Jingū (神功皇后,
Jingū Kōgō; 169 circa – 269) è stata la leggendaria imperatrice
consorte dell'imperatore Chūai del Giappone e servì come reggente e
de facto leader dalla morte di suo marito fino alla salita al
trono di suo figlio Ōjin.
Secondo la leggenda, condusse un
esercito all'invasione di una terra promessa, che si ipotizza essere
la Corea, ritornando vittoriosa in Giappone dopo tre anni. Secondo la
leggende suo figlio Ōjin era stato concepito, ma non ancora nato
alla morte di Chūai e nacque tre anni dopo la morte del padre.
Quindi o un periodo di meno di nove mesi contiene questi "anni"
(alcune stagioni), cioè tre raccolti, o la paternità è
semplicemente mitica e simbolica, piuttosto che reale.
La leggenda dell'invasione della
penisola coreana è basata sull'interpretazione tradizionale
giapponese della stele di Kwanggeto, ritrovata in Manciuria, che
afferma il dominio Goguryeo sulla Manciuria e sulla Corea
settentrionale. Un esame accurato rivela che questa interpretazione
tradizionale era basata su congetture, poiché molte lettere critiche
mancano e il contesto è più correlato con gli immediati vicini
meridionali di Goguryeo, Silla e Baekje. Inoltre ci sono solo prove
circostanziali che il territorio della Corea settentrionale sia stato
conquistato dal Giappone prima della guerra Imjin del XVI secolo.
Baekje ha avuto relazioni molto strette con il Giappone, inclusi
scambi tra le due corti e fu uno dei canali principali per l'ingresso
della cultura continentale nel Giappone.
Arai Hakuseki afferma che ella fu in
realtà Himiko, la sciamana-regina del III secolo di Yamataikoku, e
poiché Himiko fu una figura storica venne inclusa nella famiglia
imperiale dagli autori del Nihonshoki.
Nel 1881 divenne la prima donna a
essere rappresentata su una banconota giapponese.
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