domenica 17 aprile 2022

Tyson Fury


 Tyson Luke Fury è un pugile inglese nato a Wythenshawe il 12 agosto 1988. Soprannominato “Il re gitano” (“The Gipsy King“) per via delle origini nomadi, è detentore dei titoli mondiali dei pesi massimi WBC e The Ring dal 2020.

É autore assieme al pugile Deontay Wilder di una nota trilogia, conclusasi nel 2021 con la supremazia di Fury.

È due volte campione del mondo dei pesi massimi, avendo ottenuto i titoli WBC e Ring Magazine dalla vittoria contro Deontay Wilder nel 2020; in precedenza si è guadagnato l’Unified WBA (Super), IBF, WBO, IBO e il titolo “The Ring” dopo aver sconfitto Wladimir Klitschko nel 2015. Con la sconfitta di Wilder nel 2021, Fury diventa il terzo peso massimo, dopo Floyd Patterson e Muhammad Ali, ad ottenere il titolo “The Ring” per ben due volte, ed è considerato da Media Butlets il successore lineare del titolo.

Tyson Fury è alto 216 cm ed al suo match contro Wilder del 9 ottobre 2021 ha segnato un peso sulla bilancia di 125.6 kg.

Secondo ESPN, TBRB e BoxRec è il miglior peso massimo in attività dal dicembre 2020.


Biografia

Tyson Fury nasce a Wythenshawe, un sobborgo del sud di Manchester, da genitori di origini irlandesi da una famiglia di pugili. Il padre, conosciuto come John “Gipsy” Fury, è stato un pugile professionista negli anni ottanta, mentre il cugino Andy Lee ha vinto il titolo 2014 dei pesi medi WBO.

Tyson conobbe sua moglie Paris quando lei aveva 15 anni e lui 17: entrambi provenivano da una famiglia nomade irlandese. Si cominciarono a frequentare l’anno seguente e si sposarono nel 2008 a St.Peter nella Chiesa Cattolica di Chains nel Doncaster, South Yorkshire. La coppia ha sei figli: tre figli, chiamati tutti Prince e tre figlie. Sembra che siano stati chiamati così sia per fare onore al suo soprannome “King” (“Io sono un re e loro sono principi finché non guadagnano legittimamente il loro nome”) sia in riferimento al pugile Prince Naseem Hamed, all’epoca il suo fighter britannico preferito.

La moglie di Fury ha perso due figli prima della nascita, entrambi nei giorni in cui Tyson avrebbe dovuto combattere: prima del match annullato contro Ustinov nel 2014 ed al suo comeback contro Seferi nel 2018.

Fury vive a Morecambe, nel Lancashire. Nel settembre 2015 ha ipotizzato la sua candidatura come candidato indipendente al parlamento britannico per Morecambe e Lunesdale, ritenendo che il governo fosse eccessivamente concentrato sulla fornitura di servizi per gli immigrati e non abbastanza sui senzatetto e su persone con problemi di droga e alcol. i problemi. Ha anche sostenuto pubblicamente la Brexit.

Fury lamenta spesso una discriminazione classista nei suoi confronti a causa delle sue origini zingare e nel 2016 ha detto alla stampa: “Non importa quanto io possa fare bene, per tutti sarò sempre lo zingaro bianco e grasso. Sono un campione ma sarò sempre considerato un barbone“.

Fury debutta come professionista il 6 dicembre 2008 vincendo per KO tecnico contro l’ungherese Bela Gyongyosi: successivamente vincerà 6 match di fila tutti per KO e prima del limite, in soli sette mesi, contro i pugili Marcel Zeller, Daniil Peratyakto, Lee Swaby, Matthew Ellis, Scott Belshaw e Aleksandrs Selezens.

L’11 settembre 2009 Fury ha conquistato il titolo inglese dei pesi massimi contro John McDermott (25-5, 16 KO) vincendo ai punti: pur essendo considerato favorito 6 ad 1 non ha convinto durante il match ed il punteggio 98-92 dell’arbitro Terry O’Connor è stato aspramente criticato. La decisione ha portato il British Boxing Board of Control a bandire i tre giudici da tutti i titoli inglesi, e il consiglio ha ordinato un rematch, avvenuto poi nel 2010, dove Fury ha confermato la vittoria, questa volta vincendo per TKO.

Il 23 luglio 2011, Fury ha affrontato alla Wembley Arena di Londra l’imbattuto Derek Chisora per il titolo dei pesi massimi britannici e quello del Commonwealth. Sia Chisora che Fury si sono affrontati con un record di 14-0, nonostante il primo avesse 27 anni e Fury 22. Chisora era il favorito, nonostante la differenza di stazza e portata: tuttavia Fury si aggiudicò il match per decisione unanime al termine di 12 round infuocati, con punteggio 117-112, 117-112 e 118-111. Il promoter Mick Hennessy ha affermato che il match (trasmesso anche da Canale 5 in chiaro, in diretta) ha toccato il picco di circa 3 milioni di telespettatori.

Il 17 settembre 2011 Fury ha combattuto contro il trentaduenne Nicolai Firtha in un incontro non valevole per il titolo al King’s Hall di Belfast. Firtha ha accettato l’incontro con un preavviso di solo due settimane. I primi due round sono stati dominati da Fury, che dopo aver rischiato il KO al terzo round ha ripreso il controllo nel round successivo ed al quinto round ha sopraffatto l’avversario, costringendo l’arbitro a interrompere il match per KO tecnico a 2 minuti e 19 secondi. Il match ha avuto una seguito di 1,03 milioni di telespettatori su Channel 5.

Fury è tornato sul ring il 12 novembre all’Event City di Trafford Park, Manchester per difendere il suo titolo Commonwealth dei pesi massimi contro l’imbattuto campione canadese dei pesi massimi Neven Pajkic. Il match fu un susseguirsi di colpi da KO e lo stesso Fury è stato atterrato al secondo round con un destro, riuscendo a rialzarsi e rischiando il KO al terzo round, dove però riuscì a mettere a segno ben due colpi da KOT che infatti portarono all’interruzione del match da parte dell’arbitro, nonostante le proteste di Pajkic che si riteneva capace di continuare il match. Il verdetto venne aspramente criticato ed in tanti pensarono che l’interruzione del match fosse inadeguata. L’evento ha avuto una media di 1,72 milioni di telespettatori su Channel 5.

Fury ha rinunciato alla cintura nazionale britannica e del Commonwealth, nonostante il parere contrario di molti, per prepararsi ad un titolo mondiale e per conquistare quello Irlandese.

Dirà ai media “Ho lasciato i titoli britannici e del Commonwealth, che alcune persone dicono essere più prestigiosi del titolo irlandese, ma non per me. Ho lasciato quelle cinture per una title shot irlandese perché significava di più per me. Tutta la mia gente viene dall’Irlanda. Sono nato a Manchester ma sono irlandese“.

Il 14 aprile 2012 Fury ha combattuto a Belfast, all’Odissey Arena, per il titolo irlandese dei pesi massimi contro Martin Rogan, un veterano del ring a fine carriera. Fury è riuscito a mandarlo al tappeto al terzo round con un gancio sinistro e l’incontro è stato interrotto dal suo angolo. Il match ha radunato 1.33 milioni di utenti su Channel 5.

Il 7 luglio 2012 Fury combatté per il titolo vacante intercontinentale WBO contro il pugile americano Vinny Maddalone alla Hand Arena a Clevedon, Somerset. Fury era leggermente sottopeso (111.4 kg) rispetto al match contro Rogan; tuttavia riuscì ad imporsi su Maddalone, controllando il match fin dall’inizio e sorprendendolo con una serie di combinazioni perfette nel round di apertura, continuando ad imporsi con colpi pesantissimi ed aprendo un varco sotto l’occhio dell’avversario al quarto round. Al quinto round l’arbitro interruppe la punizione che Fury stava infliggendo a Maddalone, dichiarando il KO tecnico. Il match fu seguito da oltre un milione di utenti su Channel 5.

Il 12 novembre 2012 è stato annunciato il match tra Kevin Johnson e Tyson Fury per il titolo mondiale WBC: si sarebbe tenuto alla Odissey Arena a Belfast, il 1 dicembre seguente. Fury batterà Johnson ai punti per decisione unanime dopo 12 round, anche se molti esperti descrissero il match come noioso (inclusi la BBC e ESPN). Nonostante tutto il match radunò 1.37 milioni di telespettatori su Channel 5.

Il 20 febbraio 2013 venne annunciato un match tra l’americano Steve Cunningham e Fury che avrebbe costituito il debutto di quest’ultimo negli Stati Uniti al Madison Square Garden, il 20 aprile 2013. L’incontro avrebbe costituito una eliminatoria per il titolo IBF, che avrebbe determinato il numero 2 in classifica, mentre il vincitore avrebbe dovuto poi combattere contro l’imbattuto peso massimo bulgaro Kubrat Pulev. Al weigh-in Cunningham pesava 95 kg, ben 20 kg di meno di Fury che ne pesava 115. Combatterono entrambi con ferocia durante i primi round e Cunningham riuscì anche a far conteggiare Fury al secondo round, ma The Gypsy King riuscì a riprendersi e mandare al tappeto Cunningham al settimo round con un micidiale destro che segnò la prima sconfitta per KO dell’americano nella sua carriera.

Durante il match venne contestata a Fury una testata che gli fruttò un punto di ammonizione. Una settimana dopo il match Cunningham sostenne, parlando alla ATG Radio, che Fury utilizzò una tecnica illegale per mandarlo KO: disse che lo trattenne per l’avambraccio, spingendolo all’angolo due volte, spingendogli la testa di lato con l’avambraccio e poi tirando il famoso destro che concluse l’incontro. L’evento raccolse 1.2 milioni di visitatori in media, con picchi da 1.7 milioni, sulla NBC. Nel Regno Unito il match venne trasmesso da Channel 5 e raccolse 1.54 milioni di spettatori. La vittoria contro Cunningham valse a Fury il settimo posto su BoxRec, un secondo posto secondo IBF, un sesto per la WBC ed un quinto per la WBO.

Fury avrebbe dovuto combattere per la prima volta su una piattaforma pay-per-vire contro David Haye il 28 settembre 2013: tuttavia Haye il 21 settembre ha dato forfait dopo aver subito sei punti di sutura per un taglio sopra l’occhio subito durante un allenamento. L’incontro è stato quindi posticipato all’8 febbraio 2014 ma Haye si è ritirato dal combattimento una seconda volta il 17 novembre, affermando di aver avuto un infortunio alla spalla che avrebbe richiesto un intervento chirurgico e che avrebbe messo a rischio la sua carriera accennando anche al suo ritiro.

Fury non ha creduto alle scuse di Haye ed ha dichiarato: “Sono assolutamente furioso ma in tutta onestà questo è esattamente quello che mi aspettavo. Tutti sanno che ero molto sospettoso quando si è ritirato la prima volta e questo mi conferma che ha sempre avuto paura di me e non ha mai voluto questo match.”

A parte le spese per il training camp, il mancato match contro Haye è costato a Fury anche la sua posizione nella classifica mondiale, incluso un match per le eliminatorie IBF che lo avrebbe traghettato verso il match per il titolo mondiale.

Il 24 gennaio 2014 venne annunciato il match contro l’argentino Gonzalo Omar Basile, che si sarebbe dovuto tenere il 15 febbraio seguente alla Copper Box Arena. Il 5 febbraio tuttavia Basile si ritirò dal match a causa di una infezione ai polmoni, venendo così rimpiazzato dall’americano Joey Abell. Fury lo mandò al tappeto ben tre volte prima della fine del quarto round, ponendo fine al match in breve tempo. Dopo la fine dell’incontro Fury prese il microfono e disse “Tyson ‘Troppo Veloce’ Fury, questo è il mio nome. Questi sono dilettanti se confronti a me: io voglio Wladimir Klitschko, mi sta evitando. Forza Wlad“.

Fury avrebbe dovuto combattere per la seconda volta contro Derek Chisora ​​il 26 luglio 2014 per il titolo europeo ed il titolo britannico dei pesi massimi. Il 21 luglio Chisora ​​è stato costretto a ritirarsi dopo aver subito una frattura alla mano in allenamento. Come sostituto di Chisora è stato scelto il russo Alexander Ustinov ma questa volta è stato Fury a ritirarsi dal match in programma alla Manchester Arena dopo che suo zio ed ex allenatore Hughie Fury si è ammalato gravemente.

Fury e Chisora ​​hanno quindi riprogrammato il match per il 29 novembre 2014 all’ExCeL di Londra. L’incontro è stato valido per le eliminatorie al titolo WBO ed è stato trasmesso in diretta su BoxNation.

Fury ha dominato completamente l’incontro fino a quando l’angolo di Chisora ​ha gettato la spugna alla fine del decimo round. Fury ha anche usato la guardia falsa (da mancino) per la maggior parte del combattimento, nonostante la sua preferenza per la guardia destra. Fury ha chiarito di essere ambidestro e poter combattere “southpaw” (con la guardia falsa, o guardia mancina) o “orthodox” (in guardia destra).

