mercoledì 10 settembre 2025

Perché Bruce Lee non sarebbe imbattibile in una rissa di strada


Molti appassionati di arti marziali tendono a idealizzare Bruce Lee, immaginandolo capace di battere facilmente un pugile medio in una rissa di strada. Ma questa convinzione nasce spesso da desideri irrealistici: il bisogno di credere che, senza mai affrontare prove concrete, anche loro potrebbero essere combattenti competenti. È un fenomeno che rientra perfettamente nell’effetto Dunning-Kruger: persone con competenze limitate tendono a sovrastimare le proprie capacità, specialmente quando la società impedisce loro di mettere alla prova il proprio talento in condizioni realistiche.

Nel mondo delle arti marziali, questo effetto è evidente. Molti istruttori, spesso fisicamente poco preparati, esistono nella “bolla” del proprio dojo, dove piccoli successi contro uomini più deboli o ubriachi diventano prove di supremazia. Questi ambienti di autoaffermazione alimentano l’illusione che la padronanza di tecniche di combattimento si traduca automaticamente in efficacia reale.

La realtà, però, è diversa. Bruce Lee, per gli standard agonistici, non era un attaccante eccezionale. La sua boxe era mediocre e le capacità di grappling (lotta corpo a corpo) erano inferiori a quelle di molti combattenti professionisti. Gran parte delle imprese a lui attribuite erano dimostrazioni controllate o illusioni cinematografiche. Era un atleta leggero, di circa 66 kg, capace di movimenti rapidi e di colpi ben coordinati, ma questo non significa che potesse affrontare con successo avversari addestrati in condizioni reali di combattimento.

Contrariamente a quanto si crede, Bruce Lee non è stato il “pioniere delle MMA” né l’inventore di tecniche miste da combattimento. Gli sport di combattimento incrociato esistevano già da decenni, e molti atleti praticavano più discipline molto prima della sua epoca. Lee, come Bill Nye nel campo della scienza, ha reso i fondamenti delle arti marziali più accessibili e ha ispirato molte persone, ma questo non equivale a un dominio incontrastato sulle competizioni professionistiche. Sarebbe un errore paragonare il suo status a quello dei grandi innovatori o campioni assoluti di ogni campo.

L’idea che Bruce Lee possa dominare in una rissa di strada nasce più dal mito e dall’idealizzazione che dalla realtà pratica del combattimento. Un praticante hobbista di MMA con la giusta preparazione, anche della stessa classe di peso, probabilmente potrebbe affrontarlo con buone probabilità di successo. Ciò non toglie nulla alla sua influenza culturale o alla sua capacità di ispirare, ma ci ricorda che il mito spesso supera la realtà.



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