domenica 27 maggio 2018

Jiaqing

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Jiaqing (Pechino, 13 novembre 1760 – Hebei, 2 settembre 1820) fu imperatore della Cina, appartenente alla dinastia Qing.

Biografia

I primi anni

Nacque al Vecchio Palazzo Estivo, a 8 km a nord-ovest delle mura di Pechino, ricevendo il nome di Yongyan, cambiato poi in Yongyan quando divenne imperatore: i due nomi, apparentemente identici nella grafia europea, sono in realtà indicati diversamente nella grafia cinese tradizionale in quanto il primo è il nome privato e l'altro il nome comunemente utilizzato anche se entrambi si pronunciano Yong.
Quindicesimo figlio dell'Imperatore Qianlong, sua madre era Ling, concubina di secondo rango, poi favorita di Qianlong. Quando il figlio divenne poi imperatore la rese Imperatrice madre col nome di Xiao Yi Chun. Era figlia di Wei Qingtai, ufficiale dell'amministrazione Qing. Nel 1818 l'Imperatore Jiaqing ammise la famiglia materna nella nobiltà Manchu e cambiò il cognome cinese Wei nel manchù Weigiya.
Nel dicembre 1773 Yongyan venne segretamente prescelto da Quianlong per essere il suo successore e nel 1789 venne fatto principe ereditario.
Alla fine del suo regno, Qianlong si servì largamente di un primo ministro di origine manchu, Heshen il quale però tentò più volte di usurpare il trono al vecchio imperatore e venne severamente punito da Jiaquing quando questi divenne imperatore.

Il regno

Nell'ottobre del 1795, nel suo sessantesimo anno di regno, l'Imperatore Qianlong annunciò la propria intenzione di abdicare in favore del giovane principe ereditario dal momento che non riteneva rispettoso regnare per un periodo superiore a suo nonno, l'Imperatore Kangxi. Il principe Jiaquing divenne quindi imperatore dal febbraio 1796, anche se per i due anni successivi governò solo formalmente, dal momento che le decisioni vennero prese in gran parte da suo padre Qianlong.
Con la morte di Qianlong, all'inizio del febbraio del 1799, Jiaqing ottenne il controllo totale sul governo e perseguì come primo atto l'infedele consigliere Heshen che, accusato di corruzione e abuso di potere, fu pertanto privato dei propri titoli, fu spogliato di tutti i suoi beni ed infine gli venne intimato il suicidio; con la sua morte si scoprì che aveva lasciato un tesoro di oltre 900 milioni di tael, frutto delle sue malversazioni. La cognata di Heshen, la principessa He Xiao, era la sorella del nuovo imperatore e venne pertanto risparmiata da questa punizione. Tuttavia, nonostante l'uccisione di Hensen, la corte rimase spaccata in varie fazioni mentre gli eunuchi e i cortigiani, esautorati sotto Quialong, riacquistarono gran parte dell'influenza sugli affari pubblici.
L'imperatore tuttavia aveva ereditato un impero prostrato dalle lunghe guerre ed indebolito finanziariamente, il peggioramento dell'economia poi aveva generato, negli ultimi anni del regno di Quialong, numerose rivolte tra le quali la Ribellione del loto bianco tra il 1796 e il 1804. In conseguenza di ciò L'Imperatore Jiaqing non intraprese campagne militari, ridusse le spese militari e di corte in modo da riordinare le finanze. In politica interna,per reprimere i disordini, inviò forti distaccamenti militari e, per riottenere l'appoggio dei sudditi, promulgò un'amnistia e ridusse l'imposta fondiaria.
In materia economica cercò di dare nuovo slancio alla produzione agricola, migliorando le colture e i sistemi di irrigazione e incoraggiando i contadini più produttivi. Queste misure, tuttavia, ebbero solo effetti momentanei in quanto già con il regno di suo figlio e successore Daoguang, la concorrenza con l'India Britannica e il contrabbando dell'oppio che né l'imperatore né tanto meno i suoi successori riuscirono ad arrestare avrebbero provocato la decadenza dell'impero.
Come il padre, infine, fu estremamente sospettoso nei confronti della cultura occidentale e in conseguenza di ciò mantenne i rigidi limiti al commercio con gli stranieri ed impose delle severe limitazioni alla professione del cristianesimo.

Morte e sepoltura

Il 2 settembre 1820 l'Imperatore Jiaqing morì al Palazzo Imperiale di Rehe a 230 chilometri a nord-est di Pechino. La storiografia ufficiale cinese non riporta la causa della morte dell'Imperatore, che secondo alcuni fu dovuta ad un attacco cardiaco causato dall'obesità del sovrano. Il trono imperiale venne consegnato al figlio secondogenito: l'Imperatore Daoguang.
L'Imperatore Jiaquing venne sepolto nel mausoleo di famiglia, posto a 120 km a sud-ovest di Pechino, nel Changling ("Tomba splendida").