Usando il jab per disturbare Chisora ​​e rimanendo lontano grazie alla portata dei suoi colpi non ha lasciato avvicinarsi Chisora che ​​non è riuscito a mettere a segno pugni significativi oltre ad averlo spinto a colpire sotto la cintura (comportamento per il quale Chisora ​​è stato ammonito dall’arbitro Marcus McDonnell nel primo round). Dopo il match, Fury dirà: “Wladimir Klitschko, sto venendo per te, baby. Sto arrivando. Nessuna ritirata, nessuna resa”. Il promoter Mick Hennessy ha affermato che Fury avrebbe probabilmente combattuto ancora una volta prima di mettersi in gioco per il titolo mondiale.

Il 26 dicembre 2014 Sky Sports News ha annunciato che Fury avrebbe combattuto ancora una volta prima di sfidare Klitschko per i suoi titoli mondiali contro Christian Hammer il 28 febbraio 2015 all’O2 Arena di Londra.

Il match si è concluso con un KO ai danni di Hammer, mandato al tappeto da un gancio destro alla corta di Fury. Dopo il match Fury ha nuovamente chiamato in causa Klitschko, affermando di essere pronto per la title shot.

A luglio 2015 è stato confermato che Fury avrebbe combattuto contro Wladimir Klitschko in un match valevole per i titoli mondiali dei pesi massimi WBA (Super), IBF, WBO, IBO, Lineal e The Ring. Inizialmente previsto per il 24 ottobre 2015, è stato rinviato al 28 novembre 2015 dopo che Klitschko ha subito un infortunio al polpaccio. Per questo match Fury si è allenato con i kickboxer dei pesi massimi più alti in classifica in GLORY, Rico Verhoeven e Benjamin Adegbuyi.

L’evento si è svolto all’Esprit Arena di Düsseldorf, in Germania, non senza polemiche: inizialmente si sono discussi i guanti, poi c’è stata una discussione per la tela del ring. Secondo quanto riferito, Klitschko aveva le mani fasciate senza la presenza di un rappresentante di Fury, quindi ha dovuto rifarle.

Alla fine Fury ha vinto dopo 12 round ai punti per decisione unanime. I giudici hanno segnato una scorecard di 115-112, 115-112 e 116-111. Klitschko e Fury hanno mostrato poca combattività durante i 12 round, ma Fury è risultato più attivo e ha fatto abbastanza in ogni round per aggiudicarsi il titolo. Klitschko ha messo a segno 52 colpi su 231 lanciati (23%) e Fury ne ha tirati 86 su 371 lanciati (23%).

Nell’intervista post-combattimento, un Fury visibilmente emozionato ha dichiarato: “Questo è un sogno che diventa realtà. Abbiamo lavorato così duramente per questo. Ce l’ho fatta. È difficile vincere ai punti in un paese straniero. Significa tantissimo per me venire qui e tornare a casa con una vittoria ai punti“. Poi ha preso il microfono e ha ringraziato Klitschko: “Vorrei dire a Wladimir, sei un grande campione. E grazie mille per avermi ospitato“.

Klitschko non è riuscito a tirare il suo micidiale destro grazie ai rapidi movimenti, finte e schivate di Fury. Ha detto: “Tyson è stato più veloce e migliore stasera. Mi sono sentito abbastanza a mio agio nei primi sei round, ma sono rimasto stupito che sia stato così rapido anche nel secondo tempo. Non ho potuto tirare il mio destro perché ero costantemente tenuto a distanza“.

Klitschko poteva contare comunque su una clausola di rivincita da contratto.

L’8 dicembre 2015, l’IBF ha privato Fury del suo titolo, poiché il contratto per il match contro Klitschko includeva una clausola di rivincita, precludendo così a Fury di affrontare lo sfidante obbligatorio IBF Vyacheslav Glazkov. Fury ha tenuto la cintura IBF per soli 10 giorni. La rivincita contro Klitschko tuttavia non si è concretizzata a causa di problemi di salute mentale di Fury che l’hanno portato all’alcolismo, all’uso di droghe ricreative e ad un enorme aumento di peso.

L’8 aprile 2016, dopo mesi di trattative, è stata finalmente annunciata la rivincita contro Klitschko: questa volta si sarebbe tenuta nella città natale di Fury, Manchester, alla Manchester Arena, il 9 luglio 2016.

Nonostante i termini concordati per la rivincita, Fury ha dichiarato di non essere motivato al combattimento e di aver guadagnato una quantità estrema di peso dopo il primo combattimento, arrivando a pesare oltre 150 kg da aprile 2016.

Il 24 giugno 2016 è stato annunciato il rinvio del match a causa di un infortunio di Fury in allenamento (una caviglia slogata). Lo stesso giorno, Fury e suo cugino, Hughie Fury, sono stati accusati dall’antidoping britannico della “presenza di una sostanza proibita”, ossia il nandrolone, in un campione di sangue prelevato 16 mesi prima nel febbraio 2015. Tyson e Hughie hanno negato con forza ogni accusa di doping.

Il 23 settembre 2016 Fury ha dovuto rinviare nuovamente il combattimento contro Klitschko dopo essere stato dichiarato “non idoneo dal punto di vista medico“. ESPN ha riferito che Fury aveva fallito un test antidroga per la cocaina il giorno prima del secondo rinvio. Fury ha accennato a problemi di depressione in seguito a questo test.

La salute mentale di Fury deteriorò notevolmente dopo aver vinto i titoli mondiali. Il 4 ottobre 2016, in una intervista su Rolling Stone, Fury dichiarò:

Sto lottando contro un sacco di demoni interiori, cercando di togliermeli di torno… questo non ha niente a che vedere con il combattere, sto avendo a che fare con la mia vita personale. Non sono andato in palestra per mesi. Sono passato attraverso la depressione. Ho perso la voglia di vivere, non so se mi capisci. Ne ho abbastanza di tutto. Lascia perdere la cocaina, non mi interessa. Non voglio più vivere, capito? La cocaina è il meno rispetto al non aver più voglia di vivere. Sto chiedendo aiuto, ma non possono fare niente per me. Quello che ho è incurabile. Voglio farla finita. Tutto il denaro del mondo, la fama e la gloria non significano niente se non sei felice. Sto andando da alcuni psichiatri. Dicono che soffro di una sorta di bipolarismo. Che sono maniaco depressivo. Non mi va nemmeno di svegliarmi. Spero di morire ogni giorno. E non è una cosa bella da dire quando hai tre figli ed una moglie che ti ama, non è vero? Ma non ho più voglia di vivere. E se potessi togliermi la vita – e non fossi Cristiano – lo farei in un secondo. Spero solo che qualcuno mi uccida prima di uccidermi da solo. Dovrei spendere l’eternità all’inferno. Mi sono messo a bere dal lunedì al venerdì alla domenica, mi faccio di cocaina. Non posso più sopportare tutto questo e l’unica cosa che mi aiuta è quando sono completamente ubriaco e fuori di me”.

Dopo che Fury diventò campione nel 2015 i media britannici cominciarono a scavare nel suo passato in cerca di affermazioni controverse. Vennero così fuori numerose frasi discutibili: tra le tante, Fury sostenne che avrebbe “impiccato” sua sorella nel caso fosse stata infedele, ed in una intervista antecedente al match contro Klitscho avrebbe condannato ed accomunato aborto, pedofilia ed omosessualità, sostenendo che la legalizzazione di queste pratiche avrebbe portato ad una punizione divina. Fury è stato nominato per l’edizione 2015 del BBC Sports Personality of the Year Award ma 140.000 persone firmarono una petizione dichiarando che la sua equazione “omosessualità = pedofilia” dovrebbe squalificarlo automaticamente. Quando gli venne chiesta una opinione al riguardo Fury citò frasi religiose, incluso “credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato” assieme ad un passo da Giovanni 3:16.

Il 12 ottobre 2016, in attesa dei risultati dell’indagine anti-doping a suo carico sull’utilizzo di cocaina, di nandrolone ed in generale sull’essere ritenuto clinicamente inadatto a combattere, Fury ha deciso di lasciare i titoli dei pesi massimi WBA (Unified), WBO e IBO.

Dichiarò alla stampa: “Ho vinto i titoli sul ring e credo che dovrebbero essere persi sul ring, ma non sono in grado di difendermi in questo momento e ho preso la decisione difficile ed emotivamente pesante di lasciare ufficialmente i miei preziosi titoli mondiali e auguro il meglio ai prossimi contendenti in linea mentre ora entro in un’altra grande sfida nella mia vita che so di poter vincere, come quella contro Klitschko.“

Il promoter di Fury Mick Hennessy ha aggiunto: “Tyson sarà ancora il diretto campione del mondo dei pesi massimi agli occhi di tutti. Ha battuto il piùù grande campione di boxe dell’era moderna in una notte incredibile in Germania guadagnandosi quel titolo e questo non cambierà mai. Anche se è straziante vedere Tyson lasciare i titoli mondiali per cui ha lavorato così a lungo e con fatica per tutta la sua vita, ciò che è fondamentale ora è che riceva le cure mediche insieme all’amore della sua famiglia e dei suoi amici e il supporto del mondo della boxe per recuperare completamente.“

La decisione di Fury era legata al sottrarsi dalla costante pressione dei media, concedendosi il tempo di riprendersi e ricevere assistenza medica professionale per i suoi problemi di salute mentale e potendo così trascorrere più tempo con la sua famiglia. Il 13 ottobre, il British Boxing Board of Control ha deciso di sospendere la licenza di boxe di Fury. Il 1° febbraio 2018, Fury è stato privato del suo ultimo titolo rimasto, quello dei pesi massimi della rivista The Ring.

A dicembre 2016 lo zio di Fury, Peter, ha annunciato che Fury sarebbe ritornato sul ring intorno alla primavera del 2017 e avrebbe puntato a combattere contro il campione WBC Deontay Wilder.

Il 23 dicembre, Fury ha twittato che era tornato ad allenarsi in vista di un ritorno sul ring intorno ad aprile o maggio 2017. Il suo tweet diceva: “Ho avuto un 2016 infernale, ho fatto molte cose di cui non sono orgoglioso, ma mi riprometto di tornare nel 2017.“

Il 6 marzo 2017 Fury ha twittato che il suo match di rientro si sarebbe svolto il 13 maggio 2017 e stava ragionando con il promotore Frank Warren su possibili avversari. Warren divenne il promoter di Fury dopo che Fury abbandonò il suo promotore di lunga data Mick Hennessy. La data fissata per il ritorno avrebbe significato che Fury avrebbe combattuto nella undercard di Josh Warrington che difendeva il suo titolo WBC International dei pesi piuma contro Kiko Martinez alla First Direct Arena di Leeds.

Poche ore dopo che Fury aveva annunciato una data di ritorno, la British Boxing Board of Control (BBBofC) ha annunciato pubblicamente che Fury era ancora sospeso e non avrebbe combattuto a maggio, informazione confermata anche dal loro segretario generale Robert Smith. Ha anche affermato che non c’erano stati contatti da Fury o dai suoi rappresentanti da quando il divieto è stato emanato nell’ottobre 2016. Warren ha detto a Reuters il 7 marzo: “Voglio vederlo tornare sul ring il prima possibile, ma prima che ciò accada ha ancora un paio di problemi da risolvere“. Warren ha detto che insieme alla controversia con il BBBofC ci sarebbe stata un’udienza in tribunale con l’Anti-Doping del Regno Unito (UKAD).

Robert Smith, segretario generale della BBBofC, ha dichiarato nel maggio 2017 che il caso di Fury era “complesso” ed era stato aggiornato. Nel settembre 2017 Fury ha sfidato l’UKAD a dargli una risposta e a bandirlo definitivamente o ripristinare la sua licenza di boxe. Sosteneva di essere stato trattato ingiustamente poiché ci era voluto più di un anno prima che rispondessero, affermando che di solito il problema sarebbe stato risolto nel giro di pochi mesi.

Fury ha twittato: “Per quanto tempo devo essere trattenuto e tenuto fuori dai giochi? Sono 15 mesi che sono stato indagato, stai impedendo a un uomo innocente di compiere il suo destino e di provvedere alla sua famiglia“. L’UKAD ha dichiarato che non era questione di tempo ed ha negato le affermazioni secondo cui stavano prolungando forzatamente l’udienza, chiarendo che stavano cercando di risolvere la questione nel più breve tempo possibile.

Il 12 dicembre l’UKAD ha annunciato di aver trovato un accordo con Fury e la BBBoC e di aver sciolto tutte le accuse a carico del pugile. “Tenendo conto dei ritardi nella gestione ed il fatto che non siano state emesse accuse in relazione ai risultati del nandrolone fino a giugno 2016, considerando anche le sospensioni provvisorie che Tyson e Hughie Fury hanno già effettivamente scontato, il periodo di due anni di ineleggibilità è retrodatato al 13 dicembre 2015 e quindi scade alla mezzanotte del 12 dicembre 2017“.

