sabato 7 aprile 2018

LO STILE CHOY LI FUT

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Il suo fondatore Chan Heung nacque a King Mui nel 1806. E' dunque uno stile piuttosto recente ma che si rese subito molto famoso per l'efficacia dimostrata dai suoi praticanti nelle grandi battaglie legate alla guerra dell'oppio (circa 1840) e poi nelle numerose sfide legate alle sette Tai Ping.
Il Choy Li Fut è uno stile composto nel Sud della Cina di cui prende le caratteristiche fondamentali combinando le tecniche ampie di braccia con rapidi movimenti di gambe e calci alti caratteristici del Nord.
Chan Heung imparò quindi il Kung Fu sin da bambino grazie allo zio Chan Yuen Woo, famoso lottatore del tempio di Shaolin, poi diventò allievo di Li Yau-San e diventò talmente bravo che gli fu consigliato dal suo maestro stesso di imparare dal monaco eremita Choy Fok, che però non voleva più insegnare le arti marziali esterne per insegnare invece la dottrina buddista e le pratiche interne.
Dopo aver pregato più volte il maestro Choy Fok affinché lo prendesse come suo allievo Chan Heung fu preso come studente nelle arti marziali perché fu osservato mentre si allenava da solo di notte dimostrando grande abnegazione, di qui la decisione di trasferirgli anche i segreti dello stile Fut Gar o boxe degli adoratori di Buddha.
Dopo averlo istruito sulle arti esterne il maestro gli insegnò le pratiche interne cosicché dopo anni di addestramento, Chan Heung sviluppò il nuovo stile di Kung Fu che nel 1836 chiamò Choy Li Fut per onorare i suoi 2 maestri Choy Fok e Li Yau-San e lo zio Chan Yuen Woo usando la parola Fut, che in cinese significa Buddha.
Dopo la nascita dei suoi due figli Chan Hon Pak e Chan Kon Pak e a causa delle minacce ricevute dalle Triadi per aver manifestato la sua intenzione di ritirarsi dalla guerra, decise di emigrare a San Francisco ove organizzò una scuola che ebbe subito un grosso sviluppo presso la forte comunità cinese presente nella Chinatown.
Al suo ritorno nel Guan Dong 5 anni più tardi trovo che il suo stile si era enormemente diffuso grazie ai numerosi allievi insegnanti che aveva lasciato e che presero poi il nome dei 18 Buddha del Choy Li Fut.
Dopo la morte di Chan Heung, avvenuta il 20 agosto del 1875 all'età di 69 anni, la sua scuola passò prima ai 2 figli Chan Hon Pak (per la cui specialità, l'alabarda, gli venne dato il soprannome di "yat cheung ng mui fa" (cinque fiori con una lancia) e Chan Kon Pak poi si distinsero alcune correnti derivate dai principali allievi.
Le più famose sono la Hung Sing nome che deriva dal motto che i combattenti Choy Li Fut utilizzavano in battaglia inneggiando all'eroe Hung capo dei ribelli contro gli stranieri, la corrente Chang Gar derivante dai figli, terminerà nel 1965 con la morte dell'ultimo erede. La scuola Bak Sing, brezza del nord, è una delle più recenti con grosso utilizzo dei mulinelli delle braccia e delle tecniche della tigre e del leopardo nonché nota per i suoi calci alti. Altra scuola importante è la King Mui derivante dalla scuola originaria, più vicina allo Shaolin utilizza tutti e cinque gli animali.
Lo stile ha più di cento forme di programma a mano nuda e dato che utilizza più di venti armi se ne contano circa ottanta forme diverse. Nella nostra scuola, che del Choy Li Fut vuole dare un'impronta senza avere la pretesa di esaurirne i contenuti, studiamo quattro forme a mani nude esplicative delle tre scuole fondamentali, due forme con le armi fra cui una con le doppie spade (Shuang Dao) e un'importante metodo per lo sviluppo del Qi.

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venerdì 6 aprile 2018

BA GUA ZHANG - LA BOXE DEGLI 8 TRIGRAMMI

Storia del Baguazhang – YMAA Italy


Il Ba Gua (Pa Kwa) è un complesso e affascinante "Stile Interno" (Nei Jia) di Kung Fu. Affonda le sue origini nella filosofia taoista in pieno Medio Evo cinese, attorno alla dinastia Song (1127-1179) ma i riferimenti storici lo collocano intorno al 1800 quando nasce ad opera di Dong Hai Chuan ( - 1882).
La leggenda racconta che il giovane Dong Hai Quan fu raccolto, ferito e quasi assiderato dal freddo, da un monaco taoista eremita che viveva in montagna. L'eremita gli insegnò un tipo di meditazione e di Qi Gong che si svolgeva a cerchio. Dong imparò in fretta e bene tanto da applicare questa caratteristica "Interna" al suo stile di combattimento.
Si narra che Dong Hai Quan divenne talmente abile da venir sfidato da Kuo Yun Sen (Guo Yun Shen ) chiamato "La Divina Mano Incrociata", grande maestro dello stile Xing Yi col quale combatté un epico incontro di tre giorni e tre notti fino a che i due lottatori, riconoscendo i rispettivi valori, divennero amici e decisero di scambiarsi gli allievi affinché potessero imparare entrambi gli stili.
L'episodio più colorito della vita del maestro vuole che al suo funerale, non riuscendo i suoi studenti a sollevare la bara, Dong Hai Quan abbia parlato ammonendo i discepoli di non avere raggiunto la vera padronanza del Qi, per poi essere trasportato per le esequie.
Definito come uno stile di strategia pura, come un rompicapo o un puzzle, prende spunto dal "Libro dei Mutamenti", l'Yi Jing di più di 3000 anni fa, dal quale assume la circolarità e la ricorrenza dei movimenti in una sinuosità e una grazia che ricordano il Serpente ed il Dragone. Il caratteristico camminare a cerchio forma una traiettoria che con il movimento delle mani, delle braccia e del corpo disegnano a terra una sorta di disegno di mandala.
Gli otto trigrammi rappresentano la base fondamentale per uno studio filosofico e applicativo dello stile e cio è quanto viene insegnato nei corsi.
Dong Hai Quan non ebbe molti discepoli solo 3 i principali, perché il Ba Gua doveva sempre essere mantenuto segreto ed il suo insegnamento, anche oggi, riservato a poche persone in grado di capire la vera potenzialità di questo stile tanto più difficile degli altri stili di Kung Fu che anche il maestro più esperto non può affermare di essere venuto a conoscenza dei più profondi segreti e delle più efficaci applicazioni di questo stile.
Questi 3 eredi crearono altrettante linee di discendenza:
Yin Fu ebbe pochissimi allievi oggi ne segue il lignaggio la famiglia Gau. Famoso l'uso della pipa.
Chen Ting Hua divenne una specie di eroe durante la guerra dell'oppio perche si oppose alla cattura da parte di un manipolo di soldati stranieri combattendo con due speciali coltelli (tipo quelli del Wing Chun ma piu lunghi e affilati e senza anello paramano) uccidendo 12 soldati nemici. Fra i suoi allievi spicca il Maestro Sun Lu Tang noto anche per il suo stile di Tai ji.
E' la corrente più moderna.
Quella di Ma Wei Chi rimane più ricca di programmi tradizionali, da essa deriva il grande maestro contemporaneo (morto nel '81) Wu Shu Chin.
Lo stile si contraddistingue poi per l'uso di armi non convenzionali quali lo spadone del drago Long Chi Dao o La coda del Drago e i coltelli a mezzaluna nei due versi di esposizione delle concavità wu xin jian e Ni Yue Dao.

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giovedì 5 aprile 2018

Zhi neng

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Zhi neng (智能) o Chi-lel da alcuni parlanti statunitensi è uno stile di Qi gong ideato alla fine degli anni settanta dal dottor Pang He Ming.
Zhi () significa "conoscere", "comprendere"; Neng () significa "saper o poter fare". Zhi neng Qi gong (智能气功) significa quindi il Qi gong che sviluppa e consente di usare le capacità della mente. Infatti alcuni lo chiamano "Qi gong della saggezza" (wisdom qi gong).
Il suo scopo è quello di armonizzare il praticante con l'ambiente che lo circonda tramite l'equilibrazione del proprio Qi con il Qi dell'universo. In particolare, il tipo di Qi con il quale il Zhi neng lavora è lo Hun-yuan Qi (混元氣). Lo hun-yuan qi si definisce con tre caratteristiche:
  • è il Qi originario, primordiale, dal quale tutta la materia si è formata, è quindi antecedente alla divisione della Natura in Yin e Yang;
  • è presente in ogni cosa, in tutto l'universo;
  • può essere mosso tramite la mente, con l'intenzione: chiunque concentrandosi può focalizzarlo in un punto qualsiasi dello spazio.
Con la pratica del Zhi neng è possibile modificare la struttura subatomica di ogni cosa. Questa capacità è insita in ognuno di noi, con questo stile di Qi gong siamo solamente in grado di rendere più efficace un tipo di operazione che già facciamo di continuo. Il desiderio, l'intenzione, è in grado di modificare l'ambientre che ci circonda, è solo questione di tempo e costanza, ma il risultato si ottiene.
Quindi il Zhi neng Qi gong è in grado di curare qualsiasi malattia, è sufficiente indirizzare la pratica verso il problema che vogliamo eliminare e la costanza nella pratica ci guarirà. La guarigione si ottiene con un automatico e in parte inconsapevole mutamento della struttura subatomica degli organi interessati. In maniera minore si modifica tutto il corpo, proprio perché l'obiettivo ultimo del Zhi neng è l'armonizzazione di tutto il nostro corpo con l'ambiente.
Il Zhi neng Qi gong può essere praticato da chiunque, indipendentemente dall'età o dallo stato di salute, l'importante è tenere presenti i seguenti principi:
  • costanza
  • corretta esecuzione dei movimenti
  • calma e rilassamento
  • concentrazione
La pratica individuale consente di affinare la propria capacità di gestire e condurre il Qi, la pratica in gruppo è però più potente, perché grazie all'unione dei campi energetici individuali permette di muovere un maggior quantitativo di energia (qi).

