mercoledì 1 novembre 2017

Benzaiten

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Benzaiten (弁財天 talvolta indicata come Benten), originariamente personificazione del fiume indiano Sarasvati, venne adottata nel pantheon buddhista come una dea che forniva benefici a coloro che cercavano saggezza, eloquenza e longevità e l'eliminazione della sofferenza. Attraverso la Cina, nel VII secolo, si è diffusa in Giappone, divenendo una delle sette dee della felicità, oltre a tutelare il matrimonio, la letteratura e la musica.

Etimologia

Il kanji zai che compone una parte del suo nome può voler dire sia “ricchezza” che “talento”, due dei benefici che si possono ricevere da questa divinità.

Iconografia

Come Kannon, Benzaiten viene rappresentata iconograficamente con molte braccia, di solito quattro oppure otto. Il primo braccio dalla parte sinistra afferra una lancia appuntita, con la seconda il Rimbō, con il terzo un prezioso arco, con la quarta un'arma. Il primo braccio di destra tiene una spada, il secondo una mazza, il terzo una chiave e il quarto delle frecce. La corona della sua testa è adornata con il gioiello Nyoishu, dal quale viene emanata un'aureola di luce che sormonta la testa. In altre rappresentazioni iconografiche la sua corona può essere sormontata da un cigno oppure da un torre shintō, sopra il quale è attaccato un serpente bianco con il volto di un uomo anziano.
Intorno a Bishamonten stanno i quindici ōji, i figli del re Rājakumāra o Kumārarāja. Gli ōji, sotto l'aspetto di fanciulli, tengono i simboli delle stagioni oppure il gioiello Nyoishu.
Nel Bentenkyō si narra di quando Benzaiten, con i suoi quindici accoliti, dopo aver finito di recitare il dharani, la terra tremò per sei volte facendo piovere dal cielo gioielli. Nelle sue versioni iconografiche più popolari, Benzaiten viene rappresentata con un liuto, in quanto viene considerata la dea della musica, della bellezza e dell'amore.
Benzaiten viene anche chiamata Kōtokutenno, dea delle opere meritevoli, o Myōontenno, dea dalla voce meravigliosa, o, infine, Biintenno, dea dalla bella voce. Quest'ultima designazione rimanda al sanscrito Madhurasvara, nome di un monarca del Gandharva, e Benzaiten apparterrebbe a una classe di esseri soprannaturali musicisti della corte del dio Indra.

Mitologia e leggende

La leggenda considera Benzaiten figlia di un re drago. Per volere del padre è costretta a sposare un drago divoratore di bambini, che però, grazie all'amore della dea, perderà questo difetto mostruoso. In un'altra leggenda Benzaiten svolge il ruolo di intermediaria per una coppia inedita ed esaudendo le ferventi preghiere di un giovane alla ricerca della autrice di alcuni mirabili versi poetici trovati su un foglio di carta, materializza la scrittrice al cospetto del giovane. I due finiranno per sposarsi.

Bishamonten

Sebbene Bishamonten abbia origini indiane, ci sono leggende giapponesi in cui viene sostenuta l'origine nazionale di questa divinità.
Una delle più popolari narra la storia di un uomo ricco che aveva una figlia di nome Bunshō, identificata con la dea Benzai, la quale andò in sposa a Shinyosu Daimyōjin. Passarono molti anni, ma Bunshō non riusciva a dare alla luce un figlio, sebbene fossero stati fatte numerose offerte e preghiere al kami. Alla fine Bunshō rimase incinta, ma al posto di un bambino partorì 500 uova. Terrorizzata dall'idea di cosa potesse schiudersi da quelle uova ordinò che fossero poste in un cesto e gettate nel fiume. Il cesto venne trovato da un pescatore che le portò alla moglie. Sperando che le uova producessero dei pulcini, li pose nella sabbia calda, ma una volta dischiuse le uova, invece di 500 pulcini, nacquero 500 bambini. A fatica la coppia riuscì a mantenere la moltitudine di bambini e quando questi ebbero raggiunto una certa età, vennero mandati dal signore locale, nella speranza che Bunshō si prendesse cura di loro. Così i bambini andarono nel castello, dicendo che erano nati da 500 uova abbandonate in una cesta in balia del fiume. Bunshō riconobbe che erano suoi figli e permise loro di vivere all'interno del castello. Infine Bunshō venne posta nel rango degli dèi e venerata con estrema devozione.

Altre rappresentazioni

Un'altra forma di Benzaiten sarebbe quella di Uga no kami, conosciuta anche come Ukemochi no Kami (il kami protettore del cibo), divinità dei cinque tipi di cereali molto popolare in Giappone. Uga no kami viene considerata la divinità centrale nel pantheon di Inari e riceve culto nel terza vetta del monte Inari, a Mannaka Shino no Yashiro. In questo santuario Uga no kami e Inari vengono combinati insieme per creare Ugadama: essi sono Kuku no kami, la divinità degli alberi e Kaya no hime no kami, la dea dell'erba e delle alghe. Benzaiten inoltre viene conosciuta anche come la bianca dama serpente. Il serpente, oltre a essere un simbolo di fertilità e di sessualità, viene associato ai fiumi, mari e all'acqua in generale e viene vista come una divinità agricola in grado di assicurare la fertilità dei campi di riso, i quali richiedono inondazioni durante i primi periodi della coltura del riso. Per questo motivo Benzaiten viene associata a Uga no kami. Benzaiten riceve culto in modo particolare all'isola di Enoshima e al santuario di Ikutsushima, a Miyajima, vicino a Hiroshima.

