Il viaggio in Occidente
(in cinese 西遊記,
西游记,
Xīyóu Jì, Hsiyu-chi, letteralmente "Racconto del viaggio in
occidente") è un classico della letteratura cinese,
appartenente al gruppo dei quattro grandi romanzi classici. Fu
pubblicato anonimo nel 1590 circa. Sebbene non sia pervenuta alcuna
prova materiale relativa all'identità dello scrittore, lo si
attribuisce tradizionalmente all'erudito Wú Chéng'ēn.
Il romanzo racconta, in versione
mitizzata, il viaggio di un monaco buddhista, ispirato al personaggio
storico Xuánzàng. Costituisce una riflessione su quanto il
buddhismo cinese avesse unito, fondendo aspetti del Taoismo e del
Confucianesimo in Cina. Rappresenta, inoltre, un vero e proprio
percorso di purificazione dei vari personaggi, che alla fine del
viaggio giungeranno all'illuminazione.
Trama
Il monaco Sanzang (ispirato al
personaggio storico Xuanzang) viene inviato dal Bodhisattva Guanyin
in India per ottenere le copie di determinati importanti testi
canonici buddhisti, non disponibili in Cina. È accompagnato nel suo
viaggio da tre discepoli — il re scimmia Sun Wukong, il maiale Zhu
Wuneng (chiamato dal monaco "Zhu Bajie", cioè "maiale
soggetto alle otto proibizioni"), e il demone fluviale Sha
Wujing, che decidono di proteggerlo dalle insidie del viaggio e
aiutarlo nell'impresa di ottenere il perdono dei peccati commessi. Il
cavallo del protagonista, invece, è in realtà un principe drago,
figlio del Re Drago del Mare del Sud. Insieme, combattono i mostri ed
i demoni che incontrano lungo il cammino, compreso il Baigujing, che
uccide intere famiglie succhiando l'anima e la vita, e il Demone del
Ratto, che seduce e uccide i monaci con i suoi artigli.
Storia di Sun
Wukong
I primi capitoli del romanzo sono tutti
dedicati alla storia di Sun Wukong e diverse edizioni si limitano a
questa parte.
Da una roccia, frutto della terra
ingravidata dal vento, nasce lo scimmiotto di pietra Sun Wukong che
si distingue per il suo coraggio portando il popolo delle scimmie
nella Caverna del Sipario d'Acqua della Montagna dei Fiori e dei
Frutti, diventandone così il re. Preoccupato dalla possibilità che
la sua conquistata felicità un giorno possa finire, viaggia a lungo
fino ad arrivare presso l'abitazione di un Saggio, il Patriarca
Subhodi, che gli insegna la Via (Tao), e in particolare come
diventare un Immortale e come difendersi dalle Tre Calamità, il che
lo rende un guerriero potentissimo, capace di 72 trasformazioni e di
volare su una nuvola; quando il Saggio si renderà conto che il
giovane scimmiotto non ha appreso l'essenza della Via ma solo i suoi
poteri, lo caccerà e gli proibirà di dichiararsi suo discepolo, e
in effetti Sun Wukong non farà mai più il suo nome.
Tornato nella sua Montagna dei Fiori e
dei Frutti, si impegna a portare il suo regno alla supremazia,
conquistando e sottomettendo tutte le altre specie e pretendendo in
dono dai quattro Dragoni Re dei Mari un bastone che si allunga e
rimpicciolisce a piacimento (originariamente una delle colonne che
tenevano l'oceano al suo posto), un elmo di fenice, un'armatura d'oro
e degli stivali magici.
L'Imperatore di Giada, infastidito
dalla sua arroganza, lo chiama a palazzo per tenerlo sotto controllo,
e gli assegna l'incarico di Custode dei Cavalli Celesti (弼馬溫,
Bìmǎwēn), ma lo scimmiotto superbo trova l'incarico troppo umile,
così torna alla sua montagna; allora l'Imperatore di Giada manda
contro di lui il Re Li e suo figlio Nezha, che tuttavia non riescono
a sconfiggerlo, così egli decide di concedere al Re delle Scimmie il
titolo di Grande Saggio Pari del Cielo come da lui richiesto e
richiamarlo in Cielo.
Qui però lo scimmiotto dà ancora
prova di sé e dopo essersi cibato delle Pesche dell'Immortalità si
introduce in una festa a cui non era stato invitato e mangia e beve
tutti gli alimenti degli dei che può, ruba le pillole di Lao Zi, poi
fugge di nuovo alla sua montagna. Questa volta l'Imperatore infuriato
manda contro di lui suo nipote Erlang, che, dopo una estenuante
battaglia a cui partecipano anche molte altre divinità tra cui la
Bodhisattva Guanyin e Lao Zi, riesce a sconfiggerlo e consegnarlo al
Cielo, dove viene subito condannato a morte.
Il problema ovviamente è che lo
scimmiotto è un Immortale, e il suo corpo è indistruttibile
essendosi cibato delle pesche sacre, perciò nonostante venga
trafitto da spade, battuto con martelli, colpito da fulmini e
sottoposto a innumerevoli torture, non riporta neanche un graffio:
allora viene rinchiuso in una fornace nella speranza che il suo corpo
fonda, ma dopo diversi giorni, quando la fornace viene aperta, egli è
ancora vivo, e i suoi occhi sono ora del colore del fuoco con pupille
dorate, ed hanno acquisito il potere di vedere attraverso ogni
inganno.