Pang He Ming

Pang He Ming 庞鹤鸣 (nato nel 1940 a Dingxing, provincia dello Hebei, Cina) inizia la sua pratica medica secondo la medicina occidentale nel 1958, dopo essersi laureato presso il Collegio di medicina di Pechino. Dopo altri quattro anni di studio presso l'Associazione medica cinese di Pechino fa il dottore di medicina tradizionale cinese, e proprio in questi anni si avvicina al Qi gong e al Taijiquan.
Alla fine degli anni settanta codifica il Zhi neng Qi gong. Nel 1980 diffonde la prima parte degli esercizi, nel 1985 la seconda e nel 1991 la terza.
Esistono sei livelli di Zhi neng Qi gong, ma solo i primi tre sono stati resi noti da Pang Ming in quanto si può accedere al successivo livello di pratica solo dopo aver perfettamente compreso gli esercizi del proprio livello.
Attualmente il gran maestro Pang He Ming si è ritirato dall'attività di insegnamento per dedicarsi nuovamente allo studio del Zhi neng.

L'istituto Hua Xia Zhi neng Qi gong training center

Nel 1988 il gran maestro Pang He Ming fondò lo Hua Xia Zhi neng Qi gong training centre, ossia un ospedale ove migliaia di persone venivano addestrate nella pratica del Zhi neng per guarire dalle malattie senza medicine. All'inizio l'istituto era situato a Shijiazhuang, nella provincia dello Hebei, con il nome di Hebei Shijiazhuang Zhineng Qigong College, ma nel novembre 1991 si spostò a Qinhuandao con il nome definitivo. Nel 1996 viene fondato inoltre lo Hua Xia Zhineng Healing Center a Fengrun, nella contea Tangshan, sempre nella provincia dello Hebei.
Nel 2000 però la sede dovette chiudere a causa del divieto di pratica di Qi gong per gruppi di più di 50 persone stabilito dal governo cinese in seguito agli avvenimenti legati alla setta Fa-lun gong. In dodici anni nella Hua Xia sono transitati più di 300.000 degenti afflitti da più di 180 sindromi diverse registrando un miglioramento delle condizioni nel 95% dei casi. Nel 1997 lo China Sports Boreau fece un'indagine per evidenziare quali sono i venti migliori stili di Qi gong riguardo al miglioramento della salute e il zhineng risultò al primo posto.

Il primo livello

Gli esercizi principali del primo livello di Zhi neng qi gong sono i seguenti:
  • la forma Peng qi guan din
  • la posizione statica di fusione dei tre cuori (San xin pin Zhan-zhuan)
  • le flessioni sulle gambe (dun qian fa)
  • zhen-qi
  • stiramento dell'energia (la-qi)
Dopo ogni movimento di raccolta dello hun-yuan qi si porta questo al dan tian inferiore.
Prima di iniziare ognuno di questi esercizi è bene prepararsi nel modo seguente:
  1. rilassare ogni parte del corpo partendo dall'alto verso il basso
  2. creare un campo energetico, al fine di fondersi il più possibile con lo Hun-yuan qi dell'universo. Per creare un campo energetico è sufficiente immaginare di ingrandirsi sempre di più, aumentando le proprie dimensioni sino a comprendere gradualmente tutto il cosmo.
  3. indirizzare la pratica verso un obiettivo (per esempio guarire il cuore, oppure rafforzare i muscoli delle gambe, far crescere la pianta che ho accanto...)
I punti del corpo stimolati sono qui elencati dall'alto al basso:
  • Bai-hui: sul piano sagittale mediale del corpo, si trova all'apice del capo sopra le orecchie;
  • Yin-tan: a metà strada tra le sopracciglia;
  • Yu-zhen: dietro il capo, opposto a YIN-TAN;
  • Chi-hu: sono due punti, sopra ogni capezzolo, immediatamente sotto la clavicola;
  • Da-bao: sono due punti opposti (uno a sinistra l'altro a destra) all'altezza della parte finale dello sterno, sono situati sul piano frontale mediale del corpo;
  • Ming-men: sulla colonna vertebrale, all'altezza dell'ombelico;
  • Lao-gun: chiudendo ogni mano a pugno, è dove il medio tocca il palmo;
  • Hui-yin: a metà strada tra l'ano e i genitali;
  • Yong-quan: sulla pianta di ogni piede, a metà sulla linea che connette il terzo dito al tallone.

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mercoledì 4 aprile 2018

1 milione di visualizzazioni

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Fa jing

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Fajin (dal cinese 發勁 che significa Emettere l'energia o lanciare l'energia), è un termine delle arti marziali cinesi a volte reso come forza esplosiva. È una parola cinese che si compone di due ideogrammi:
  • (Fa) che il dizionario traduce con inviare, spedire, mandare, lanciare, sparare o manifestarsi all'improvviso;
  • (Jin o Jing) con forza, vigore, energia, forte, robusto, vigoroso.
In Wade-Giles è scritto fa ching o fa chin. Questo termine indica i metodi di emissione dell'energia tipici delle arti marziali cinesi, in particolare è spesso associato alla pratica del Taijiquan e del Bājíquán.

Il Fajin ed il Taijiquan

Nella pratica del taijiquan è più una descrizione che una tecnica, indicando genericamente un improvviso rilascio di energia ottenuto dal movimento coordinato di tutto il corpo: ogni tecnica può esprimere il fa jing, non solo calci, pugni, gomitate e ginocchiate, ma anche prese, leve e proiezioni. Essenziale è la padronanza delle tecniche del chan si gong.
Il Fajin si rilascia durante l'espirazione in modo quasi inconscio. Tale tecnica è contemplata nelle forme di allenamento della scuola Chen come la Lao Jia Pao Chui (antica intelaiatura, pugno cannone, una delle due forme originarie Chen), mentre nella scuola Yang, specie per chi ha il lignaggio diretto da Yang Shaohou il fajing viene inserito in alcune tecniche sia per rilasciare l'energia accumulata sia per abituarsi al suo utilizzo.

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martedì 3 aprile 2018

Pugno a un pollice

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Il pugno a un pollice è una tecnica delle arti marziali cinesi resa famosa da Bruce Lee. Essa consiste nello sferrare un pugno ad un bersaglio da una distanza tra 0 e 15 centimetri (cioè tra 0 e 6 pollici).

Descrizione della tecnica

È comunemente ritenuto che la capacità nell'eseguire il pugno a un pollice venga dalla pratica del Wing Chun, ma in realtà essa è contenuta in diversi stili di arti marziali cinesi del Sud. In generale, le arti marziali cinesi del Sud contano soprattutto sulle tecniche di mano a breve o brevissima distanza (a differenza delle arti marziali cinesi del Nord, che focalizzano il proprio interesse soprattutto sui calci da media e lunga distanza). Siccome gli artisti marziali del Sud combattevano spesso molto vicino ai loro avversari, dovettero imparare un metodo per sferrare pochi colpi, toccando appena il loro avversario.
Per il pugno a un pollice occorre abilità nel fa jing per generare una tremenda quantità di forza d'impatto ad una distanza estremamente ravvicinata. Quando esegue il suo pugno a un pollice, il praticante è in piedi, con il suo pugno molto vicino al suo obiettivo (la distanza dipende dall'abilità del praticante; può variare da 0 a 15 cm circa). In un unico movimento esplosivo, le gambe si fissano, il giro vita ruota, le costole si espandono e il braccio si stende verso l'obiettivo. È importantissimo che tutto il corpo si muova all'unisono, altrimenti il potere sarà limitato. L'obiettivo in queste dimostrazioni varia, a volte è un praticante che ha un elenco telefonico sul petto, a volte tavole di legno che devono essere rotte.
Dal punto di vista fisico questa tecnica si può spiegare con il principio secondo cui un oggetto che ruota in modo che i suoi estremi abbiano una certa velocità lineare costante ha maggiore velocità di rotazione quanto più ridotte sono le sue dimensioni. Ad una maggior velocità di rotazione corrisponde, per un dato oggetto, una maggior momento della quantità di moto dei suoi punti e quindi all'impatto con un corpo viene impresso un maggior impulso angolare.
Il pugno a un pollice fu portato alla conoscenza popolare nel mondo occidentale dall'attore ed artista marziale Bruce Lee quando dimostrò la tecnica durante il Campionato internazionale di karate di Long Beach del 1964.

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lunedì 2 aprile 2018

Jiu jitsu brasiliano

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Il Ju jitsu brasiliano o Ju-jitsu brasileiro (in giapponese ブラジルの柔術, Burajiru no jūjutsu), spesso abbreviato nell'acronimo in lingua inglese BJJ, è un'arte marziale, uno sport da combattimento e un metodo di difesa personale specializzato nella lotta ed in particolare in quella a terra. Non deve essere confuso con il suo predecessore giapponese Jūjutsu.
La disciplina è nata come appendice del kodokan jūdō negli anni venti del XX secolo, quando il maestro Mitsuyo Maeda insegnò i fondamentali della lotta a terra (ne-waza) ad allievi come Carlos Gracie e Luis França. Il Brazilian Jiu-Jitsu divenne poi un'arte a sé stante attraverso sperimentazioni, pratica e adattamenti del maestro Hélio Gracie e del fratello Carlos, che trasmisero poi la loro esperienza alla loro famiglia e ai loro allievi.
La disciplina insegna come suo fondamento che una persona più piccola e debole può difendersi con successo da un assalitore più grande e più forte portando lo scontro al suolo dove utilizzerà appropriate tecniche come leve, chiavi articolari e strangolamenti. L'allenamento nel Brazilian jiu-jitsu viene praticato principalmente con il kimono (gi) ma negli ultimi anni la Federazione Internazionale ha introdotto anche competizioni senza kimono (no-gi o grappling) più utili per gli atleti di MMA (arti marziali miste). La pratica di sparring (comunemente chiamato rolling) e di sessioni di allenamento con confronto con un avversario non collaborativo giocano un ruolo maggiore nell'allenamento, e vengono premiate le prestazioni, soprattutto durante le competizioni, in relazione al progresso attraverso i gradi/cinture.
Sin dal suo principio nel 1914, l'arte ascendente del judo era separata dai sistemi più antichi di jujutsu giapponese da un'importante differenza trasmessa al Brazilian jiu-jitsu: non si tratta solamente di un'arte marziale ma anche di uno sport, un metodo per promuovere lo sviluppo del fisico e del carattere nei giovani, e, infine, una via (Dō) di vita.