martedì 31 ottobre 2017

Ji

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Il Ji () è un'antica arma inastata cinese, ad oggi ancora in uso nelle arti marziali cinesi, normalmente considerata la versione sinica dell'alabarda occidentale.
Il Ji è, in buona sostanza, un'evoluzione della lancia di metallo Mao () ottenuta combinando quest'ultima con l'ascia-daga (). Il Ji fu creato tra l'epoca della dinastia Yin e quello della dinastia Shang. Anticamente era decorata con monete e nastri colorati di seta.
Il Ji interamente in bronzo fu utilizzato ampiamente dalla dinastia Zhou occidentale e quella in ferro apparve nel periodo degli stati combattenti. Durante la dinastia Qin e la dinastia Han il Ji divenne un'arma importantissima utilizzata sia dalle forze di cavalleria che di fanteria. Gradualmente scomparve dai campi di battaglia tra il periodo della dinastia Jìn e l'epoca delle Dinastie del Nord e del Sud. Nel contempo, però, il Ji iniziò ad essere ampiamente utilizzato durante le dimostrazioni popolari. Durante la dinastia Sui e la dinastia Tang, l'arma fu definitivamente relegata alla pratica spettacolistica, all'esercizio fisico e alle cerimonie onorifiche, perdendo una valenza bellica vera e propria.

Varianti

Nel corso della storia sono stati prodotti numerosi tipi di questa arma:
  • Jiuquji (九曲戟);
  • Fangtianhuaji (方天画戟);
  • Qinglongji (青龙戟);
  • Duanji (短戟);
  • Shuangji (双戟);
  • Maji (马戟).

lunedì 30 ottobre 2017

Ashina Moriuji

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Ashina Moriuji (蘆名盛氏; 1521 – 1580) è stato un daimyō giapponese del periodo Sengoku, appartenente al clan Ashina.
Moriuji fu il figlio maggiore di Ashina Morikiyo. Espanse il dominio degli Ashina nonostante le resistenze dei clan Uesugi e Satake ed entrò in guerra con i Date. È ricordato come un capo buono e saggio, che fece molto per migliorare la condizione economica del dominio Ashina mentre espandeva i suoi confini. Per questo motivo, il regno di Moriuji è considerato l'età d'oro del clan Ashina. Costruì il castello di Mukaihaguroyama intorno al 1561 come un luogo previsto per il suo ritiro. Quando suo figlio maggiore morì di malattia adottò Ashina Moritaka.

domenica 29 ottobre 2017

Lau gar kuen

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Il Liujiaquan (刘家拳, pugilato della famiglia Liu), più conosciuta nella pronuncia cantonese Laugarkuen, è uno stile di arti marziali cinesi del sud della Cina. Esso è uno dei Guangdong wu daming quan.

Origini

La paternità di questo stile è attribuita a Liu Yiyan (刘一眼), a Liu Sheng (刘生) oppure a Liu Qingshan (刘青山), tutti marzialisti cantonesi.

Forme

Questo stile ha come Taolu a mano nuda: Dayuntian (大运天); Xiaoyuntian (小运天); Shiquan (十拳); Tianbianyan (天边雁); Batugong (八图功); Liujia Wuxingquan (刘家五形拳); ecc. Con le armi: Liujia dao (刘家刀); Liujia gun (刘家棍); ecc.

Hongjiaquan Liujiaquan

In alcune scuole dello stile Hongjiaquan viene praticata una forma chiamata Liujiaquan (Lau Gar Kuen), che sarebbe stata introdotta da Lam Sai Wing dopo la sua assunzione presso l'associazione Jingwu Tiyu Hui del Guangdong.




sabato 28 ottobre 2017

Shequan

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Shéquán (蛇拳, pugilato del serpente) è uno stile di arti marziali cinesi che viene classificato come stile imitativo (Xiangxingquan 象形拳), in quanto imita le movenze dei serpenti.
Ci sono vari stili del serpente sia al nord che al sud.

Shequan Beipai (蛇拳北派, pugilato del serpente della scuola del nord)

La scuola del pugilato del serpente del nord è stata tramandata dal maestro Wan Qiming (万奇鸣) che ne ha favorito la conoscenza attraverso la pubblicazione di libri ed articoli. Essendo stata tramandata in seno alla famiglia di questo maestro si chiama anche Wanjia dumen shequan (万家独门蛇拳 pugilato del serpente abilità speciale della famiglia Wan).
Lo Shequan del nord con la tecnica delle arti marziali wushu imita le azioni di un serpente. Molti dei movimenti dello shequan includono le torsioni fluide e le onde del corpo. Shequan è una forma di arte marziale veloce e flessibile.
Questi si concentra in colpi veloci agli occhi, alla gola, e vari punti di pressione nel corpo, oltre che calci alle ginocchia e agli stinchi

Shequan Nanpai (蛇拳南派, pugilato del serpente della scuola del sud)