La vittoria di Tyson nel febbraio 2015 su Christian Hammer è stata annullata, ma il suo trionfo contro Klitschko no. Tyson ha sostenuto che gli elevati livelli di nandrolone erano dovuti all’aver mangiato cinghiali non castrati e ha ribadito l’innocenza sua e di Hughie: “Hughie e io abbiamo sostenuto la nostra innocenza dal primo giorno e ora siamo felici che sia stato finalmente risolto con l’UKAD e che possiamo andare avanti sapendo che non saremo etichettati come imbroglioni drogati.” Il BBBofC ha affermato che avrebbe preso in considerazione il rinnovo della licenza di boxe di Fury nel gennaio 2018. In seguito a questa notizia, Fury ha scritto su Twitter, “Guess who’s back?” (“Indovina chi è tornato?“).

Il 10 gennaio 2018 Fury ha annunciato che avrebbe fatto nuovamente domanda per ottenere sua licenza di boxe attraverso il BBBofC. Il 19 gennaio è avvenuto un colloquio tra Fury ed il BBBofC, in cui quest’ultimo ha accettato di reintegrare Fury purché inviasse loro delle cartelle cliniche aggiornate dopo aver visitato uno psicologo.

Fury ha dichiarato che una motivazione al suo ritorno è stata la prospettiva del match contro Deontay Wilder.

In una conferenza stampa a Londra il 12 aprile 2018 Fury ha annunciato di aver firmato un contratto per più match con la Queensberry Promotions di Frank Warren. Ha dichiarato inoltre che intendeva combattere almeno tre volte prima del 2019, a partire dal 9 giugno alla Manchester Arena.

Dopo settimane di speculazioni, è stato confermato che un match contro l’albanese Sefer Seferi sulle 10 riprese avrebbe avuto luogo a maggio e sarebbe stato mandato in onda in esclusiva su BT Sport.

Seferi era fondamentalmente un peso cruiser ed aveva combattuto solo una volta (perdendo) nei pesi massimi contro Manuel Charr nel 2016. Al momento del peso Fury era ben 30 kg più pesante di Seferi, nonostante avesse perso ben 50 kg dopo essersi messo a dieta stretta in preparazione per il match. Fury ha vinto per abbandono dell’avversario al quarto round, dopo un paio di round pressoché statici ed altri due dove Fury ha cominciato a scaricare colpi pesanti andando a segno. Durante il match venne anche sedata una rissa sugli spalti. Il match toccò il picco di 814.000 spettatori collegati a BT Sport 1.

Dopo l’incontro Warren confermò che Fury sarebbe tornato a combattere nella undercard di Carl Frampton il 18 agosto al Windsor Park di Belfast.

Il 12 luglio 2018 è stato annunciato che Fury avrebbe combattuto lo sfidante (per ben due volte) del titolo mondiale Francesco Pianeta il 18 agosto seguente. Fury è arrivato al match pesando 258 libbre (117 kg), 18 libbre (8,2 kg) più leggero di quanto pesasse contro Seferi. Pianeta arrivò a 254,7 libbre (115,5 kg): nonostante questo sconfiggerà Pianeta ai punti, disputando un match molto calcolato (dichiarerà in seguito di non aver voluto tentare di concludere il match per KO in anticipo). Quel match sarebbe stato infatti il suo traghetto verso l’incontro contro Wilder ed era troppo importante per la carriera di Fury: il 30 luglio infatti venne anticipato che erano in corso trattative per un combattimento che si svolgesse a novembre o dicembre 2018 tra Fury e Wilder. Il giorno seguente Fury ha dichiarato che mancavano solo luogo e data per concludere le trattative.

Il 22 settembre 2018 sia Fury che Wilder hanno confermato di aver firmato il contratto e che il match si sarebbe svolto il 1 dicembre 2018. Secondo la California State Athletic Commission, Wilder avrebbe avuto una borsa base garantita di 4 milioni di dollari mentre Fury ne avrebbe avuto una garantita di 3 milioni. Nonostante l’affermazione originale di Frank Warren che le entrate sarebbero state divise 50-50, è stato rivelato che Wilder avrebbe potuto guadagnare 14 milioni di dollari e Fury avrebbe potuto guadagnare circa 10,25 milioni di dollari, grazie alle loro percentuali dalle entrate della pay-per-view. La cerimonia del peso si è svolta il 30 novembre, fuori dal Los Angeles Convention Center. Fury è salito per primo sulla bilancia segnando 116,3 kg, nemmeno 1 kg più leggero del suo peso contro Francesco Pianeta nell’agosto 2018 pur sembrando più definito. Wilder ha segnato 96,4 kg, il suo minimo dal suo debutto nel 2008, quando è arriato a pesare 94,0 kg: pare tuttavia che sia stato malato durante il suo training camp.

Wilder e Fury hanno combattuto di fronte a una folla di 17.698 persone allo Staples Center sui 12 round ed alla fine Wilder ha mantenuto il suo titolo WBC vincendo ai punti per decisione unanime, nonostante lo sconcerto della folla che ha cominciato a fischiare, convinta che la vittoria spettasse a Fury.

Dopo il match contro Wilder, Fury si è assicurato un contratto di 5 match con ESPN e Top Rank del valore di 80 milioni di sterline (100 milioni di dollari). Ha fatto il suo ritorno sul ring alla MGM Grand Garden Arena a Las Vegas contro il campione intercontinentale WBO Tom Schwarz il 15 giugno 2019, nel suo primo match a Las Vegas. All’epoca Schwarz era secondo nella classifica WBO e nono in quella IBF. Fury pesava 119 kg contro i 106.8 kg di Schwarz. Fury si dimostrò in completo controllo del match sin dall’inizio, concludendolo al secondo round per TKO e strappando a Schwarz il titolo intercontinentale WBO. Durante tutto il match Fury utilizzò la nota tecnica “dope-a-rope” resa famosa da Muhammad Ali, sporgendosi di schiena oltre le corde e mandando a vuoto i colpi dell’avversario, ottenendo applausi dai 9000 spettatori presenti.

Fury ha poi combattuto contro l’ex campione dei pesi massimi WBA Continental Otto Wallin il 14 settembre alla T-Mobile Arena di Las Vegas con un peso di 115,4 kg, il più leggero da quando ha affrontato Klitschko nel 2015, quando pesava 112 kg mentre il mancino svedese Wallin è arrivato a esattamente 107 kg.

Fury si è imposto vincendo per decisione unanime e conquistando così la cintura WBC Mayan Belt, un titolo commemorativo assegnato al vincitore di un combattimento di alto profilo tenutosi durante le feste nazionali messicane. Durante la sua intervista post match sul ring Fury ha elogiato la performance di Wallin, che era stato dato perdente oltre 10-1, ed ha espresso le condoglianze per la morte di suo padre. Fury si è poi rivolto pubblicamente a Wilder per una rivincita nel febbraio 2020.

Nel 2019 Tyson Fury ha spiegato a Mike Tyson durante il podcast “Hotboxin’ With Mike Tyson” l’origine del suo nome e di come abbia iniziato a boxare.

Mio padre era un pugile peso massimo professionista nei tardi anni ’80, inizio anni ’90 e tu eri il suo eroe” spiegherà Fury, rivolgendosi a Mike Tyson. “Quando sono nato, il 12 agosto 1988, ero prematuro di otto settimane e rischiavo seriamente di morire. Quando alla fine scampai il pericolo di morte, mio padre mi volle chiamare come te, in onore alla mia ed alla tua forza. Il dottore non era d’accordo e disse che non era un nome adatto alla mia corporatura gracile… pesavo solo quattro etti e mezzo. Ora sono alto più di due metri e 120 kg!“


Non ho fatto alcun match, neanche da amatore, fino circa ai 16 anni. Quando ho cominciato a fare pugilato ero un… topo da palestra. Ogni volta che mio padre andava ad allenarsi io lo seguivo, colpivo i sacchi ed ogni cosa che ci fosse intorno. I miei fratelli, i miei cugini erano tutti pugili e combattevamo uno contro l’altro da ragazzini mentre crescevamo. Ho deciso che sarei diventato campione del mondo dei pesi massimi già da allora.“

Mike Tyson ascoltava ammirato il racconto del suo collega più giovane, sorridendo.

Il 27 novembre 2019 ESPN ha annunciato che Fury avrebbe incontrato nuovamente Deontay Wilder sul ring il 22 febbraio 2020, in un rematch del loro primo incontro del 2018, conclusosi con un pareggio controverso. Durante la preparazione al rematch Fury si separò da Ben Davison, che preparava Fury dal 2017 e che l’ha aiutato a perdere il molto peso guadagnato durante il suo momento di pausa e l’ha riportato ad un livello da fighter professionista. Davison è stato nominato Allenatore dell’anno 2018 grazie al suo successo nel riportare Fury sul ring. La separazione è stata descritta come amichevole e Davison ha augurato buona fortuna a Fury per il suo rematch. Fury ha poi annunciato di aver stretto contratto con SugarHill Steward, nipote del noto trainer Emanuel Steward, e che sarebbe ritornato alla Kronk Gym, dove si è allenato per un breve periodo nel 2010. Il rematch fu annunciato ufficialmente il 27 dicembre 2019 alla MGM Grand Garden Arena a Las Vegas. Il contratto prevedeva una clausola invocabile dal perdente per un eventuale terzo match.

Fury è arrivato al match a 124 kg, il terzo maggior peso della sua carriera professionale e 7,7 kg più pesante rispetto al primo incontro con Wilder. Prima del combattimento ha dichiarato di volere dimensioni e potenza extra per cercare un knockout. Wilder è arrivato a pesare 105 kg, il peso maggiore della sua carriera.

Fury ha iniziato il combattimento prendendo il centro del ring e dominando con il suo jab: ha cercato di piazzare qualche colpo potente, schivando al contempo le bordate di Wilder.

Al terzo round Fury ha colpito Wilder con un destro fortissimo alla tempia: Wilder è stato conteggiato, ha risposto all’arbitro ed è sopravvissuto al round, ma è apparso visibilmente disorientato, mentre il sangue iniziava a fluire dal suo orecchio sinistro.

Wilder è andato poi al tappeto altre due volte, giudicate tuttavia come scivolate dall’arbitro Kenny Bayless, prima che Fury lo atterrasse di nuovo al quinto round con un gancio sinistro al corpo. Wilder è riuscito stavolta a rimettersi in piedi, ma non a contrattaccare ed ha cominciato a sanguinare dalla bocca oltre che dall’orecchio.

L’incontro è stata interrotto a metà del settimo round dopo che una raffica di colpi potenti di Fury ha fatto sì che l’angolo di Wilder gettasse la spugna per salvarlo da un’ulteriore punizione.

Al momento dell’interruzione, Fury era in vantaggio su tutte e tre le scorecard dei giudici 59-52, 58-53 e 59-52, con i punteggi diversi dovuti a Bayless che ha sottratto un punto a Fury nel quinto per aver trattenuto l’avversario.

Secondo CompuBox, Fury ha messo a segno 82 dei suoi 267 colpi totali (31%), inclusi 58 su 160 colpi potenti (36%). Wilder ha messo a segno 34 dei suoi 141 colpi totali (24%), di cui 18 su 55 potenti (33%).

Fury ha ricevuto molti elogi per la sua prestazione ed in molti pensano che sia stato uno dei migliori comeback della storia del pugilato. Alcuni si sono spinti a dire che Fury sia uno dei più grandi pesi massimi della storia.

Questo match lo ha reso il primo uomo a sconfiggere due campioni che avevano 10 o più difese del loro campionato del mondo (Klitschko con 18 difese e Wilder con 10 difese). Fury divenne anche il terzo peso massimo, dopo Muhammad Ali e Floyd Patterson, a detenere due volte il titolo della rivista The Ring e il primo peso massimo della storia ad aver detenuto i titoli WBA (Super), WBC, IBF, WBO e The Ring.

Con un incasso di 16,916,440 dollari, il combattimento ha battuto il record del botteghino per un incontro dei pesi massimi in Nevada stabilito da Evander Holyfield contro Lennox Lewis II nel novembre 1999.

Deontay Wilder ha applicato la clausola per un secondo rematch contro Tyson Fury subito dopo la seconda sconfitta. Si tentò inizialmente di organizzare il terzo match per luglio 2020 ma si dovette postporre la data a causa dell’esplosione della pandemia di COVID-19. L’11 giugno 2020 Eddie Hearn, il promoter di Anthony Joshua, annunciò che Fury e Joshua avevano trovato un accordo per due match, se Fury avesse sconfitto Wilder e Joshua avesse sconfitto il suo sfidante obbligatorio, Kubrat Pulev. Il promoter di Fury Bob Arum dirà ad agosto 2020: “La WBC ha approvato il contratto per una trilogia e si sta organizzando per postporre l’evento a causa della pandemia. Sicuramente non potendolo fare con gli spettatori, accetteremo comunque un ritardo ragionevole. Sarà un modo diverso di combattere“.

