domenica 4 maggio 2025

Come prepararsi mentalmente a una gara di arti marziali: il valore del vuoto e del respiro

Nel silenzio che precede una gara, tra il frastuono degli spettatori e l’eco dei colpi sul tatami, la vera battaglia si gioca prima ancora che venga suonato il gong: si combatte nella mente. Prepararsi mentalmente a un incontro di arti marziali non è solo questione di strategia o tecnica, ma di equilibrio emotivo, consapevolezza e controllo dell'energia.

Troppo spesso, gli atleti cadono nella trappola dell’eccessiva attivazione, confondendo il giusto livello di concentrazione con una tensione nervosa che brucia energie prima ancora del primo scambio. Il corpo si irrigidisce, il fiato si spezza, l’adrenalina soffoca la lucidità. Il consiglio, in questi casi, è semplice ma radicale: rilassati. Non tentare di “prevedere” lo scontro. Non anticipare le tecniche, né fantasticare sulla vittoria o temere la sconfitta.

Il respiro è il tuo alleato più prezioso. Inspirare profondamente, fino a sentire l’aria espandere la zona dell’ombelico, è una tecnica antica e potente, radicata tanto nello zen quanto nei più raffinati stili di combattimento orientali. Questo tipo di respirazione diaframmatica calma il sistema nervoso, regola il battito cardiaco e aiuta a liberare la mente dai pensieri inutili. In poche parole, ti ancora nel presente.

Se ti trovi davanti un avversario che appare più forte, più grande, più esperto, resisti alla tentazione di reagire con forza. Non rispondere con muscoli tesi, ma con rilassamento. Nei primi due minuti, fai l’opposto di ciò che il tuo istinto potrebbe suggerirti: non usare quasi nessun muscolo. Lascialo muoversi, osserva, assorbi. È un invito alla non-reazione come forma superiore di strategia: si tratta di percepire, non di forzare.

Questo approccio non è passività: è economia dell’azione, è precisione. È la stessa filosofia che permeava il pensiero di Bruce Lee, quando scriveva: "Il grande errore è anticipare l’esito di uno scontro. Non dovresti pensare se finirà con una vittoria o una sconfitta. Lascia che la natura faccia il suo corso e i tuoi strumenti colpiranno al momento giusto."

In questa visione, la mente del combattente diventa vuota ma vigile, simile a una superficie d’acqua calma: pronta a riflettere ogni movimento, ogni emozione dell’avversario, ma senza distorsioni. Non c’è tensione, solo attenzione.

La vera forza, in gara, non sta nella potenza esplosiva o nella tecnica perfetta. Sta nella padronanza di sé. Il combattente che sa rilassarsi nei momenti più tesi è spesso quello che conserva la lucidità necessaria per colpire nel momento esatto, con la dose minima di forza e la massima efficacia.

Prepararsi mentalmente a una gara, dunque, non significa caricarsi come una molla. Significa svuotarsi per ricevere, disarmarsi per colpire meglio, non cercare nulla per ottenere tutto.

La vittoria, come la sconfitta, è solo un risultato. Ma la presenza mentale, quella, è la vera arte.









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