Un pugilato del serpente della scuola del sud è chiamato Shexing diao shou (蛇形刁手, mani astute a forma di serpente), il cui principale esponente fu Leung Tin Chu (粱天柱, Liang Tianzhu in Pinyin). Nacque alla fine del 1800 e divenne famoso perché ottenne un ottimo piazzamento nei Guokao del Zhongyang guoshu guan di Nanchino nel 1928. Assieme a Liang sono ricordati come figure preminenti Qiu Longguang (邱龙光), Liang Shaozhuang (梁少庄). Il loro stile era un insieme di un non meglio precisato Stile dello Shaolin del Sud, che avrebbe appreso da un monaco, e di Choy Gar (Caijiaquan), appreso da un membro della famiglia Cai. Liang Tianzhu ebbe due discepoli importanti: suo nipote Leung Gar Fong di Hong Kong e Wong Tin Yuen che insegnò questo stile nella sua palestra in Sacramento Street a San Francisco per quarant'anni, sin dal 1930. Si può definire lo stile pugilistico come uno stile di combattimento a media distanza che usa, per coincidenza, qualche tecnica simile al Wing Chun (Yongchunquan) in forme simili allo Hung Gar (Hongjiaquan). La forza applicata e le tecniche sono meno dure rispetto agli altri stili del Sud.
«Questo pugilato imita l'Attorcigliarsi del Serpente (Shechan, 蛇缠), l'Emissione della Lingua (Tuxin,吐信), la Bocca che Afferra le Mani (Diaoshou, 叼手), il Ritrarre il Corpo (Suoshen,缩身), il Palmo Penetrante del Serpente (Shechuanzhang, 蛇穿掌), il Corpo Sinuoso (Youshen, 游身), ecc. ...... I metodi principali per apprendere e praticare questo pugilato sono il tenere tra le mani la Palla di Ferro (Diao Tieqiu, 叼铁球) e l'indossare i Cerchi di Ferro (Chuan Tiehuan穿铁环). Facendo questo si può migliorare l'accuratezza della pratica e del trovare il tempo delle mani del serpente (sheshou, 蛇手) che afferrano (diao, ) e penetrano (chuan, 穿) il corpo dell'avversario. Le forme si compongono di 27 azioni che intendono interpretare l'immagine del serpente. Le mani salgono e ricadono come la lingua del serpente che esce e rientra nella bocca. I movimenti del corpo sono veloci e abbaglianti, con molti cambiamenti; abbondante di tecniche, si distingue sia in attacco che in difesa, utilizza la morbidezza per sopraffare l'inflessibilità.»
(Yang Yang 杨洋 e Lin Jin 林锦, Nanpai Shequan )



In altri stili

Movenze del serpente sono presenti anche in altri stili:
  • lo Xingyiquan (形意拳) ha un movimento a forma di serpente (蛇形, she xing) nei 12 animali;
  • nel Nanquan si utilizzano i palmi a forma di serpente (蛇形掌, she xing zhang);
  • anche il Baguazhang utilizza il palmo a forma di serpente;
  • nello Yin Yang Baguazhang c'è tutto un sistema dedicato al Pitone: lo Mangxingzhang;
  • lo Shaolinquan ha una forma che si chiama Shequan, che è uno dei Wuquan o Wuxingquan;
  • il Cailifo tra le forme avanzate possiede lo Shequan;
  • nel Liuhe Xinyiquan dell'Henan c'è Bai she tu xin 15 shi (白蛇吐信十五式);
  • Nel Vovinam viet vo dao c'è una forma (quyền) che si chiama Xà Quyền, che significa Pugilato del Serpente, e corrisponde esattamente al Pinyin Shequan;
  • Nella Scuola del Muro Verde (Qingchengpai, 青城派) c'è una forma detta Shequan;
  • ecc.

Shequan nella cultura di massa

  • Esiste un film che ha come titolo originale Shexing diao shou (蛇形刁手, esattamente come lo stile del sud sopracitato), che ha come protagonisti Chen Long (成龙, più conosciuto da noi come Jackie Chan), Yuan Xiaotian (袁小田) e Huang Zhengli (黄正利). In Inglese si intitola Il serpente all'ombra dell'aquila.
  • Nella serie di videogiochi Mortal Kombat due personaggi usano lo Shequan (qui chiamato Snake): Shang Tsung e Havik
  • Questo è lo stile di combattimento del personaggio Christie nella serie di videogiochi Dead or Alive.
  • Lei Wulong del videogioco Tekken usa il serpente, come gli altri quattro stili degli animali, come stile principale.
  • Il serpente del film Kung Fu Panda rappresenta appunto lo Shequan.
  • Nella serie animata Avatar - La leggenda di Aang, Azula utilizza lo Shequan.

venerdì 27 ottobre 2017

Uesugi Kenshin

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Uesugi Kenshin (上杉謙信; Echigo, 18 febbraio 1530 – Echigo, 19 aprile 1578) è stato un samurai e daimyō che governò la provincia di Echigo in Giappone durante il periodo Sengoku, e uno dei più potenti signori della guerra di questo periodo.
È famoso per la sua abilità sul campo di battaglia, per la leggendaria rivalità con Takeda Shingen, per la sua abilità in campo militare e strategico e anche per la sua fede nel dio della guerra: Bishamonten. Infatti, molti dei suoi seguaci e anche altri, credevano che lui fosse l'avatar del dio Bishamonten, e per questo lo chiamavano "il dio della guerra" Kenshin.

Biografia

Nome

Nacque con il nome di Nagao Kagetora (長尾景虎), cambiandolo successivamente in Uesugi Masatora (上杉政虎) quando ereditò il nome della famiglia Uesugi quando accettò il titolo ufficiale di Kantō kanrei (関東管領 vice-shōgun della regione del Kantō). Più tardi cambiò ancora una volta il suo nome in Uesugi Terutora (上杉輝虎) in onore dello shōgun Ashigaka Yoshiteru (足利義輝), per poi cambiare ulteriormente nome, un'ultima volta, in Kenshin, dopo che diventò un monaco buddhista. È ricordato soprattutto per essere stato un fedele devoto al dio Bishamonten.
Alcune volte ci si riferisce a Kenshin come "Il drago di Echigo", a causa delle spaventose abilità nelle arti marziali mostrate sul campo di battaglia. Il suo rivale, Takeda Shingen, era chiamato "La tigre di Kai". In alcune versioni della mitologia cinese (Kenshin e Shingen erano molto interessati alla cultura cinese, soprattutto ai lavori di Sun Tzu), il dragone e la tigre sono sempre stati acerrimi nemici che tentavano di distruggersi l'un l'altro, ma mai nessuno dei due riusciva ad ottenere il sopravvento sull'avversario.