Storia

Nome

"Jiu-jitsu" è una vecchia romanizzazione dell'originale pronuncia dell'arte in Occidente, mentre la moderna traslitterazione col sistema Hepburn è "jūjutsu".
Quando Maeda lasciò il Giappone, il judo era spesso ancora chiamato "Kano jiu-jitsu" o, ancor più genericamente, semplicemente come "jiu-jitsu". Higashi, in quanto coautore del "Kano Jiu-Jitsu" scrisse:
«"Una certa confusione è emersa verso l'impiego del termine 'jiudo'. Per rendere la questione chiara specificherò che jiudo è il termine scelto dal professor Kano per descrivere il suo sistema più accuratamente di quanto il jiu-jitsu fa. Il professor Kano è uno dei principali educatori in Giappone ed è naturale che egli scelga il termine tecnico che più accuratamente descrive il suo sistema. Ma il popolo giapponese generalmente fa ancora riferimento alla nomenclatura più popolare e lo chiama jiu-jitsu"»
Al di fuori del Giappone, comunque, questa distinzione era anche meno notata. Così, quando Maeda e Satake arrivarono in Brasile nel 1914, ogni giornale annunciava la loro arte come "jiu-jitsu" nonostante entrambi fossero judoka del Kodokan.
Solo nel 1925 il governo giapponese ufficialmente dichiarò che il nome corretto per l'arte marziale insegnata nelle scuole pubbliche giapponesi era "judo" e non "jujutsu". In Brasile però, l'arte è ancora chiamata "jiu-jitsu". Quando i Gracie giunsero negli Stati Uniti per diffondere la loro arte, utilizzarono i termini "Brazilian jiu-jitsu" e "Gracie Jiu-Jitsu" per differenziarla dagli stili già presenti con nomi simili.
Il nome di Gracie Jiu-Jitsu (GJJ) è stato registrato da Rorion Gracie, ma dopo una disputa legale con il cugino Carley Gracie il diritto sul marchio è stato invalidato. Altri membri della famiglia Gracie spesso chiamano il loro stile con nomi personalizzati, come Charles Gracie Jiu-Jitsu o Renzo Gracie Jiu-Jitsu. In maniera simile la Famiglia Machado chiama il suo stile Machado Jiu-Jitsu (MJJ). Sebbene ogni stile e i suoi istruttori abbia degli aspetti unici, si tratta in sostanza di varianti di base del Brazilian jiu-jitsu. Al giorno d'oggi esistono quattro maggiori branche di Jiu-Jitsu dal Brasile: Gracie Humaita, Gracie Barra, Carlson Gracie Jiu-Jitsu e Alliance Jiu Jitsu. Ogni branca può far risalire le sue origini a Hélio Gracie.
Più recentemente, negli Stati Uniti il nome "jitz" è diventato un termine colloquiale per i non addetti ai lavori.

Origini

Il Jiu Jitsu Brasiliano nacque in Brasile grazie all'arrivo, nei primi anni del secolo, del console giapponese Mitsuyo Maeda, uno dei cinque maggiori esperti nella lotta a terra del jujutsu (ne waza) che Jigoro Kano, il fondatore del Kodokan judo, inviò oltremare per dimostrare e diffondere la sua arte nel mondo. Da adolescente, Maeda si era allenato inizialmente nel sumo, ma dopo aver appreso dei successi del kodokan nelle sfide fra scuole di jujutsu, decise di apprendere il judo e divenne uno studente del "Kano Jiu Jitsu". Maeda lasciò il Giappone nel 1904 e visitò un gran numero di paesi dando dimostrazioni di "jiu-do" e accettando sfide provenienti da lottatori, pugili, savateurs e praticanti di varie altre arti marziali prima di arrivare in Brasile il 14 novembre 1914. Maeda si dedicò in particolar modo alla lotta a terra, poiché Mataemon Tanabe della scuola di jujutsu della Fusen ryu, anche se la sua abilità nella lotta terra probabilmente derivava da altre scuole di Jiu jitsu che Tanabe frequentava, inizialmente era riuscito a prevalere su alcuni allievi di Kano forzando il combattimento al suolo, mentre l'impostazione del Kodokan voleva focalizzarsi sullo scontro in piedi. Maeda fu così abile a vincere numerosi incontri all'estero contro esponenti di varie discipline, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "Conte Koma".
Gastão Gracie era un partner commerciale del cosiddetto American Circus a Belém. Nel 1916, il circo italo-argentino dei fratelli Queirolo organizzò alcuni spettacoli e in uno di essi si esibì Maeda. Nel 1917, Carlos Gracie, il figlio maggiore di Gastão Gracie, assistette ad una dimostrazione di Maeda al Da Paz Theatre e decise di praticare judo. Maeda accettò Carlos come studente per alcuni anni, e quest'ultimo passò la sua conoscenza ai suoi fratelli. Secondo alcuni racconti apocrifi Gastão Gracie aiutò in maniera non sempre ben precisata Maeda, inviato in missione diplomatica in Brasile, nel suo soggiornare in Brasile, e Maeda per sdebitarsi avrebbe insegnato il judo al figlio Carlos.
All'età di quattordici anni, Hélio Gracie, il più giovane della famiglia Gracie, si trasferì in una casa a Botafogo assieme ai suoi fratelli dove vi vivevano e insegnavano il ju jitsu giapponese tradizionale. Seguendo delle prescrizioni mediche, Hélio avrebbe speso gli anni immediatamente successivi limitandosi a osservare i suoi fratelli allenarsi ed insegnare, poiché per natura fragile di costituzione. Col tempo, Hélio Gracie gradualmente sviluppò il Gracie Jiu Jitsu come un adattamento più morbido e pragmatico del judo, poiché egli era incapace di eseguire molti movimenti che richiedevano di opporsi alla forza dell'avversario direttamente. Lungo gli anni Hélio Gracie sviluppò un sistema che si focalizzava sul combattimento a terra, in opposizione al judo che enfatizzava le tecniche di proiezione.
Anni più tardi Hélio Gracie sfidò il leggendario judoka Masahiko Kimura. Nel suo libro "Il mio Judo", Kimura racconta che ritenne Hélio un 6° dan di judo al tempo del suo incontro con lui nel 1951 see extract. Tuttavia, non c'è alcuna registrazione del Kodokan attestante un qualsiasi grado nel judo assegnato ad Hélio Gracie, tuttavia non è insolito per un judoka straniero avere un rango attuale più alto di quello ufficialmente riconosciuto e attestato dal Kodokan, poiché i gradi del Kodokan sono mantenuti in maniera indipendente e richiedono requisiti più stretti.
Sebbene il Jiu-Jitsu brasiliano sia largamente identificato con la famiglia Gracie, esiste un altro prominente ramo derivato da Maeda tramite un altro allievo brasiliano, Luis França. Questa scuola è stata rappresentata in maniera particolare da Oswaldo Fadda. Fadda e i suoi allievi erano famosi per l'uso influente di leve ai piedi e attualmente la scuola sopravvive attraverso i collegamenti di Fadda con squadre come la Nova União o il Grappling Fight Team.

Sviluppo

Hélio Gracie partecipò a numerose competizioni basate sulla sottomissione dalle quali spesso uscì vincitore. Una sconfitta (in Brasile nel 1951) fu ottenuta quando il judoka giapponese Masahiko Kimura venne sfidato da Gracie; la risonanza di questa sconfitta fu tale che il suo cognome venne utilizzato dai Gracie e dai loro allievi per indicare la chiave al braccio con cui egli sconfisse Hélio, la kimura. La famiglia Gracie continuò a sviluppare il sistema attraverso il XX secolo, spesso combattento in scontri a contatto pieno dei tornei vale tudo, precursori delle odierne arti marziali miste. Durante questi anni venne incrementata la focalizzazione sul combattimento al suolo e vennero raffinate le tecniche.
Il BJJ permette tutte le tecniche che il judo ammette per portare il combattimento al suolo, sotto forma di proiezioni e lanci. Il BJJ ammette anche tutte le tecniche di wrestling, sambo o qualsiasi altra arte lottatoria; inclusi tentativi diretti di proiettare afferrando le gambe. Il BJJ si differenzia dal judo poiché consente ad un atleta di trascinare l'avversario al suolo e anche di auto-scagliarvisi, a patto di avere una presa. Il Kodokan judo prevede competizioni con regole simili, dette kosen (abbreviazione di Kōtō senmon gakkō), inizialmente indirizzato a studenti dai 15 ai 20 anni in quanto era considerato più sicuro, che permette ad un atleta di portare il combattimento al suolo in qualsiasi modo e di continuarlo senza interruzioni. Per questa similitudine con il Jiu jitsu brasiliano il kosen judo ha avuto negli ultimi anni un certo rinnovamento di interesse.
Da quando il judo venne introdotto in Brasile, esso subì diverse modifiche nel regolamento - alcune per aumentarne lo spettacolo, altre per migliorare la sicurezza. Molte di queste regole hanno notevolmente de-enfatizzato gli aspetti di lotta a terra del judo, mentre altri hanno ridotto il raggio di leve e chiavi articolari consentite o quando possono essere applicate. Il jujitsu brasiliano non seguì mai questi cambiamenti regolamentari, dando origine ad una divergenza che è poi sfociata in una distinta identità come arte e disciplina, sebbene ancora riconoscibile come legata al judo. Altri fattori che hanno contribuito verso la divergenza stilistica del BJJ dal judo sportivo includono il desiderio dei Gracie di creare un'arte marziale nazionale che influenzasse la cultura brasiliana e l'enfasi della famiglia sul combattimento a contatto pieno.
Al giorno d'oggi, la principale differenza fra gli stili di jujutsu brasiliano è fra il tradizionale Gracie Jiu-Jitsu, che pone maggiore enfasi sulla difesa personale, e l'orientamento del BJJ sportivo verso le competizioni. C'è una larga comunanza di tecniche fra i due. Inoltre, c'è molta varietà di ideali nell'allenamento delle differenti scuole in termini di utilizzo di tecniche di controllo o finalizzazione, di maggiore fisicità o maggiore tecnicismo. Le differenze regolamentari sviluppate in confronto al judo e il meccanismo per segnare i punti sono ideati per dare al BJJ un'enfasi più pratica premiando le posizioni di controllo dalle quali il lottatore potrebbe in teoria colpire l'avversario in un vero combattimento.

