martedì 31 gennaio 2017

Tantōjutsu

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Il tantōjutsu (短刀術) è l'arte giapponese che insegna l'uso dei pugnali con guardia (tantō). Era parte del sistema tradizionale del bujutsu, ma è ancora insegnata in forme diverse in alcuni stili moderni, specialmente nel jūjutsu. Si tratta di una disciplina piuttosto limitata, a causa delle ridotte possibilità dell'arma ma anche del fatto che quest'arte è stata da tempo assorbita da altre scuole.
Il tantō, insieme al kogai (stiletto posto sul fodero della spada corta), era spesso usato come supporto nelle lotte corpo a corpo: questo pugnale era infatti tanto piccolo da venire facilmente nascosto nelle vesti: viene ricordato come arma tipica delle donne dei samurai, le quali erano sovente in grado di combattere esse stesse.

lunedì 30 gennaio 2017

Tangsudo

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Il Tang Soo Do è un'arte marziale originaria della Corea. Anche essa, come il Taekwondo ha tratto le sue origini dagli antichi sistemi di lotta codificati dalla casta guerriera coreana denominata "Hwarang" e che avevano, a seconda del regno (Goguryeo, Silla e Baekje) in cui erano praticati, diversi nomi: Hwa rang Do, KwonBop, Tae Kyun, Taekkyon, Subak, Soo Bahk, Tars Soo. Dopo la riunificazione dei tre regni (dovuta agli sforzi bellici del generale Hwarang Kim Yushin), si ebbe la prima trascrizione su carta delle antiche arti marziali coreane con il libro denominato Moojae Dobo Tongji scritto dal poeta Pak Je-ga e dal guerriero Baek Dong-soo, considerato il più grande esperto di lotta in Corea (nonché capo delle guardie reali). Tale libro fu scritto nel 1790 e conteneva illustrazioni che confermano la teoria che il Soo Bahk Ki o Subak fosse uno dei termini più usati per identificare le arti marziali coreane. Va precisato che con questo primo volume iniziò anche la netta distinzione tra Hwa rang Do e gli altri stili affini al Subak; il primo annoverava oltre alla lotta corpo a corpo anche quella con le varie armi,la cavalleria, l'arte della filosofia e della pittura (ricalcando per molti aspetti il codice del Bushido in uso presso i samurai Giapponesi), mentre gli altri approfondivano principalmente lo scontro a mani nude. Oggi il tangsudo è una arte marziale in continua espansione, nonostante le varie divisioni tra Corea del Nord e Corea del Sud e le varie frammentazioni degli stili americani in U.S.A.(Moo Duk Kwan, Kwa Soo Do ecc.) quest'arte è universalmente riconosciuta nel mondo, annoverando tra i suoi praticanti anche il noto attore Chuck Norris e sta via via scrollandosi di dosso la errata affermazione che vuole questa potente arte marziale solo come "il Karate coreano". Di fatti mentre il Taekwondo rappresenta in sostanza l'adattamento in stile olimpico-sportivo moderno del Taekkyon/Soo bak; il Tang Soo Do è invece più strettamente legato alla antica arte marziale coreana. Questo ha fatto sì che molte tecniche eliminate dal Taekwondo, poiché troppo pericolose da effettuare durante le gare sportive, siano invece sopravvissute nel tangsudo.