Primi anni

Quarto figlio del grande guerriero Nagao Tamekage (長尾為景) del clan Nagao, i primi anni della vita di Kenshin presentano una storia unica. Suo padre si è guadagnato la fama di grande signore della guerra grazie ad alcune vittorie ottenute contro Uesugi Sadanori e Uesugi Funayoshi. Tuttavia, nei primi anni, Tamekage entrò in conflitto con il suo vicino Ikkō-ikki di Hokuriku, a causa del fatto che il potere nella regione iniziò a spostarsi verso Ikkō (dovuto soprattutto all'improvvisa evoluzione di Honganji, la situazione per Echigo si deteriorò velocemente. Raggiunse il picco nel 1536, quando il padre di Kenshin radunò le truppe e marciò verso ovest, senza uno scopo preciso. Tuttavia, nei pressi di Sendanno in Etchu, le sue truppe furono improvvisamente attaccate da quelle di Enami Kazuyori: nella battaglia che ne risultò, Tamekage stesso fu ucciso e il suo esercito mandato in rotta.
Le ripercussioni di ciò che era accaduto si fecero subito sentire ad Echigo. Nagao Harukage, il primogenito di Tamekage, immediatamente tentò di prendere il controllo dei Nagao e il tutto successe dopo che uscì vincitore da uno scontro fra lui e suo fratello, Kageyasu, in cui quest'ultimo ne uscì sconfitto e morto. Kagetora (Kenshin) fu escluso dalla lotta per il potere e trasferito al tempio di Rizen, dove si dedicò allo studio fino all'età di 14 anni.

Rivendicazione del potere

All'età di 14 anni, Kenshin fu improvvisamente contattato da Usami Sadamitsu e da molti altri conoscenti di suo padre. Loro premevano affinché il giovane Nagao tornasse ad Echigo e contestasse il potere di suo fratello maggiore. Sembrerebbe che Harukage non abbia dato prova di essere un leader efficiente e ispiratore, e il suo fallimento nell'esercitare il controllo sulle potenti famiglie kokujin è sfociato in una situazione in cui le province lontane erano sul punto di tagliare ogni rapporto con Echigo.
La storia dice che Kenshin, all'inizio, fosse riluttante all'idea di scontrarsi con suo fratello, ma alla fine fu convinto dal fatto che fosse una cosa necessaria per il bene di Echigo. In una serie di scontri voluti da lui e da Usami Sadamitsu, Kenshin riuscì a strappare il controllo del clan da Harukage nel 1547. Il destino di Harukage è incerto: alcune fonti dicono che gli fu concesso di vivere, ma altre dicono che gli fu ordinato il suicidio.

Primo periodo di governo

Sebbene il controllo sul clan Nagao adesso fosse indiscusso, molti territori di Echigo erano ancora indipendenti dal potere di questo giovane signore della guerra. Kenshin immediatamente si organizzò per cementare il suo potere in tutta la regione, ma questi sforzi erano ancora al loro stadio primordiale, mentre altre preoccupazioni diventavano sempre più pressanti. Ogasawara Nagatoki e Murakami Yoshikiyo, i due signori di Shinano, apparvero prima che Kenshin chiedesse il loro aiuto contro l'avanzata del potente signore della guerra Takeda Shingen. Intorno a questo periodo Kenshin divenne pienamente il signore di Echigo e Shingen ottenne le maggiori vittorie nella provincia di Shinano. Le conquiste di Takeda allargarono i confini del suo dominio fino ad Echigo: a questo punto Kenshin decise di scendere sul campo di battaglia.

Uesugi e Takeda

Ciò che seguì, fu l'inizio di una rivalità che sarebbe diventata leggendaria. All'inizio del conflitto, sia Uesugi Kenshin che Takeda Shingen erano molto cauti, limitandosi a compiere qualche piccola scaramuccia l'uno ai danni dell'altro. Col passare del tempo, ci furono probabilmente un totale di 5 battaglie alla famosa piana di Kawanakajima, sebbene solo la quarta battaglia fu la più seria e senza esclusione di colpi.
Nel 1561, Kenshin e Shingen combatterono la loro più grande battaglia, la quarta battaglia di Kawanakajima. Kenshin usò una tattica ingegnosa: una formazione di battaglia speciale, in cui i soldati in prima linea potevano darsi il cambio con le retrovie, nel caso i soldati in testa si sentissero stanchi o fossero feriti. Questo permetteva ai soldati stanchi e affaticati di riposarsi, mentre i soldati che fino a quel momento non avevano combattuto, entravano in azione. Questa tattica fu estremamente efficace e grazie a questa Kenshin fu molto vicino a sconfiggere Shingen una volta per tutte. Si dice che durante questa battaglia, Kenshin cavalcò con il suo cavallo verso Shingen, colpendolo con la sua spada. Shingen parò il colpo grazie al suo ventaglio da guerra di ferro (o tessen). Tuttavia, Kenshin non riuscì a sconfiggere una volta per tutte Shingen. Un servo dei Takeda portò via dal campo di battaglia Shingen, che poté così organizzare un contrattacco. L'esercito di Kenshin si ritirò: molti soldati annegarono nel fiume vicino al campo di battaglia, mentre altri furono abbattuti dai generali del clan Takeda.
L'esito di quella battaglia è ancora incerta: molti studiosi sono divisi nel riconoscere chi, fra i due, fosse il vero vincitore di quella battaglia, sempre se quella battaglia fosse realmente decisiva da decretarne uno. Kenshin perse 3000 samurai, mentre Shingen ne perse 4000, oltre a 2 importanti generali nonché consiglieri: Yamamoto Kansuke e suo fratello più giovane, Takeda Nobushige.
Sebbene Kenshin e Shingen furono rivali per più di 14 anni si scambiarono molte volte dei doni: il regalo più famoso fu una preziosissima spada donata da Shingen a Kenshin, che fu ben accetta da quest'ultimo. Shingen morì nel 1573. Si dice che Kenshin pianse ad alta voce per la perdita del degno avversario e, secondo quanto riportato, fece voto di non attaccare mai più le terre dei Takeda. Le due parti eran diventate alleate in 3 anni. Inoltre, ci fu un incidente quando un certo numero di altri daimyo (incluso il clan Hōjō) boicottò gli approvvigionamenti di sale per la provincia di Kai. Kenshin venne anche a conoscenza del problema di Shingen con un daimyo del clan Hojo, il quale si rifiutò di inviargli del riso. Kenshin segretamente inviò del sale ai Takeda (il sale era molto importante, perché serviva soprattutto per la conservazione del cibo) e scrisse al suo nemico, Shingen, che secondo lui il daimyo degli Hojo aveva commesso un'azione ostile. Anche se avrebbe potuto tagliare i rifornimenti e quindi sconfiggere Shingen, Kenshin decise di non farlo perché sarebbe stato un atto disonorevole. Come riflessione, Kenshin dichiarò: "Le guerre sono vinte dalle spade e dalle lance, non dal riso e dal sale". Kenshin, trattando il suo rivale così, impostò un nobile esempio valido per tutti i tempi. I fautori della pace utilizzano la dichiarazione di Kenshin, riferendosi a tale dichiarazione in questo modo: "La pace si fa con il riso e con il sale, non con le spade e con le lance".