Prominenza

Negli anni '80 del XX secolo esponenti di spicco della famiglia Gracie emigrarono negli USA dove organizzarono dei tornei interstile, nei quali sfidarono i combattenti di altri sistemi. Questo tipo di combattimenti quasi privo di regole era diffuso in Brasile col nome vale tudo (in brasiliano "vale tutto") e sul modello del programma televisivo che veicolava queste sfide, nacque il famosissimo Ultimate Fighting Championship tenutosi per la prima volta nel 1993. Grazie a questo evento fu mostrata al mondo l'efficacia del jiu jitsu brasiliano: nonostante all'epoca i pronostici davano per favorite le discipline che fanno uso di percussioni (boxe, kickboxing, ecc.), Royce Gracie, chiamato a rappresentare lo stile di jiu jitsu creato dal padre Helio, contro ogni pronostico riuscì a battere tutti i combattenti del torneo, compresi quelli più forti fisicamente e di gran lunga più pesanti. La grande celebrità innescata dalla forza dei mass-media americani rese dunque il BJJ uno sport famoso in tutto il mondo e da quell'epoca il suo diffondersi è aumentato in maniera esponenziale. Oggi il movimento internazionale del BJJ è infatti in costante crescita, sia come sport in sé (dove le percussioni sono vietate) sia come elemento fondamentale della preparazione dei combattenti di MMA (Mixed Martial Arts), sport di massimo contatto derivato dagli originari Vale tudo brasiliani che hanno raggiunto la massima fama nei campionati come UFC, Pride, ecc.

Stile di combattimento

Partendo dalla premessa che gran parte del vantaggio di un avversario più grande e forte deriva dalla sua mole e dai suoi potenti colpi, fattori entrambi mitigati nella lotta al suolo, il Brazilian jiu-jitsu pone enfasi nel portare il combattimento a terra per poter utilizzare tecniche di controllo e di sottomissione, comprese leve articolari e strangolamenti. Un modo più preciso di descrivere ciò sarebbe dire che al suolo, la forza può essere neutralizzata o potenziata da un lottatore esperto che conosce come massimizzarla utilizzando la forza meccanica invece che la pura fisicità. Il BJJ permette una larga varietà di tecniche per portare il combattimento al suolo dopo aver effettuato una presa. Mentre altri sport da combattimento, come il judo o il wrestling, di solito usano una proiezione per portare l'avversario a terra, nel BJJ un'opzione è di "chiamare la guardia", cioè afferrare l'avversario e poi sedersi direttamente a terra o saltare cingendo le gambe attorno al tronco dell'altro atleta.
Una volta a terra, un numero di manovre (e contromosse) sono disponibili per manipolare l'avversario in una posizione adatta all'applicazione di tecniche di sottomissione. Posizioni prettamente difensive come la guardia possono essere utilizzate anche per condurre un gioco offensivo e attaccare l'avversario.
Renzo Gracie scrisse nel suo libro Mastering Jiu-jitsu:
«Il jujutsu classico del Giappone antico sembrava avere nessuna strategia comune per guidare un combattente lungo il corso dello scontro. Naturalmente, ciò fu una delle critiche fondamentali di Kano al programma classico.' Maeda non solo insegnò l'arte del judo a Carlos Gracie, ma insegnò anche una particolare filosofia riguardo alla natura del combattimento sviluppata da Kano, e la rifinì ulteriormente tramite i suoi viaggi intorno al mondo competendo contro combattenti specializzati in una larga varietà di arti marziali."»
Il libro riassume nel dettaglio la teoria di Maeda riguardo al fatto che il combattimento fisico può essere spezzato in fasi distinte, come la fase di scambio di colpi, quella lottatoria, quella al suolo, ecc. Così, l'obiettivo del combattente intelligente era di mantenere il combattimento nella fase per cui si adattano meglio le proprie capacità. Renzo Gracie notò che ciò fu di fondamentale influenza nell'approccio dei Gracie al combattimento, queste strategie furono ulteriormente sviluppate nel tempo dai Gracie e da altri, divenendo prominente nelle MMA contemporanee.



Le cinture

Come avviene nel Judo e nel Karate, anche nel Jiu Jitsu Brasiliano è prassi contraddistinguere i progressi dei praticanti assegnando loro cinture colorate.


I campionati

La federazione internazionale IBJJF organizza periodicamente tornei a carattere nazionale, continentale e mondiale di jiu jitsu brasiliano: tra questi ovviamente il mondiale è l'evento più prestigioso dello sport.
In Italia è l'Unione Italiana Jiu Jitsu (UIJJ) a rappresentare esclusivamente la IBJJF nella nazione, ed è affiliata all'AICS, ente sportivo riconosciuto dal CONI[22].
La Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts (FIGMMA), la sola Federazione Italiana riconosciuta dall'United World Wrestling (la Federazione Internazionale degli stili di lotta olimpici, riconosciuta dal CIO) e dalla FIJLKAM (la Federazione di arti marziali del CONI), dal 2012 organizza ogni anno il Campionato Italiano e la Coppa Italia di Brazilian Ju Jitsu/Grappling Gi.
Sebbene sia ufficialmente riconosciuta come competizione di Submission grappling, i tornei ADCC Submission Wrestling World Championship organizzati dall'Abu Dhabi Combat Club possono essere considerati l'obiettivo principale dei più grandi campioni di BJJ, i quali sono sempre stati dominanti in tali tornei opposti ad atleti provenienti da altre discipline di grappling. Il più decorato atleta del torneo di Abu Dhabi è Marcelo Garcia, vincitore di 4 tornei ADCC e di un gran numero di mondiali e campionati brasiliani IBJJF.


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domenica 1 aprile 2018

Go no sen

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Go no sen (in giapponese 後の戦, dopo l'attacco) è un concetto ed una tecnica delle arti marziali giapponesi che significa che si prende il controllo nella lotta dopo l'avversario fa il suo movimento, e anche significa che una volta che l'avversario inizia il suo attacco, il budoka deve essere pronto a fare la sua tecnica, per sottomettere l'avversario completamente. Questa tecnica può essere un movimento difendibile semplice ma in altra mano può essere molto complesso, come impiegare la forza dell'avversario. La cosa più importante è mantenere o prendere il controllo della lotta, sempre con il minor dispendio di energia possibile.
Go no sen non è solo contropiede ma è uno stato mentale, è di raggiungere un livello di concentrazione per vedere se stesso, l'avversario e l'ambiente come unità. Così, è più appropriato dire che è uno stato di armonia che si instaura con l'avversario. Potremmo anche dire che si sta facendo il controllo della lotta ammettendo che non tutto è sotto controllo. Anche se questa idea può sembrare ambigua, ammettendo che l'ambiente di lotta non è sotto il pieno controllo, diventa più facile affrontare l'avversario perché si è pronti a reagire a qualsiasi movimento lui faccia.
In via ordinaria, è più naturale reagire. Così, go no sen è il modo più naturale per promuovere la difesa, ma è anche il primo e più importante il concetto di tempo nelle arti marziali, qua migliorerà la sensibilità a livelli più alti. Per ottenere una buona risposta, altri concetti devono essere ben compresi, distanza, coerenza, intercettazione (maai, riai, deai).
Go no sen è meglio studiato nelle arti marziali che esplorano il concetto Aiki, in particolare quella quelle che utilizzano aiki no jutsu, di quelli che danno maggiore enfasi al Kiai, come Kitō-ryū e Daitō-Ryū Aikijūjutsu.
Oltre all'aspetto combattivo, il concetto di go no se può essere visto sotto l'ottica filosofica e morale, nel senso che il budoka non deve mai assumere un atteggiamento aggressivo. Questo punto di vista, però, è diventato più evidente nelle moderne arti marziali che emerse nel ventesimo secolo e che hanno nel loro nome la parola "DO" (, dō), come aikidō, judo, karate-do, kendo. Ad esempio, karate, l'idea è espressa sul principio che "nel karate, non c'è primo attacco" (空手に先手なし karate ni sente nashi).

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sabato 31 marzo 2018

Stili del karate

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Il karate si compone di diversi stili, tutti in ogni caso con una radice comune.