Famiglia

Consorti

  • Imperatrice Hitara del clan Hitara (Manchu), divenne imperatrice alla presa di potere del marito nel 1796. Fu la madre dell'Imperatore Daoguang. Venne conosciuta col nome di Imperatrice Xiao Shu Rui.
  • Imperatrice Xiao He Rui, del clan Niohuru (1776 - 1849), imperatrice alla morte di Xiao Shu Rui nel 1798.
  • Nobile Consorte Imperiale Gong Shun, del clan Niohuru (1787 - 1860).
  • Nobile Consorte Imperiale He Yu (? - 1833) del clan Lugiya.
  • Consorte Hua (? - 1808) del clan Hougiya.
  • Consorte Zhuang (? - 1811) del clan Wang.
  • Consorte Shu del clan Wanyan
  • Concubina imperiale En (?-1846) del clan Wuya
  • Concubina imperiale Xuan del clan Chengiya
  • Concubina imperiale Jian (? - 1780) del clan Guangiya
  • Concubina imperiale Rong (? - 1826) del clan Liang
  • Concubina imperiale Chun (? - 1819) del clan Dongiya
  • Concubina imperiale An (? - 1837) del clan Guargiya

Figli

Maschi

  • Principe Mianmu, figlio della Nobile Consorte Imperiale He Yu.
  • Principe Mianning (??) (16 settembre 1782 – 25 febbraio 1850), figlio dell'Imperatrice Xiao Shu Rui (Lady Hitara), imperatore col nome di Daoguang dal 1820
  • Principe Miankai (??), figlio dell'Imperatrice Xiao He Rui, del clan Niohuru
  • Principe Mianxin (??), figlio dell'Imperatrice Xiao He Rui, del clan Niohuru
  • Principe Mianyu (??) (1814 - 1865). Figlio di Gongsun Huang Kuai Fei, del clan Niohuru

Femmine

  • Principessa ? (1780 - 1783) figlia della Concubina Imperiale Xuan.
  • Principessa (1780 - 1783) figlia dell'Imperatrice Xiao Shu Rui.
  • Principessa Zhuangjing [??????] (1781 - 1811) figlia di He Yu Huang Kuai Fei.
  • Principessa Zhuangjing [??????] (1784 - 1811) figlia dell'Imperatrice Xiao He Rui.
  • Principessa Hui-An (1786 - 1795).
  • Principessa (1789 - 1790) figlia di Hua Fei.
  • Principessa (1793 - 1795) figlia dell'Imperatrice Xiao He Rui.
  • Principessa (nata e morta nel 1805) figlia di Gongsun Huang Kuai Fei.
  • Principessa (1811 - 1815) figlia di Gongsun Huang Kuai Fei.

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sabato 26 maggio 2018

Allenare mente e corpo per affrontare i pericoli



«Per proteggersi contro le aggressioni occorre, innanzi tutto, superare i propri limiti psicologici. La paura». Parola di Sergio Cavagliano. Professione: istruttore di «Urban body defence», un corso di difesa personale riservato alle donne. La disciplina, recentemente introdotta da Corte Regina, insegna alle signore come affrontare eventuali approcci sgraditi come e riconoscere, evitare e prevenire situazioni di pericolo. Attraverso un approccio psicologico e, solo successivamente, pratico.
«Il corso è basato su una serie di incontri nei quali, innanzi tutto, parliamo dei problemi relativi alla paura e alle difficoltà di relazione - spiega l'’istruttore -. Le lezioni cominciano domandandosi perché si è deciso di iscriversi. E continuano prendendo progressivamente coscienza dei meccanismi che sono alla base di alcuni comportamenti che impediscono di reagire in modo corretto alle aggressioni». Alle donne si insegna, quindi, a superare i propri limiti, a non avere timore di affrontare un eventuale contatto fisico. Solo in un secondo momento subentra l'’approccio fisico. «Gli esercizi prendono spunto da un’'arte marziale denominata Aikido - continua Cavagliano -. Le donne imparano a gestire l’'equilibrio, a cadere senza farsi male, a respirare in modo corretto, a scoraggiare l’'avversario».
Il corso è appena partito, ma è già molto richiesto. Non esiste un’'allieva tipo, perché agli istruttori si rivolgono donne molto diverse fra loro. «Ci sono ragazze di quindici anni, ma anche signore di cinquanta - conferma Cavagliano -. Purtroppo, in comune hanno quasi sempre esperienze personali traumatiche. Come l’aver subito molestie o veri e propri atti di violenza. Nella maggior parte dei casi in giovane età». È proprio questo che le spinge a seguire il corso: superare i limiti psicologici che in passato non hanno permesso loro di difendersi in modo efficace.
«All'’inizio - conclude l'’istruttore - nessuna ammette di essersi iscritta per quel motivo. Esiste una sorta di pudore che impedisce di aprirsi. Con il tempo, però, i problemi vengono a galla. Si tratta di argomenti estremante delicati, di solito di competenza degli psicologi. Io non mi sostituisco ai medici, ma cerco di prendere atto del disagio e aiutare queste persone da un punto di vista pratico».


