Quando si parla di difesa personale, bisogna subito capire che la strada non è la palestra. In palestra si affrontano due persone che indossano guantoni, parastinchi, corpetti, paradenti e conchiglie. In strada non è quasi mai uno contro uno, non esistono protezioni e se si cade lo si fa sull'asfalto e non su di un morbido tatami.
Quando apprendiamo la difesa personale una delle cose principali da capire è che non bisogna sentirsi invincibili. Si deve cercare di risolvere le situazioni critiche prima diplomaticamente o andandosene. Se entrambe le soluzioni non sono applicabili, allora la difesa personale è un valido strumento per non restare offesi.
Tre sono i concetti fondamentali della difesa personale: Non mostrare paura;
Non dare informazioni all'avversario;
Essere risoluti.
Quando ci si trova in situazioni critiche è fondamentale non mostrare paura. Tale sentimento in tali situazioni è del tutto naturale e legittimo. E' sciocco non aver paura. Una tigre che non sapesse cosa sia la paura morirebbe nel giro di poco tempo. La cosa fondamentale è il non farsi bloccare dalla paura, ma anzi sfruttare l'adrenalina che essa provoca a proprio vantaggio.
Come ho già detto è fondamentale non mostrare paura, infatti un cane attacca solo l'avversario che mostra paura. Non lasciamoci attaccare.
La paura si percepisce. La si percepisce nella mimica facciale, nello sguardo, nel linguaggio non verbale del corpo. L'avversario riconoscerà senz'altro le nostre esitazioni e le userà a suo vantaggio. In inglese si dice che un animale davanti ad un pericolo abbia due reazioni: flight or fight. Che si decida di andarsene o di attaccare, l'importante e che lo si faccia a mente aperta, libera, non offuscata dalla paura.
Il secondo punto fondamentale della difesa personale è quello di non dare informazioni all'avversario. Quando si combatte in palestra si sa chi si ha di fronte, quanti anni di pratica marziale ha sulle spalle e quali sono i suoi punti deboli. Ma quando si combatte per strada non si sa nulla dell'altro.
Un avversario che si mettesse in guardia mi darebbe un grandissimo vantaggio. Vedendo la sua guardia capirei che ha pratica con il combattimento e che devo prestare ancora più attenzione. Se mai ci si dovesse trovare in combattimenti di strada non bisognerà mai far capire all'altro avversario le proprie conoscenze marziali prima di fargliele vedere con i fatti. Questo non vuol dire solo evitare di mettersi in guardia, ma anche non tradirsi con lo sguardo. Quando si combatte, e questo è vero sia in palestra che in strada, non si deve mai guardare dove si vuole colpire o il pugno o la gamba dell'avversario.
Questo fa si che non si diano informazioni sul dove si vuole colpire e permette inoltre di avere una visione più completa e globale dell'avversario.
Passiamo ora al terzo punto: la risolutezza. Arrivare al combattimento vuol dire che non ci sono altre vie d'uscita da quella situazione. E' per questo che quando si combatte bisogna essere risoluti e non pensare a nulla se non alla salvaguardia della propria persona. Bisogna essere rapidi semplici ed efficaci. Un colpo non va portato solo per intimorire l'avversario, va portato per metterlo in condizione tale da non offendere.
Non bisogna avere scrupoli, perchè l'unico fine è quello di uscire dal combattimento e di uscirne riportando i minori danni possibili. Per questo nella difesa personale vengono insegnate mosse semplici, di facile e rapido utilizzo, ma molto efficaci. Il combattimento va chiuso in fretta, per evitare danni maggiori e magari la comparsa di qualche arma. Quando si decide di combattere, bisogna scordarsi di tutto il resto e focalizzarsi solo sull'avversario, renderlo inoffensivo il più in fretta possibile. Mi rendo conto che queste parole possano risultare dure, ma questa è la difesa personale.
Mentre in palestra si combatte per un punto e per vincere un incontro, per strada si combatte per non essere feriti e in alcuni casi, per fortuna rari, per la salvaguardia della propria vita.
Come allenare la difesa personale
Per allenare la difesa personale è fondamentale il lavoro di sparring.
Le tecniche vanno provate e riprovate fino a quando non le si sentono proprie e si riescono ad applicare senza pensare.
Per strada non si presenteranno mai le condizioni tali da poter applicare una tecnica tale e quale si è imparata in palestra. Per questo è fondamentale avere la completa padronanza delle tecniche: se le si conosce perfettamente, si possono trasformare ed adattare alla nuova situazione, se invece viceversa se ne ha solo una conoscenza sommaria non si riuscirà mai ad applicarle nel nuovo contesto. Per arrivare a tale livello di padronanza è necessario svolgere un lavoro di sparring sempre con persone diverse per potersi confrontare con situazioni sempre nuove e svolgere le tecniche in modo simmetrico, in modo da ottenere uno sviluppo omogeneo dell'abilità e non asimmetrico.
E' molto importante lavorare anche sul combattimento a terra. Un combattimento comincia in piedi e nel 90% dei casi finisce a terra, quindi non dobbiamo essere impreparati.
Nell'allenare la pratica della difesa personale è molto importante la psicologia dell'allievo. Le neuroscienze ci insegnano che le nostre risposte ad uno stimolo vengono mediate dal cervello, ovvero S-C-R. Noi dobbiamo rendere questa equazione più veloce, dobbiamo eliminare la mediazione del cervello, arrivare cioè a stimolo risposta: S-R. Questa capacità si ottiene con tanta pratica.
L'allievo che si dedicherà con costanza all'allenamento della difesa personale raggiungerà una grande consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti e ciò lo porterà ad una grande crescita interiore. Se una persona è sicura di sé non avrà paura e risolverà molte situazioni proprio grazie alla sua sicurezza.
E questo è vero sia per la strada che per la vita di tutti i giorni.
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