Altri eventi

Sebbene la rivalità con Takeda Shingen fosse leggendaria, Uesugi Kenshin ha compiuto in realtà molte altre imprese nei periodi in cui non era impegnato a dar battaglia ai Takeda (1553, 1555, 1557, 1561, 1564). Nell'anno 1551, Kenshin fu chiamato a fornire rifugio al suo signore nominale, Uesugi Norimasa, che era stato costretto a fuggire a causa dell'espansione nel Kanto dal clan Hōjō. Kenshin accettò di dare rifugio al signore della guerra, ma non era in condizioni di poter muovere guerra al clan Hōjō in quel momento. Nel 1559, compì un viaggio per portare omaggio allo shogun di Kyoto, e visitare i monumenti religiosi e storici. Ciò servì per aumentare considerevolmente la sua reputazione e donò alla sua immagine un'accezione culturale, oltre che di signore della guerra. Nello stesso anno fu spinto ancora una volta da Uesugi Norimasa a riprendere il controllo del Kantō dal clan Hōjō e, l'anno successivo, era pronto per poter compiere questa impresa. All'inizio della campagna contro gli Hōjō, Kenshin strappò con successo molti castelli al clan, fino a quando non si trovò faccia a faccia col castello di Odawara, nella provincia di Sagami. Riuscì a fare breccia nelle difese e bruciare la città, ma il castello non fu conquistato, e la mancanza di rifornimenti lo costrinsero a ritirarsi subito dopo (vedi assedio di Odawara dal 1561). Comunque, fu durante questo periodo che lui visitò il Tsurugaoka Hachiman-gū e prese il cognome di Uesugi.
L'altro principale settore, di cui si interessò Uesugi Kenshin era la provincia di Etchu. La terra era abitata da due clan in lotta, il Jinbo e Shiina . Kenshin entrò in causa come mediatore per qualche tempo, ma poi prese le parti degli Shiina contro il clan Jinbo. Un certo numero di anni più tardi, poi, scese in campo contro gli Shiina (per sembrare un po' più amichevole con il Takeda) e, quando prese il loro castello principale nel 1575, l'intera provincia di Etchu fu interamente sotto il suo controllo.

Ultimi anni

«Questi 49 anni della mia vita sono passati come un sogno nella notte. La mia vita è stata piena di gloria e prosperità, come una singola coppa piena di sake.»
(Poesia di morte di Kenshin.)



A partire dall'anno 1576, Kenshin cominciò a esaminare la questione di Oda Nobunaga, che nel frattempo era cresciuto fino a diventare il signore della guerra più potente del Giappone del momento. Con entrambe le morti di Shingen Takeda e Hōjō Ujiyasu, Kenshin non aveva più ostruita la strada per l'espansione del suo dominio. Così, quando la morte di un daimyō del clan Hatakeyama della provincia di Noto provocò confusione e conflitto nella zona per la successione, Kenshin colse subito l'opportunità, conquistando le terre del clan indebolito, che lo mise in grado di minacciare Nobunaga e suoi alleati. In risposta, Nobunaga mise insieme le proprie forze e quelle dei suoi due migliori generali: Shibata Katsuie (柴田勝家) e Maeda Toshiie (前田利家) per scontrarsi con Kenshin nella battaglia di Tedorigawa. L'esperto Shibata Katsuie che servì Nobunaga fin dall'inizio, fu mandato per verificare la famosa reputazione in battaglia di Kenshin. Secondo alcune fonti, Shibata portò 18.000 uomini in battaglia da un lato, seguito da Nobunaga stesso con 20.000 uomini di rinforzi. Se queste informazioni fossero esatte, la battaglia combattuta da questi sarebbe la più grande combattuta nel periodo Sengoku.
Nonostante i numeri travolgenti di Nobunaga, Kenshin riuscitì a compiere una solida vittoria sul campo. In un primo momento, Kenshin rifiutò di ingaggiare l'esercito di Nobunaga, fino a quando una pioggia torrenziale neutralizzò le unità di fanteria di Nobunaga stesso. Costretto ad una ritirata precipitosa, Shibata si riunì alla forza principale di Nobunaga. Successivamente Kenshin riprese una tattica del suo vecchio rivale Takeda Shingen, finse di mandare avanti una piccola unità per attaccare l'esercito di Nobunaga da dietro, dando al suo nemico una grande occasione per schiacciare la sua piccola forza. Nobunaga abboccò all'amo. L'esercito di Nobunaga attaccò di notte aspettandosi un avversario indebolito; invece il grosso dell'esercito di Kenshin era in attesa. Dopo aver perso quasi un quarto della sua forza, Nobunaga si ritirò verso la provincia di Omi mentre Kenshin si accontentò di costruire una qualche fortezza nella provincia di Kaga prima di ritornare indietro a Echigo. Nell'inverno tra il 1577-1578, Uesugi Kenshin mise in campo un grande esercito per continuare i suoi attacchi in terra di Nobunaga. Tuttavia, è risaputo che la sua salute fosse pessima in questo periodo, e il 9 aprile peggiorò. Morì quattro giorni dopo.