Il 12 ottobre 2020 Fury ha dichiarato che avrebbe evitato di fare una trilogia con Wilder dopo che gli organizzatori continuavano a non accordarsi per una data nel 2020. La rivista “The Athletic” ha riportato che Fury aveva ogni intenzione di combattere Wilder nel 2020 ed aveva già fatto numerose concessioni riguardanti lo spostamento delle date: tuttavia non era disposto a ritardare ulteriormente il match, evitando una serie di match contro Joshua e tenendolo fuori dal ring per un lungo periodo di tempo.

Il 17 maggio 2021 l’ipotesi di un match per l’unificazione del titolo tra Fury e Joshua è stata messa seriamente in dubbio quando il giudice dell’arbitrato Daniel Weinstein ha stabilito che Fury avrebbe dovuto onorare una clausola contrattuale che imponeva un terzo combattimento con Wilder.

Poco dopo Bob Arum affermò che l’Allegiant Stadium di Las Vegas era stato riservato per il 24 luglio in previsione della lotta della trilogia di Fury con Wilder. Il 22 maggio 2021, Fury annunciò durante la messa in onda del match di José Ramírez contro Josh Taylor su ESPN di aver firmato il contratto per il terzo match contro Wilder, mostrando in diretta la firma. Anche il manager di Wilder Shelly Finkel confermò la firma del suo atleta.

Prima della conferenza stampa pre-incontro del 15 giugno, la T-Mobile Arena di Las Vegas è stata ufficialmente confermata come location, lo stesso luogo dove Fury aveva precedentemente sconfitto Otto Wallin ai punti il 14 settembre 2019.

Il match venne poi riinviato dalla data originale del 24 luglio al 9 ottobre, a causa di una epidemia di COVID-19 tra lo staff di Fury.

Alla cerimonia del peso pre-match dell’8 ottobre, entrambi gli atleti si sono pesati con i rispettivi pesi massimi in carriera, con il campione Fury che pesava 125 kg e lo sfidante Wilder a 107 kg.

Durante il match entrambi i pugili si sono mandati al tappeto ben 5 volte ed alla fine Fury si è aggiudicato anche questa vittoria, mandando KO Wilder all’undicesimo round.

Dopo il combattimento, Fury ha elogiato il suo avversario, definendo Wilder un “combattente di prim’ordine”, ma lo ha criticato per essere un “pessimo perdente” e rifiutandosi di “mostrare qualsiasi sportività o rispetto“. Nella sua intervista post-combattimento, Fury ha dichiarato: “Io sono uno sportivo. Sono andato da lui per mostrare un po’ di comprensione e rispetto ma lui non ne ha mostrato affatto. Pregherò per lui in modo che Dio ammorbidisca il suo cuore“.

Fury ha poi aggiunto che “è stata una grande lotta stasera, degna della migliore delle trilogie“. Fury ha poi sostenuto di essere il miglior pugile nella sua divisione, affermando anche “ora sono il più grande peso massimo della mia epoca, senza dubbio“.

Al momento dell’interruzione, Fury stava vincendo l’incontro su tutte e tre le scorecard con 95-91, 94-92 e 95-92. Secondo CompuBox, Fury ha messo a segno 150 pugni su 385 (39%), mentre Wilder ha collezionato 72 pugni su 355 (20%). I 150 pugni inferti a Wilder sono il punteggio più alto mai messo a segno da un pugile. Nonostante il match fosse abbastanza equilibrato fino a quel momento, CompuBox ha calcolato che Fury aveva sconfitto Wilder in ogni singolo round del combattimento, incluso il quarto round in cui Fury è stato messo al tappeto due volte.

Il match è stato ampiamente acclamato da osservatori ed esperti per la sua azione e l’intensità di alto livello: il promotore della hall-of-fame Bob Arum ha dichiarato: “Sono stato in questo business 57 anni per promuovere combattimenti e devo dire che non ho mai visto un combattimento dei pesi massimi così magnifico“, mentre la rivista The Ring lo ha descritto come “il combattimento dell’anno, finora” e “una rara e storica trilogia dei pesi massimi“.


Tyson Fury ha poi comunicato al mondo il suo ritiro, non prima di un ultimo match contro Dillian Whyte, sostenendo di aver guadagnato abbastanza soldi, di aver ottenuto i risultati agognati e di non voler rischiare di farsi male sul serio e di ritirarsi prima di un infortunio pesante, cosa molto possibile nei pesi massimi, soprattutto dopo una certa età. Il match contro Whyte si è tenuto il 23 aprile 2022 a Wembley e Fury ha vinto per KO tecnico, demolendo Whyte e costringendolo alla resa al sesto round. Nell’intervista sul ring Fury ha confermato di voler mantenere la parola data alla moglie alla quale aveva promesso il ritiro. Il ritorno trionfale di Fury in Gran Bretagna dopo quattro anni di assenza pare quindi segnare la fine della strepitosa carriera del “Gypsy King” con una difesa del titolo WBC.









sabato 16 aprile 2022

Kickboxing

 


La kickboxing (o kick boxing) è uno sport da combattimento con origini molto antiche e nativo del sud-est asiatico, divenuto popolare negli anni '60 in Giappone e poi diffusosi negli USA, che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato.

Nonostante la kickboxing abbia origini molto remote, le quali risalgono alla storia antica del sud-est asiatico, la sua versione odierna da cui prende il nome è stata coniata in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, la savate francese, il taekwondo coreano, il karate contact ed il sanda cinese.

I giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno (karate full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché, negli anni '70, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il Full Contact Karate.

Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe.

A cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine kickboxing spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano WKA ed ISKA.

Successivamente, sempre in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1, in cui "K" sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso quadrato (ring) atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento con un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi.

Visti i capitali elevatissimi e l'entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il K-1 World Grand Prix, riservato ai pesi massimi e il K-1 MAX, riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo. Il termine "K-1" ha assunto attualmente l'accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipino atleti provenienti dal muay thai, dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style.

Come già accennato, la kickboxing prevede l'uso di tecniche di pugno e di calcio; le principali sono riportate di seguito:

Le tecniche di pugno utilizzate nella kickboxing sono le stesse del pugilato occidentale: diretti, ganci, montanti e combinazioni dei tre:

  • diretto: colpo sferrato stendendo completamente il braccio in avanti, a colpire il volto o il busto dell'avversario. È un pugno fondamentale, e viene portato sfruttando la torsione della gamba d'appoggio, della schiena e delle spalle

  • gancio: pugno sferrato mantenendo il braccio piegato, ad uncino, ruotando la spalla

  • montante: colpo sferrato dal basso verso l'alto, a cercare solitamente il mento dell'avversario, anche se può essere diretto anche al busto o all'addome.


Esistono diverse tecniche di calcio nella kickboxing; di queste alcune vengono considerate fondamentali, altre sono varianti o tecniche speciali che possono essere utilizzate in combattimento. Le tecniche fondamentali di gamba utilizzate nella kickboxing sono:

  • calcio frontale: sferrato portando la gamba al petto e poi stendendola in avanti, per colpire con l'avampiede, o più raramente, il tallone.

  • calcio laterale: simile al calcio frontale ma sferrato da posizione laterale, ruotando la gamba d'appoggio di 90º e andando a colpire con l'altra utilizzando il taglio del piede.

  • calcio circolare o rotante: sferrato muovendo la gamba con una traiettoria -appunto- circolare, colpendo con la tibia o con la monta del piede. Viene realizzato torcendo tutto il corpo, a partire dal piede d'appoggio che, nell'esecuzione, ruota di 90º in avanti nella direzione del movimento. Può essere diretto alle gambe dell'avversario, e si parla in questo caso di low kick, al fianco (calcio medio o middle kick) infine al volto (calcio alto o high kick).

  • calcio girato: sferrato girando il corpo di 360 gradi.

  • calcio incrociato (crescent kick): la gamba compie un movimento laterale ascendente a colpire il volto.

  • calcio ad ascia (axe kick): il movimento è opposto a quello del crescent kick e il piede cade dall'alto verso il basso e lateralmente, usato solitamente per aprire la guardia avversaria.

  • calcio ad uncino (hook kick): consiste nel colpire con una traiettoria di rientro effettuando una rotazione di 90° (il colpo va assestato con la pianta piede oppure con il tallone).

Esistono anche altri tipi di calci tra cui i "calci ruotati" , in cui la gamba svolge una rotazione di 360 gradi sferrando alla fine il calcio; i "calci ad elevazione" (o saltati) , in cui contemporaneo a un salto sferri il calcio; i "calci ruotati saltati".

Nella versione americana della kickboxing, quella proveniente dall'American Full contact karate, si sono sviluppate tre formule fondamentali: il Semi-contact, il Light-contact e il Full-contact. Successivamente si sono sviluppate le discipline della Low-kick e della Kick-light. Per sfruttare al meglio il regolamento, negli anni la tecnica che caratterizza ognuna di queste versioni si è evoluta tanto da rendere completamente diversa l'impostazione e la preparazione degli atleti che la praticano. Per esempio la guardia laterale tipica del semi-contact è considerata pericolosa e da evitare nel full-contact.

La kickboxing prevede sei differenti discipline che possono essere disputate sul tatami (in questo caso si parla di contatto leggero) oppure sul ring (contatto pieno).


Musti-yuddha

Musti-Yuddha è un'antico sport da combattimento proveniente dal subcontinente indiano, ed è una delle prime forme di kickboxing, infatti, è uno dei primi sport di cui si hanno tracce che hanno unito l'uso dei calci e dei pugni. Il termine significa letteralmente "pugno di combattimento", dalle parole muṣṭi (pugno) e yuddha (lotta, battaglia, conflitto). Anche se questo sarebbe stato originariamente usato come un termine generale per qualsiasi arte di boxe, oggi di solito si riferisce al Muki boxe da Varanasi, l'unico stile sopravvissuto disarmato. Nel Punjab esiste ancora una forma armata di pugilato chiamata 'Loh-Musti', in cui i combattenti indossano un anello di ferro su una mano, anche se non è più utilizzato per sparring. Aspiranti combattenti subiscono anni di apprendistato, indurendo i pugni contro la pietra e altre superfici dure, fino a quando non sono in grado di rompere cocco s e rocce a mani nude. Qualsiasi parte del corpo può essere presa di mira, tranne l'inguine, ma gli obiettivi principali sono la testa e il torace. Le tecniche incorporano pugni, calci, gomitate, ginocchiate e grappling. I pugili non indossano alcuna forma di protezione e combattono a pugni. Le partite possono essere uno contro uno, uno contro un gruppo o un gruppo contro un gruppo. La vittoria può essere ottenuta per knockout, ringout o sottomissione. L'arte marziale è legata ad altre forme di arti marziali riguardanti l'uso dei pugni uniti ai calci, tra cui la Muay Thai in Thailandia, la Muay Lao in Laos, il Pradal Serey in Cambogia, il Lethwei in Myanmar e l'odierno Kickboxing.


Kickboxing olandese

La Kickboxing olandese è una forma di Kickboxing che ha avuto molta esposizione mediatica sia nel K-1 che nelle MMA. È uno stile che combina tecniche della Boxe, della Muay Thai e del Karate Kyokushinkai. Le sue caratteristiche principali sono: l'enfasi posta sulle combinazioni di boxe e sui calci bassi, l'uso dei push kick e le fasi in clinch, ma queste ultime non sono usate molto per via delle limitazioni poste dalle federazioni di Kickboxing. Inoltre, consente l'uso delle ginocchiate ma non quello delle gomitate. Alcuni dei suoi praticanti più famosi sono: Peter Aerts, Ramon Dekkers, Ernesto Hoost, Semmy Schilt, Remy Bonjasky, Melvin Manhoef, Gegard Mousasi, Alistair Overeem, Bas Rutten e tanti altri.


Kickboxing giapponese

Stile di Kickboxing giapponese predecessore dell'odierna Kickboxing.


Kickboxing americano

Stile di Kickboxing americano, nato negli anni 70' dopo il boom dello sport in oriente.


Muay boran

Stile di Kickboxing originario del sud-est asiatico.


Muay Lao

Stile di Kickboxing originario del Laos e discendente della Muay boran.


Muay thai

Diretta discendente della Muay boran, è uno degli stili di Kickboxing più famosi.


Pradal Serey

Stile Cambogiano, assimilato dalla Muay Lao e dalla Muay thai quando l'Impero Khmer teneva sotto controllo i loro territori d'origine.


Savate

Nata a Parigi verso il 1700, questo stile di Kickboxing comprende l'uso di scarpe rigide dette Savateur.


Lethwei

Stile nativo del Mynamar, si pratica a mani nude e ammette l'uso delle testate.


Il point-fighting, che significa "combattimento a punti", è una formula della kickboxing che prevede un combattimento non continuato a punti.

È tra le sei discipline quella che più si avvicina al karate, di cui questo sport è diretto discendente quando questa disciplina era denominata "karate contact" e quando W.A.K.O non stava per (World Association of Kickboxing Organizations) ma era la sigla per "World All Styles Karate Organization". Infatti come nel karate il combattimento prevede che i due atleti si sfidino sul tatami (a differenza del full-contact dove è previsto un ring), e consiste in combattimenti "al punto" (cioè ad ogni azione valida il combattimento viene fermato e viene assegnato il punto). Altro elemento in comune con il karate, è l'utilizzo delle cinture (dalla bianca alla nera) che graduano gli atleti in base alla loro esperienza.