Storia

Il nome Tang Soo Do (당수 도) è relativamente recente. Significa in coreano "La via della mano cinese". È da notare come Tang Soo Do sia tradotto in ideogrammi cinesi 唐手道 e pronunciato Táng shǒu DAO in cinese, e di come gli stessi ideogrammi in giapponese si leggano come "Karate-Do". Questo perché fondamentale è stata l'evoluzione socio-politica della storia recente della Corea. Nel 1905 la Corea divenne un protettorato giapponese e successivamente, nel 1910, fu completamente annessa come colonia nell'Impero giapponese con il nome di Chōsen. Il dominio coloniale finì ufficialmente con la resa del Giappone nella seconda guerra mondiale il 15 agosto 1945, ma terminò completamente di fatto solo con la destituzione del governatore generale giapponese il 12 settembre 1945 e di diritto con l'entrata in vigore del trattato di pace di San Francisco il 28 aprile 1952. Durante l'occupazione nipponica la sudditanza della penisola coreana fu pressoché dittatoriale e le arti marziali autoctone furono proibite dagli invasori giapponesi per più di 35 anni. Anzi i Nipponici imposero la pratica del Ju-Jitsu e del Karate ai coreani. Alcune scuole coreane però resistevano in segreto o sotto le mentite spoglie di "scuole di balli tradizionali coreani". Molte scuole chiusero ma molte resistettero, uscendo dal segreto solo con la fine della seconda guerra mondiale. Nonostante tutto, però, l'occupazione nipponica portò degli aspetti positivi anche nelle arti coreane e viceversa; difatti molte tecniche di braccia del moderno tangsudo sono mutuate dal Karate, mentre molti maestri giapponesi restarono sbalorditi dagli efficacissimi e spettacolari calci dei coreani. Questo portò oltretutto a far sì che molti Coreani, unendo i due stili divenissero formidabili lottatori (es. Mas Oyama il fondatore del Karate Kyokushinkai ). Con la fine della guerra cominciarono a nascere le nuove scuole di Subak o Taekkyon (i nomi erano molteplici) una delle prime fu la scuola Ciungdokwan, fondata nel 1944 dal maestro Won Kuk Lee (che poi emigrerà negli Stati Uniti diffondeno l'arte). In seguito alla liberazione della Corea, avvenuta il 15 agosto 1945, vennero aperte inoltre altre quattro scuole: Mudokkwan, Songmukwan, Cidokwan, e Ciangmukwan. Numerose altre scuole (kwan) furono aggiunte all'elenco dopo la fine della guerra civile tra la Corea del Nord e la Corea del Sud (1950-1953). Nel dicembre 1955, con l'approvazione del presidente della Repubblica della Corea del Sud (Singman Rhee) venne convocata una riunione dei fondatori delle scuole principali con l'intento di unificare le diverse scuole, per dare nome e forma alla nuova arte marziale nazionale. Il nome scelto non avrebbe dovuto contenere rimandi né alla Cina né al Giappone.
Fra i molti nomi venne scelto il nome provvisorio di Tae Soo Do, proposto dal generale Choi Hong Hi. Nel 1961 nacque l'Associazione Coreana di Tae Soo Do. Le scuole Moo Duk Kwan (Hwang Kee) e Chang Moo Kwan (Yoon Byung-In) invece rimasero ancorate alla tradizione e mal digerivano la nuova federazione. La nuova organizzazione snaturò l'eredità tecnica del vecchio Taekkyon/Soo Bak. Pertanto il combattimento sportivo con l'uso di salti, calci e pugni diede forma al Tae Soo Do, mentre le tecniche di difesa personale con l'uso di leve e di rovesciamenti hanno dato forma all'hapkido. Di contro, le tecniche di Neikung (il lavoro interno) che si controlla respirando, di controllo dell'energia (Ki) e la concentrazione mentale andarono via via perdendosi; sopravvivendo solo nelle scuole di Moo Duk Kwan (Hwang Kee) e Chang Moo Kwan (Yoon Byung-In). Nel 1964 l'organizzazione di Tae Soo do cambò definitivamente il suo nome in Associazione Coreana di Taekwondo. Nel 1966 nacque la International Taekwondo Federation (ITF), fondata dal generale Choi Hong Hi con l'intento di diffondere fuori della nazione la neonata disciplina. Nel 1971 il taekwondo divenne lo sport nazionale della Corea del Sud per decreto del presidente Park Chung Hee.Nel 1973 in seguito a disaccordi insanabili tra le due figure di riferimento ( il Gen.Choi Hong Hi e il Dr. Kim Un-yong) nacque la World Taekwondo Federation (WTF) presieduta da Kim Un-yong. Venne fondata in opposizione all'ITF, il quale, dopo diversi cambiamenti, ricevette il sostegno della Corea del Nord. Nel frattempo il WTF di Un Yong Kim venne inserito nei Giochi olimpici (a Seul nel 1988 e a Barcellona nel 1992) e ricevette il sostegno della Corea Del Sud. In questo modo il Taekwondo si trasformò da arte marziale a sport da combattimento ufficiale olimpico. Quindi In tutto il marasma creato dalla modernizzazione dell'antica arte e dalla successiva scissione delle due federazioni le scuole tradizionali rimaste fedeli al vecchio stile scelsero la strategia dell'emigrazione insegnando al di fuori della Corea (in America, Europa e Africa meridionale) per mantenere vivo ed inalterato il messaggio degli antichi padri fondatori del Taekkyon. Nacque così nel 1968 a Burlington, nel New Jersey. l'"Associazione Mondiale di Tang Soo Do ", fondata da Shin Jae Chul allievo direttoTry to translate del grande maestro Kwang kee.

Le tecniche di combattimento in tangsudo

Posizioni

Ci sono molte posizioni nel Tang Soo Do . Alcune sono fondamentali, come "la posizione di preparazione", altre richiedono più equilibrio, come "la posizione su un piede" o "la posizione della gru".

Le Tecniche fondamentali

Le tecniche fondamentali sono semplici ed efficaci. Gli studenti imparano tutte queste tecniche (blocchi, colpi, calci) che possono trovarsi nell'arte classica del tangsudo. Nei dojang (le scuole del Tang Soo Do ), è accentuata l'"arte del combattimento", non il combattimento a sé. Le tecniche di mano coinvolgono tra l'altro una varietà di tecniche di pugno e di "coltello-mano". Ciascuna di loro ha una forma ed un'applicazione corretta e sono utilizzate sia in blocco che in attacco. Il tangsudo è l'arte marziale che accentua le tecniche dei piedi e la flessibilità. Sono utilizzate anche per bloccare ed attaccare.

L'allenamento di Tang Soo Do

Nel metodo tradizionale lo studente deve imparare innanzitutto i fondamenti, dopodiché pratica il "combattimento di un passo" ed il "combattimento di tre passi". Il combattimento di un passo insegna come concentrarsi, ma il combattimento di tre passi insegna come muoversi in avanti ed indietro e come utilizzare la distanza. Insieme danno allo studente la fiducia della quale ha bisogno per bloccare ed attaccare efficacemente nella lotta libera.

L'allenamento mentale

I maestri accentuano l'importanza dei principi ed il "Credo di Tangsudo" insegnando agli studenti la disciplina ed il rispetto. La fiducia in sé, la concentrazione ed il controllo sono altrettanto evidenziati, in quanto aspetti importanti nella vita di tutti i giorni.

La pratica dei fondamenti ("kibon")

Gli studenti praticano le tecniche fondamentali "in marcia" durante ogni lezione. Questo aiuta a capire la dinamica di un movimento e raffina la tecnica tramite la ripetizione. I fondamenti allenano lo studente all'equilibrio e alla corretta posizione.