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venerdì 25 maggio 2018

Yamamoto Tsunetomo.

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Yamamoto Tsunetomo, noto anche con il nome buddhista Yamamoto Jōchō (山本 常朝) (12 giugno 1659 – 1721), è stato un militare e filosofo giapponese.
Era un samurai della prefettura di Saga nella provincia di Hizen (Kyūshū) che serviva Mitsushige Nabeshima, al cui servizio era entrato all'età di soli 9 anni. A vent'anni conobbe prima Tannen, un monaco Zen che aveva lasciato il tempio locale in segno di protesta per la condanna di un altro monaco, e Ishida Ittei, un letterato confuciano consigliere di Nabeshima esiliato per più di 8 anni per essersi opposto alla decisione di un daimyō.
Quando il suo patrono morì nel 1700, non scelse il junshi (accompagnare il signore nella morte eseguendo il seppuku) perché Nabeshima aveva mostrato di condannare la pratica quando era in vita e voleva seguirne la volontà. Dopo alcuni screzi con il successore di Nabeshima, Yamamoto decise di prendere i voti buddhisti con il nome Jōchō e di ritirarsi in un eremo sulle montagne.
Ormai vecchio, tra il 1709 e 1716 raccontò i suoi pensieri a un altro samurai, Tsuramoto Tashiro; molti di questi riguardavano il padre e il nonno del suo patrono, il bushidō e la decadenza della casta samurai nel pacifico periodo Edo. Tashiro non pubblicò il contenuto delle conversazioni avute con Tsunetomo che molti anni più tardi, con il nome collettivo di Hagakure (葉隱 o 葉隠 "All'ombra delle foglie").
Lo Hagakure non fu molto noto durante gli anni dello shogunato, ma intorno agli anni trenta era divenuto uno dei testi più famosi sul bushidō insegnati in Giappone.

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giovedì 24 maggio 2018

Arai Hakuseki

Hakuseki Arai (March 24, 1657 — June 29, 1725), Japanese advisor ...



Arai Hakuseki (新井 白石; Edo, 24 marzo 1657 – Edo, 29 giugno 1725) è stato un filosofo, scrittore e politico giapponese della metà del periodo Edo, consigliere dello Shogun Tokugawa Ienobu.
Figlio di un samurai dello han ( "clan") Kururi, Arai Masazumi (新井 正済), il suo vero nome era Kinmi (君美), ma all'epoca era consuetudine assumere un nome di cortesia, ed egli scelse Hakuseki.

Vita

Hakuseki nacque a Edo e fu considerato presto un bambino prodigio; secondo una leggenda, a soli tre anni trascrisse un libro confuciano scritto in complicatissimi kanji, e senza errori. Essendo nato nell'anno dell'incendio di Meiwa, per il suo carattere focoso e per la forma delle sue sopracciglia, che sembravano formare il kanji "" ("fuoco"), fu soprannominato Hinoko (火の子 "figlio del fuoco").

Samurai

Come samurai si mise al servizio di Hotta Masatoshi, ma quando Masatoshi fu assassinato da Inaba Masayasu, e il clan Hotta dovette lasciare Sakura per rifugiarsi prima a Yamagata quindi a Fukushima, con una considerevole riduzione delle proprie possibilità economiche, Hakuseki si congedò diventando un rōnin, e studiò presso un confuciano, Kinoshita Jun'an; gli fu offerto un posto alla corte di un altro clan molto influente, il Kaga, ma preferì cedere l'offerta a un suo ex-collega samurai.

Politico

Nel 1693, Hakuseki fu chiamato a servire Manabe Akifusa come consigliere dello shogun Tokugawa Ienobu, e insieme al Rōjū Abe Seikyo lanciarono lo Shotoku no Chi (正徳の治), una serie di politiche economiche specificamente pensate per rafforzare lo shogunato, regolando la circolazione di denaro e tenendo a freno l'inflazione; inoltre guardando i dati raccolti, Hakuseki dedusse che il 75% dell'oro e il 25% dell'argento giapponese era stato speso nel commercio con l'estero, perciò promosse il Kaihaku Tagae-ichi Shinrei (海舶互市新例), che imponeva di pagare i mercanti cinesi e olandesi con porcellana, seta o generi alimentari, più "rinnovabili" dei metalli preziosi, abbastanza rari sull'isola. Inoltre semplificò i rituali per l'accoglienza degli ambasciatori della dinastia Joseon, in aperto contrasto con il confuciano Amamori Hoshu. Inoltre consigliò l'abrogazione di una legge tradizionale che prevedeva la vita monastica ai membri cadetti della famiglia imperiale, e si impegnò per mitigare le pene per i colpevoli di atti di violenza nei confronti degli animali.