La morte di Uesugi Kenshin

La causa della morte di Kenshin è stato oggetto di interrogativi nel corso degli anni. La teoria accettata dalla maggior parte degli studiosi giapponesi è che una vita da alcolizzato e forse il cancro allo stomaco hanno segnato la fine per il grande signore della guerra.
Altre fonti sostengono che fu assassinato da un ninja che aveva atteso nella piscina sotto la latrina al campo di Kenshin con una lancia corta. (Si noti che le teorie non si escludono a vicenda - l'assassino, se è esistito, potrebbe semplicemente avere ferito a morte un uomo già morente.) Si dice che dopo aver sentito della morte di Kenshin, Oda Nobunaga abbia detto: "Ora l'impero è mio."

Dopo la morte

La morte di Kenshin fu disastroso per il clan. Non aveva mai avuto figli, ma adottò due ragazzi affinché divenissero suoi eredi. Dopo aver saputo della morte del padre, i due entrarono subito in conflitto per detenere il potere, che si concluse con la vittoria di Uesugi Kagekatsu sul fratello Kagetora divenendo così il nuovo capo clan. Tuttavia, il conflitto interno aveva avuto enormi costi sia in materiali che in energie, così Oda Nobunaga non ebbe problemi a conquistare velocemente molti dei territori degli Uesugi. Ci furono alcune voci all'epoca, secondo cui Kenshin in realtà fosse una donna travestita da uomo. La ragione di queste voci è dovuta al fatto che il daimyo non si sposò mai, non ebbe figli suoi naturali e alla compagnia di belle donne preferiva quella di molti uomini. L'omosessualità è una spiegazione plausibile, in quanto all'epoca era una pratica normale nella classe samurai. Non ci sono prove a sostegno di queste voci, ma di sicuro le voci si susseguirono fino ad arrivare ai giorni nostri.

giovedì 26 ottobre 2017

Auguri senzaesclusionedicolpi.blogspot.it: 1000 post!!!




1.000 candeline non ci stavano sulla torta.
Non è un compleanno ma una data davvero speciale per noi.
Questo è il nostro millesimo post e non possiamo che festeggiarlo con voi che ci avete fatto crescere così tanto soprattutto in questi negli ultimi mesi di vita, siete sempre più numerosi ogni mese che passa.
Non possiamo che ringraziarvi di cuore e darci appuntamento fra altri...1000 post!!!

Hōjō Tsunashige

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Hōjō Tsunashige (北条 綱成; 1515 – 11 giugno 1587) è stato un samurai giapponese appartenente al clan Hōjō durante il periodo Sengoku.
Tsunashige, conosciuto anche come Hōjō Tsunanari, era figlio del servitore Imagawa Fukushima Masashige e fu adottato da Hōjō Ujitsuna. Provò il suo talento in battaglia contro gli Uesugi nel 1537 e fu dislocato al castello di Kawagoe nella provincia di Musashi. Difese il castello e la sua importante posizione contro gli Uesugi e Ashikaga nel 1544 (vedi assedio di Kawagoe), i quali di arresero nonostante avessero un'imponente armata. Riuscì a resistere abbastanza a lungo da far arrivare Hōjō Ujiyasu in suo aiuto all'inizio del 1545, e fece parte del famoso attacco notturno che spezzò l'assedio e fece ritirare le forze assedianti. Guadagnò molta fama in numerosi scontri e fu assistito con abilità dal figlio Hōjō Ujishige (anche se morì prima del padre nel 1578). Tsunashige fu il guadiano del castello di Tamanawa nella provincia di Sagami. Nel 1568-69 durante la guerra con il clan Takeda, resistette al castello di Fukuzawa a Suruga (assedio di Kanbara) e respinse numerosi attacchi avversari finché fu in grado di ripiegare nella provincia di Sagami.

mercoledì 25 ottobre 2017

Feihuquan

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Feihuquan (飞虎拳, Pugilato della Tigre Volante) è uno stile di arti marziali cinesi. Questa scuola si è diffusa nell'area di Cangzhou in Hebei, durante il regno di Qianlong, nel 1743, infatti un maestro di Pechino, tale Zhang Guangyuan (张光远), si trasferì nella contea di Nanpixian (南皮县). Zhang è considerato prima generazione di questo stile. Suoi allievi furono Zhang Guichun (张贵春) e Gu Baoqing (顾宝庆). Oltre a questi furono famosi praticanti di questo stile tra la fine dell'epoca della dinastia Qing e gli inizi dell'epoca repubblicana: Zhang Baoqin (张宝琴), Gu Linjie (顾林杰), Meng Xigang (孟希岗), Gu Xiaozhi (顾孝枝, donna), Gu Xiaomei (顾孝梅, donna). Zhang Baoqin ha trasmesso lo stile nel Liaoning.

martedì 24 ottobre 2017

Sunbinquan

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Il Sunbinquan (孙宾拳, letteralmente "pugilato di Sun Bin") è uno stile di arti marziali cinesi che deve il proprio nome al celebre stratega Sun Bin a cui richiama la propria strategia e la sua origine. In realtà le prime testimonianze storiche risalgono all'epoca della dinastia Qing. Anche conosciuto come Changxiuquan (长袖拳, letteralmente "Pugilato delle lunghe maniche") o Sanshouquan o ancora Dajiaquan (大架拳, letteralmente "pugilato della grande struttura").