Le forme ("hyong")

Le "forme" sono le sequenze predeterminate delle tecniche fondamentali. Le forme nel tangsudo derivano da molteplici stili d'arte marziale (la maggioranza delle forme richiama le versioni dei kata nel karate), mostrando l'applicazione di tutte le tecniche fondamentali in una varietà di situazioni. Normalmente viene detto che i gesti dei Kata sono difese o meglio parate o parate e contro-attacchi da più aggressori. Nulla di più sbagliato. In realtà non esistono parate, ma solo efficienti tecniche di difesa personale con attacchi ai punti vitali; non esistono difese contro più avversari, ma solo più modi e possibilità di neutralizzare un aggressore agendo sui punti di pressione; e c'è da aggiungere che le tecniche nascoste nei Kata sono vere tecniche di difesa personale e molto spesso letali (i Kata insegnano ad uccidere), secondo l'esigenza del tempo quando non si parlava ancora di "Difesa Personale" ma di duello in campo di battaglia. I hyong sono i modelli regolati di tecniche che gli studenti praticano a tutti i livelli. L'apprendistato delle forme aumenta le capacità della comprensione e della memorizzazione. Le forme foggiano le tecniche fondamentali ed insegnano la strategia, le tattiche, la sincronizzazione e l'equilibrio. Se il Tang Soo Do è appreso come "arte per l'arte", le forme vengono facilmente imparate e, nella presentazione, assomigliano a un tipo di ballo. Mentre lo studente progredisce nella capacità, i hyong diventano più complicati fino a rappresentare la vera sfida. Le forme sono una parte dell'allenamento del tangsudo che uno studente può praticare facilmente quasi dovunque. Ogni Kata “nasconde” diversi insegnamenti, non solo l'utilizzo dei punti di pressione, e quindi le corrette tecniche, le giuste armi e le esatte angolazioni per raggiungerli, ma i Kata spiegano anche come muoversi, come utilizzare l'energia, come utilizzare i suoni (kiai) e come posizionarsi (perché ad esempio utilizziamo tante posizioni differenti? A cosa servono?).

Il combattimento ("daeryeon")

Il combattimento d'allenamento dà l'opportunità di usare liberamente tutte le tecniche contro uno o più avversari. L'autocontrollo risulta essere di fondamentale importanza. Il momento corretto (timing), la posizione ed i metodi adeguati permettono di attraversare le difese. Anche se sono disponibili caschi imbottiti, guanti e stivali, la regola è di evitare il contatto.

Il combattimento di un passo ("hanbon-daeryeon")

Questo esercizio permette di praticare le tecniche di autodifesa contro un attacco diretto in modo controllato. L'obiettivo è di sviluppare le risposte automatiche ad una determinata situazione, permettendo d'imparare a valutare la distanza e la corretta sincronizzazione, due fattori cruciali in un vero combattimento. Questo dà anche la sicurezza di sé e controllo. È una pratica controllata, sicura, e senza contatto.

Il combattimento libero ("jayu-daeryeon")

Il combattimento libero lascia praticare le tecniche contro altri in un ambiente controllato. L'obiettivo è praticare la difesa in una situazione sconosciuta. Anche in questo caso la sicurezza è in primo piano. Nell'approccio tradizionale lo studente non ha bisogno di colpire un "sacco" per aumentare il potere dei propri colpi e per prepararsi al combattimento libero. Questo perché gli studenti praticano il "controllo", non il "contatto". Gli studenti fermano i loro colpi vicino al bersaglio, di modo che se in un vero combattimento decidessero di colpire il bersaglio, potrebbero farlo facilmente.
Secondo la teoria tradizionale, se lo studente effettua costantemente un contatto, sarà difficile controllare la propria tecnica quando ne avrà bisogno. Ma se pratica sempre il "controllo", può scegliere facilmente di colpire quando occorrerà. "Se lo studente effettua costantemente il contatto durante il combattimento libero, la sua mente diventerà selvaggia, ma se lo studente pratica il combattimento controllato, la sua mente diventerà più controllata". I due stati della mente possono estendersi così alla vita al di fuori dai corsi. Poiché il contatto pieno è proibito, gli studenti non hanno bisogno di utilizzare protezioni particolarmente resistenti. L'utilizzo di guanti da pugilato e di protezioni per i piedi troppo spesse porta a colpire con forza maggiore. Così facendo, se indossano questo tipo di protezione quando colpiscono, non percepiscono la correttezza della loro tecnica. Onde evitare questo problema, i maestri tradizionali optano per imbottiture leggere alle mani e al dorso dei piedi, sufficienti ad impedire ferite in caso di contatto accidentale. Nell'approccio moderno, il combattimento libero somiglia molto ad un combattimento di kickboxing: gli studenti usano guanti da pugilato, protezioni per i piedi e per la testa.
Se il combattimento libero è orientato verso la competizione o il combattimento "da strada", lo studente dovrebbe sforzarsi di migliorare la propria resistenza. Per questo motivo lo studente deve avere una buona conoscenza dei fondamentali e buone abilità nel combattimento "di un passo" e "di tre passi", che sviluppino la sua resistenza. Per ottenere ciò occorrono solitamente due o tre mesi d'allenamento per aumentare la resistenza. La parte più importante è una respirazione adeguata. Lo studente deve respirare con tempi corretti quando colpisce o blocca. Se trattiene il respiro durante l'esecuzione di una tecnica, può continuare ad eseguirla, ma diventerà gradualmente più stanco col passare del tempo, fino a perdere la capacità di continuare. Invece, ogni volta che inspira ed espira correttamente, "estende" il tempo nel quale può continuare a combattere.



L'allenamento di autodifesa ("hosinsul")

Questa attività insegna ad uno studente come difendersi contro prese, strette e blocchi. Insegna anche come trattare situazioni nelle quali è necessario difendersi senza causare danni permanenti all'attaccante e l'utilizzo dei "punti di pressione". Il jayu-daeryeon è perfetto per migliorare la capacità di autodifesa. Lo studente può combinare tutte le tecniche: calci, pugni, colpi al piede (spazzate), e capovolgimenti.