In cerca di vendetta, Sun Wukong mette
a ferro e fuoco il Cielo, combattendo alla pari con più di centomila
soldati imperiali, e l'Imperatore terrorizzato manda a chiamare il
Tathāgata Buddha, che sfida il Re delle Scimmie a saltare fuori
dalla sua mano, ma nel momento in cui lo fa la mano diventa sempre
più grande finché quando Sun Wukong crede di essere arrivato al
confine dell'universo in realtà non ha raggiunto che le dita della
mano. Il Buddha allora lo punisce per la sua arroganza seppellendolo
sotto la Montagna dei Cinque Elementi.
Il Viaggio ad
Ovest
Dopo 500 anni la Bodhisattva Guanyin
viene incaricata dal Buddha di cercare un uomo pio in grado di
affrontare il pericoloso viaggio verso Ovest per portare nell'impero
cinese sotto la dinastia Tang i sutra, in modo da diffondere in esso
il vero insegnamento del Buddha, e lungo il cammino questa pensa di
concedere a Sun Wukong la libertà in cambio della promessa di
diventare un discepolo del prescelto. Quando il monaco Chen Xuanzang,
detto Sanzang (o Tripitaka, "tre ceste", dal nome del sutra
che porterà al ritorno) e Tangseng (fratello dei Tang) giunge in
prossimità della Montagna dei Cinque Elementi la scimmia ormai
millenaria gli spiega la situazione e lo implora di liberarlo; il
monaco accetta, gli dà il nomignolo Xingzhe (行者)
e da quel momento diventa il suo maestro.
Non che Sun Wukong sia un buon
discepolo; alla prima ramanzina abbandona il monaco, e la Bodhisattva
Guanyin, giunta in suo soccorso, dona a questi un diadema magico.
Quando il Grande Saggio Pari del Cielo ritorna il monaco gli fa
indossare il diadema con un trucco e poi con una magia insegnatagli
dalla Bodhisattva lo stringe attorno al suo cranio provocandogli un
immenso dolore; quando smette Sun Wukong si rende conto di non
poterlo togliere e cerca di uccidere di botte il suo maestro, ma
questo ricomincia a recitare la formula magica.
Da questo momento in poi Sun Wukong
obbedirà senza discutere al monaco, e lo proteggerà durante tutto
il viaggio, durante il quale incontrerà i nuovi compagni di
avventura, precedentemente anch'essi discepoli del monaco: il maiale
antropomorfo Zhu Wuneng e il demone fluviale Sha Wujing, condannati
anch'essi, alcuni anni prima, durante l'annuale banchetto di pesche
sacre (Zhu Wuneng si ubriacò e cercò di sedurre una bella
fanciulla, Sha Wujing ruppe un vaso per sfogare un impeto di rabbia),
mentre il cavallo del monaco è in realtà la trasformazione di un
drago, figlio del re drago dei mari del sud, condannato dal padre per
aver distrutto la sua grande perla sacra ma salvato da Guanyin.
Insieme attraverseranno moltissimi scenari, tra cui larghi fiumi
impassabili, montagne fiammeggianti, delle grotte abitate da malvagie
volpi a nove code, un regno con una popolazione interamente femminile
e una tana di seducenti spiriti di ragno, e lotteranno contro gli
innumerevoli banditi, demoni e creature mitologiche che
incontreranno. Tra questi sono compresi Niu Mowang, un Re Demone Toro
precedentemente amico dello scimmiotto, il Baigujing, che uccide
intere famiglie succhiando l'anima e la vita, ed il Demone del Ratto,
che seduce e uccide i monaci con i suoi artigli.
Lo scimmiotto protagonista imparerà da
allora a comportarsi meglio e infine, dopo 14 anni di pellegrinaggio,
arriveranno al confine con l'India e porteranno a termine la loro
impresa ricevendo i testi sacri dal Buddha che vive sul picco della
collina Griddhraj Parvat. Il gruppo raggiungerà l'illuminazione: Sun
Wukong e Sanzang diventeranno dei buddha a loro volta, Sha Wujing un
arhat, Zhu Wuneng ironicamente il consumatore delle offerte in
eccesso sugli altari e infine il cavallo-drago un nāga.
Fortuna
letteraria
Il Viaggio in Occidente ha
riscosso una grande fortuna letteraria nella letteratura cinese e
nella cultura dell'Asia. Un personaggio del romanzo, uno degli
assistenti soprannaturali del monaco, il re scimmia Sun Wukong (孙悟空),
è diventato uno dei personaggi più famosi e più cari della
letteratura cinese. La ragione di una popolarità così duratura
viene dal fatto che esso è portatore di messaggi su livelli
multipli: è una storia di avventura, con parecchi passaggi al
comico, e anche una metafora in cui il gruppo dei pellegrini che
viaggiano verso l'India corrisponde a un viaggiare simbolico verso il
chiarimento, un viaggio interiore verso un livello di educazione più
elevato.
Il romanzo è stato fonte d'ispirazione
per numerose opere, come i celeberrimi manga Dragon Ball e Saiyuki,
gli anime The Monkey e Starzinger, la serie televisiva Saiyuki, e i
film La principessa dal ventaglio di ferro, Le 13 fatiche di
Ercolino, Doraemon: Nobita no parallel Saiyūki, Il regno proibito, e
Journey to the West: Conquering the Demons, oltre a venire spesso
parodiato in innumerevoli altri fumetti, cartoni, e videogiochi (tra
questi ultimi, il più noto è SonSon).
Lo scimmiotto, fumetto sceneggiato da
Silverio Pisu e disegnato da Milo Manara, è una versione molto
libera della prima parte della storia, che si conclude con
l'imprigionamento del Re delle Scimmie sotto la Montagna dei Cinque
Elementi.