Sai (釵)
è il nome Ryukyu per un'arma tradizionale di Okinawa anche
usata in India, Cina, Indonesia, Malesia e Thailandia. La sua forma è
essenzialmente composta da una sorta di bastone arrotondato e
appuntito, con due lunghe proiezioni non affilate (tsuba) attaccate
al manico. La parte finale del manico viene denominata tirapugni. I
sai vengono costruiti in varie forme: quelli tradizionali sono
arrotondati, mentre alcune riproduzioni hanno adottato un ottagono
nel rostro centrale. Gli tsuba sono tradizionalmente simmetrici,
tuttavia, il sai chiamato manji, sviluppato da Taira
Shinken, impiega due tsuba uno opposto all'altro.
Si crede che il sai sia sempre stato
un'arma, benché alcuni ipotizzano si sia originato come uno
strumento dell'agricoltura usato per misurare i gambi, campi arati,
piantare il riso, o come fermi per le ruote dei carri, anche se le
prove di questi usi sono limitate. Il sai è conosciuto per essere
stato usato in altre parti dell'Asia prima del suo arrivo a Okinawa.
Le prove più recenti lo porterebbero ad una origine indonesiana. In
malese il sai è conosciuto come chabang (anche scritto
cabang/tjabang, col significato di "ramo") e si
pensa derivi dal tridente indiano. Attraverso il commercio, il
chabang si diffuse attraverso il resto dell'Indocina e
potrebbe aver raggiunto Okinawa da uno o più di questi luoghi
simultaneamente. Nelle arti marziali cinesi quest'arma è nota col
nome di Tiechi (铁尺)
ed è particolarmente utilizzata dall'etnia Zhuang del Guangxi.
Uso
L'utilità del sai come arma è
conferita dalla sua forma particolare. Con la giusta abilità, può
essere usato contro una spada lunga intrappolandone la lama con gli
tsuba. Ci sono molti diversi modi per brandire quest'arma con le
mani, il che gli conferisce la versatilità di poter essere usata sia
in modo letale che non-letale. Il sai è usato primariamente come
arma da impatto o per veloci colpi di punta al plesso solare. Il sai
ha anche molti usi difensivi per bloccare altre armi.
Uno dei modi per tenerlo in mano è
stringerne l'impugnatura con tutte le dita e ancorare i pollici
nell'area tra gli tsuba e lo stelo principale. Questo permette di
cambiare rapidamente e senza sforzo tra la parte anteriore lunga e la
parte posteriore smussato. Il cambio si fa mettendo pressione nei
pollici e ruotando il sai finché non si è girato completamente e il
dito indice è allineato con l'impugnatura. Il sai è generalmente
più facile da maneggiare in questa posizione. Il tirapugni serve a
concentrare la forza di un pugno, mentre con la parte lunga si può
mettere verso il nemico, come protezione per i colpi all'avambraccio
o per colpire come con una normale daga.
È possibile tenere il dito indice
disteso e allineato con l'impugnatura centrale sia che il tirapugni
sia in alto, sia che il rostro centrale lo sia. Il dito può stare
dritto o leggermente piegato. Le altre dita vengono tenute sullo
stelo principale e il pollice sostiene lo tsuba.
Le prese descritte sopra evidenziano la
versatilità di questo arnese sia come arma da offesa che come arma
da difesa. Entrambe le prese ne facilitano lo scambio tra la punta e
il tirapugni mentre il sai viene tenuto con una presa sicura.
Il sai di solito si insegna usandone
una coppia - tenendone uno in ogni mano. Negli Stati Uniti uno stile
diffuso è lo Yamanni Ryu. Ci sono 5 Kata comuni usate
nell'istruzione, inclusi due kihon. Lo stile include una varietà di
parate, schivate, colpi e prese contro gli attaccanti da tutte le
direzioni e livelli di altezza. L'uso della punta, del tirapugni e
della barra centrale viene enfatizzato, assieme a rapidi cambi
nell'impugnatura per attacchi/parate multipli.
Il Jitte è l'equivalente giapponese
con una sola punta del sai di Okinawa e fu usato primariamente dalla
polizia giapponese durante il Periodo Edo. È un'arma caratteristica
in diverse scuole giapponesi di jūjutsu e koryū.
Nella cultura di massa
Una coppia di pugnali Sai sono le armi
di Raffaello, la Tartaruga Ninja con la maschera rossa.
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