"Spezzare le tavole" ("kyokpa")

"Spezzare le tavole di legno" è l'attività preferita da molti studenti e spettatori. Questa pratica mostra il livello tecnico degli studenti ed aiuta a capire quale effetto i loro colpi possono avere su di un bersaglio. È spesso usata durante le prove promozionali e la sicurezza viene tenuta in primo piano. Questa attività insegna a mettere a fuoco il bersaglio e concentrarsi correttamente nell'esecuzione. Ciò aiuta gli studenti a "oltrepassare le barriere mentali" e migliora la fiducia personale.

domenica 29 gennaio 2017

Taekkyeon

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Taekkyeon è un'arte marziale coreana tradizionale all'apparenza simile ad una danza. In una pittura murale Goguryeo presso la tomba Samsil mostra che il Taekkyeon era praticato già a partire dall'Era dei Tre Regni e trasmessa da Goguryeo a Shilla. La fonte più antica esistente che menziona il Taekkyeon è il libro Manmulmo (anche Jaemulmo), scritto intorno al 1790 da Lee, Sung-Ji. Taekkyeon è inoltre spesso romanizzato informalmente come Taekkyon o Taekyon.


sabato 28 gennaio 2017

Zhǎnmǎ dāo

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Lo zhǎnmǎ dāo (斬馬刀 in caratteri cinesi tradizionali, zhǎn mǎ dāo in Pinyin, letteralmente "scimitarra taglia-cavallo") era una spada a due mani in uso alle truppe di fanteria cinesi durante il regno della Dinastia Song (960-1279).

Storia

Creatore della zhǎnmǎ dāo sarebbe stato, secondo il manuale bellico dell'XI secolo Wujing Zongyao, l'imperatore Cheng Di (51 a.C.–7 a.C.). I dati storici in nostro possesso non possono però confermare un utilizzo diffuso di quest'arma prima del regno della Dinastia Song (960-1279), quando entrò in dotazione alle forze di fanteria per contrastare le cariche della cavalleria nel più generale contesto dell'aumentato numero di attacchi e scorrerie da parte di mongoli e tatari ai danni dell'impero.

Costruzione

Seppur il nome dello zhǎnmǎ dāo richiami la scimitarra tradizionale sino-mongola (il dao), i pochi esemplari superstiti di quest'arma presentano una notevole similitudine con particolari modelli di spada giapponese: nodachi e nagamaki.
La similitudine estetica tra lo zhǎnmǎ dāo e le spade in uso ai bushi giapponesi costituisce la più interessante caratteristica di quest'arma. Nei secoli successivi, soprattutto al tempo della Dinastia Ming (1368-1644), gli armaioli cinesi presero a prestito modelli giapponesi, sostanzialmente il nodachi ed il katana, per sviluppare diverse forme di spada: chang dao, miao dao e wodao. Lo zhǎnmǎ dāo può quindi essere inquadrato come uno dei primi significativi esempi di contaminazione tecnologico-culturale cino-nipponica, in cui il centro di promanazione non era più il Celeste Impero, bensì il Giappone.



venerdì 27 gennaio 2017

Yumi

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Lo yumi () , anche wakyū (和弓), è l'arco in uso presso le antiche popolazioni del Giappone. Caratteristiche tipiche dello yumi sono: (i) dimensioni ragguardevoli (nella variante "lunga", l'arma supera abbondantemente i 2 metri di lunghezza); (ii) forma asimmetrica (la parte superiore rispetto all'impugnatura è più lunga della parte inferiore); e (iii) composizione in lamine di legno.
Le frecce utilizzate (Ya ) sono tradizionalmente ottenute dal bambù.
Lo yumi può essere di due tipologie:
  • daikyū (大弓), lungo, per l'arciere appiedato; e
  • hankyū (半弓), corto, per l'arciere a cavallo.
Per entrambe le tipologie dell'arma esiste una specifica arte marziale: il Kyudo (弓道) per l'arco lungo e lo Yabusame (流鏑馬) per il tiro da cavallo.

Storia

Fatta salva la diffusione in epoca preistorica nelle isole dell'Arcipelago giapponese di tipologie di arco primitive, lo sviluppo nel Sol Levante di una tipologia d'arco precipua data ai primi secoli dell'Era Cristiana. La prima attestazione artistica dell'esistenza dello yumi data infatti al Periodo Yayoi (500 a.C.-300 d.C.). Nel XII secolo l'uso dello yumi divenne un requisito fondamentale per i membri della classe guerriera dei samurai e l'insegnamento venne codificato per tramite della prima scuola nota di kyujutsu per l'uso del , la Henmi-ryū cui fece poi seguito, dopo la Guerra Genpei (1180–1185) la codifica di una scuola specializzata nell'insegnamento del tiro con l'arco in sella, lo yabusame, segnando così il solco di demarcazione tra l'arco lungo daikyū della fanteria e l'arco corto hankyū della cavalleria.

Costruzione

Dimensioni

Le dimensioni dello yumi sono parametrate all'altezza dell'arciere.
Altezza
arciere
Lunghezza
Freccia
Lunghezza
Arco
< 150 cm
< 85 cm
Sansun-zume (212 cm)
150–165 cm
85–90 cm
Namisun (221 cm)
165–180 cm
90–100 cm
Nisun-nobi (227 cm)
180–195 cm
100–105 cm
Yonsun-nobi (233 cm)
195–205 cm
105–110 cm
Rokusun-nobi (239 cm)
> 205 cm
> 110 cm
Hassun-nobi (245 cm)


Cultura

L'importanza fondamentale dell'arco nella cultura del Giappone feudale (seconda forse solo a quella della spada) ne ha fatto uno degli strumenti simbolo della civiltà nipponica. Ad oggi, in Giappone esistono tre "Archi Sacri" gelosamente custoditi: Azusa Yumi, Hama Yumi (utilizzato per rituali di purificazione sia buddisti sia scintoisti) e Shigehto Yumi.