I due atleti combattono su un tatami di forma quadrata che ha area 7x7. Gli arbitri che dirigono l'incontro sono tre e si mettono sui lati esterni del quadrato di gara in modo da non interferire nel combattimento, fuori dal quadrato viene posizionato un banco sul quale saranno esposti il tabellone segnapunti e il timer.

Il combattimento varia a seconda delle manifestazioni, ma solitamente dura due round di due minuti ciascuno, e consiste nel colpire prima dell'avversario in una delle zone "legali" del corpo dell'avversario (quindi nel tronco e nella testa, escludendo colpi ai genitali, alle gambe, al collo e ai reni).

L'incontro inizia con il "saluto" dei due avversari (provenendo da un'arte marziale il vi è l'obbligo del rispetto dell'avversario) e con l'arbitro che darà il via con il termine "fight"; al termine del "stop" l'arbitro di gara interrompe momentaneamente il combattimento e consultanto gli altri due giudici di gara assegna il punto ad uno dei due contendenti (può essere assegnato anche ad entrambi nel caso in cui siano andati a segno contemporaneamente)

I punti in base ai seguenti criteri:

  • Tecnica di pugno al corpo: 1 punto

  • Tecnica di pugno alla testa: 1 punto

  • Tecnica di pugno in volo: 1 punto

  • Tecnica di calcio al corpo: 1 punto

  • Tecnica di calcio alla testa: 2 punti

  • Tecnica di calcio al corpo in volo: 2 punti

  • Tecnica di calcio alla testa in volo: 3 punti

  • Tecnica di spazzata seguendo il senso articolare della gamba colpita facendo cadere l'avversario: 1 punto



Durante il combattimento ogni atleta dovrà essere munito delle seguenti protezioni obbligatorie:

  • guanti a mano aperta

  • paratibia

  • calzari

  • paradenti

  • gomitiere

  • conchiglia

  • paraseno (solo per le donne)

A differenza delle altre discipline nel point-fighting non vi è praticamente mai l'utilizzo dei "ganci" e dei "montanti" in quanto difficili da eseguirsi senza essere prima colpiti, mentre vengono predilette tutte le tecniche di calcio. Una tecnica tipica del point fighting è il "blitz", che consiste in un attacco improvviso andando a finire "addosso" all'avversario, tecniche impossibili da utilizzare nelle altre discipline della kickboxing perché poco utile specialmente in caso di contatto pieno. Poiché il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, richiede soprattutto doti specifiche di rapidità, reattività, prontezza e velocità, richiedendo più una preparazione atletica che una vera preparazione sulla forza. Il point fighting, facendo un paragone con altri sport, potrebbe essere definito come la "scherma" della kickboxing.


Light-contact

Il Light-contact, che letteralmente significa "contatto leggero", ma è inteso anche come "contatto controllato" ed è una formula della kickboxing che prevede un combattimento continuato a punti.

Come nel point fighting, il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, e privilegia soprattutto le doti specifiche di esecuzione tecnica e di pulizia dei colpi che vanno eseguiti con scioltezza e velocità, privilegiando la tecnica alla forza.

I due atleti combattono su un tatami, ma a differenza del point fighting sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento, e senza che l'arbitro interrompa il combattimento dopo l'esecuzione di una tecnica portata a segno.

Il combattimento dura due o tre round da due minuti a seconda del tipo di competizione nazionale o internazionale e i due atleti, combattono in posizione di guardia frontale o semifrontale uno dall'altro, possono trovarsi anche a distanza molto stretta e colpirsi a vicenda con le varie tecniche di pugno e di calcio previste.

L'arbitro di gara può fermare l'incontro solo in caso di "break", quando cioè gli atleti si trovano in clinch e vanno distanziati, oppure in caso di richiamo per eccessivo contatto, scorrettezze o uscita dal quadrato di gara: le uscite comportano una sottrazione di un punto fino alla quarta uscita dal tatami dove l'atleta viene squalificato, stesso discorso con i richiami (il primo richiamo però non comporta decurtazione di punti).

Oltre all'arbitro centrale, vi sono tre giudici di gara che servendosi di un cartellino come nel contatto pieno sommano i punti totalizzati, e assegnano la vittoria. Da poco è stato inserito il sistema easy scoring, dei tabelloni elettronici dove i giudici assegnano i punti con un mouse dedicato, in questo modo si ha la visione effettiva sui monitor dell'andamento dell'incontro.

Poiché nel light-contact non è previsto il K.O., la vittoria è perseguibile soltanto accumulando più punti dell'avversario e in caso di parità decidono si ha la decisione arbitrale di preferenza, nel caso si utilizzo del sistema easy scoring sarà direttamente il sistema a decretare il vincitore.


Kick-light

Esiste infine una versione del light-contact, definita Kick Light, che aggiunge alla tradizionale formula del light-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite: l'unico tipo di calcio che si può eseguire al di sotto della cintura.

La differenza con il tradizionale light-contact è che nella kick light le distanze si accorciano ulteriormente e l'atleta necessita di una prontezza e di una mobilità maggiore per evitare i pericolosissimi calci portati sotto la cintura e sferrati nella coscia, che naturalmente danno punti.


Full-contact

Il Full-contact, che significa "contatto pieno", e universalmente riconosciuta come la "formula principe" di questo sport. Nato negli USA come variante del Full contact karate, in Europa e nel mondo si distaccò ben presto dall'aspetto marziale, unì subito il pugilato alle tecniche di calcio e diventò con gli anni lo sport da ring per eccellenza.

Prevede un combattimento continuato a pieno contatto e infatti, a differenza del semi-contact e del light-contact, i colpi vanno portati con forza e potenza, privilegiando appunto la forza e l'incisività, unita a stile e precisione.

Nel full-contact, la preparazione fisica degli atleti è molto più importante che nel semi-contact e nel light-contact, perché diversamente da questi, è consentita la vittoria del match anche via Knock-out (K.O.), cioè quando un combattente subisce un colpo tale da rendergli impossibile il proseguire dell'incontro.

I due atleti combattono esclusivamente su un ring da boxe e sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento. Il combattimento è suddiviso in round (che possono essere dai tre ai cinque, oppure anche dai dieci ai dodici, a seconda delle federazioni o dell'importanza della competizione) da due minuti. I colpi devono essere portati nel tronco e al volto, sono quindi esclusi i colpi al di sotto della cintura.

Come per il light-contact, c'è un arbitro centrale e altri tre di giuria che assegnano i punti. Se l'incontro dura fino al termine delle riprese stabilite e non vi è stato il K.O. o l'interruzione per intervento del medico di bordo ring, allora la vittoria viene stabilita in base ai punti.

Questa formula ha molte analogie con la preparazione tecnica e atletica della boxe: infatti l'atleta deve prepararsi secondo un ferreo programma di allenamento dal punto di vista atletico e agonistico e perfezionare la precisione dell'impostazione, dei movimenti e della guardia (come nella boxe) che sono di fondamentale importanza durante il match. Inoltre, come per il light-contact, i colpi di calcio e di pugno vanno eseguiti con precisione tecnica e dovizia di perfezione, aggiungendo però una maggiore dose di forza e potenza poiché, a differenza del light, i colpi nel full devono per forza "fare male".


Low-kick

Esiste una versione del full-contact, definita Low-Kick, che per l'appunto aggiunge alla tradizionale formula del full-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite.


K-1 Rules

Disciplina nata nei primi anni novanta dall'omonimo torneo che aveva come scopo principale quella di far affrontare atleti provenienti da diverse arti marziale (come Karate, Muay thai e Taekwondo) con un regolamento che fosse valido per tutti i tipi di stile.

È considerata la disciplina più completa di tutte in quanto è possibile colpire con tutti i pugni della boxe come il diretto (jab), il gancio (hook), il montante (uppercut) ed inoltre è consentito il pugno-girato (spinning-back) tirato col dorso della mano, con tutti i tipi di calcio (compresi i low-kick) ed inoltre è possibile colpire anche con le ginocchia (si può colpire con qualsiasi parte del ginocchio, in tutti i bersagli consentiti, importante in caso di clinch è dare una sola ginocchiata e poi lasciare l'avversario). Non sono consentite le proiezioni (tuttavia è possibile afferrare la gamba dell'avversario ed entro pochissimi secondi spazzare sulla gamba di appoggio).

La grande spettacolarità ha fatto sì che nascessero molte federazioni che organizzassero tornei con il regolamento del K-1 (la più grande attualmente è il Glory), e molti atleti professionisti che combattessero con l'utilizzo di questa disciplina come Giorgio Petrosyan, Raymond Daniels, Mirko Cro Cop, Ernesto Hoost, Peter Aerts e Badr Hari.





venerdì 15 aprile 2022

Sparring

 




Lo sparring è una forma di allenamento sportivo, praticata dall'atleta con un partner (non necessariamente l'allenatore).

Pur trattandosi sostanzialmente di una forma di allenamento libero, è generalmente vincolata ad accordi per evitare infortuni. Lo sparring è comune soprattutto in discipline individuali, tra cui quelle di lotta (per esempio il pugilato o un'arte marziale). Esiste tuttavia anche nel tennis.

Non è raro che il partner sia, a sua volta, un ex atleta che ha così modo di rientrare o rimanere nel giro.

giovedì 14 aprile 2022

Muay thai

 


Il muay thai (in thailandese: มวยไทย?, traslitterato: muai thai), noto anche come thai boxe, boxe tailandese o pugilato tailandese, è un'arte marziale e sport da combattimento a contatto pieno che ha le sue origini nella Mae Mai Muay Thai (Muay Boran), antica tecnica di lotta tailandese. Esso utilizza una vasta gamma di percussioni in piedi e di tecniche d'aggancio (clinch).

La disciplina è nota come "l'arte delle otto armi" o "la scienza degli otto arti" perché consente ai due contendenti che si sfidano di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, quindi otto parti del corpo utilizzate come punti di contatto rispetto ai due del pugilato, oppure ai quattro della kick boxing, con un'intensa preparazione atletica e mentale che fa la differenza negli scontri a contatto pieno.

Il muay thai originale divenne popolare nel XVI secolo in patria, ma si diffuse internazionalmente solo nel XX secolo, dopo alcune modifiche regolamentari e quando diversi pugili thailandesi si confrontarono con successo con i rappresentanti di varie arti marziali.

La parola muay, che significa 'combattimento', 'pugilato' o anche 'lotta', deriva dal sanscrito mavya che significa 'unire'; la parola thai è invece un aggettivo di origine nazionale, il cui significato originale è "[popolo] libero" (in maniera analoga al significato del nome dei franchi). Il termine Muay thai è quindi traducibile con 'combattimento/pugilato/lotta/scontro tailandese' o 'combattimento dei tailandesi'. In inglese il nome viene spesso tradotto con thai boxing; a volte questo genera confusione, perché si pensa che esista una differenza fra il muay thai e la thai boxe, con quest'ultima che sarebbe una variante regolamentare occidentale: in realtà i due termini sono sinonimi ed indicano la stessa disciplina.

Un praticante di muay thai è conosciuto come Nak Muay; i praticanti occidentali sono a volte chiamati Nak Muay Farang, che significa 'pugile straniero'.

Il muay thai ha origine nell'antico Regno del Siam (attuale Thailandia) e, come per il resto delle altre arti marziali, le sue origini si perdono nel più remoto e misterioso passato fatto di guerre e razzie. L'invasione con cui i birmani posero fine al Regno di Ayutthaya, radendo al suolo la capitale omonima, provocò la distruzione di gran parte degli archivi storici e culturali. Le notizie sull'antico Siam si basano sui pochi scritti salvati dalla distruzione e sulle cronache dei regni confinanti, e non si possono quindi considerare pienamente attendibili. Sulla controversa storia del popolo thai e la misteriosa nascita del muay thai esistono due teorie: la prima sostiene che il popolo degli Ao-Lai fu costretto a difendersi dai continui attacchi dei predoni e dei popoli nei territori che attraversarono durante il periodo migratorio (tibetani, cinesi, khmer, birmani e altri); la seconda afferma che il popolo degli Ao-Lai era già presente in quei territori e che doveva difendersi dalle invasioni dei popoli confinanti.

Prendendo in considerazione la prima teoria, si narra che tutto abbia avuto origine attorno al I secolo dalla tribù degli Ao-Lai, i quali, intorno all'anno 200 a.C., migrarono dal nord dell'India fino alla valle del Mekong per poi raggiungere quello che sarebbe diventato il Regno del Siam, passando attraverso il Tibet orientale, a sud delle ricche vallate dell'odierno Yunnan, nella Cina di sud-ovest, da dove si spostarono in tutte le direzioni arrivando fino ai confini dell'impero per poi puntare di nuovo verso sud; a questo punto il popolo degli Ao-Lai si divise in tre gruppi:

  • Gli shan, che si stanziarono nel nord-est dell'odierna Birmania

  • Gli Ahom, che si diressero ad est fino al Vietnam

  • Gli Ao-Lai che mantennero il nome e si diressero verso la terra che sarebbe diventata la loro patria, il Regno del Siam.

