Con
colpo
di grazia
si indica l'attacco finale
condotto con un'arma nei confronti di una persona incapace di
difendersi (perché condannata a morte, disarmata in combattimento o
gravemente ferita).
In passato era un atto di pietà:
inferto a un combattente ferito sul campo di battaglia, gli evitava
le sofferenze di una lenta agonia, dovute anche ai limiti di una
medicina campale carente. Con l'avvento di disinfezione,
antidolorifici e anestetici questa definizione perse il valore
originale, rimanendo nel linguaggio con il significato esteso di
"colpo finale". Il colpo di grazia veniva di solito inferto
con una daga, chiamata per questo misericordia, da un prelato, a
volte un vescovo, a fine battaglia.
In tempi più recenti, con
l'applicazione della fucilazione come metodo di esecuzione di un
condannato a morte, il colpo di grazia viene tipicamente comminato
con un colpo di pistola alla nuca, generalmente dall'ufficiale che
comanda l'esecuzione.
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