Scrittore

Sebbene alcune delle politiche decise da Hakuseki furono proseguite dopo la morte di Ienobu, dopo quella del sesto shogun, Ietsugu, e l'ascesa di Tokugawa Yoshimune, Hakuseki lasciò il suo posto a corte per dedicarsi alla scrittura, carriera in cui fu particolarmente prolifico, e che continuò fino alla sua morte. Fu sepolto a Asakusa (oggi parte di Tōkyō), nel tempio di Ho'on-ji, ma in seguito la salma fu traslata nel tempio di Kotoku-ji a Nakano.

Opere

Tra i suoi lavori:
  • Hankanfu (藩翰譜); un dettagliato albero genealogico dei daimyo.
  • Koshitsu (古史通); una ricostruzione della storia antica del Giappone.
  • Oritaku Shiba-no-ki (折りたく柴の記); diario e memorie.
  • Sairan Igen (采覧異言).
  • Seiyō Kibun (西洋記聞).
  • Tokushi Yoron (読史余論); un'altra opera di carattere storiografico.

Sairan Igen

Il Sairan Igen è un libro di geografia in 5 volumi completato nel 1713, il primo libro del genere in Giappone a contemplare la geografia del mondo intero. Fortemente basato sulle conoscenze acquisite durante i suoi colloqui con il missionario Giovanni Battista Sidotti, e sulla Grande Mappa dei Diecimila Paesi di Matteo Ricci, descrive geografia, storia, usanze e animali del mondo conosciuto all'epoca.

Seiyō Kibun

Il Seiyō Kibun è uno studio in 3 volumi dell'Occidente, anche questo basato sulle conversazioni avute con il gesuita Giovanni Battista Sidotti. Il primo volume è anzi proprio una raccolta delle conversazioni con Sidotti, mentre il secondo è uno studio dei cinque continenti (Africa, Asia, Australia, Europa e America), e infine il terzo contiene una panoramica del Cristianesimo, dal punto di vista cattolico di Sidotti, all'epoca frainteso dai giapponesi. Fu scritto intorno al 1715, ma pubblicato postumo solo nel 1882.


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mercoledì 23 maggio 2018

Tokugawa Ienobu

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Tokugawa Ienobu (徳川 家宣; Kōfu, 11 giugno 1662 – 12 novembre 1712) è stato un militare giapponese. Primogenito di Tokugawa Tsunashige e nipote di Ietsuna e Tsunayoshi, fu il sesto shōgun dello shogunato Tokugawa.

Giovinezza

Ienobu nacque da una concubina di Tsunashige, nominato daimyō di Kofu dopo l'ascesa a shōgun di suo fratello Ietsuna; non si sa molto della sua infanzia, ma essendo destinato a succedere al padre fu educato come un daimyō. Allo shogunato si susseguirono i suoi zii, ma nessuno dei due ebbe eredi maschi; cominciava ad essere evidente la possibilità che Ienubu ascendesse allo shogunato, ed intanto egli usò questa posizione per rafforzare la sua autorità come daimyō di Kofu (il padre era morto negli anni 1680).
Nel 1694, un rōnin, Arai Hakuseki, fu nominato consigliere e tutore personale di Ienobu; Hakuseki era un professore di Edo, raccomandato dal filosofo neoconfuciano Kinoshita Jun'an. Fino al 1709 Hakuseki gli impartì circa 2000 lezioni di classici cinesi e confuciani, come raccomandato dallo shōgun Tsunayoshi che amava particolarmente le dottrine confuciane e neoconfuciane. Durante questo periodo Hakuseki scrisse lo Hankanfu, una storia di vari feudi dal 1600 al 1680, probabilmente destinato a preparare Ienobu sulle terre che avrebbe dovuto amministrare come shōgun.