Le origini

Molti generi di karate hanno avuto origine dal te e dal tode di Okinawa, alcuni sono scomparsi mentre altri si sono sviluppati sino ai giorni nostri, divenendo stili. Nel XIX secolo le arti marziali di Okinawa erano raggruppabili in tre principali correnti: Shuri-te (l'attuale Shōrin-ryū), Naha-te (dal quale sono derivati Goju-ryu, Toon-ryu, ecc) e Tomari-te. Questi sistemi di lotta differiscono nella tecnica e nelle origini geografiche, anche se le loro differenze non sono radicali perché la radice comune a tutte resta l'arte marziale cinese.
Lo Shuri-te, derivato dall'antico Ti e dalla Cina del Nord, prese il nome dall'allora capitale di Okinawa, Shuri, veniva praticato dalla classe nobile ed era caratterizzato da movimenti rapidi ed offensivi.
Il Naha-te, derivato dalla Cina del sud e praticato attorno alla grande città commerciale di Naha (oggi è la capitale), presentava movimenti poderosi, finalizzati alla difesa.
Il Tomari-te, dal nome della regione di Tomari (porto di Okinawa), era praticato da nobili di rango più basso, che vivevano nei pressi del porto di Tomari.
Queste differenze spontanee rappresentarono l'unica evoluzione dell'arte marziale sino all'avvento di carismatici maestri che seppero modernizzare il karate tra cui Sokon Matsumura, allievo di Sakugawa. È negli anni venti che gli stili, ormai ben differenziati, cominciano a diffondersi in Giappone, presentati al pubblico durante i festival di arti marziali o di educazione fisica e vennero codificati con nomi differenti dai vari maestri.

Shōrin-ryū

Lo Shorin-ryu è lo stile di Karate codificato più antico, ed è uno stile marziale incentrato sulla difesa personale ed il combattimento totale. La pratica prevede anche lo studio del Tuidi (tecniche di arresto e sottomissione), del Tegumi (lotta corpo a corpo tipica okinawense) e del Kyusho (punti vitali). Da esso derivano gli stili Shotokan, Shito-ryu, Wado-ryu e derivati.
Stile caratterizzato da movimenti fluidi, rapidi e naturali, deriva dagli insegnamenti delle guardie de re di Shuri (regno delle Ryukyu). Tode Sakugawa (vissuto nel 1700), funzionario della corte del re del Regno delle Ryukyu, nonché maestro dalla fama leggendaria, è il maestro dal quale lo stile si è sviluppato (anche se sappiamo dell'esistenza di altri maestri vissuti precedentemente). Lo Shorin-ryu venne poi ereditato e sviluppato da Sokon Matsumura, capo delle guardie del re, nonché guardia del corpo di tre re okinawensi. Successivamente fu sviluppato dal suo allievo Anko Itosu, funzionario di corte e grande maestro delle famiglie nobili, e da Choshin Chibana erede di Itosu, e considerato l'ultimo guerriero di Shuri. Alla morte di Choshin Chibana si formarono diverse scuole, tra cui lo Shidokan Shorin-ryu, scuola fondata da Katsuya Miyahira (erede ufficiale della scuola di Chibana).

Shōrin-ryū Shidōkan

Lo Shōrin-ryū Shidōkan (小林流 志道館) è uno dei rami principali del karate Shōrin-ryū, fondato da Katsuya Miyahira nel 1948, basato sugli insegnamenti dei maestri Chibana, Motobu e Tokuda. Lo Shōrin-ryū Shidōkan è il Karate più fedele agli insegnamenti di Anko Itosu sensei, ed è basato sulla difesa personale.

Goju Ryu

Il Goju Ryu, unico stile mantenuto tale dalle origini ed unico stile di karate ad essere inserito tra le "arti marziali antiche" del Giappone; attualmente praticato ad Okinawa (Shotokan, Wado-ryu e Shito-ryu non sono presenti), in Giappone e nel resto del mondo. Fu fondato dal maestro Kanryo Higahonna con il nome di "Naha-te" (il termine Go-ju fu tratto dal maestro Chojun Miyagi da un passaggio del Kempo Hakku, in un capitolo del Bubishi, che recita: 'Ho goju don to', ovvero 'la legge dell'Universo respira dura e morbida') ed è uno stile strettamente legato allo Shorei Ryu. In Giappone si diffuse nella regione di Kyōto, grazie all'opera del maestro Gogen Yamaguchi che seguiva il Sensei Chojun Miyagi.
Le contrazioni muscolari, i movimenti lenti e potenti caratteristici di questo stile richiedono grande vigore fisico; il Goju Ryu conserva molte delle peculiarità di un tempo: tra i vari stili è quello che meno si è modernizzato in quanto la sfera del karate-do è rappresentata dall'aspetto di una mano e le competizioni sportive sono viste come il mignolo di essa. Tale stile ha infatti rifiutato lo sviluppo dal punto di vista sportivo, proseguendo su un'impostazione puramente tradizionale e da autodifesa, conservando così le tecniche letali del karate. Il Goju Ryu ha varie scuole o associazioni, come il Meibukan, lo Shodokan, lo Shobukan, il Jundokan, il Seibukai, il Jinbukan, la Goju-kai, il Seigokan, ecc.

Shorei-Kan

Sottostile del Goju-ryu, ideato dal Maestro Seikichi Toguchi.

Seigokan

Sottostile del Goju-ryu, ideato dal Maestro Seigo Tada.

Uechi-ryū

Uechi-ryū o Pangai Noon è uno stile poco diffuso; il suo fondatore è Kanbun Uechi.

Kuma-Ryu

Kuma-Ryu ("stile dell'orso") è uno stile di karate originario di Okinawa che utilizza posizioni erette, veloci chiusure dello spazio e tecniche di combattimento sulla corta distanza. Ufficialmente conosciuto come: Kuma-Ryu Karate-Jutsu, questo stile presenta joint locks tecniche di controllo e immobilizzazione e attacchi sul meridiano, (o "punti di pressione"). Sono utilizzati i calci alti nel Kuma-Ryu e gli stessi possono anche essere diretti in determinate aree e sulle gambe. Le tecniche sono ampiamente basate su quelle che si trovano nei classici kata o "forme" di Okinawa.

Isshin-ryū

Stile fondato da Tatsuo Shimabuku.

Shito Ryu

Lo stile dello Shito Ryu venne fondato dal maestro Kenwa Mabuni nel 1931. Egli iniziò a studiare il Karate-Do all'età di 13 anni dal maestro Ankoh Itosu e, all'età di 20 anni, Kenwa Mabuni iniziò lo studio del Naha-Te con il maestro Higaonna.
Kenwa Mabuni in seguito si unì alle forze di polizia e questo gli permise di viaggiare per tutta l'isola di Okinawa così da imparare nuove arti marziali classiche dell'isola. Mabuni si trasferì ad Osaka nel 1929 dove iniziò a insegnare la via del Karate-Do e in seguito qui vi aprì una propria palestra.
Il grande maestro Mabuni, dopo una vasta conoscenza del Karate acquisita dalle sue esperienze, decise di insegnare la sua versione del Karate-Do. Il grande maestro Mabuni incentrò il suo nuovo metodo di insegnamento sulle basi dei suoi due maestri più importanti: il maestro Kanryu Higashinna di Naha e Ankoh Itosu di Shuri. Kenwa Mabuni chiamò questo nuovo stile del karate Shito Ryu dandogli le iniziali dei loro nomi, Higaonna e Itosi o, più semplicemente, scuola di Itosu e Higaonna. Lo Shito Ryu oggi è uno degli stili più importanti e diffuso al mondo.
I primi cinque kata sono i "pinan": nidan, shodan, sandan, yondan, godan.

Shotokan

Lo Shotokan è uno stile del Karate-do tradizionale giapponese. Le tecniche dello Shotokan non derivano dalla mera applicazione di forza fisica, sono armoniche e decontratte ma allo stesso tempo, piene di vitalità ed energia. L'allenamento tende allo sviluppo dell'energia interna (ki), al miglioramento delle qualità dell'essere umano e al raggiungimento della coordinazione di corpo e mente.
Lo Shotokan è secondo i suoi estimatori una forma di Budo, una via di auto-miglioramento, una filosofia di vita; non è semplicemente uno sport né una mera forma di autodifesa. Nel Karate sportivo i praticanti si allenano con l'obbiettivo di vincere coppe e medaglie dominando i propri avversari che, nella maggior parte dei casi finiscono per essere espressione della sola forza muscolare. Poiché questo contrasta profondamente con le finalità dell'allenamento, nello Shotokan si evitano le competizioni. Ciononostante, i praticanti che lo desiderano, possono partecipare a manifestazioni competitive a titolo di scelta personale.
Il termine Shotokan significa gruppo, collegio di Shoto (Shoto era lo pseudonimo usato dal maestro Gichin Funakoshi per firmare i propri poemi). La traduzione del termine Shoto è "onde di pino" e il maestro Funakoshi spiegò il motivo della scelta del termine nel suo libro Karate-Do - La mia strada di vita. Il Dojo in cui il maestro Funakoshi insegnava a Tokyo venne chiamato Shotokan (kan = casa, edificio), mentre Shotokai è il nome dell'associazione fondata nel 1935 dagli allevi del maestro per la diffusione del Karate-Do e per raccogliere fondi per la costruzione del dojo centrale a Tokyo. Poiché i suoi allievi provenivano dallo Shotokan, presto si confuse il nome della scuola con quello del suo metodo, che il maestro Funakoshi chiamava semplicemente Karate-Do. Il dojo centrale (Shotokan) e la casa del maestro appartengono oggi alla Nihon Karate-Do Shotokai Kyokai. Il maestro Funakoshi fu quindi fondatore del Dojo Shotokan e del gruppo Shotokai. Alla guida di quest'ultimo gli successe il maestro Shigeru Egami che continuò l'evoluzione del Karate quale arte marziale tradizionale fino alla forma che oggi è chiamata stile Shotokan.
Il Karate tradizionale, che fa capo alla Japan Karate Association, prevede, anche nel kumite, spostamenti effettuati senza sollevare i piedi da terra, scivolando nella direzione voluta, allo scopo di conservare la massima stabilità.
Esistono poi al giorno d'oggi anche molte scuole che hanno ripreso a praticare lo shotokan full contact, spesso però con un nome diverso dello stile.