A scopi difensivi gli Ao-Lai crearono uno stile di lotta che prevedeva l'uso delle armi e il combattimento corpo a corpo chiamato Krabi Krabong. Intorno al 1700 i due differenti stili di combattimento si scissero e divennero;

  • Krabi Krabong, lo stile che prevedeva l'uso delle armi (spada, lancia, giavellotto, pugnale, bastone).

  • Muay thai, lo stile di combattimento corpo a corpo che prevedeva l'uso delle braccia (gomiti, avambracci), delle mani (dita e nocche), delle gambe (tibia e ginocchia), della testa e dei piedi (pianta dorso e talloni).

La storia di quest'antica arte marziale va di pari passo con la storia della nazione e di conseguenza anche il muay thai nel corso degli anni ha subito notevoli cambiamenti, fino a raggiungere la forma odierna. Seguendo questo percorso storico si può constatare che come tutte le arti marziali anche il muay thai ha avuto origine nel tempio cinese Shaolin, e le sue prime tracce si possono collocare nel periodo storico che ha preceduto il Regno di Sukhothai (200 a.C. – 1238) e attribuire ai monaci buddhisti indiani, che furono mandati nella regione chiamata Dvaravati (che si estendeva nelle odierne Bassa Birmania, Thailandia centrale e Cambogia orientale).

Contemporaneamente iniziò la migrazione del popolo degli Ao–Lai con un inesorabile incontro con le popolazioni locali dove vi fu un'integrazione e scambio culturale e iniziò la diffusione del muay thai. Dopo tale periodo vii fu l'era Sukhothai (1238 – 1377), la città divenne la capitale del popolo siamese e assunse anche una grande importanza religiosa. In questo periodo il muay thai era conosciuta come Mai Si Sok, divenne fondamentale per i soldati in tempo di guerra, mentre era usata come sistema di difesa e come allenamento per tenersi in costante forma in tempo di pace. Sempre in questi anni il re Ramkhamhaeng scrisse il Tamrab – Pichei – Songkram, il libro per imparare l'arte della guerra.

In seguito la Mai Si Sok prese il nome di Pahuyuth nell'era Ayutthaya (1377 – 1767). La capitale del regno diventò la città d'Ayutthaya e la Pahuyuth divenne fondamentale nelle innumerevoli guerre contro i popoli dei regni vicini, diventando anche un elemento fondamentale per elevare la propria posizione sociale in quanto era praticata oltre che nei villaggi anche e soprattutto alla corte reale. Gli stessi re, affascinati e rapiti dalla bellezza della Pahuyuth, la praticarono la soprannominarono “l'arte dei re”. I più leggendari di questi sovrani furono Naresuan (1590 – 1605, durante il cui regno il popolo siamese fu soprannominato “il popolo delle otto braccia”) e Sanpeth VIII, conosciuto in seguito come Phra Buddha Chao Sua (in italiano il Re Tigre) per la ferocia in combattimento (1703 – 1709). In questo periodo particolare possiamo assistere ad una prima fase importante della trasformazione della Pahayuth verso il muay thai sportiva contemporanea.

Prima di allora era utilizzata solo in guerra, e divenne poi anche come un efficace sistema di difesa, per poi passare ad una forma sportiva che prese il nome di Dhee Muay o Dhoi Muay. I contendenti si affrontavano davanti ad un pubblico in occasione di celebrazioni religiose o di festività e i duelli si svolgevano all'interno delle corti o delle piazze. Questi incontri non avevano limiti di tempo, non avevano categorie di peso e i contendenti si affrontavano senza protezioni. Gli incontri finivano per KO, per morte dell'avversario o per abbandono e molto spesso i lottatori erano costretti ad affrontare più incontri nella stessa giornata. I sovrani rimasero talmente ammaliati dalla Pahuyuth che crearono un particolare plotone che sviluppò il muay Luang, una forma di Pahuyuth molto tecnica e sofisticata che serviva alla protezione della famiglia reale e alla difesa della patria. Gli ufficiali di questo plotone prendevano il nome di Dhamruot Luang, Gong Tanai Luak o Grom Nak Muay.

Solo in seguito, quando ormai gli incontri erano all'ordine del giorno, fu introdotto per esigenza l'uso dei Kaad Chiek, protezioni per avambracci e mani fatte di corda di canapa non raffinata che oltre a proteggere l'atleta servivano ad aumentare l'incidenza dei colpi con i Gon Hoi (aggiunte di corda di canapa sulle nocche che formavano delle protuberanze). L'efficacia dei colpi fu aumentata ulteriormente bagnando prima degli incontri i Kaad Chiek, che asciugandosi s'indurivano maggiormente. Si narra che solo in alcune circostanze e con il consenso dei combattenti, i Kaad Chiek venivano immersi nella resina, o in un qualsiasi altro tipo di sostanza collosa, per poi cospargerle di materiale abrasivo come frammenti di vetro o di pietra, rendendo così le mani armi micidiali. Solo in seguito furono introdotte, al posto dei Kaad Chiek, i bendaggi in corda con dei nodi sulle nocche per poi passare ai guantoni. In questi anni grazie alla pratica della Pahuyuth l'esercito siamese fu molto temuto dai popoli vicini, ma questo non fermò la Birmania, che nel 1767 riuscì a conquistare la città d'Ayutthaya dando origine alla "leggenda di Nai Khanom Thom".

Nelle tre successive fasi storiche, quella di Thomburi (1767 – 1782), nel 1° periodo Rattanakosin (1782 – 1868) e 2° periodo Rattanakosin (1868 – 1925), la capitale del Siam fu trasferita lungo le rive del fiume Chao Phraya. Dopo i 15 anni di Thonburi, venne spostata sulla sponda opposta del fiume, nell'odierna Bangkok, in un piccolo villaggio che fu ingrandito e ribattezzato prima Krung Rattanakosin e più tardi un lungo nome cerimoniale la cui prima parte, Krung Thep Maha Nakorn, è tuttora il nome ufficiale di Bangkok. Nell'era Rattanakosin la Pahayuth prese il nome di Mae Mai Muay Thai o Mai Muay Thai e durante questo periodo ebbe la sua consacrazione. Fu introdotta nelle scuole come materia di studio e vi rimase fino al 1921. In questi anni tutti volevano praticare la Mae Mai Muay Thai, ogni paese organizzava celebrazioni e feste durante le quali vi erano esibizioni di Mai Muay Thai. Questo comportò un inevitabile confronto fra combattenti di diverse regioni, ognuna delle quali aveva un proprio stile di combattimento. Secondo una ricostruzione storica, tre furono le correnti di stili regionali più importanti che influenzarono il muay thai moderna, quelle di Korat, Lopburi e Chaya.

  • Lo stile di Korat prevedeva una guardia bassa e molto stabile con pugni e calci molto potenti, eseguiti in combinazione di due o tre colpi. Erano usati dei Kaad Chiek che coprivano l'atleta per l'intera lunghezza dell'avambraccio, così facendo si aumentava l'efficacia dei colpi in attacco e migliorava notevolmente la difesa.

  • Il Lopburi era basato sulla velocità e sulla precisione d'esecuzione di una sequenza di quattro, cinque colpi. La guardia, a differenza dello stile Korat, è molto alta e meno stabile e ciò permette una maggiore agilità, (caratteristiche principali dello stile Hanuman). I Kaad Chiek ricoprivano solo le mani con dei rinforzi sulle nocche (gon hoi).

  • Il Chaya era uno stile che prevedeva colpi di gomito, ginocchio, pugni e calci particolari, colpi d'incontro con continui spostamenti laterali, arretramenti e avanzamenti. I Kaad Chiek coprivano interamente gli avambracci e sulle mani e sulle nocche erano presenti dei rinforzi (gon hoi).

Oltre a questi tre stili, vi era quello detto Muay Pra Na Korn. Questo stile deriva dalla fusione dei tre precedenti, avvenuta all'inizio dell'era Rattanakosin. L'esecuzione dei colpi poteva essere molto veloce o molto potente, anche la guardia poteva cambiare in base all'evolversi del combattimento. I Kaad Chiek coprivano interamente le mani e gli avambracci. In questo periodo furono costruite le prime arene permanenti per i combattimenti, solo dopo il 1925 si sviluppò la necessità di avere delle regole ben precise. Solo dopo il 1945 furono introdotte le categorie di peso, i round, i guantoni per proteggere le mani e la conchiglia per i genitali (all'inizio fatta di corteccia, in seguito una conchiglia di mare avvolta in un panno per poi diventare quella che si usa oggigiorno), gli incontri si spostarono sui ring e si abbandonarono le strade e le piazze.

Dopo le arene furono costruiti gli stadi, fra i più importanti ci sono il Rajadamnern Stadium (costruito fra 1941 e il 1945 ed inaugurato il 23 agosto dello stesso anno) e il Lumpinee Boxing Stadium (costruito nel dopo guerra e inaugurato l'8 dicembre del 1956). La Mae Mai Muay Thai prese definitivamente il nome muay thai nel periodo in cui il regno divenne una monarchia costituzionale con la cosiddetta rivoluzione siamese del 1932, che il 24 giugno 1939 fu ribattezzato Regno della Thailandia ("terra degli uomini liberi"). Durante la Seconda guerra mondiale tornò di nuovo a chiamarsi Siam per poi diventare di nuovo e permanentemente Thailandia l'11 maggio 1949. Solo dopo gli anni settanta il muay thai fu praticata e iniziò a diffondersi nel mondo occidentale. Da allora, la versione codificata della muay thai professionale da quadrato (ring) e della tecnica di autodifesa si sono diffuse nei paesi dell'ex URSS, negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e nei Paesi Bassi.


Amuleti

Pra Krueng

Piccola immagine sacra del Budda che veniva inserita all'interno del Mongkon e del Kruang Ruang dell'atleta, e serviva come portafortuna e per scacciare gli spiriti maligni


Kruang Ruang

Bracciale di stoffa, di corda intrecciata o di qualsiasi altro tessuto, fatto dal proprio maestro, si può portare singolarmente o su entrambe le braccia del combattente. Al suo interno può incorporare simboli e/o piccoli oggetti venerati dall'atleta, il suo significato e il suo contenuto lo conoscono solo il maestro e l'atleta. Il materiale per creare il Kruang Ruang viene fornito dall'allievo, questo processo di preparazione serve per dare protezione al combattente e creare un legame indissolubile fra allievo e maestro.


Pirod

Bracciale di stoffa, di corda intrecciata o di qualsiasi altro tessuto, fatto dal maestro, si può portare singolarmente o su entrambe le braccia. Si prepara come il Kruang Ruang e si indossa in alternativa su un braccio all'altezza del bicipite. Si narra che in passato il Pirod poteva essere fatto anche con un intreccio di stoffa e di legno rattan.


Dhagrut

Piccoli amuleti fatti in bronzo o alcune volte in argento raffiguranti simboli sacri, che avevano lo scopo di proteggere il guerriero che li indossava. Si poteva portarne anche più di uno e talvolta si potevano inserire nei Kruang Ruang o nei Pirod, se le loro dimensioni lo permettevano e se non erano di intralcio ai movimenti del combattente.


Pitsamorn

Amuleti fatti con foglia di palma inserita in un rivestimento di fibra naturale raffiguranti simboli sacri simili ai Dhagrut. Si possono inserire all'interno del Kruang Ruang o del Pirod sempre se le dimensioni lo consentono e sempre se non sono d'intralcio nei movimenti del combattente.


Waahn

Erba che, se associata ad un rituale magico, forniva all'atleta che la custodiva all'interno del Mongkon, Kruang Ruang o del Pirod forza e virilità maggiore durante l'incontro. Alcuni atleti bevono un infuso di quest'erba (simile alla nostra cipolla) prima dell'incontro per aumentare la propria forza.


Prajied (non è un vero amuleto)

Bracciale che identifica il grado di abilità dell'atleta nella pratica del muay thai e che prende il nome di khan. Spesso viene confuso con il Kruang Ruang, la differenza è che il Kruang Ruang viene fatto dal proprio maestro e assume un significato molto importante nella vita del combattente, mentre il Prajied non ha nessun significato mistico-religioso e può essere fatto dall'allievo stesso, inoltre il Prajied cambia la propria colorazione in base al khan di appartenenza.


Mongkon

Amuleto protettivo di forma circolare che si indossa sul capo prima del combattimento. Il Mongkon viene applicato all'atleta dal suo maestro e solo da lui rimosso con rito propiziatorio prima dell'inizio del match, questo rituale prende il nome di Pitee Tod Mongkon. Il significato di questo amuleto è molto particolare e molto importante, perché rappresenta il maestro, il campo di appartenenza, gli insegnamenti ricevuti e tutti i confratelli del campo. Ad ogni vittoria del combattente, il maestro prende un pezzo del Kruang Ruang dell'allievo e lo unisce al proprio Mongkon con una cerimonia propiziatoria, così facendo si trasferisce il vigore del guerriero vincente nel Mongkon che proteggerà e infonderà maggiore vigore al nuovo combattente che lo porterà in seguito. Secondo una leggenda, in tempi antichi per creare questa corona magica venivano utilizzati serpenti velenosi che donavano al combattente prosperità e vigore atletico.