Shogunato

Nel 1709, Tsunayoshi morì senza eredi maschi, e Ienobu, rimasto l'ultimo discendente diretto di Tokugawa Ieyasu, fu nominato shōgun; Hakuseki divenne il suo consigliere. Spesso è loro attribuito il merito di aver trasformato lo shogunato da una dittatura militare in un'amministrazione civile, ma il processo era già cominciato nella generazione precedente.
La prima cosa che Ienobu fece, come gli veniva richiesto da più parti, fu di abolire molte leggi ed editti un po' eccentrici di suo zio Tsunayoshi, e di togliere potere ai ciambellani. Nel 1710, Ienobu modificò il Buke-Sho-Hatto, senza tuttavia alterarne il contenuto, e ridusse il controllo della censura (potenziata da Tsunayoshi) raccomandando invece che fosse permesso ai pensieri e sentimenti del popolo di raggiungere le alte gerarchie del bakufu; ridusse inoltre le pene e riformò il sistema giudiziario; riformò l'economia e comandò la produzione di monete d'oro per stabilizzarla. Il neoconfucianesimo, favorito da Tsunayoshi, continuò invece ad essere supportato e patrocinato dall'amministrazione shogunale, grazie anche all'influenza di Hakuseki.
Ienobu fu il primo shōgun dopo secoli a interessarsi di riallacciare i rapporti con l'imperatore e la corte di Kyōto. Nel 1711, il reggente Fujiwara, Konoe Motohiro, giunse a Edo da Kyōto per conto della corte imperiale e in rappresentanza dell'Imperatore Nakamikado; durante l'incontro fu deciso che ai figli minori dell'imperatore sarebbe stato permesso di non prendere i voti e di formare nuovi rami della famiglia imperiale, e che alle figlie femmine sarebbe stato dato il permesso di sposarsi. Una delle figlie minori di Nakamikado, infatti, sarebbe stata data in sposa a uno dei figli minori di Ienobu. Il bakufu offrì inoltre alla corte diverse concessioni finanziarie.
In questo periodo fu anche ricevuta un'ambasciata dalla Corea, la prima dopo l'invasione operata dal Giappone con Toyotomi Hideyoshi nel 1592.
Nel 1713, a 51 anni, Ienobu morì, e gli succedette suo figlio Ietsugu, di soli quattro anni, la cui reggenza fu presa dal consigliere di Ienobu, Arai Hakuseki.


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martedì 22 maggio 2018

Rōjū

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Il Rōjū (老中), normalmente tradotto con 'Anziano', era una delle più alte cariche di governo durante lo shogunato Tokugawa nel periodo Edo in Giappone. Il termine si riferisce sia ai singoli Anziani, o a tutto il Concilio degli Anziani; durante i primi due shogun c'erano soltanto due Rōjū. Il numero fu incrementato a cinque e successivamente ridotto a quattro. I Rōjū erano designati dal rango di fudai daimyō con domini di valore tra 25.000 e 50.000 koku.

Doveri

I "Rōjū" avevano una serie di responsabilità, chiaramente delineate nell'ordinanza del 1634 che riorganizzò il governo e creò un certo numero di nuovi posti:
  1. Relazioni con il Trono, la Corte ed i principi-abate.
  2. Supervisione di quei daimyō che controllavano terre dal valore di almeno 10.000 koku.
  3. Gestione dei documenti ufficiali nelle comunicazioni ufficiali.
  4. Supervisione delle affari interni dei domini dello Shogun.
  5. Conio, opere pubbliche ed infeudamento.
  6. Relazioni governative e supervisione dei monasteri e dei santuari.
  7. Compilazione di mappe, grafici e altri archivi di governo.
I Rōjū non servivano in simultanea ma a rotazione, servivano lo shogun un mese alla volta, comunicando con esso attraverso un ciambellano chiamato Soba-yōnin. Tuttavia i Rōjū erano anche membri cel concilio Hyōjōsho, assieme ai Ō-Metsuke ed a reppresentative dei vari Bugyō. Come parte del Hyōjōsho, i Rōjū a volte svolgevano un ruolo simile alla corte suprema, risolvendo dispute di successione ed controverse di stato.
Tuttavia durante lo shogunato di Tokugawa Tsunayoshi (1680–1709) i Rōjū persero tutto il loro potere, quando lo shogun iniziò a lavorare a più stretto contatto con i Tairō, ciambellani ed altri, incluso Yanagisawa Yoshiyasu che deteneva il potere del Tairō, ma non il titolo. I Rōjū divennero poco più che messaggeri, diventando intermediari tra lo shogun e altri uffici,ma non esercitando più nessuna influenza politica. Anche dopo la morte di Tsunayoshi i Rōjū non riconquistarno più il vecchio potere. Tuttavia continuarono ad esistere come posto di governo e nel concilio.

Lista dei Rōjū

Con Tokugawa Ieyasu

  • Ōkubo Tadachika (大久保忠隣)(1593–1614)
  • Ōkubo Nagayasu (大久保長安)(1600–1613)
  • Honda Masanobu (本多正信)(1600–1615)
  • Naruse Masanari (成瀬正成)(1600–1616)
  • Andō Naotsugu (安藤直次)(1600–1616)
  • Honda Masazumi (本多正純)(1600–1622)
  • Naitō Kiyonari (内藤清成)(1601–1606)
  • Aoyama Tadanari (青山忠成)(1601–1606)

Con Tokugawa Hidetada

  • Aoyama Narishige (青山成重)(1608–1613)
  • Sakai Tadatoshi (酒井忠利)(1609–1627)
  • Sakai Tadayo (酒井忠世)(1610–1634)
  • Dōi Toshikatsu (土井利勝)(1610–1638)
  • Andō Shigenobu (安藤重信)(1611–1621)
  • Naitō Kiyotsugu (内藤清次)(1616–1617)
  • Aoyama Tadatoshi (青山忠俊)(1616–1623)
  • Inoue Masanari (井上正就)(1617–1628)
  • Nagai Naomasa (永井尚政)(1622–1633)