La trasmissione

Si racconta che alla fine dell'epoca della dinastia Qing, a Yangguxian (阳谷县) in Shandong, il Sunbinquan venne insegnato da un certo Zhang Bashi (张把式) (ma alcuni riferiscono Zhang Youchun (張友春)), che era un membro degli Yihetuan, a Yang Mingzhai (杨明斋), il quale lo trasmise a sua volta a moltissimi allievi, in particolare all'interno del Qingdao Guoshu Guan (青岛国术馆) dal 1918 al 1936.

I Taolu

I Taolu sono:
  • Chuipu (锤谱, letteralmente "spartito dei colpi"), una forma di base che si compone di 108 shi (figure);
  • Dajia (大架) anche detta Sunbin jiushiliu shou (孙宾九十六手);
  • Zhongjia (中架) anche detta Lianhuanquan (连环拳) o Sunbin Saershou (孙宾卅二手);
  • Xiaojia (小架), è anche detta Sunbin Liushisi shou (孙宾六十四手);
  • Sijia (四架);
  • Wujia (五架);
  • Ziwu jian (子午剑);
  • Sunbin guai (孙宾拐);
  • Sunbin yue (孙宾钺);
  • ecc.

lunedì 23 ottobre 2017

Makiwara

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Il Makiwara 巻き藁 (dal giapponese 巻き"maku", rotolo, avvolto o legato con una corda, e "wara", paglia) è un attrezzo comunemente impiegato sin dall'antichità nell'istruzione delle arti marziali, anche per l'addestramento delle forze armate dell'Estremo Oriente.
Sostanzialmente, è composto da una solida tavola di faggio laminato o da un sostegno verticale posto all'altezza del torace e saldamente infisso nel terreno. La sommità del sostegno è di solito avvolta con corde. Durante l'addestramento, rappresenta la superficie da colpire con pugni e calci per allenare gli arti al combattimento e sviluppare anche potenza e velocità nelle tecniche di attacco.
Il valore fondamentale del makiwara risiede nel fatto che esso insegna all'allievo ad attaccare con forza e nello stesso tempo a ritrarre rapidamente il pugno o la gamba, prima che la spinta di ritorno del sostegno possa danneggiarlo in qualche modo.
È un addestramento utile, in quanto insegna a non allungare troppo in fuori un arto, che altrimenti potrebbe essere afferrato o colpito dal suo avversario.
Nel 1908, Anko Itosu ha inviato una lettera al Dipartimento Istruzione della Prefettura. In quella lettera c'era il suo progetto che ha consentito di introdurre il suo karate in tutte le scuole di Okinawa. Il quarto punto della sua lettera sottolinea l'importanza del makiwara nella pratica del suo karate. Itosu ha scritto:
«Le mani e i piedi sono importanti e vanno rinforzati in modo esauriente con l’uso del makiwara. La pratica del makiwara consente di abbassare le spalle, aprire i polmoni, prendere consapevolezza della propria forza, di imparare la presa a terra con i piedi, e trasferire e usare l’energia al basso ventre. Pratica con ogni braccio cento o duecento volte.»


domenica 22 ottobre 2017

Harai Goshi

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L'Harai-Goshi (letteralmente spazzata d'anca) è la tecnica numero 15 del Gokyo e fa parte del gruppo delle tecniche d'anca.

La storia

L'origine della tecnica è tramandata da generazioni di sensei (maestri). Jigoro Kano, fondatore del Judo, spiegava ed impiegava in randori la sua "tecnica divina" (Uki-goshi). Il Tokui-Waza (tecnica favorita) è notoriamente un'arma a doppio taglio: consente di avere una tecnica risolutrice e di cui si è veramente padroni, ma essendo anche la tecnica che più maggiormente si utilizza è inevitabilmente "leggibile" se si è compagni di studio. Questo problema si presentò anche al maestro con i suoi allievi. Non appena Kano si lanciava nella sua tecnica favorita, l'allievo schivava e contrattaccava in Seoi-nage o simili. Il maestro non voleva abbandonare la sua tecnica favorita e trovò, quindi, una variante. Nel randori successivo con i suoi allievi il maestro Kano entrava in Uki-goshi, l'allievo schivava e mentre si lanciava in avanti il maestro stendeva il piede ostacolando la controtecnica e di conseguenza proiettando il compagno/sfidante. Così facendo ogni qual volta il maestro attaccava, gli allievi non sapevano se aspettarsi il tiro classico o la variante. L'insegnamento ricavato dall'azione del maestro è duplice: se da un lato aiuta l'allievo a comprendere appieno la tecnica, d'altro canto insegna uno dei principi fondamentali del Judo. Il Judoka deve saper affrontare ogni situazione al meglio, sfruttando le condizioni in cui si trova, curando i particolari e ampliando il proprio repertorio. Con il passare degli anni la variante del maestro venne affinata e divenne una tecnica indipendente dall' Uki-goshi. Ancora oggi Harai-Goshi viene insegnata con la stessa presa di Uki-goshi o O-goshi per permettere una migliore assimilazione della tecnica da parte del principiante. Nello studio del Nage-no-kata persiste la forma "antica" della tecnica con presa dietro la spalla.

L'esecuzione

La situazione ideale è quella con Uke squilibrato avanti a destra con il tallone destro sollevato. Tirando la manica destra dell'avversario, Tori porta il peso di Uke interamente sul piede destro. Il piede sinistro di Tori esegue un movimento rotatorio e si posiziona in mezzo alle gambe di Uke (nella stessa direzione). La gamba destra viene successivamente posta a sbarramento all'altezza del ginocchio dell'avversario. La mano destra afferra Uke sotto l'ascella sinistra e la parte esterna dell'anca di Tori si posiziona sull'inguine di colui che subisce la tecnica. La fase di proiezione si sviluppa chinandosi in avanti fino a che la gamba, proseguendo il movimento, spazza quella di Uke creando idealmente un circolo.

