservata presso il City Palace Museum di Jaipur).
Parimenti, alcuni esemplari museali dell'arma presentano uno o più meccanismi di sparo assicurati alla guardia (una katara con due pistole a canna corta è oggi conservata presso il City Palace Museum di Jaipur).
Gli esemplari a lama corta erano spesso
decorati, su ambo i lati del "forte", da immagini sacre
(interessante in questo senso l'esemplare oggi conservato nel museo
della Torre di Londra, cat. XXVID.62): il dio Vishnu, i banchetti di
Krishna con il dio-scimmia Hanuman, il dio Shiva abbinato a suo
figlio Ganesha, ecc.
La foggia particolare della katara le
ha valso un discreto successo nelle opere di finzione moderne, quali
videogiochi, fumetti, ecc.:
- Nel videogioco Final Fantasy VIII, il personaggio temporaneo Kiros usa come armi due katara, per errore tradotti in "katal".
- Nel MMORPG Ragnarok Online è l'arma utilizzata dai personaggi di classe assassino.
- Nel MMORPG Last Chaos è il nome di uno dei server di gioco.
- Nel manga e anime Fullmetal Alchemist, il protagonista Edward Elric è solito trasformare il suo braccio metallico in una katara, anche se non viene mai chiamato in tal modo.
- Nel manga Berserk, uno dei personaggi, Shilat, utilizza la katara come sua arma principale.
- Nel film ispirato all'omonimo videogioco Prince of Persia, il personaggio "Cacciatore" utilizza una katara incorporato nel braccio al posto della mano.
- Nel videogiochi della serie Soulcalibur il personaggio Voldo è solito usare diverse varianti della katara.
- Nel videogioco Diablo II è la prima arma del personaggio assassino, utilizzabile solo da questo.
- Nel manga e anime Tutor Hitman Reborn è l'arma utilizzata dal quinto Boss della Famiglia Vongola.
- Nel multiplayer del videogioco Assassin's Creed: Revelations il personaggio "Sentinella" utilizza come arma primaria una katara a lama lunga.
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