Con Tokugawa Iemitsu

  • Abe Masatsugu (阿部正次)(1623–1626)
  • Inaba Masakatsu (稲葉正勝)(1623–1634)
  • Naitō Tadashige (内藤忠重)(1623–1633)
  • Sakai Tadakatsu (酒井忠勝)(1624–1638)
  • Morikawa Shigetoshi (森川重俊)(1628–1632)
  • Aoyama Yukinari (青山幸成)(1628–1633)
  • Matsudaira Nobutsuna (松平信綱)(1632–1662)
  • Abe Tadaaki (阿部忠秋)(1633–1666)
  • Hotta Masamori (堀田正盛)(1635–1651)
  • Abe Shigetsugu (阿部重次)(1638–1651)
  • Matsudaira Norinaga (松平乗寿)(1642–1654)

Con Tokugawa Ietsuna

  • Sakai Tadakiyo (酒井忠清)(1653–1666)
  • Inaba Masanori (稲葉正則)(1657–1681)
  • Kuze Hiroyuki (久世広之)(1663–1679)
  • Itakura Shigenori (板倉重矩)(1665–1668, 1670–1673)
  • Tsuchiya Kazunao (土屋数直)(1665–1679)
  • Abe Masayoshi (阿部正能)(1673–1676)
  • Ōkubo Tadatomo (大久保忠朝)(1677–1698)
  • Hotta Masatoshi (堀田正俊)(1679–1681)
  • Dōi Toshifusa (土井利房)(1679–1681)
  • Itakura Shigetane (板倉重種)(1680–1681)

Con Tokugawa Tsunayoshi

  • Toda Tadamasa (戸田忠昌)(1681–1699)
  • Abe Masatake (阿部正武)(1681–1704)
  • Matsudaira Nobuyuki (松平信之)(1685–1686)
  • Tsuchiya Masanao (土屋政直)(1687–1718)
  • Ogasawara Nagashige (小笠原長重)(1697–1705, 1709–1710)
  • Akimoto Takatomo (秋元喬知)(1699–1707)
  • Inaba Masamichi (稲葉正往)(1701–1707)
  • Honda Masanaga (本多正永)(1704–1711)
  • Ōkubo Tadamasu (大久保忠増)(1705–1713)
  • Inoue Masamine (井上正岑)(1705–1722)

Con Tokugawa Ienobu and Ietsugu

  • Abe Masataka (阿部正喬)(1711–1717)
  • Kuze Shigeyuki (久世重之)(1713–1720)
  • Matsudaira Nobutsune (松平信庸)(1714–1716)
  • Toda Tadazane (戸田忠真)(1714–1729)

Con Tokugawa Yoshimune

  • Mizuno Tadayuki (水野忠之)(1717–1730)
  • Andō Nobutomo (安藤信友)(1722–1732)
  • Matsudaira Norisato (松平乗邑)(1723–1745)
  • Matsudaira Tadachika (松平忠周)(1724–1728)
  • Ōkubo Tsuneharu (大久保常春)(1728)
  • Sakai Tadaoto (酒井忠音)(1728–1735)
  • Matsudaira Nobutoki (松平信祝)(1730–1744)
  • Matsudaira Terusada (松平輝貞)(1730–1745)
  • Kuroda Naokuni (黒田直邦)(1732–1735)
  • Honda Tadanaga (本多忠良)(1734–1746).
  • Toki Yoritoshi (土岐頼稔)(1742–1744)
  • Sakai Tadazumi (酒井忠恭)(1744–1749)
  • Matsudaira Norikata (松平乗賢)(1745–1746)
  • Hotta Masasuke (堀田正亮)(1745–1761)

Con Tokugawa Ieshige

  • Nishio Tadanao (西尾忠尚)(1746–1760)
  • Honda Masayoshi (本多正珍)(1746–1758)
  • Matsudaira Takechika (松平武元)(1746–1779)
  • Sakai Tadayori (酒井忠寄)(1749–1764)
  • Matsudaira Terutaka (松平輝高)(1758–1781)
  • Inoue Masatsune (井上正経)(1760–1763)
  • Akimoto Sumitomo (秋元凉朝)(1747–1764, 1765–1767)

Con Tokugawa Ieharu

  • Matsudaira Yasutoshi (松平康福)(1762–1788)
  • Abe Masasuke (阿部正右)(1764–1769)
  • Itakura Katsukiyo (板倉勝清)(1769–1780)
  • Tanuma Okitsugu (田沼意次)(1769–1786)
  • Abe Masachika (阿部正允)(1780)
  • Kuze Hiroakira (久世広明)(1781–1785)
  • Mizuno Tadatomo (水野忠友)(1781–1788, 1796–1802)
  • Torii Tadaoki (鳥居忠意)(1781–1793)
  • Makino Sadanaga (牧野貞長)(1784–1790)

