lunedì 26 maggio 2025

Perché Hollywood ha voltato le spalle a Steven Seagal: un’analisi della caduta di un’icona marziale

 Nel pantheon delle stelle marziali di Hollywood, pochi nomi hanno brillato tanto quanto Steven Seagal agli inizi degli anni ’90, salvo poi scivolare nell’oblio e, in molti casi, nel ridicolo. Mentre icone come Bruce Lee e Chuck Norris sono entrate nella leggenda, incarnando rispetto autentico e carisma reale, Seagal ha progressivamente perso credibilità, fino a essere in buona parte abbandonato dal mondo del cinema mainstream. Per comprendere questa caduta, è essenziale esaminare il contrasto netto tra la sua immagine e il suo reale status nelle arti marziali e nell’industria.

La scena mitica di Bruce Lee che combatte Chuck Norris nel celebre film L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente (1972) non solo è un classico intramontabile ma anche un simbolo di rispetto reciproco tra due leggende. Norris, allora campione mondiale di karate, non solo non ha mai messo in dubbio l’abilità di Lee, ma lo considerava un amico e un maestro, dimostrando una rara autenticità e umiltà nel mondo competitivo delle arti marziali. Questa lealtà e stima reciproca sono valori che hanno reso entrambi immortali agli occhi degli appassionati e degli addetti ai lavori.


Al contrario, Steven Seagal è diventato noto per una serie di affermazioni infondate e narcisistiche che ne hanno minato la credibilità fin dall’inizio. Egli ha spesso dichiarato di essere stato allievo diretto di Morihei Ueshiba, il leggendario fondatore dell’Aikido, nonostante la discrepanza temporale – Ueshiba morì nel 1969, quando Seagal era ancora un adolescente e non si era ancora trasferito in Giappone. Questa e altre affermazioni, come la presunta amicizia con Bruce Lee, le cinture nere di alto grado ottenute in contesti altamente contestati, e l’invenzione di un passato da agente CIA o combattente della mafia, hanno trasformato la sua immagine pubblica in un mosaico di miti e falsità.

Tali esagerazioni hanno fatto il gioco della sua immagine di “guerriero implacabile” nei primi film, ma hanno anche provocato scetticismo e ironia tra esperti e fan di arti marziali più rigorosi. Il fatto che il suo Aikido fosse insegnato in una scuola fondata da suo suocero – e non con la stessa reputazione di scuole tradizionali giapponesi – ha ulteriormente indebolito la sua posizione.

Inoltre, Seagal non è mai riuscito a stabilire una vera connessione empatica o umana con il pubblico o con i colleghi, come invece fecero Lee e Norris, che trasmettevano una genuinità rara e un rispetto reciproco che trascendevano la mera abilità tecnica. Mentre Bruce Lee e Chuck Norris sono stati ricordati per la loro autenticità e dedizione, Seagal è divenuto un simbolo di presunzione e autocelebrazione, senza un solido fondamento.

Questa discrepanza tra immagine e realtà ha portato Hollywood a ridimensionare progressivamente il ruolo di Seagal, relegandolo a ruoli sempre più marginali e spesso vittima di parodie. Oggi, il “maestro” che si presenta ancora pubblicamente sembra un’ombra di quegli anni, un uomo il cui mito si è sgonfiato davanti ai fatti.

Hollywood ha scaricato Steven Seagal perché, a differenza delle leggende genuine come Bruce Lee e Chuck Norris, la sua reputazione si è rivelata costruita su basi fragili e spesso infondate. La mancanza di autenticità, la continua auto-promozione priva di sostanza e il fallimento nel mantenere la coerenza tra immagine e realtà hanno fatto sì che il pubblico e l’industria cinematografica lo abbandonassero, lasciandolo alla mercé del tempo e della satira.


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