giovedì 26 gennaio 2017

Spada giapponese

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Una spada giapponese, o nihontō (日本刀 o にほんとう lett. spada giapponese), è una tradizionale arma bianca del Giappone. Esse sono categorizzate in base a precisi canoni di misura, metodo e manifattura. Il tipo più famoso è la katana, che, come il simile tachi, è a filo singolo e, normalmente, una spada lunga usata tradizionalmente dai samurai dal 1400; il wakizashi è una spada corta; il tsurugi è una spada lunga a doppio filo; l'ōtachi o nodachi sono le più antiche versioni di spada a singolo filo.
Vi sono anche la naginata e la yari, che si differiscono dal metodo della forgiatura, e sono considerate parti della famiglia nihontō.
Le spade giapponesi si vedono ancora comunemente, sia quelle di forgia moderna che antica si possono facilmente trovare e comprare. Nihontō moderne e autentiche sono prodotte da qualche centinaio di fabbri. Molti esempi possono essere visti in competizioni organizzate dalla All-Japan Swordsmiths Association.

Etimologia

La parola katana era usata nel Giappone antico, ed è usata tuttora; invece il termine nihontō, di origine cinese, compare per la prima volta nel poema 日本刀歌, il Canto del poeta Ouyang Xiu della Dinastia Song. La parola nihontō è divenuta comune in Giappone durante il tardo shogunato Tokugawa. A causa dell'importazione di spade e cultura occidentale, la parola "nihontō" (letteralmente "la spada del Giappone") fu adottata quale espressione nazionalistica.

Storia della spada giapponese

Storia antica

Prima del 987, gli esempi di spada giapponese erano normali chokutō o jōkotō e altri dalle forme inusuali. Nel periodo Heian (dall'VIII all'XI secolo) la tecnica della forgiatura delle spade si è sviluppata grazie ad innovazioni provenienti dalla Cina grazie al commercio dell'inizio del X secolo durante la Dinastia Tang, dalla Siberia e dall' Hokkaidō, territorio degli Ainu. Gli Ainu usavano le warabite-tō (蕨手刀) e questo influenzò le nihontō, che furono impugnate con due mani e disegnate come arma da taglio piuttosto che da impatto. Secondo la leggenda, la spada giapponese fu inventata da un fabbro di nome Amakuni (ca. 700 a.C.), insieme al relativo processo di fusione dell'acciaio ripiegato. In realtà il processo dell'acciaio ripiegato e le spade ad un taglio furono importate dalla Cina attraverso il commercio all'inizio del X secolo, al tempo della Dinastia Tang. Le spade forgiate tra il 987 e il 1597 vengono chiamate kotō (古刀 "spade antiche"); queste sono considerate l'apice dell'arte delle spade giapponesi. I modelli più risalenti hanno curve asimmetriche con la parte più accentuata della curva nell'elsa. Con il passare delle ere il centro della curva si è spostato verso l'alto della lama.
La nihontō come la conosciamo oggi con la sua accentuata, graziosa curva trova la sua origine nelle shinogi-zukuri (lama a taglio singolo con linea diritta) tachi che fu sviluppata ad un qualche punto del periodo Heian per assolvere ai bisogni della crescente classe militare. La sua forma riflette la forma cangiante del benessere in Giappone. In questo periodo la cavalleria divenne l'unità predominante nel combattimento e le vecchie, diritte, chokutō erano particolarmente inadatte per il combattimento a cavallo. La spada curva è un'arma ampiamente più efficiente se impugnata da un guerriero a dorso di cavallo dove la curva della lama influisce notevolmente sulla forza verso il basso impartita nell'atto del taglio.
La tachi è una spada che è generalmente più larga della katana, ed è indossata sospesa con il lato tagliente verso il basso. Questo fu il modo standard di portare la spada per secoli e fu soppiantato dallo stile katana in cui la lama era portata infilata nella cintura, con il filo verso l'alto. La tachi era portata legata alla coscia sinistra. La firma sul thang (nakago) della lama era incisa in modo che fosse sempre all'esterno della spada quando era indossata. Questa caratteristica è importante nel ricostruire lo sviluppo, la funzione e i differenti stili di portare le spade da quel tempo in avanti.
Quando indossata con un'armatura completa, la tachi poteva essere accompagnata da una lama più corta, la koshigatana (腰刀 spada da torace), un tipo di spada corta senza guardia (tsuba) nella quale l'elsa e il fodero si incontrano a formare lo stidle di chiusura chiamato aikuchi ("bocche che si incontrano"). Le daghe (tantō), erano inoltre indossate per combattimenti a distanza ravvicinata come pure per protezione personale.
L'Invasione mongola del Giappone nel XIII secolo portò una ulteriore evoluzione della spada giapponese. Spesso forzati ad abbandonare il tradizionale combattimento con l'arco a cavallo per il combattimento diretto, molti samurai scoprirono le loro spade troppo delicate e soggette al danneggiamento quando usate contro le armature di cuoio spesso degli invasori. In risposta, i fabbri giapponesi iniziarono ad adottare linee di tempra più semplici e sottili. Certi fabbri giapponesi di questo periodo iniziarono a produrre lame con retri più spessi e punte più larghe in risposta alla minaccia mongola.
Nel XV secolo, scoppiò la guerra civile del Sengoku Jidai, e la vasta richiesta di spade insieme alla ferocia del combattimento causò l'abbandono delle notevoli tecniche artistiche del Periodo Kamakura (noto come "l'epoca d'oro della forgiatura di spade") in favore di armi più pratiche e disponibili. L'esportazione di "nihontō" raggiunse il suo picco durante il periodo Muromachi quando almeno 200,000 "nihontō" furono spedite alla Dinastia Ming in Cina in un commercio ufficiale per cercare di assorbire la produzione di armi giapponese e rendere più difficile per i pirati locali armarsi.
Nel XV e XVI secolo, i samurai, che sempre più avevano bisogno di una spada adatta all'uso in spazi ristretti insieme all'uso crescente della fanteria armata di lance portò alla creazione della uchigatana, nelle versioni a una e a due mani. Col progredire della guerra civile del Sengoku, la uchigatana si evolse nella moderna katana (), e soppiantò la tachi come arma primaria dei samurai, specialmente quando non indossavano armature. Molte tachi, troppo lunghe, furono accorciate dal XV al XVII secolo per incontrare la domanda di katana.
Le tecniche di produzione andarono in decadenza col passare del tempo, le armi da fuoco furono introdotte come forza difensiva sul campo di battaglia. Alla fine del periodo Muromachi, gli shogun Tokugawa emisero regolamenti per controllare chi poteva possedere e portare una spada, e, di fatto, standardizzarono la descrizione di una "nihontō".