Con Tokugawa Ienari

  • Abe Masatomo (阿部正倫)(1787–1788)
  • Matsudaira Sadanobu (松平定信)(1787–1793)
  • Matsudaira Nobuakira (松平信明)(1788–1803, 1806–1817)
  • Matsudaira Norisada (松平乗完)(1789–1793)
  • Honda Tadakazu (本多忠籌)(1790–1798)
  • Toda Ujinori (戸田氏教)(1790–1806)
  • Ōta Sukeyoshi (太田資愛)(1793–1801)
  • Andō Nobunari (安藤信成)(1793–1810)
  • Makino Tadakiyo (牧野忠精)(1801–1816, 1828–1831)
  • Dōi Toshiatsu (土井利厚)(1802–1822)
  • Aoyama Tadahiro (青山忠裕)(1804–1835)
  • Matsudaira Noriyasu (松平乗保)(1810–1826)
  • Sakai Tadayuki (酒井忠進)(1815–1828)
  • Mizuno Tadanari (水野忠成)(1817–1834)
  • Abe Masakiyo (阿部正精)(1817–1823)
  • Ōkubo Tadazane (大久保忠真)(1818–1837)
  • Matsudaira Norihiro (松平乗寛)(1822–1839)
  • Matsudaira Terunobu (松平輝延)(1823–1825)
  • Uemura Ienaga (植村家長)(1825–1828)
  • Matsudaira Yasutō (松平康任)(1826–1835)
  • Mizuno Tadakuni (水野忠邦)(1828–1843, 1844–1845)
  • Matsudaira Muneakira (松平宗発)(1831–1840)
  • Ōta Sukemoto (太田資始)(1834–1841, 1858–1859, 1863)
  • Wakisaka Yasutada (脇坂安董)(1836–1841)
  • Matsudaira Nobuyori (松平信順)(1837)
  • Hotta Masayoshi (堀田正睦)(1837–1843, 1855–1858)

Con Tokugawa Ieyoshi

  • Dōi Toshitsura (土井利位)(1838–1844)
  • Inoue Masaharu (井上正春)(1840–1843)
  • Manabe Akikatsu (間部詮勝)(1840–1843, 1858–1859)
  • Sanada Yukitsura (真田幸貫)(1841–1844)
  • Hori Chikashige (堀親寚)(1843–1845)
  • Toda Tadaharu (戸田忠温)(1843–1851)
  • Makino Tadamasa (牧野忠雅)(1843–1857)
  • Abe Masahiro (阿部正弘)(1843–1857)
  • Aoyama Tadanaga (青山忠良)(1844–1848)
  • Matsudaira Noriyasu (松平乗全)(1845–1855, 1858–1860)
  • Matsudaira Tadakata (松平忠優)(1848–1855, 1857–1858)
  • Kuze Hirochika (久世広周)(1851–1858, 1860–1862)
  • Naitō Nobuchika (内藤信親)(1851–1862)

Con Tokugawa Iesada

  • Wakisaka Yasuori (脇坂安宅)(1857–1860, 1862)

Con Tokugawa Iemochi e Yoshinobu

  • Andō Nobumasa (安藤信正)(1860–1862)
  • Honda Tadamoto (本多忠民)(1860–1862, 1864–1865)
  • Matsudaira Nobuyoshi (松平信義)(1860–1863)
  • Ogasawara Nagamichi (小笠原長行)(1862–1863, 1865, 1866–1868)
  • Itakura Katsukiyo (板倉勝静)(1862–1864, 1865–1868)
  • Inoue Masanao (井上正直)(1862–1864)
  • Mizuno Tadakiyo (水野忠精)(1862–1866)
  • Sakai Tadashige (酒井忠績)(1863–1864)
  • Arima Michizumi (有馬道純)(1863–1864)
  • Makino Tadayuki (牧野忠恭)(1863–1865)
  • Matsumae Takahiro (松前崇広)(1864–1865)
  • Abe Masato (阿部正外)(1864–1865)
  • Suwa Tadamasa (諏訪忠誠)(1864–1865)
  • Inaba Masakuni (稲葉正邦)(1864–1865, 1866–1868)
  • Matsudaira Munehide (松平宗秀)(1864–1866)
  • Inoue Masanao (井上正直)(1865–1867)
  • Matsudaira Yasuhide (松平康英)(1865–1868)
  • Mizuno Tadanobu (水野忠誠)(1866)
  • Matsudaira Norikata (松平乗謨)(1866–1868)
  • Inaba Masami (稲葉正巳)(1866–1868)
  • Matsudaira Sadaaki (松平定昭)(1867)
  • Ōkōchi Masatada (大河内正質)(1867–1868)
  • Sakai Tadatō (酒井忠惇)(1867–1868)
  • Tachibana Taneyuki (立花種恭)(1868)

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lunedì 21 maggio 2018

Giovanni Battista Sidotti

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Giovanni Battista Sidotti (1668 – 27 novembre 1714) è stato un missionario italiano.
Durante il periodo Edo entrò illegalmente in Giappone per predicare il Cristianesimo, fu arrestato e tenuto in cella fino alla sua morte.
Un importante studioso e politico dell'epoca, Arai Hakuseki, pubblicò una delle sue opere più note, il Seiyō Kibun, sulla base delle conversazioni avute con Sidotti.