Suea - yan e Paa -yan

Tessuti di varia forma (Suea-yan maglietta tradizionale di colore rosso, Paa-yan fazzoletto tradizionale) con raffigurazioni e simboli mistici di energia chakra benedetti dai monaci, che venivano indossati o inseriti all'interno di altri amuleti come Mongkon o Kruang Ruang. Spesso gli atleti portano la simbologia magica permanentemente tatuata sul corpo. Pratica molto diffusa in Thailandia specialmente presso famosi templi come il Wat Bang Phra, questi tatuaggi praticati dai monaci buddisti prendono il nome di Sak-yant o Yantra. Le raffigurazioni sacre non possono essere tatuate sotto la vita perché i simboli sacri non possono essere fatti in parti del corpo impure. Secondo l'educazione, la testa è la parte più pura del corpo perché è la più in alto, mentre i piedi sono la parte più impura.


Chakra

Molte discipline orientali basano il proprio fondamentale teorico sull'esistenza dei meridiani, che nella medicina tailandese sono denominati Sen. Secondo questa teoria, attraverso la respirazione penetra nel corpo l'energia che lo mantiene in vita. L'energia si diffonde in tutto il corpo, attraverso dei canali, detti appunto “meridiani”, che confluiscono nei centri di energia detti chakra. Secondo antiche credenze, ancora oggi vengono tatuati nei punti meridiani dei simboli chakra o, in alternativa, preghiere buddiste.


Phuang Malai

Sono ghirlande di fiori (quali orchidee, garofani, gelsomino e margherite) che vengono portate dal combattente prima dell'incontro sul petto nudo. Queste ghirlande sono di buon auspicio, allontanano gli spiriti maligni e favoriscono la protezione degli spiriti benigni. Vengono utilizzate anche e soprattutto nella vita quotidiana come segno di felicità e di benevolenza. Queste ghirlande hanno lunghezze, colorazioni e disegni differenti in base alle regioni di provenienza; nonostante siano tutte differenti, hanno tutte le stesse forme (assomigliano a delle collane).


Whan Nan Chan Kok

La Whan Nan Chan Kok è una radice tossica che cresce agli argini dei fiumi. Questa radice veniva usata nel passato prima di un incontro all'ultimo sangue. Il guerriero thai veniva cosparso di un unguento ricavato dalla lavorazione di questa radice che provocava un'immediata reazione al contatto con la pelle del guerriero, provocando una formazione di bolle sulla cute. Queste bolle servivano per salvare il combattente dalle ferite profonde create dalle tecniche atte al taglio della pelle negli scontri all'ultimo sangue. Questa radice velenosa veniva usata per difesa e non per offesa dei combattenti.


Classificazione dei praticanti

Il Muay thai nacque dall'esigenza del popolo siamese di proteggersi dalle aggressioni nemiche: per questo motivo si può supporre che gli allenamenti in passato fossero molto duri e le tecniche trasmesse erano quelle che potevano migliorare le doti naturali di combattimento dell'atleta e renderlo invincibile, forse trascurando le tecniche dall'esecuzione più complessa. Fu probabilmente questo il motivo per cui non vi erano in Thailandia gradi o cinture che identificavano la conoscenza delle tecniche di combattimento come nelle altre arti marziali. Questa filosofia d'insegnamento ha prodotto formidabili e micidiali combattenti e le relative leggende, ma ha portato alla scomparsa di molte tecniche che sono andate perdute.

Con la diffusione in occidente del Muay thai è maturata l'esigenza di regolamentare questa arte per offrire agli atleti occidentali una conoscenza più ampia e per assicurare che le tecniche rimaste non vadano a loro volta perdute: a tale scopo negli anni Novanta le tecniche del Muay thai furono divise in dodici gradi, che prendono il nome di Kan.

Una volta stabiliti, i Kan furono sottoposti all'esame dei migliori maestri dell'epoca i quali, dopo una scrupolosa analisi, fecero in modo che i Kan diventassero quindici. Furono quindi scelti i cinque migliori maestri e insigniti del Mongkon dorato (XV Kan), i quali scelsero a loro volta venti maestri che furono insigniti con il Mongkon d'argento (XIV Kan); per tutti gli altri Kan basta sostenere un esame, mentre per gli ultimi due non esistono esami ma si ottengono per anzianità. Il XIII Kan viene assegnato dal maestro al proprio allievo quando lo ritiene pronto per divulgare i suoi insegnamenti e gli dona il Mongkon.

Per distinguere i vari Kan fra loro, sono stati introdotti i prajied e i mongkon di diverse colorazioni: possiamo quindi sostenere la tesi secondo cui in realtà i Kan siano dodici e non quindici, perché non esistono esami per ottenere gli ultimi due Kan.

Secondo la regolamentazione di alcune associazioni e federazioni italiane e internazionali, i Kan sono struttati come segue:

  • I KAN prajied bianco

  • II KAN prajied giallo

  • III KAN prajied giallo e bianco

  • IV KAN prajied verde

  • V KAN prajied verde e bianco

  • VI KAN prajied blu

  • VII KAN prajied blu e bianco

  • VIII KAN prajied marrone

  • IX KAN prajied marrone e bianco

  • X KAN mongkon rosso

  • XI KAN 1º livello mongkon rosso e bianco (tirocinante istruttore base)

  • XI KAN 2º livello mongkon rosso e bianco (tirocinante istruttore avanzato)

  • XII KAN 1º livello mongkon rosso e giallo (istruttore base)

  • XII KAN 2º livello mongkon rosso e giallo (istruttore avanzato)

  • XIII KAN 1º livello mongkon rosso e argento (alto istruttore base)

  • XIII KAN 2º livello mongkon rosso e argento (alto istruttore avanzato)

  • XIV KAN mongkon argento (maestro)

  • XV KAN mongkon dorato (gran maestro)


Mitologia tradizionale

Nai Khanomthom

Si narra che durante la guerra fra il regno del Siam e la Birmania del 1767, la capitale Ayutthaya venne distrutta dagli invasori birmani. Coloro che non riuscirono a scappare furono fatti prigionieri e deportati come schiavi. Il re birmano Hsinbyushin organizzò dei tornei per celebrare la vittoria, dove fece combattere i suoi migliori guerrieri contro i guerrieri siamesi che aveva fatto prigionieri, utilizzati come gladiatori. Durante questi incontri, il re rimase affascinato dai combattimenti di uno dei prigionieri, il cui stile assomigliava in parte a quello dei migliori guerrieri birmani che praticavano il Parma (arte che prediligeva colpi di braccia in quanto l'abito che indossavano impediva movimenti molto vistosi delle gambe).

Ammaliato dalla Pahuyuth e dallo stile di questo guerriero misterioso, il sovrano diede ordine che affrontasse i dieci migliori guerrieri birmani. Il lottatore siamese riuscì a vincere tutti i dieci avversari (che fu costretto ad affrontare) con colpi potenti, veloci e precisi ed il re, stupito dall'impresa, concesse la libertà a lui e ad altri prigionieri catturati ad Ayutthaya. Nacque in tal modo una delle più famose leggende del popolo tailandese: quella di Nai Khanom Thom. Da allora, la figura di questo eroe viene vista come anima ed essenza del muay thai, pronto al sacrificio anteponendo ai propri interessi l'onore, l'amore per la patria, la propria religione, il proprio maestro e la propria scuola. Il 17 marzo è il giorno in cui viene celebrata la festa di Nai Khanom Thom.


Phraya Phichai Dab Hak

Nato povero con il nome Choi, figlio di un coltivatore di riso, iniziò a studiare da monaco, ma poi fu allontanato per aver osato affrontare e battere un ricco nobile del paese. Incominciò un percorso di studio e formazione della Pahuyuth. Percorso che lo portò a vincere molte competizioni fino a diventare la guardia personale di Phraya Tak, che sarebbe diventato l'unico sovrano del Regno di Thonburi con il nome di Taksin il Grande. Choi fu il braccio destro di Phraya Tak e si distinse in molte azioni di guerra. Fu ricompensato da re Taksin che gli affidò il governatorato di Phichai, città natale di Choi, con il titolo di Phraya Phichai. Famosa è la battaglia in cui Phraya Phichai respinse un attacco alla città portato dai birmani, durante il quale continuò a combattere con entrambe le proprie spade anche quando una si ruppe. Tale impresa gli ha valso l'appellativo di Phraya Phichai Dab Hak, letteralmente "marchese di Phichai dalla spada rotta".


Muen Plan

Nel 1788, durante il regno di Rama I, due fratelli francesi arrivarono nel Regno del Siam. Si erano fatti una reputazione sconfiggendo diversi pugili in Indocina e vennero per battersi con i siamesi, che accettarono la sfida. Fu incaricato un principe siamese di cercare un difensore dell'onore nazionale, e scelse un membro della protezione reale del palazzo - Muen Plan. L'incontro si svolse sul terreno davanti al Grande Palazzo Reale, Muen Plan indossava un abito reale da battaglia e sul braccio aveva a protezione il proprio Kruang Rang. Questo abilissimo combattente sconfisse i due fortissimi francesi in breve tempo e fu dopo l'incontro che il re Rama I gli assegnò il nome Muen Plan, letteralmente “regno della distruzione”, a celebrare la sua supremazia devastante.


Phra Chao Sanphet VIII

Il principe Khun Luang Serasak era figlio del re di Ayutthaya Phetracha, fondatore della dinastia Ban Plu Luang, e salì al trono con il nome regale Phra Chao Sri Sanphet VIII. In seguito fu chiamato Phrachao Suea (“il Re Tigre”) a causa della sua ferocia che esprimeva anche come combattente di muay thai. Durante il suo regno il muay thai conobbe un periodo d'oro (dovuto anche al fatto che lo stesso re la praticava), si narra che il sovrano dovesse partecipare in incognito ai combattimenti perché se avesse rivelato la sua vera identità nessuno avrebbe accettato di battersi con lui. Il re intendeva misurare la propria bravura nella pratica della Pahuyuth e verificare se le sue vittorie erano dovute al fatto che era re o perché era un bravo guerriero.

In un tempio di Ban Pajanta nel distretto di Wiset Chai Chan, vi fu una celebrazione durante la quale si svolsero incontri di muay thai. Il re raggiunse il tempio con il proprio seguito e finse di essere un pugile di passaggio in città accompagnato dagli aiutanti, uno dei quali fu mandato ad organizzare il combattimento. Il promotore dell'evento volle valutare l'abilità del nuovo arrivato, che chiese di affrontare il campione locale. Le cronache di quel tempo definirono la lotta emozionante, nella quale i due lottatori esibirono grande talento. Il sovrano sferrò presto il colpo che decretò la sconfitta del campione locale. In seguito, il Re Tigre continuò a combattere in incognito e a sconfiggere i migliori atleti del regno.


Hanuman (Il dio scimmia)

Si racconta nel Ramakien che il dio Phra Narai si reincarnò in Phra Ram (Rama - re della città d'Ayutthaya) per ricongiungersi con la sua amata Naang Sida e sconfiggerne il rapitore, il demone Nonthok reincarnatosi in Tosakan (re dell'isola Lanka). Per riuscire nell'intento, accettò l'aiuto del dio delle scimmie Hanuman. La leggenda racconta che Hanuman, “la scimmia bianca” figlio di Phra Phai e di Naang Sawaha, era un guerriero formidabile in grado di volare e di mutare il suo aspetto a piacere. Il suo stile di combattimento era basato sulla velocità, sulle inusuali schivate dei colpi avversari, su speciali colpi portati contemporaneamente con gomiti e ginocchia, su salti abbinati a prese o proiezioni portate anche dietro la schiena dell'avversario, su colpi del palmo della mano e/o con gli avambracci, evitando così di ferirsi le mani su bersagli molto resistenti. Queste tecniche erano realizzate senza mai offrire un bersaglio fisso ed evitando il confronto frontale con l'avversario, che veniva colto di sorpresa e costretto a scoprire i propri punti deboli rendendoli vulnerabili.

Per molti secoli i maestri siamesi hanno cercato di creare delle forme di lotta ispirate alle tecniche del dio scimmia Hanuman narrate nel Ramakian. Tale insieme di tecniche non sono mai state racchiuse in un sistema tale da poter essere definito come scuola o stile, ma hanno avuto una notevole importanza nel bagaglio tecnico di molti maestri.