Le nuove spade

In tempo di pace, i costruttori di spade ritornarono alle origine costruendo spade raffinate e artistiche e con l'inizio del periodo Momoyama si vede il ritorno di creazioni di alta qualità. Considerato che le tecniche degli antichi fabbri erano andate perdute durante il periodo precedente alla guerra, le spade di questo periodo furono chiamate shintō (新刀), letteralmente "nuove spade". Generalmente erano considerate inferiori alle migliori "kotō" ("vecchie spade"), e coincidevano con il declino della abilità degli artigiani. Man mano che il periodo Edo progrediva la qualità delle spade diminuiva, benché gli ornamenti fossero raffinati. Originariamente, le incisioni semplici e di gusto conosciute come "horimono" venivano aggiunte alle spade per motivi religiosi. Più tardi, nella lavorazione più complessa che si trova su molte shintō, la forma non seguiva più strettamente la funzione.
Sotto l'isolazionista shogunato Tokugawa, la costruzione di spade e l'uso delle armi da fuoco entrò in declino. Il maestro spadaio Suishinshi Masahide (c.1750–1825) rese pubbliche le proprie opinioni che le arti e le tecniche delle spade shintō erano inferiori alle lame kotō, e che tutti i costruttori di spade dovessero compiere ricerche per riscoprire le tecniche perdute. Masahide viaggiò per il paese insegnando ciò che sapeva a tutti quelli che volevano ascoltarlo, e i costruttori di spade si unirono alla sua causa e dettero vita ad un secondo rinascimento nella costruzione di spade giapponesi. Con l'abbandono dello stile shintō, e la reintroduzione delle antiche tecniche riscoperte, le spade create nello stile kotō fra il 1761 e il 1876 sono dette shinshintō (新新刀?), "nuove spade rinnovate", letteralmente "nuove-nuove spade". Queste sono considerate superiori alla maggior parte delle shintō, ma inferiori alle vere kotō.
L'arrivo di Matthew Perry nel 1853 e la successiva Convenzione di Kanagawa reinserirono forzatamente il Giappone nel mondo esterno; a ciò fece seguito poco dopo la rapida modernizzazione della Restaurazione Meiji. L'editto Haitorei nel 1876 proibì di portare spade e armi da fuoco per le strade. Il mercato per le spade scomparve, molti costruttori di spade vennero lasciati senza alcun commercio da svolgere e finirono per essere perdute preziose capacità. Le nihontō restarono utilizzate per alcune occupazioni, come le forze di polizia. Allo stesso tempo, il kendo fu inserito nell'addestramento della polizia perché i poliziotti potessero avere almeno l'addestramento necessario per usarne una in modo appropriato.
Non Commissionato della Seconda Guerra Mondiale; fatte per somigliare a una shin guntō da Ufficiale Commissionato, erano fatte di acciaio standard fabbricato a macchina, con un'elsa di metallo impresso e dipinto progettata in modo da avere l'aspetto di una tradizionale tsuka.
Con il tempo, fu riscoperto che i soldati avevano bisogno di essere armati con spade, e nei decenni a cavallo del XX secolo i costruttori di spade trovarono nuovamente da lavorare. Queste spade, chiamate con derisione guntō, erano spesso temprate con olio, o semplicemente stampate in acciaio e possedevano un semplice numero di serie piuttosto che una vera e propria firma. Quelle prodotte in serie spesso assomigliavano alle occidentali sciabole da cavalleria piuttosto che alle nihonto, con le lame leggermente più corte di quelle dei periodi shinto e shinshintō.
Le spade militari fatte a mano seguendo la tecnica tradizionale vengono spesso definite gendaitō. La produzione artigianale fu tenuta in vita grazie agli sforzi di pochi individui, in particolare Gassan Sadakazu (月山貞一, 1836–1918) e Gassan Sadakatsu (月山貞勝, 1869–1943), che lavoravano come artigiani imperiali. Questi fabbri produssero lavori raffinati al livello delle spade antiche per l'Imperatore e i suoi alti ufficiali. Gli studenti di Sadakatsu furono nominati Beni Culturali Intangibili, "Tesori Nazionali Viventi", in quanto custodivano una conoscenza considerata fondamentale per l'identità nazionale giapponese. Nel 1934 il governo giapponese emanò una specifica militare per la shin guntō (nuova spada militare), la prima versione della quale era la Katana Tipo 94: molte spade fatte a macchina e a mano usate nella seconda guerra mondiale erano conformi alle specifiche shin guntō.