Wado Ryu

Il dojo di Wado-Ryu venne fondato nel 1934 da uno dei primi e più validi allievi di Funakoshi, il maestro Hironori Otsuka e fu il primo maestro fondatore di uno stile ad essere originario del Giappone. Nato nel 1892 a Ibaragi, vicino a Tokyo, cominciò in tenera età la pratica del jujitsu, continuandola per 17 anni, sino al suo primo approccio con il karate nel 1922. Divenne allievo di Gichin Funakoshi rimanendo a lungo con lui, prima di codificare, consigliato dallo stesso, un nuovo stile: il Wado ryu (letteralmente "La scuola della Via dell'Armonia") il quale è una fusione di Jujitsu e Te di Okinawa (Otsuka si recò a studiare presso vari maestri di Shito Ryu e Goju Ryu direttamente a Okinawa) oltre ad alcune influenze dall'Aikidō, di cui conosce e frequenta il fondatore Morihei Ueshiba nel 1917. Lo stile presenta posizioni basse e pone l'accento sulla morbidità e la fluidità delle tecniche (principio portante è "Nogaru" ovvero "scivolare come una goccia d'acqua") con spostamenti laterali e rotazione dell'anca. Ad un contrasto cruento preferisce adottare tecniche di schivata ed evasione che lasciano l'avversario esposto ad una serie di attacchi rapidi e dirompenti in zone sensibili del corpo. A questa dinamica di attacco-contrattacco si aggiunge inoltre lo studio del Jujitsu con proiezioni, leve articolari, strangolamenti e sbilanciamenti che derivano dalla tradizione Shindo Yoshin Ryu praticata dal Soke per quasi vent'anni. Tutto ciò si traduce dunque nello studio di una distanza medio-corta. Il maestro Otsuka introdusse inoltre il moderno concetto di (Kumite). Affidò ai suoi primi allievi, i maestri Yamashita, Kono, Suzuki, Toyama (in Italia) e Mochizuki di trasmettere e divulgare lo stile Wado Ryu in Europa.

Sankukai

Sankūkai, o Sankudò, è uno stile fondato dal Maestro Y. Nanbu, nato a Kobe in Giappone nel febbraio 1943 da una vecchia famiglia di Jūdōka. Il nonno era un lottatore di Sumo molto famoso; suo padre (5º dan), teneva corsi di judo al Dojo della polizia della città di Kobe. Sotto la direttiva del padre, il maestro Nanbu cominciò a praticare il judo a soli cinque anni. Quando entrò nella scuola comunale, imparò il Kendo sotto la guida di suo zio. Negli anni cinquanta, sia il Karate che l'Aikidō erano vietati (infatti il generale Douglas MacArthur, comandante delle forze d'occupazione degli Stati Uniti in Giappone, aveva proibito la pratica di queste due discipline) così Nanbu dovette cominciare a praticare queste arti sotto la direzione del maestro Someka, che era direttore di un club "amichevole". Egli cominciò a leggere con avidità i libri di suo padre su tutte le arti marziali: Tonfa, Nunchaku, Tambo, Sai, eccetera, cui si dedicò ben presto nei Dojo del vicinato. A diciotto anni il maestro Nanbu entrò nella facoltà di Scienze Economiche di Osaka, dove ebbe come maestro Tani, 8º dan, che professava lo Shito-Ryu. Fu ben presto promosso capitano della squadra di Karate della sua università, titolo questo che ha molto valore, data l'importanza dei karateka universitari giapponesi. Nel 1963 divenne campione universitario del Giappone (c'erano allora 1250 concorrenti). Per questa vittoria Yoshinao Nanbu ricevette ufficialmente la "medaglia al valore" (mandata da tutti i Karateka giapponesi) dalle mani del direttore dell'università di Waseda, Ohama, promotore dell'organizzazione dell'Associazione degli studenti dell'università.
Nel 1964 ricevette l'invito da PLEE, allora promotore del Karate in Francia, a partecipare come invitato alla coppa di Francia; la vinse combattendo individualmente. Partecipò anche alla coppa internazionale di Cannes (sette Paesi; Gran Bretagna, Germania, Italia, Norvegia, Stati Uniti, Svizzera e Francia), e vinse anche qui il combattimento individuale. Da questo momento il maestro Nanbu cominciò a considerare la sua arte come una professione, e così di conseguenza modificò i suoi programmi. Nel 1968 andò a trovare tutti i maestri giapponesi, invitandoli l'uno dopo l'altro, per imparare tutti i tipi di tecniche; ufficialmente però si trovava ancora sotto le direttive del maestro Tani e cioè del shukokai-shito-ryu.
Lo stesso anno, proprio su richiesta del maestro Tani (che diceva di lui che aveva il genio del Karate), Nanbu si diede da fare per mettere in piedi l'organizzazione mondiale di Shukokai. La sua riunione ebbe successo grazie alle numerose dimostrazioni da lui date in parecchi Paesi, come la Scozia, la Gran Bretagna, la Francia, la Norvegia, la Germania, l'Italia, il Belgio e la Jugoslavia. Aprì in seguito dei "club Nanbu" a Parigi e in provincia, e divenne allenatore della squadra francese. (I suoi nuovi allievi da quel momento cominciarono a vincere i campionati di Francia e d'Europa).
In seguito ai suoi duri sforzi per promuovere il Shukokai, il maestro Nanbu venne nominato presidente della federazione scozzese di karate, consigliere e direttore tecnico della federazione belga di karate, presidente della federazione norvegese di karate, consigliere e direttore tecnico della squadra di Karate Jugoslava. Nel 1969 il maestro Nanbu giunse per la prima volta in Canada, per salutare dei suoi discepoli; e lo stesso anno il maestro Tani gli propose di occuparsi dell'organizzazione del terzo campionato del mondo di Karate che avrebbe avuto luogo a Parigi nel mese di ottobre.
Il giorno dopo il campionato, il maestro Nanbu ruppe definitivamente con lo stile Shukokai, poiché si era accorto che, essendo uno stile essenzialmente competitivo, i suoi seguaci finivano per praticare solamente le tecniche più redditizie per la competizione, e, cioè lo Tsuki (pugno diretto) e il Mae-Geri (calcio frontale), lasciando da parte le altre tecniche come il Yoko-Geri (calcio laterale) e il Mawashi-Geri (calcio circolare) più difficili da applicare durante la gara.
Questo modo di combattere era divenuto così rigido e schematico che un esperto di Shukokai poté un giorno dire: "Questo metodo, in sé eccellente purtroppo non ha saputo fare altro che fabbricare handicappati". Cosciente dei limiti del Shukokai, il maestro Nanbu riparti per il Giappone, e dopo lunghi mesi di riflessione e di meditazione trovò la soluzione dei suoi problemi, fondando la sua tecnica personale, che chiamò sankukai.
Quando il Sankukai prese la sua fisionomia definitiva, il maestro Nanbu sottopose le sue conclusioni a un istituto riconosciuto ufficialmente, che ne studio i rapporti di forza e la dinamica dell'energia. La conclusioni che gli esperti trassero furono ottime; infatti essi approvarono la nuova tecnica, poiché questa mostrava chiaramente che si potevano migliorare in maniera considerevole:
  1. la parata del colpo avversario
  2. la velocità di esecuzione
  3. la forza con la quale si porta risposta
  4. la ricchezza di spostamenti e schivate al posto dei bloccaggi classici
  5. il modo (molto diverso) di portare gli ATEMI.
Grazie al maestro Nanbu, il Sankukai mise radici in Giappone, in Francia, in Gran Bretagna, in Spagna, in Germania, in Norvegia, in Marocco, in Svizzera, in Belgio, in Messico, in Guatemala e in Canada. Se il karate è soprattutto una scuola che forma l'uomo, la competizione tuttavia ha la sua importanza educativa nella veste dell'emulazione.

Nanbudo

Nel 1974, all'età di 31 anni, il maestro Nanbu decise di abbandonare temporaneamente il mondo del karate per ritirarsi nella località di Cap d'Ail. Fu proprio in questo luogo, in quattro anni di riflessione, in cui si rese conto che il Karate Sankukai era solo una tappa del suo viaggio e che era necessaria un'evoluzione nel suo stile. Decise quindi di abbandonare quest'ultimo e di far nascere, nel 1978, il Nanbudo, l'arte marziale (non più definibile, dallo stesso maestro Nanbu "karate") che tutt'oggi il maestro segue e continua a migliorare tramite seminari in tutto il mondo.

