Il kappa (河童),
chiamato anche Kawatarō (川太郎
"ragazzo-di-fiume")
o Kawako (川子
"figlio-del-fiume"),
è una creatura leggendaria giapponese, uno yokai, uno spirito
del folklore e della mitologia giapponese che abita in laghi, fiumi e
stagni.
Nello shintoismo è considerato uno dei
tanti suijin (水神
"dei-acquatici").
Una variante di kappa coperto di pelo è chiamato Hyōsube
(ひょうすべ).
I kappa sono simili ai Nix o
Nixie inglesi, ai Näkki della Scandinavia, ai Neck della Germania ed
ai kelpie scozzesi, e sono stati usati in tutte queste culture per
spaventare i bambini nei confronti del pericolo di ciò che si
nasconde nelle acque.
Aspetto
La maggior parte delle descrizioni
dipinge i kappa come umanoidi delle dimensioni di bambini,
sebbene i loro corpi siano più simili a quelli delle scimmie o a
quelli delle rane piuttosto che a quelli degli esseri umani. Alcune
descrizioni dicono che le loro facce sono gorillesche, mentre secondo
altre hanno un viso con un becco simile a quello delle tartarughe.
Generalmente i disegni mostrano i kappa con spessi gusci
simili a quelli di una tartaruga e con la pelle scagliosa in colori
nell'intervallo che va dal verde, al giallo o al blu.
I kappa abitano i laghi e i
fiumi del Giappone e sono dotati di diverse caratteristiche che li
aiutano in questo ambiente, come mani e piedi palmati. Si dice alle
volte che puzzino di pesce e certamente sanno nuotare bene.
L'espressione kappa no kawa nagare ("un kappa che si fa
portar via dalla corrente") significa che anche gli esperti
possono sbagliare.
La caratteristica principale del kappa
è comunque la depressione piena d'acqua in cima alla testa. Questa
cavità è circondata da ispidi e corti capelli, che hanno dato nome
al taglio di capelli okappa atama. Il kappa trae la sua
forza incredibile da questo foro pieno d'acqua e chiunque ne affronti
uno può sfruttare questa debolezza semplicemente facendo in modo che
il kappa rovesci l'acqua dalla sua testa; un metodo sicuro è
di appellarsi al profondo senso di etichetta del kappa, dato
che questo non può non ricambiare un profondo inchino, anche se
questo significa rovesciare l'acqua dalla testa, una volta vuotata la
riserva d'acqua infatti, il kappa è seriamente indebolito e
rischia anche di morire; altri racconti dicono che quest'acqua
permette ai kappa di muoversi sulla terra ed una volta
svuotata la creatura è immobilizzata. I bambini testardi sono
incoraggiati a seguire il costume di inchinarsi con la scusa che sia
una difesa contro i kappa.
Comportamento
I kappa sono combinaguai
maliziosi. I loro scherzi vanno dal relativamente innocente, come
rumorose flatulenze o guardare sotto al kimono delle donne, fino ai
più problematici, come rubare il raccolto, rapire bambini o stuprare
donne. Infatti i piccoli bambini sono uno dei pasti preferiti dei
kappa, sebbene siano anche disponibili a mangiare adulti. Si
nutrono delle loro vittime inermi, succhiando fuori le interiora (o
il sangue, il fegato o la "forza vitale", secondo la
leggenda) attraverso l'ano, succhiando il loro shirikodama
(尻子玉),
una mitica sfera che vi si troverebbe. Avvisi che mettono in guardia
dai kappa appaiono sui corsi d'acqua di alcune città e
villaggi giapponesi. Si dice che i kappa abbiano anche paura
del fuoco e alcuni villaggi tengono festival di fuochi d'artificio
ogni anno per spaventarli e tenerli lontani.
Un tempo si credeva che se si
affrontava un kappa, c'era solo un modo per uscirne vivi: i kappa,
per qualche ragione, sono ossessionate dall'etichetta, così se la
persona avesse fatto un profondo inchino al kappa, quest'ultimo
avrebbe sicuramente ricambiato con un altro inchino, versando
inavvertitamente l'acqua contenuta nella boccia a forma di foglia di
ninfea sopra la propria testa, quindi se una persona fosse riuscita a
ingannare il kappa e farlo inchinare, quest'ultimo sarebbe stato reso
incapace di lasciare la posizione dell'inchino, fino a quando la
boccia-foglia di ninfea sulla sua testa non fosse stata riempita di
nuovo con l'acqua del fiume o dello stagno dove viveva; nel caso
fosse stato un umano a riempirla, si credeva che il kappa l'avrebbe
servito per l'eternità.
I kappa non sono comunque
interamente antagonisti degli esseri umani; sono curiosi della
civilizzazione umana e possono comprendere e parlare il giapponese,
per questo a volte sfidano chi incontrano a batterli in test di
abilità, come lo shogi (un gioco simile agli scacchi popolare
in Giappone) o un incontro di sumo. Possono anche stringere amicizia
con esseri umani in cambio di doni e offerte, specialmente cetrioli,
il solo cibo che i kappa apprezzino più dei bambini umani.
Alle volte i genitori giapponesi scrivono i nomi dei loro bambini (o
i loro propri nomi) su cetrioli e li lanciano nelle acque infestate
di kappa per placare la creatura e permettere alla famiglia di
fare il bagno. Esiste anche un tipo di sushi ripieno di cetriolo,
chiamato appunto kappamaki.
Una volta stretta amicizia con il
kappa, si dice che questo esegua diversi tipi di compiti per
gli esseri umani, come aiutare i contadini ad irrigare i campi. Sono
anche gran conoscitori della medicina e una leggenda afferma che
hanno insegnato agli esseri umani come guarire le fratture.
A causa di questi aspetti benevoli
alcuni santuari shintoisti, detti jinja, sono dedicati
all'adorazione di un kappa particolarmente benevolo.
I kappa possono anche essere
truffati nell'aiutare le persone. Il loro profondo senso del decoro
non permette loro, per esempio, di rompere un giuramento, quindi se
si riesce ad obbligare un kappa a promettere aiuto, il kappa
non ha alcuna scelta che di mantenere la parola data.
Origini
Ci sono diverse teorie sull'origine dei
kappa nel mito giapponese. Una possibilità è che si siano
sviluppati dall'antica pratica giapponese di far galleggiare i feti
di bambini nati morti lungo i fiumi e torrenti.
Il nome "kappa"
potrebbe essere derivato dal termine per la "veste" usata
dai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI secolo; questi
chiamavano il loro abito capa e l'aspetto dei monaci non è
dissimile da quello di questi spiriti giapponesi, dal mantello
sciolto, simile ad un guscio, alla tonsura dei capelli.
L'etimologia più antica del nome
giapponese tuttavia fa pensare che in origine il termine significasse
"creature o uomini dei corsi d'acqua" (è attestata infatti
anche la versione kawappa).