Successioni e contraccolpi

Gli attacchi successivi che possono essere portati da Tori sono innumerevoli. Fra i principali: Harai-makikomi, Soto-makikomi, Hane-goshi, Seoi-nage, O-soto-gari. I possibili contraccolpi sono Utsuri-goshi, Ushiro-goshi e simili.

sabato 21 ottobre 2017

Battaglia di Dōmyōji

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La battaglia di Dōmyōji fu combattuta il 3 giugno 1615 tra l'armata orientale di Tokugawa Ieyasu e l'armata di Osaka di Toyotomi Hideyori. Il villaggio di Dōmyōji si trova nella zona est dell'odierna Fujiidera, nella prefettura di Osaka, ed è famoso per i suoi diversi tumuli (古墳 kofun) dedicati ad antichi imperatori. La battaglia, che si svolse proprio attorno a questi tumuli, fu una delle più importanti tra quelle combattute tra samurai e una delle più decisive della campagna d'estate dell'assedio al castello di Osaka, che avrebbe portato al trionfo delle forze di Tokugawa e alla morte di Toyotomi Hideyori.
Un distaccamento dell'avanguardia dei difensori del castello formato da 2800 samurai fu affidato a Gotō Mototsugu, con il compito di proteggere la zona a sud-est della città dall'arrivo di una grande armata dello shogunato proveniente dalla provincia di Yamato. Il lato orientale di Osaka è protetto dalla barriera naturale rappresentata dai monti Ikoma. Gotō aveva il compito di presidiare il monte Komatsuyama, un'altura dell'odierna Kashiwara molto vicina al valico più importante dei monti Ikoma. Nel valico scorre il fiume Yamato, che prosegue verso ovest in prossimità delle falde settentrionali del monte Komatsuyama, dall'alto del quale Gotō Mototsugu avrebbe potuto controllare il valico ed ostacolare l'eventuale ingresso dei nemici nella piana di Osaka.

Scontro sull'altura di Komatsuyama

Il 3 giugno Gotō Mototsugu e le sue forze si trovavano a Dōmyōji, nelle immediate vicinanze del monte e sulla riva ovest del fiume Ishikawa, che affluisce nel fiume Yamato qualche centinaio di metri più a nord. Per prendere posizione sul Komatsuyama guadarono l'Ishikawa, e furono informati dagli esploratori che l'armata orientale aveva attraversato il passo e si stava avvicinando alle pendici meridionali del Komatsuyama. Alle quattro di mattina Gotō Mototsugu ed i suoi samurai si precipitarono sul monte per respingere le forze di Tokugawa. Un'ora dopo furono respinti da un violento attacco del nemico.
Mentre Gotō Mototsugu era in attesa dei rinforzi, che erano frenati dalla fitta nebbia, alle dieci di mattina fu ferito da un colpo d'arma da fuoco e fece suicidio rituale. Con la sua morte, i suoi samurai persero il controllo del Komatsuyama; furono attaccati mentre discendevano il monte e dispersi.

Battaglia a Dōmyōji

Quando la nebbia si diradò, l'esercito proveniente da Osaka arrivò sulle rive dell'Ishikawa e fu avvistato dalle forze dello shogunato, che lanciarono l'attacco guadando il fiume. L'armata di Toyotomi indietreggiò risalendo il dolce pendio di Domyoji, il suo lato sinistro era comandato da Susukida Kanesuke e quello destro da Sanada Yukimura. Lo scontro ebbe inizio verso mezzogiorno e nella zona vicino all'antico sepolcro dell'imperatore Ingyō si difesero strenuamente i samurai agli ordini di Susukida Kanesuke. Questi era da qualche tempo caduto in disgrazia ma morì in battaglia combattendo valorosamente, riguadagnando l'onore che aveva perduto.
Il lato destro delle forze di Osaka fronteggiò i reparti dell'armata orientale guidati da Date Masamune nell'area del kofun dedicato all'imperatore Ōjin e del santuario di Konda Hachimangu. Il combattimento si protrasse fino alle cinque del pomeriggio, quando Sanada Yukimura ordinò la ritirata, dopo che aveva perso i due potenti comandanti. Riuscì a mantenere compatte le truppe che tornarono a Osaka. Tokugawa Tadateru, il sesto figlio di Tokugawa Ieyasu, ebbe l'ordine di inseguire le forze di Sanada ma si rifiutò. Questo rifiuto fu in seguito la causa del suo esilio sul monte Kōya.


venerdì 20 ottobre 2017

Kabuto

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Il Kabutoかぶと (, ) è l'elmo dello yoroi, l'armatura medievale giapponese tipica dei samurai. Realizzato in lamine di cuoio/ferro connesse da rivetti e lacci, era chiuso sul volto da una maschera, il mempo.
Spesso sugli elmi veniva portato un emblema, il Mon o il Komon, che era un vero e proprio marchio registrato con tanto di permesso governativo, che distingueva le varie famiglie.

Costruzione

Molti elmi, ad esempio i Kawari Kabuto hanno forme fantasiose che spesso sono ispirati da oggetti sacri o elementi della natura (tra cui draghi, animali, frutti); questi ornamenti erano in voga dal periodo Momoyama al periodo Edo.

Tipologie

Esistono molti tipi di Kabuto:
  • Eboshi kabuto
  • Gomai kabuto: usato tra il XI ed il XIII sec.
  • Hoshi kabuto: usato tra il X ed il XIX sec.Ô boshi Variante (con ampio coppo) dello Hoshi kabuto in uso dal XIII al XV sec.
  • Kawari kabuto
  • Kimen kabuto
  • Momonari kabuto: in uso dal XVI sec.
  • Sanmai kabuto
  • Sujibachi kabuto: in uso dal XVI sec.
Il kabuto inoltre lo possiamo trovare[in carta] il 5 maggio, festa nazionale dedicata ai bambini [こどものひ] e rappresenta buon auscpicio ai bambini di crescere sani e forti come guerrieri