Seido juku

Tadashi Nakamura è il fondatore e presidente della World Seido Karate Organization. Karateka di fama mondiale, Nakamura è cintura nera nono Dan con cinquant'anni di esperienza nella pratica e nell'insegnamento delle arti marziali. Esperto nell'uso delle armi orientali, Nakamura ha dato numerose lezioni, e dimostrazioni in molti paesi in giro per il mondo. Il Gran Maestro Nakamura iniziò i suoi studi di karate nel 1953 all'età di undici anni. Le sue prime esperienze furono nello stile Goju, con gli insegnamenti del Maestro Kei Miyagi, figlio del fondatore di questo stile. Nel 1956, Nakamura iniziò a studiare con Masutatsu Oyama, fondatore del KyokushinKarate, nel 1959 conseguì il grado di Shodan, in quel tempo fu il più giovane studente di Kyokushin del Giappone a prendere la cintura nera. Nel 1961, all'età di diciannove anni, Nakamura debuttò nel panorama dei tornei, con un primo posto al campionato nazionale studentesco di karate. L'anno seguente, Nakamura divenne eroe nazionale per aver battuto con un K.O. un campione tailandese di kickboxing in un incontro che avrebbe dovuto determinare, quale nazione detenesse l'arte marziale più forte. Durante la sua carriera sportiva, Nakamura vinse molti altri tornei. In questo periodo, Nakamura iniziò ad insegnare il karate anche agli altri. Servì come capo istruttore a Camp-Zama, una base americana vicino a Tokio, dal 1961 al 1965 e allenò la squadra di karate del Toho Medical University per tre anni. Mentre conseguiva il suo settimo dan di Kyokushin Karate, Nakamura serviva anche come capo istruttore nella sede centrale di Tokio del Kyokushin Karate. Nel 1966, Nakamura fu scelto direttamente da Masutatsu Oyama per portare il vero spirito del Kaicho Karate in America. Quell'anno Nakamura partì per New York dove Iniziò ad insegnare Kyokushin Karate, in un piccolo Dojo di Brooklyn. Nel 1971, Nakamura fondò il quartier generale del Kyokushin Karate, nel Nord America. Servì come capo del Kyokushin Karate, per l'America, per un decennio, allenando e formando molti abili studenti in quel periodo. Nel 1976, Nakamura rispettosamente si scisse dal Kyokushin Karate. Quello stesso anno, fondò la World Seido Karate Organization, che rifletteva le sue convinzione sul vero significato del karate. Nakamura creò il Seido che in giapponese significa “via sincera”, per creare individui completi, atti a migliorare se stessi e la società che gli circonda, con i principi di amore, rispetto e ubbidienza.

Kyokushinkai

Chiamato anche Kyokushin-kan, fu fondato dal maestro di origini coreane Masutatsu Ōyama che, dopo aver praticato lo stile Shotokan sotto la guida di Gichin Funakoshi e lo stile Goju-ryu, ha creato questo stile basato sul kumite full contact. Incorpora alcuni kata dello Shotokan e altri tradizionali. Lo stile necessita di una notevole preparazione fisica per poter essere praticato a causa anche dei combattimenti a contatto pieno. Le competizioni si svolgono senza protezioni. Dal Kyokushinkai, nel corso degli anni, sono nati tutti gli altri stili di Full Contact Karate.

Ashihara

Fondato da Hideyuki Ashihara nel 1980, ex praticante ed istruttore di Kyokushinkai. Si basa sul concetto di Sabaki. Prevede combattimenti a contatto pieno e dei kata alquanto diversi da quelli del Kyokushinkai. È presente in molti paesi del mondo.

Enshin

Fondato nel 1988 da Joko Ninomiya, allievo di Ashihara. Dopo aver insegnato Kyokushinkai per qualche anno, e aver seguito il maestro Ashihara, aiutandolo nella divulgazione dell'Ashihara Karate, nel 1988 decide di portare avanti il suo stile: l'Enshin. Il karate Enshin, basato sempre sul concetto di Sabaki, è caratterizzato da combattimenti a contatto pieno. I kata, come nell'Ashihara, si discostano molto da quelli del Kyokusinkai. Ogni anno si disputa il Sabaki Challenge, torneo al quale prendono parte combattenti di ogni stile e federazione.

Shidōkan

Fondato da Yoshiji Soeno, il karate Shidokan (士道館), come avviene per quasi tutti gli altri stili a contatto pieno, deriva dal Kyokushinkai e prevede lo studio dei kata. È un metodo di combattimento che utilizza, fra le altre cose, le tecniche di pugilato, le ginocchiate e le gomitate tipiche della Muay Thai, il grapplin e la lotta a terra.

Seidokaikan

Fondato da Kazuyoshi Ishii nel 1980, è uno stile a contatto pieno che deriva dal Kyokushinkai.

Ten Ryu Kai

Ten Ryu Kai è uno stile di karate a contatto che deriva dallo Shidokan.

Shinseikai

Fondato da Minoru Tanaka, deriva dal Seidokaikan. Tra le altre cose prevede anche allenamenti di Karate Gloves (Karate con i guantoni), per offrire ai praticanti la possibilità di cimentarsi in combattimenti interstile. Lo Shinseikai (Shin = verità, Sei = giusto, Kai = associazione, quindi Associazione della giusta verità) ha come particolarità, diversamente dalle altre organizzazioni, un sistema molto aperto dove la gerarchia dei capo scuola internazionali è messa sullo stesso piano, non ci sono privilegiati ne pedine, siamo tutti sullo stesso livello.

Koryu Uchinadi

Il Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu (古流沖縄手拳法術) è la sistematizzazione didattica moderna delle discipline di combattimento storiche di Okinawa operata da Patrick McCarthy, Hanshi 8º dan. Si tratta di un'arte non agonistica interamente finalizzata all'autodifesa reale contro atti abituali di violenza fisica attraverso un metodo di apprendimento/insegnamento coesivo e coerente.

Washin-Ryu

Washin-Ryu (和真流) significa "Armonia con verità", ed è uno stile di karate portato negli Stati Uniti da Hidy Ochiai. La sua sede centrale si trova a Vestal, appena fuori di Binghamton. Ci sono comunque molte diramazioni negli Stati Uniti nordorientali. Con 13 ramificazioni a New York, 2 delle quali in Connecticut e in Pennsylvania e una nell'Ohio e in Massachusetts, il Washin-Ryu ha molto seguito. Nonostante si dica che alcune arti marziali si concentrino sui calci ed i pugni, Hidy Ochiai è famoso per sostenere che il Washin-Ryu è "al 100% mente, corpo, e spirito". Le lezioni di Washin-Ryu includono la pratica dei kata, l'autodifesa, il combattimento e la pratica con l'uso delle armi. La sequenza delle cinture è: Bianca, Gialla, Arancione, Verde, Blu, Viola, Marrone (3° a 1°), Nera (1° a 10°).

Chito-ryu

Stile fondato da Tsuyoshi Chitose.

Fudokan

Stile fondato da Ilija Jorga nel 1980.

Sanshinkai

Uno stile di karate nato dallo Isshin-ryū e dalla combinazione con Judo, Jujitsu, e Tae Kwon Do.

Daido Juku

Fondato da Azuma Takashi nel 1981.

Il karate sportivo e il karate marziale

Dopo l'inserimento della competizione sportiva, avvenuto nel dopoguerra, si sono sviluppate su scala mondiale due correnti di pensiero antagoniste: una puramente sportiva, l'altra legata alla via delle arti marziali (budo). La differenza tra questi due concetti di karate risiede nel fatto che il karate sportivo (Sporting Karate) è diretto principalmente alla ricerca del risultato nella competizione: il raggiungimento della medaglia ne rappresenta il traguardo principale; nel karate-do (Karate tradizionale), invece, la competizione sportiva è concepita come un momento di crescita e verifica personale, importante ma non fondamentale: chi non trova soddisfazione nelle gare, ha la possibilità di continuare la pratica del karate-do facendo della ricerca e del miglioramento uno stile di vita. Il karate-do, legato al budo, è infatti espresso dal pensiero: la forza di una persona è proporzionale alla lunghezza del cammino percorso nella Via: più lungo è il cammino percorso, maggiori sono le sue qualità.
Non avrebbe senso chiedersi quale tra le due diverse forme di karate, sia quella più vera: ambedue esistono e devono coesistere senza predominio dell'una sull'altra, solo la consapevolezza della distinzione però può aiutare il praticante a trovare ciò che egli ricerca nel karate.



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venerdì 30 marzo 2018

Shogunato Tokugawa

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Lo shogunato Tokugawa (徳川幕府 Tokugawa bakufu, 1603-1868), conosciuto anche come Tokugawa shōgun-ke (徳川将軍家? famiglia di shōgun Tokugawa) o Edo bakufu (江戸幕府 shogunato di Edo) fu l'ultimo governo feudale del Giappone.
Il dominio dello shogunato ebbe inizio ufficialmente dal 1603, anno in cui Tokugawa Ieyasu venne nominato shōgun dall'imperatore, e si concluse nel 1868, quando l'ultimo shōgun, Tokugawa Yoshinobu, fu costretto a dimettersi dopo la guerra Boshin.
La capitale dello shogunato era Edo, l'odierna Tokyo, e la famiglia Tokugawa risiedeva nel Castello Nijō.

Storia

XVII secolo

Dopo la vittoria nella Battaglia di Sekigahara, nel 1603 Tokugawa Ieyasu fu nominato shōgun dall'imperatore Go-Yozei.
Dopo la nomina Tokugawa prese il potere, togliendo ogni effettiva forza politica all'imperatore. Ieyasu fu il primo dei quindici shōgun della dinastia Tokugawa.

Il boom urbano e finanziario

Il Seicento fu il secolo del boom urbano giapponese.
Oltre ad Edo, che era notevolmente cresciuta grazie alla presenza del governo Tokugawa, anche Osaka si sviluppò notevolmente diventando il cuore mercantile e finanziario del paese.
Lì fu istituito nel 1670 il Junin Ryogae, un prototipo della banca centrale. I dieci banchieri che vi sedevano rappresentavano le più forti corporazioni di Osaka  ed avevano il monopolio delle operazioni creditizie.

Lo sviluppo delle campagne

A partire dal Seicento anche le campagne subirono uno sviluppo notevole e ci fu una notevole crescita della produzione e del territorio coltivato.
In particolare questo sviluppo fu riscontrato nella pianura del Kanto e nelle zone intorno a Kanazawa, Niigata e Sendai dove sorsero 400 nuovi villaggi su terre bonificate.
Le cause che aiutarono molto questo sviluppo furono:
  • La disponibilità di grandi quantità di forza-lavoro data dalla smobilitazione degli eserciti dopo più di un secolo di guerre ininterrotte,
  • Il periodo di tranquillità che seguì l'ascesa dei Tokugawa,
  • Il favorevole trattamento fiscale,
  • La sicurezza del possesso.

