venerdì 23 maggio 2025

MMA: Perché i Colpi a Palmo Aperto Sono Rari nella Gabbia


La questione del perché i lottatori di arti marziali miste (MMA) non utilizzino più frequentemente i colpi a palmo aperto è un argomento interessante, spesso dibattuto tra appassionati e praticanti. Sebbene possa sembrare una tecnica meno rischiosa per chi la esegue, la realtà della gabbia, orientata all'inflizione di danni all'avversario per ottenere la vittoria, rende il pugno chiuso uno strumento nettamente superiore. Le ragioni sono fondamentalmente tre, e nessuna di esse si allinea con l'obiettivo primario di un combattimento di MMA.

Il primo scenario in cui il colpo a palmo aperto trova utilità è quello di un contatto non letale, dove l'intento è primariamente quello di interrompere l'azione dell'avversario o di creare una reazione. Pensiamo a una "spinta" energica con il pollice della mano aperta per disorientare o creare distanza, senza l'intenzione di infliggere un trauma significativo. Questo tipo di azione mira a spezzare la volontà di continuare il confronto fisico o a creare un'opportunità tattica. Nelle MMA, tuttavia, l'obiettivo è sottomettere o mettere fuori combattimento l'avversario, non semplicemente disingaggiarlo con una spinta. La ricerca del danno è ciò che guida la strategia di attacco, e un colpo a palmo aperto, per sua natura, distribuisce l'energia su un'area più ampia, riducendo la pressione per centimetro quadrato e, di conseguenza, la probabilità di causare un trauma contusivo decisivo.

Un secondo fattore, cruciale nel mondo esterno ma quasi irrilevante all'interno della gabbia, è la considerazione legale. In un contesto di autodifesa fuori dal ring, un colpo a mano aperta che mette al tappeto un aggressore può essere facilmente giustificato in una dichiarazione alla polizia. Si può spiegare che "è successo tutto così in fretta – ho solo allungato le mani e spinto via", minimizzando l'intento lesivo. Tentare di giustificare l'uso della forza letale di un pugno ben assestato in una rissa di strada è notevolmente più complicato. Tuttavia, nelle MMA, la questione della giustificazione legale non esiste. I lottatori sono atleti consenzienti che partecipano a uno sport regolamentato, dove l'inflicgere danni all'avversario, entro i limiti delle regole, è parte integrante dell'obiettivo competitivo. Le conseguenze legali sono gestite dagli organi sportivi e dai contratti, non dal codice penale relativo all'aggressione.

Il terzo motivo, che ha una sua nicchia anche nelle MMA ma non abbastanza da renderlo dominante, è l'uso dei palmi per la gestione della distanza o spacing. Come in alcune arti marziali tradizionali o nel pugilato, l'allungamento del braccio con la mano aperta può servire a mantenere l'avversario a distanza, a sondarne la guardia o a preparare un'azione successiva. Questa tecnica può essere usata per bloccare la visuale, deviare un attacco o creare un varco. Sebbene in alcune situazioni di clinch o in fase di striking i palmi possano essere usati per spingere l'avversario o per controllare la distanza, queste azioni non sono equivalenti a veri e propri colpi volti a danneggiare. Non sono movimenti decisivi per mettere fuori combattimento un avversario, ma piuttosto tattiche di preparazione o di controllo, che non sono così frequentemente decisive nel dinamismo e nella violenza dei moderni combattimenti di MMA.

Il motivo principale per cui i colpi a palmo aperto non sono una tecnica predominante nelle MMA è semplice: non sono adatti per infliggere il tipo di danno necessario per vincere un incontro. L'obiettivo primario di un lottatore di MMA è causare trauma, interrompere la coscienza, fratturare o sottomettere. Il pugno chiuso, con la sua superficie d'impatto concentrata e la sua capacità di generare una forza percussiva elevata su un'area ridotta (come le nocche), è intrinsecamente più efficace per raggiungere questo scopo. Le radiografie e la biomeccanica del corpo umano confermano che la forza di un pugno ben eseguito è di gran lunga superiore alla forza distribuita di un colpo a palmo aperto. Mentre il colpo a palmo aperto può essere utile per la difesa personale non letale o per tattiche di controllo della distanza, nella gabbia delle MMA, dove la performance è misurata in termini di impatto e capacità di finire il combattimento, la ricerca del danno porta inevitabilmente alla prevalenza del pugno.





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