Storia recente ed usi moderni

Durante l'occupazione statunitense alla fine della seconda guerra mondiale tutte le forze armate del Giappone occupato furono smantellate e la produzione di nihontō affilate fu vietata se non sotto permesso della polizia o del governo. Il divieto fu rimosso tramite un appello personale del dott. Junji Honma. Durante un incontro con il Generale Douglas MacArthur, il dott. Honma presentò spade da vari periodi della storia giapponese e MacArthur ricobbe rapidamente quali lame possedevano un valore artistico e quali erano semplici armi. Il risultato di questo incontro fu la modifica della proibizione in modo che le spade guntō furono distrutte mentre le spade di merito artistico potevano essere possedute e preservate. Anche così molte nihontō furono vendute a soldati americani a basso prezzo; nel 1958 c'erano più spade giapponesi in America che in Giappone. La vasta maggioranza di questo milione (o forse più) di spade era costituito da guntō, ma c'era comunque un rilevante numero di spade antiche.
Dopo il periodo Edo, i fabbri si dedicarono sempre più alla produzione di beni civili. L'Occupazione e le sue norme posero quasi fine alla produzione di nihontō. Qualche fabbro continuò il commercio e il dott. Honma divenne uno dei fondatori della Società per la Conservazione della Spada Giapponese (日本美術刀剣保存協会 Nippon Bijutsu Tōken Hozon Kyōkai), che assunse come missione la conservazione delle tecniche antiche e delle lame. Grazie agli sforzi di altre persone, la nihontō non sparì, molti fabbri continuarono il lavoro cominciato da Masahide, e le antiche tecniche di costruzione delle spade furono riscoperte.
Le spade moderne costruite secondo i metodi tradizionali sono comunemente note come shinsakutō (新作刀), che significa spade di nuova fattura. Altrimenti, vengono definite shinken (真剣) quando sono progettate per il combattimento opposto alle iaitō che sono da allenamento.
A causa della loro popolarità nei media moderni, le nihontō da esposizione si sono divenute molto diffuse nel mercato delle spade. Spaziando dal piccolo tagliacarte a repliche in scala "da muro", questi oggetti sono generalmente fatti di acciaio (il che li rende fragili o fa loro perdere il filo facilmente) e hanno una lama rozza o molto cruda. Ci sono racconti di nihontō in acciaio di buona qualità, tuttavia questi sono decisamente rari. Alcune repliche di nihontō sono state usate ai giorni nostri per rapine a mano armata, il che divenne la ragione per un possibile divieto di vendita, importazione e noleggio di spade giapponesi in Gran Bretagna. Come parte della campagna pubblicitaria, stili di lama e proprietà dei materiali moderni sono spesso spacciati come tradizionali e autentici, diffondendo la disinformazione.
Di seguito una lista delle varie lunghezze dei vari tipi di spada:
  • Nodachi, Ōdachi, Jin tachi: 90 cm e superiori
  • Tachi: da 80 fino a 90 cm
  • Katana: da 71 fino a 76 cm
  • Chisakatana: da 60 fino a 66 cm
  • Wakizashi: da 55 fino a 58 cm
  • Tantō, Aikuchi: da 28 fino a 41 cm
  • Yoroi toshi: da 23 fino a 30 cm
  • Kwaiken: da 8 fino a 15 cm



mercoledì 25 gennaio 2017

Amakuni

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Amakuni (天國) è il leggendario spadaio che, attorno al 700, creò nella provincia di Yamato la prima spada lunga a singolo taglio (tachi) con curvatura sul taglio. Era a capo degli spadai assoldati dall'imperatore del Giappone per fabbricare armi per i suoi guerrieri. Il figlio Amakura gli succedette nel lavoro. Secondo la leggenda avrebbe creato la katana a doppio taglio, la Kogarasu Maru. Il vero autore di questo lavoro non è conosciuto. Questo non ha analogie con i lavori delle diverse scuole di Yamato e si è quindi pensato che fosse un precoce esempio di lavoro di questa provincia.

martedì 24 gennaio 2017

Masamune

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Masamune Okazaki (岡崎 正宗 Okazaki Masamune) (... – ...) è stato un artigiano (forgiatore di spade) giapponese, conosciuto anche come Goro Nyudo Masamune (Sacerdote Goro Masamune).
La mancanza di dati biografici certi rende la sua esistenza parte della leggenda associata alle sue spade. Si ritiene che abbia operato nel periodo compreso fra il 1288 e il 1328. Costruiva spade, dette katana nella lingua giapponese, e pugnali, detti tantō, seguendo la tradizione Soshu. Si ritiene che abbia vissuto nella provincia di Sagami.
In suo onore viene consegnato il Premio Masamune durante la Competizione tra Forgiatori di Spade del Giappone.
La Masamune è una "katana", nome dato in suo onore alle spade dei samurai (solo gli allievi che avevano già compiuto il 15º anno di età potevano impugnarne una propria). Le katana di Masamune sono spesso confuse con quelle di Muramasa, un altro forgiatore (erroneamente considerato suo allievo). Secondo diverse leggende le spade di Muramasa sono descritte come portatrici di sventure (il nome significa "pioggia di sangue"), mentre quelle di Masamune come portatrici di pace e serenità (il nome significa "essenza divina della giustizia eterna").