Biografia

Sidotti nacque in Sicilia nel 1668; avendo udito voci sul martirio di missionari in Giappone, che aveva all'epoca adottato il sakoku chiudendo le sue frontiere alle influenze occidentali, si risolse a recarvisi. Dopo aver ottenuto il permesso da Papa Clemente XI, giunse a Manila, dove però non trovò alcuna nave disposta ad accompagnarlo nell'isola; riuscì nel suo intento solo nell'agosto 1708, quando sbarcò a Yakushima, travestito da samurai, a dispetto del fatto che i suoi tratti somatici lo tradivano immediatamente: fu arrestato e portato a Nagasaki, per essere poi, nell'anno seguente, condotto a Edo dove fu interrogato dal politico e studioso confuciano Arai Hakuseki.
Hakuseki fu impressionato dalla cultura e dall'abilità dialettica di Sidotti, e sviluppò una grande stima nei suoi riguardi; Sidotti fu altrettanto intrigato dal dibattito e il dialogo tra i due divenne sempre più aperto, conducendo per la prima volta dopo un secolo di sakoku ad un confronto serrato tra due liberi pensatori appartenenti a due culture lontane e diverse. Tra le altre cose, Sidotti riuscì a spiegare a Hakuseki che, contrariamente a quanto i giapponesi credevano all'epoca, i missionari occidentali non erano l'avanguardia degli eserciti dei rispettivi paesi. Perciò, abbandonando la pratica consueta della tortura al fine di fargli rinnegare la sua fede, Arai consigliò ai suoi superiori di seguire la seguente strategia nei rapporti con gli stranieri: tentare prima di isolarli, se ciò non avesse effetto imprigionarli e infine lasciare la condanna capitale come soluzione estrema.
La raccomandazione di Hakuseki non aveva precedenti nella storia del Paese: alla fine, il governo scelse di imprigionare Sidotti, inviandolo al Kirishitan Yashiki (キリシタン屋敷 "Casa dei Cristiani") a Myōgadani (odierna Kohinata, Bunkyō, Tokyo), costruito nel 1646 per ospitare i missionari arrestati ma fino a quel momento mai utilizzata, sia per il sakoku sia per il divieto di indottrinamento, entrambi i quali conducevano generalmente a una condanna capitale.
Impossibilitato a predicare nel Yashiki, Sidotti fu anche esentato dalla tortura; inoltre gli fu concesso un trattamento speciale, simile agli arresti domiciliari, noto come go-nin fuchi (五人扶持 "5 razioni di cibo"). I suoi guardiani nel Yashiki erano un'anziana coppia di nome Chōsuke e Haru, due ex-cristiani che avevano rinnegato la fede; sorpreso a predicare ad essi, fu trasferito in una cella sotterranea della residenza, dove morì nel 1714, all'età di 46 anni.
Arai Hakuseki utilizzò le conoscenze acquisite nei suoi colloqui con Sidotti per scrivere il "Seiyō Kibun", pubblicato postumo, e il "Sairan Igen". Un'immagine appartenente al frate, detta oyayubi no seibozō (親指の聖母像 "Immagine della Vergine della dimensione di un pollice") fu considerata un importante cimelio culturale ed è oggi ospitata nel Museo nazionale del Parco di Ueno.
Nel luglio 2014 i suoi resti sono stati trovati ed identificati proprio nell'area ove Sidotti venne tenuto prigioniero.

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domenica 20 maggio 2018

Jinbō Nagamoto

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Jinbō Nagamoto (神保 長職; ... – 1572) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku.
Jinbō Nagamoto era figlio di Jinbō Yoshimune, capo del clan Jinbō della provincia di Etchu, e governava il castello di Toyama. Fu costantemente in guerra con il clan Shiina ed attaccò il loro castello di Matsukura nel 1559. Shiina Yasutane chiese aiuto al potente Uesugi Kenshin della provincia di Echigo, che conquistò Toyama il 3 marzo 1560. Nagamoto fuggì al castello di Masuyama e continuò a resistere agli Shiina con i servitori rimasti. Nel 1562 Nagamoto attaccò nuovamente gli Shiina, ed ancora una volta Uesugi Kenshin li sconfisse nell'ottobre di quell'anno. Quando Takeda Shingen s'interessò alla provincia di Etchu dopo il 1566 e si alleò con gli Shiina, Uesugi Kenshin si schierò con Nagamoto per un certo periodo di tempo, anche se le lotte interne al clan lo stava portando lentamente al declino. In poco tempo il clan Jinbō diventò vassallo di quello Uesugi.

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