Terminologia

  • Kai muay: palestra-camp

  • Nak muay: studente di muay thai

  • Nak Su: guerriero muay thai

  • Khru: maestro

  • Ajarn: gran maestro

  • Ian Tao: muoversi in modo generico

  • Kum Chum: basculamento (ritmo basculante)

  • Phasom Muay: spostamenti sull'asse frontale

  • Kom Muay Kee: combinazioni d'attacco/ di difesa

  • Chap-Ko: lotta (clinch) tecniche base

  • Ram Muay: danza rituale

  • Bang: blocco

  • Bang Nok: blocco ad incrocio

  • Lom: schivata da calcio alto

  • Seub: spostamenti nello spazio

  • Ghau Cha: perno con rotazione di 90° o 180°

  • Ian Sam Kum: passo del gigante

  • Den Muay: spostamenti sull'asse laterale

  • Wiang: proiezioni

  • Ti Lob: schivata con rotazione del busto a destra o sinistra

  • Lop Chark: schivata con passo d'uscita a 45°

  • Sam Kum: spostamenti (passi) a croce

  • Seua Yang: spostamenti in rotazione con cambio di guardia

  • Tae Arm Tap: passo del guerriero

  • Mah Yong: passo del cavallo

  • Narai Kwang Chak: pugni in rotazione

  • Kwang Chak Narai: pugno frustato laterale

  • Sawasdee Krap: saluto prima dell'allenamento o incontro (Questo è per gli uomini)

  • Sawasdee Kaa: saluto prima dell'allenamento o incontro (Questo è per le donne)


Pugni

  • Yeb: pugno diretto con braccio avanzato

  • Mahd Trong: pugno diretto con passo

  • Mahd Kohk: pugno gancio

  • Mahd Soi: pugno montante

  • Mahd Wiang: pugno gancio largo

  • Mahd Tawad: pugno con traiettoria discendente

  • Gradod Cho: pugno saltato


Ginocchiate

  • Kao Trong Neb: ginocchiata in linea frontale diretta corpo

  • Kao Trong Kor: ginocchiata in linea frontale diretta alla testa

  • Kao Kee: ginocchiata laterale

  • Kao Kratai: ginocchiata frontale diretta alla coscia (linea bassa)

  • Kao Chi-ang: ginocchiata ascendente diagonale

  • Kao Kone: ginocchiata laterale con caricamento

  • Kao Laa: ginocchiata circolare (tecnica di ginocchio)

  • Kao Thad: ginocchiata circolare (tecnica di tibia)

  • Kao Loy: ginocchiata volante

  • Kao Lod: ginocchiata in spinta“stop kick” in lotta

  • Kao Ku: ginocchiata doppia


Gomitate

  • Sok Dtad: gomitata circolare orizzontale

  • Sok Chi-ang: gomitata ascendente diagonale

  • Sok Ngad: gomitata ascendente verticale

  • Sok Dti: gomitata orizzontale discendente

  • Sok Sab: gomitata discendente verticale

  • Sok Pung: gomitata in percussione frontale

  • Sok Gratung: gomitata verticale ascendente

  • Sok Ku: gomitata doppia

  • Sok Glab: gomitata girata

  • Sok Glab Fan Lang: gomitata girata discendente

  • Sok Glab Quan Lang: gomitata girata orizzontale

  • Sok Glab Iak Lang: gomitata girata ascendente

  • Sok Kwang: gomitata a spirale

  • Ramasun Kwang Kwarn: gomitata saltata discendente con presa

  • Rusei Bodi Hac: gomitata saltata discendente senza presa

  • Monto Nung Tak: gomitata girata saltata discendente

  • Pak Tai Toi: gomitata discendente di rientro dal sok cheng


Calci

  • Tae Kaa: calcio circolare basso

  • Tae Laa: calcio circolare basso parallelo al terreno

  • Tae Lam Tua: calcio circolare medio

  • Tae Ken Kor: calcio circolare alla testa

  • Tae Chi-ang Kaa (Tae Pa Mak): calcio diagonale ascendente basso

  • Tae Chi-ang Lam Tua: calcio diagonale ascendente medio

  • Tae Chi-ang Kor: calcio diagonale ascendente alla testa

  • Tae Tawad Kaa: calcio circolare discendente basso

  • Tae Tawad Lam Tua: calcio circolare discendente al corpo (medio)

  • Tae Tawad Kor: calcio circolare discendente alla testa (alto)

  • Tae Tien Pai Laa: calcio ascendente basso

  • Tae Tien Pai Lam Tua: calcio ascendente medio (al corpo)

  • Tae Tien Pai Kor: calcio ascendente alto (al volto)

  • Tae Quad Torani: calcio circolare basso sul polpaccio

  • Tae Tawad Quad Torani: calcio circolare basso sul polpaccio discendente

  • Tae Trong: calcio circolare diretto

  • Tae Thad: calcio circolare basso in incidenza

  • Tip: calcio frontale

  • Tip Kaang: calcio laterale con la gamba avanzata

  • Tip Viroon: calcio frontale alla coscia

  • Tip Glab Lang: calcio all'indietro diretto (Kwang Lieu Lang)

  • Tae Glab Lang: calcio circolare girato all'indietro (Jarakee Fad Hang)

  • Gradob Tae Lam Tua: calcio circolare saltato

  • Gradob Tae Songkram: calcio circolare del drago

  • Batha Loob Pak: calcio ad ascia (diretto con movimento frustato)

  • Lom Khun Thuan: calcio girato verticale


Rituali pre-combattimento

La fase che precede il combattimento è la parte che si può definire come la più importante per l'atleta. In questi attimi, il combattente deve trovare la concentrazione, la tranquillità e il favore degli spiriti benigni per far sì che il combattimento abbia un buon esito. Tutto questo si verifica con lo svolgimento di tre rituali pre-combattimento che sono:

  • Kuen Suu Weitee

  • Ram Muay

  • Pitee Tod Mongkon


Kuen Suu Weitee

L'entrata nel ring è un momento molto importante, essendo un punto focale nella preparazione dell'atleta all'incontro dal punto di vista psicologico. È una fase di meditazione, preghiera e incantesimi nonché un susseguirsi di gesti scaramantici e magici come per esempio il modo di salire le scale del ring e passare le corde. Tutto questo serve per infondere fiducia all'atleta e per sgomberare la mente da pensieri inutili che possono condizionare il modo di affrontare l'incontro.


Ram Muay

La Ram Muay è una danza rituale che viene eseguita con movimenti lenti e simbolici accompagnati da una musica che prende il nome di Dontree Muay (musica che accompagna tutto lo svolgimento dell'incontro, l'intensità della Dontree Muay cresce man mano che l'incontro si fa più cruento). Questa danza serve per ottenere il favore degli spiriti benigni e per scacciare gli spiriti maligni dal terreno dello scontro. Questo rituale ha una valenza non solo religiosa ma anche pratica, infatti, viene usata come forma di stretching per riscaldare i muscoli e prepararli allo scontro.

L'esecuzione di questa danza viene accompagnata dalla recitazione in modo silenzioso di preghiere e formule magiche propiziatorie, che servono per ottenere un buon esito dello scontro. I movimenti che caratterizzano la Ram Muay possono variare o essere completamente diversi a seconda della scuola di appartenenza o dello stile di combattimento utilizzato dall'atleta. La Ram Muay oltre ad avere un significato mistico-religioso mira fondamentalmente a dimostrare devozione religiosa, umiltà e gratitudine da parte dell'allievo, nei tempi antichi il rituale era rivolto a dimostrare devozione al Re e al proprio mentore, oggi invece è rivolto all'organizzatore dell'incontro e al proprio allenatore. La Ram Muay si sviluppa in tre fasi fondamentali:

  • Whai Khru o Whai Khru Ram Muay

  • Taa Phrom Naang

  • Phrom Si Na


Wai Khru

Il Wai Khru è una delle parti più importanti della Ram Muay, è un rito di puro rispetto che prende varie forme in diversi contesti. Per capire il significato di Wai Khru in modo corretto nel contesto del muay thai bisogna sapere che Khru in lingua thai vuol dire ” maestro“, termine che nella cultura thai viene dato ai genitori nell'ambito famigliare, ai monaci nel contesto religioso e più in generale al re. Il termine Wai indica il tradizionale modo thai di riverire e salutare. Chiunque fruisce degli insegnamenti rispetta in maniera assoluta il proprio maestro e tratta i suoi pari come se fossero i propri fratelli e sorelle. Esistono tre diverse forme di Wai Khru che gli allievi imparano durante il loro tragitto di apprendimento:

  • Kuen Khru, Yor Krhu: Questa è la forma che viene eseguita dall'allievo quando viene accettato come studente dal maestro, che si impegna a insegnargli tutto il suo sapere.

  • Wai Khru Prajam Pee: Questa è una forma particolare del Wai Khru che viene eseguita in occasioni particolari, (ad esempio in occasione di celebrazioni religiose), come omaggio al proprio maestro e come forma di rispetto per i maestri passati

  • Wai Khru Ram Muay: Questa è la forma che gli atleti eseguono prima di un combattimento e assume questo nome perché il Wai Khru viene inserito in una danza rituale detta Ram Muay.

Molti sostengono che ci sia una quarta forma della Wai Khru detta Krob Khru, forma che viene riservata a coloro che dopo un lungo percorso d'apprendimento vengono iniziati al ruolo di insegnanti, e ritenuti pronti per diffondere le proprie conoscenze. Questa danza è senza dubbio un aspetto affascinante e spettacolare del muay thai e non essendo strettamente legata alla religione può essere eseguita anche da atleti occidentali.

Oltre ad essere un segno di omaggio e rispetto verso il proprio maestro, questa danza è ricca di significati che assumono un valore differente a seconda dell'atleta che la esegue, ma tutti gli atleti, in segno di rispetto, si volgono verso il proprio maestro e devono effettuare tre inchini “Saam Krab” alternandoli alla classica posizione delle mani congiunte in preghiera che prende il nome di “Thep Panom”. Con questi passaggi si intende ringraziare e omaggiare la propria nazione, la propria religione, e il proprio maestro e tutti i guerrieri Thai presenti e passati. Il termine Wai Khru tradotto letteralmente vuol dire omaggio al maestro, ovvero a colui che ti ha donato il suo sapere.


Taa Phrom Naang

Questa parte della Ram Muay viene svolta a terra; l'atleta effettua movimenti lenti e precisi che simulano i vecchi bendaggi utilizzati nei tempi antichi, il volo del cigno simbolo di libertà (considerato un animale sacro). I movimenti vengono ripetuti tre volte per omaggiare il proprio maestro, i guerrieri passati, la propria patria e la propria religione. In più questa fase permette all'atleta di fare stretching alle gambe preparandole per l'incontro.


Phrom Si Na

Questa fase della Ram Muay è la parte in piedi della danza, in cui l'atleta ripete per tre volte gli stessi movimenti fatti nel Taa Phron Naang con lo stesso significato, in questa fase si stimolano le anche per prepararle allo sforzo che subiranno durante l'incontro. Questa è una parte importante per il pugile, in quanto egli mette in mostra la propria indole guerriera all'avversario compiendo ripetute volte il passo del guerriero.


Pitee Tod Mongkon

Una volta finite tutte le fasi della Ram Muay l'atleta va verso il proprio maestro, che con le mani congiunte sul volto inizia la recitazione silenziosa di preghiere e formule magiche propiziatorie per il buon esito del combattimento. Finite le preghiere, i riti propiziatori e pronunciata la formula "da uomo diventi guerriero" toglie dalla testa dell'allievo il Mongkon e lo pone sul proprio angolo con la funzione di proteggere l'allievo dagli spiriti maligni per tutta la durata dell'incontro.

mercoledì 13 aprile 2022

Dambe

 


Il Dambe è una forma di pugilato associata alla popolazione Hausa dell'Africa occidentale.

Storicamente il Dambe includeva una componente di wrestling, conosciuta come Kokawa, ma oggi essenzialmente è un'arte di pugilistica. Lo sport è stato tradizionalmente associato alla casta dei macellai Hausa, sebbene nel corso dell'ultimo secolo si sia progressivamente svincolata da questi sino a prevedere dei tornei itineranti. Questi tornei sono svolti nei villaggi durante il periodo della mietitura, integrando i combattimenti dei campioni locali con stranieri nei festeggiamenti per il raccolto. Fu inoltre tradizionalmente praticato come allenamento dagli uomini che si preparavano per andare in guerra cui, difatti, allude parte della terminologia impiegata. Oggi compagnie pugilistiche itineranti svolgono incontri all'aperto accompagnati da cerimonie e percussioni, nelle terre degli Hausa (Nigeria settentrionale, Niger sud-orientale e Ciad sud-occidentale).

Il nome "Dambe" deriva dalla Hausa per "boxing" e compare in altre lingue, come il bole, come Dembe. I pugili sono chiamati in lingua Hausa "daæmaænga"

Il (singolo) avvolgimento di corda sui pugni dei pugili Hausa assomiglia ad alcune antiche rappresentazioni di combattenti egiziani, nuragici e ellenici. Da ciò la speculazione che il Dambe sia direttamente correlata alla boxe egizia (Powe, 1994). Quali siano le effettive influenze continua a essere fonte di contenzioso, ma tale tesi è supportata dalla teoria che gli Hausa, in passato, vivessero ben più ad est Sudan, di quanto non siano oggi, consentendogli così di venire a contatto con la cultura egizia.