XVIII secolo

Nei primi anni del Settecento i Tokugawa furono impegnati principalmente nel tentativo di ripristinare l'ordine sui mercati monetari nei grandi centri urbani e di ridimensionare il ruolo dei ceti mercantili cittadini.
Si accordarono con i ceti mercantili in modo che i debiti dell'aristocrazia fossero consolidati o cancellati in cambio della gestione esclusiva dei mercanti delle borse merci.
Ci fu una saturazione delle imprese economiche e commerciali che portò ad un arresto delle crescita demografica.

XVII–XIX secolo

Negli anni a cavallo fra il Settecento e l'Ottocento ci fu un'espansione delle aree rurali.
Tra il 1830 e il 1850 la struttura corporativa urbana entrò in crisi.
Osaka perse gran parte della sua popolazione in pochi anni.
Sul piano politico la situazione si fece tesa poiché la fossilizzazione del governo Tokugawa aveva grandemente indebolito le capacità di mantenere un controllo centralizzato da parte di Edo. Alcuni feudi incominciarono ad emanare leggi rendendosi più indipendenti e alcuni instaurarono rapporti con l'occidente.
Nel 1868 alcuni feudatari, guidati dall'imperatore, scatenarono la guerra civile Boshin. La guerra portò alle dimissioni di Yoshinobu Tokugawa e l'imperatore riprese il potere dando così inizio al periodo Meiji.

Caratteristiche istituzionali

Le caratteristiche istituzionali dei Tokugawa presentano numerosi aspetti feudali come la ripartizione del paese in varie entità, dotate di milizie, di entrate proprie e formalmente autonome.
I territori dominati dai Tokugawa occupavano circa un terzo di tutto il Giappone e i restanti due terzi erano divisi fra circa 250 feudatari. 
Sebbene i feudatari non costituissero una minaccia per il potere centrale, i possedimenti dei Tokugawa erano disposti strategicamente in modo tale da coprire le zone chiave del paese. Inoltre le principali città e le grandi vie di comunicazione erano controllate direttamente dal governo centrale dei Tokugawa.
Oltretutto i feudatari  non esercitavano alcuni poteri e facoltà essenziali fra cui l'automaticità del trasferimento ereditario del feudo e avevano l'obbligo di ricevere un consenso preventivo per i matrimoni.
Ai feudatari, poiché dovevano risiedervi per periodi alterni, era anche imposta la seconda residenza ad Edo. La famiglia del feudatario invece doveva risiedere in città permanentemente.

La società

La società Tokugawa era basata principalmente su una rigida gerarchia.
I feudatari erano in cima seguiti dai samurai, dai contadini, dagli artigiani e dalla borghesia. I feudatari, a causa delle spese imposte dalla doppia residenza e dall'acquisto dei beni di consumo di cui abbisognavano, erano sempre indebitati in maniera grave.
I samurai erano in larga misura disoccupati ed avevano stipendi molto bassi.
Alcuni di loro furono inseriti fra i funzionari della burocrazia amministrativa, ma la maggior parte abbandonò la propria casta aggregandosi alle borghesie urbane o rurali in espansione.
Alla fine del periodo Tokugawa i samurai e le loro famiglie costituivano solo il 5% della popolazione contro il 7-8% originario.

Il catasto

L'esigenza di alimentare le grandi masse di fanteria spinsero a compilare i primi catasti locali. L'opera fu terminata tra il 1620 e il 1630.
Le misure prese furono:
  • Accatastamento generale di tutti i terreni cerealicoli suddivisi per la potenza del produttivo,
  • Assegnazione a tempo indefinito delle parcelle coltivate a singoli capofamiglia,
  • Uniformazione delle aliquote impositive, riscosse solamente in natura, sulla base dei dati catastali con meccanismi di adeguamento per situazioni eccezionali,
  • Istituzione di registri nominali dei debitori d'imposta affidati ai consigli di villaggio,
  • Responsabilizzazione collettiva del villaggio per la riscossione e il trasporto dell'imposta alla sede del governo locale.

Commercio estero

I Tokugawa ridussero al minimo i rapporti con l'estero.
Entro il 1636 venne tagliato ogni legame commerciale con alcune città costiere del Giappone meridionale con le numerose colonie mercantili installatesi nel Sud-Est asiatico nel secolo precedente.
Ai sudditi giapponesi venne proibito di andare all'estero e agli emigrati di ritornare in patria.
Vennero espulsi gli spagnoli e i portoghesi.
Venne interrotto il collegamento con Macao, finanziata da decenni con crediti in argento da mercanti ed aristocratici di alcuni feudi del Giappone meridionale.
Nei due secoli successivi l'unico legame col mondo occidentale fu costituito dal permesso di alcune navi olandesi di attraccare a Nagasaki.
In seguito, tutto il commercio internazionale (Incluso quello con la Cina) fu concentrato a Nagasaki e sottoposto al controllo governativo.

Lista degli shōgun Tokugawa

  1. Tokugawa Ieyasu (徳川家康 1543–1616) (shōgun 1603–1605)
  2. Tokugawa Hidetada (徳川秀忠 1579–1632) (shōgun 1605–1623)
  3. Tokugawa Iemitsu (徳川家光 1604–1651) (shōgun 1623–1651)
  4. Tokugawa Ietsuna (徳川家綱 1641–1680) (shōgun 1651–1680)
  5. Tokugawa Tsunayoshi (徳川綱吉 1646–1709) (shōgun 1680–1709)
  6. Tokugawa Ienobu (徳川家宣 1662–1712) (shōgun 1709–1712)
  7. Tokugawa Ietsugu (徳川家継 1709–1716) (shōgun 1713–1716)
  8. Tokugawa Yoshimune (徳川吉宗 1684–1751) (shōgun 1716–1745)
  9. Tokugawa Ieshige (徳川家重 1711–1761) (shōgun 1745–1760)
  10. Tokugawa Ieharu (徳川家治 1737–1786) (shōgun 1760–1786)
  11. Tokugawa Ienari (徳川家斉 1773–1841) (shōgun 1787–1837)
  12. Tokugawa Ieyoshi (徳川家慶 1793–1853) (shōgun 1837–1853)
  13. Tokugawa Iesada (徳川家定 1824–1858) (shōgun 1853–1858)
  14. Tokugawa Iemochi (徳川家茂 1846–1866) (shōgun 1858–1866)
  15. Tokugawa Yoshinobu (徳川慶喜 1837–1913) (shōgun 1867–1868)

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giovedì 29 marzo 2018

Nanquan Beitui

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Nanquan Beitui (南拳北腿, Pugno del Sud, Calcio del Nord) è un modo di dire che rimarca la distinzione tra gli stili marziali provenienti dal Nord e quelli provenienti dal Sud della Cina. Sebbene nel Nord siano praticati stili quali il Chuojiao, il Chaquan o lo Huaquan che accordano alle tecniche di gambe un ruolo preponderante (il Chuojiao per esempio possiede 81 tecniche di gambe), ve ne sono altrettanti fondati sull'utilizzo preponderante degli arti superiori, quali Fanziquan, Piguaquan, Bājíquán, Tongbeiquan, ecc. D'altra parte certi stili del Sud sono famosi per le loro Tecniche di Gambe, per esempio il Gouquan che è specializzato nel loro utilizzo nel combattimento al suolo, o come il Mojiaquan. Una differenza che si può sottolineare invece tra stili del Nord e del Sud è l'utilizzo del corpo e la mobilizzazione dell'energia. In effetti il Beiquan richiede il rilassamento del corpo, la concatenazione fluida delle tecniche ed il cercare l'allungamento per favorire lo stiramento dell'asse vertebrale e della cintura scapolare. Il proverbio più completo sarebbe “Nanquan Beitui Dongqiang Xigun” (南拳北腿东枪西棍) cioè “Pugni del Sud, calci del Nord, Lancia all'Est, Bastone all'Ovest”, che addirittura ripartisce geograficamente anche le abilità nell'utilizzo di Lancia (qiang) e Bastone (gun).

Altro

Con il titolo Nanquan Beitui 南拳北腿 nel 1976 è stato prodotto ad Hong Kong un film, dal titolo in Inglese Secret Rivals (ma anche Silver Fox Rivals, Enter the Silver Fox, The Northern Leg and Southern Fist ), della durata di 84 minuti, diretto da Wu Siyuan (吴思远), più conosciuto come James Nam o See-Yuen Ng, ed interpretato da Liu Zhonglian (刘忠良, John Liu) nei panni di Shao Yi-Fei, Jang Lee Hwang nei panni di Silver Fox, e con la partecipazione di Yuen Biao (元彪, Yuan Biao).

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mercoledì 28 marzo 2018

Ashikaga Yoshiharu

Yoshiharu Ashikaga | Historica Wiki | Fandom



Ashikaga Yoshiharu (足利 義晴; 2 aprile 1511 – 20 maggio 1550) è stato un militare giapponese. Figlio di Ashikaga Yoshizumi, fu il dodicesimo shōgun dello shogunato Ashikaga.
Dopo che suo cugino Yoshitane si scontrò con il kanrei del Kantō Hosokawa Takakuni per il controllo dello shogunato e fu costretto a fuggire nell'isola di Awaji nel 1521, Yoshiharu fu messo al suo posto da Takakuni come uno shōgun fantoccio. Privo di qualsivoglia potere politico e ripetutamente scacciato dalla capitale Kyōto durante gli scontri tra daimyō rivali, abdicò infine nel 1546 a causa di uno scontro politico tra Miyoshi Nagayoshi e Hosokawa Harumoto, nominando suo erede suo figlio Yoshiteru.
Yoshiharu era shōgun nel 1542, quando avvenne il primo contatto tra Giappone ed Europa, allorché una nave portoghese, dopo aver perso la rotta per la Cina, sbarcò nell'arcipelago.

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