domenica 11 agosto 2019

Pancrazio: il Vale Tudo degli antichi



Combattere senza regole non è una novità
Quando parliamo di combattimento senza regole parliamo di qualcosa che é stato ben presente nella cultura occidentale. La nuova onda dei  tornei di Vale Tudo, UFC, Pride o Cage Fight, nulla apportano di nuovo, se non diversi nomi, ad uno sport che nel mondo antico era universalmente conosciuto come Pancrazio
(dal greco Pan = tutto e Kratos = forza , ovvero tutta la forza) anzi… a dirla tutta il Pancrazio era molto più duro.

La tradizione europea del combattimento
Per qualche strano motivo (soprattutto in Italia) esiste la convinzione radicata che le arti marziali e i sistemi di combattimento possano essere solo di matrice orientale. Questa convinzione, davvero fedele al detto "l'erba del vicino é sempre più verde", ha fatto tabula rasa della tradizione bellica italiana ed europea. Chi ha avuto modo di vedere gli occidentalissimi Savateur in azione sa bene che non hanno nulla da invidiare alla thai boxe, chi conosce le scuole francesi di "canne de combat" sa che il combattimento col bastone non ha dovuto aspettare la diffusione del Kali filippino per essere praticato.
Si potrebbe continuare, andando avanti nel tempo, citando le scuole popolari di coltello, così come quelle di pugilato detto "dei vicoli" o l'arte "de abracar" (così come vediamo nel Flos Duellatorum) una forma di lotta in piedi in cui erano concesse anche le percussioni.

La lotta (Orthopale, Alindissis, Acrochirismos)
Combattere nel mondo antico era pratica comune. Ancora oggi diciamo palestra per indicare il luogo dove si svolgono gli allenamenti, dimentichi del fatto che il termine deriva da quello greco che sta per lotta, "pale".
L'attività, considerata per i giovani preparatoria alla guerra, era anche praticata per tenersi in forma e come attività ricreativa.
Diversamente da come si può pensare guardando ciò che la cinematografia realizza sull'argomento, i combattimenti di lotta erano tutt'altro che uno scontro di forza bruta tra giganteschi atleti.
Ci sono arrivati tramite autori classici descrizioni di tecniche, indicazioni di tattica e strategia del combattimento, sino ai precetti sulla tipologia dell'allenamento e della dieta da seguire.
La lotta stessa (pale) era divisa in tre specialità:
L'orthepali: la lotta in piedi che vedeva vincitore chi per tre volte fosse riuscito a mettere al suolo l'avversario.
L'alindissis, in cui la lotta continuava anche a terra e si vinceva solo alla resa dell'avversario (una versione molto simile alla moderna submission wrestling)
L'acrochirismos, forma di lotta in piedi che partendo dalle mani intrecciate con l'avversario vedeva la vittoria di chi riuscisse a mettere in leva le braccia o anche le dita.

Pugilatus
L'arte del colpire si accompagna di pari passo a quella del lottare.
Il pugilato greco prima, etrusco e romano poi, era qualcosa di molto più cruento rispetto a quello odierno. Si poteva colpire su tutto il corpo e i pugni dei due combattenti erano fasciati da strisce di cuoio che terminavano sulle nocche con grosse borchie metalliche.

Il Pancrazio
Tutta la forza. Tutto permesso fuorché colpire agli occhi e ai genitali.
Il Pancrazio era la forma più dura di combattimento sportivo conosciuto in antichità (a Sparta era permesso anche graffiare e mordere). Alla lotta, percussioni con i pugni, con i gomiti e con la testa si univano ai calci e alle ginocchiate. Si vinceva per k.o. o per resa dell'avversario.
Gli atleti vincitori diventavano, un pò come oggi, delle vere e proprie celebrità. Alcuni, il cui nome ci é pervenuto, sono stati consacrati alla storia e straordinariamente, segno che il pancrazio come la lotta e il pugilato era praticato in tutto il bacino mediterraneo molti dei campioni non sono greci.
Oggi lo spirito degli antichi pancrazisti rivive nei moderni combattenti di Vale Tudo. Così, se é vero che i tempi sono cambiati, e adesso si cerca con più attenzione di preservare l'incolumità degli atleti, rimane intatto le spirito di chi decide di combattere oltre i propri limiti: con "tutta la forza".

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