Leggende

Una leggenda narra di una sfida fra Masamune e Muramasa per vedere chi dei due era in grado di costruire la spada più tagliente. Entrambi crearono due spade magnifiche e decisero di metterle alla prova: le due spade sarebbero state appese a una sporgenza sopra un fiume, con la punta della lama immersa nell'acqua. La spada di Muramasa, la Juuchi Fuyu (10000 inverni) tagliò ogni cosa che incontrava (pesci, foglie, il vento). La spada di Masamune, invece, la Yawaraka-Te (mano delicata) non tagliò nulla: i pesci e le foglie passavano, e il vento soffiava dolcemente sulla sua lama. Dopo un po' Muramasa si innervosì con il suo maestro per il suo disinteresse, ma Masamune la tirò fuori dall'acqua, l'asciugò e la posò nel fodero, mentre Muramasa lo derideva. Intanto un monaco, che aveva osservato tutta la sfida, parlò ai due: "La prima spada è senza dubbio una spada tagliente, ma è portatrice di sangue, una spada malvagia che non fa differenza fra ciò che taglia. Può essere buona per tagliare farfalle così come teste. La seconda è notevolmente la più tagliente fra le due, e non taglia senza motivo ciò che è innocente". Esistono numerose versioni di questa leggenda: ad esempio, una secondo cui la spada di Muramasa tagliava le foglie, mentre quella di Masamune le riuniva.
Secondo un'altra leggenda Muramasa e Masamune furono invocati per costruire spade per lo Shogun e le spade, una volta concluse, venivano appese ad una cascata. Secondo una variante di questa leggenda Muramasa fu ucciso per aver creato spade malvagie.
Infine un'altra leggenda narra di un fabbro rinomato per la sua fama di illustre forgiatore di armi molto potenti. Costui era talmente famoso da forgiare armi anche per i più nobili Samurai della regione, essendo in quei tempi scoppiata una feroce guerra. Il suo grande obiettivo era quello di creare una spada perfetta, nata per distruggere e per non essere distrutta, una Katana leggendaria, che sarebbe stata tramandata per generazioni. Essa fu forgiata secondo una tecnica innovativa, che consisteva nella sovrapposizione di più strati di metallo, battuti in una sola lama, in modo tale da conferire alla spada una resistenza eccezionale anche sotto l'urto di colpi talmente forti da risultare letali per altre spade. Lunghissima e maneggevole, con la tipica elsa circolare propria delle spade dei Samurai, divenne un mito per coloro che la maneggiavano, riuscendo a perforare anche le più coriacee tra le armature. Tuttavia, quando tutte le guerre tra i feudi cessarono e l'ordine dei Samurai andò estinguendosi, la Spada Masamune tornò nelle mani della famiglia del fabbro che l'aveva creata, dopo aver conquistato il titolo di "Katana Divina". Al giorno d'oggi non si sa più nulla di quella Spada che ha reso invincibili molti Samurai: alcune voci dicono che i posteri di quel grande fabbro, padre dell'arma, ne detengano ancora il possesso e tolgano al mondo la visione della Katana Divina.






Spade

Honjo Masamune

La Honjo Masamune fu la spada simbolo dello Shogunato durante il periodo Edo. È una delle più famose spade create da Masamune ed è tuttora considerata tra le migliori spade mai create in Giappone. Seppur considerata uno dei Tesori Nazionali del Giappone (Kokuhô), la spada scomparve poco dopo la seconda guerra mondiale.
La storia dell'arma è alquanto travagliata. Nel Sedicesimo Secolo Honjo "Echizen no kami" Shigenaga (本庄越前守重長) generale di Uesugi Kenshin, fu attaccato da Umanosuke, che brandiva una katana forgiata da Masamune. La spada spaccò a metà l'elmo di Shigenaga, che però riuscì a sopravvivere e a vincere lo scontro, conquistando la spada come premio al vincitore; in seguito a questo fatto, la spada prese il nome di Honjo Masamune. La lama era stata intaccata dalla battaglia, ma era ancora perfettamente utilizzabile. Quando le fortune di Shigenaga si dissolsero, il generale fu costretto a vendere la spada per la ridicola cifra di tredici monete d'oro. La spada passò più volte di mano, fino al suo ultimo proprietario noto, Tokugawa Iemasa (徳川家正), che la conservò fino al 1945.
Apparentemente Tokugawa Iemasa consegnò 15 spade a una stazione di polizia a Mejiro nel dicembre 1945; pare che tra di esse fosse presente la leggendaria Masamune. Nel gennaio 1946, la polizia consegnò le spade al Sergente Coldy Bimore del Settimo Cavalleria degli Stati Uniti, anche se in realtà non vi è certezza della correttezza di questo nome. Potrebbe infatti essere un nome non reale generato dalla trascrizione fonetica che, in quel periodo, era stata adottata dai giapponesi per tradurre l'inglese in giapponese. Da allora la spada è scomparsa.




lunedì 23 gennaio 2017

Kunai

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I kunai sono armi da taglio giapponesi risalenti all'epoca Tensho (1573-1592).

Storia

In origine semplicemente usati come attrezzi da giardinaggio, furono in seguito modificati in coltelli e dati in dotazione nell'armamentario dei ninja, che potevano così tenerli nella propria dimora senza suscitare il sospetto che si trattasse di armi.

Uso

Essendo un'arma molto corta il kunai viene usato più frequentemente con la lama rivolta all'indietro e con l'indice nel cerchietto in fondo al manico in modo da poterne controllare la posizione rispetto al palmo della mano. Tale posizione viene usata quando si è in fase di scontro usando il braccio come sostegno della lama. Oltretutto tale posizione consente di effettuare rapidamente colpi di taglio muovendo il braccio verso l'interno e viceversa, oltre ad un leggero piegamento interno del polso, un colpo di punta.
La lama viene posta in avanti soltanto nel caso di un colpo certo, magari effettuato alle spalle.

domenica 22 gennaio 2017

Te (arte marziale)

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Te in giapponese significa letteralmente mano ma con questo termine, nel dialetto di Okinawa () per lungo tempo si è indicato l'insieme di tecniche di boxe originarie della Cina che furono introdotte nell'isola soprattutto nell'ultima fase della dinastia Qing. Questa arte marziale venne poi chiamata Okinawa-te, conosciuta anche col nome di Tode.
Antica lotta giapponese a mani nude praticata nelle isole Ryu Kyu.