lunedì 18 aprile 2022

Che cos'è in realtà la meditazione e come esattamente la migliora una persona?

Con il termine meditazione, indichiamo un metodo che permette di compiere un'esplorazione, un viaggio all'interno di se stessi, con lo scopo dichiarato di comprendere e mettere in risalto la nostra parte più profonda e quindi autentica.

Gran parte del nostro senso di identità, proviene dalla nostra immagine corporea; quell’escludere i sensi nella meditazione, tende a ridurre la nostra percezione di identità, aiutandoci a destabilizzare il nostro stato usuale di coscienza, liberando energia, che sarebbe assorbita dall’utilizzo dei sensi e ravvivando così le nostre percezioni; i vagabondaggi mentali cessano, e la mente percepisce sempre più l’”essenziale a scapito dell’accidentale”. È in pratica una deprivazione sensoriale.

È questo il segreto; l’esclusione dei sensi è il primo passo perchè la maggior parte degli stimoli che tengono impegnata la mente, arrivano proprio dai sensi. In pratica è come se ci accorgessimo di “stare vivendo” con tutte le conseguenze - mentre prima vivevamo in maniera passiva e non nel “qui e ora” dei maestri taoisti. Una breve riflessione, presa dal mondo informatico.

La prima, straordinaria scoperta che si fa quando si inizia la pratica della meditazione, è che in realtà, dentro di noi non siamo soli. Ci sono due "noi stessi" che si evidenziano già nelle prime sedute: il primo sembra essere l'”Io” di tutti i giorni, che si identifica con la mente che vaga incessantemente di pensiero in pensiero, seguendo un percorso tortuoso, caratterizzato da salti di tempo, luogo e situazione.

Dato che meditare significa innanzitutto osservare quei pensieri senza interferire ma limitandosi ad osservarli, questo ci obbliga a far in modo che una seconda parte della mente sia presente e soprattutto che quella parte di mente che presiede l'evento - sia immobile. Per fare un paragone informatico, la mente in questo modo diventa un'unità partizionata.

Come un disco rigido di un computer può essere formattato in maniera tale da ottenere due aree distinte, una riservata ai dati - e quindi in continuo cambiamento - e l'altra dedicata al sistema operativo che rimane invece fissa ed immutabile, la mente possiede una sezione riservata, dove i dati non possono essere immagazzinati.

Si evidenziano quindi due distinte menti: quella alla quale siamo abituati - volatile, disordinata e caotica - e una seconda mente, ferma e immutabile. Il segreto credo, risieda nell'applicare nella vita, la strategia delle due menti, analogamente a quanto si fa nella meditazione. Ecco il perché del famoso “testimone” citato in questa mia riflessione: Come si fa a mettere in pratica la massima: “Conosci te stesso”?

Con la mente superiore si rimane distaccati dalle implicazioni emotive, guardando appunto gli eventi da una prospettiva che offra il più largo angolo di osservazione, evitando così il pericolo che il coinvolgimento - subìto in prima persona - ci spinga a venir meno alla comprensione fondamentale di una realtà in costante perfezionamento. Dall'altra, è importante non perdere la propria forma umana e quindi continuare ad essere coinvolti emotivamente: provare amore, compassione, affezione.

La parte "umana" gode e agisce della sua vita terrena e dei suoi affetti, conservando tutte le caratteristiche proprie degli esseri viventi. La parte "immutabile" però è sempre presente e veglia incessantemente sulla parte umana elevandola ad una posizione superiore, non appena si accorge che essa sta perdendo la visione d'insieme.

Nel tempo - così come un sistema operativo si arricchisce di nuove funzionalità mediante gli aggiornamenti - la mente immutabile acquisisce nuove parti fisse, aumentando quindi il volume ad essa riservato. E dato che in un sistema ripartito - lo spazio complessivo rimane comunque invariato - aumentando lo spazio del sistema operativo, lo spazio riservato ai dati, inevitabilmente diminuisce.

Questo fa si che la parte immutabile diventi sempre più grande, a scapito dell’area dati, che diminuisce inesorabilmente fino a diventare una parte trascurabile del tutto. Quando il sistema partizionato diventa di nuovo un sistema integro – sostituendo - man mano - la parte volatile con quella immutabile - lo scopo è raggiunto: la mente diventa interamente parte immutabile. In questo modo, non è più soggetta alle variazioni dovute all’affluenza dei dati - non dipende più da quello che giorno per giorno è in continuo cambiamento.

Schematizzando, da una diviene due, per poi tendere nuovamente ad una; una volta riunificata, il risultato sarà raggiunto. Non so se mi sono spiegato; la meditazione quindi, serve per osservare il nostro modo di agire - in modo di cogliere - vuoi errori ma anche opportunità – di crescita interiore.

Il nostro cervello - ha scritto il Prof. Carl Sargent dell’Università di Cambridge – è programmato per rispondere alle sollecitazioni esterne che sono in continuo cambiamento. Se la nostra vista, udito e tatto non registrano più degli stimoli significativi, il nostro cervello si sintonizza sui canali della percezione extrasensoriale”.

È per questo che molti hanno delle esperienze particolari durante la seduta di meditazione; affiorano aspetti nascosti sotto un tappeto da noi stessi tessuto.




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