sabato 6 aprile 2013

KOBUDO: SAI




Il Sai trova le sue origini in Okinawa, in un tempo in cui non era permesso possedere armi agli abitanti, in origine era uno strumento agricolo usato dai contadini dell'isola, i quali spinti dalla necessità di difendersi lo fecero divenire un'arma. Il sai è come un pugnale, ma manca la lama, la sua funzione è perforare, ha anche due schermi laterali per le mani saldamente attaccate al manico. Queste protezioni oltre a evitare che il praticante venga colpito sulle mani, consentono anche di disarmare l'avversario, o aumentano la capacità di difesa contro altre armi.
Il Sai viene utilizzato come arma di difesa e di attacco, in passato i guerrieri ne portavano indosso tre, due in vita come armi primarie e uno nella parte posteriore, da utilizzare in caso si fosse stati disarmati.
Il Sai si dice che abbia una portata mortale entro i 5 metri.
L'efficienza del Sai è molto ampia, può essere usato contro una katana, può catturare la lama con i paramani e utilizzare la stessa tecnica contro un bo, mentre con l'altro Sai si può attaccare.
Molti esperti utlizzano le protezioni per disarmare, mandando in torsione la mano dell'avversario. L'utilizzo di quest'arma è stata codificata nel Kobudo, dove ci si specializza nella gestione delle armi tradizionali, pratica che aumenta nel praticante il coordinamento, i riflessi, la velocità, ecc..
Il Sai nell'antichità veniva costruito in ferro, quindi era relativamente pesante in modo tale che quando veniva lanciato era molto pericoloso e difficile da fermare.
Il Sai è stato reso famoso nel mondo attraverso vari film, come la maggior parte delle armi e delle arti marziali, fin dalla sua nascita ha avuto diversi cambiamenti strutturali e tecnici, ciò che è innegabile è la sua efficacia in combattimento contro armi letali come la katana.

1 commento:

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