Le arti marziali non sono solo una
disciplina fisica, ma un vero e proprio stile di vita che plasma
corpo e mente, fornendo istruzioni che vanno ben oltre il dojo. Una
delle lezioni più profonde e universali, che risuona attraverso
culture e pratiche diverse, è racchiusa in un antico proverbio
giapponese:
"Cadi sette volte,
rialzati otto."
Questa massima rappresenta il cuore
delle arti marziali, un messaggio di resilienza che si applica a ogni
aspetto della vita. Attraverso l'allenamento, i praticanti imparano a
rialzarsi, letteralmente e metaforicamente, affrontando ostacoli e
sfide con determinazione.
Uno degli insegnamenti più evidenti
delle arti marziali è quello di rialzarsi dopo una caduta, una
lezione che viene vissuta quotidianamente durante il combattimento.
Ogni praticante si è trovato, almeno una volta, di fronte a un
avversario con abilità superiori, un'esperienza che rappresenta un
microcosmo della vita stessa.
Nel dojo, però, non si può fuggire.
Bisogna affrontare la sfida, consapevoli che si potrebbe essere
abbattuti. E quando inevitabilmente succede, il primo istinto è
quello di rialzarsi per continuare. Questo semplice atto diventa una
metafora potente: l'arte marziale insegna a superare le difficoltà
accettando il rischio di fallire, mentre la maggior parte delle
persone preferisce evitare qualsiasi attività che implichi la
possibilità di insuccesso.
È proprio questa predisposizione al
rischio e al fallimento che distingue un artista marziale dalla
folla. Ogni caduta diventa un'opportunità per imparare, per
migliorare e per crescere. È un concetto che trascende il tatami,
offrendo insegnamenti preziosi in ogni ambito della vita.
La progressione nei gradi è un aspetto
centrale delle arti marziali, ma può anche rappresentare una
trappola per l'ego. Spesso si sente dire che non si dovrebbe seguire
la cintura, bensì la conoscenza. Eppure, è facile cadere nella
tentazione di misurare i propri progressi esclusivamente in base al
colore della cintura o al grado raggiunto.
Un'esperienza comune è quella di non
superare un test di promozione. Può essere frustrante, un colpo
all'orgoglio. Tuttavia, proprio in quei momenti, le arti marziali
insegnano una lezione cruciale: il valore della perseveranza e della
preparazione.
Ricordo un episodio personale: durante
i miei primi anni di allenamento nel Kenpo, fallii un pre-test in
vista di un esame di cintura. Mi sentii scoraggiato, ma quella pausa
mi permise di lavorare più duramente, di affinare le mie tecniche e
di presentarmi al successivo test con una preparazione superiore.
Guardando indietro, sono grato di non essere stato promosso prima del
tempo, perché quella battuta d'arresto si rivelò un'opportunità
per crescere.
Questo episodio illustra una verità
universale: le difficoltà che incontriamo oggi possono diventare le
basi per un futuro più luminoso. Le arti marziali ci insegnano ad
accettare queste battute d'arresto come parte del percorso, a
superare l'ego ea lavorare con dedizione.
I kata, o forme, rappresentano un altro
aspetto fondamentale delle arti marziali. Attraverso questi movimenti
codificati, i praticanti imparano non solo tecniche di combattimento,
ma anche la disciplina necessaria per affinare i dettagli.
Chiunque si alleni da diversi anni può
testimoniare come il proprio approccio a un kata cambia nel tempo.
All'inizio, si potrebbe pensare di eseguire un kata alla perfezione.
Ma, con il passare degli anni e l'approfondimento della pratica, ci
si rende conto di quanto c'è ancora da imparare.
Questo processo di miglioramento
continuo è un esempio tangibile di "rialzarsi". Ogni volta
che si ripete un kata, si cerca di perfezionarlo, di affinare un
dettaglio, di eseguire un movimento con maggiore intenzione. Questo
approccio, noto nella cultura giapponese come kaizen
(miglioramento continuo), riflette l'essenza delle arti marziali: non
si tratta di raggiungere la perfezione, ma di avvicinarsi ad essa un
passo alla volta.
Le arti marziali non sono solo un
esercizio fisico, ma una scuola di vita. La perseveranza che si
sviluppa sul tatami trova applicazione in ogni ambito dell'esistenza,
dalla carriera professionale ai rapporti personali.
Un vero artista marziale comprende che
il viaggio è più importante della destinazione. Ogni sfida, ogni
fallimento e ogni successo sono parte di un processo più grande.
Questo atteggiamento non porta solo a una crescita personale, ma
diventa una fonte di ispirazione per gli altri.
Come disse il celebre maestro Jigoro
Kano, fondatore del judo: “Il fine ultimo delle arti marziali è
il miglioramento di sé per il beneficio della società”.
La grande lezione delle arti marziali –
quella di rialzarsi sempre, nonostante le cadute – è un dono
prezioso che va oltre il dojo. È un insegnamento universale che può
arricchire la vita di chiunque, indipendentemente dall'età, dal
livello di esperienza o dal contesto.
Attraverso la disciplina, l'umiltà e
il desiderio di migliorarsi, le arti marziali ci offrono uno
strumento potente per affrontare le sfide della vita con forza e
determinazione. È una lezione che non smetterà mai di essere utile,
una filosofia che continuerà a guidare ogni praticante lungo il suo
cammino.